Cinematik.it - Il gioco del Cinema


Alice in Wonderland
Poll choicesVotesStatistics
72 [22.22%]
62 [22.22%]
42 [22.22%]
32 [22.22%]
11 [11.11%]
100 [0.00%]
90 [0.00%]
80 [0.00%]
50 [0.00%]
20 [0.00%]
00 [0.00%]
Guests cannot vote (Voters: 9)

Alice in Wonderland

« Older   Newer »
  Share  
Mr.Noodles
view post Posted on 10/4/2010, 17:18




CITAZIONE (marenarobros @ 10/4/2010, 18:15)
Nessuno risponde al paragone con Spielberg e il suo Hook?

è azzeccato, of course. neanche "Hook" era un così grande film, però ne ho un bel ricordo (sarà anche per Robin Williams, boh).
inoltre riusciva davvero a rimasticare la storia originale, cosa che secondo me Burton non riesce a fare, ponendosi in maniera anti-carroliana e anti-burtoniana al contempo.
 
Top
view post Posted on 10/4/2010, 17:31
Avatar

Cinefilo Ad Honorem

Group:
Member
Posts:
26,550

Status:


CITAZIONE (Mr.Noodles @ 10/4/2010, 18:18)
anti-burtoniana al contempo.

ma infatti io al terzo film in cui questa cosa è conclamata (e forse è anche il quarto/quinto o addirittura sesto), gli riconosco semplicemente una nuova coerenza. C'è un Burton 1 e un Burton 2. Un po' come Calciopoli. :P
 
Web  Top
view post Posted on 10/4/2010, 22:41

Attore/Attrice

Group:
Member
Posts:
3,748
Location:
bologna...

Status:


Io t'assicuro che "Sweeney" e "Fabbrica" hanno avuto un buon numero di critiche positive (più la prima, a dire il vero, ma anche il secondo se l'è cavata discretamente). Lo stesso Guzzano, che non è stato soddisfatto di "Alice", di "Sweeney" l'unica cosa che non apprezzò fu la durata secondo lui esagerata.

Quanto alla morale, io una morale nei film di Tim la devo ancora trovare. Ma del resto, sono le favole che devono avere una morale, non le fiabe. Smettiamola di illuderci che esista un "Burton-pensiero", o una filosofia burtoniana: non esiste, Tim è semplicemente uno che fa le cose perché gli girano. Al massimo esiste il "Burton-style".

Ah, notizia ferale dell'ultim'ora: per quanto riguarda "Maleficent" (alias "Bella addormentata" vista dalla parte della strega cattiva), di cui Linda Woolverton ha appena cominciato a scrivere la sceneggiatura, la Disney penserebbe ad Angelina Jolie come protagonista. Chissà perché, l'idea non m'attira: se proprio non si vuole Helena Bonham Carter, si pigli qualcuno di un attimo più serio...Comunque, al momento, l'attenzione di Tim è tutta per "Frankenweenie", quindi se ne riparlerà.
 
Web  Top
view post Posted on 11/4/2010, 18:39
Avatar

Cinefilo Ad Honorem

Group:
Member
Posts:
26,550

Status:


CITAZIONE (Francis Delane @ 10/4/2010, 23:41)
Smettiamola di illuderci che esista un "Burton-pensiero", o una filosofia burtoniana: non esiste, Tim è semplicemente uno che fa le cose perché gli girano. Al massimo esiste il "Burton-style".

E alla fine, Pap vinse la guerra: è quello che ho sempre detto, e ho sempre detto a voi di non "illudervi" su un Burton pensiero coerente, o se non altro continuativo dal suo esordio fino agli anni 2000. Sul Burton-Style (Burton "arredatore", l'avevo definito) pure sfondi una porta aperta. E non c'è cinema, quello.

ps: altra causa della rovina di Tim? Helena. Quando aveva Lisa Marie da inserire nei suoi film, le regalava camei da freak meravigliosi. Con la nuova compagna (indubbiamente un'attrice migliore, e che alla fine ha anche spesso salvato capra e cavoli nei film recenti) però sembra di essere di fronte all'accoppiata Benigni-Braschi.
 
