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Diamond Dogs - Parte I
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Diamond Dogs - Parte I, Chimera Films

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view post Posted on 30/1/2013, 18:24
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Recensione di freddy_k

Ed eccomi anch'io a commentare il primo (mezzo) film del nuovo semestre. Ed è un bel film, anche se non posso lasciarmi andare a lodi sperticate, visto che alla fine lascia parecchi punti in sospeso che verranno tutti chiariti (spero) nella seconda parte (a proposito, quando uscirà?).
Il film narra l'infanzia e l'adolescenza di Christmas (chiamato così per un errore dell'anagrafe, un po' come il Vito Corleone del Padrino), ragazzino figlio di un'italiana ma che si sente americano, e di Ruth, ricca ragazzina ebrea. I due avranno il loro primo incontro in circostanze parecchio drammatiche, con lui che soccorre lei dopo un brutale stupro, e continueranno poi a vedersi periodicamente, pur senza allacciare mai una vera e propria relazione. Nel frattempo Christmas, assieme all'amico Santo, ha fondato i Diamond Dogs, una (molto) piccola gang di quartiere, con l'intenzione di diventare ricco in fretta e permettere così alla madre di non lavorare più (è una prostituta). Ma cambierà idea quando avrà un assaggio del vero mondo dei gangsters, con l'esecuzione di un ragazzino ferito durante una "missione".
Attorno ai due protagonisti ruotano altri due personaggi molto importanti: il primo è Bill, lo stupratore (e successivamente persecutore) di Ruth, psicopatico da manuale che si renderà colpevole di parecchie altre nefandezze, compresa l'uccisione dei propri genitori; il secondo è Saul, il nonno di Ruth (un sempre ottimo Harvey Keitel): uomo sì molto ricco, ma con l'aria del "self-made-man" che si è costruito da solo la propria ricchezza. Non a caso è il personaggio più umano di quella famiglia: è l'unico a comprendere, pur non approvandola appieno, l'amicizia tra Christmas e sua nipote, a differenza del figlio e della nuora, cresciuti nella bambagia e quindi insopportabili snob, che considerano quell'amicizia come il capriccio di una ragazzina. E non a caso è dopo la sua morte che il figlio decide di lasciare New York, mollando tutto ciò che lui ha costruito.
Sceneggiatura ottima come sempre, ben scritta e lineare, a parte qualche piccolo errore qui e là (articolo maschile associato a nome femminile quello più evidente) che però non influisce sul risultato complessivo, e le scene sono descritte in maniera molto vivida e realistica (soprattutto lo stupro... mamma mia!). Tornatore azzeccatissimo alla regia, direi che questo è il film perfetto per lui, considerando alcuni suoi lavori precedenti. Cast composto da parecchi attori molti dei quali, purtroppo, a me sconosciuti, come gli interpreti dei giovani protagonisti, che però se la cavano abbastanza bene. Di Keitel ho già detto, Sprayberry riesce a farsi odiare al punto giusto. Duchovny e la Bonham-Carter un po' in ombra ma, come qualcuno ha già detto, potrebbero avere maggior spazio nella seconda parte, quindi sospendo il giudizio. Musiche molto belle e molto "morriconiane", si vede che il figlio ha seguito le orme del padre. Sito essenziale ma ben fatto, locandina molto bella.

Voto: 7.5 (7 al sondaggio)

E ora aspetto con ansia la seconda parte, dal momento che il finale della prima ha aperto molti interessanti scenari (su tutti, la partenza di Ruth per Los Angeles e il contemporaneo arrivo di Bill nella stessa città).
 
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Andrew.
view post Posted on 6/2/2013, 14:47




Ringrazio anche Freddy al quale non ho nulla da ribattere.

E gli altri dove sono? Dai, che è passato più di un mese e ancora molti dovete leggerlo! (poi non lamentatevi se a fine semestre non riuscite a mettervi in pari se non riuscite nemmeno a leggere un film in un mese :P).
 
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mastruccio
view post Posted on 7/2/2013, 13:44




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Annunciato come il "film della vita", attendevo con particolare interesse l'uscita dell'ultimo film di Andrew, "Diamond Dogs", diretto da Giuseppe Tornatore, regista tra i miei preferiti, e a cui, come sogno personale, desidererei essere paragonato.
Parto col dire che il film non ha deluso le mie aspettative, e anticipo qundi che il mio voto è complessivamente positivo, pur con qualche piccola criticità che approfondirò in seguito.

