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Il paradiso del diavolo (Festival di Roma 2012)
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Il paradiso del diavolo (Festival di Roma 2012), Chimera Films

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Clint1994
view post Posted on 20/9/2012, 14:52




IL PARADISO DEL DIAVOLO by Clint94

“Il paradiso del diavolo” si presentava come un film molto misterioso, da cui nessuno sapeva bene cosa aspettarsi. Mi sono quindi avvicinato alla lettura con una certa curiosità, per capire che genere di prodotto fosse. Premetto che non ho visto nessun film di Lars Von Trier, ma lo conosco bene di fama e una certa idea su come deve essere il suo cinema me la sono fatta. E aggiungo che, a essere sincero, è un tipo di cinema che non mi attira affatto e che non ho intenzione di recuperare in tempi recenti. È comunque un autore con uno stile molto particolare, e scrivere un film di Cinematik che rientrasse nelle sue corde non era un'impresa facile. Da questo punto di vista “Il paradiso del diavolo” mi è sembrato simile a “Hurt'n home”: un film scritto quasi apposta per mettersi alla prova e vedere se si era in grado di scrivere un prodotto in linea con le altre pellicole di questo regista (con la differenza che il film scritto per Tarantino era originale, mentre questo è tratto da un libro). La storia inizia in modo tranquillo, con un gruppo di ambientalisti che protesta contro degli esperimenti nucleari fatti dall'esercito francese in un'isola e si impadronisce di questo piccolo paradiso. Anche a me è sembrato un po' troppo facile il modo in cui gli ambientalisti riescono ad allontanare l'esercito dall'isola, ma ci si può soprassedere. Una volta giunti a destinazione, sembrerebbe che il compito del gruppo di protagonisti sia quello di creare una sorta di paradiso per le specie animali in via d'estinzione. Ma in realtà ognuno dei componenti della spedizione ha delle aspettative diverse sul modo in cui sfruttare l'isola, e la missione ambientalista si rivela essere una scusa per un piano ben più folle. Man mano che il film progredisce, l'atmosfera diventa sempre più cupa, malsana e angosciante, in un climax davvero riuscito, fino a raggiungere un apice notevole nella parte finale. I personaggi pian piano mostrano il loro vero volto e quello che doveva essere un paradiso si trasforma in un inferno, o una prigione. Man mano che l'atmosfera si fa più inquietante, infatti, sembra di entrare progressivamente in una dimensione quasi fuori dal mondo, dove l'isola è il mondo intero, e dalla quale non si può fuggire. Le persone che sembravano amiche diventano dei pericolosi assassini da cui bisogna stare alla larga. L'isola diventa una sorta di piccolo regno popolato e governato esclusivamente dalle donne, considerate dalla dottoressa Barbara Rafferty, artefice di tutto il folle progetto, la più importante specie vivente in via d'estinzione, che necessita di essere protetta (e a questo serve l'isola). Gli uomini sono esclusi del tutto: chi non muore per cause naturali, per una malattia che colpisce solo gli uomini, come se la natura collaborasse con Barbara nel suo piano, viene massacrato dalle donne. L'unico maschio “eletto” è Neil, il più giovane membro della spedizione, affascinato e quasi ossessionato dalla figura di Barbara, che ha su di lui un ascendente incredibile e che lo manipola come le pare e piace. Ma il compito di Neil è semplicemente quello di mettere incinte le donne: una volta terminato il compito, anche lui sarà costretto a fuggire per evitare di essere massacrato dalle donne, come successo agli altri uomini della spedizione. È evidente insomma che il tema del rapporto uomo-donna sia centrale all'interno del film, e per quello che conosco di Von Trier, è un tema tipico del suo cinema. Mi ha colpito il fatto che in genere, da quello che so, in Von Trier sono le donne quelle che subiscono; invece