Cinematik.it - Il gioco del Cinema


Un Estraneo al mio fianco
Poll choicesVotesStatistics
75 [62.50%]
63 [37.50%]
100 [0.00%]
90 [0.00%]
80 [0.00%]
50 [0.00%]
40 [0.00%]
30 [0.00%]
20 [0.00%]
10 [0.00%]
Ma che cagata è?0 [0.00%]
Guests cannot vote (Voters: 8)

Un Estraneo al mio fianco

« Older   Newer »
  Share  
Little Tin Goddess
view post Posted on 1/12/2011, 06:22




Grazie Oren!

1) Errore mio, scusa. Avevo in mente la scena del confronto in Candyman e mi è venuto di getto
2) ebbene sì, la bambina è la figlia di Bundy. Sono riusciti ad averla corrompendo le guardie in prigione (giuro) nella realtà alla morte del padre aveva 7 anni e non 3, ma la storia è la stessa.
 
Top
Atamàz
view post Posted on 1/12/2011, 14:20




Ero in grande attesa per questo esordio e devo riconoscere di essere rimasto decisamente compiaciuto dal risultato finale. Un bio-pic su un serial killer come Ted Bundy è un’impresa che avrebbe scoraggiato molti produttori anche più scafati di Little Tin, la quale invece ha portato a conclusione una pellicola che percorre tutti i tratti più salienti della vita del nostro “bravo ragazzo, educato e gentile con tutti”.
I difetti da esordio, o meglio da inesperienza, ci sono. E’ pressoché inevitabile, del resto. Va detto però che altri errori piuttosto comuni nelle prime sceneggiature sono stati superati agevolmente, frutto forse del fatto che è ormai un anno che Little Tin legge e recensisce i film degli altri cinematikini (parlo più specificatamente di casting, uso e scelta delle musiche, cura dei dialoghi, descrizione delle scene et similia).
I difetti possiamo invece riscontrarli in alcuni eccessi di forma letteraria (ad esempio “Primo piano di Ted, che continua a guardare dalla finestra, le sue labbra si contorcono in un sorriso maligno. La discesa verso la follia è ormai inevitabile.”), nell’impaginazione della sceneggiatura (l’accorpamento delle righe e dei paragrafi, soprattutto), in alcune descrizioni mischiate ai dialoghi, nella parte conclusiva un po’ confusa (frutto probabilmente dell’ansia di concludere), nella caratterizzazione dei personaggi di supporto.
A proposito di quest’ultimo aspetto, apro una parentesi di approfondimento sul personaggio di Ann. Il libro da cui è tratto il film è la sua versione autobiografica della vita di Ted Bundy e questo si riflette nel gran numero di scene che la vedono presente e coinvolta emotivamente o professionalmente. La pellicola, tuttavia, si concentra principalmente su Bundy e sulla sua discesa verso la follia, spaziando attraverso le sue azioni e le sue visioni. Giustamente, essendo lui il protagonista, ma proprio per questo mi vien da dire che forse troppo spazio è stato dedicato ad Ann, la quale rimane a metà strada tra “voce narrante” e personaggio di supporto, tra coprotagonista e testimone degli eventi. Non è un concetto semplice, ma spero di essere riuscito a spiegarmi.
Sto comunque facendo le pulci al film e cercando il pelo nell’uovo, perché in linea di massima ho apprezzato il prodotto finale e il taglio che gli è stato dato.
James McAvoy merita certamente di entrare nella cinquina delle migliori performance maschili del semestre e forse qualche chance potrebbe averla anche Rachel McAdams, che mi ha ricordato per certi versi la Tilda Swinton di “Lady in the dunes”.
Buona la regia di Joe Dante, che si concede il lusso di divertirsi con flashback, visioni e allucinazioni che cadenzano un ritmo sincopato perfetto per questo genere di film e in sintonia con la follia di Bundy.
Sulle musiche ho già anticipato l’apprezzamento e già designerei Little Tin come degna erede di Cesare “Cadillac Ranch “Carugi per l’utilizzo di un ampio raggio di brani rock di alta qualità.
Il sito non c’è, ma la locandina mi è piaciuta parecchio. Ogni tanto l’uso dei volti dei protagonisti è d’obbligo e quell’espressione di McAvoy resterà nell’immaginario collettivo dei cinematikini.
 