Web  Top
view post Posted on 12/4/2010, 22:52

Attore/Attrice

Group:
Member
Posts:
3,748
Location:
bologna...

Status:


Mi fa piacere che su un punto siamo d'accordo. Ma ti svelerò un segreto: a convincermi di questa verità è stato Tim stesso. Ho letto il libro "Burton racconta Burton", ho parlato con un amico cinefilo a cui Tim piace, e ho finito per riconoscere la verità: Tim è un grande narratore di storie, un favolista e un poeta, ma non è nè un filosofo (non ha la cultura per esserlo) nè un regista raffinato (dato che il suo stile è molto meno "cinematografico" di quello di Tarantino, per esempio). E il bello è che lui è il primo a riconoscerlo: Tim è rimasto sostanzialmente un bambinone a cui piace giocare con la stop motion, con l'aggravante (diciamo così) che è riuscito a coniugare questo lato con uno più "adulto" che riesce a tenersi a freno e a incanalare la sua fantasia (se c'è una cosa che si vede nei suoi film, è la sua maturazione come uomo: tra "Edward" e "Big Fish", che sono i due capolavori rispettivamente della giovinezza e della maturità, c'è tutta una storia).

Detto questo, ciò che divide noi due è che io questo nuovo lato lo accetto e lo amo come il precedente, anzi anche di più visto che è di grande consolazione per me (ma qui si va sul soggettivo, e lo so che non costituisce una prova) che con Tim sento un'intrinseca "affinità elettiva" (ma non chiedermi di spiegarmi, non voglio scendere in discussioni personali).

Perciò, onore al vincitore, Pap. Giusto una curiosità: capisco la tua opinione su Helena (non sono d'accordo specie per il paragone, dato a che a Benigni la Braschi non basta per salvare i suoi film, nè Helena basterebbe a Tim per salvare i suoi), ma questo vuol dire che accetteresti la Jolie come protagonista di "Maleficent"?
 
Web  Top
Andrew.
view post Posted on 13/4/2010, 12:28




La Jolie proprio no... meglio una Scarlett a sto punto :P
 
Top
view post Posted on 13/4/2010, 15:43
Avatar

Cinefilo Ad Honorem

Group:
Member
Posts:
26,550

Status:


CITAZIONE (Andrew. @ 13/4/2010, 13:28)
La Jolie proprio no... meglio una Scarlett a sto punto :P

Ma per forza Maleficient deve fare? :rolleyes:

ps: ma perchè, quale altro regista è "filosofo"? Sono tutti narratori di storie... e Burton non ha uno stile cinematografico? Ma cosa stiamo dicendo? E' palese invece che sia figlio della Hammer, della Disney, della Universal anni '30... e lo dà(va) a vedere con estrema naturalezza, un tempo.
Posso concordare con l'evoluzione tra Edward e Big fish. E' dopo Big Fish che s'è letteralmente svenduto (ai soldi? alla sua bambineria? boh).
 
Web  Top
view post Posted on 13/4/2010, 16:20
Avatar

Cinefilo Ad Honorem

Group:
Member
Posts:
26,550

Status:


sul cast di Maleficient:

http://io9.com/5504799/8-other-witches-wed...e-over-angelina


Posto una recensione molto sincera (e coerente), non prevenuta, insomma, sull'ultima fatica di Burton, recuperata da uno dei miei blog preferiti:

CITAZIONE
ALICE NON ABITA PIÙ QUI

Alice ha le occhiaie. Per tanto tempo sarà anche andata a letto presto la sera ma senza trarre giovamento da lunghi sonni ristoratori. Alice ha dormito poco: le scorribande nel Sottomondo, escursioni oniricamente reali, le hanno sottratto freschezza, lasciandola in balia di un’affaticata incapacità di armonizzare le due dimensioni nelle quali si è trovata a vivere. Ecco, forse Burton avrebbe dovuto indugiare di più su queste occhiaie e sullo sforzo che vi si è depositato, quello del cercar di armonizzare concretezza quotidiana e immaginario anarchico in una fase delicata come quella dell’adolescenza alle soglie della maturità. L’Alice di Burton è d’altronde l’Alice “sbagliata”, la sua identità viene continuamente messa in dubbio durante il film. Difatti non è più una bambina, è quasi una donna. E Lewis Carroll è una parentesi passata, intrappolata in un flashback. La follia dadaista e scompaginante certezze vittoriane lascia il posto a una linearità iniziatica e neoclassica, sancita da un pergamena in cui la storia è già scritta. Le differenze effettive tra il Mondo di Sopra e il Mondo di Sotto si rivelano puramente scenografiche (il secondo pare quasi la versione post-apocalittica del primo) dato che le dinamiche relazionali (e quindi sociali) sono pressoché le stesse: sia nell’uno che nell’altro mondo Alice è assoggettata al volere altrui e matura progressivamente una propria indipendenza di pensiero e d’azione (o almeno così sembra). Lontani dalla dicotomia tra mondo dei vivi e mondo dei morti de “La sposa cadavere”, saremmo più dalle parti del finale “rivelatore” di “Big Fish”: il meraviglioso che si specchia nel suo controcampo e non già il contrario, il fantastico che scopre la sua normalità.

Tutto ciò, questa rilettura, questo reboot perfino sconcertante dell’originale carrolliano sarebbe anche interessante, forse addirittura coraggioso, se la sua realizzazione non fosse invece all’insegna di una sciatteria dimissionaria preoccupante. In “Alice in Wonderland” si rincorrono senza mai ottenere un’ombra di compattezza espressiva un immaginario disneyano atrofizzato, stilemi triti del fantasy seriale, cascami della poetica visiva burtoniana (da dar ragione ai detrattori tra i quali, beninteso, non mi sono mai annoverato; per dire, la recente revisione di “Sweeney Todd” me ne ha confermato la grandezza probabilmente incompresa). Le esigenze autoriali, se sono state espresse, sembrano aver ceduto il passo alla committenza senza dare alla luce interessanti frutti ibridi. Tolta l’immagine infantilmente minacciosa e perversamente innocente di Alice che supera il fossato camminando sulle teste mozzate dei cadaveri, non c’è nessuna invenzione ma solo riciclaggio confuso e rimpastato in una CG anonima, un bestiario che sembra venir dritto dallo spregevole “Shrek” e taccio sul disonesto 3D, inattraversabile specchietto per le allodole. La Regina Bianca di Anne Hathaway è inquietante solo nel make-up e con essa fallisce il tentativo invero timido di iniettare nella storia una certa dose di ambiguità sovvertitrice dell’assodato ordine morale; assolutamente sprecata la presenza del sulfureo Matt Lucas di “Little Britain” nei duplici panni di Pinco Panco e Panco Pinco; legnoso Johnny Depp nel ruolo reso scriteriatamente di primo piano del Cappellaio Matto e altrettanto legnosa la sua ipotetica tensione sentimentale (e la sua deliranza, seppur per pochi secondi, sposta l’asticella dell’inguardabile cinematografico). Anche la sessualità germogliante di Alice, una volenterosa ma esangue Mia Wasikowska, è uno sguardo potenzialmente interessante ma molto abbozzato e infine annullato nella terminale androginia guerriera di una Giovanna d’Arco senza visioni.