ne “Il paradiso del diavolo” le donne sono la “razza dominante”, il sesso forte, contro cui gli uomini non possono nulla, se non cercare la fuga. C'è una sorta di ribaltamento di ruoli, che ho trovato interessante. Non mancano poi le scene visionarie ed enigmatiche: le visioni di Neil (la bomba atomica, l'immagine di Barbara nuda nel fondo del mare), la scoperta del rozzo dipinto... Molti inoltre hanno criticato la mancata introspezione psicologica della maggior parte dei personaggi, ma io credo che in un film come questo non bisogna cercare figure a tutto tondo e profonde descrizioni psicologiche: in un film come questo i personaggi sono più che altro simbolici, rappresentano ed estremizzano determinati concetti, ma è evidente che non possono essere considerati davvero “umani” o “realistici”. In questo senso, i due protagonisti, Barbara e Neil, sono perfettamente riusciti. Barbara è un personaggio notevolissimo, la cui progressiva regressione fino alla follia più totale, ma sempre accompagnata da un'apparente lucidità che mette davvero i brividi, è descritta molto bene; e Sharon Stone, fisicamente perfetta per il ruolo, dà davvero il meglio di sé, perché interpretare un personaggio del genere non era affatto facile. Oltre a lei, è vero che gli altri personaggi sono molto meno memorabili. Neil, che è la figura con cui lo spettatore si identifica più facilmente, è un personaggio abbastanza classico, anche se Jamie Campbell Bower offre comunque una buona performance. Gli altri restano sullo sfondo e alcuni sono davvero appena abbozzati (le due drogate). Mi sarei aspettato di più da Sophie, che invece resta un personaggio fin troppo secondario e il cui cambiamento è improvviso e radicale, in seguito all'indottrinamento di Barbara; Charlotte Gainsbourg in ogni caso è forse un po' sprecata, ma ci stava per creare l'atmosfera “alla Von Trier”. Mi è piaciuto Kiefer Sutherland, che ha il personaggio forse più simpatico di tutti. In generale, dunque, sono molte le cose che ho apprezzato di questo film, ma complessivamente non lo trovo del tutto riuscito. O meglio, da un'analisi oggettiva mi rendo conto che ha molte qualità, ma soggettivamente mi ha lasciato molto spiazzato. Il problema è che in generale questo “alla Von Trier” è un tipo di cinema che mi convince poco e “Il paradiso del diavolo”, appartenendo appieno a questa categoria, ne riprende (giustamente) tutte le caratteristiche, anche quelle che mi lasciano perplesso. Mi è sembrato insomma un film volutamente controverso e un po' studiato apposta per impressionare e sconvolgere, inserendo un po' di sesso, un po' di violenza, un po' di scene sgradevoli e un po' di scene enigmatiche per creare atmosfera (oltre a quelle già citate, mi viene in mente la scena in cui Kimo assale e ammazza l'hippy; ma in generale tutto il personaggio di Kimo è un enigma). È indubbio che sia un'opera interessante, ma mi è sembrata un'operazione anche un po' furba, come se dietro a tutte queste scene scioccanti non ci sia altrettanta sostanza.
La colonna sonora mi è sembrata buona, anche se forse non memorabile come altre di Andrew. Molti brani provengono da altri film del regista, ma va bene così, dato che noi non abbiamo la possibilità di farci comporre una soundtrack apposita.
Ad ogni modo, penso che l'obiettivo principale di Andrew fosse quello di fare un film in linea con quelli di Lars Von Trier, e in questo ci è pienamente riuscito. Non lo considero affatto un film minore della sua filmografia, o un film fatto in un periodo di crisi, anzi; credo che sia un tassello importante nella sua carriera, perché dimostra che è in grado di fare anche pellicole di questo tipo, così particolari e così enigmatiche, restando in linea coi film di un regista sicuramente difficile da utilizzare su Cinematik. Il fatto che non rientri tra i miei preferiti di Andrew e che il voto non sia altissimo dipende dai motivi sopra citati.

