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Lontano da ogni cosa
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Lontano da ogni cosa, Hermes production

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canepa
view post Posted on 24/2/2012, 18:57




RECE by Tomcat: LONTANO DA OGNI COSA
L’arte, questa magnifica meritrice.


Perchè ho utilizzato quell’incipit? Perchè se l’arte dovrebbe essere qualcosa di superiore, spesso gli artisti, si sono “prostituiti” per emergere dalla massa. Questo avviene fino dal rinascimento, in cui gli artisti avevano campo libero di produzione per rendere ancor più magnifico, colui che li finanziava, ma spesso dovevano essere accondiscendenti nei suoi confronti.
Oggi ancor di più, l’arte dovrebbe essere sopra le parti, ma come viene detto all’inizio della pellicola, in un passaggio illuminante e scatenante, esiste la legge fondamentale del mercato e quindi l’arte è diventato un bene di consumo.
Ma questa pellicola non parla solo di arte, ma anche di altri argomenti.
Però partiamo da quello che balza agli occhi come l’argomento principe della pellicola: L’arte. In questa pellicola abbiamo una visione dei due estremi di ciò che si possono trovare di fronte gli artisti: Da una parte c’è Alberto che è un pittore e per potre portare alla luce la propria forma di arte è costretto a vendersi al gallerista, soffrendo pene interiori e fisiche indicibili. Una storia di dannazione e vita al limite, come spesso nella storia succede, che esalta degli artisti estremi; credo che il rock dagli anni 70 alla fine degli ottanta, ne sia una buona parabola.
Dall’altra invece c’è Stefano che dopo aver cercato la sua via vuole diventare uno sceneggiatore; lui non recede su nessun fronte e alla fine riesce a arrivare al suo intento. Ma anche lui come il suo amico avrà le sue gatte da pelare.
Poi c’è Chiara che vuole avere successo, come la maggiorparte delle giovani italiane, lanciandosi nella moda e alla fine ritrovarsi al fianco di qualcuno che non la rispetta, ma ha anche gli agganci giusti, per farla diventare famosa.
Gli altri argomenti citati sopra, sicuramente il secondo che emerge è il rapporto di amicizia fra i tre ragazzi. Un rapporto che spesso sconfina in un menage a trois e che muta con il tempo. La narrazione di una amicizia veritiera e non stereotipata come spesso il cinema ci mostra.
C’è anche la sconfitta del vecchio artista che per il suo canto del cigno rischia di fare un film di cassetta, buttando al vento tutto quello che aveva fatto in precedenza; affermazione vera solo per chi considera l’arte per il prodotto e non solo secondo il grado di famosità dell’artista. In questo poi proprio il regista riesce a lanciare colui che ha avuto il coraggio di dirgli la verità sul suo ultimo film e in questo c’è un passaggio di testimone fra il vecchio e il nuovo e l’intento di non farsi abbacinare dalla luce della ribalta, ma continuare per la propria strada, anche a costo di dover lasciare perdere.
Lo script è scritto in maniera corretta e l’impaginazione è ottimale. A livello di sceneggiatura invece questa pellicola, dovrebbe essere un esempio per il cinema italiano: un film a ampio respiro, che si prende tutto il tempo per farci conoscere e appassionare alla storia e ai personaggi. Un film con una sceneggiatura ragionata e mai banale, con delle scene che rimangono stampate nel cervello: quella citata sopra che è l’inizio della pellicola; ma per intensità rimane impresso il dialogo fra Chiara e Stefano in cui lei si apre e con profondità gli dice ciò che è senza vergognarsi. Ma sono notevoli anche i dialoghi fra Stefano e Saverio.
La forza di questa pellicola è quella di essere uno spaccato vero di una vita, senza pillole indorate e con un linguaggio vero, che conferisce una grande passione e valore alla pellicola stessa. Nache il finale in cui l’amicizia fra i tre è solo un ricordo è un qualcosa che può succedere; quanti di noi hanno perso amici per strada?
In questo a mio avviso il protagonista della pellicola è Stefano che nel volto di Balducci riesce a mostraci la forza e la normalità di un ragazzo. Forse più intensa e fisica la prova di Parenti che è bravissimo nel ruolo dell’artista nevrotico e dannato. Così come la Crescentini che ha un ruolo notevole e proprio nella scena della sua intima confessione all’amico da il meglio di se. Da citare a mio avviso poi la prova di Graziosi nel ruolo di Fucqua.
La regia di Guadagnino è minimale e si nota poco. Forse perchè la storia essendo uno spaccato reale di vita, non necessitava di grosse manovre registiche.
La locandina è veramente interessante, ma quel senso di quadratura (non è un rettangolo), non mi ha fatto impazzire. Un vero peccato, perchè é molto evocativa e graficamente ben realizzata.
La colonna sonora è bella eterogenea, che pesca dalla dance, dal rock italiano e da brani pop stranieri, mixandoli e trovandogli la giusta collocazione nelle scene. Veramente un buon lavoro.
Peccato che non esista il sito, ma preferisco l’assoluta mancanza a qualcosa di tirato via.
Concludendo, ritengo che Hermetico abbia realizzato un ottimo film italiano, che rappresenta la forza espressiva di questo produttore, che non ha paura di spaziare fra generi diversi, con una riuscita notevole. Credo che la visione di questa pellicola, sia da consigliare a tutti coloro che hanno un minimo di vita sociale e di velleità artistiche, perchè è vera come un pugno in faccia.
Voto complessivo: 76/100
 
