| RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Preceduto da una buona campagna promozionale, esce sui nostri schermi "The Hospital", prima coproduzione della giovane Destiny Production Films insieme alla ben più esperta Chimera Films, e come sembra essere ormai una consolidata tradizione di CK, anche questo lavoro risulta essere riuscito e meritevole di successo. Parto col dire che mi risulta difficile non provare simpatia per questa pellicola, perchè il genere è fra quelli che più mi hanno divertito ed appassionato durante la mia non lontana giovinezza; genere al quale appartengono film celebri, visti e rivisti più volte, come "E.T.", "I Goonies", "Jumanji", "Spiderwick", ed innumerevoli altri, dove protagonisti sono giovani ragazzini in cerca di avventure e di guai, sempre a lieto fine e con ingredienti di mistery, horror, humor e action ben mischiati fra loro. "The Hospital" segue fedelmente questa magica ricetta, cita dichiaratamente, omaggiandole, queste opere di riferimento, finanche nei cognomi dei personaggi, e si concede la libertà di un finale non scontato e sinceramente inaspettato. Insomma, gli ingredienti ci sono tutti, la ricetta è ben conosciuta dai due produttori, regia e cast sono pressochè perfetti, le musiche sono ottime e adattissime alle scene che accompagnano. Purtroppo, però, come ben sappiamo, non sempre bastano i giusti ingredienti e conoscere a memoria la ricetta per fare una pietanza riuscita perfettamente.
Messa da parte la simpatia, come è giusto in una seria recensione, non posso non far notare alcuni aspetti e dettagli che mi fanno pensare che, probabilmente, sarebbero serviti più attenzione e lavoro di riscrittura durante la fase creativa. Dirò di più: conoscendo le mature doti di Andrew, ho avuto la sensazione che, visto il risultato finale, e come lui stesso ha dichiarato (per carità, per ben più importati motivi - Laurea e quant'altro), sia mancata proprio questa fondamentale fase produttiva. Il pur bravo Martinelli, naturalmente ancora privo di necessaria esperienza, non è riuscito pienamente a perfezionare lo script nella sua stesura definitiva. Mancanza molto comune che si riscontra anche nelle reali opere cinematofìgrafiche, laddove appunto ad un ottimo soggetto non corrisponde un'ottima sceneggiatura. Sia chiaro, la mia non vuole essere niente di più di una semplice ed amichevole considerazione, fatta e spero recepita come se fosse una chiaccherata fra amici, e non è assolutamente una stroncatura, perchè al di là degli errori e delle forzature di sceneggiatura, il film è e rimane valido.
Vado in ordine direi cronologico, facendo riferimento agli appunti che ho preso durante la lettura dello script (li prendo sempre, quando leggo). 1) Chi è Janet? Quasi all'inizio, ma anche a metà ed alla fine, spunta fuori questo nome, chiaramente riferito al personaggio di Jennifer. Lapalissiano che trattasi di errore materiale: probabilmente il personaggio nasce come Janet e poi diventa Jennifer, ed in fase di riscrittura è sfuggito di fare la correzione; ma in una sceneggiatura definitiva questo è un errore, ripetuto più volte, da penna blu. 2) "Una carrellata dal basso verso l’alto ci mostra l’altezza dell’ospedale." Dal basso verso l'alto è una "Panoramica", non una carrellata. Lo sapete bene anche voi, è solo una svista (lo so), ma è comunque un errore. 3) Tutte le inquadrature ravvicinate sono state chiamate "primo piano". In realtà sarebbero "dettaglio" (ad esempio la coppa di gelato nella scena della gelateria) 4) Metto insieme alcune scene che mi sono parse forzate, e poco credibili: - Che motivo ha Chris di entrare per la prima volta dentro l'ospedale? Solo la curiosità? Mi è parso troppo poco, anche perchè ha appena dichiarato che vuole solo farci un giro attorno. - Scena del bullo: possibile che uno che è bullo e prepotente abbia paura dell'uomo nero e del buio? - Viene trovata la foto sul libro, dove appaiono il dottore ed il ragazzino. Possibile che la foto non sia accompagnata da nessuna didascalia o spegazione? In genere è così. - All'interno dell'archivio, i ragazzini sono assaliti dalle creature, e addirittura qualcuno viene morso. La loro reazione non è molto credibile: nessuno manifesta paura e non scappano, quando invece prima fuggono via solo nel sentire un urlo provenire da un'altro luogo.Tanto per fare un esempio credo calzante: se in "E.T.", Elliot e il piccolo extraterrestre non fossero stati entrambi terrorizzati e non fossero entrambi scappati al loro primo incontro, non sarebbe stato credibile, perchè ognuno, per l'altro, risultava essere un "mostro". - Il padre di Jennifer bussa ripetutamente alla porta di casa: possibile che lui e sua moglie non abbiano le chiavi, tanto da farla sfondare dal poliziotto? E' casa loro, vi ci abitano. - I genitori di Jennifer hanno appena visto per l'ultima volta, e ne sono consapevoli, la loro figlia, partita per chissà quale galassia, sotto forma di essere indefinibile. La loro reazione? Assolutamente non credibile e non realistica.
Tutti questi, è vero, sono dettagli, ed è pur vero che in un film del genere la veridicità delle situazioni non è e non può essere un "must". Ma sono appunto i dettagli le parti fondamentali di una sceneggiatura, quei particolari che alla fine fanno rendere credibili quelle situazioni che in realtà credibili non sono. Ovvero la magia del Cinema. Prendiamo quindi questo film per quello che vuole essere: una pellicola estiva, per ragazzi, molto fantasiosa e con un finale suggestivo, ben interpretato dai giovani attori, sui quali spicca per comprovata bravura FREDDIE HIGHMORE. Apprezziamo la presenza di quel mostro sacro che è CHRISTOPHER WALKEN, nel ruolo del dottore, e promuoviamo la regia di FRANK DARABONT. Riconosciamo ed apprezziamo l'espertissima mano di Andrew nella creazione della evocativa e raffinata locandina, e delle fotografie inserite nello script, frutto di abilissimo fotomontaggio che solo lui sa fare. Il sito è abbastanza completo, con belle foto che spiegano il clima e l'ambientazione della storia.
Per concludere, e facendo riemergere la simpatia per questa pellicola, pur avendo fatto notare qualche imperfezione, non posso che ringraziare i due nostri colleghi per avermi regalato un momento di allegria e dolce nostalgia per quei tanto apprezzati film del passato.
Voto: 73/100
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