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SUPERMAX
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SUPERMAX, Dreaming Studios

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mastruccio
view post Posted on 1/3/2013, 15:27




CITAZIONE (Oren productions @ 1/3/2013, 14:00) 
(...) Hai pienamente ragione che il film mi ha fatto un ottima impressione, però bisogna anche riconoscere che comunque il film è un po' limitato dal suo stesso genere. A me hanno colpito molto il finale e l'interpretazione del piccolo Stockham. Il resto del film è scritto benissimo e coinvolge però diciamocelo, è una classica (classica, non banale) storia per famiglie.

Detta così mi pare che consideri i "classici" film per famiglie come cinema di "serie B". Ad avercene! Forse cambierai idea quando avrai una famiglia, e i tuoi figli saranno bombardati da messaggi violenti che passano come se nulla fosse dalla mattina alla sera in tv.
Pur rispettando il tuo punto di vista, vorrei chiederti: consideri SuperMax un film limitato perchè è per le famiglie, una commedia, con un po' di studio della psicologia dell'età evolutiva, scritto mettendo al centro il punto di vista del bambino, descrivendo in maniera adatta ad un pubblico infantile l'angoscia che vive Max (certo, per noi adulti sono inezie, ci mancherebbe) nel doversi arrendere all'idea di essere diverso dai suoi coetanei, la sua crescita psicologica anche attraverso i sogni ad occhi aperti, etc etc etc (perchè ce n'è di carne al fuoco)?
Io credo che una critica cinematografica non debba tenere in maggior conto il proprio gusto personale, ma deve prima di tutto valutare se il film ha un contenuto emozionale e se ha un certo livello qualitativo.
 
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Oren productions
view post Posted on 1/3/2013, 20:21




CITAZIONE
Detta così mi pare che consideri i "classici" film per famiglie come cinema di "serie B". Ad avercene! Forse cambierai idea quando avrai una famiglia, e i tuoi figli saranno bombardati da messaggi violenti che passano come se nulla fosse dalla mattina alla sera in tv.

Assolutamente no, non l'ho mai detto, per me non è un film di serie B. Non so più come dirti che io il film l'ho apprezzato. e il voto, ripeto, lo dimostra.

CITAZIONE
Pur rispettando il tuo punto di vista, vorrei chiederti: consideri SuperMax un film limitato perchè è per le famiglie, una commedia, con un po' di studio della psicologia dell'età evolutiva, scritto mettendo al centro il punto di vista del bambino, descrivendo in maniera adatta ad un pubblico infantile l'angoscia che vive Max (certo, per noi adulti sono inezie, ci mancherebbe) nel doversi arrendere all'idea di essere diverso dai suoi coetanei, la sua crescita psicologica anche attraverso i sogni ad occhi aperti, etc etc etc (perchè ce n'è di carne al fuoco)?

A parer mio, è un film che ha un suo limite oggettivo. Non puoi pretendere chissà quali scossoni a livello emozionale da una pellicola che in fin dei conti è una commedia. E poi, passa su terreni già abbastanza battuti in passato. Cioè, di film con bimbi in tenera età, perseguitati dai bulli e genitori problematici ne sono stati già fatti parecchi. e così che si assiste al solito padre che se ne sbatte della famiglia, una madre che cerca di tenere tutto insieme ed il protagonista che può essere introverso o con piccoli problemi di salute come in questo caso che fa fatica a relazionarsi con i suoi coetanei, soprattutto con i classici prepotenti.
Il punto è quello, tu hai il merito di aver preso un" format "stra abusato nel cinema e l'hai confezionato a tuo modo. Grazie alle tue indiscusse doti da narratore, hai fatto un ottimo lavoro, però mi ripeto, senza quel finale azzeccatissimo e veramente toccante, il tutto si sarebbe limitato ad una discreta prova senza lode ne infamia.
Questa è la mia opinione, ti assicuro che non ho tenuto conto dei miei gusti personali, anche perché questo genere di film a me piacciono. Mi sono semplicemente limitato a giudicare il film in base a ciò che ho visto e ne è venuto fuori un giudizio più che positivo.
 
