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Favola Americana
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83 [42.86%]
73 [42.86%]
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Favola Americana, Granato Production

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SaschaGranato
view post Posted on 17/12/2012, 21:52




CITAZIONE
Ci troviamo davanti quindi a una storia ad ampio respiro, di tipo corale che si preoccupa di descrivere una società sempre più immorale e malata fine dalle fondamenta.
Mi unisco anche io ai complimenti per l’universo creato da Sascha, un mondo pulsante, credibile e ricco di molte sfaccettature. Si vede che il produttore è appassionato di un certo tipo di cinema un po’ alla vecchia maniera; lo dimostrano le innumerevoli descrizioni che compongono lo script. Ogni cosa è descritta nel più minimo dettaglio, che sia il panorama oltre una finestra, la casa di Brandon, la villa di Davis o i vapori che sprigiona la metropoli di notte. Visivamente il film sprigiona un fascino innegabile che è un chiaro e continuo omaggio al cinema di Sergio Leone.

Sono parole molto belle e premiano l'estenuante lavoro svolto in fase di scrittura; amo il Cinema del passato; caratterizzato da film epici e spesso prolissi. Film che ambiscono non solo a raccontare una trama, ma raccontare un vero e proprio mondo. Chiaramente attraverso una sceneggiatura, tutto diventa più difficile sia da scrivere sia da leggere.

CITAZIONE
Il film è diviso in due tempi e non a caso la storia sembra avere due marce diverse. La prima parte decisamente più lenta a carburare, spesso puramente descrittiva, e la seconda parte dal ritmo ben più sostenuto che per alcuni momenti vira piacevolmente verso il giallo.
Al di là di questo però, se c’è un difetto che mina pesantemente la completa riuscita della pellicola e tutto il lavoro fatto da Sascha nella scrittura, è proprio l’estenuante lunghezza del film. Quella che all’inizio appare come un’attenzione meticolosa per i dettagli, a lungo andare si trasforma in una pesante zavorra che dilata enormemente il ritmo e i tempi della pellicola. Il fatto di voler mettere in scena una storia corale ha portato il produttore a seguire una serie infinita di personaggi e sottotrame che creano confusione nello spettatore e gli fanno letteralmente perdere la bussola. Capisco che ogni personaggio ha un suo ruolo (ad esempio il pugile, seppur marginale, ha un ruolo) ma bisogna fare delle scelte, non si può raccontare tutto di tutti. Bisogna sacrificare qualcosa in favore di qualcos’altro per fare in modo che il racconto sia il più potente possibile, concentrato e soprattutto a fuoco. Ad un certo punto io non ho più capito dove volesse andare a parare la storia tanto che mi è risultato difficile affezionarmi a un personaggio. Il fatto di volerne mettere in scena così tanti, dandogli un grande spazio, ha finito per penalizzare tutti.

Il film si divide in due tempi non solo per una questione di spazi, o per comodità nella lettura. I film propone due versioni della stessa città e degli stessi personaggi. Nel primo tempo ci confrontiamo con l'aspetto più teatrale e fittizio dei nostri protagonisti. Tutti mostrano un equilibrio perfetto, e ricoprono i loro ruoli con assoluta sicurezza. Nel secondo tempo invece, appreziamo il lato più umano e fragile di ognuno di loro, mentre la città raggiunge dimensioni mastodontiche, trasformandosi in un palcoscenico troppo vasto ed oscuro per loro.

In merito alla durata del film, come ho già detto in altre occasioni, è stato un azzardo. Immaginavo sarebbe andato contro i gusti di molti. Alcuni hanno apprezzato di più la longevità del film altri meno. Credo che molto dipenda anche dal tempo dedicato alla lettura. Sono convinto che sia un film da leggere poco a poco, così come si sorseggia un bicchiere di vino. Francis lo ha letto in tre ore....per me sarebbe stato impossibile farlo godendolo pienamente. Mi rendo conto che il tempo a disposizione è anche limitato per molti di noi. Quindi incasso la critica senza discutere troppo.

CITAZIONE
Il finale della storia ha spiazzato anche me. Un po’ perché mi aspettavo un climax, uno “scontro finale” che non è arrivato, un po’ perché sembra quasi che ci sia una sottile apologia nei confronti della “famiglia” e quindi di un certo tipo di immaginario. Capisco però che c’era in realtà la voglia di darà un finale realistico e per questo ancora più amaro e disturbante (insomma, la società si fonda sulla corruzione).

Ho immaginato anch'io uno scontro finale in grande stile, ma non pensavo fosse l'epilogo più giusto per un film di questo tipo. Ho inserito alcune sequenze d'azione, come il deragliamento del treno, dopodiché ho cercato appunto un finale più realistico e coerente, anche se ammetto che possa lasciare l'amaro in bocca.

CITAZIONE
Ah, e poi dicono che sono io quello che ci dà giù con la violenza per shoccare… eppure nel film c’è una delle scene più agghiaccianti che io abbia mai visto!

Lo prendo per un complimento???? :P

CITAZIONE
Al di là del fatto che ultimamente ha diretto film più “piccoli” è indubbio che Eastwood abbia fatto un grande lavoro che sicuramente verrà preso in considerazione nei prossimi awards. Cast buono anche se incompleto (alcuni personaggi non hanno un attore). Spiccano su tutti DiCaprio, Gosling e Nicholson (che compare in poche scene ma lascia il segno). Paradossalmente però devo dire che nessuno di questi mi ha davvero emozionato e quelli che ho trovato più affascinanti sono i due poliziotti Liam e Joe, così uniti eppure così diversi. In particolare il loro rapporto di amicizia e rivalità l’ho trovato molto interessante.

