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La variante di Lüneburg
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La variante di Lüneburg, Dreaming Studios

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Clint1994
view post Posted on 9/12/2012, 15:31




CITAZIONE (SaschaGranato @ 9/12/2012, 14:42) 
CITAZIONE
(un po' azzardata la citazione a C'era una volta in America, eh! ).

Oddio Clint...se reputi quella citazione azzardata non oso immaginare come reputerai il mio omaggio dedicato a C'era una volta in America. E' incredibile come io e Mastruccio (involontariamente) arriviamo a toccare più o meno gli stessi punti...è strana come cosa.

Vedrò e giudicherò ;)
Nel caso di La variante di Luneburg, è azzardata perché quell'inquadratura finale di C'era una volta in America è una delle immagini conclusive più famose della Storia del cinema... E, insomma, fare un finale con quella stessa inquadratura era rischioso.

Non penso che anche tu abbia citato proprio il finale ^_^
 
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mastruccio
view post Posted on 13/12/2012, 23:25




Visto che altre recensioni ancora non ne arrivano, vado a dare qualche risposta a Francis e Clint.

CITAZIONE
anch'io ho pensato che le due parti del film (la storia di Mayer e quella di Tabori e Frisch) non si intersechino molto bene fra loro, che anzi alla fine la coesione fra le due sia abbastanza inesistente (Francis)

La stessa cosa l'ho pensata anche io, quando ho letto il libro, ma non che fosse inesistente, semmai di difficilissima traduzione cinematografica. Non ricordo chi dei veterani ha detto di aver provato qualche tempo fa a trasporre "la variante di Luneburg", ma di aver tralasciato il progetto perchè in difficoltà. Ho avuto grandi difficoltà anche io, e ho inventato parecchie scene e personaggi che risolvessero questa cosa. Nel libro il racconto è in prima persona (Tabori). Quindi il suo racconto spazia molto repentinamente da un luogo all'altro e da uno spazio temporale all'altro senza grossi problemi. La storia di Mayer serve da preambolo, per rendere protagonista della storia il mondo degli scacchi, i suoi personaggi così appassionati da farne una ragione di vita, e per spiegare il carattere di Tabori adulto, che ormai, chiuso nel suo appartamento-museo, vive solo con l'unico pensiero di trovare Fischer e concludere la partita iniziata nel campo di concentramento. Mayer è il personaggio di raccordo fra il presente ed il passato, colui che racconta. Penso che così le due parti possani essere meglio messe in relazione.

CITAZIONE
il suicidio di Frisch forse è troppo sorprendente, vista la freddezza e il cinismo mostrati in precedenza.(Francis)

Vedo che anche tu hai delle perplessità sulla decisione di Frisch/Fischer. E' la stessa decisione che hanno preso tantissimi veri protagonisti di quella terribile vicenda. Il carattere freddo e cinico di Fischer è solo procurato dal senso di onnipotenza che il regime nazista conferiva loro. Nella vita odierna Frisch è un uomo di potere, un magnate dell'industria, quindi conserva in qualche modo quel cinismo. Ma è un uomo che nel suo io profondo è terrorizzato, cosa che nel libro è più evidente. Appena gli crolla il mondo addosso non vede altra via d'uscita. Quindi mi sembra del tutto plausibile che preferisca finire in quel modo.

CITAZIONE
anche secondo me era meglio concentrarsi sulla seconda parte, che è ovviamente è quella più riuscita e interessante, e quindi tagliare un po' di più della prima parte, dato che dell'infanzia di Mayer in fin dei conti ci interessa poco, perché il nocciolo della trama è un altro; personalmente avrei accorciato anche la primissima scena, in cui la governante e il maggiordomo cercano Frisch. (Clint)

La risposta a Francis penso possa essere buona anche per Clint; per quanto riguarda la prima scena, il ritmo e lo stile sono adattati al tipo di cinema che ho visto di Haneke, e mi è servita per presentare il tipo di ambiente in cui vive Frisch, il carattere preciso e meticolosamente ordinato delle sue giornate a Vienna, per presentare la moglie e il tipo di rapporto che ormai hanno, e per iniziare a far vedere quanto gli scacchi siano importanti per lui. Se avessi accorciato questa scena, avrei dovuto in qualche modo tratteggiare queste cose molto importanti nella scena a Monaco, prendendo, a mio avviso, molte più pagine.