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Atamàz
view post Posted on 27/2/2012, 00:24




Chiunque abbia vissuto anche solo un anno in un appartamento con altri amici, nel periodo dell’università, non potrà che stimare questo film. In “Lontano da ogni cosa” viene rappresentata la vita lontano da casa, tra le feste, lo studio, il rapporto con gli amici e le nuove conoscenze e la ricerca della propria identità, della propria strada, del proprio posto nella vita. E’ facile identificarsi nel protagonista, combattuto tra i sentimenti di amicizia, ammirazione e invidia nei confronti dell’esuberante Alberto, giovane tutto “genio e sregolatezza”, brillante e imprevedibile, creativo e incostante. Ago della bilancia tra i due finisce per essere il personaggio di Chiara, che si unisce in un complice triangolo con i due ragazzi senza mai diventare, come poteva essere prevedibile e scontato, il pomo della discordia o un elemento di rottura.
Il film emoziona e coinvolge, strizzando l’occhio di tanto in tanto a Bertolucci e accompagnando lo spettatore lungo le strade che i tre percorrono, incrociandosi di tanto in tanto per poi allontanarsi di nuovo. Un esempio di vita vera che si può toccare con mano, a volte anche con tristezza come nel caso di Alberto, la cui fine sa tanto di “spreco”.
La sceneggiatura di Hermetico è buona, anche se un tantino frammentata nel suo svolgimento. C’è però da tenere in conto che portare su schermo una storia che si svolge in tanti anni, in fondo, non è semplice.
Luca Guadagnino alla regia fa un ottimo lavoro, considerando che la sfida più difficile era quella di mettere in evidenza i sentimenti dei tre protagonisti e che, a mio avviso, quella sfida è stata superata al meglio. Parenti, Balducci e Crescentini potrebbero dire la loro al momento della premiazione del Contest e forse chissà, anche a luglio qualcuno potrebbe ricordarsi di loro.
Buona la colonna sonora, i cui brani si abbinano perfettamente alle scene. Avrei evitato Mad World, ormai troppo legata a un altro film.
La locandina è tecnicamente apprezzabilissima, il significato lo si capisce dopo la visione del film (parlo dei due alberi) ma ci sta tutto. Peccato il formato… inusuale.
 