VOTO: 7


Aggiungo un paio di cose. Anche io ho trovato abbastanza fuori luogo i richiami al libro fatti da Mastruccio. Un film tratto da un libro va comunque considerato come un'opera a sé stante, e quindi non ha senso criticare certi tagli o certi cambiamenti operati da Andrew. Sono scelte che ha fatto, ma noi dobbiamo valutare solo quello che ci troviamo di fronte, senza considerare quello che c'era in più nel libro. Dobbiamo giudicare il film esclusivamente per quello che è, senza confrontarlo con la storia del libro.

Poi, ma questo è un discorso generale, ho notato anch'io che in moltissime recensioni viene criticata la brevità dei film. E mi sembra davvero strano, perché rispetto a qualche anno fa i film che escono adesso sono tutti di una durata più che accettabile. Ricordiamoci che Cinematik è Cinematik, non il cinema reale. Ha poco senso criticare un film perché magari nella realtà durerebbe troppo poco. Su Cinematik il limite è quello dei 30.000 caratteri, che sono pochi, ma fino a prova contraria un film che supera questo limite va considerato tale. In passato ho letto sceneggiature premiate e apprezzate che erano davvero corte (penso a tutti i film di Emilz, che erano sempre brevissimi ma spesso riscuotevano un buon successo). Anche perché se tutti i film che uscissero durassero 3h, Cinematik non sarebbe più un gioco, ma costerebbe davvero fatica. Quindi ben vengano i film non troppo lunghi come "Il paradiso del diavolo" o "Seven Days".
 
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view post Posted on 20/9/2012, 15:14
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Recensione di freddy_k

SOGGETTO: Ispirandosi a un romanzo di Ballard, scrittore che purtroppo non conosco, Andrew tira fuori un film che si può definire in una sola parola: angosciante. Pur non condividendone l'inizio shock, questo film presenta molti punti in comune con un altro film di Von Trier, "Antichrist". Ambientato su un'isoletta tropicale, comincia come una favola ambientalista, con la scienziata protagonista intenzionata a ricreare un paradiso tropicale in quel luogo prima utilizzato per esperimenti nucleari; piano piano, però, cominciano a emergere le vere intenzioni della donna, che sono ben diverse... Andrew è davvero abile a dosare l'angoscia che cresce, lentamente ma inesorabilmente, sino al violentissimo finale. Al contrario di Antichrist, però, qui la violenza è più psicologica che fisica.
SCENEGGIATURA: Ok come sempre, i dialoghi sono brevi e concisi, le descrizioni davvero ben fatte e senza dilungarsi troppo. Buona l'idea della divisione in capitoli.
REGIA E CAST: Von Trier scelta perfetta, assolutamente nulla da dire su questo, soprattutto dopo aver visto Dogville e Antichrist. Riesce a rendere nella maniera migliore l'angoscia che viene trasmessa man mano che la storia va avanti. Sul cast, perfetta Sharon Stone, che buca letteralmente lo schermo con la sua interpretazione, bravissimo anche Campbell, un po' in ombra tutti gli altri, soprattutto Sutherland e la Gainsbourg, speravo avessero un po' più spazio...
MUSICHE: Non le ho potute sentire, e mi dispiace parecchio visto il genere di film :(
LOCANDINA: Molto molto bella, la Stone sfocata dà veramente i brividi.

VOTO: 7.5 (7 al sondaggio)
 
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Andrew.
view post Posted on 20/9/2012, 15:28




Ringrazio gli ultimi recensori a cui non ho nulla da ribattere.
Solo una cosa a Clint: non rinunciare a guardare un film di Von Trier pensando che cerca solo la violenza o di shockare lo spettatore. Ci sono dei suoi film estremi, ma anche altri (ottimi) film più calmi e pacati che comunque ti rimangono impressi. Dogville, continuo a ripeterlo, è un film unico nel suo genere, ma nel vero senso della parola (è un film fatto senza scenografie, guardate qualche foto) e un cinefilo non dovrebbe perderselo, a prescindere dal genere preferito perchè di simili non ne trovi.
Comunque non voglio fare il sapientino, io sono il primo a cui mancano un sacco di capolavori, però ci tenevo a chiarire, se ce ne fosse bisogno, che questo regista merita comunque almeno una visione, prima di dire che non fa per voi, perchè magari potreste ricredervi.

 
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Clint1994
view post Posted on 20/9/2012, 15:39




Sì sì, su questo hai ragione. Diciamo che non è nella mia lista dei registi da recuperare in tempi brevi, ma prima o poi sicuramente guarderò qualcosa di suo, anche perché appunto magari potrebbe sorprendermi.
 
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canepa
view post Posted on 2/10/2012, 18:39




RECE by Tomcat: IL PARADISO DEL DIAVOLO
Un film a scoppio ritardato.