Top
Little Tin Goddess
view post Posted on 1/12/2011, 21:08




Grazie Night!!!
Davvero ti sembra che Ann ci sia troppo? a me sembra di averla messa troppo poco :D
Dovrei leggermi 2the lady in the dunes" per vedere la somiglianza.
Per la sceneggiatura è un problema di altervista: io l'avevo messa bene e il sito mi ha levato i grassetti. Boh...
Grazie
PS:
Attendo risposta alla mail ;)
 
Top
Atamàz
view post Posted on 2/12/2011, 00:43




CITAZIONE (Little Tin Goddess @ 1/12/2011, 21:08) 
Davvero ti sembra che Ann ci sia troppo? a me sembra di averla messa troppo poco :D

Il ragionamento è contorto, ma ho avuto l'impressione che ci fosse troppo per il ruolo che effettivamente ha, o che ci sia troppo poco per essere la "voce narrante", la testimone degli eventi, il soggetto attraverso i cui occhi viene vista la vicenda... Nè carne, nè pesce, la si potrebbe definire in sintesi, anche se non rispecchia esattamente la realtà. Ma ripeto, è solo uno spaccare il capello in quattro, una parentesi su un personaggio che ho trovato un po' "stonato".

CITAZIONE (Little Tin Goddess @ 1/12/2011, 21:08) 
Dovrei leggermi 2the lady in the dunes" per vedere la somiglianza.

C'è qualche attinenza. Il film di Andrew, comunque merita. Se hai tempo leggilo.

CITAZIONE (Little Tin Goddess @ 1/12/2011, 21:08) 
Per la sceneggiatura è un problema di altervista: io l'avevo messa bene e il sito mi ha levato i grassetti. Boh...

Io ci perdo sempre un giorno risistemare tutta l'impaginazione. Forse anch'io non ho capito bene come funziona la trasposizione da word a web, ma vabbè.

CITAZIONE (Little Tin Goddess @ 1/12/2011, 21:08) 
PS:
Attendo risposta alla mail ;)

Letto, annotato e iniziato il seguito. Che dici, facciamo outing? ;)
 
Top
Little Tin Goddess
view post Posted on 2/12/2011, 08:53




va bene, mandi tu la notizia o io?


da quello che ho letto... ma non è che ti confondi con Lindsay Lohan?
 
Top
Atamàz
view post Posted on 2/12/2011, 14:08




No, no... Mi riferisco proprio ad Ann.
Non voglio farne un caso di stato, data la scarsa rilevanza della parentesi sul giudizio complessivo del film, ma per farmi capire e spiegarmi meglio ti riporto quello che ha scritto la stessa Ann Rule riguardo al libro da lei scritto e da cui hai tratto il film:

Racconta l’autrice: “Per sua natura doveva essere scritto in modo distaccato, fondato su ampie ricerche e non riguardare per nessun motivo la mia vita. Si trasformò invece in un libro profondamente personale, nella storia di un’amicizia unica, che, in un certo senso, trascese i fatti emersi grazie al mio lavoro. A un certo punto, scoprii che l’individuo al centro delle indagini della polizia non era affatto un estraneo, bensì un mio amico”.

Ora, il film, e bada, è una mia pura impressione, mi sembra che nei confronti di Ann non sappia bene che posizione prendere. Se farla diventare la "Macchina da presa" della vicenda, narrando tutto attraverso i suoi occhi, oppure se narrare i fatti dal punto di vista di Bundy e collocarla quindi nel ruolo di personaggio di supporto. Nel primo caso, Ann avrebbe dovuto essere più presente e molte scene in cui Bundy è da solo non si sarebbero dovute vedere, nel secondo caso (e mi pare sia la strada che hai percorso) è Ann ad avere qualche scena di troppo, che distoglie l'attenzione dalle vicende del vero protagonista, che è Bundy.