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World ^_^
view post Posted on 27/2/2012, 13:39




Lontano da ogni cosa - Hermes Production

Soggetto & Sceneggiatura: Tratto da un romanzo di Mattia Signorini, Lontano da ogni cosa ci regala un altro Hermes inedito, stavolta alle prese con una classica storia di formazione e crescita dal sapore molto italiano. Classico non tanto per come narrato, ma per i riferimenti cinematografici che qua e là si colgono, non solo (e non tanto) il già citato Bertolucci, ma soprattutto La meglio gioventù di Giordana.
La storia di tre amici che si amano, si cercano fortemente, si ritrovano per poi forse perdersi nuovamente in quelle che sono le normali e reali vicissitudine di una vita che, spesso amaramente, ci porta a crescere - anche traumaticamente - e quindi ad allontanarci da luoghi e volti del nostro passato. In tal senso l'approccio dello sceneggiatore/produttore è di assoluto e totale realismo, con grande attenzione per la psicologia dei personaggi e per le dinamiche amicali/amorose che si instaurano tra di essi (il triangolo, ma non solo). Se tutto ciò accresce i motivi di interesse di un film mai banale proprio perchè molto vero, qui e lì la sceneggiatura lascia però un po' troppo freddi, dal momento che non sempre aiuta - nel prosieguo del film e nella stessa immedesimazione coi personaggi - una certa frammentarietà della narrazione.

Regia: Non ho visto nulla di Guadagnino, ma considerati i suoi trascorsi è un nome che ci sta sicuramente bene dietro la Mdp di un film del genere. Per il resto, lo script contiene adeguate descrizioni dei movimenti di macchina, mai lacunose o eccessive.

Personaggi & Cast: Anche qui, come nell'altro film da me finora recensito (Honey, I'm a tree) sostanzialmente un film d'attori, che trova i suoi aspetti migliori proprio nelle interpretazioni del trio protagonista composto da Lorenzo Balducci, Flavio Parenti e Carolina Crescentini. Tutti e tre bravi anche se il vero protagonista è comunque Stefano (interpretato da Balducci), ed è infatti anche il personaggio col quale lo spettatore riesce ad identificarsi con maggior facilità.


Colonna sonora, locandina & sito: Colonna sonora apprezzabile innanzitutto perchè non si avvale soltanto di canzoni nostrane. Per il resto avrei evitato solo qualche canzone troppo nota per altri film (penso a Mad World, da Donnie Darko), ma tutto sommato si tratta di un "peccato" abbastanza veniale. Locandina bella, sicuramente molto in tema, che potrebbe riuscire a dire la sua anche se non propriamente delle dimensioni adatte.

Considerazioni finali e voto complessivo: Personalmente non sono un grande amante di questo genere di film, lo ammetto candidamente, ma il film di Hermetico ha il pregio sicuro di saper parlare con semplicità (e soprattutto naturalezza e credibilità) di una realtà vicina a noi tutti, mostrandoci il percorso di crescita non privo di traumi di tre amici/amanti e le loro vite che si intrecciano, si incontrano e scontrano in un comune fluire. Qualche piccola pecca l'ho riscontrata solo in un'atmosfera volutamente distaccata che qua e là raffredda un tantino troppo quella stessa empatia che lo sceneggiatore ha creato con la forza del suo racconto. Per il resto, il finale aperto valorizza e rende più "vero" il tutto. In definitiva, un film che attualmente sul serio potrebbe essere realizzato, nel nostro paese. Ed è un complimento, sebbene non sia di quei film che mi conquistano di primo acchito.