A salvarsi da questo sfacelo è la macrocefala e capricciosa Regina Rossa di Helena Bonham Carter, bambinona crudele e probabilmente figlia non amata, cui comunque non viene concesso lo spazio che merita. Ora, capisco la riflessione anche autocritica sulla propria poetica ma che l’unica autentica freak (freak femmina), circondata tra l’altro da una folla ipocritamente servile di finti freak, sia anche un personaggio infine meritevole di una punizione esemplare a me suona un po’ indigesto, o a dir poco controverso in un’ottica prettamente autoriale. A vigere in quest’universo oscillante tra Sopra e Sotto è comunque la legge del padre: l’emancipazione pseudo-femminista di Alice è un ripeterne pedissequamente e asessuatamente la lezione, distinguere tra follia e follia in un’ottica economica (per cui la zia nubile e svitata e “improduttiva” viene conclamata clinicamente pazza perfino da Alice senza troppi complimenti) e scegliere come follia accettabile solo quella “spendibile”, la follia del capitano d’industria che si avventura in nuovi mercati dove addomesticare nuovi dragoni, la “meraviglia” del capitalismo creativo. C'è di che restare parecchio perplessi. “Alice in Wonderland” non è dark, è triste. Concettualmente e, quel che è peggio, visivamente triste. Tagliatele la testa, fatela (s)ragionare, ridate corona e maiale scaldapiedi alla Regina Rossa.

 
Web  Top
view post Posted on 14/4/2010, 23:36

Attore/Attrice

Group:
Member
Posts:
3,748
Location:
bologna...

Status:


Be', se dobbiamo andare a recensioni...

Roberto Escobar:

CITAZIONE
Non ci sono «meraviglie», nel mondo in 3D e in motion capture di Alice in Wonderland (Usa, 2010, 108'). Certo, si tratta dello stesso mondo raccontato da Lewis Carroll. Alice (Mia Wasikowska) ha ormai 19 anni, ma è pur sempre la stessa Alice. E i suoi sogni restano gli stessi sogni. Tuttavia, sognandoli di nuovo, la ragazzina d'un tempo scopre d'aver frainteso: non era Wonderland il nome del paese in cui s'era smarrita, ma Underworld, Mondo di Sotto. Così immagina la sceneggiatrice Linda Woolverton, e così immaginiamo noi, presi dal gioco visionario e «mostruoso» di Tim Burton. Alice sta per essere chiesta in sposa da Hamish, un giovane lord con la puzza al naso (come bene mostra quello «arricciato» del suo interprete, Leo Bill). Che cos'altro può fare una donna che fra non molto compirà vent'anni? Non avrai un bel visino ancora per molto, l'avvertono. Le conviene prendere marito finché la carne regge. A meno che, tra i cespugli ordinati di un grande parco, non s'infili lo scompiglio d'uno strano coniglio bianco. A quel punto, i vecchi sogni tornano a pretendere ascolto. Infatti, lasciato Hamish in ginocchio ad attendere un sì, Alice corre a ritroso negli anni. Corre tanto, che finisce per precipitare dentro il cavo di un albero, a testa in giù fino alla porta che dà verso Underworld. Chi ve la può accompagnare, se non Burton? Chi più di lui l'ha varcata con il cinema la linea precaria che separa il Mondo di Sopra da quello di Sotto, e che li unisce? Passato il confine, lasciato alle spalle l'ovvio che l'attende nella vita adulta, Alice scopre d'avere davanti a sé una inafferrabile terra di non-senso. Niente è come ci si aspetta, a Underworld. I conigli dan lezioni di vita. Fumandosela beati, vecchi bruchi dispensano saggezza E tutti - che siano cappellai entusiasti della rivoluzione (Johnny Depp), o topini con spade lunghe come spilli, o gatti che si dissolvono nel nulla -, tutti dunque pretendono di dirle quel che deve fare, se vuole essere «quella Alice», ossia se stessa. Come stupirsene? Il Mondo di Sotto non è che quello di Sopra capovolto. Sopra, appunto, la precarietà del suo visino è un ottimo argomento d'obbedienza. Ma all'obbedienza spinge anche Underworld. O così farebbe se non fosse a testa in giù. In quella posizione, il sì e il no si confondono, come l'inizio e la fine, il vero e il falso, il passato e il futuro. E il vantaggio dei sogni, e della follia. I migliori sono un po' matti, aveva detto ad Alice ragazzina il padre. Per sua fortuna, (quasi) diventata donna, lei torna a ricordarsene. Prima d'esser se stessa, e anzi per diventarlo, le tocca comunque di ripristinare l'ordine nel Mondo di Sotto. Allo scopo; se la vede con la Regina Rossa (Helena Bonham Carter), che ha cacciato dal trono la sorella più giovane, la Regina Bianca (Anne Hathaway). Qual è la differenza, tra le due? La prima ha un gran testone. Ed è prepotente. L'altra è aggraziata, oltre che ben educata Ma, se li si guarda a testa in giù, il bello e il brutto si confondono, e lo stesso fanno il giusto e l'ingiusto, e l'ordine e il disordine. Nonostante il gran daffare dei «buoni» contro i «cattivi», conviene non dimenticare che stanno fianco a fianco, -e che si rimescolano nello stesso gioco di non-senso. Insomma, gli uni valgono gli altri, e gli altri valgono gli uni (e poi la Regina Bianca dà l'impressione d'essere calcolatrice almeno quanto la sorella, e come lei assetata di potere). Alla fine, nel gran trambusto di mostri volanti e di spade magiche quello che conta davvero è la decisione di Alice: sarà lei la padrona del proprio futuro, non un Hamish qualunque. Poi, lasciato il lord con un palmo del suo naso «arricciato», sarà ancora lei a salire su una nave che tende la prua verso i mari ignoti della Cina. Così accade al termine di Alice in Wonderland. La vita di una donna vale più del suo visino. Il Mondo di Sopra si deve rassegnare, e quello di Sotto anche.

