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Leo and I (festival di Roma 2012)
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Leo and I (festival di Roma 2012), Sunset Boulevard Films

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World ^_^
view post Posted on 27/9/2012, 13:01




Leo and I - Sunset Boulevard Films

Soggetto & Sceneggiatura: Sfida da far tremare i polsi: rifare Nabokov, in una personale rilettura con ribaltamento di ruoli molto attuale (donna con toy boy), con sullo sfondo (ma tenuto fortunatamente debitamente sullo sfondo) il ricordo di una originaria trasposizione addirittura kubrickiana. Cominciamo subito col dire che, tenendosi a distanza da Kubrick e rifacendosi più specificamente al libro stesso e al recente remake di Adrian Lyne, Agnese fa subito la prima cosa giusta, evitando paragoni scomodi e inopportuni. Oltre a ciò si registra ancora una volta non solo il coraggio ma l'invidiabile facilità con la quale la nostra Little Tin, autentico vulcano di idee, decide ora di realizzare un musical totalmente incentrato su un album da lei amato, ora di misurarsi con la trasposizione di un classico, attualizzandolo e rivedendolo alla luce di una nuova visione "femminile". Da ciò passiamo all'altro punto: quello della pedofilia. Sembra quasi che di pedofilia si parli con più facilità quando è l'uomo a circuire una ragazzina adolescente di quattordici anni, ma indubbiamente Little Tin non sbaglia quando ci fa vedere che, a parti invertite, il giudizio - squisitamente morale - sulla vicenda non cambia affatto.
La materia spinosa c'è tuttora ed è evidente la volontà di Little Tin di trattarla con i guanti e con la dovuta serietà, ma il risultato finale non mi ha convinto. Se ho trovato bello e credibile il personaggio del giovane Leo, mi hanno lasciato un po' perplesso alcune situazioni un po' tirate via (su tutte l'improvvisa - alla Final Destination :) - morte del padre di Leo, in seguito all'acceso alterco con la protagonista) ma soprattutto l'intera psicologia della protagonista, che sarà sì una psicolabile ma che a mio avviso si barcamena un po' troppo tra l'intontito farsi trasportare dalle situazioni (il primo rapporto con Leo appare quasi "subito" più che "voluto", col ragazzo stesso che ci appare molto meno innocente e sprovveduto di quanto possa sembrare) e una seconda parte (dalla morte del ragazzo in poi, per intenderci) dove la donna prende in mano la situazione, è persino crudele nel modo in cui comincia ad usare il ragazzo e a nascondergli la morte del padre. Seconda parte che, a differenza di molti, trovo meno riuscita della prima, proprio perchè nasce da questa netta cesura (sempre la morte del padre di Leo) e dalla introduzione del "diabolico" personaggio interpretato dalla ritrovata Diane Keaton. Il risultato finale è uno script comunque buono, nonostante gli aspetti di cui ho parlato sopra, che forse poteva essere "trattato" ancora meglio, ma che - sono sincero - era difficile da affrontare adeguatamente fin dall'inizio.
Da un punto di vista più puramente tecnico, bisogna dire invece che la scrittura di Agnese è notevolmente migliorata: la nostra "collega" non solo ha acquisito maggior sicurezza nelle descrizioni di situazioni e movimenti di macchina, ma ha saputo mettere su anche dei dialoghi adeguatamente credibili, nonostante qualche situazione forzata (ricordo per esempio la "dichiarazione" in video di Michael Fassbender... sarebbe stata migliore dal vivo, occasione che avrebbe avuto la stessa Agnese per far capire ancora meglio allo spettatore lo smarrimento provato dalla protagonista e, alla fine, la sua scelta calcolatrice, fatta più che altro per stare vicino al suo imberbe amato).

Regia: Sinceramente, il tocco di Stephen Daldry non si vede più di tanto. Pare che sia stato scelto principalmente per aver già trattato un tema così scabroso nel suo The Reader, ma per il resto è un film abbastanza americano, con ritmi che sembrano non addicersi molto. Forse ci sarebbe stata meglio la stessa Jodie Foster dietro la Mdp, regista tra l'altro abbastanza coraggiosa...

Personaggi & Cast: Cominciamo dalla protagonista Jodie Foster, che sinceramente ho trovato così così, più che altro per qualche demerito del suo personaggio. Mi spiego meglio: il suo personaggio mostra il suo meglio nei momenti di ambiguità e di "tormento", oltre che in quelli di trasognata voglia di rivivere il suo amore adolescente... mentre in momenti quali la proposta di matrimonio, la morte del padre di Leo e la seconda parte, avrei preferito comprendere ed empatizzare meglio con le sue reazioni, spesso un po' incomprensibile, perchè totalmente fredde e ciniche.
Molto bravo il giovanissimo Alexander Ludwig nel ruolo di Leo: proprio il suo essere smaliziato l'ho trovato al contrario abbastanza credibile (i quattordicenni di oggi sono in effetti molto più svegli e molto più "pronti" al sesso di quanto potessero esserlo stati i loro coetanei di trent'anni fa), anche perchè entra in un efficace (sullo schermo, ma non solo) "concorso di colpa" con la stessa Henrietta, all'inizio quasi soggiogata dalla fascinazione che prova per questo ragazzo e dalla sua volontà. Resto del cast che risalta poco: la vegliarda Diane Keaton è in effetti quasi "diabolica" e all'inizio ce la vedevo poco, mentre è decisamente marginale lo spessore del ruolo di Michael Fassbender, anche a causa di quella sua morte così improvvisa, troppo opportuna e "comoda" ai fini della progressione narrativa.