Voto complessivo: 7.2
 
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Oren productions
view post Posted on 28/2/2012, 00:03




Lontano da ogni cosa è un film ma è anche una realtà che molti studenti e non solo, al giorno d'oggi vivono quotidianamente.
Come i nostri protagonisti: Stefano, Alberto e Chiara.
Il film racconta la vita di questi tre amici osservata dal punto di vista di Stefano.
I tre saranno molto uniti nella prima giovinezza per poi allontanarsi ed incrociasi sporadiche volte durante gli anni. Alcuni difficili altri più facili.
I tre troveranno in qualche modo il loro posto nel mondo, tutti in modi e con strade diverse.
Quello che colpisce ovviamente è Stefano che in modo più calmo, saggio, ma soprattutto furbo, riuscirà a raggiungere i suoi sogni ed a comprendere che prima o poi si diventa adulti, e le amicizie, cosi tanto importanti in alcuni anni della nostra esistenza, passano in secondo piano.

Hermes cambia pelle dopo Miserere per tuffarsi in un film Italiano col quale è facile per tutti noi identificarsi.
La storia scorre bene anche se alcuni salti temporali rallentano il ritmo. Ma veramente degne di nota sono le psicologie dei personaggi, al quale Hermes ha tratteggiato caratteri complessi e ben definiti allo stesso tempo.
come risalta ad esempio il talento di Alberto che però, come molti artisti fanno, si butta via ai primi accenni di successo.

Per concludere, buona la pellicola che cattura e si fa leggere con piacere, non nascondo che dal produttore che mi ha fatto apprezzare Reno, mi aspettavo qualcosa di più, ma non ne sono rimasto deluso.

Voto 77/100
 
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World ^_^
view post Posted on 28/2/2012, 12:55




CITAZIONE (Francis Delane @ 19/2/2012, 19:29) 
VOTO: 76/100. Ebbene sì, di più che a Honey, I'm a tree: che ci volete fare, a me per emozionarmi serve la vita vera, non mi basta la fiaba, per quanto girata molto bene.

Buon film quello di Hermes (che infatti qui non metto in discussione) ma è l'affermazione di Francis che non mi trova tanto d'accordo. Capisco pure quel che intendeva dire, manifestando una predilezione per tematiche più realistiche ma secondo me è un bel pregio quando, sotto un'aspetto apparentemente immaginario o "favolistico" si riescono a trattare temi di estremo realismo, e in questo caso Honey, I'm a tree è una favola che tocca sentimenti molto veritieri e "umani"...
Dopotutto lo stesso amato Burton dei tempi migliori riusciva a parlarci di diversità e di "reietti" con toni fiabeschi. ;)

 
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Andrew.
view post Posted on 28/2/2012, 13:09




Effettivamente la frase mi aveva fatto un po' pensare perchè lo stesso Francis ha prediletto a volte la "favola" nei suoi film cinematikini alla realtà. Penso a Vampires, Sogno di una notte di mezza estate, I racconti di Hoffmann, Cats, Rocky horror...
Ovviamente sono d'accordo con World, dato che in questo film l'elemento fantasy è solo un contorno, quasi una scusa, per parlare di sentimenti molto realistici che ci sono in tutte le famiglie.
 
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view post Posted on 1/3/2012, 19:37
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Ringrazio Tomcat per la sua bellissima recensione e gli apprezzamenti. Hai colto perfettamente quello che volevo esprimere, soprattutto volevo dare la sensazione di un racconto autentico, vero, che andasse dritto al sodo, privo di inutili orpelli e lungaggini. Probabilmente è proprio per questi motivi che aluni hanno invece percepito freddezza.

Grazie anche a Nightbay, World e Oren. Non ho molto da ribattere perchè i difetti riscontrati (la troppa velocità, la frammentarietà, la freddezza) li ho già commentati in precedenza. Grazie comunque a tutti.

Mi rendo sempre più conto di come questo film abbia effettivamente diviso in due la critica.

CITAZIONE
VOTO: 76/100. Ebbene sì, di più che a Honey, I'm a tree: che ci volete fare, a me per emozionarmi serve la vita vera, non mi basta la fiaba, per quanto girata molto bene.