CITAZIONE
Non mi è chiara una cosa, però: quando Mayer racconta la propria storia e fa il nome di Tabori, Frisch dice più volte di non averlo mai sentito nominare, eppure praticamente tutta la sua giovinezza è stata segnata dalla rivalità con Tabori, prima fuori e poi dentro il campo di concentramento. Quindi quando insiste nel dire che non lo conosce, Frisch mente o davvero si è dimenticato di lui? (Clint)

Lo stesso dubbio è venuto anche a me mentre scrivevo. Mi sono risposto pensando che dice di non conoscerlo per paura di far scoprire la sua reale identità (lui lo conosceva quando si chiamava Fischer), riuscendo però molto bene a nasconderla (la paura). Ricordiamoci che è un espertissimo giocatore di scacchi, e quindi abile a nascondere ciò che pensa realmente.

La citazione dell'ultima inquadratura di "C'era una volta in America" è un mio omaggio al film che mi ha aperto un mondo, quando l'ho visto al cinema tantissimi anni fa. Lo considero il migliore film che abbia mai visto, ed è quello che ha tracciato un solco profondo nella mia concezione di cinema, tra il prima (andavo a vedere filmetti solo per divertirmi con gli amici) e il dopo. Già amante del cinema, mi è esplosa dentro la voglia di conoscerlo dentro, i suoi trucchi e le magie, i segreti di come si riesce ad far incollare allo schermo milioni di spettatori in tutto il mondo. Si, forse ho osato troppo, ma l'ho fatto col cuore.
 
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view post Posted on 14/12/2012, 00:53

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CITAZIONE (mastruccio @ 13/12/2012, 23:25) 
Visto che altre recensioni ancora non ne arrivano, vado a dare qualche risposta a Francis e Clint.

CITAZIONE
anch'io ho pensato che le due parti del film (la storia di Mayer e quella di Tabori e Frisch) non si intersechino molto bene fra loro, che anzi alla fine la coesione fra le due sia abbastanza inesistente (Francis)

La stessa cosa l'ho pensata anche io, quando ho letto il libro, ma non che fosse inesistente, semmai di difficilissima traduzione cinematografica. Non ricordo chi dei veterani ha detto di aver provato qualche tempo fa a trasporre "la variante di Luneburg", ma di aver tralasciato il progetto perchè in difficoltà. Ho avuto grandi difficoltà anche io, e ho inventato parecchie scene e personaggi che risolvessero questa cosa. Nel libro il racconto è in prima persona (Tabori). Quindi il suo racconto spazia molto repentinamente da un luogo all'altro e da uno spazio temporale all'altro senza grossi problemi. La storia di Mayer serve da preambolo, per rendere protagonista della storia il mondo degli scacchi, i suoi personaggi così appassionati da farne una ragione di vita, e per spiegare il carattere di Tabori adulto, che ormai, chiuso nel suo appartamento-museo, vive solo con l'unico pensiero di trovare Fischer e concludere la partita iniziata nel campo di concentramento. Mayer è il personaggio di raccordo fra il presente ed il passato, colui che racconta. Penso che così le due parti possani essere meglio messe in relazione.

CITAZIONE
il suicidio di Frisch forse è troppo sorprendente, vista la freddezza e il cinismo mostrati in precedenza.(Francis)

Vedo che anche tu hai delle perplessità sulla decisione di Frisch/Fischer. E' la stessa decisione che hanno preso tantissimi veri protagonisti di quella terribile vicenda. Il carattere freddo e cinico di Fischer è solo procurato dal senso di onnipotenza che il regime nazista conferiva loro. Nella vita odierna Frisch è un uomo di potere, un magnate dell'industria, quindi conserva in qualche modo quel cinismo. Ma è un uomo che nel suo io profondo è terrorizzato, cosa che nel libro è più evidente. Appena gli crolla il mondo addosso non vede altra via d'uscita. Quindi mi sembra del tutto plausibile che preferisca finire in quel modo.

