| RECE by Tomcat: THE HIDEOUT
Un torture horror venato di survival e quasi straight to video
Ennesimo horror per il nostro Nuno, che dimostra ancora una volta la sua propensione per questa tipologia di film.
Nel sottotitolo dicevo che è quasi uno straight to video, perchè all’apparenza un film così potrebbe sembrare destinato direttamente alle visioni casalinghe, ma se lo osserviamo bene ha il suo perchè di essere in sala.
Non è certamente una pellicola che porta novità nel genere; anzi pesca a piene mani dai vari Torture e survival horror, ma ha il grosso pregio di spiegarci le ragioni che stanno dietro alla storia; proprio a tal proposito avendo visto ormai un po di film, posso dire che in questo semestre ci sono altri due film legati a questo: “Mio fratello” e “Une Vie”. Anche se sviluppati in maniera differente: due drammi e quest’horror; tutti e tre ci mostrano la reazione di uomini di fronte ai drammi della vita.
Uno scappa; l’altro si scuote ed esce dalla situazione e questo sbarella e fa una carneficina. Sicuramente questa pellicola è legata alle altre due anche perchè il protagonista vero è solo uno, mentre gli altri fanno da contorno; anche se in questo caso come in “Mio fratello” i due protagonisti hanno al fianco delle stronze mica da ridere. A tal proposito complimenti a Mando per la sua interpretazione notevole e alla Skellern per aver trasmesso quell’aria da stronza patentata al suo personaggio.
Tornando sulle spiegazioni, il produttore sceglie di utilizzare il flashback per farci capire cosa lo ha portato a quella lucida pazzia e a spiegarci anche cosa sta dietro al “mostro”, con la caratteristica che la vittima diventa carnefice e prende il testimone dal suo predecessore, per continuare la sua opera. Tutte caratteristiche che donano un minimo di umanità alla situazione e non si limitano a far vedere violenza e sangue, come succede in alcune pellicola, che hanno un retroterra insignificante che dovrebbe giustificare l’orgia di paura, dolore e sangue.
In questo Aja è l’uomo giusto al posto giusto, con un background significativo per la scelta di averlo messo dietro la Mdp e la questione che è francese, come buona parte del cast.
Altra cosa forse nuova è la location dove si sviluppa la faccenda. Non più hotel, non più fabbriche abbandonate, ma un’isola che ormai dai tempi di Lost sembra qualcosa di gettonatissimo.
Il sito è buono come tutti quelli di Nuno e ha quel quid in più rappresentato dal dedicare una sezione alla colonna sonora; cosa che in questi giorni sta animando il forum fra me, mastruccio e Pap.
La colonna sonora è azeccatissima, certo che 4 brani tratti da un altra colonna sonora forse sono stati facili da assemblare.Così come l’aver preso un brano da un altro film di Aja; che però seppur inquietante non mi è sembrato proprio azzeccatissimo per la scena. Ma bravo Nuno a scovarli e riuscere superbamente ad accostarli alle scene della sua pellicola. Struggente il brano della scena 18 che riesce veramente a dare quel qualcosa in più ad una scena già carica di Pathos.
ConcludendoSe all’apparenza possa sembrare un film horror come tanti altri, ha le sue novità e caratteristiche che lo contraddistinguono. Non sarà il film più memorabile di Nuno perchè si inserisce nella parte bassa della mia classifica di gradimento sul produttore, ma è sicuramente meglio di altri. Da dire poi che nonostante la velocità con cui scorre via sia notevole non mi ha mai dato quel senso di inconcluso o tirato via. Riesce a mantenere viva l’attenzione dello spettatore, mettendo in campo il Gore, con parti più drammatiche.
Voto complessivo: 70/100
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