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view post Posted on 2/3/2013, 01:14

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Eccomi qui, a recensire l'ultima fatica del nostro SuperMas, che dopo gli orrori della Variante si è voluto concedere un meritato affondo nel dolce sorriso di un bambino e della sua fantasia. Un progetto che mi ha interessato, incuriosito, e che ero curioso di vedere.

E non sono stato deluso sul fronte della commozione. Per quanto non mi piaccia ammetterlo, sono cresciuto a fiction Rai e cartoni Disney, e quindi certe corde della mia sensibilità restano molto potenti, quando sono toccate, anche se il film non è eccelso. Alla fine, stavo piangendo, e ho dovuto trattenermi perché ero in un'aula comune in un collegio della Scuola, non mi conveniva farmi vedere con i lucciconi.

Non sono stato deluso nemmeno sul fronte della fantasia: i pezzi fantastici con Max che si immagina Superboy sono tutti semplicemente fenomenali, con una poesia toccante e un'ironia leggera e divertente nei confronti dei classici film di supereroi (apertamente citato il Superman originale di Donner, da me mai visto), rielaborati secondo una logica infantile che è tutta uno spettacolo.

Dove il film un po' perde, è sul lato del mondo reale. Non solo nel senso che si è attivato quel fastidioso Grillo Parlante che, di fronte a film del genere, ricorda sempre a tutti noi che questo è solo un film, e nella vita, ahimé, le cose vanno ben altrimenti (questa è una reazione che ho con tutti i film di questo genere, Mas, non c'entra niente il tuo in particolare). Una simile constatazione avrebbe abbassato il voto, ma non l'avrebbe fatto scendere sotto l'8, da sola.
Però al film credo manchi qualcosa nel tratteggiare i genitori di Max. Quando ti ho mandato l'intervista, ad esempio, del padre di Max avevo avuto una descrizione più particolareggiata, che riporto:

CITAZIONE
BRYAN: classico esempio di chi ancora non si è liberato della sindrome di "Peter Pan". Per lui, incapace di assumersi le proprie responsabilità, la vita è solo lavoro (vende gabinetti e bidè, ma ha successo, e va bè, ci vuol poco, finchè tutti avremo ancora bisogno di cag...) e correre dietro alle donne, soprattutto se giovani e carine. Ma è innocuo, perchè lui ama ancora Nancy. E' solo il bisogno di sentirsi ancora giovane, malgrado gli anni aumentino anche per lui. Nancy lo sa, ed è per questo che lo ha già perdonato una volta.

Ora, io di tutto questo nel film non ho trovato molte tracce. Sì, vediamo il padre fare un po' lo scemo con la maestra, ma da qui a pensare a un'immaturità più congenita, sulla base del film, non è così immediato il passo. Lo capiamo dalla reazione della madre? Sì, certo, ma essendo così pochi gli episodi in cui il padre rivela i suoi difetti, non si sente subito che il problema è così grave. Forse un ulteriore approfondimento, qualche ulteriore prova d'immaturità anche fuori dall'ambito sessuale, avrebbe giovato a una figura abbastanza indistinta, che però è in pratica il cuore della parte "adulta" del film.

Inoltre, la Swinton come amica della Barrymore che sposa DeVito... ora, posso essere comprensivo della differenza d'età, ma ho fatto un po' fatica a crederci, sia alla Swinton in quel ruolo (lei, l'Algida per eccellenza), sia a DeVito anziano che ancora fa il galletto. Forse altre scelte di casting avrebbero giovato, anche perché sono entrambi un po' sprecati.

Unici difetti di un film per il resto intoccabile (anche se di Jeff "redento" io avrei fatto a meno, l'avrei lasciato nell'indistinto), con un protagonista magnifico, una bravissima Barrymore, una regia ispirata e una poesia toccante.