Allora forse io avrei mantenuto il punto di vista di Tabori e il racconto in prima persona, che trattato opportunamente avrebbe reso tutto più unitario. E poteva rendere ancora più pregnante la citazione da C'era una volta in America :P . E per quanto riguarda il suicidio di Frisch/Fischer, avrei aggiunto qualche scena che lo giustificasse. Sì, lo so che probabilmente mi dirai che a posteriori sono buoni tutti, però forse sarebbe venuto più compatto.
 
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mastruccio
view post Posted on 14/12/2012, 12:17




CITAZIONE (Francis Delane @ 14/12/2012, 00:53) 
E per quanto riguarda il suicidio di Frisch/Fischer, avrei aggiunto qualche scena che lo giustificasse. Sì, lo so che probabilmente mi dirai che a posteriori sono buoni tutti, però forse sarebbe venuto più compatto.

Avrei corso il serio rischio di far diventare il film didascalico. Ma scusa, non capisco il tuo bisogno di capire come si giustifica il suicidio di Frisch, addirittura sentendo il bisogno di avere ancora delle scene in più. Se nella recensione al "Canto di Kalì" scrivi:
CITAZIONE
Non capiremo nulla neanche noi di quello che succede, ma non è lo scopo del film farci capire. In fondo, cosa c'è da capire? Questo orrore non è la resurrezione di un cadavere, è la disperazione di fronte al Male del mondo, che è l'inesausto Canto di Kali

mi spieghi cosa vuoi capire di più? Considerando che, invece, qui parliamo di orrore vero, vissuto e drammaticamente recente, mica le fantasiose storie inventate da uno scrittore.
 
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Andrew.
view post Posted on 14/12/2012, 12:35




CITAZIONE
Vedo che anche tu hai delle perplessità sulla decisione di Frisch/Fischer. E' la stessa decisione che hanno preso tantissimi veri protagonisti di quella terribile vicenda. Il carattere freddo e cinico di Fischer è solo procurato dal senso di onnipotenza che il regime nazista conferiva loro. Nella vita odierna Frisch è un uomo di potere, un magnate dell'industria, quindi conserva in qualche modo quel cinismo. Ma è un uomo che nel suo io profondo è terrorizzato, cosa che nel libro è più evidente. Appena gli crolla il mondo addosso non vede altra via d'uscita. Quindi mi sembra del tutto plausibile che preferisca finire in quel modo

E' proprio il terrore che io avrei voluto vedere. Non si vede per tutto il film, lo si può benissimo immaginare, ipotizzare, averne infine una conferma dal finale, però non lo vediamo mai nella sceneggiatura. Cioè, se non si fosse ucciso, non avremmo mai capito veramente cosa lui prova dentro di sè, quindi il finale è l'unica cosa che ci permette alla fine di capire che era terrorizzato, altrimenti avremmo potuto anche ipotizzare che si facesse beffe del suo passato.
Io avrei indugiato di più su di lui e sul suo post-nazismo, ma comunque non sto dicende che la tua sia una scelta pessima, è questione di gusti e ci può anche stare il lasciare soltanto intuire.
 
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mastruccio
view post Posted on 14/12/2012, 12:55




CITAZIONE (Andrew. @ 14/12/2012, 12:35) 
E' proprio il terrore che io avrei voluto vedere. Non si vede per tutto il film, lo si può benissimo immaginare, ipotizzare, averne infine una conferma dal finale, però non lo vediamo mai nella sceneggiatura. Cioè, se non si fosse ucciso, non avremmo mai capito veramente cosa lui prova dentro di sè, quindi il finale è l'unica cosa che ci permette alla fine di capire che era terrorizzato, altrimenti avremmo potuto anche ipotizzare che si facesse beffe del suo passato.
Io avrei indugiato di più su di lui e sul suo post-nazismo, ma comunque non sto dicende che la tua sia una scelta pessima, è questione di gusti e ci può anche stare il lasciare soltanto intuire.