Tocca punti interessanti, secondo me. Quanto alla protagonista di "Maleficent", sono tutte attrici che potrebbero stare benissimo al posto della Jolie (e così su due piedi scarterei la Weaver, la Sarandon e la Pfeiffer perché troppo vecchie, mentre Rachel Weisz o Kate Winslet le vedrei volentieri: come vedete, non pretendo la presenza fissa di Helena...).

Quanto allo "svenduto", qua ci scontriamo contro un piccolo problema. Escluderei svenduto ai soldi, lo poteva fare anni prima. Io non credo nemmeno si sia svenduto: credo (ipotesi che tu sicuramente prenderai come peggiore) che non si sia nemmeno posto il problema, che dopo "Big Fish" abbia semplicemente continuato a fare le cose in cui credeva. E, per carità, dal mio punto di vista ha fatto benissimo: a me, lo torno a dire, "Fabbrica", "Sposa" e "Sweeney" piacciono non poco, su "Alice" adesso abbasserei l'8 al 7 ma non lo giudico dopotutto un brutto film. Però capisco benissimo la tua posizione.

Un regista come gli altri? Dipende chi sono gli altri...E il problema non è solo suo, è anche che la critica ormai l'ha santificato e imbalsamato, che il mercato è riuscito a comprenderlo (mentre per tutti gli anni '90 non c'era riuscito, prima di "Alice" l'unico suo grande successo al box-office era stato "Batman"). E probabilmente lui non se ne è accorto.

Quasi quasi vi propongo un patto: per ogni film di Tim "usuale" nel mondo reale, cerco di fargli fare qua a CK qualcosa di meno scontato. Lo so che non basta, però almeno ci provo.
 
Web  Top
emilgollum
view post Posted on 27/5/2010, 13:21




Intanto anche Alice ha superato la soglia del miliardo. Con i biglietti del 3d è diventato più facile.
 
Top
Aldus Pictures
view post Posted on 1/9/2010, 12:40




Visto ieri sera e che dire oltre quello che è già stato detto: film noioso nella parte iniziale, che si riprende giusto un po' sui tre quarti della pellicola, per poi ricadere nella noia nel finale. Era tanto tempo che non vedevo un film con la voglia che finisse quanto prima. E' un peccato perchè è un film di Burton, le cui pellicole mi sono sempre piaciute. Per quanto riguarda gli attori forse l'unico che si salva con una sufficienza è Depp (ma proprio tirata). Quasi sufficiente la regina rossa. Gli altri...mamma mia che noia!
 