La storia narrata nell'omonimo romanzo di Luca Di Fulvio è molto bella, ricca di spunti e con una forza potenzialmente esplosiva, e il nostro Andrew riesce a trasmetterci correttamente le atmosfere della New York dei primi del '900, delle miserie della comunità italiana di Little Italy, della violenza e dell'arroganza della mafia che tutto controlla e tutto governa fra quella gente, arrivando a diventare un mito per i ragazzini in lotta per farsi avanti nella vita. Non sfugge a questa "legge" il piccolo Christmas, in realtà Natale, ma diventato tale al momento della registrazione ad Ellis Island. Il problema è che lui non appartiene ancora a nessuna banda, e quindi decide di inventarsene una, coinvolgendo il suo amico Santo. L'innocenza dell'età, pur in un contesto tanto degradato (la madre si prostituisce), fanno della "Diamond Dogs" una banda anomala, dedita a "missioni" assolutamente fantasiose e simpatiche (proteggere un cane randaggio, ad esempio), o ad aiutare e salvare chi ha bisogno di aiuto, come la piccola Ruth, che è rimasta vittima di una brutale violenza sessuale ad opera di un balordo di nome Bill, violento e certamente squilibrato mentale, che arriva ad uccidere ferocemente i suoi genitori .

Lo spunto narrativo, quindi, è davvero originale, perchè assistiamo a comportamenti e adesione a codici e atteggiamenti tipici di un certo stereotipo mafioso calati in un contesto in cui la fanciullezza e gli ideali ancora innocenti di un certo tipo di "eroismo buono" prevalgono sulla cruda realtà. Ancora per poco, però, perchè una volta più cresciutelli, i componenti della banda dovranno fare i conti con il vero crimine, l'uccisione a sangue freddo di un loro coetaneo, rimasto ferito durante una missione che pareva essere banale (il taglio delle gomme di un auto), ed invece diventa l'esperienza che determina la fine della fanciullezza di Christmas.

In questa linea narrativa si inserisce la trama parallela che vede il tenero e, a tratti commovente, amore che vediamo nascere e crescere tra Christmas e Ruth. Amore non ostacolato, pur tra le enormi diversità di ceto e ambiente tra i due, dal nonno di Ruth, interpretato ottimamente dal sempre verde Harvey Keitel, ma che verrà invece osteggiato dai suoi genitori, una volta morto quest'ultimo. La decisone di trasferirsi a Los angeles sembra far mettere una pietra tombale sulla relazione, ma così non è. Christmas promette di ritrovarla, e Ruth compie la scelta che la rende finalmente adulta, di opposizione totale alla volontà genitoriale di dimenticare il suo amato, scelta che si manifesta con il taglio dei capelli.
Il primo capitolo del film termina quì, con un inquietante prologo che vede Bill, ancora ossessionato da Ruth, arrivare ai piedi della collina di Hollywood.

Mi sento di approvare la scelta di Andrew di suddividere la pellicola in due capitoli, anche se questo comporta inevitabilmente la sospensione del giudizio su diverse tematiche e personaggi che qui non sono pienamente sviluppati. La dichiarazione che le ambizioni di vittoria al Contest sono rimandate al secondo capitolo del film, mi fanno presagire che vedremo un film molto più completo e pregno di drammaticità, con maggiore sfaccettatura dei personaggi quì invece in secondo piano. Penso, ad esempio, alla madre di Christmas, un'ottima Marisa Tomei che in verità è apparsa un po' sprecata, e soprattutto ai genitori di Ruth, interpretati da David Duchovny e Helena Bohnam Carter.
Gli attori scelti per i ruoli dei due protagonisti, Christmas e Ruth, sono adeguati. Non abbiamo primi nomi, e condivido la scelta, anche per adesione alle scelte di cast che nella realtà compie Giuseppe Tornatore. Mi ha leggermente spiazzato, all'inizio del film, l'inconguenza circa l'età anagrafica di Ruth, prima dichiarata a 10 anni e confermata dalla fotografia della bambina che la interpreta, e poi fatta diventare tredicenne (più coerente al carattere e all'esperienza che vive il personaggio) dal nonno. Se in realtà è tredicenne, allora l'attrice scelta non credo sia adeguata perchè in effetti troppo bambina. Attendo quindi un chiarimento al mio dubbio. Giusto, invece, il volto del ragazzino che interpreta Christmas da bambino. Nulla da dire, invece, sui ragazzi scelti per i due personaggi da adolescenti, che mi sembrano perfetti. Addirittura ne vediamo la rassomiglianza, che diventa incredibile nel caso dei due attori che interpretano nelle due diverse età il personaggio di Santo.

Sulla scelta di affidare la regia a Tornatore, al posto di Clint Eastwood, mi sento di condividere appieno le opinioni di tutti i colleghi. Questa è una storia che meglio si addice al nostro conterraneo, ed inoltre risultano pressocchè ovvi gli accostamenti di atmosfere e ritmi narrativi di questo film con "Nuovo cinema Paradiso", "C'era una volta in America" (sappiamo tutti che Tornatore è "seguace" di Leone), ed anche, per la scena iniziale, a "La legenda del pianista sull'oceano".
Ed in realtà, devo ammettere, mi sarei aspettato, da parte di Andrew, ancor più fedele adesione al timbro registico di Tornatore, laddove sarebbe stato bello e gratificante (certamente anche per se stesso) vedere descritti certi movimenti di macchina e ricercati tagli di inquadratura che rendono subito riconoscibile il cinema del regista bagherese. Di ciò, purtroppo, in "Diamond Dogds" non c'è alcuna traccia. Mi auguro che nel prossimo capitolo Andrew possa "regalarci" questi particolari tecnici, anche perchè ne ha ampiamente i mezzi e le capacità, come dimostrato dai numerosi premi alla regia nei vari recenti Contest ed Awards.