Beh noto con piacere che ognuno di voi si è attaccato più ad un personaggio rispetto che ad un altro. Ovviamente non si può amare tutti i protagonisti di un film alla stessa maniera, soprattutto quando ce ne sono così tanti.
Sulla regia ammetto di aver nutrito un pò di perplessità durante la stesura del film. Mi domandavo se non stavo pretendendo troppo da un nome che ultimamente ha firmato solo film molto intimi. Poi mi sono ricordato dei due film sulla guerra di Iwo Jima, diretti solo cinque anni fa e mi sono detto che andava bene così.

CITAZIONE
Favola americana è sostanzialmente una riconferma del talento e della grande dote immaginifica di Sascha in grado sempre di creare dal nulla mondi vivi e credibili. Questa volta però è stato un po’ schiacciato dalle ambizioni e la voglia di puntare in alto lo ha fatto deragliare, proponendo un film sicuramente sontuoso e molto curato, ma purtroppo pesantemente minato da una lunghezza esagerata, che finisce poi per diluire e annacquare anche le emozioni che un film del genere dovrebbe suscitare. Non è quindi una questione di dividere il film in due capitoli, ma proprio che secondo me tutto poteva essere riassunto e asciugato di un bel 50%. Anche questa volta però sono sicuro che Sascha potrà dire la sua ai prossimi awards. 71/100

Dimezzare il film significherebbe castrarlo; il 50% credo sia esagerato, ma capisco il senso della critica. Per quanto riguarda gli Awards preferisco non farmi illusioni XD

Grazie mille per la recensione.
 
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Andrew.
view post Posted on 17/12/2012, 23:34




Solitamente sono contro i film lunghi, ma vorrei spezzare una lancia nei confronti di questo film. Fermo restando che anch'io avrei preferito vedere un film più alleggerito, non ho trovato quello di Sascha poi così lungo rispetto ad altri film visti in questo semestre. Ad esempio mi ha dato molto più fastidio la lunghezza di Masquerade, di Spectrum, di Vampires, non perchè peggiori, ma perchè hanno un target diverso (sono film d'intrattenimento e se fossero durati la metà non sarebbe cambiato molto a livello di riuscita e di voti). Invece in film come Looking for hope, La variante o questo Favola americana, hanno sicuramente più ragione di essere lunghi e mi sono stancato di meno rispetto alla fatica che ho provato con gli altri.
 
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view post Posted on 18/12/2012, 00:08
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Critico

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CITAZIONE (SaschaGranato @ 17/12/2012, 21:52) 
CITAZIONE
Il finale della storia ha spiazzato anche me. Un po’ perché mi aspettavo un climax, uno “scontro finale” che non è arrivato, un po’ perché sembra quasi che ci sia una sottile apologia nei confronti della “famiglia” e quindi di un certo tipo di immaginario. Capisco però che c’era in realtà la voglia di darà un finale realistico e per questo ancora più amaro e disturbante (insomma, la società si fonda sulla corruzione).

Ho immaginato anch'io uno scontro finale in grande stile, ma non pensavo fosse l'epilogo più giusto per un film di questo tipo. Ho inserito alcune sequenze d'azione, come il deragliamento del treno, dopodiché ho cercato appunto un finale più realistico e coerente, anche se ammetto che possa lasciare l'amaro in bocca.

E' comunque un finale audace e coraggioso proprio perchè non dà allo spettatore ciò che lui si aspetta da un film del genere, con questo impianto. Una sorta di anticlimax che colpisce poco alla pancia e molto più al cervello.

CITAZIONE (SaschaGranato @ 17/12/2012, 21:52) 
CITAZIONE
Ah, e poi dicono che sono io quello che ci dà giù con la violenza per shoccare… eppure nel film c’è una delle scene più agghiaccianti che io abbia mai visto!

Lo prendo per un complimento???? :P

Ovvio! :D Quando nel film c'è un antipasto della scena incriminata avevo già intuito che si trattasse di qualcosa di pesante ma non ero minimamente arrivato a pensare a tanto!



CITAZIONE (Andrew. @ 17/12/2012, 23:34) 
Solitamente sono contro i film lunghi, ma vorrei spezzare una lancia nei confronti di questo film. Fermo restando che anch'io avrei preferito vedere un film più alleggerito, non ho trovato quello di Sascha poi così lungo rispetto ad altri film visti in questo semestre. Ad esempio mi ha dato molto più fastidio la lunghezza di Masquerade, di Spectrum, di Vampires, non perchè peggiori, ma perchè hanno un target diverso (sono film d'intrattenimento e se fossero durati la metà non sarebbe cambiato molto a livello di riuscita e di voti). Invece in film come Looking for hope, La variante o questo Favola americana, hanno sicuramente più ragione di essere lunghi e mi sono stancato di meno rispetto alla fatica che ho provato con gli altri.