Top
Arcadia1983
view post Posted on 18/10/2010, 07:45




Sono matti: http://www.badtaste.it/index.php?option=co...16123&Itemid=68

CITAZIONE
Pete Hammond di Deadline ha parlato con Joe Roth e Dick Zanuck, produttori di Alice in Wonderland, e rivela che la Disney ha intenzioni serie per quanto riguarda la promozione del kolossal di Tim Burton agli Oscar di quest'anno.

La compagnia infatti non intende solo puntare agli Oscar tecnici (scenografie, costumi, effetti visivi, makeup, colonna sonora, magari fotografia): con la categoria più importante aperta a dieci titoli per il secondo anno consecutivo, la Disney conta di ottenere una nomination come miglior film e una come miglior regista, e per fare questo ha già lanciato una campagna promozionale (con una grossa pubblicità sui cartacei) che, a partire da oggi, segnalerà ai membri dell'Academy che dal 18 al 21 ottobre verranno organizzate proiezioni 3D del film all'Arclight Hollywood e all'AMC di Santa Monica. Nella lobby dell'Arclight si terrà anche una esposizione dei costumi realizzati da Colleen Atwood.

Zanuck spiega che la corsa agli Oscar non dipende da quanti soldi ha incassato un film (stiamo parlando del sesto maggiore incasso della storia, con più di un miliardo di dollari worldwide), ma di meriti:

Sarebbe una grande delusione se finissimo fuori dai dieci nominati all'Oscar come miglior film. Non puoi incassare un miliardo di dollari senza che milioni di persone siano soddisfatte del tuo film. Il punto dell'estendere a dieci le nomination a miglior film è che così si possono includere i film più popolari dell'anno, come Il Cavaliere Oscuro. Andrebbe riconosciuto il fatto che non puoi incassare così tanto se non grazie alle visioni ricorsive del pubblico, all'apprezzamento generale e ai meriti creativi.

Tuttavia il film, che non è certo tra i meglio criticati dell'anno, non viene citato dagli esperti nelle varie liste dei probabili contendenti all'"Oscar race" di quest'anno. Zanuck è convinto che dopo la campagna promozionale, ci sarà da ricredersi:

Il film non compare in quelle liste, ed è da lì che siamo partiti. E' un problema, e non so neanche quanto siano accurate. Queste liste non prendono in considerazione la campagna che stiamo per lanciare, e che dovrebbe rimetterci in lizza. Il vero problema è il fatto che per l'Academy siamo "notizie di ieri": alcuni di loro neanche si ricordano che il flm è uscito quest'anno.

...infatti è piuttosto raro che una pellicola uscita nella prima metà dell'anno (qui parliamo addirittura di marzo) finisca nelle nomination a miglior film. Ecco perché starà tutto alla Disney promuovere in maniera adeguata la candidatura.

Nell'immagine a lato, potete vedere la pubblicità "For Your Consideration" pubblicata da Deadline.
Le nomination agli Oscar 2011 si terranno martedì 25 gennaio 2011, i premi verranno assegnati domenica 27 febbraio.

Come sempre, su BadTaste seguiremo per tutto l'anno gli eventi che condurranno alla cerimonia dell'anno prossimo.

 
Top
Mr.Noodles
view post Posted on 18/10/2010, 14:32




su BadTaste il film era piaciuto? *asd*
 
Top
Arcadia1983
view post Posted on 18/10/2010, 15:13




CITAZIONE (Mr.Noodles @ 18/10/2010, 15:32)
su BadTaste il film era piaciuto? *asd*

Sinceramente non ricordo.
 
Top
Andrew.
view post Posted on 18/10/2010, 18:11




CITAZIONE
...infatti è piuttosto raro che una pellicola uscita nella prima metà dell'anno (qui parliamo addirittura di marzo) finisca nelle nomination a miglior film. Ecco perché starà tutto alla Disney promuovere in maniera adeguata la candidatura.

Allora non capita solo a Cinematik :D

Comunque se questo film va in nomination, voglio anche che ci rientri Percy Jackson e gli dei dell'olimpo.
 
Top
107 replies since 4/3/2010, 23:54   1234 views
  Share