Recuperato, finalmente.
Il criceto, probabilmente, è il fulcro del film. E non scherzo, perchè mi è venuto sul serio da pensare questo alla fine.
Come ne
La morte e la fanciulla anche stavolta quella vecchia volpe di Polanski chiude tutto in un ambiente claustrofico dove s'innescherà la carneficina, inscenata in maniera tanto sapiente.
Come dei criceti chiusi in gabbia, assistiamo all'incontro, approccio, scontro e deflagrazione delle personalità di 4 personaggi (due coppie) della medio borghesia americana (ma mettiamoci pure europea, a mio avviso non sarebbe cambiato quasi nulla). Il tutto sotto la lente di ingrandimento (pardòn, la Mdp
) di uno studioso dallo sguardo divertito e un (bel) po' sadico.
Un "esperimento" che coinvolge in pieno anche lo spettatore, in un procedimento se vogliamo hitchcockiano (a me è venuto in mente più volte,
Nodo alla gola, capolavoro da camera di Sir Hitch) nel senso che fin dall'inizio ci si aspetta con trepidazione che
accada quel che si sa che accadrà e che la bomba deflagri, unendo
vittime e
carnefici, sebbene ci si sforzi da tutte le parti in un cortese conformismo e buonismo di facciata.
L'occasione è data da un evento abbastanza risibile e quotidiano (il litigio di due ragazzi, uno dei quali ha rotto due denti all'altro) ma in realtà la "bomba" scoppia quando il personaggio di Kate Winslet, quella apparentemente più misurata, rompe gli "indugi" lasciandosi andare a un inaspettato quanto sovvertitore (di regole conformistiche) attacco di vomito.
A quel punto una ad una vengono fuori tutte le vere personalità in "camera", con equilibri che si fanno e si disfanno, alcuni dei quali non te li aspetteresti (come quando le coppie
scoppiano e si ricompongono in una dualità tra sessi - maschi contro femmine - che però fortunatamente non dura poi nemmeno tanto, altrimenti si sarebbe caduti nel banale).
Paradossalmente (?) dopo il vomito tanto "liberatorio" (in tutti i sensi) della Winslet è proprio la Foster a dare il via alla carneficina. L'unica a cui "importi davvero qualcosa" (è Waltz a dirlo) e che con pernicioso moralismo finto-progressista comincia a mettere pesantemente sul banco degli imputati la coppia formata da Waltz e dalla Winslet.
Alla fine nessuno ne uscirà vincitore, con le "donne" forse ancora più perdenti, nel senso che alla fine hanno dato sfogo al peggio di sè ma solo perchè disinibite dall'alcool e non in una sorta di catartico momento di "nudità", di fragile dimostrazione di sè stessi (in un certo senso i due uomini non nascondono la loro natura meno nobile e, dunque, più fallace).
Un film da vedere assolutamente, e mi chiedo perchè non l'ho recuperato prima. Polanski è impietoso ed è inquietante ogni volta che scava così profondamente nel torbido del conformismo. 8