Sì ma non facciamone una questione di genere o ambizioni. Ci sono film ambiziosi e altri che lo sono meno, film che vogliono solo intrattenere e altri che vogliono far riflettere. La lunghezza non dipende dalla profondità e "serietà" del film. Ci possono essere opere di puro intrattenimento comunque piuttosto lunghe e altrettanto riuscite. Non è che solo i film ambiziosi possono superare i 200.000 caratteri. :P E' vero Spectrum, Masquerade erano sicuramente troppo lunghi per la storia che mettevano in scena, ma è anche vero che Favola Americana supera addirittura i 300.000 caratteri (non so se sia un record ma poco ci manca) e quando si raggiungono certe lunghezze anche la storia più appassionante di questo mondo ne risente inevitabilmente.
Ecco perchè dico che avrei asciugato anche la scrittura in modo alleggerire anche le singole scene, tutte molto lunghe. Già così il film diventerebbe molto più snello.
 
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Andrew.
view post Posted on 18/12/2012, 10:42




CITAZIONE
Sì ma non facciamone una questione di genere o ambizioni. Ci sono film ambiziosi e altri che lo sono meno, film che vogliono solo intrattenere e altri che vogliono far riflettere. La lunghezza non dipende dalla profondità e "serietà" del film. Ci possono essere opere di puro intrattenimento comunque piuttosto lunghe e altrettanto riuscite. Non è che solo i film ambiziosi possono superare i 200.000 caratteri.

Questo no, ma credo sia più una questione di buon senso.
Comunque nel cinema virtuale Favola americana è dichiarato di 2h e 15. Io ho controllato e sono effettivamente più 300 mila caratteri (quindi >3 ore). Errore nella comunicazione a Pinox?
 
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view post Posted on 19/12/2012, 21:17

Attore/Attrice

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Andrew, in linea di principio sono d'accordo con te: la lunghezza di film, in teoria, dovrebbe dipendere solo dal respiro della storia (anche se personalmente a me non sembrava che Vampires fosse troppo lungo per la storia che raccontava, l'ho limitato ai fatti essenziali). Però, anche se la storia è lunga, non può esserlo troppo: a un certo punto bisogna fermarsi, altrimenti la storia diventa pesante da seguire. Quindi sono d'accordo con Hermes.
 
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mastruccio
view post Posted on 20/12/2012, 13:53




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Dopo il promettente "The Unforgiven", la Granato Production insiste nel proposito di affidarsi al suo giovane presidente e autore dello script d'esordio. E lo fa investendo praticamente tutto il capitale d'azienda, arruolando per la regia niente di meno che Clint Eastwood , per il cast Leonardo Di Caprio e Jack Nicholson, unitamente ad altre grandi star del firmamento hollywoodiano, del calibro di Ryan Gosling, Maria Bello, Christopher Lee, James Woods, Ray Liotta, e acquistando un considerevole numero di sale cinematografiche, per consentire un rapido rientro economico e un considerevole guadagno di euromatik.
Stiamo parlando di "Favola americana", secondo lungometraggio originale scritto dal bravo Sacha Granato, qui alle prese con un'ambiziosa e coraggiosa impresa: rinverdire e dare nuova linfa ad un genere più e più volte rivisitato, quello del gangster-movie, con ingredienti strettamente legati a storie di mafia americana, di cui "The Goodfather" ne è l'apice più alto.

Attraverso le vicissitudini del giovane ed ambizioso gangster Brandon, interpretato da Leonardo Di Caprio, assistiamo ad un lungo percorso storico, nel quale la cittadina immaginaria di Lago, fondata dalle famiglie mafiose del secolo scorso, da anonima e povera località uguale a tantissime altre, diventa una capitale del mondo moderno, grazie a un sindaco corrotto e alle smanie di arrivismo ed arricchimento dello stesso boss mafioso, il quale senza alcun scrupolo ingaggia una guerra con le famiglie mafiose che vi regnano. Naturale che la polizia, in un ambiente così malsano, nulla possa fare per arginare il fenomeno. Il solo detective Liam, un convincente Gil McKinney, del quale purtroppo non abbiamo avuto modo di conoscerne il volto in quanto manca l'indispensabile fotografia (ma anche di tutti gli altri - perchè?), riesce in qualche modo, se non ad opporsi, quanto meno a venirne a patti, molto sanguinosi, allo scopo di evitare il proseguimento della barbara guerra mafiosa.

Qui, a dire il vero, più che al capolavoro di Ford Coppola, Sacha si ispira dichiaratamente alle atmosfere e alle tematiche di "C'era una volta in America" di Sergio Leone, da cui trae evidenti spunti e "copiando" numerosi aspetti e passaggi, rendendo così un devoto omaggio all'indimenticabile capolavoro.
Come non ricordare la similitudine fra le scene che si svolgono all'interno del club privato, o quella in cui i protagonisti sono sdraiati sui lettini a prendere il sole, od ancora il periodo storico in cui si svolge la vicenda, che è quella del proibizionismo.
Ma in questo caso, Sacha è andato ben oltre, addirittura imitando del capolavoro leoniano anche lo stile di scrittura della sceneggiatura, soffermandosi sulle minuziose descrizioni delle ambientazioni e dei personaggi, dei movimenti di macchina, degli stati d'animo vissuti dai protagonisti, ed inserendo nell'intreccio narrativo una cospicua dose di sottotrame, ad arricchire un plot che, come idea di base, nulla ha di particolarmente complicato e nuovo rispetto al clichè di genere. Mi permetto di assumermi un pizzico di responsabilità, avendo suggerito io a Sacha un paio di link in cui trovare la sceneggiatura originale del film di Leone, e sono certo che lo abbia letto, se non per intero, per lunghi tratti. Il che gli ha giovato.

