| RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS Non conoscendo da vicino i videogame del genere a cui appartiene "The last of us", da cui è tratto questo ultimo film della Hermes Production, non posso ovviamente avere termini di paragone con l'originale. Il che può essere considerato un vantaggio. Infatti, quando guardo una pellicola tratta da un videogame cerco sempre di dimenticarmi la provenienza, perchè non voglio farmi idee preconcette. Nel caso di specie, "Gli Ultimi" non soddisfa purtroppo questa condizione. Ma andiamo con ordine.
Il soggetto, e bisogna ammettere che quelli dei game di ultima generazione sono di tutto rispetto, è piuttosto buono, anche se non ha nulla di particolarmente nuovo. Il mondo proviene da una pandemia distruttiva, a causa di un fungo micidiale che si radica nel cervello umano e prolifera fino a tramutare gli umani in esseri immondi, che si nutrono di altri esseri umani, estremamente violenti e capaci, con un semplice graffio, di trasmettere il fungo assassino agli altri simili. La storia inizia quando già il mondo è praticamente ridotto ad un cimitero globale, e alcune zone di quarantena preservano i pochi superstiti ancora non infetti dai mostri ancora in circolazione fuori dalle mura. L'esercito controlla con modi spicci e violenti che nessuno entri ed esca dal recinto, e non appena becca un contaminato lo elimina immediatamente, ed inoltre combatte un gruppo di terroristi, chiamati "le luci", che sostengono di voler liberare la popolazione dal regime militare. Lodevole intenzione, quella delle "Luci", ma non si capisce bene quale potrebbe essere la vita che sognano, dato che non c'è speranza di salvare l'umanità dal fungo assassino. Una speranza viene fornita dalla giovanissima Ellie, la quale risulta miracolosamente immune dal micidiale morso, ed infatti deve essere immediatamente portata nel laboratorio delle Luci, in quanto da lei potrebbe finalmente essere elaborato il vaccino che potrebbe debellare definitivamente il fungo. Si farà carico di tale missione il rude e coraggioso Joel, dal carattere sofferto e scontroso, e che arriverà, nel corso della storia, ad affezionarsi alla ragazzina tanto da compiere una scelta finale che potrebbe apparire spiazzante, ma che ha invece una sua piena giustificazione. Il fulcro del film è proprio la scelta finale di Joel, e coincide ovviamente con il climax prima della conclusione, ed è ciò che più ha colpito e convinto il produttore, tanto da decidere di farne un film. Ed in effetti è un bel finale, abbastanza poetico e originale, che dona ai personaggi una fiamma di umanità, in un contesto di disumana violenza e brutalità. La conseguenza della scelta di Joel non è positiva per il genere umano, ma non importa, anche perchè altrimenti il finale sarebbe stato molto banale e scontato. Quindi, il finale del film è decisamente buono, e degno di un voto molto alto.
Ciò che non convince appieno è, invece, lo sviluppo di ciò che succede prima di tale scelta. Sono dell'idea che un film tratto da un videogame deve in ogni caso talmente differenziarsi dal game stesso tanto da non far accorgere il pubblico che si tratta di un'operazione di una trasposizione di un'esperienza video-ludica. Qui, purtroppo, Hermetico ha peccato in inventiva autonoma, e ha conservato per il suo film lo stesso percorso narrativo del gioco. Il paradigma della storia, quindi, tradisce in maniera davvero palese la struttura tipica dei videogiochi, con il susseguirsi a ciclo continuo di scontri a fuoco (dove peraltro troviamo pure la caratteristica tipical-game delle armi sempre cariche di proiettili che non finiscono mai) e combattimenti corpo a corpo, ora con soldati dell'esercito, ora con i mostri colpiti dal fungo, intervallati da situazioni di raccordo che servono al fruitore del videogame, e allo spettatore al cinema, a tirare un po' il fiato e ricaricare le "batterie" per tornare pronto per il prossimo combattimento. Alla lunga, il susseguirsi dell'intreccio narrativo diviene abbastanza prevedibile, tanto che lo spettatore sa già in anticipo che la coppia di protagonisti dovrà affrontare a breve un altro scontro.