La colonna sonora affidata ad Andrea Morricone è molto bella, ricca di atmosfera, e ricalca fedelmente la musica del padre Ennio. Quindi la promuovo convintamente. L'unico dubbio mi viene dalla traccia scelta per la scena della violenza sessuale su Ruth. Mi è sembrata più d'atmosfera sentimentale, poco adatta quindi alla drammaticità delle immagini. Altra piccola annotazione: il brano "Viaggio", tratto dalla colonna sonora di "Stanno tutti bene", è di Ennio e non di Andrea. Ed ora che ci penso, per la drammatica scena a cui è accompagnata, probabilmente non è adattissima, ma è un parere personale che non inficia la bontà della soundtrack.

Il sito è semplice semplice, e la locandina ricalca fedelmente la copertina del libro. Troppo poco per il fatto che sono di Andrew, di cui abbiamo visto ben altro. Per esempio, ho visto in anteprima la locandina del suo "To the Moon", su FB, e gli ho già pronosticato la vittoria nella relativa categoria al prossimo contest.

Andiamo alla conclusione. Come ho detto all'inizio, questo film mi ha complessivamente soddisfatto. E' scritto con la solita scorrevolezza e ottima esperta mano, e non disturbano affatto quei pochi errori e refusi riscontrati. Probabilmente se Andrew avesse presentato il film per intero, la cosa non sarebbe stata un gran problema, anzi forse avrebbe già guadagnato l'ambita statuetta sei mesi in anticipo. Non è che lo ha "spaventato" l'esito del film di Sacha? In ogni caso, Andrew è riuscito lo stesso a scrivere un film che, anche se sospeso, riesce a concludere esaurientemente alcuni percorsi (ad esempio, la storia di Santo), e ad aprirne altri in prospettiva futura. A questo punto non vediamo l'ora che esca anche "Diamond Dogs - part II".
VOTO: 76/100
Non è un otto pieno per il fatto che mi sarei aspettato qualcosa in più dal punto di vista registico. Proprio perchè è un film di Andrew.
 
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Andrew.
view post Posted on 10/2/2013, 15:48




CITAZIONE
Ed in realtà, devo ammettere, mi sarei aspettato, da parte di Andrew, ancor più fedele adesione al timbro registico di Tornatore, laddove sarebbe stato bello e gratificante (certamente anche per se stesso) vedere descritti certi movimenti di macchina e ricercati tagli di inquadratura che rendono subito riconoscibile il cinema del regista bagherese. Di ciò, purtroppo, in "Diamond Dogds" non c'è alcuna traccia. Mi auguro che nel prossimo capitolo Andrew possa "regalarci" questi particolari tecnici, anche perchè ne ha ampiamente i mezzi e le capacità, come dimostrato dai numerosi premi alla regia nei vari recenti Contest ed Awards.

Non vorrei risultare troppo modesto, ma in realtà nei miei film non ho mai inserito movimenti di macchina o tecnicismi che facessero pensare a quel regista (tranne in casi particolari, vedi certe inquadrature di Tarantino). Non l'ho mai fatto sia per scelta, sia per mancanza di conoscenza dell'argomento, ma anche perchè mi manca quell'occhio in grado di analizzare le inquadrature dei vari film e quindi di riproporle.
Quando scelgo un regista quindi mi affido quasi unicamente al genere del film, ai dialoghi, ai personaggi e alla trama per dire chi può andare bene e chi no.
CITAZIONE
Mi ha leggermente spiazzato, all'inizio del film, l'inconguenza circa l'età anagrafica di Ruth, prima dichiarata a 10 anni e confermata dalla fotografia della bambina che la interpreta, e poi fatta diventare tredicenne (più coerente al carattere e all'esperienza che vive il personaggio) dal nonno. Se in realtà è tredicenne, allora l'attrice scelta non credo sia adeguata perchè in effetti troppo bambina. Attendo quindi un chiarimento al mio dubbio.

L'attrice oggi ha 14 anni (che è l'età che ha il personaggio, all'incirca), evidentemente la foto era stata scattata qualche anno primo e non ne avevo trovate di più recenti :)


Grazie anche a te per i complimenti e spero di non deludere le aspettative della seconda parte.
 
