| LARGO AL FACTOTUM! Le recensioni di Francis Delane
Il film l'ho letto martedì, quindi mi scuso subito del tremendo ritardo con cui vengo a scrivere la recensione. In compenso, febbre permettendo (purtroppo non sto benissimo), oggi mi recupererò almeno due o tre film, con l'eccezione del Grande silenzio, perché voglio prima vedere l'originale.
E finalmente, anche Little Tin esordisce, con un film complesso e sfaccettato come il suo protagonista. La storia di Ted Bundy, uno dei più famosi serial killer della storia, è un progetto davvero ambizioso, ma che si confà bene all'entusiasmo che la neo-produttrice ha già dimostrato nel buttarsi nel nostro gioco. Il film si può dividere in due tempi, prima e dopo l'inizio degli omicidi: in tal modo, lo spettatore ha il tempo di affezionarsi e capire Bundy, lasciato da un'autentica stronza (con tutto il rispetto per Lindsay Lohan, il personaggio è odioso), e di capire come il povero Ted non sia un cinico massacratore di fanciulle, ma un uomo che con la sua passione per il sangue e gli omicidi ha dovuto lottare una lotta purtroppo risultata vana. Nella seconda parte, abbiamo invece gli omicidi e le indagini, e lo spettatore non riesce a capire se parteggiare per Ted oppure no: essendosi infatti affezionato al personaggio, che non è mai veramente antipatico, risulta davvero difficile vederlo come assassino, nonostante non vengano mai sollevati dubbi sulla sua colpevolezza.
Il film funziona, coinvolge e appassiona, ed è scritto molto bene, anche se con alcuni problemi di forma: a parte il fatto che è sempre buona norma, nei dialoghi, evidenziare la persona che parla rispetto a ciò che dice. Inoltre, a volte i dialoghi sono troppo vicini alle didascalie, producendo un effetto non piacevole. Altro errore è il cast: com'è tipico di un po' tutti gli esordienti, anche Little Tin ha dimostrato la tendenza a un cast all star anche per ruoli minimi (Kate Beckinsale, Ben Kingsley), anche se a suo onore bisogna dire che almeno non ha esagerato come, ad esempio, il sottoscritto. Inoltre, è buona norma, seguita da quasi tutti noi, di mettere le foto degli attori alla prima apparizione del personaggio. Ed è vero che, come han detto in tanti, nella seconda parte del film, il tutto si sfilaccia un po', perdendo di compattezza, come se la pazzia di Bundy, quasi senza controllo, avesse preso la mano anche alla sceneggiatrice.
Ma l'operazione è tutt'altro che non riuscita, anche grazie a un cast indovinato (McAvoy si guadagna una nomination d'ufficio a Miglior Attore Protagonista agli Awards, e anche la Bullock, la Lohan e la McAdams ne escono più che dignitosamente), a una scelta di regia strana ma coraggiosa (ammetto di fare molta fatica a immaginarmi Joe Dante che dirige un film simile, ma comunque la regia è fatta molto bene), e a una colonna sonora ben scelta. Il sito manca, ma credo ci si possa passare sopra.
VOTO: 73/100. Un esordio coraggioso e ambizioso, non gestito completamente a causa della poca esperienza, ma che rivela un sicuro talento. Benvenuta fra noi, Little Tin.
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