E' stata una ia scelta precisa. Secondo me, se avessi paleasto in maniera così evidente il terrore che Frisch vive nascondamente, ne sarebbe risultato un film scontato, dove in maniera lienare, e banale, vediamo un uomo che vive la sua vita pubblica nascondendo al mondo la sua reale natura (e scopriamo poi, anche la sua reale identità), un ragazzo che sa tutto di lui e lo inchioda alle sue respnsabilità, l'uomo, che in fondo si nasconde perchè è un vigliacco, che compie l'unico gesto che considera sensato da fare. Dov'è la sorpresa?
Ho soltanto accennato ad un qualcosa che lo inquieta, per un attimo, quando incontra gli occhi di un uomo, alla stazione. Dice di aver visto un fantasma. Chiaro che pensavo al fantasma del suo passato.
 
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view post Posted on 14/12/2012, 13:36

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CITAZIONE
CITAZIONE (Francis Delane @ 14/12/2012, 00:53)
E per quanto riguarda il suicidio di Frisch/Fischer, avrei aggiunto qualche scena che lo giustificasse. Sì, lo so che probabilmente mi dirai che a posteriori sono buoni tutti, però forse sarebbe venuto più compatto.

Avrei corso il serio rischio di far diventare il film didascalico. Ma scusa, non capisco il tuo bisogno di capire come si giustifica il suicidio di Frisch, addirittura sentendo il bisogno di avere ancora delle scene in più. Se nella recensione al "Canto di Kalì" scrivi:
CITAZIONE
Non capiremo nulla neanche noi di quello che succede, ma non è lo scopo del film farci capire. In fondo, cosa c'è da capire? Questo orrore non è la resurrezione di un cadavere, è la disperazione di fronte al Male del mondo, che è l'inesausto Canto di Kali

mi spieghi cosa vuoi capire di più? Considerando che, invece, qui parliamo di orrore vero, vissuto e drammaticamente recente, mica le fantasiose storie inventate da uno scrittore.

Nel caso di Kali, era un orrore non umano: qualcosa di talmente alieno dalla nostra esperienza, dalla nostra realtà, così contorto e distante, che il non-detto risulta il mezzo più efficace per esprimerlo. Un Male mi verrebbe da dire quasi metafisico, incomprensibile e lontano come lo sono gli dèi (quelli pagani, si intende), se non viene detto e specificato fa ancora più paura.
Un male umano, come quello di Fischer, invece dev'essere descritto per essere tangibile. La cosa poteva funzionare se tu avessi costruito tutta la parte di Fischer sul non-detto, su quello che non si vede: ma a conti fatti, Fischer dei tre è quello che sta meno in scena, e viene spodestato prima da Meyer e poi da Tabori, nel cui racconto compare come un sadico aguzzino senza scrupoli. Non sto dicendo che non si capisca che ha avuto paura ed è terrorrizato dall'aver visto il suo lato più oscuro, bada bene, sto dicendo che non si vede perché la storia è raccontata sempre dal punto di vista di un altro: il che, in un film ma anche in un'opera scritta, equivale più o meno alla non-esistenza.
In altre parole, per capire ho capito benissimo, ma proprio perché ho capito penso che, se la cosa avesse avuto più spazio, sarebbe risultata più forte. Quindi, se non vere e proprie scene aggiunte, bastava qualche dettaglio in più.
 
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mastruccio
view post Posted on 14/12/2012, 13:53




CITAZIONE (Francis Delane @ 14/12/2012, 13:36) 
Nel caso di Kali, era un orrore non umano: qualcosa di talmente alieno dalla nostra esperienza, dalla nostra realtà, così contorto e distante, che il non-detto risulta il mezzo più efficace per esprimerlo. Un Male mi verrebbe da dire quasi metafisico, incomprensibile e lontano come lo sono gli dèi (quelli pagani, si intende), se non viene detto e specificato fa ancora più paura.
Un male umano, come quello di Fischer, invece dev'essere descritto per essere tangibile.

La penso esattamente all'opposto di te. Se il male è non umano, metafisico, alieno dalla nostra esperienza, sconosciuto, distante, come faccio a renderlo "visibile" e "conosciuto" al pubblico? Ne parlo anzi di più, e cerco di renderlo più "vero" e "reale" affinchè chi sta partecipando alla mia storia ne sia perfettamente consapevole. Al contrario, quando di un "male" ne conosciamo ormai tutti i risvolti e le tragedie, io che racconto storie non ho bisogno di dover aggiungere molto altro, perchè il pubblico già ne è cosciente.
 