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SaschaGranato
view post Posted on 11/2/2013, 18:58




Attendevo questo film con grande curiosità, spinto anche dal nome di Eastwood alla regia. In fin dei conti la sostituzione con Tornatore credo fosse la scelta più ragionevole.
Andrew confeziona un prodotto maturo ed elegante, proponendoci la sua miglior sceneggiatura; perfetta nello stile e nella narrazione. Il ritmo incalzante, offre un intrattenimento davvero piacevole senza cadere mai in attimi di noia. L'unica nota che mi sento di evidenziare è la totale assenza di sequenze davvero memorabili. Il film rimane su una costante di buonissimi livelli, ma la sensazione è quella che manchi qualcosa che lo renda davvero unico. L'aggravante è la divisione in due atti dell'opera. Quando la storia inizia a prendere il volo, il film si conclude lasciando un senso d'insoddisfazione.
Avrei preferito leggere il film nella sua interezza, per evitare di porre due giudizi troppo distinti per un film che avrebbe avuto tutte le carte in regola per essere pubblicato in un solo atto.
La regia di Tornatore l'ho trovata un po' insipida;poche note tecniche e pochissimi movimenti di macchina che avrebbero migliorato la qualità visiva del film. Ma questo fa parte dello stile asciutto di Andrew. Uno stile raffinato e in costante miglioramento.
Inutile parlare della bellissima colonna sonora composta da Moriccone, mentre avrei preferito un sito graficamente più curato.
Detto questo; prima di esprimere un giudizio definitivo sul film voglio attendere il secondo atto. Per il momento il giudizio e molto positivo. Un consiglio, non farlo uscire troppo tardi.
 
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Andrew.
view post Posted on 11/2/2013, 20:24




Rispondo a Sascha e a chi diceva che avrei potuto fare un film unico: questa prima parte è di circa 2 ore, la seconda sarà probabilmente anche più lunga, quindi fare un film di 4 ore e passa sarebbe stato un gesto scellerato :)

Grazie per la recensione inaspettata :)
 
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Clint1994
view post Posted on 14/2/2013, 20:01




DIAMOND DOGS – PARTE I by Clint94

“Diamond Dogs” era uno dei film più attesi di questo nuovo semestre, sia per l'originalità della storia sia per le parole del suo autore, che ne aveva sempre parlato come della propria bestia nera, del progetto a lungo pensato e finalmente realizzato. Per ora dobbiamo accontentarci della prima parte, che per quanto ancora incompleta gode comunque di una certa autonomia, nel senso che segna la conclusione di una parte della vita dei protagonisti e lascia spazio all'inizio della seconda. Il finale quindi non lascia poi così tanto l'amaro in bocca, anche se ovviamente siamo tutti curiosi di vedere come proseguirà la storia; in particolare, io attendo con ansia il primo faccia a faccia tra Christmas e Bill. L'esperimento della divisione in due parti mi sembra nel complesso riuscito, anche se bisognerà vedere la seconda per poterlo affermare con certezza. Parlando della storia in sé, non sapevo bene cosa aspettarmi, anche se forse leggendo la trama me l'ero immaginata più “immaginifica”, mentre di fatto è molto legata alla realtà e in questo senso forse è un po' meno originale di quello che pensavo. Ciò non toglie che sia una bella storia, piena di bei personaggi e situazioni interessanti. Lo script è molto sintetico, non si dilunga in grandi descrizioni ed è molto scorrevole, tanto che si legge in tempi abbastanza brevi anche se non è cortissimo. L'inizio, con la voce fuori campo che introduce la storia e l'arrivo di Cetta e il suo neonato a New York, è molto bello. La storia segue poi l'infanzia e l'adolescenza di Christmas: dapprima emarginato dalle altre bande, il ragazzino riuscirà a crearne una propria, anche se formata solo da lui e dal suo amico Santo; e la svolta nella sua vita arriverà quando salverà la vita alla giovanissima Ruth, vittima di una brutale aggressione. È l'inizio di una tormentata (e ancora incompiuta) storia d'amore, ma anche dell'ascesa di Christmas, che grazie alla conoscenza degli Isaacson, la ricca famiglia ebrea a cui appartiene Ruth, comincia a farsi un nome. Ma anche Bill, il giovane e squilibrato aggressore di Ruth, non si è dimenticato della ragazza ed è pronto a rifarsi vivo con lei. Spesso nei film di questo genere la parte che ripercorre l'infanzia dei protagonisti è quella più bella, ma in “Diamond Dogs” ho preferito la seconda parte. L'inizio è molto rapido e porta subito lo spettatore all'interno di questo mondo e di questa storia. Assistiamo così alla nascita dei Diamond Dogs, alla violenza subita da Ruth da parte di Bill e all'incontro tra Christmas e la ragazza. Nella seconda parte c'è più spazio per il rapporto tra Christmas e Ruth, per l'amicizia tra Christmas e Santo e per la presa di coscienza di Christmas della crudezza del mondo che gli sta intorno. In parallelo assistiamo al percorso di progressiva caduta negli abissi di Bill, che dopo la violenza commessa ai danni di Ruth arriva ad uccidere i suoi genitori e a cambiare identità; ma nonostante gli anni passati, la sua follia sembra aumentare e il rancore ossessivo nei confronti della ragazza si ripresenta. Ecco, forse è poco giustificata questa ossessione che prova nei confronti di Ruth: si intuisce che la detesta per la sua famiglia agiata e per il fatto che è ebrea, ma penso che fosse meglio inserire qualche scena in più all'inizio, mentre lavora nella villa degli Isaacson e osserva la ragazza. Così com'è nel film, sembra che la violenza commessa su Ruth sia un gesto gratuito compiuto sull'onda di un odio momentaneo e non sembra che Bill sia così ossessionato dalla ragazza da giustificare il fatto che torna a scriverle e minacciarla dopo molti anni (infatti mi sono sorpreso quando questo avviene); se ci fossero state più scene in cui lui la spiava o qualcosa del genere, quest'ossessione sarebbe stata resa meglio. A parte questo, Bill è un personaggio molto riuscito ed è forse quello che mi ha colpito di più all'interno del film: sono resi molto bene il suo malessere generale dovuto alle condizioni di miseria in cui vive e il suo odio per chi sta meglio di lui, e le sue esplosioni di ferocia sono agghiaccianti. Un bel “cattivo” insomma, la cui ferocia è comunque spiegata dalle terribili condizioni in cui è cresciuto. Per quanto riguarda gli altri, Christmas è un bel protagonista, coraggioso e tenace, ambizioso e intraprendente (forse anche troppo, nella parte in cui è bambino), ma dotato anche di grande sensibilità (vedi il suo rapporto d'amicizia con Santo, altro personaggio ben descritto) e anche Ruth è ben caratterizzata: è lei la protagonista delle due scene emotivamente più forti del film, quella dello stupro con il taglio del dito e quella, alla fine, in cui trova la forza di ribellarsi ai genitori nel treno. Non mancano dunque le scene di forte impatto (oltre a quelle già citate, penso alla morte fuori campo del ragazzino ferito, o al finale nella stazione). Tra le figure secondarie, mi è piaciuta molto quella del macellaio Pepper: le sue conversazioni con Christmas sintetizzano benissimo l'evoluzione del personaggio di Christmas con il passare degli anni. Ottimo anche Harvey Keitel, nella parte del vecchio leone Saul Isaacson. Deludente invece Marisa Tomei, che avrei voluto vedere di più in scena. Sprecata Helena Bonham Carter, che poteva benissimo essere sostituita con un'attrice di minor fama, vista anche la mono-dimensionalità del suo personaggio. I ragazzi protagonisti sono scelti abbastanza bene, ma c'è una svista clamorosa: Dylan Sprayberry è nato nel 1998 e ha quindi solo 14 o 15 anni, età assolutamente inadatta per il personaggio di Bill. Personalmente avrei sostituito anche Anna Popplewell, che è abbastanza più grande di Cameron Monaghan, mentre dovrebbero essere coetanei; ma in questo caso si può soprassedere.
Le musiche sono molto belle (c'è anche un pezzo suonato dal vivo durante il concerto all'Arena di Verona tenutosi a settembre dell'anno scorso, al quale ho assistito): in particolare è molto bella la scena finale alla stazione, abbinata al brano di Andrea Morricone.
Giuseppe Tornatore alla regia è la scelta migliore, alla fine. Lo script non regala particolari virtuosismi e non esalta molto il suo lavoro, ma se pensiamo ai temi e in generale alla storia raccontata, credo che la sostituzione di Eastwood con Tornatore sia stata giustissima.
In definitiva, “Diamond Dogs” è un film ancora difficile da giudicare dal momento che la storia continua nella seconda parte, ma che per ora riesce a soddisfare pienamente il lettore (pur senza esaltarlo troppo). Ci sono bei personaggi e diverse scene di forte impatto, anche se credo che il meglio della storia debba ancora arrivare. La curiosità per vedere come proseguirà c'è ed è tanta, e in questo senso l'operazione è riuscita.