VOTO: 77/100.
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 2/3/2013, 15:16




sulla questione di Jeff, ti dico che a me se i bulli mi slogavano una caviglia il giorno dopo altro che scuse, mi dicevano "ecco, ora fa pendant!" e mi storcevano pure l'altra -_-
 
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mastruccio
view post Posted on 2/3/2013, 18:57




Ad Oren: Ho capito il tuo pensiero. Mi sta bene.
Forse avrei dovuto scrivere il film pensando che il pubblico reale siete voi di Ck, quindi già adulti. Ho fatto, invece, la scelta di scriverlo come lo avrebbe scritto uno sceneggiatore vero per il cinema vero, ovvero per un pubblico di bambini, accompagnati dai genitori. Continuo a ritenere di avere fatto la scelta giusta. Stiamo sempre a parlare di "fantacinema", e quindi io scrivo film più possibile somiglianti a veri film per il cinema, che potrebbero essere prodotti domani. Da quì i titoli di testa e di coda, che tra parentesi non si è cagato quasi nessuno, che servono ad introdurre immediatamente al clima e al genere di film e a concluderlo come se foste realmente al cinema, ed anche se per voi non sono così importanti, secondo me in un gioco di "fantacinema" sono un plus quasi necessario, così come la scelta di musiche appropriate e non canzoni, tale da far dire a tutti che sono proprio come una vera soundtrack, e meno male che ciò viene notato.

CITAZIONE (Francis Delane @ 2/3/2013, 01:14) 
Dove il film un po' perde, è sul lato del mondo reale. Non solo nel senso che si è attivato quel fastidioso Grillo Parlante che, di fronte a film del genere, ricorda sempre a tutti noi che questo è solo un film, e nella vita, ahimé, le cose vanno ben altrimenti (questa è una reazione che ho con tutti i film di questo genere, Mas, non c'entra niente il tuo in particolare). Una simile constatazione avrebbe abbassato il voto, ma non l'avrebbe fatto scendere sotto l'8, da sola.
Però al film credo manchi qualcosa nel tratteggiare i genitori di Max. Quando ti ho mandato l'intervista, ad esempio, del padre di Max avevo avuto una descrizione più particolareggiata, che riporto:

CITAZIONE
BRYAN: classico esempio di chi ancora non si è liberato della sindrome di "Peter Pan". Per lui, incapace di assumersi le proprie responsabilità, la vita è solo lavoro (vende gabinetti e bidè, ma ha successo, e va bè, ci vuol poco, finchè tutti avremo ancora bisogno di cag...) e correre dietro alle donne, soprattutto se giovani e carine. Ma è innocuo, perchè lui ama ancora Nancy. E' solo il bisogno di sentirsi ancora giovane, malgrado gli anni aumentino anche per lui. Nancy lo sa, ed è per questo che lo ha già perdonato una volta.

Ora, io di tutto questo nel film non ho trovato molte tracce. Sì, vediamo il padre fare un po' lo scemo con la maestra, ma da qui a pensare a un'immaturità più congenita, sulla base del film, non è così immediato il passo. Lo capiamo dalla reazione della madre? Sì, certo, ma essendo così pochi gli episodi in cui il padre rivela i suoi difetti, non si sente subito che il problema è così grave. Forse un ulteriore approfondimento, qualche ulteriore prova d'immaturità anche fuori dall'ambito sessuale, avrebbe giovato a una figura abbastanza indistinta, che però è in pratica il cuore della parte "adulta" del film.