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World ^_^
view post Posted on 14/12/2012, 13:56




E invece no, Mastruccio. Dipende. Secondo me se tu vuoi che il mistero rimanga tale non lo sveli... perchè il mistero, una volta svelato, è banale... e persino risibile. E la religione (e l'ignoto) senza mistero cosa sono, se non ciarlataneria?
 
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mastruccio
view post Posted on 14/12/2012, 14:42




Appunto, dipende. Dipende dall'argomento di cui stiamo parlando. Mi pare chiaro che se voglio che un mistero resti tale, meno ne parlo, spiego, chiarisco, meglio è. Io mi riferivo alla differenza di "trattamento" che riserverei alla descrizione cinematografica di uno stato d'animo umano, davanti a due tipi di esperienze diverse: una assolutamente reale e sviscerata in mille maniere, già conosciuta dal pubblico, ed una invece che il pubblico non conosce e non sa come rapportarcisivi.
Francis sentiva il bisogno di ulteriori dettagli che spiegassero la scelta di Frisch di farla finita. Per me dettagli superflui. Nel caso, invece, del "Canto di kalì", a cui faceva riferimento Francis, il mio discorso sui buchi di sceneggiatura fatto nella discussione apposita riguardavano tutte le situazioni marginali ma non risolte che anche altri hanno fatto notare, non sulla parte riguardante il dolore del protagonista per una tragedia scientemente inspiegabile e, quindi, giustamente inspiegata.
 
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view post Posted on 14/12/2012, 14:51

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CITAZIONE (mastruccio @ 14/12/2012, 14:42) 
Appunto, dipende. Dipende dall'argomento di cui stiamo parlando. Mi pare chiaro che se voglio che un mistero resti tale, meno ne parlo, spiego, chiarisco, meglio è. Io mi riferivo alla differenza di "trattamento" che riserverei alla descrizione cinematografica di uno stato d'animo umano, davanti a due tipi di esperienze diverse: una assolutamente reale e sviscerata in mille maniere, già conosciuta dal pubblico, ed una invece che il pubblico non conosce e non sa come rapportarcisivi.
Francis sentiva il bisogno di ulteriori dettagli che spiegassero la scelta di Frisch di farla finita. Per me dettagli superflui. Nel caso, invece, del "Canto di kalì", il mio discorso sui buchi di sceneggiatura riguardavano tutte le situazioni marginali ma non risolte che anche altri hanno fatto notare, non sulla parte riguardante il dolore del protagonista per una tragedia scientemente inspiegabile e, quindi, giustamente inspiegata.

Sì, ma allora Fischer doveva essere in scena per più tempo. Nel tuo film, dei tre personaggi, Fischer è quello che si vede meno, quello meno presentato alla vista dello spettatore, quello che alla fine, ai nostri occhi, è l'aguzzino del racconto di Tabori, non un uomo che si vergogna del suo passato, e che prima è apparso essere un uomo tutto d'un pezzo, anche un po' stronzo. Che si suicidi, non dico che è immotivato (non lo è), ma è una transizione un po' brusca.
Poi, alla fine è il mio parere personale, secondo te si spiega bene così e quindi va bene, eh... Non ti sto dicendo che hai fatto una cazzata...

P.S. Nel mio caso, il buonismo di una recensione deriva dal timore di offendere.
 