VOTO: 75

Edited by Clint1994 - 22/2/2013, 11:55
 
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Andrew.
view post Posted on 14/2/2013, 20:35




CITAZIONE (Clint1994 @ 14/2/2013, 20:01) 
Ecco, forse è poco giustificata questa ossessione che prova nei confronti di Ruth: si intuisce che la detesta per la sua famiglia agiata e per il fatto che è ebrea, ma penso che fosse meglio inserire qualche scena in più all'inizio, mentre lavora nella villa degli Isaacson e osserva la ragazza. Così com'è nel film, sembra che la violenza commessa su Ruth sia un gesto gratuito compiuto sull'onda di un odio momentaneo e non sembra che Bill sia così ossessionato dalla ragazza da giustificare il fatto che torna a scriverle e minacciarla dopo molti anni (infatti mi sono sorpreso quando questo avviene); se ci fossero state più scene in cui lui la spiava o qualcosa del genere, quest'ossessione sarebbe stata resa meglio.

Obbiezione legittima. In realtà Bill è ossessionato da lei perchè a causa di quell'omicidio (probabilmente il primo della sua "carriera" da serial killer") ha passato un limite che prima non aveva varcato, è diventato un ricercato ed è stato costretto a cambiare identità e a nascondersi.
Nello script ci sono gli elementi che spiegano questa situazione (lui che guarda la foto nel giornale dove è ricercato) ma effettivamente avrei potuto indugiare maggiormente su questo aspetto.