Faccio io... ;)
 
Top
Little Tin Goddess
view post Posted on 2/12/2011, 14:14




questo l'ho capito: intendevo il paragone che hai fatto fra Rachel McAdams e la Swinton nel film di Andrew

Hai detto che ti sembrava un ruolo simile, ma io la trovo più simile a quello di Lindsay Lohan!
 
Top
view post Posted on 2/12/2011, 14:14
Avatar

Produttore

Group:
Member
Posts:
6,246
Location:
Dorgali (NU)

Status:


Una bella e interessante discussione, è sempre bello vederne! :)
 
Top
Atamàz
view post Posted on 2/12/2011, 23:33




Ah, scusa... Ho fatto casino. Sì, intendevo la Lohan. In sti giorni sono un po' fuso.
 
Top
Clint1994
view post Posted on 9/12/2011, 20:48




UN ESTRANEO AL MIO FIANCO by Clint94

Il primo film di Little Tin è una pellicola sorprendente, uno dei migliori esordi che io ricordi. Tratto dall'omonimo libro di Ann Rule, racconta la storia di uno dei più famosi serial killer d'America: Ted Bundy. Nella prima metà, il film ripercorre la vita di Ted prima che egli diventasse un killer, cercando di evidenziare le ragioni che l'hanno trasformato in un mostro; nella seconda parte invece assistiamo alla carriera criminale di Bundy, alle indagini, all'arresto e infine alla sua morte sulla sedia elettrica. L'obiettivo del film era probabilmente quello di fornire il ritratto di un individuo normalissimo, che si è trasformato in un mostro, come a indicare che tutti siamo potenzialmente tali. È evidente lo sforzo compiuto dall'autrice nel rappresentare la psicologia di questo inquietante personaggio, anche se il risultato è riuscito solo a metà: la doppia vita di Ted è resa molto bene, ma ho trovato un po' superficiali le scene che lo rappresentano nella sua follia omicida (le continue allucinazioni su Stephanie e sulle mani insanguinate, i suoi dialoghi interiori, l'enfasi sul sorriso maligno). Insomma, per quanto si noti l'impegno, non mi hanno convinto pienamente il passaggio di Ted da persona normale a serial killer e la rappresentazione della sua follia. C'è da dire però che entrare nella testa di un killer è praticamente impossibile, e probabilmente era difficile fare meglio di così. Ciò che ho apprezzato di più nel film di Little Tin è proprio la sua struttura, il modo in cui è stato pensato, che ho trovato molto cinematografico, segno di una maturità sorprendente per un'esordiente. Dei soliti difetti da opera prima qui infatti ce ne sono pochi: è vero, certo dialoghi non sempre funzionano e alcune reazioni dei personaggi sono eccessive (penso all'inizio, quando Ann nomina per la prima volta Stephanie e Ted così all'improvviso quasi si mette a piangere), ma nel complesso lo script funziona, coinvolge, non dura troppo né troppo poco e presenta anche numerosi pregi. Come ho detto, ho apprezzato molto la struttura del film: ci sono molti flashback ben calibrati, molti stacchi davvero ben fatti con un ottimo uso della voce fuori campo, un buon uso della musica come accompagnamento delle scene (il primo tentativo di omicidio di Ted abbinato alla Lacrimosa di Mozart resta impresso e forse è la scena migliore del film). Insomma, il ritmo è buono, lo stile è secco, ci si appassiona e si arriva al finale senza metterci neanche troppo tempo. Nella parte finale in realtà si nota un qualche cedimento dal punto di vista della scrittura, come se Little Tin si fosse stancata: penso alla scena della carneficina nella sede del gruppo studentesco Chi-Omega, che è piuttosto confusa e non molto chiara. Il finale forse è un po' troppo enfatico (l'addio tra Ted e Ann) e lascia l'impressione che l'autrice simpatizzi con il killer, mentre probabilmente sarebbe stato più giusto prenderne maggiormente le distanze. Pessima invece l'impaginazione: pochissimi spazi, dialoghi scritti nello stesso modo del resto dello script, è facile confondersi e perdere il filo della lettura. Per i prossimi film, Little Tin deve sicuramente impaginarli meglio. Altro difetto dello script sono gli interventi dell'autrice, con frasi che tendono a spiegare un certo comportamento ma che sono troppo letterarie e che in una sceneggiatura non vanno mai inserite (mi sembra che già Andrew avesse fatto degli esempi in questo senso). Il cast rientra tra i difetti tipici degli esordienti, nel senso che ci sono troppe star molte delle quali sprecate: Amanda Seyfried e Kate Beckinsale compaiono in pochissime scene e nella realtà non accetterebbero ruoli come quelli loro assegnati, e anche Ben Kinglsey mi è sembrato poco adatto. Brave invece la McAdams e la Lohan, e anche la Bullock se la cava bene. James McAvoy ovviamente offre un'interpretazione notevole, ma non poteva essere altrimenti considerando che deve reggere sulle sue spalle praticamente tutto il film. Sicuramente può aspirare a una nomination. Faccio fatica invece a giudicare la scelta di Joe Dante alla regia: scelta sicuramente originale e per nulla scontata, ma che trovo poco comprensibile, considerando soprattutto gli ultimi film del regista (quasi tutte pellicole per bambini o ragazzi). Non è una scelta da bocciare, ma mi lascia abbastanza perplesso.
In conclusione, quello di Little Tin è un ottimo esordio, che ha la struttura di un film autentico e si lascia leggere più che volentieri. L'approfondimento psicologico del killer non è del tutto riuscito, ma in ogni caso il personaggio di Bundy non si dimentica facilmente.