Ovviamente la qualità della sceneggiatura di "Favola americana" non arriva nemmeno ad un centesimo della qualità di quella scritta dai grandissimi Pietro De Bernardi, Leo Benvenuti e dallo stesso Leone. Parlo di qualità artistica, e la mia considerazione su questo aspetto è certamente condivisa anche da Sacha, ma parlo anche di qualità tecnica.
Dal punto di vista artistico affermo che mi è parso corretto perdere del tempo nel cercare di fornire la sceneggiatura di dettagli ricchissimi, allo scopo di farci "vedere" al meglio il film. Segnalo però la presenza di troppo aggettivi qualificativi associati a dettagli di inquadratura, che appesantiscono, e in ogni caso, rendono la sceneggiatura troppo letteraria. Solo un esempio: diverse volte ho letto l'eggettivo "suggestiva", associata ad inquadratura. A parte il fatto che se un'inquadratura è suggestiva lo decide il pubblico, che ne trae il giudizio vedendo il film, ma non ho potuto non storcere il naso quando ho letto: "L'inquadratura è resa suggestiva in virtù di una fotografia color seppia". Descrizione letteraria, tecnicamente sbagliata, e, oserei dire, supponente.
Non esente da errori di battitura e qualche svista grammaticale, lo script è davvero molto lungo, certamente uno dei più lunghi di tutta la storia di Ck. Complice la numerosa presenza di sottotrame e personaggi di contorno, ai quali è dedicata praticamente la stessa profonda descrizione dei passaggi e personaggi principali, pur ammirando la capacità di Sacha di sviluppare una così gran quantità di materiale, mi chiedo se tutte le scene e i personaggi secondari siano realmente necessari nell'economia dell'intero film. Un così complesso intreccio narrativo richiede moltissima attenzione nel seguire le vicende dei personaggi, dovendone ricollegare i fili ogni qualvolta se ne è dovuta interrompere la lettura. Confesso che non sono riuscito a leggere il film senza aver dovuto interrompere almeno sei volte. In tutto ci ho messo due giorni, quindi ogni tempo l'ho letto in tre passaggi. Alla fine ne sono uscito quasi esausto. E di molti personaggi e situazioni non sono riuscito così ad appassionarmi. Quindi questo, per me, è un difetto abbastanza grosso del film.
Certamente avrebbe giovato al film l'eliminazione, pur dolorosa da parte dell'autore, di diverse scene e di taluni personaggi, e un ulteriore asciugatura dei dialoghi, alcuni fin troppo superflui, altri didalscalici ed ancora, descrizioni di scena e di stati d'animo scritte con termini troppo manieristici ed affettati per il genere di film a cui assistiamo. Ad esempio, leggere "ondeggiano seguendo il ritmo di un pacato venticello primaverile", oppure "colto da un presagio sinistro e dalla consapevolezza di essere giunto al capolinea di un percorso che mai avrebbe voluto percorrere" non mi sembrano adatti in un contesto violento e sanguinoso come questo, dove mi sarei aspettato, invece, stile più tagliente ed incisivo, e frasi quasi lapidarie.

Analizzando la storia che ci è raccontana, evito di disquisire sulle scelte di trama. Se Sacha ha voluto che alla fine ne uscisse fuori un mondo corrotto, senza alcuna speranza che ci si possa liberare della mafia (a me è parsa questa la "summa" del film), liberissimo di farlo. Quel microcosmo che è la cittadina di Lago, ben rispecchia, in fondo, la cruda realtà di quei tempi nell'America del proibizionismo.
Semmai paiono fuori tempo e luogo le azioni dei fantomatici terroristi, oltre che, nello sviluppo narrativo, pressocchè inutili. Altro taglio che avrebbe giovato.
Pur nell'ammirazione di questo grande lavoro di scrittura (immagino la quantità di tempo che Sacha vi ha dedicato), non mi esimio dall'annotare, sempre nello spirito di amichevole collaborazione nel migliorarci a vicenda, che la sceneggiatura presenta diversi buchi e sfilacciature, e qualche forzatura. Mi è parsa forzata, per esempio, la reazione di Brandon nei confronti della moglie, dopo la scena a teatro. Così come non mi convince, aaltro esempio, il comportamento di Maria dopo che ha avuto conferma di chi sia il responsabile della stage di innocenti bambini. Confermo che mi è mancata enormemente la presenza delle foto degli attori associate ai nomi dei personaggi. Almeno ci fosse stata alla fine la presenza nei credits dei nomi associati ai personaggi, ma anche di ciò non vi è traccia. Ancora oggi continuo a non avere idea di chi interpretasse chi, a parte Di Caprio e Nicholson.

Andando ad analizzare il film dal punto di vista puramente tecnico, ho riscontrati molteplici difetti che inficiano la buona riuscita dello script. Mi ha deluso, e devo dirlo, anche infastidito, aver dovuto leggere da chi come me è attento ai particolari, una sceneggiatura piena zeppa di (continued), numeri di pagina stampati a metà foglio, troppo ampi spazi vuoti tra le righe. Segno di un'errata impostazione, in Celtx, del foglio di scrittura. Avrebbe fatto meglio, prima di mandare nelle sale il film finito, a chiedere consigli ai colleghi su come risolvere questo aspetto per me fondamentale. Per non parlare della versione di script che viene proposta a chi, come Francis (l'ho capito subito), è andato a leggersi il film cliccando sulla locandina che appare in Home Page di Ck: tutta sballata, senza alcun criterio di forma ed eleganza. In fondo bastava molto poco per risolvere la cosa.