A Francis: Il film, secondo te, perde sul lato del mondo reale, ma sappi che proprio la parte del mondo reale, quella del personaggio creato apposta da un producer di fumettiper far accettare l'uso dell'apparecchio acustico è l'unica parte del film che è successa realmente, in USA, e che mi ha dato lo spunto per scrivere il film.
Sul discorso del padre, potresti avere ragione. In effetti però non ho voluto calcare troppo la mano, perchè ho voluto che la storia fosse tutta dal punto di vista del bambino, con un linguaggio per bambini, e qualche parte per gli adulti che li accompagnano al cinema. Comunque tra le righe dei dialoghi, appare in tutta evidenza il carattere di Bryan, e addirittura in un momento assistiamo al capovolgimento dei ruoli, quando è Max a riprendere suo padre sulle parolacce che non si dicono e quando gli dice "fai il bravo papà". Mi è parso sufficiente, e mi sono fermato li.
Comunque, mi fa piacere che il film ti abbia così emozionato e ti sia piaciuto. Grazie per la buona recensione.
 
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Oren productions
view post Posted on 2/3/2013, 20:47




CITAZIONE
Ad Oren: Ho capito il tuo pensiero. Mi sta bene.
Forse avrei dovuto scrivere il film pensando che il pubblico reale siete voi di Ck, quindi già adulti. Ho fatto, invece, la scelta di scriverlo come lo avrebbe scritto uno sceneggiatore vero per il cinema vero, ovvero per un pubblico di bambini, accompagnati dai genitori. Continuo a ritenere di avere fatto la scelta giusta

Infatti, hai fatto la scelta giusta, sono d'accordo. SuperMax è un film che potrebbe uscire nelle sale reali ed avrebbe anche un gran successo.
Riguardo ai titoli di coda e di testa, hanno un buon effetto, però preferisco non tenerne conto nel giudizio finale, anche perché non tutti possiedono i requisiti e le capacita per realizzarli. alzare il voto per quelli non sarebbe giusto. comunque alla fine la sostanza sta nel film il resto è contorno.
 
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Clint1994
view post Posted on 4/3/2013, 21:50