VOTO: 7-
 
Top
Little Tin Goddess
view post Posted on 10/12/2011, 00:21




grazie mille per la recensione, Clint

Come hai detto, entrare nella testa di un serial killer non è una cosa da tutti, e io non sono una psicologa, ho cercato di capire tramite ricerche e la lettura del libro qual'è stata la molla principale e l'ho enfatizzata, perchè siceramente non credo all'idea che si impazzisce così tutto d'un botto "alla hulk", ma il cervello fa un sacco di elucubrazioni prima di distorcersi in quella maniera.
Mi spiace per la stesura dello script, come ho già detto è stato un problema di altervista che mi ha levato tutti i grassetti. La prossima volta ci starò più attenta.
Poi oddio ... simpatizzare proprio no,e un po' mi spiace che tu abbia avuto questa impressione
per il resto glassie!
 
Top
canepa
view post Posted on 14/12/2011, 19:35




RECE FLASH by Tomcat: UN ESTRANEO AL MIO FIANCO
COSA STA DIETRO A UN SERIL KILLER?


Essendo un grande appasionato di film sui seril killer, fra le tante con Pap anni fa volevamo proprio coprodurre un film su questi efferati criminali, non potevo non aspettare con grande interesse questa pellicola. Dalle mie visioni, il riferimento per questo genere di film è zodiac e mi attendevo qualcosa di simile, anche se la differenza fondamentale stava nel fatto che Zodiac è rimasto impunito e Bundy no.
Questa pellicola ce l’ha fatta a avvicinarsi a quel modello? Purtroppo no. Partendo dallo script, devo dire che l’impaginazione a mio avviso sarebbe da rivedere, perchè tralasciando alcune immagini che non si vedono, non è uniforme. In alcuni punti è tutta attaccata (nessuno spazio fra i dialoghi e le scene che “vediamo”, mentre in altri punti gli stacchi ci sono.
Guardando poi la costruzione della pellicola, si ha una prima parte che descrive in maniera molto approfondita il Bundy pre carriera assassina, che lasciava benissimo sperare, ma questa descrizione accurata prosegue fino alla metà abbondante della pellicola, per poi passare a un ritmo descrittivo molto veloce, che per me fa perdere molto appeal e verosimilianza alla storia. Le indagini sono a malapena tratteggiate e in diversi punti mi sono chiesto perchè i protagonisti sono rimasti in silenzio. Specialmente Ann che si danna per la presenza di un serial killer, tanto efferato, ma appena sospetta di Ted, non fa niente.
Tralasciando poi le fughe dal carcere che sembra una specie di asilo, che non un istituto di detenzione.
Anche sul versante dialoghi, dalla metà in poi, sono molto didscalici e in alcuni punti poco veritieri. Forse mi aspettavo una specie di biopic su Bundy, ma soprattutto sui personaggi che erano chiamati a indagare, che invece fanno quasi sfondo.
Una cosa che ho trovato fastidiosa è la scelta di descrivere quello che non si riesce a capire dalla descrizione e succede in 4 o 5 punti. Mi riferisco a una frase del tipo: “...guarda attento la strada mentre guida, ha di nuovo quello sguardo allucinato, la voglia di uccidere si sta di nuovo impadronendo di lui.” Non importa scriverlo, nel momento dello sguardo allucinato è chiaro che sta per avere un altro raptus.