Immagino che vi chiederete il perchè del mio incipit; ebbene a mio modo di vedere, fra i tanti aspetti di una pellicola ce n’è una che potrebbe dividere in due le tipologie di film: quella che è di impatto immediato che lascia subito nello spettatore qualcosa che lo segna dentro (nel bene o nel male) e poi ci sono quelli che hanno necessità di “sedimentazione” per apprezzarli a pieno. Questo film, per me è della seconda specie; infatti alla fine del film, tralasciando la bellezza visiva dell’opera e la sua crudezza in tanti punti, mi ha portato a dire: Quindi?
Dopo un po di riflessione e appunto di sedimentazione, mi sono reso conto che questo film è un opera che ci sbatte contro il muso di come i leader carismatici, possano influenzare gli esseri più deboli, portandoli a fare nefandezze. Perchè Barbara è una leader carismatica che utilizza tutto il suo appeal e le tecniche di comunicazione per irretire i suoi compagni e fargli fare ciò che desidera.
In questo la pellicola è chiara: Barbara trova tutte le argomentazioni per portarsi dietro i compagni e più che il tempo passa, più viene fuori la sua indole. Indole malvagia che però ormai al momento della scoperta, ha già passato il punto di non ritorno. Vedere questa pellicola mi ha portato alla mente, tutti i dittatori (palesi e non), che nella storia, con le dovute proporzioni si sono comportati come lei.
Si potrebbe dire perfino una fan di Machiavelli, in cui il fine (contorto) giustifica i mezzi.
Ed in questo Andrew si conferma un cantore delle donne forti di CK. Grazie anche ad una rispolverata Stone (Arcadia prima di lui), che offre una prova attoriale con tutti i crismi.
Certo che vedere una storia su un isola sceneggiata da Andrew, porta alla memoria subito Lost e in parecchi tratti della pellicola, sembrava di essere proprio in quella location hawaiana.
Tutto bene? A livello di sceneggiatura devo dire che non mi ha fatto impazzire la velocità con cui si susseguono le scene, che è velocissima; tutte clip una dietro l’altra, senza dargli quell’ampio respiro che forse si meritavano. Ma dall’altra parte la scelta stilistica dei capitoli letterari è una scelta molto funzionale al viaggio dentro la follia e nella vera natura di Barbara. Senza tralasciare una carica sessuale notevole con Bower che “le tromba tutte”, con un amplesso memorabile e selvaggio proprio con la Stone.
Ma il film è anche crudo, con degli omicidi spietati e violenti e perfino infanticidi; la morte di Gubby è bella tosta seppur funzionale alla storia.
Se devo dire la verità mi è sfuggita dalal comprensione, la scena in cui Neil vede sott’acqua il corpo di Barabra morto, per poi scoprire un paio di scene dopo che la doc è viva e vegeta. Così come alcuni aspetti che rimangono un’interrogativo, come i disegni vicino alle torrette o lo sviluppo piatto di Kimo, che poteva essere un personaggio interessante in virtù della sua piccola repubblica. Inutile dire che tutti i protagonisti sono bravi, ma il padrone assoluto della scena, anche quando in scena non c’è è la Stone. Gli altri personaggi seppur sfaccettati, rimangono spesso a far da sfondo.
Trier alla regia mette in scena un film che gli si addice, anche se molto meno sperimentale di sue opere precedenti.
La locandina devo dire che non mi è piaciuta per niente, perchè alla fine non ti dice niente del film e il sito è assente.
Sulla colonna sonora niente da eccepire, perchè i brani scelti sono tutti giusti, con una predisposizione per Bjork (musa ispiratrice di Trier e per lui anche attrice) e anche brani dell’eclettico regista.
ConcludendoUn altra ottima prova di Andrew, che ci mostra un viaggio nell’inferno di una donna forte e senza scrupoli, decisa a fondare una società matriarcale; ma anche la voglia di coloro che l’hanno seguita, di trovare la loro utopia, anche a discapito della propria vita, affidandosi ad una leader carismatica.

Voto complessivo: 72/100
 
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MrPumpkinsLongshanks
view post Posted on 3/10/2012, 16:49




Okay.

Prima Recensione della mia carriera Cinematikiana.

