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12 Years a Slave
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12 Years a Slave, di Steve McQueen, 2013

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Mr.Noodles
view post Posted on 26/2/2014, 10:52




non l'ho visto...però se non sbaglio è siciliano 'sto regista. comunque vabè, un conto è essere onesti un altro essere scorretti. lo dicesse uno spettatore comune, non sortirebbe lo stesso effetto, ma che uno del mestiere si esprima in questi termini, senza nemmeno ammettere la fattura tutt'altro che scadente dell'opera, è un po' triste
 
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view post Posted on 26/2/2014, 10:59
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (emilgollum @ 26/2/2014, 10:37) 
che ignobile troiata atomica

che poi non significa niente.
 
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emilgollum
view post Posted on 26/2/2014, 11:11




CITAZIONE (Mr.Noodles @ 26/2/2014, 10:52) 
non l'ho visto...però se non sbaglio è siciliano 'sto regista. comunque vabè, un conto è essere onesti un altro essere scorretti. lo dicesse uno spettatore comune, non sortirebbe lo stesso effetto,

sì è lui. ;)

CITAZIONE
ma che uno del mestiere si esprima in questi termini, senza nemmeno ammettere la fattura tutt'altro che scadente dell'opera, è un po' triste

n.b. esatto.

Pap, significa che è il film più brutto dell'anno, secondo lui.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 27/2/2014, 12:13




mi è piaciuto.
 
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emilgollum
view post Posted on 27/2/2014, 12:29




CITAZIONE (Arcadia1983 @ 27/2/2014, 12:13) 
mi è piaciuto.

ma che è? Commento da facebook? :sick:
Ti avevo chiesto la recensione! :D
 
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view post Posted on 27/2/2014, 12:29
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Cinefilo Ad Honorem

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Oscar e schiavi perbene: il nuovo mondo di McQueen
di Paolo Baldini

Ci sono certi piccolissimi peccati che al cinema si possono/devono perdonare: 12 anni schiavo è l’U-turn, l’inversione a U, di Steve McQueen, un regista visionario capace di costruire ogni sequenza come un’installazione di video-art. La virata, rispetto a meravigliose bizzarrie come Hunger e Shame, sta nello stile: millimetrico, hollywoodiano, placidamente emotivo. Buoni e cattivi, il senso della libertà, tradimenti e orrori. Con la tradizionale coniugazione: le catene, le piantagioni del Sud, il soul, i pagliericci, l’abisso, il dolore e la rabbia, le frustate. Come in certi western che hanno lasciato pagine potenti al Grande Libro del Cinema, ma si sono limitati a scrivere sull’acqua delle conquiste ideali. Un colpo di spugna su esperimenti e manierismi. McQueen, con questa capriola, vincerà Oscar a catinelle e forse sarà guardato con meno diffidenza dai mandarini della Settima Arte. Lo merita: 1) perché mette sul piatto intuizioni formidabili, benché intermittenti, sul piano narrativo; 2) perché la scena dell’impiccagione, con quell’uomo nero che punta i piedi cercando di non morire mentre intorno a lui famigli e padroni fingono di nulla, è una porzione di cinema stellare; 3) perché anche l’interpretazione di Michael Fassbender, con quella declinazione sofferta di crudeltà, e la scoperta di un’attrice insolita come Lupita Nyong’o vanno nel bagaglio delle buone cose del film; e 4) perché, a dirla tutta, questa non è solo un’opera da bravo ragazzo, così politicamente corretta come potrebbe sembrare.

La storia del bravo musicista Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor), negli Stati Uniti tra il 1841 e il 1853, poco prima della guerra civile, ribalta schemi antichi per avvicinarsi al concetto moderno di immigrazione, subordinazione razziale e culturale. E l’impresa di McQueen vale anche di più se si considera che il film si muove nel perimetro della autobiografia di Northup che a metà dell’Ottocento denunciò i terribili segreti dello schiavismo. Solomon è un nero nato libero nello Stato di New York che viene rapito e venduto.

Nei 12 anni in cui diventa lo schiavo Platt nei campi di cotone della Louisiana ingaggia una dura lotta per la sopravvivenza. Platt stringe i denti per non perdere dignità e umanità. Cerca il riscatto personale contro la crudeltà di un mondo separazionista, torturatore, che si lava la coscienza accanendosi sui diversi, anche se nel finale sapremo che, tornato a casa in seguito all’incontro con un abolizionista canadese (Brad Pitt), diventerà attivista dei diritti civili. Solidarizza con gli altri sventurati, ma per uscire dall’incubo tenta strade alternative. Per McQueen contano l’affresco, il telaio morale, la forza espressiva. Ma 12 anni schiavo vince la sua battaglia sul frammento, sul particolare.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 27/2/2014, 12:39