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view post Posted on 14/12/2012, 17:07
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Io invece non ho trovato il suicidio di Fischer così improvviso e spiazzante, anzi, come ha detto Mastruccio, mi è sembrata una reazione piuttosto credibile dato che proprio la storia ci ha dimostrato che persone come Fischer, che hanno fatto quello che hanno fatto, pur di sottrarsi a un giusto processo si sono ammazzate. Anche perchè, persone come loro, potranno essere apparentemente spietate e sicure quanto vogliono ma nel profondo sono fortemente vigliacche d'altronde si nascondevano dietro la follia del regime per giustificare le loro azioni e prendersela con persone indifese. E questa vigliaccheria insita in certi personaggi non ha neanche bisogno di essere spiegata, io la do per scontato.
E poi c'è anche da dire che quando si racconta una storia (o meglio si scrive un film) si devono fare delle scelte e decidere su cosa soffermarsi e su cosa no. Non si può parlare di tutto e dare una spiegazione esplicita a ogni cosa altrimenti verrebbe un film lungo ehm 3 ore ehm.
E' chiaro che MAstruccio si sia concentrato principalmente su Tabori che è il vero protagonista della storia e Fischer, per quanto importante nella vicenda, è "secondario". Infatti di lui non si sa quasi nulla al di fuori dell'ossessione per gli scacchi.
 
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mastruccio
view post Posted on 26/12/2012, 23:25




Al sondaggio, fin dai primissimi giorni, ho visto un 7 che non ho riscontrato alle recensioni. Può essere stato uno sbaglio di votazione? Chi ha votato quel 7? Lo chiedo per curiosità, ma anche perchè, ai fini Awards, abbassa la media, e se è stato dato per errore sarebbe meglio saperlo. ;)
 
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Nuno Vox
view post Posted on 29/12/2012, 16:49




Soggetto: Lo spunto è molto interessante. La storia che si sviluppa avvincente ed emozionante. L'idea di mantenerne l'ambientazione europea coraggiosa ma vincente. 8
Sceneggiatura: Mastruccio scrive molto bene e lo script è molto preciso e attento. Il ritmo funziona, le scene sono ben congeniate nei tempi e nelle parti descrittive. L'attenzione dello spettatore è assorbita completamente. Mi piace molto. 8
Regia: Haneke è una scelta non scontata che all'inizio qualche perplessità me l'aveva sollevata. Ma alla fine dei conti devo dire che mi ha decisamente convinto. 7,5
Cast: Scelto con grande cura, nel complesso funziona in ogni sua parte. Perfetto Von Sydow in un ruolo che sembra creato per lui, molto convincente Germano e nota di merito per un sorprendente Schell. 8
Locandina: Non mi piace. Poco incisiva, poco da ricordare. 5,5
Musiche: Molto efficaci, impreziosiscono non poco la pellicola. Bellissima la gestione di titoli di testa e di coda in video. Idea che probabilmente ruberò. 8
Sito: Mi fa molto piacere vedere una casa giovane che si prende la briga di perdere un po' di tempo per fare il sito del film. Semplice, migliorabile soprattutto graficamente e come layout. Ma già una buona cosa che ne sottolinea l'impegno. 7
Voto complessivo: Mi sono avvicinato a questo film con curiosità, ritrovandomi con una certa sorpresa un prodotto fatto benissimo. Sì, mi è piaciuto moltissimo. La Dreaming ha sfornato un grandissimo film, col piglio del veterano. Sicuramente uno dei più belli della stagione, ma anche una delle cose migliori che ho letto negli ultimi anni. Il film ha tutti i crismi per essere definito un vero e proprio gioiello. E' un film crudo, appassionante, emozionante. Scritto molto bene e sostenuto da un ottimo cast e una validissima parte musicale. Tanto di cappello a Mastruccio, che ai miei occhi si innalza con questa opera al livello dei migliori produttori di Cinematik. Entrambi i pollici su e standing ovation per un film che non dimenticherò. 8,5

PS
Al sondaggio ho dato 9. :)
 
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mastruccio
view post Posted on 31/12/2012, 12:05




Grazie per la tua entusiasta recensione. :D
Mi fa piacere che il film ti abbia colpito in così gran bel modo. Mi hai dato un'iniezione di entusiasmo in più.
Per la locandina è vero che non ci ho messo un granchè di impegno. L'immagine è un dettaglio di un quadro che ho trovato in rete, senza alcun lavoro di fotoritocco. Ci ho solo schiaffato i titoli, e basta. In ogni caso, mi è sembrata abbastanza evocativa, per via delle pedne degli scacchi e quell'alone rosso sangue, che immagino rimanda a qualcosa di efferato.
 
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41 replies since 1/12/2012, 10:04   3621 views
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