La regia di Clint Eastwood mi è sembrata più che buona. Vero è che ultimamente si è dedicato a pellicole più tranquille ed intimistiche, anche forse per l'età che ha. Ma certamente "Favola americana" si addice alle sue corde, e se volesse potrebbe nella realtà dirigere un film così.
Il grande cast, di cui ho già nominato i componenti principali, è ben composto. La scelta, da me condivisa anche per "Amnésia" di far interpretare a grandi attori le parti secondarie, mi pare perfetta per un film così. Purtroppo non credo che Di Caprio possa ambire a vincere qualcosa agli award, e ciò conferma l'andazzo nella realtà. E' un ottimo interprete, ma ha rivali ben più favoriti. Per Nicholson, invece, potrebbe arrivare la statuetta per il miglior attore non protagonista.La sua interpretazione del boss Mortimer è da ricordare. Maria Bello ha ben interpretato la giovane moglie di Brandon-Di Caprio, e purtroppo, l'ho già scritto, non si fanno ricordare invece gli altri attori, per i problemi che ho avuto ad associare un volto ad ogni personaggio.
Venendo alla colonna sonora, mi dispiace non aver sentito le musiche originali che Sacha ha creato per l'occasione. Comunque quelle presenti, scritte dal figlio di Eastwood, mi sono sembrate adeguate.
Il sito e la locandina sono fra le migliori cose viste questo semestre. Senza dubbio entreranno nella cinquina ai prossimi Awards. Complimenti.

In conclusione, posso senz'altro affermare che in Sacha abbiamo ricontrato tutti un gran talento, ma che questo suo secondo film paga certamente l'inesperienza e il non ancora sufficiente "mestiere" necessario per affrontare una così titanica impresa. Sono certissimo che se si dedicherà ad opere meno complesse ed articolate, e se si farà aiutare anche da solide storie prese a prestito da buoni libri, ci regalerà pellicole di grandissimo pregio artistico, e col tempo anche tecnico. La strada intrapresa è iniziata col "botto", ma meglio camminare, soprattutto all'inizio del percorso, con i buoni piccoli passi, quei piccoli passi che però portano molto lontano.

Voto: 72/100

Due curiosità che vorrei togliermi:
1) Ho visto "C'era una volta in America" per intero solo quando uscì al cinema tantissimi anni fà e poi in tv qualche anno dopo. Ci dici qual'è la sequenza che hai fedelmente copiato da quel capolavoro?
2) Hai scritto "The Unforgiven" seguendo uno schema tutto tuo, cioè quello di scrivere le scene senza seguire una scaletta precisa. E' stato lo stesso per "Favola americana"?
 
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Andrew.
view post Posted on 20/12/2012, 13:59




CITAZIONE
colto da un presagio sinistro e dalla consapevolezza di essere giunto al capolinea di un percorso che mai avrebbe voluto percorrere

Anch'io mi ero annotato questa frase sul block notes, ma poi ho dimenticato di parlarne. Effettivamente, frasi del genere possono andare bene per romanzi, ma sono assolutametne da evitare in una sceneggiatura che dovrebbe limitarsi a descrivere le scene senza suggerire le sensazioni al lettore, nè soprattutto i pensieri dei personaggi.
 
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view post Posted on 20/12/2012, 17:17

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CITAZIONE (Andrew. @ 20/12/2012, 13:59) 
CITAZIONE
colto da un presagio sinistro e dalla consapevolezza di essere giunto al capolinea di un percorso che mai avrebbe voluto percorrere

Anch'io mi ero annotato questa frase sul block notes, ma poi ho dimenticato di parlarne. Effettivamente, frasi del genere possono andare bene per romanzi, ma sono assolutametne da evitare in una sceneggiatura che dovrebbe limitarsi a descrivere le scene senza suggerire le sensazioni al lettore, nè soprattutto i pensieri dei personaggi.

Una volta, Dave, criticando I racconti di Hoffman, mi disse che alcune frasi sembravano più da libro che da sceneggiatura. In effetti, questa critica può essere mossa anche a Sascha per questo film: è vero che le nostre sono false sceneggiature, ma proprio perché tali si dovrebbero evitare certi affondi troppo "intimisti" nei personaggi, che in una sceneggiatura reale non sarebbero credibili.
 
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SaschaGranato
view post Posted on 20/12/2012, 20:40




Grazie anche a Mastruccio per la sua recensione; molte critiche sono più che legittime e prossimamente risponderò adeguatamente alla recensione. Per il momento mi limito a rispondere alle due domande.

CITAZIONE
Ho visto "C'era una volta in America" per intero solo quando uscì al cinema tantissimi anni fà e poi in tv qualche anno dopo. Ci dici qual'è la sequenza che hai fedelmente copiato da quel capolavoro?