CITAZIONE
Deludente invece Marisa Tomei, che avrei voluto vedere di più in scena. Sprecata Helena Bonham Carter, che poteva benissimo essere sostituita con un'attrice di minor fama, vista anche la mono-dimensionalità del suo personaggio.

Su Marisa Tomei, è semplicemente una madre che cerca di allevare il proprio figlio. Mi dispiace non averla potuta ampliare perchè nel libro anche lei aveva una sua sottotrama molto bella, ma l'ho dovuta sacrificare altrimenti si sarebbero aperte troppe strade che avrebbero allungato a dismisura il film. Purtroppo non tutti i personaggi possono avere uno spazio ampio, che è riservato ai protagonisti (ad esempio anche il padrone di casa, Sal, anche lui era un personaggio bellissimo, ma ho dovuto tagliarlo per forza di cose, come tanti altri).
La Carter avrà un ruolo più ampio nella seconda parte, ma anche lei rimarrà comunque in secondo piano (e non è che l'attrice nella realtà abbia sempre avuto ruoli da protagonista eh).



CITAZIONE
I ragazzi protagonisti sono scelti abbastanza bene, ma c'è una svista clamorosa: Dylan Sprayberry è nato nel 1998 e ha quindi solo 14 o 15 anni, età assolutamente inadatta per il personaggio di Bill.

perchè? Nel film non viene mai detto quanti anni ha Bill, che comunque è come lo vedete nella foto. Può dimostrare dai 13 ai 15 anni e ci può stare col suo personaggio. Il fatto che Ruth esca con lui non significa che debbano avere per forza la stessa età, anzi probabilmente lei si lascia invaghire e convincere proprio perchè lo vede più grande e con esperienza.


CITAZIONE
Personalmente avrei sostituito anche Anna Popplewell, che è abbastanza più grande di Cameron Monaghan, mentre dovrebbero essere coetanei; ma in questo caso si può soprassedere.

5 anni di differenza e un po' di trucco a quell'età possono anche passare inosservati al cinema.



Grazie anche a te per la rece!
 
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Clint1994
view post Posted on 14/2/2013, 22:19




CITAZIONE
Obbiezione legittima. In realtà Bill è ossessionato da lei perchè a causa di quell'omicidio (probabilmente il primo della sua "carriera" da serial killer") ha passato un limite che prima non aveva varcato, è diventato un ricercato ed è stato costretto a cambiare identità e a nascondersi.
Nello script ci sono gli elementi che spiegano questa situazione (lui che guarda la foto nel giornale dove è ricercato) ma effettivamente avrei potuto indugiare maggiormente su questo aspetto.

Mmh, sì, è vero che c'è anche questa ragione... però era meglio soffermarsi un attimo di più, evidenziare quest'aspetto, perché io il dubbio me lo sono posto.

CITAZIONE
Su Marisa Tomei, è semplicemente una madre che cerca di allevare il proprio figlio. Mi dispiace non averla potuta ampliare perchè nel libro anche lei aveva una sua sottotrama molto bella, ma l'ho dovuta sacrificare altrimenti si sarebbero aperte troppe strade che avrebbero allungato a dismisura il film. Purtroppo non tutti i personaggi possono avere uno spazio ampio, che è riservato ai protagonisti (ad esempio anche il padrone di casa, Sal, anche lui era un personaggio bellissimo, ma ho dovuto tagliarlo per forza di cose, come tanti altri).

Sì, questo è vero. Mah, forse mi ero creato io un'aspettativa sbagliata sul fatto che Marisa Tomei avrebbe avuto un ruolo più ampio

CITAZIONE
La Carter avrà un ruolo più ampio nella seconda parte, ma anche lei rimarrà comunque in secondo piano (e non è che l'attrice nella realtà abbia sempre avuto ruoli da protagonista eh).

E' vero che a volte ha ruoli di secondo piano, ma comunque interpreta sempre personaggi particolari (mi viene in mente Les Miserables perché l'ho visto da poco: ha un ruolo secondario, ma comunque importante e una caratterizzazione molto particolare). Qui invece è poco in scena e ha un personaggio molto stereotipato... non critico il personaggio perché è secondario e ci sta che sia così, ma per me bisognava prendere un'attrice meno nota, in questo caso.

CITAZIONE
perchè? Nel film non viene mai detto quanti anni ha Bill, che comunque è come lo vedete nella foto. Può dimostrare dai 13 ai 15 anni e ci può stare col suo personaggio. Il fatto che Ruth esca con lui non significa che debbano avere per forza la stessa età, anzi probabilmente lei si lascia invaghire e convincere proprio perchè lo vede più grande e con esperienza.