SUPERMAX by Clint94

Forte del notevole successo ottenuto dai suoi primi due film, Mastruccio con questa sua terza opera cambia nuovamente genere, e dopo il thriller e il drammatico affronta una commedia per famiglie, affidandone la regia al veterano Chris Columbus. La storia, ispirata a un incredibile fatto di cronaca, è originale e ha per protagonista il piccolo Max, un bambino che incarna il tipico outsider, un po' timido e sognatore, che deve affrontare la prima cotta, i soprusi dei bulletti della sua scuola e soprattutto un problema per lui insormontabile: la necessità di indossare un apparecchio per l'udito. Come tutti i bambini della sua età, Max è terrorizzato all'idea di dover portare quest'apparecchio che lo rende diverso dagli altri e una probabile vittima delle prese in giro dei compagni; pertanto, si rifiuta ostinatamente di indossarlo, a rischio della sua stessa salute. In seguito a un brutto incidente, l'utilizzo dell'apparecchio diventa indispensabile per evitare la sordità; e per convincere il bambino, coloro che gli vogliono bene arriveranno a utilizzare un espediente incredibile. Come dichiarato da Mastruccio, che ha scritto questo film probabilmente in omaggio alla sua famiglia e ai suoi figli, “SuperMax” è un tipico prodotto per famiglie e come tale si presenta: ha infatti uno sviluppo e una cura per i particolari che lo rendono simile a molti film reali di questo genere. E come tale, ricorre a molte situazioni un po' stereotipate, che forse ormai hanno un po' stancato (mi riferisco in particolare alle figure dei bulletti), e punta tutto sull'ottimismo e sull'intensità del bel finale, che però non è arrivato a commuovermi o emozionarmi particolarmente. Trova poi il suo punto di forza nel personaggio principale e nella descrizione delle sue fantasie. Max è descritto come un tipico bambino di 7 anni, con tutte le caratteristiche che contraddistinguono i bambini di quest'età, e il ritratto che ne viene fuori è molto credibile. In particolare mi sono piaciute moltissimo le descrizioni dei suoi sogni e delle sue fantasie, che sono forse la cosa più bella e simpatica del film: la sua trasformazione in Superboy e gli scontri immaginari con il bulletto della scuola, trasformato in un supercattivo, per salvare la sua fidanzata, ossia la bambina di cui nella realtà è innamorato, sono veramente divertenti, delicati e credibili per come riescono a entrare nella mente di questo bambino. Sono credibilissimi anche i dialoghi tra Max e gli altri bambini, specialmente quelli con Tommy; l'unica cosa che ho trovato un po' fuori logo sono alcune esclamazioni di Max (tipo “Porcaccia la miseriaccia” o “Mannaggia”), anche perché sono tipicamente italiane, non americane. Oltre alla storia di Max, che deve superare i suoi problemi, nel film ci vengono presentati i suoi genitori, Nancy e Bryan, che sono in crisi a causa dell'immaturità di Bryan, il tipico giovane uomo che non vuole crescere, che non è ancora pronto a badare alla sua famiglia e che preferisce correre dietro alle donne. Ma Nancy è una donna forte e comprensiva, innamorata di suo marito e pronta a perdonarlo. L'evento determinante per entrambe le sotto-trame è l'incidente che subisce Max a scuola e che aggrava il suo problema di sordità: di fronte a una situazione così drammatica, Bryan deciderà finalmente di assumersi le sue responsabilità, il bulletto che vessava Max gli chiederà perdono, Sandy mostrerà il proprio affetto e lo stesso Max si convincerà a portare l'apparecchio per l'udito grazie all'intervento dell'inventore di Superboy, il suo supereroe preferito. Il finale è talmente incredibile (quale editore arriverebbe a creare una nuova serie a fumetti, con tutto ciò che comporta, solo per convincere un bambino a portare un apparecchio per l'udito?) che mi verrebbe da dire che non è realistico, ma se la storia è ispirata a un fatto reale non posso che rimanere sbalordito per questa vicenda.
Gli attori principali sono scelti bene: Benjamin Stockham è convincente nella parte di Max, così come Drew Barrymore nel ruolo di Nancy ed Ethan Hawke in quello di Bryan. Quest'ultimo in particolare è il personaggio che ho trovato meglio caratterizzato. Perfetto anche Danny DeVito, interprete di una parte piccola ma fondamentale, capace di farsi ricordare nonostante compaia solo in paio di scene. Mi lasciano più perplesso le scelte di Tilda Swinton e Maria Bello: se la prima in fondo ci può anche stare, la seconda è del tutto sprecata. Anche Alfred Molina e James Gandolfini meritavano forse più spazio.
Chris Columbus alla regia è perfetto, perché nella realtà è un maestro nel dirigere film di questo tipo.
In definitiva, “SuperMax” è un film meno ambizioso (e meno riuscito) delle due precedenti pellicole della Dreaming Studios: soffre di una storia un po' banale e tendente al buonismo (oltre al finale, penso alla “redenzione” di Jeff), con qualche stereotipo di troppo, ma descrive molto bene la figura di Max, il suo mondo, le sue fantasie e le sue paure. In questo senso, è un film sicuramente riuscito.

VOTO: 74
 
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mastruccio
view post Posted on 5/3/2013, 11:15




Grazie anche a Clint per la sua recensione. Avevo messo in conto, preventivamente, che il film, dedicato espressamente ad un pubblico in parte preponderante infantile, qui a Ck non avrebbe avuto lo stesso impatto dei miei due precedenti. Mi pare anche logico, dato che qui in giro, bambini di età scolare, a parte i miei figli (ai quali il film è dedicato), non ce ne sono :)

CITAZIONE (Clint1994 @ 4/3/2013, 21:50) 
Sono credibilissimi anche i dialoghi tra Max e gli altri bambini, specialmente quelli con Tommy; l'unica cosa che ho trovato un po' fuori logo sono alcune esclamazioni di Max (tipo “Porcaccia la miseriaccia” o “Mannaggia”), anche perché sono tipicamente italiane, non americane.

