| A VOLTE RITORNO
Regia: Non sono mai stato un fan di Seth MacFarlane, nè dei suoi Griffin (e all'inizio li ho seguiti, quindi sto parlando a ragion veduta), nè di American Dad (puah). Il suo esordio cinematografico non l'ho visto ma non credo sia stato determinante nella scelta di Hermes; la sua partecipazione come conduttore agli Oscar, invece, il segno di quello che ho sempre pensato: il sistema tanto criticato (mai con vera sana cattiveria) alla fine l'ha inghiottito (o meglio, smascherato). Concordo con chi dice che la scelta di un regista per questo film era difficilissima (a maggior ragione visto l'ottimo risultato di tutto l'insieme), e ci stava la scelta di un esordiente cinematikino e di una voce politicamente (ma religiosamente?) scorretta, o se non altro fuori dal coro. Hermes ha dichiarato di non avere alternative, se non sbaglio, mentre ho letto i suggerimenti più disparati in sede di recensione, concordando solo forse con Francis che ha parlato di progetto perfetto per Terry Gilliam. Se questo è vero al 100% (e i cinematikini avrebbero sbrodolato), basta coi vecchi bacucchi, bolliti al cinema reale, e inflazionati in quello virtuale. ps: vedremo se come per Ben Affleck e il suo Argo, avremo il primo caso di vincitore di Ck Award come miglior film senza nemmeno la candidatura del regista (o è già accaduto?).
Sceneggiatura: La prima curiosità era di scoprire come scrive questo benedetto Hermes. E devo dire bene, molto descrittivo ma senza dilungarsi, giusto ritmo, dialoghi e situazioni spesso fulminanti e perfette (credo che il soggetto alla base ne raccolga i meriti, ma ho sempre detto che ci vuole bravura anche a scegliere i soggetti, ci torniamo dopo). E' vero che non è il suo esordio (per me è come se lo fosse, è il suo battesimo con me, se non altro), quindi qualche appuntino va fatto per pochi errori di punteggiatura o digitazione (arrivano quasi tutti dalla metà in poi, forse una revisione finale mancata?) e per la cosa fatta notare un po' da tutti, dei vari intercalare un po' stonati (se la storia è ambientata a New York, cosa c'entra che nella traduzione italiana anche del romanzo vi siano presenti degli accenti romaneschi? Anche se presenti poche volte, questi difetti andavano eliminati dallo sceneggiatore). Su tutto il resto, hai detto niente, praticamente nulla da dire. Tre (o anche quattro) parti nettamente distinte di film, un po' come i Vangeli, i libri della Bibbia o la stessa Via Crucis, scandiscono le tappe del percorso di JC (se nel libro era chiamato così, andava chiamato così, questa era una bella intuizione), che addirittura alla fine del talent (in cui si presenta come un mix tra Kurt Cobain e John Lennon) mi avevano fatto pensare che il film fosse finito ed esclamare: tutto qui? :-) La parte della "comune", mi ha fatto ripensare a Easy Rider (l'atmosfera hippy pervade tutta la pellicola dall'iniziale apparizione di Jimi Hendrix), a The Village e sin da subito anche ai fatti della setta di Charlie Manson (figura a questo punto da rivalutare?). Parte finale da brividi, con la coda a Washington un po' misteriosa ed enigmatica (o solo io non ho capito il senso dell'uomo con la valigetta?). ps: un "a parte" lo meritano le parolacce, che sono l'unico elemento ridanciano di una pellicola che per il resto della commedia ha ben poco. A meno che non la s'intenda nei canoni danteschi di narrazione che inizia male e finisce bene.
Soggetto: appena si era parlato del romanzo di John Niven sul forum mi ero adoperato per leggerlo e l'avevo persino annoverato in un mio file di possibili progetti futuri. L'ultima volta che è accaduto che un progetto che sulla carta mi ispirava è finito poi concretamente prodotto da qualcun'altro, vinse il Ck Award (Lo Spaventapasseri e il suo servitore), quindi Hermes faccia gli scongiuri. Per il resto nulla da dire, se non domandare a Hermes di spiegarci semmai per bene cosa ha tagliato, cosa ha "accorpato", cosa ha inventato/aggiunto/modificato di sana pianta e sua iniziativa. Secondo me, senza nulla togliere alla riuscita del prodotto finito, si potrebbero meglio spartire i meriti appunto tra la fonte e la sua trasposizione. ps: di ritorni di Gesù sulla terra ne abbiamo visti altri, al cinema: Joan Lui con Celentano è un mio must, mi chiedo cosa ne pensa Hermes se l'ha visto; mentre Dio su Cinematik s'era visto nel film della Fantasia, Bentornato Dio!, che a questo punto credo meriterebbe una tua riscoperta, per un confronto a 360° con un grande produttore del passato, uno stile produttivo e di scrittura che appartiene ormai a 10 anni fa, e con un tema che forse resta più sulla commedia generica rispetto al tuo, ma pure in grado di far riflettere su temi universali e attuali. E sono sicuro che per la regola "do ut des" il caro Davide Pezzi troverebbe il tempo di leggere il tuo e strapparsi qualche capello, probabilmente.
Cast: Ben assemblato nell'insieme, Leto (che peso indossare i panni di questo Gesù rockettaro, francescano, sboccato, senza tetto e televisivo allo stesso tempo) e la Rossum (forse Galifianikis) possono ambire a una nomination, ma forse solo l'attrice alla vittoria (dipenderà come sempre dalla concorrenza di categoria). Merita invece un discorso a parte Bridges, che con poche ma indimenticabili scene segna il film e soprattutto si lascia immaginare nel ruolo (facendoci sperare quasi che il film sia reale) come quasi mai nessuno prima. Sarà dura battere Dio, ai Ck Awards. Si accontenterà di essere l'attore non protagonista? ;-)
Locandina: Non mi fa impazzire. Ma devo riprendere un po' di confidenza con le tendenze grafiche reali e virtuali degli ultimi anni.
Musica: La cosa più importante è che è riuscita a essere contingente e complementare al film. Una bella cavalcata nella musica USA dagli anni '60 in poi, con qualche scelta indipendente (i Pavement, la migliore).
Sito: assente, non è un demerito, ma ricordiamoci che poi curiosità di lavorazione e quant'altro si possono sempre aggiungere sul forum (è un modo spesso anche curioso e attinente alla critica per addentrarsi nella lavorazione dietro le quinte di un film).
Voto complessivo: 7,5. Chi mi conosce lo sa che non vado oltre l'8, il 9 e il 10 si danno ai film perfetti o che resistono al tempo, ma se per fine semestre me la sentirò di riaggiustarlo verso l'alto, lo segnalerò senz'altro nel topic e nella firma. Sia di grande soddisfazione per Hermes sapere che la sera che l'ho finito di leggere l'ho raccontato a mia moglie. Pochi film meritano di avere la sua attenzione (lei che mi considera un pazzo per essere tornato a ronzarvi attorno). Al sondaggio, altrettanto onestamente devo ammettere, ho smollato un 7. I mezzi voti, lo dico per tutta la critica cinematikina, se sono verso l'alto vanno tramutati direttamente in un mezzo voto in più, altrimenti inutile falsare sondaggi, medie e speranze dei cinematikini (ma voi lo sapete bene).
|