Ho riproposto la sequenza iniziale di C'era una volta in America; quando la donna di DeNiro viene sorpresa nella camera d'albergo da tre gangster. Uno di loro colpisce con il calcio della pistola una fotografia che ritrae appunto Robert DeNiro (Noodles). In Favola Americana resta un semplice omaggio, soprattutto per quel che riguarda la composizione delle inquadrature (fedelmente riproposte), ma nel film ha un significato incredibile, confermando il talento comunicativo di Leone. In sole tredici inquadrature introduce una storia senza l'ausilio di dialoghi. Le immagini parlano da sole; immediatamente capiamo che la donna è l'amante di DeNiro e che quest'ultimo è ricercato da tre gangster. Il come ed il perchè restano un mistero, ma lo stile e la bravura di Leone sta nella sua capacità di rendere epica anche una sequenza così semplice. Apparentemente supreflua.

CITAZIONE
Hai scritto "The Unforgiven" seguendo uno schema tutto tuo, cioè quello di scrivere le scene senza seguire una scaletta precisa. E' stato lo stesso per "Favola americana"?

Come dici tu siamo qui per imparare e di strada da fare ne ho molta. Quindi ho deciso di seguire una scaletta precisa per comprendere entrambi i metodi. Mi sono trovato bene in entrambi casi, ma per questo film credo abbia giovato scrivere con ordine. Credo fosse l'unico modo per inserire delle sottotrame che avessero anche la capacità di influire sugli eventi principali del film, mantenendolo credibile.
 
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SaschaGranato
view post Posted on 21/12/2012, 18:54




CITAZIONE
Ovviamente la qualità della sceneggiatura di "Favola americana" non arriva nemmeno ad un centesimo della qualità di quella scritta dai grandissimi Pietro De Bernardi, Leo Benvenuti e dallo stesso Leone. Parlo di qualità artistica, e la mia considerazione su questo aspetto è certamente condivisa anche da Sacha, ma parlo anche di qualità tecnica.

La sceneggiatura di C'era una volta in America è meravigliosa. Sono occorsi moltissimi anni di lavoro, confermando quante difficoltà ci siano nella realizzazione di un kolossal drammatico di quella portata. In oltre gli sceneggiatori hanno dovuto affrontare l'ostacolo più grande; il perfezionismo di Leone. Per i metodi di lavoro odierni, un approcio così lungo ed estenuante di lavorazione verrebbe visto come una follia.
Ad ogni modo concordo con il tuo giudizio.

CITAZIONE
Dal punto di vista artistico affermo che mi è parso corretto perdere del tempo nel cercare di fornire la sceneggiatura di dettagli ricchissimi, allo scopo di farci "vedere" al meglio il film. Segnalo però la presenza di troppo aggettivi qualificativi associati a dettagli di inquadratura, che appesantiscono, e in ogni caso, rendono la sceneggiatura troppo letteraria. Solo un esempio: diverse volte ho letto l'eggettivo "suggestiva", associata ad inquadratura. A parte il fatto che se un'inquadratura è suggestiva lo decide il pubblico, che ne trae il giudizio vedendo il film, ma non ho potuto non storcere il naso quando ho letto: "L'inquadratura è resa suggestiva in virtù di una fotografia color seppia". Descrizione letteraria, tecnicamente sbagliata, e, oserei dire, supponente.

Non credo ci sia nulla di supponente in una descrizione simile. Lo scopo era quello di esaltare un certo tipo di tonalità, per portare avanti un discorso a cui tengo molto, che riguarda una maggior cura per quelle sfumature che spesso vengono trascurate, come la fotografia e la scenografia. Forse ho esagerato con descrizioni troppo letterarie, appesantendo il tutto, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.

CITAZIONE
Non esente da errori di battitura e qualche svista grammaticale, lo script è davvero molto lungo, certamente uno dei più lunghi di tutta la storia di Ck. Complice la numerosa presenza di sottotrame e personaggi di contorno, ai quali è dedicata praticamente la stessa profonda descrizione dei passaggi e personaggi principali, pur ammirando la capacità di Sacha di sviluppare una così gran quantità di materiale, mi chiedo se tutte le scene e i personaggi secondari siano realmente necessari nell'economia dell'intero film. Un così complesso intreccio narrativo richiede moltissima attenzione nel seguire le vicende dei personaggi, dovendone ricollegare i fili ogni qualvolta se ne è dovuta interrompere la lettura. Confesso che non sono riuscito a leggere il film senza aver dovuto interrompere almeno sei volte. In tutto ci ho messo due giorni, quindi ogni tempo l'ho letto in tre passaggi. Alla fine ne sono uscito quasi esausto. E di molti personaggi e situazioni non sono riuscito così ad appassionarmi. Quindi questo, per me, è un difetto abbastanza grosso del film.

Sapevo sarebbe stato azzardato proporre un film così lungo, ma non me ne pento. Continuo a difendere questa sua caratteristica, perchè non farlo significherebbe snaturare tutto il film. Lo spessore narrativo di Favola Americana deriva soprattutto dalla sua longevità. Una durata considerevole, ma mai ingiustificata. I personaggi secondari hanno ruoli brevi, ma ben approfonditi, perchè sono loro a comporre la trama principale. Il film apre e chude piccoli capitoli, componendo un'opera fondata tutta sui personaggi. Comunque non credo vi siano sequenze fini a sè stesse.
Aggiungo un altro aspetto importante; ci sono film che nascono con il solo scopo d'intrattenere. Sono quelle opere che si gustano divorandole in un sol boccone. Non è proprio il caso di Favola Americana. Questo è un film che va letto così come si sorseggia del vino; poi i gusti sono gusti, e il vino può anche non piacere. Ma credo sia altrettanto azzardato da parte di un lettore la pretesa di divorare 200 e passa pagine, godendosi ogni singolo istante. Credo sia impossibile.