In pellicole di questo tipo, proprio in tutte, i dialoghi sono adattati al pubblico infantile di ogni paese. Quelle battute, quindi, sono scelte apposta. Così come le scritte che vediamo nel film, tutte in lingua italiana, così come sono in tutti i film reali, dove le parole che vediamo sullo schermo sono tradotte nella lingua del paese in cui avviene la proiezione. Proprio perchè destinata ad un pubblico infantile.
P.S. Infatti, ogni volta che devo fare una copia dei dvd per i miei pargoli, devo riuscire sempre a beccare il file giusto del film, fra i tanti, che ha le scritte in italiano. :)
 
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view post Posted on 6/3/2013, 00:47

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CITAZIONE
CITAZIONE (Francis Delane @ 2/3/2013, 01:14) 
Dove il film un po' perde, è sul lato del mondo reale. Non solo nel senso che si è attivato quel fastidioso Grillo Parlante che, di fronte a film del genere, ricorda sempre a tutti noi che questo è solo un film, e nella vita, ahimé, le cose vanno ben altrimenti (questa è una reazione che ho con tutti i film di questo genere, Mas, non c'entra niente il tuo in particolare). Una simile constatazione avrebbe abbassato il voto, ma non l'avrebbe fatto scendere sotto l'8, da sola.
Però al film credo manchi qualcosa nel tratteggiare i genitori di Max. Quando ti ho mandato l'intervista, ad esempio, del padre di Max avevo avuto una descrizione più particolareggiata, che riporto:

CITAZIONE
BRYAN: classico esempio di chi ancora non si è liberato della sindrome di "Peter Pan". Per lui, incapace di assumersi le proprie responsabilità, la vita è solo lavoro (vende gabinetti e bidè, ma ha successo, e va bè, ci vuol poco, finchè tutti avremo ancora bisogno di cag...) e correre dietro alle donne, soprattutto se giovani e carine. Ma è innocuo, perchè lui ama ancora Nancy. E' solo il bisogno di sentirsi ancora giovane, malgrado gli anni aumentino anche per lui. Nancy lo sa, ed è per questo che lo ha già perdonato una volta.

Ora, io di tutto questo nel film non ho trovato molte tracce. Sì, vediamo il padre fare un po' lo scemo con la maestra, ma da qui a pensare a un'immaturità più congenita, sulla base del film, non è così immediato il passo. Lo capiamo dalla reazione della madre? Sì, certo, ma essendo così pochi gli episodi in cui il padre rivela i suoi difetti, non si sente subito che il problema è così grave. Forse un ulteriore approfondimento, qualche ulteriore prova d'immaturità anche fuori dall'ambito sessuale, avrebbe giovato a una figura abbastanza indistinta, che però è in pratica il cuore della parte "adulta" del film.

A Francis: Il film, secondo te, perde sul lato del mondo reale, ma sappi che proprio la parte del mondo reale, quella del personaggio creato apposta da un producer di fumettiper far accettare l'uso dell'apparecchio acustico è l'unica parte del film che è successa realmente, in USA, e che mi ha dato lo spunto per scrivere il film.
Sul discorso del padre, potresti avere ragione. In effetti però non ho voluto calcare troppo la mano, perchè ho voluto che la storia fosse tutta dal punto di vista del bambino, con un linguaggio per bambini, e qualche parte per gli adulti che li accompagnano al cinema. Comunque tra le righe dei dialoghi, appare in tutta evidenza il carattere di Bryan, e addirittura in un momento assistiamo al capovolgimento dei ruoli, quando è Max a riprendere suo padre sulle parolacce che non si dicono e quando gli dice "fai il bravo papà". Mi è parso sufficiente, e mi sono fermato li.
Comunque, mi fa piacere che il film ti abbia così emozionato e ti sia piaciuto. Grazie per la buona recensione.