CITAZIONE (emilgollum @ 27/2/2014, 12:29) 
CITAZIONE (Arcadia1983 @ 27/2/2014, 12:13) 
mi è piaciuto.

ma che è? Commento da facebook? :sick:
Ti avevo chiesto la recensione! :D

io su FB ho scritto così:

CITAZIONE
Non sono nessuno per dire qualcosa sul film di Steve McQueen, il quale si conferma (come se ce ne fosse bisogno) il miglior "giovane" regista di questi anni. Pur dirigendo, apparentemente (ci torno), una storia lontana da quello che è il suo cinema. Il rischio di rendere la terribile (perché vera, e dire che se me l'avessero raccontata anni fa avrei detto "ma cos'è un feuilleton o un film?"...) storia di Solomon Northup (magnifico Chiwetel Ejiofor, un attore-corpo di assoluta bellezza e potenza visiva) un viatico per le lacrime del pubblico era forte. Eppure McQueen ha raccontato tutto con il suo stile rigoroso, che non cede alla lacrima facile (a me è scappata nel finale, ma questa è un'altra storia). Sono quindi ridicole e senza fondamento le accuse che avevo letto nei giorni scorsi: che fosse, in fondo, un film furbo (e anche con trovate semplici di sceneggiatura). Invece è quanto di più sincero possiate trovare al cinema: sincero come già furono "Hunger" e "Shame" (e comunque Solomon è fratello di Bobby e Brandon). I film furbi li fanno altri, alcuni sono candidati al premio cinematografico USA più importanti (non li cito, se mi conoscete sapete a chi mi riferisco...). E' vero, forse le immagini non sono ritratte con la visionarietà (si dice?) che quei due capolavori avevano, ma vorrei anche ricordare che il grande Luis Bunuel girava in maniera semplice le sue storie (guardatevi "Belle du jour" e "Le charme discret de la bourgeoisie"). E tanto per citare un'altra mia passione: sfogliate "Watchmen" di Alan Moore&Dave Gibbons o "Una ballata del mare salato" di Hugo Pratt. Il primo ha 9 vignette rettangolari per tavola (e anche le più grandi altro non sono che multipli dello schema 3x3), il secondo 6, tutte orizzontali tranne una verticale. Eppure sono dei capolavori assoluti della letteratura disegnata. Quello che voglio dire è, insomma, che il contenitore non coincide col contenuto. Da notare anche che il regista (purtroppo stavolta solo tale) non cede al didascalismo, né nei rapporti tra i vari personaggi, né nella bellissima scena del dialogo tra Pitt e Fassbender (magnifico anche lui), un dialogo serratissimo in cui la questione "pro o contro" viene problematizzata e non viene data col cucchiaino al pubblico. Ci sarebbe molto da dire, e io non ho gli strumenti per farlo. Posso solo consigliarvi di correre al cinema.

e poi:

CITAZIONE
ah, sì: Lupita Nyong'o è bravissima e bellissima. La scena del sapone vale un Nobel, non un Oscar.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 27/2/2014, 13:02




CITAZIONE
Da notare anche che il regista (purtroppo stavolta solo tale) non cede al didascalismo, né nei rapporti tra i vari personaggi, né nella bellissima scena del dialogo tra Pitt e Fassbender (magnifico anche lui), un dialogo serratissimo in cui la questione "pro o contro" viene problematizzata e non viene data col cucchiaino al pubblico.

insomma, il dialogo "se domani fossi senza libertà come la prenderesti?" "ma è impossibile io sono bianco (...) i negri sono una mia proprietà e ci faccio quello che voglio" non mi sembrano proprio da premio Pulitzer. McQueen comunque non è un gran dialoghista nemmeno nei film precedenti che, difatti, hanno dialoghi molto basici e coincisi (tranne nel piano fisso di 17 minuti di "Hunger"). steso discorso sul didascalismo si può fare per il personaggio di Cumberbatch, il classico uomo giusto nel contesto sbagliato: non si capisce perché i suoi lavoratori tengano poi impiccato Solomon tutto il giorno, se poi il padron Ford arriva di gran carriera per liberarlo, manco fosse Rambo. di soluzioni molto convenzionali (tranquillamente definibili come "hollywoodiane") ce ne sono non poche. poi è un buon film? sì. però, utilizzando le tue parole, il "contenitore" dei film precedenti, oltre a coincidere col contenuto, lo rendeva molto più potente e sfaccettato.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 27/2/2014, 13:10




a me non è sembrato affatto didascalico: il didascalismo c'è quando a un dialogo come quello Fassbender-Pitt succede subito dopo una "cosa carina" (tanto per fare un esempio, mettiamo che io stia scrivendo la scena di una che vuole abortire, metto la scena di questa che va a farlo, però subito dopo metto che so una mamma con la bambina, tipo). questo ultimo caso è didascalismo. anche il personaggio di Cumberbatch non è affatto l'uomo giusto, visto che lo fa finire nelle mani di Epps.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 27/2/2014, 13:19