Io ho molto apprezzato la recensione di Francis (per ovvii motivi :P ) ma sono dacconrdo con Worl sul fatto che spesso l'elemento favolistico permette di trattare in maniera altrettanto efficace motlissimi temi (anche i più difficili e scomodi). Infatti è proprio per questo che Honey I'm a tree mi ha conquistato.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 4/3/2012, 11:19




Potrei esordire come ho esordito per L'oceano in un istante (peraltro, entrambi i film italiani di questo Contest hanno dei bellissimi titoli): non amo il cinema italiano odierno (a parte qualche eccezione), ma su Guadagnino non posso esprimere alcun giudizio sulla filmografia reale (di Io sono l'amore ho visto giusto qualche scena, e Melissa P. l'ho evitato). Peraltro, come si sa, avevo messo il film nella mia Flop 5 ai tempi dello Specialone. Devo dire di aver parzialmente rivisto il mio giudizio dell'epoca, anche se (sono sincero) è finora il film che ho meno amato di Hermetico: intendiamoci, è scritto bene (molto meglio di tanti film italiani reali) e i movimenti di macchina sono eleganti (penso a uno che parte dal Duomo per arrivare a inquadrare Stefano e Chiara nelle vie di Milano), però, non so, non è scattato l'amore per i personaggi (a parte Fucqa). Non è un difetto da ascrivere a Hermetico, probabilmente, quanto a me, anche perché non amo lo stile "concettoso" che è stato scelto per approcciarsi all'opera (mi ha ricordato, infatti, La solitudine dei numeri primi, il film di Costanzo, che come si sa non ho amato per niente), con una tristezza di fondo (il finale, per me, non è affatto positivo, se si esclude Stefano, visto che di Alberto e Chiara - due personaggi che ho fatto fatica ad amare, nonostante io condivida molti tratti dei loro caratteri - non sappiamo più nulla) che non sono riuscito a togliermi di dosso per tutta la visione. Peccato, perché ripeto, il film è scritto bene e le interpretazioni sono buone (Parenti però carica un po' nella lite con Balducci).

Voto: 6
 
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Laury1994
view post Posted on 7/5/2012, 16:50




Regia: 6,5
Regia quasi documentaristica, che non si fa notare granché. Non ho visto nessun film di Guadagnino e non so se questo sia il suo stile, però...

Sceneggiatura: 8
Scritta molto bene e accattivante, la sceneggiatura di Hermetico mi ha catturata fin da subito. La cosa migliore è la cura dei personaggi, che risultano così veri e verosimili da farti sembrare di conoscerli.

Soggetto: 7
Di storie di formazione come questa se ne sono viste tante, ma qualche interessante spunto di originalità si coglie, soprattutto nell'allontanarsi e riprendersi dei tre protagonisti.

Cast: 7,5
La recitazione del trio è forse una delle cose migliori del film, perchè sembra proprio di veder muoversi e agire i tre ragazzi, leggendo questo script.
Parenti spicca sugli altri per la sua esuberanza e credo meriti una sottolineatura.

Locandina: 6,5
Non mi ha colpita particolarmente, ma è ben fatta.

Musiche: 7,5
Un'attenta selezione che non sfigurerebbe se masterizzata su cd.

Sito: 4
Locandina e script, non c'è altro.

Voto complessivo: 6,9
Un film che si lascia guardare come interessante spaccato di vita di un gruppo di ragazzi come tanti, impegnati nella ricerca della loro strada. Ci si affeziona a loro mentre si assiste alle loro fatiche, alle loro crisi, alle loro soddisfazioni... Forse un guardare avanti che può essere d'aiuto a tutti noi.
 
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view post Posted on 7/5/2012, 20:31
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Ho dimenticato di ringraziare Arcadia e ora anche Laury (bentornata nel forum!).

La solitudine dei numeri primi lo voglio vedere prima o poi, ma ho sempre in mente il bellissimo (e deprimentissimo) romanzo per cui ho paura che il paragone potrebbe risultare impietoso.
 
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24 replies since 10/2/2012, 21:26   1532 views
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