IL PARADISO DEL DIAVOLO

Un film da un libro di Ballard? Complimenti per il coraggio! Dico davvero. Credo che dopo Stephen King sia lo scrittore horror più difficile da trasporre sullo schermo.Però, Andrew riesce a tirarne fuori un ben fatto. L'atmosfera ballardiana di angoscia è ben riproposta, riuscendo quindi a tenere il lettore incollato allo schermo fino alla fine. E questo non è poco. Anche la lentezza della sceneggiatura, secondo me, aiuta il senso di pericolo e di catastrofe imminente nella piccola isola. Ottima la scelta del cast con la Stone su tutti. Idem per Lars Von Trier. L'unica cosa che non mi è piaciuta tanto è la piattezza di alcuni personaggi. Ma questo, forse, è più colpa di Ballard che utilizza molto il "pensato" dei personaggi e molto meno l'"azione", rendendo difficile trasporre sullo schermo l'attività dei personaggi stessi.

 
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Andrew.
view post Posted on 4/10/2012, 23:12




Tomcat
Per quanto riguarda le scene che ti sono sembrate troppo veloci, prendo visione della critica, anche se non sono d'accordo al 100% dato che mi sono anzi sforzato di diluire un po' le vicende in modo da rendere appunto meno brusco il passaggio da una scena all'altra.
Per la scena con Barbara sott'acqua, è semplicemente una scena onirica, un'allucinazione o visione. Von Trier ne fa uso spesso.
Il murales nella torre viene rivelato da un discorso tra Neil e Barbare che ne è stata lei l'artefice.
Su Kimo, ti do ragione, potevo fare di meglio.

CITAZIONE
Trier alla regia mette in scena un film che gli si addice, anche se molto meno sperimentale di sue opere precedenti.

Uhm, sì, ha fatto opere più sperimentali, ma la maggior parte sono opere molto "tradizionali". Il suo ultimo Melancholia ne è un esempio.
CITAZIONE
La locandina devo dire che non mi è piaciuta per niente, perchè alla fine non ti dice niente del film

Non l'ho capita questa critica, ti puoi spiegare meglio? C'è la protagonista e c'è un gioco di colori che ne rende il volto un po' mostruoso... poi non sta scritto da nessuna parte che una locandina debba spiegare la trama di un film. Anzi, quasi mai si riesce a evincere una trama da una locandina, che in teoria dovrebbe solo trasmettere qualche sensazione su quella che sarà magari l'atmosfera o il tipo di film.



MrPumpkinsLongshanks

E' un onore essere il tuo primo film recensito e spero che questa sarà la prima recensione di una lunga serie (poi spero anche di poter ricambiare con un tuo film).
Hai ragione riguardo Ballard, più volte ho pensato di trasporre suoi racconti in cortometraggi, ma ogni volta mi rendevo conto che in quanto a trama erano davvero esili e si basavano quasi esclusivamente sulle atmosfere. Insomma, me la sono cercata :)
 
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canepa
view post Posted on 5/10/2012, 16:49




CITAZIONE (Andrew. @ 5/10/2012, 00:12) 
Tomcat
Per quanto riguarda le scene che ti sono sembrate troppo veloci, prendo visione della critica, anche se non sono d'accordo al 100% dato che mi sono anzi sforzato di diluire un po' le vicende in modo da rendere appunto meno brusco il passaggio da una scena all'altra.

E' stata una mia sensazione, non è detto che tutti abbiano sentito questa cosa. Io durante la visione, l'ho sentita sincopata.
CITAZIONE (Andrew. @ 5/10/2012, 00:12) 
Per la scena con Barbara sott'acqua, è semplicemente una scena onirica, un'allucinazione o visione. Von Trier ne fa uso spesso.
Il murales nella torre viene rivelato da un discorso tra Neil e Barbare che ne è stata lei l'artefice.

Immaginavo che fosse una cosa onirica; quasi un presagio della fine che gli avrebbe fatto fare proprio Neil.
Sui disegni avevo visto che erano opera sua, ma non riesco a capire cosa significassero. Tutto qui.
CITAZIONE (Andrew. @ 5/10/2012, 00:12) 
Su Kimo, ti do ragione, potevo fare di meglio.
CITAZIONE
Trier alla regia mette in scena un film che gli si addice, anche se molto meno sperimentale di sue opere precedenti.