In realtà, le due cose erano collegate, visto che per me il mondo reale coincide sostanzialmente con i genitori. Se poi è accaduto davvero, sono contento, ma come ho detto, non sarebbe bastato quello da solo. Quanto al padre, capisco il tuo punto di vista e hai fatto bene, avrei giusto aggiunto qualche scena in più, ma quello che ti è venuto fuori dà comunque un'idea.
 
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mastruccio
view post Posted on 6/3/2013, 01:00




Ho trovato una pagina del Corriere della Sera che racconta il fatto accaduto in Usa.
http://www.corriere.it/salute/12_maggio_26...2a07cd5bc.shtml
 
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Nuno Vox
view post Posted on 28/3/2013, 15:09




Soggetto: Lo spunto è interessante anche se procedendo con la visione il ritmo tende a calare in vari punti, rendendo la storia un po' piatta e stereotipata, ma è un difetto abbastanza tipico in questo genere di film. Non va però dimenticato che è uno soggetto originale. 7-
Sceneggiatura: Ecco il vero punto forte di questo film. Mastruccio scrive davvero bene. L'avevamo notato nei suoi precedenti lavori e “Super Max” ce ne ha dato la conferma. Script di ottimo livello sia nelle descrizioni che nei dialoghi che innalza e non di poco la qualità di una storia, come detto, di per sé non originalissima. 8
Regia: Columbus è perfetto in un film che sembra proprio scritto per lui. 7,5
Cast: Forse un po' troppo altisonante come nomi, ma ben strutturato. Hawke e la Barrymore sugli scudi, con nota a parte per un gustoso Danny De Vito. Il bambino protagonista invece non mi ha convinto del tutto, questione di pelle. 7+
Locandina: Carina, anche se non memorabile. Io non avrei usato volti. 6,5
Musiche: Colonna sonora di ottimo livello e sempre appropriata al momento. Altro marchio di fabbrica al quale la Dreaming ci sta abituando. 7,5
Sito: Graficamente appropriato ed esaustivo nei contenuti. Buono il trailer. 7+
Voto complessivo: Mastruccio si da alla commedia dopo il bellissimo “La variante di Luneburg” e anche stavolta non delude. Pellicola sicuramente meno disturbante, affascinante e indimenticabile di “La variante di Luneburg” ma il terzo film uscito fa della Dreaming una delle migliori realtà del panorama cinematikino. Film come detto che soffre un po' dei limiti di questo tipo di film (meno ritmo, più riflessioni, strada tracciata sui canoni standard del genere) ma Mastruccio si conferma artista nel confezionare il prodotto. Sceneggiatura di ottimo livello che sa “oliare” a dovere anche le parti meno scorrevoli, cast all'altezza e parte “tecnica” (musiche, sito, locandina) nel complesso molto buona. 7,5
 
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Merlino*
view post Posted on 24/5/2013, 23:57




Lo spettatore addormentato

Potrei usare tante parole per descrivere questo film ma, per non ripetermi troppo, ho deciso di usarne solo tre: bello! bello! bello! Questa è una pellicola talmente perfetta che permette alla mente di tornare in contatto con il cuore e che, con la forza dei buoni sentimenti, costringe all'angolo anche la maggior parte di quei critici che, ormai incapaci di lasciarsi andare alla magica finzione della settima arte, entrano in sala con il solo scopo di trovare difetti e imperfezioni. Per questo non mi stupisce che una volta letto il copione così tanti nomi importanti abbiano accettato di apparire, seppur in ruoli secondari. Del resto il regista era una garanzia e la passione che traspare dalla recitazione di Danny De Vito la dice lunga sull'affiatamento che deve essersi creato sul set. Applausi a scena aperta per una sceneggiatura che pur rimanendo all'interno di schemi consolidati risulta accattivante e mai scontata. Che voto si da a una film come questo che ti ha emozionato, ti fatto trascorrere due ore col il cuore palpitante? Che ti ha reso partecipe reale di quelle immagini che su tanti altri schermi appaiono invece ammalianti ma distanti? Ecco, il critico di cui sopra sicuramente lo loderebbe relegandolo però a un bel film di un genere che dall'alto del suo seggio non giudica meritevole di essere considerato all'altezza delle grandi opere possibilmente mute, in bianco e nero o con sfondi di cartapesta; lo spettatore addormentato invece se ne frega e gli da un bel 9 perché è rimasto soddisfatto al 100% di aver comprato quel biglietto e di avere trascorso quelle due ore e passa nella penombra della sala, tra bambini a bocca semiaperta e genitori con il fazzoletto stretto in mano.
Anthony, 25 anni, Salem. (24 Maggio 2033)
 