CITAZIONE
Andando ad analizzare il film dal punto di vista puramente tecnico, ho riscontrati molteplici difetti che inficiano la buona riuscita dello script. Mi ha deluso, e devo dirlo, anche infastidito, aver dovuto leggere da chi come me è attento ai particolari, una sceneggiatura piena zeppa di (continued), numeri di pagina stampati a metà foglio, troppo ampi spazi vuoti tra le righe. Segno di un'errata impostazione, in Celtx, del foglio di scrittura. Avrebbe fatto meglio, prima di mandare nelle sale il film finito, a chiedere consigli ai colleghi su come risolvere questo aspetto per me fondamentale. Per non parlare della versione di script che viene proposta a chi, come Francis (l'ho capito subito), è andato a leggersi il film cliccando sulla locandina che appare in Home Page di Ck: tutta sballata, senza alcun criterio di forma ed eleganza. In fondo bastava molto poco per risolvere la cosa.

Quando scrivo faccio molti errori di battitura. E' una grave mancanza, ma conto di migliorare. Sull'impostazione di Celtx non capisco perchè sulla home page di CK sia così sballata e purtroppo temo non sia dipeso da me, ma da un errore durante l'invio della mail a Pinox. Anche perchè lo script scaricabile dal sito mantiene il formato originale.

CITAZIONE
La regia di Clint Eastwood mi è sembrata più che buona. Vero è che ultimamente si è dedicato a pellicole più tranquille ed intimistiche, anche forse per l'età che ha. Ma certamente "Favola americana" si addice alle sue corde, e se volesse potrebbe nella realtà dirigere un film così.

Clint se volesse potrebbe dirigere un film così e mi domando perchè non l'abbia mai fatto. Mi domando perchè non si sia mai cimentato nel gangster movie, considerando il suo attaccamento per quel periodo storico. E' stato proprio questo aspetto a suscitarmi alcune perplessità all'inizio e non tanto la mole dell'opera.

CITAZIONE
Purtroppo non credo che Di Caprio possa ambire a vincere qualcosa agli award, e ciò conferma l'andazzo nella realtà. E' un ottimo interprete, ma ha rivali ben più favoriti. Per Nicholson, invece, potrebbe arrivare la statuetta per il miglior attore non protagonista.La sua interpretazione del boss Mortimer è da ricordare.

Il personaggio di DiCaprio è il più composto fra tutti quelli proposti. E' un uomo freddo, calcolatore e senza scrupoli. Nel secondo tempo scopriamo il suo lato più fragile, ma non regge il confronto con altri personaggi arricchiti da più sfaccettature. Mentre sono molto felice che l'interpretazione di Nicholson sia stata così apprezzata da tutti. E' un buon segno.

CITAZIONE
Venendo alla colonna sonora, mi dispiace non aver sentito le musiche originali che Sacha ha creato per l'occasione. Comunque quelle presenti, scritte dal figlio di Eastwood, mi sono sembrate adeguate.

E' stata una sofferenza rinunciare alle musiche, considerando le ore trascorse per comporle, ma non ho potuto far diversamente.

CITAZIONE
Il sito e la locandina sono fra le migliori cose viste questo semestre. Senza dubbio entreranno nella cinquina ai prossimi Awards. Complimenti.

Grazie mille!!!

CITAZIONE
In conclusione, posso senz'altro affermare che in Sacha abbiamo ricontrato tutti un gran talento, ma che questo suo secondo film paga certamente l'inesperienza e il non ancora sufficiente "mestiere" necessario per affrontare una così titanica impresa. Sono certissimo che se si dedicherà ad opere meno complesse ed articolate, e se si farà aiutare anche da solide storie prese a prestito da buoni libri, ci regalerà pellicole di grandissimo pregio artistico, e col tempo anche tecnico. La strada intrapresa è iniziata col "botto", ma meglio camminare, soprattutto all'inizio del percorso, con i buoni piccoli passi, quei piccoli passi che però portano molto lontano.

Vorrei sbilanciarmi su una breve considerazione. Leggendo le recensioni posso dire che il film in linea di massima è piaciuto. La media del 7.5 conferma una certa omogenità di pensiero. Piuttosto direi che la critica si è divisa fra coloro che hanno gustato le qualità del film a coloro che non hanno saputo farlo. Probabilmente le qualità del film non erano sufficientemente alte da soddisfare le aspettative di molti di voi.
Tirando le somme, il miglior giudizio è stato manifestato da Andrew; l'unico ad aver accolto freddamente il progetto in fase di sviluppo.
 
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Andrew.
view post Posted on 21/12/2012, 19:20




CITAZIONE
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Venendo alla colonna sonora, mi dispiace non aver sentito le musiche originali che Sacha ha creato per l'occasione. Comunque quelle presenti, scritte dal figlio di Eastwood, mi sono sembrate adeguate.

