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| Recensione bella e condivisibile alla quale c'è veramente poco da aggiungere, per quanto mi riguarda io vi ho letto (sia nel libro che nel film) la "caduta" dell'esempio nobile dell'autorità concepita come buona e "protettiva"... nel senso che è stato atroce scoprire che lo stesso Bucky, visto con fiducia e ammirazione da tutti come un "protettore" di quei bambini, alla fine ne è stato l'inconsapevole l'untore. Questo è ciò che Bucky non riuscirà mai più a perdonarsi. Tanto più, per questo, il finale che "cristallizza" nella memoria il Bucky idolo perfetto agli occhi dei suoi piccoli "protetti" rappresenta il modo in cui vogliamo ricordarlo: quella autorità di cui i suoi ragazzi tanto si fidavano e alla quale avrebbero voluto somigliare, quella scultorea perfezione (non a caso si cita il Discobolo, l'ideale greco della kalokagathia, dove andavano a braccetto bellezza e bontà d'animo) che è stata anch'essa terribilmente sfigurata dalla malattia. Pietà e ferocia, dice Asor Rosa. Concordo. E Clint ha avuto il merito di renderlo perfettamente nella sua trasposizione.
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