| Ecco l'intervista per l'uscita in sala
-Perchè e come sei arrivato alla produzione di questo film?
Ho voluto realizzare un film un’altra volta diverso dai tre precedenti. Sono ancora nella fase di sperimentazione, ed infatti anche i prossimi tre film saranno di genere sempre diverso, un biopic, un sentimentale e un horror. Non voglio essere etichettato per un genere in particolare, e siccome mi diverto tantissimo a sfidare me stesso e sperimentarmi, cerco sempre di svoltare ad ogni occasione. Il progetto di “Ivan il terribile” è nato subito dopo aver letto il romanzo. E’ una storia forte, con tematiche sociali e psicologiche che fanno da sfondo alla descrizione della vita di un gruppo di adolescenti della provincia italiana.
- Parlaci delle scelte di cast e regia
La difficoltà maggiore è stata la ricerca dei ragazzi protagonisti , per i quali in Italia non c’è molto da scegliere. Mi sono messo a cercare anche nei siti delle agenzie di attori, e tutti i ragazzi e le ragazze sono i classici tipi da spot pubblicitario. Non andavano bene. Poi mi sono imbattuto in Brando Pacitto, perfetto per Ivan. Anche per il personaggio di Federico ho trovato quasi subito il giovane Federico Russo, visti pure in famose fiction, e per Sara, dopo una miriade di “provini”, finalmente ho trovato Ludovica Gargari. Bravissima, tanto da meritarsi, secondo me ampiamente, il premio al Festival di Roma. La scelta, invece, di Francesca Archibugi alla regia è stata immediata. Ho visto alcuni suoi precedenti film, e la trovo bravissima. Purtroppo, come spesso capita ai bravi, il suo grande talento non è valorizzato abbastanza. Le ho voluto dare un’importante opportunità, e mi pare che i risultati siano entusiasmanti.
- Ci sono altri aneddoti e curiosità riguardo alla lavorazione?
E’ tutto scritto sul sito.
- Se il film non fosse tuo, che voto gli daresti da 1 a 10?
Un volto molto alto, penso 8.
- Un pregio del tuo film?
E’ un film schietto, sincero, senza ammiccamenti e trucchi ruffiani. La vita dei tre ragazzi è rappresentata con veridicità e il linguaggio è molto reale.
- Un difetto del tuo film?
Non so se è un difetto, ma ho scelto di lasciare il mondo degli adulti fuori dalla scena principale, non approfondendo le tematiche a loro associate come forse avrebbero meritato. Nell’economia generale della storia, ho deciso di concentrarmi esclusivamente, e quindi approfondire, le vite dei ragazzi.
- C'è un critico a cui speri il film piaccia particolarmente? E a chi pensi non piacerà (se vuoi dicci anche il perchè)?
Spero, dato che al Festival è piaciuto tanto, possa piacere fino agli Awards, così fa avere ancora tanti fans. Se deciderà di leggerlo, credo che a Papele qualcosa potrebbe non piacergli abbastanza: la lunghezza? Lo stile? Ma se non lo leggerà non lo sapremo mai.
- Obiettivo al box office? Settimane di durata, incasso complessivo, posizione da raggiungere...
Il primo obbiettivo è già raggiunto. Spero che rimanga primo ancora per un po’, e di guadagnare abbastanza. Facendo solo un film a semestre, devo lavorare sulla qualità, e per fortuna qui a Ck, questa conta ancora molto.
- Si dice sempre che si è legati a ogni film per un motivo o per un altro... in questo caso?
Ho iniziato a scrivere il film con la testa completamente assorbita dal biopic su Totò. Via via che la scrittura andava avanti, mi sono letteralmente innamorato dei personaggi, e ho finito per metterci l’anima. Sarà sempre legato ad “Ivan”, perché è un personaggio che vive un disagio per certi versi simile a quello di alcuni ragazzi che ho conosciuto negli anni passati, e che hanno fatto la scelta che lo stesso Ivan farà alla fine del film. Non l’ho dichiarato nei credits finali, ma il film è dedicato a loro, in particolare a Giuseppe.
- Si dice anche che l'ultimo film scritto è sempre il migliore, in un certo senso, perché non si ripeteranno errori anche veniali commessi in precedenza. Concordi per questo script?
Errori se ne fanno sempre, e non si finisce mai di imparare. Già qualcuno dei recensori me ne hanno fatto notare diversi.
- Un tuo film cinematikino a cui somiglia questo?
Nessuno degli altri tre.
- Un altro film Cinematikino a cui lo legheresti con un filo rosso (per genere, tematica o quello che vuoi tu).
Certamente il film di Hermetico “Il mondo dei ragazzi normali”.
- E un film reale (o più d'uno) invece che ti ha ispirato nella realizzazione o che accomuneresti al tuo?
Questa volta non i sono ispirato a nessun film reale.
- Il tema e/o il messaggio del film?
Gli adolescenti di oggi sono abbandonati a se stessi, e gli adulti hanno enormi ingiustificabili responsabilità.
- Come convinceresti un neofita a vedere questa pellicola?
E’ un film italiano sull'adolescenza, una volta tanto non ruffiano e ammiccante, che potrebbe anche essere esportato all’estero. Che fai, te lo perdi? Corri a vederlo!
- Uno spettatore medio italiano cosa penserebbe del film?
Bello! Forse crudo! Ma bello!
- La strada è ancora lunga, ma se dovessi decidere adesso le autonominations principali per il tuo film ai Ck Awards?
Mi accontenterei del Festival di Roma, ma sono abbastanza speranzoso, ed ambizioso. Lo autonominerò per tutte le categorie principali.
- A scatola (quasi) chiusa: il prossimo pigliatutto ai Ck Awards?
Non credo che ci sarà un asso pigliatutto. Questo semestre ci divideremo i premi in maniera penso più equilibrata.
- C'è un film che non hai ancora realizzato e che ti dispiace enormemente non aver portato a termine?
Sto lavorando a “Totò”, e le difficoltà sono nuove, difficili, ma stuzzicanti. Poi passerò a “Mind the gap”. Può bastare.
-Cosa conti di poter fare per Cinematik in questo momento?
Nulla di più di quello che faccio. E’ già molto, credetemi.
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