Dante conferma la sua voglia di dirigere storie da detective, come sta facendo ultimamente in tv e si concede inquadrature ricercate, con piani sequenza e flashback, che impreziosiscono la regia.
Il cast è composto di nomi altisonanti, ma quello che emerge parecchio è McAvoy che offre una grande prova attoriale mostrandoci tutta la follia e il viaggio verso l’inferno di questo ragazzo, con un futuro radioso, ma sprecato per un amore fallito. Più defilata la Bullock, che mi aspettavo più attiva, ma che si fa soffiare la presenza scenica dalla McAdams. Le altre ragazze, forse a eccezione della Lohan, che ha leggermente più spazio, fanno abbastanza sfondo.
La cosa da apprezzare è sicuramente il fatto che non si è addolcita la figura di questo criminale spietato, che nonostante il disturbo mentale che lo ha portato nel baratro, rimane un carnefice e non una vittima. Anche se sul finire tenta una sorta di redenzione scrivendo alle sue donne.
La locandina non è male, ma non mi ha nemmeno fatto impazzire; il solito faccione che per mia fisima odio e i font non bellissimi.
La colonna sonora pesca a piene mani dal rock storico e spesso i brani sentiti, provengono da elementi di scena. Musica che anche temporalmente ci sta bene. Anche se per esempio il brano dei 3DG è almeno del 1992, ma Bundy è stato giuastiziato nel 1989. Se la musica provenisse dallo stereo del maggiolino, sarebbe un blooper. In ogni caso i brani sono azzeccati per le scene in cui risiedono.
Concludendo si tratta di un esordio coraggioso che risente inquivocabilmente dei classici difetti da esordio (per l’appunto). Con un po più di attenzione a livello di script e nel dosaggio del ritmo della storia, avrebbe potuto essere un gioiellino, ma per essere un biopic, non è del tutto fallace.
Voto complessivo: 65/100
 
Top
Little Tin Goddess
view post Posted on 14/12/2011, 19:57




grazie mille per la recensione Canepa
come ho già detto, l'impaginazione è colpa di altervista, la prossima volta ci lavoro di più e con più pazienza. Ed ho capito il problema delle descrizioni troppo "letterarie" che cercherò di non mettere più.
Per la colonna sonora, sapevo che sarebbe stato rischioso mettere quel brano ma ho voluto rischiare perché ci stava bene, potevo metterlo in versione string quartet come don Down With The Sickness dei Disturbed ma non mi piaceva molto quella versione.
Cmq grazie ;)

Per la cronaca: facendo delle ricerche ho scoperto che la figlia di Ted è stata arrestata nel 2005 per aver pagato con assegni falsi. le hanno dato 23 anni. Non sapevo se ridere o piangere, che famiglia -_-
 
Top
view post Posted on 17/12/2011, 12:44

Attore/Attrice

Group:
Member
Posts:
3,748
Location:
bologna...