Uhm, sì, ha fatto opere più sperimentali, ma la maggior parte sono opere molto "tradizionali". Il suo ultimo Melancholia ne è un esempio.

Tralasciando la mia ignoranza sui film di Trier, conosco Melancholia, solo che nella mia mente Trier è un regista molto sperimentale. Non voleva essere una critica forte, anzi ho trovato molto buona la regia del danese e poi come ormai avresti dovuto capire, non giudico la regia dai trascorsi registici con il film cinematikino, ma da quello che mi lascia dentro.
CITAZIONE (Andrew. @ 5/10/2012, 00:12) 
CITAZIONE
La locandina devo dire che non mi è piaciuta per niente, perchè alla fine non ti dice niente del film

Non l'ho capita questa critica, ti puoi spiegare meglio? C'è la protagonista e c'è un gioco di colori che ne rende il volto un po' mostruoso... poi non sta scritto da nessuna parte che una locandina debba spiegare la trama di un film. Anzi, quasi mai si riesce a evincere una trama da una locandina, che in teoria dovrebbe solo trasmettere qualche sensazione su quella che sarà magari l'atmosfera o il tipo di film.

Per me una locandina deve essere legata a quello che il film ti farà vedere. Proprio per questo non ho mai amato le locandine con i faccioni. Questa graficamente è ineccepibile con la foto della Stone, che sotto al volto ha un teschio. Però non mi ha emozionato. Forse avrei puntato su altro, tipo l'isola che è il fulcro della storia.
 
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Andrew.
view post Posted on 5/10/2012, 17:13




CITAZIONE
Sui disegni avevo visto che erano opera sua, ma non riesco a capire cosa significassero. Tutto qui.

Voleva essere semplicemente un'immagine disturbante che lasciava presagire che qualcosa di diabolico si aggirava nella mente di uno dei personaggi. Almeno nel libro era questa l'intenzione, poi non so se io ci sono riuscito a trasmetterla.


CITAZIONE
Tralasciando la mia ignoranza sui film di Trier, conosco Melancholia, solo che nella mia mente Trier è un regista molto sperimentale. Non voleva essere una critica forte, anzi ho trovato molto buona la regia del danese e poi come ormai avresti dovuto capire, non giudico la regia dai trascorsi registici con il film cinematikino, ma da quello che mi lascia dentro.

Sì, non era un tentativo di difendermi, dato che la tua non era una critica :)
Comunque magari la tua sensazione è anche dovuto al fatto che a cinematik Emil gli ha fatto fare solo film molto sperimentali.
 
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canepa
view post Posted on 5/10/2012, 17:25




CITAZIONE (Andrew. @ 5/10/2012, 18:13) 
CITAZIONE
Sui disegni avevo visto che erano opera sua, ma non riesco a capire cosa significassero. Tutto qui.

Voleva essere semplicemente un'immagine disturbante che lasciava presagire che qualcosa di diabolico si aggirava nella mente di uno dei personaggi. Almeno nel libro era questa l'intenzione, poi non so se io ci sono riuscito a trasmetterla.


CITAZIONE
Tralasciando la mia ignoranza sui film di Trier, conosco Melancholia, solo che nella mia mente Trier è un regista molto sperimentale. Non voleva essere una critica forte, anzi ho trovato molto buona la regia del danese e poi come ormai avresti dovuto capire, non giudico la regia dai trascorsi registici con il film cinematikino, ma da quello che mi lascia dentro.

Sì, non era un tentativo di difendermi, dato che la tua non era una critica :)
Comunque magari la tua sensazione è anche dovuto al fatto che a cinematik Emil gli ha fatto fare solo film molto sperimentali.