E' stata una sofferenza rinunciare alle musiche, considerando le ore trascorse per comporle, ma non ho potuto far diversamente

Mi serve una colonna sonora per Diamond Dogs, me le vendi? :D
 
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SaschaGranato
view post Posted on 21/12/2012, 19:38




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Mi serve una colonna sonora per Diamond Dogs, me le vendi?

Sarebbe bello non perdere tutto quel lavoro, ma devo cercare di recuperare i file e trasferirli sulla rete. I brani sono solo quattro, alcuni dei quali hanno dei pezzi composti appositamente per scene di guerra. Se sei davvero interessato posso provare a recuperarteli e mi dici se ti piacciono o meno...nel caso posso comporne delle altre.
 
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mastruccio
view post Posted on 22/12/2012, 00:02




CITAZIONE (SaschaGranato @ 21/12/2012, 18:54) 
Non credo ci sia nulla di supponente in una descrizione simile. Lo scopo era quello di esaltare un certo tipo di tonalità, per portare avanti un discorso a cui tengo molto, che riguarda una maggior cura per quelle sfumature che spesso vengono trascurate, come la fotografia e la scenografia. Forse ho esagerato con descrizioni troppo letterarie, appesantendo il tutto, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.

L'ho definita supponente, perchè supponi che il pubblico la giudichi "suggestiva". Come fai a prevedere la reazione del pubblico? Io, ad esempio, una scena virata color seppia la giudico per nulla suggestiva, anzi, la definirei "banale" (il viraggio).

CITAZIONE (SaschaGranato @ 21/12/2012, 18:54) 
Sapevo sarebbe stato azzardato proporre un film così lungo, ma non me ne pento. Continuo a difendere questa sua caratteristica, perchè non farlo significherebbe snaturare tutto il film. Lo spessore narrativo di Favola Americana deriva soprattutto dalla sua longevità. Una durata considerevole, ma mai ingiustificata. I personaggi secondari hanno ruoli brevi, ma ben approfonditi, perchè sono loro a comporre la trama principale. Il film apre e chude piccoli capitoli, componendo un'opera fondata tutta sui personaggi. Comunque non credo vi siano sequenze fini a sè stesse.
Aggiungo un altro aspetto importante; ci sono film che nascono con il solo scopo d'intrattenere. Sono quelle opere che si gustano divorandole in un sol boccone. Non è proprio il caso di Favola Americana. Questo è un film che va letto così come si sorseggia del vino; poi i gusti sono gusti, e il vino può anche non piacere. Ma credo sia altrettanto azzardato da parte di un lettore la pretesa di divorare 200 e passa pagine, godendosi ogni singolo istante. Credo sia impossibile.

Se all'inizio della scrittura sei partito da un'idea di base, che si è ampliata via via con storie parallele utili all'intreccio di base, ed indispensabili per dare solidità e coerenza al racconto, allora hai ragione. Se, invece, hai scritto quelle sottotrame per allungare il brodo, no.

CITAZIONE (SaschaGranato @ 21/12/2012, 18:54) 
Quando scrivo faccio molti errori di battitura. E' una grave mancanza, ma conto di migliorare. Sull'impostazione di Celtx non capisco perchè sulla home page di CK sia così sballata e purtroppo temo non sia dipeso da me, ma da un errore durante l'invio della mail a Pinox. Anche perchè lo script scaricabile dal sito mantiene il formato originale.

E' evidente che non hai impostato il formato di pagina corretta, ma non appena hai visto che ti uscivano tutti quei <continued>, perchè non hai chiesto sul forum come risolvere? Così anche il formato html che hai inviato a Pinox. Celtx non esporta in questo formato le tabulazioni e la forma corretta delle parti di sceneggiatura. La soluzione c'è ed è molto semplice. Basta avere l'umiltà di chiedere.
 
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SaschaGranato
view post Posted on 22/12/2012, 00:13




CITAZIONE
E' evidente che non hai impostato il formato di pagina corretta, ma non appena hai visto che ti uscivano tutti quei <continued>, perchè non hai chiesto sul forum come risolvere? Così anche il formato html che hai inviato a Pinox. Celtx non esporta in questo formato le tabulazioni e la forma corretta delle parti di sceneggiatura. La soluzione c'è ed è molto semplice. Basta avere l'umiltà di chiedere.

Mah se non ricordo male avevo chiesto delle info dal forum ricevendo il tuo aiuto e quello di Oren. Probabilmente devo aver pasticciato io in qualche modo rovinando l'impaginazione. In oltre, come al solito, mi sono ridotto all'ultimo minuto e mi sono trovato a correre come un matto e a certi dettagli non ho più badato.
 
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Andrew.
view post Posted on 22/12/2012, 01:17




CITAZIONE (SaschaGranato @ 21/12/2012, 19:38) 
CITAZIONE
Mi serve una colonna sonora per Diamond Dogs, me le vendi?

Sarebbe bello non perdere tutto quel lavoro, ma devo cercare di recuperare i file e trasferirli sulla rete. I brani sono solo quattro, alcuni dei quali hanno dei pezzi composti appositamente per scene di guerra. Se sei davvero interessato posso provare a recuperarteli e mi dici se ti piacciono o meno...nel caso posso comporne delle altre.

Guarda, se questi brani tu non pensi di usarli più per CK e se andassero bene per il mio film (dovrei ovviamente ascoltarli) li comprerei volentieri (in euromatik, si intende :P).
 
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41 replies since 8/12/2012, 00:55   1746 views
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