Ma infatti ho detto che è assolutamente inadatto proprio perché doveva essere mooolto più grande, considerato come si comporta! :P Io infatti nella scena iniziale in cui esce con Ruth mi immaginavo proprio che lei uscisse con lui proprio attirata dal fatto che fosse più grande. Poi mi sono accorto dell'età e ho pensato che fossero quasi coetanei. Ma poi la storia va avanti, passano gli anni e l'attore non viene cambiato (mentre gli altri vengono tutti giustamente sostituiti con attori più grandi)... Nella seconda parte Bill viene descritto come un giovane uomo che lavora, con la barba e ha pure frequenti rapporti... non è più credibile Sprayberry, un quattordicenne. In questo caso bisognava scegliere un attore sui 18-20 anni che fosse credibile per entrambe le età (magari facendo che nella prima parte del film Bill è comunque più grande degli altri personaggi) oppure se si teneva Strayberry per quand'è ragazzino bisognava usare un altro attore per la seconda parte, quando è descritto come un giovane uomo... così com'è, non è credibile.

CITAZIONE
5 anni di differenza e un po' di trucco a quell'età possono anche passare inosservati al cinema.

Sì, infatti ho detto che io avrei preso una più giovane se avessi scritto io il film, ma comunque può andar bene anche così, perché in effetti non è una differenza d'età eccessiva.
 
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Andrew.
view post Posted on 15/2/2013, 13:16




CITAZIONE
Ma infatti ho detto che è assolutamente inadatto proprio perché doveva essere mooolto più grande, considerato come si comporta! :P Io infatti nella scena iniziale in cui esce con Ruth mi immaginavo proprio che lei uscisse con lui proprio attirata dal fatto che fosse più grande. Poi mi sono accorto dell'età e ho pensato che fossero quasi coetanei. Ma poi la storia va avanti, passano gli anni e l'attore non viene cambiato (mentre gli altri vengono tutti giustamente sostituiti con attori più grandi)... Nella seconda parte Bill viene descritto come un giovane uomo che lavora, con la barba e ha pure frequenti rapporti... non è più credibile Sprayberry, un quattordicenne. In questo caso bisognava scegliere un attore sui 18-20 anni che fosse credibile per entrambe le età (magari facendo che nella prima parte del film Bill è comunque più grande degli altri personaggi) oppure se si teneva Strayberry per quand'è ragazzino bisognava usare un altro attore per la seconda parte, quando è descritto come un giovane uomo... così com'è, non è credibile.

Ah ok, avevo capito il contrario :D
Non ho cambiato l'attore perchè lui è già un ragazzo e col trucco (vedi barba, ecc) si può anche far passare per qualche anno in più. Mentre Ruth e Christmas sono visti anche da bambini e gli attori andavano cambiati, lui lo vediamo già più grandicello quindi pensavo che non ci fosse questo bisogno.
 
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Clint1994
view post Posted on 16/2/2013, 16:00




CITAZIONE (Andrew. @ 15/2/2013, 13:16) 
CITAZIONE
Ma infatti ho detto che è assolutamente inadatto proprio perché doveva essere mooolto più grande, considerato come si comporta! :P Io infatti nella scena iniziale in cui esce con Ruth mi immaginavo proprio che lei uscisse con lui proprio attirata dal fatto che fosse più grande. Poi mi sono accorto dell'età e ho pensato che fossero quasi coetanei. Ma poi la storia va avanti, passano gli anni e l'attore non viene cambiato (mentre gli altri vengono tutti giustamente sostituiti con attori più grandi)... Nella seconda parte Bill viene descritto come un giovane uomo che lavora, con la barba e ha pure frequenti rapporti... non è più credibile Sprayberry, un quattordicenne. In questo caso bisognava scegliere un attore sui 18-20 anni che fosse credibile per entrambe le età (magari facendo che nella prima parte del film Bill è comunque più grande degli altri personaggi) oppure se si teneva Strayberry per quand'è ragazzino bisognava usare un altro attore per la seconda parte, quando è descritto come un giovane uomo... così com'è, non è credibile.

Ah ok, avevo capito il contrario :D
Non ho cambiato l'attore perchè lui è già un ragazzo e col trucco (vedi barba, ecc) si può anche far passare per qualche anno in più. Mentre Ruth e Christmas sono visti anche da bambini e gli attori andavano cambiati, lui lo vediamo già più grandicello quindi pensavo che non ci fosse questo bisogno.

Mmh, capisco il tuo ragionamento, ma secondo me invece ce n'era bisogno. Sprayberry è credibile nella prima parte del film, ma non nella seconda, in cui era necessario un attore più grande. Come ho detto, secondo me bisognava sceglierne un altro nella seconda parte come è stato fatto per gli altri personaggi, oppure se si voleva usare un solo attore, prenderne uno di 18-20 anni, che sarebbe stato credibile per entrambe le età... Così non mi ha convinto.

Poi, va beh, si tratta di scelte
 
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view post Posted on 18/2/2013, 23:47

Attore/Attrice

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Prima di iniziare i film del L&S, ho pensato fosse il caso di terminare, seppure in scandaloso ritardo, il recupero. Avevo quindi selezionato ieri sera per leggere questo film, che mi aspettavo fosse molto lungo, a giudicare dalla divisione in due parti da un lato, e dal fatto che il nostro patron della Chimera Films ha scritto altre cose lunghe in passato (tra cui il bellissimo Vlad). Sono arrivato alla fine dopo un'oretta, che francamente ho pensato: "Be', tutto qui? Non era poi così lungo!"