Bravo! Sull'ultimo punto hai ragione, forse inconsciamente era questo. Complimenti ancora per il film che è un bel film e mi ha anche fatto ricordare le serate a scorpacciarmi LOST.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 6/10/2012, 12:59




a distanza di tempo dalla lettura (mi scuso con Andrea) ecco le mie quattro parole sul film:

A fine visione ho pensato una cosa: peccato che sia solo un film virtuale. Sì, perché per me questo è uno dei migliori film partoriti da Andrea, un film che potrebbe essere benissimo girato nella realtà (da Von Trier, e credo sia il complimento migliore che posso fare). E' uno di quei film, voglio dire, che vedrei e rivedrei all'infinito, nonostante il "fastidio" e lo shock che le perturbanti immagini mi abbiano provocato. Proprio come Antichrist, di cui il film riprende alcune musiche (peraltro, peccato che i collegamenti non possano aprirsi in un'altra pagina, ho dovuto scrivere i vari titoli su yt) e di cui riprende alcune tematiche, come il rapporto uomo/donna (tema trattato in maniera nient'affatto scontata, cosa che ho apprezzato), oltre la fascinosa protagonista Charlotte Gainsbourg, perfetta nel ruolo, come la grande protagonista Sharon Stone (questo Festival ha regalato grandi prove femminili, grandi personaggi femminili: la battaglia per i premi sarà dura), magnetica e malefica come non mai. Dicevo: fastidio, eppure durante tutta la lettura una forza mi spingeva ad andare avanti nella lettura. Un grande film, su cui meditare e meditare. Bravo Andrew.

Voto: 8
 
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Andrew.
view post Posted on 6/10/2012, 13:02




Grazie mille Gennaro, sono felice che ti sia piaciuto :)
 
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World ^_^
view post Posted on 6/10/2012, 13:27




Il Paradiso del diavolo - Chimera Films

Soggetto & Sceneggiatura: Andrew si avvicina per la prima volta a un autore come Lars Von Trier, curando l'adattamento di un'opera dello scrittore (fantascientifico, ma non solo) James Ballard e il risultato è, fin dalle prime intenzioni, un controverso film sulla tematica ecologista, lo scontro tra i sessi e - soprattutto, a mio avviso - la dura legge di natura della sopravvivenza del più forte.
Lo sceneggiatore cerca (e ci riesce) di ricreare credibilmente lo stile vontrieriano, a partire proprio da quelle atmosfere volutamente "fredde" e dalla messinscena quasi asettica, non nuove a chi già conosce il cineasta danese. Se il soggetto iniziale è parso, almeno a me, non nuovissimo (non solo echi evidenti a Il Signore delle mosche di Golding, ma anche a The Beach di Danny Boyle, col personaggio della Stone che ricorda davvero tanto quello della Swinton, nel film), la sceneggiatura regge bene il tutto, col lento disvelamento della personalità della protagonista e delle sue tesi, via via sempre più aberranti, divisa tra la volontà di instaurare una società matriarcale e uno spietato ritorno a un'atavica legge di natura di tipo quasi darwiniano (l'uccisione del piccolo bambino malato di macrocefalia è evidente, in tal senso, in quanto "debole" risultava poco meritevole di vivere nello spietato nuovomondo della leader ecologista).
In realtà l'intera operazione di Andrew va in porto, e sia per le tematiche che per la messinscena Il Paradiso del diavolo è un film pienamente compatibile (e plausibile) nelle mani di Von Trier, ciò che non mi ha convinto appieno sarebbe rimasto tal quale anche nella realtà, forse, se il film fosse stato diretto sul serio dal danese.
A parte le già citate somiglianze, soprattutto a livello di personaggio protagonista, con The Beach, il film risulta un po' greve proprio per il suo cuore volutamente freddo (e di conseguenza poco coinvolgente anche nelle scene più ad effetto) e per il suo essere troppo "programmatico": fin dall'inizio, ma ciò è normale con Von Trier, ti trovi di fronte ad un film "manifesto", che sai già essere costruito per dimostrare determinate tesi.

Regia: L'aspetto migliore. Von Trier è nome adatto e più che plausibile, per un film che è stato costruito apposta per lui. Ci si rende poi conto, ad un secondo esame, che il film è forse meno originale e smaccatamente vontrieriano di quanto sembri inizialmente (tutta la parte iniziale, ma non solo, ricorda molto The Beach), ma non avrei visto un autore più adatto al suo posto...