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mastruccio
view post Posted on 25/5/2013, 09:43




Il film ti ha commosso? Sono commosso io per le bellissime parole che hai scritto. Grazie. Grazie. Grazie. :)
Fin dalla sua prima uscita mi aspettavo che non tutti avrebbero apprezzato SuperMax. Il film è scritto espressamente per le famiglie, quindi bambini e genitori. Capisco perciò i musi storti di qualche critico.
E' un fatto d'età, perchè chi è ancora in quell'altra fase della vita in cui non si è più bambino, ma non si è neppure adulto, e magari neanche genitore, non possiede quella speciale sensibilità che permette di farsi "ammaliare" da una storia così.
 
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emilgollum
view post Posted on 22/6/2013, 15:35




Quando leggo un film originale, tratto da un fatto di cronaca, mi viene in mente quanto potenziale abbia questo gioco, spesso arroccato più sugli adattamenti di romanzi o fumetti, rispetto al vero mettersi in gioco di fronte a un intero mondo da creare. Il film di Mastruccio non è altro che la vita della sua famiglia, dei suoi bambini, la sua esperienza da genitore messa in una sceneggiatura. Questo aspetto così viscerale per me rende il film più di quanto effettivamente poi la storia concede narrativamente. E' vero, è ancora sui soliti canovacci, ma in fondo il mondo dei bambini è quello, difficile che sia altro. Non so se Mastruccio ha visto "Anche libero va bene" (lì il protagonista era leggermente più grandicello), però ecco, i problemi che affliggevano il bambino erano gli stessi (emarginazione, bullismo ecc. ecc.). L'aspetto più carino è il sogno, l'escamotage di rivalsa nei confronti di quelli che lo disturbano quotidianamente. La sceneggiatura è scritta piuttosto bene (evita anche tu di scrivere sempre: "vediamo", "sentiamo", "capiamo" - non serve granché), anche i dialoghi sono efficaci, farei più attenzione a non calcare la mano sulle ripetizioni "verbali" (il papà chiama sempre il figlio: ragazzo e quello gli risponde: Max!), è un pò vecchio e stra-usato quel tipo di linguaggio.

In finale
Un bel film, mi sono anche divertito e spesso le cose leggere (con spunti di riflessione) sono quelle che rimangono più impresse, rispetto a film più seriori e criptici (parla uno che predilige la scrittura più artefatta).
 
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mastruccio
view post Posted on 22/6/2013, 23:24




Ringrazio anche Emil per la sua recensione.
Sono contento che ti sia piaciuto, ed è vero che ci ho messo dentro qualcosa anche dei miei figli, anche se la storia prende spunto da un vero fatto di cronaca sentito al telegiornale. Ovviamente è tutto romanzato, e ho cercato di ricalcare i stilemi dei film americani per famiglie con bimbi piccoli, stile Disney. Spero di essermi in quelache modo avvicinato.
Grazie per i consigli, cercherò in futuro di scrivere meno "sentiamo", "vediamo".
 
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46 replies since 23/2/2013, 00:07   1525 views
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