| RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS Presentato come il primo di una trilogia, "Emerald Sword - Sinfonia delle terre incantate" è un classico film scritto e pensato per un pubblico giovanile, appassionato anche di musica metal e dei videogame di genere fantastico. In definitiva, quanto di più lontano ci possa essere dal vero e puro cultore di un modello fantasy che vede in Tolkien e nelle sue opere straordinarie un punto di riferimento assoluto. Questo di Agnese, ben inteso, non vuole essere assolutamente un film "alla Tolkien", nè ambisce a raggiungere vette di sublime meraviglia; piuttosto cerca di emulare un certo cinema fantasy che si è realizzato negli anni, prettamente destinato ad un pubblico adolescenziale, e che vede fra i suoi ranghi numerose opere anche di valore, come "La storia infinita", "Dragon heart", la saga delle "Cronache di Narnja", "La bussola d'oro", e via dicendo. Un film, quindi, che ha lo scopo ben preciso di divertire, senza grandi invenzioni ma ricalcando fedelmente gli stereotipi di genere: il cavaliere/guerriero bello e biondo, dai lunghi capelli al vento, e il cattivo brutto e violento che uccide a sangue freddo; il drago che viene liberato dal guerriero e che per riconoscenza gli si mette al fianco; l'arma invincibile, in questo caso una spada, che viene recuperata dal guerriero dopo mille peripezie; la sua amata, naturalmente principessa, che muore per mano del cattivo, ma che si scopre essere viva (colpo di scena finale che apre al secondo capitolo). Insomma, tutto abbastanza scontato e prevedibile, ma in questo tipo di film finiscono di essere difetti e limiti e diventano i classici "must". Ispirato e pervaso, direi, dai concept album di un gruppo metal italiano che non conosco affatto, i "Raphsody of fire", il film scorre via senza intoppi, veloce e superficiale. Proprio questa caratteristica, tenuto conto anche che la musica è parte predominante della pellicola, lo fa somigliare più che altro ad un lungo videoclip, dove anche il ritmo narrativo delle varie sequenze, con un montaggio velocissimo e tagli di inquadratura di stampo televisivo, mi fanno pensare che Agnese abbia maturato negli anni un bagaglio di visioni di videoclip musicali davvero corposo, e che da queste abbia tratto ispirazione visiva e tecnica per la sua opera.
Ancora troppo affetta da disattenzione, causa la sua ormai proverbiale fretta, la sceneggiatura soffre di numerosi errori disseminati qua e là, con alcuni dialoghi che, in un paio di occasioni, mi mi sono sembrati inadeguati al tempo storico e al genere, cioè troppo moderni e adolescenziali. Ciò che invece è notevolmente migliore è la descrizione delle battaglie, molto ben scritte ed efficaci per il senso del ritmo che riescono a dare alla storia. Come dicevo, un ritmo veloce e da videogames, che però paga pegno per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, che seguono naturalmente la stessa chiave narrativa: tutti abbastanza superficiali, compreso il protagonista, che non riescono appieno ad entrare nella testa e nel cuore dello spettatore un po' più smaliziato di un adolescente. Certamente Agnese non ha voluto imprimere allo script un taglio molto più personale e femminile, perchè le donne presenti nel film hanno un ruolo non molto edificante, dato che sono tutte impegnate, più o meno consensualmente, a sollazzare gli istinti sessuali degli uomini di turno. Sarebbe stato lecito attendersi qualcosa di più da una penna femminile, ma immagino che la storia sia così tarata all'origine, e vabbè, confidiamo in un ruolo ben più di spessore per il personaggio della rediviva Airin nel capitolo successivo.
Il cast è complessivamente ben scelto, col biondo e aitante CHRIS HEMSWORTH che scuote quanto basta gli animi del pubblico femminile, e un cattivo Akron, ben ruolizzato, che ha i panni di un convincente CRISTOPH WALTZ, per la verità abbastanza sprecato, ma come tutti i grandi nomi che si sprecano nei film reali di questo tipo (non è sprecato, per esempio, il grandissimo Anthony Hopkins in "Thor"?). I comprimari non si fanno ricordare, a cominciare da BEN BARNES, che ha un ruolo superficiale e leggero come, del resto, tutti gli altri. Non è un difetto di grande importanza, anzi è proprio ciò che ci si aspetta da questi film. Il nome di ALFONSO CUARON alla regia è, a conti fatti, un certo lusso, dato che probabilmente oggi non farebbe un film così. La colonna sonora è il tema portante dell'intero film. e non può che essere così. Non ne vado pazzo, ma si presta bene alle scene ed è il valore aggiunto della cifra stilistica della pellicola. Un'ulteriore conferma che Agnese, in questo campo, non la batte nessuno.
La locandina mi è piaciuta, perchè molto rappresentativa della storia e ben calibrata nei contenuti, con colori saturi e adatti al genere. Forse potevano essere migliori le scritte, sia nel font scelto che nella colorazione, ed inoltre avrei aggiunto qualche credits. Comunque, poco male. Il sito è classico, senza particolarità degne di essere menzionate per originalità e rinnovamento. Voto: 63/100 Non ho bocciato il film, sia chiaro. Il voto è sufficiente, ma non è un film che può ambire, per sua intrinseca natura, a cime elevatissime. Non vuole essere "Signore degli Anelli", d'accordo, ma nemmeno ci si inventa "La storia infinita" in un attimo.
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