Personaggi & Cast: Sharon Stone è la protagonista indiscussa di un film che indubbiamente ruota quasi interamente attorno a lei. L'attrice raccoglierà molti consensi per un altro ruolo che la pone all'attenzione del pubblico dopo la brillante performance in Gang Bang. Per quel che mi riguarda pesa un po' qualche paragone con un personaggio simile di un altro film (persino nel rapporto sessuale-sentimentale col ragazzo). Per il resto ho apprezzato molto anche l'interpretazione di Jamie Campbell Bower, che esce fuori ancora di più nel tragico finale, e quella del disincantato Kiefer Sutherland, forse l'unico ad essere veramente immune al fascino delle teorie di Barbara. Altri personaggi sono più che altro di contorno perchè non guadagnano quasi mai la ribalta.

Colonna sonora, locandina & sito: Bella colonna sonora, e non poteva essere altrimenti essendoci non pochi brani tratti da opere precedenti di Von Trier (c'è pure la bellissima "Sacrifice" di Lisa Gerrard, che ho usato anch'io nel finale de L'uomo che cade) nonchè belle canzoni di Bjork. Locandina che rende l'idea e che punta tutta l'attenzione sulla protagonista della pellicola. Sito che forse vedremo ampliato, ma che per il momento va benissimo così.

Considerazioni finali: Andrew affronta una nuova sfida e, con essa, un nuovo autore. E di sicuro anche questa sfida è vinta, perchè costruisce un film perfettamente credibile e azzeccato alla macchina da presa di uno degli autori cinematografici attuali più complessi e controversi. Per certi versi, se vogliamo, questo film potrebbe sembrare uno dei suoi lavori meno "complicati", col prevedibile delirio d'onnipotenza che pian piano trascina sempre più la protagonista Barbara Rafferty nell'utopia ultraecologista di una società "naturale" allo stato brado, dominata da donne sulla legge del "più forte". Plausibile quindi la critica sottesa da un Von Trier, notoriamente abbastanza misogino. Il film non mi ha convinto appieno più che altro nella pesantezza dell'esposizione di tali teorie (spesso si intuiva insomma dove si sarebbe andati a parare) e in qualche somiglianza di troppo con altre opere o film precedenti. Ciononostante è un film che nel festival ha trovato il suo ideale terreno di elezione, oltre a rappresentare per lo stesso Andrew un altro esperimento "riuscito".


Voto complessivo: 7.5
 
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Andrew.
view post Posted on 6/10/2012, 13:34




The Beach l'ho visto anni fa, ma sinceramente non ricordo granchè se non delle atmosfere cupe e malsane e Leonardo di Caprio :P Se dici che il personaggio somiglia a quello, è stata una coincidenza e magari prima o poi lo rivedrò per capire quanto siano simili.
Il signore delle mosche è un altro libro/film che mi manca e da recuperare.
Comunque credo che il binomio "isola deserta-istinti abberranti che vengono a galla" sia effettivamente abbastanza comune nella letteratura e nel cinema, magari declinati diversamente di volta in volta.
Grazie anche a te per la rece e i complimenti :)
 
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Andrew.
view post Posted on 14/12/2012, 13:07




-Il tuo film è uscito dalle sale. Soddisfatto degli incassi?
Non era un film dai facili guadagni, eppure abbiamo raggiunto una somma non male.

-Qual è la recensione che ti ha fatto più piacere, quella che ha inquadrato meglio di tutte il tuo film?

Quella di hermetico, perchè ha recensito dicendo le stesse cose che avrei detto io, punto per punto.

-Qual è stata invece la recensione più critica nei confronti del film? Concordi su alcuni punti?

La più critica è stata quella di Mastruccio.
Concordo con le sue critiche ai personaggi, che avrebbero meritato maggiore spazio e anche al fatto che è stata una trasposizione non facile per me e questo si è sentito. Comunque continuo a trovare un po' troppo basso il voto che ha dato (63), poichè penso, presuntuosamente forse, che il film abbia tanti elementi positivi che lo facciano arrivare almeno al 7.

-Pensando Agli Awards, in che categoria pensi di poter dire la tua?

Sharon Stone protagonista, Bower non protagonista, soggetto, regia di Von Trier, locandina, musiche.

-Pensi che un altro film sarebbe dovuto uscire dalle sale prima del tuo?

No, è stata un'eliminazione giusta.
 
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37 replies since 18/9/2012, 10:11   2627 views
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