Con questo, però, non voglio affatto dire che sia un difetto la brevità: anzi, in questo caso "brevità e fuoco" mi sembrano proprio le qualità maggiori, e grandissime, di questo nuovo film di Andrew, tenero come i suoi protagonisti. Ironicamente revisionista nei confronti di tutto un cinema di gangster americano e non (inevitabile il profumo di C'era una volta in America), perché stavolta la "banda" dei Diamond Dogs esiste solo nella mente del suo creatore, il giovane Christmas Luminita, ribattezzato alla dogana proprio come don Vito Corleone, e che, emarginato dai suoi compagni, si crea questa banda con cui farsi un nome, in realtà composta solo da lui stesso e dall'amico Santo. Si aggiunge poi a questa storia l'amore per la bella Ruth, giovane figlia di ricchi mercanti ebrei, violentata da uno psicopatico (non saprei come altro definire Bill), poi rimasto ossessionato dal ricordo.

I cliché del genere ci sono tutti: l'amicizia virile nel crimine, l'ambizione di essere qualcuno, l'amore per la ragazza ricca, la povertà e la miseria. Ma, così come Kick-Ass di Vaughn smonta i meccanismi del cinema di supereroi pur amandoli alla follia, così questo film li rivisita negandoli proprio mentre ne afferma la miticità. Centrale e bellissima, a questo proposito, la scena del macellaio che per la prima volta parla chiaro a Christmas, dopo il colpo concluso dalla morte di Chucky: è il momento dove realtà e bugia si intersecano troppo, è il momento della scelta, e Christmas sceglie l'onestà, sceglie che i Diamond Dogs restino una sua immaginazione, che non diventino una realtà come gli altri mafiosi.

Solo a mente fredda ti viene forse in mente che la cosa poteva essere ampliata, che ti sarebbe piaciuto vedere altre scene della vita di quartiere da bambini. Ma è una curiosità a mente fredda, lo ripeto, e non viene durante la visione, dove proprio la secchezza e la mancanza di dettagli mantiene alla storia la sua aria quasi da fiaba per adulti, o per cinefili.

Grande lavoro di Tornatore e di Andrea Morricone, che sostituisce degnamente il padre Ennio alla composizione delle musiche. Semplicemente perfetto il cast, con Cameron Monaghan (spero di averlo scritto bene) che si candida autorevolmente come Attore Protagonista, semplice il sito e bella la locandina.

Darei 9 al film, se fosse completo. Visto che è solo una prima parte, mi accontento dell'8.

VOTO: 8/10.
 
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Andrew.
view post Posted on 20/2/2013, 15:26




Grazie anche a Francis. Queste belle recensioni mi spingono ad iniziare al più presto la seconda parte.
 
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view post Posted on 5/5/2013, 12:01
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Cinefilo Ad Honorem

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L'ho letto anche io (secondo film dal mio ritorno a Ck) proprio per potermi recuperare il secondo senza problemi.

Una vera e propria rece ora non ho tempo di scriverla (magari tirerò le somme direttamente dopo la lettura del secondo capitolo), ma ho letto tutte le critiche ricevute da Andrew (io non mi sarei fissato su certi aspetti di casting, gli rimprovero - unica pecca di uno script pieno di ritmo e impeccabile - solo i soliti errori con le preposizioni, quasi tutte fuori posto e alla lunga a un lettore navigato come me dà decisamente più fastidio questo aspetto che le età e i nomi degli attori scelti per questo o quell'altro personaggio). Contento che per lui sia stata una trasposizione ricercata a lungo (belle anche le parole che ti ha scritto l'autore, che non credo abbia avuto molta fortuna, sbaglio?), fa piacere anche che nella prima intervista citi tre dei miei film come possibili "paralleli"... infatti con me hai colpito nel segno e ho dato al film 7 al sondaggio ma 7.5 in firma (proprio perchè mi aspetto un 8 pieno nella seconda parte). Ovvio, è tutto già visto, C'era una volta in America avrà ispirato Di Fulvio (spurgando però l'opera di Leone di una sontuosità irrangiungibile) e quindi è colpa del soggetto e non di Andrew, ma leggendo lo script sembra di vederlo davvero, questo film di Tornatore.

Bravo.

ps: se ho capito bene partecipa ai prossimi Awards, ma credo abbia chances solo Harvey Keitel per ovvi motivi.
 
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Andrew.
view post Posted on 5/5/2013, 19:04




CITAZIONE (marenarobros @ 5/5/2013, 13:01) 
- solo i soliti errori con le preposizioni, quasi tutte fuori posto e alla lunga a un lettore navigato come me dà decisamente più fastidio questo aspetto che le età e i nomi degli attori scelti per questo o quell'altro personaggio).

Sai cosa? Sei uno dei pochi che mi fa notare queste cose (l'unico?) quindi dato che non ci sei stato mi sarò cullato un po' troppo e avrò dimenticato di dare la giusta attenzione a quest'aspetto.
 
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37 replies since 12/1/2013, 14:23   1533 views
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