Colonna sonora, locandina & sito: Colonna sonora che non mi è piaciuta molto, sono sincero. Avrei apprezzato delle musiche di accompagnamento, nei momenti più tragici o intimisti. La colonna sonora invece è un tantino troppo rockettara e "ggiovane": la cosa ci sta quando abbiamo a che fare con Leo, ma in molti momenti secondo me stona un po'. Locandina con le foto un po' appiccicate e le scritte confuse, sito che invece ho trovato esauriente e ben fatto.

Considerazioni finali: Dispiace essere troppo critici quando ci si trova di fronte a opere del genere, perchè l'impegno prefuso è tanto, e si vede. A partire proprio dalla difficoltà insita in un'operazione di questo genere. Posso dire dunque che la nostra Little Tin ha affrontato questa sua "prova di maturità" col piglio giusto, mostrando notevoli miglioramenti di scrittura e "pianificazione", realizzando però un film riuscito solo a metà. Questo perchè, pur muovendo lo spettatore a lodevoli e alte "considerazioni" sul tema della pedofilia, alla fine non risulta totalmente credibile nell'evoluzione del personaggio e nell'intreccio narrativo. Non so se Agnese l'abbia già fatto, ma come precedente cinematikino sull'argomento, le consiglierei di recuperare e leggere "Ombra su di me", con William H. Macy protagonista, realizzato qualche anno fa dalla Ethereal Dream.


Voto complessivo: 6.5
 
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canepa
view post Posted on 27/9/2012, 17:00




CITAZIONE (World ^_^ @ 27/9/2012, 14:01) 
Considerazioni finali: Dispiace essere troppo critici quando ci si trova di fronte a opere del genere, perchè l'impegno prefuso è tanto, e si vede. A partire proprio dalla difficoltà insita in un'operazione di questo genere. Posso dire dunque che la nostra Little Tin ha affrontato questa sua "prova di maturità" col piglio giusto, mostrando notevoli miglioramenti di scrittura e "pianificazione", realizzando però un film riuscito solo a metà. Questo perchè, pur muovendo lo spettatore a lodevoli e alte "considerazioni" sul tema della pedofilia, alla fine non risulta totalmente credibile nell'evoluzione del personaggio e nell'intreccio narrativo. Non so se Agnese l'abbia già fatto, ma come precedente cinematikino sull'argomento, le consiglierei di recuperare e leggere "Ombra su di me", con William H. Macy protagonista, realizzato qualche anno fa dalla Ethereal Dream.
Voto complessivo: 6.5

Sul film di Mac, volevo dirlo anche io, poi non ritrovavo più il titolo; ma c'è una grossa differenza fra i due film: quello di Mac era sulla pedofilia nel senso della malattia che coinvolge un adulto e un bambino. Quindi una questione violenta. questo parla di sesso fra una donna e un ragazzo seppur giovane consensiente. Quindi a mio avviso pedofilia fino ad un certo punto.
Comunque alla fine il tema è toccato di striscio o almeno dalla pellicola appare così.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 6/10/2012, 12:50




a distanza di tempo dalla lettura (mi scuso con Agnese) ecco le mie quattro parole sul film:

Era un film che attendevo, più per il ricordo (piacevole) del film di Kubrick che per il romanzo, che ho mollato dopo 91 pagine. In più il cast presenta dei nomi che a me sono molto cari: Jodie Foster, Diane Keaton (che ho sempre preferito a Mia Farrow), ovviamente Fassbender (sempre impeccabile) e il grande talento Evan Rachel Wood. A fine visione devo dire di essere rimasto soddisfatto (il rapporto tra un'eccellente Foster - non sarebbe uno scandalo una sua vittoria - e il bel Ludwig è ben realizzato, molto "vero" e sentito nonostante sia un rapporto malsano), anche se come ho scritto alla produttrice il difetto (anche se è una parola sbagliata) principale che ho riscontrato è una somiglianza molto forte col film originale: per esempio, la morte di Leo riprende al millimetro quella di Shelley Winters nel film originale. Intendiamoci, non è una colpa, ma per come la vedo io un remake dovrebbe prendere solo i nomi dei personaggi principali e poi raccontare una storia del tutto diversa. Detto questo, comunque, non è un cattivo film e Agnese si dimostra una buona scrittrice, sulla via del "successo" totale.

Voto: 6,5
 
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17 replies since 17/9/2012, 10:00   2359 views
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