Status:


LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Il film l'ho letto martedì, quindi mi scuso subito del tremendo ritardo con cui vengo a scrivere la recensione. In compenso, febbre permettendo (purtroppo non sto benissimo), oggi mi recupererò almeno due o tre film, con l'eccezione del Grande silenzio, perché voglio prima vedere l'originale.

E finalmente, anche Little Tin esordisce, con un film complesso e sfaccettato come il suo protagonista. La storia di Ted Bundy, uno dei più famosi serial killer della storia, è un progetto davvero ambizioso, ma che si confà bene all'entusiasmo che la neo-produttrice ha già dimostrato nel buttarsi nel nostro gioco. Il film si può dividere in due tempi, prima e dopo l'inizio degli omicidi: in tal modo, lo spettatore ha il tempo di affezionarsi e capire Bundy, lasciato da un'autentica stronza (con tutto il rispetto per Lindsay Lohan, il personaggio è odioso), e di capire come il povero Ted non sia un cinico massacratore di fanciulle, ma un uomo che con la sua passione per il sangue e gli omicidi ha dovuto lottare una lotta purtroppo risultata vana. Nella seconda parte, abbiamo invece gli omicidi e le indagini, e lo spettatore non riesce a capire se parteggiare per Ted oppure no: essendosi infatti affezionato al personaggio, che non è mai veramente antipatico, risulta davvero difficile vederlo come assassino, nonostante non vengano mai sollevati dubbi sulla sua colpevolezza.

Il film funziona, coinvolge e appassiona, ed è scritto molto bene, anche se con alcuni problemi di forma: a parte il fatto che è sempre buona norma, nei dialoghi, evidenziare la persona che parla rispetto a ciò che dice. Inoltre, a volte i dialoghi sono troppo vicini alle didascalie, producendo un effetto non piacevole. Altro errore è il cast: com'è tipico di un po' tutti gli esordienti, anche Little Tin ha dimostrato la tendenza a un cast all star anche per ruoli minimi (Kate Beckinsale, Ben Kingsley), anche se a suo onore bisogna dire che almeno non ha esagerato come, ad esempio, il sottoscritto. Inoltre, è buona norma, seguita da quasi tutti noi, di mettere le foto degli attori alla prima apparizione del personaggio. Ed è vero che, come han detto in tanti, nella seconda parte del film, il tutto si sfilaccia un po', perdendo di compattezza, come se la pazzia di Bundy, quasi senza controllo, avesse preso la mano anche alla sceneggiatrice.

Ma l'operazione è tutt'altro che non riuscita, anche grazie a un cast indovinato (McAvoy si guadagna una nomination d'ufficio a Miglior Attore Protagonista agli Awards, e anche la Bullock, la Lohan e la McAdams ne escono più che dignitosamente), a una scelta di regia strana ma coraggiosa (ammetto di fare molta fatica a immaginarmi Joe Dante che dirige un film simile, ma comunque la regia è fatta molto bene), e a una colonna sonora ben scelta. Il sito manca, ma credo ci si possa passare sopra.

VOTO: 73/100. Un esordio coraggioso e ambizioso, non gestito completamente a causa della poca esperienza, ma che rivela un sicuro talento. Benvenuta fra noi, Little Tin.
 
Web  Top
Little Tin Goddess
view post Posted on 19/12/2011, 21:19




finalmente ho tempo pure per rispondere a Francis
allora, ho cercato in ogni modo di far capire il perchè di questa follia senza farlo sembrare una vittima, e spero di avrcela fatta, e poi c'è ancora il problema di altervista a cui rimedierò nella prossima sceneggiatura. Grazie per i complimenti ;)
 
Top
34 replies since 26/11/2011, 00:08   1884 views
  Share