La scelta di seguire pedissequamente lo svolgimento del game, così come dichiarato dallo stesso Hermetico, lo ha costretto naturalmente ad eseguire diversi tagli, anche sostanziosi. Ci si accorge di ciò nel corso della sceneggiatura, laddove qualche cambio di scena (ad esempio quando si è al campus universitario) avviene troppo repentinamente, senza alcun passaggio di raccordo. La parte finale, prima del raggiungimento del climax, a mia impressione ma potrei sbagliarmi, sembra poi piuttosto affrettata, come se lo sceneggiatore volesse arrivare al più presto al momento culminante e più importante della storia. Continuando ad analizzare la sceneggiatura, ho notato anche qualche incongruenza dovuta a disattenzione. La più palese è quella che si nota quando Maria ed Ellie tornano da Joel e Jimmy. Maria dice di averli sentiti urlare, ma da ciò che si è appena letto nello script non urla nessuno, nè Joel e nemmeno Jimmy. Non è invece sbagliata la scelta di insistere nei particolari agghiaccianti e violenti che pervadono tutte le scene di scontro e combattimento, e nelle descrizioni dei mostri colpiti dal fungo, perchè è una scelta perfettamente giustificata dal contesto e dall'ambientazione del film, per risaltarne la credibilità. Non si stupisca il buon Hermetico di quasta mia affermazione, che segue la mia critica abbastanza veemente nei confronti della violenza cieca e brutale che si è vista nel suo precedente film "Mio fratello", perchè appunto ritenevo quella perpetrata nei confronti del bambino una violenza esagerata e non perfettamente giustificata. Uno sceneggiatore è posto sempre e continuamente davanti a situazioni che comportano una scelta, che porteranno la sua storia in una direzione o in un'altra, e le continue scelte devono necessariamente essere sempre giustificate, e il pubblico deve sempre poter comprendere il perchè di queste scelte. Eccoi perchè ho definito il finale di questo film un bel finale, perchè appunto il pubblico ha chiarissimo il motivo per cui Joel decide di sacrificare l'intera umanità al posto di Ellie.
La regia è affidata a David Slade, che purtroppo non conosco. Posso dire però che ho apprezzato certe scelte di inquadratura e di movimenti di macchina, e quindi va bene. Il cast è ben scelto. Su tutti spiccano ovviamente il credibile Russel Crowe, che veste i panni di Joel con la necessaria sofferta crudezza e finale umanità, e soprattutto la bravissima Cloe Grace Moretz, che è una straordinaria Ellie, decisamente la sicura protagonista ai prossimi Awards. Piace ed è da sottolienare la presenza di bravi comprimari, a partire da Milla Jovovich che anche se per poco tempo illumina la scena col personaggio di Tess, e la brava Eliza Dushku che interpreta Marlene. La colonna sonora è impeccabile, scelta con gran cura. Belle le musiche tratte dal videogame, ma anche quelle scelte da Hermetico per accompagnare le scene più toccanti. Anche se raffigura una scena marginale del film, ma ricca di poesia, la locandina è decisamente buona. Evidente la scelta di valorizzare il lato umano e poetico del film piuttosto che la faccia violenta e adrenalinica. Come ormai consuetudine, Hermetico non realizza il sito del film, e si limita solamente a mettere la locandina e lo script. Peccato, ancora una volta.
Voto: 70/100
Non è un voto alto, è chiaro, ma trattandosi di Hermetico mi sarei aspettato di più e, alla fine della visione, sono rimasto in qualche modo deluso. "Gli ultimi" è un film che risente molto della sua origine videoludica, e purtroppo il bel finale non basta ad eleggerlo come uno dei migliori lavori della Hermes Production. Quel tipo di conclusione avrebbe meritato un lavoro creativo maggiore nella strutturazione del racconto, ma mi rendo conto che è un'impresa difficile e lunga da realizzare. Un plauso invece è meritato per la descrizione dei personaggi, tutti molto ben delineati e, quelli più importanti, ottimamente sfaccettati e dotati di un ricco spessore. Su questo Hermetico è ormai un professionista.
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