| Looking for Hope - Gruppo Fraludada
Soggetto & Sceneggiatura: Francis e Tim Burton: la nuova opera del Gruppo Fraludada è uno script originale, francisiano al 100 per cento, ed è evidente nel suo omaggio/recupero del miglior cinema burtoniano. Da un soggetto continuamente sospeso tra realtà e immaginazione, tra sconfitta e riscatto di un regista in crisi d'ispirazione (chi ha citato Otto e mezzo di Fellini?), ne esce fuori una sceneggiatura brillante e coinvolgente, credibile persino nei momenti più irrealistici e "magici", ancora di più giustificati al pubblico con l'idea finale del film nel film: non solo intelligente escamotage, tale da far risultare credibile ciò che non lo è, ma ulteriore tassello metacinematografico di un film che già in fasce, programmaticamente, Francis s'era prefissato di dedicare interamente al suo amore cinematografico per eccellenza. Di solito film così personali non sempre hanno la fortuna di incontrare i gusti del "grande pubblico", ma stavolta a Francis la ciambella è venuta col buco, suscitando in chi legge (parlo per me, ovviamente) tanta emozione e una gran voglia di lasciarsi cullare da una bella favola, che va al di là della semplice storia di un regista in crisi ma coinvolge pienamente perchè parla tra le altre cose della fantasia creativa, della libertà, del tempo che scorre inesorabile, del talento che va sì coltivato ma che ha bisogno anche di una Musa ispiratrice (la magnifica Hope del film, che non vediamo mai parlare, ma è come un nume tutelare, una dea benefica, attorno alla quale ruotano le vite e le fortune di tutti i personaggi). Sceneggiatura quindi, ad alto tasso emozionale ed empatico, che - come ho già detto prima- scavalca bellamente anche qualche piccolo buco narrativo (penso ad alcuni episodi fortuiti quando Tom e soci cominciano a "incastrare" l'affarista re degli effetti speciali) grazie alla sospensione d'incredulità, che nell'universo semifantastico messo in piedi da Francis fa sembrare tutto vero. Finale di rara bellezza, e sono sincero. La scena del risveglio di Hope sulle note di When you believe è riuscitissima per le emozioni che ti riesce a dare. Io stesso l'ho rivista/riletta un paio di volte e posso dire che entra, di diritto, nell'antologia delle scene cinematikiane più memorabili. Ma ci sono altre cose, che dirò più avanti...
Regia: Storia cucita addosso a Tim Burton, come un vestito che infatti gli calza a pennello. La programmatica intenzione di prendere spunto dalla figura del regista di Burbank era già nota, ma bisogna dire che questa non risalta mai in maniera artificiosa, stucchevole, o eccessivamente manifesta. Al contrario il personaggio di Tom (quello del regista in crisi di ispirazione, incapace di sognare) funziona sempre bene e ha anche notevoli riferimenti "alti" in tanto cinema precedente. Tornando più specificamente alla regia, qui Burton ritrova la commistione realtà-fantasia che lo ha reso celebre e amato, ricordandoci soprattutto Big Fish, anche grazie alle tante tematiche affrontate. Un regista "ritrovato", dunque, grazie a un riuscito atto d'amore di un suo grande fan.
Personaggi & Cast: Volendo essere burtoniano fin nel midollo, Francis non ha potuto non prendere Johnny Depp per ricoprire il ruolo del regista Tom. Depp, dal canto suo, se la cava benissimo, ma bisogna dire che la forza di questo film con impianto da favola (non a caso è la stessa ragazza, interpretata da Saoirse Ronan ad affibbiare ad ognuno di loro nomignoli particolarmente azzeccati, che rimandano direttamente all'immaginario classico favolistico, da Peter Pan a Pinocchio) è in un impianto corale, con personaggi tutti molto teneri e umani, ai quali è facile affezionarsi. Io per esempio ho trovato impagabile la figura di Jerry (uno straordinario Michael Keaton), cantautore libero e squattrinato, per non parlare del tenero padre di Hope interpretato dal sempre grande Pacino. Bravissima Saoirse Ronan, autentico motore della vicenda soprattutto nella prima parte, per come risvegli Tom dal suo torpore e pian piano trascini il suo Pinocchio nel mondo di favola, che presto si schiuderà davanti a loro. Ben tratteggiato anche Dan Aykroyd che, da consumato attore qual è, si è prestato ottimamente nel ruolo dello spregiudicato affarista hollywoodiano re degli effetti speciali, che domina l'intero paesino in cui si svolge l'avventura (altro personaggio ed ennesimo film illustre che mi è venuto in mente: il signor Potter de La vita è meravigliosa, di Frank Capra). Concludiamo con Hope, motore immobile dell'intero film, stupenda musa ispiratrice intorno alla quale ruotano tutte le vicende del nostro gruppo di eroi: per la sua moderna "bella addormentata" Francis non avrebbe potuto scegliere volto migliore di quello di Winona Ryder. Anche se non profferisce parola la sua presenza è viva e di gran spessore in tutto il film, pertanto spero che non venga dimenticata come attrice non protagonista.
Colonna sonora, locandina & sito: Colonna sonora bella e trascinante, che ben sottolinea non solo i momenti più fantastici, ma anche quelli più intimisti o emotivamente "importanti". La già citata When You Believe, nel finale, è trascinante come poche e contribuisce tantissimo nel creare quel mood emozionale, che alla fine condurrà lo spettatore a una lacrimuccia liberatoria. La locandina non l'ho ancora vista, così come il sito. Aggiornerò la rece più avanti, valutando anche questi aspetti.
Considerazioni finali: Non sono il tipo che fa tanti giri di parole e, come critico, cerco sempre di non slegare mai la ragione dal coinvolgimento emotivo. In questo caso posso dire che Looking for Hope mi ha convinto su tutta la linea, convincendomi della sua ottima riuscita, ma soprattutto "rapendomi" letteralmente per le circa due ore di durata. Immaginazione al potere, e al servizio di una storia con un'anima, di quelle che ti piacerebbe sul serio vedere (e rivedere) sugli schermi. Per quanto mi riguarda e senza paura di cadere in troppi complimenti: un film a cui voler bene. I miei complimenti.
Voto complessivo: 8.3
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