CITAZIONE (Arcadia1983 @ 27/2/2014, 13:10) 
a me non è sembrato affatto didascalico: il didascalismo c'è quando a un dialogo come quello Fassbender-Pitt succede subito dopo una "cosa carina" (tanto per fare un esempio, mettiamo che io stia scrivendo la scena di una che vuole abortire, metto la scena di questa che va a farlo, però subito dopo metto che so una mamma con la bambina, tipo).

non è la stessa cosa, questo è essere didascalici e ruffiani :P

CITAZIONE
il personaggio di Cumberbatch non è affatto l'uomo giusto, visto che lo fa finire nelle mani di Epps.

ma perché non può far altro che rigirarlo a Epps col quale si dice in debito. lui è l'unico che crede nelle sue qualità e che non lo maltratta, solo che essendo il contesto schiavista non si erge a difensore dei diritti dei neri...
 
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Arcadia1983
view post Posted on 27/2/2014, 13:52




CITAZIONE (Mr.Noodles @ 27/2/2014, 13:19) 
CITAZIONE
il personaggio di Cumberbatch non è affatto l'uomo giusto, visto che lo fa finire nelle mani di Epps.

ma perché non può far altro che rigirarlo a Epps col quale si dice in debito. lui è l'unico che crede nelle sue qualità e che non lo maltratta, solo che essendo il contesto schiavista non si erge a difensore dei diritti dei neri...

ed è una cosa realistica, non didascalica :rolleyes:

McQueen (e con questo rispondo anche all'altra frase) è quanto di più lontano dal didascalismo e dalla ruffianeria e dalla furberia che ci sia nel cinema attualmente: la verità pura e semplice è che per questo film ha avuto la fortuna di avere un cast di "stelle" e di essere candidato (meritatamente) agli Oscar, quindi tutti a fare gli "eh, ma..."
gli "eh, ma..." andassero a farli ad altri, tipo a David O. Russell e alla sua protetta.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 27/2/2014, 14:10




CITAZIONE (Arcadia1983 @ 27/2/2014, 13:52) 
CITAZIONE (Mr.Noodles @ 27/2/2014, 13:19) 
ma perché non può far altro che rigirarlo a Epps col quale si dice in debito. lui è l'unico che crede nelle sue qualità e che non lo maltratta, solo che essendo il contesto schiavista non si erge a difensore dei diritti dei neri...

ed è una cosa realistica, non didascalica :rolleyes:

andiamo per gradi: un dialogo è didascalico quando fornisce anche una spiegazione e un commento. in scena ci sono due personaggi che hanno idee politiche agli antipodi: uno è un latifondista e l'altro un modesto carpentiere (per altro non proprio sullo stesso piano sociale, ma facciamo finta sia realistico perché non mi interessa fare i chiodi su queste sciocchezze): espongono le loro idee antitetiche sul razzismo in maniera semplice e netta, senza sfumature (pro e contro, fine). lo spettatore è guidato a una lettura della situazione abominevole (quella espressa da Fassbender) contraddetta dall'egualitarismo del personaggio di Pitt (vicino alla sensibilità contemporanea): c'è anche un piano prossemico evidente, con Fassbender che si agita con gli occhi spiritati, mentre compassato e sicuro di sé rimane Pitt, forte della propria saggezza. poi oh, nessuno sta dicendo che è un brutto film, però non venirmi a dire che questo non è didascalismo* :D


* e rispondere che è "realista" non vuol dire niente perché, al di là dell'opinabilità sul realismo, non sono due caratteri che si escludono a vicenda
 
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Arcadia1983
view post Posted on 27/2/2014, 14:23




ti stavo rispondendo su Cumberbatch.
e, ripeto, quel dialogo non è minimamente didascalico, è semplicemente un modo per dimostrare due visioni del mondo, senza mettersi peraltro in cattedra (questo vuol dire essere didascalici).
ma tanto che parlo a fare.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 27/2/2014, 14:26




CITAZIONE (Arcadia1983 @ 27/2/2014, 14:23) 
ti stavo rispondendo su Cumberbatch.

pardon, ho fatto confusione con il quote
 
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Arcadia1983
view post Posted on 27/2/2014, 14:29




CITAZIONE (Mr.Noodles @ 27/2/2014, 14:10) 
* e rispondere che è "realista" non vuol dire niente perché, al di là dell'opinabilità sul realismo, non sono due caratteri che si escludono a vicenda

:rolleyes: :rolleyes:

grazie per la stima e il rispetto. vorranno pur non dire niente, ma almeno è una opinione e come tale va rispettata.
 
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76 replies since 16/7/2013, 08:33   658 views
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