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Alice in Wonderland
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Alice in Wonderland

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emilgollum
view post Posted on 8/3/2010, 12:09




A me sinceramente che sia Burtoniano o no, non mi interessa molto, rimane il fatto che l'adattamento l'ho trovato piatto e inconsistente. C'è tutta la prima parte, l'Alice che sta crescendo, il rifiuto di alcune imposizioni dell'epoca a rendere l'idea di chi sta dietro la macchina da presa. Ma è troppo poco, quando la ragazza precipita nel buco, è tutta una corsa, tante situazioni tirate via, come il finale, estremamente striminzito e banale. Alice ti da l'idea di non essere partecipe alla vicenda, non escono emozioni dal suo volto. Anche la decisione finale, non c'è empatia con il personaggio. Secondo me non soffre abbastanza, e la tecnica del: "non è la realtà, è un songo" (ripetuta tre, quattro volte, non aiuta per niente).

Penso sia un film che la Disney abbia voluto controllare fin troppo, c'è poca cattiveria e in questo senso Burton ha fatto il solito compitino.
 
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eXistenZ_
view post Posted on 8/3/2010, 14:19




CITAZIONE (Francis Delane @ 8/3/2010, 00:05)
CITAZIONE
sai qual è il paradosso di "Alice in Wonderland"? che se Burton non avesse tradito la storia originale sarebbe risultato più burtoniano di quello che invece è il film con questo film, Burton riesce a tradire sia Carroll (ha ragione exy a dire che probabilmente si rivolterà nella tomba) sia se stesso e il suo cinema. è un film che avrebbe avuto più senso se diretto dal regista de Le cronache di Narnia o di Harry Potter...

Tradimento a Carroll? Dipende da come lo si guarda. Carroll, mi hanno detto alcuni, era un'anima profondamente fantasiosa che si sentiva persa e perduta in un mondo come l'Inghilterra vittoriana dove tutto era censurato, e i suoi romanzi sono pieni della malinconia per l'infanzia perduta, per aver perduto il coraggio di opporsi. Il nonsense e l'assurdo nascono da qui. Quest'anima di Carroll era quella che voleva recuperare Tim (credo), superando la superficie del nonsense e dell'assurdo (che invece tutti si aspettavano, e a torto): l'anima, appunto, della semplice fantasia e della malinconia del suo abbandono.

Vabbè allora so tutti boni a fare film da libri
 
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view post Posted on 8/3/2010, 21:47

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No, allora, Exy, non hai capito cosa intendevo dire.

Non ho detto che l'adattamento sia perfetto, non mi pare di aver sprecato grandi lodi (sì, l'ho spiegato e un po' celebrato nella recensione, ma non mi sono profuso in lodi sperticate: riconosco anch'io che poteva essere curato di più). Ho semplicemente difeso Tim dall'accusa di aver tradito Carroll, facendo notare che un'opzione a tale osservazione c'era. Non ho detto che sono tutti boni a fare film da un libro.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 13/3/2010, 08:14




L'ho visto ieri sera, in compagnia. Per ora mi limito a dire che se vedo Burton per strada e io sto con l'auto, lo investo ripetutamente.
 
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World ^_^
view post Posted on 13/3/2010, 09:48




CITAZIONE (Arcadia1983 @ 13/3/2010, 08:14)
L'ho visto ieri sera, in compagnia. Per ora mi limito a dire che se vedo Burton per strada e io sto con l'auto, lo investo ripetutamente.

Io col trattore. Avanti... chi lo investe col carrarmato? :P
 
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emilgollum
view post Posted on 13/3/2010, 11:51




CITAZIONE (World ^_^ @ 13/3/2010, 09:48)
CITAZIONE (Arcadia1983 @ 13/3/2010, 08:14)
L'ho visto ieri sera, in compagnia. Per ora mi limito a dire che se vedo Burton per strada e io sto con l'auto, lo investo ripetutamente.

Io col trattore. Avanti... chi lo investe col carrarmato? :P

L'hai visto?
 
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Arcadia1983
view post Posted on 13/3/2010, 12:23




CITAZIONE (World ^_^ @ 13/3/2010, 09:48)
CITAZIONE (Arcadia1983 @ 13/3/2010, 08:14)
L'ho visto ieri sera, in compagnia. Per ora mi limito a dire che se vedo Burton per strada e io sto con l'auto, lo investo ripetutamente.

Io col trattore. Avanti... chi lo investe col carrarmato? :P

Sfotti pure (e comunque il carrarmato è mio), ma resta il fatto che quest'ultima opera di Tim è una grossissima delusione: 3D assolutamente inutile (ha detto bene Noodles nel dire che altro non è che un espediente modaiolo), protagonista assente e antipatica (ha la stessa espressione per tutto il film), Depp che fa sempre il solito ruolo nei film di Burton, pochissima fantasia (a Recchioni, nel suo blog, è venuto da fare un paragone con Il Signore degli Anelli, però a lui il film è piaciuto), poco cuore (se avessi Tim davanti, ora, gli ciederei: Tim, se non ti piace il mondo di Carroll perché cavolo ne hai fatto un film?), una Bonham Carter francamente assurda e insopportabile (e lo dice uno a cui piaciucchia: sarò uno dei pochi al mondo), una Hathaway macchietta e inutile, Crispin Glover (il George McFly del primo Ritorno al futuro) che sembra Mauro Marin, il vincitore dell'ultima edizione del GF. Gli unici un po' più sopportabili (ma nemmeno tanto) sono Pincopanco e Pancopinco. Delusione gigantesca. Ho fatto la guerra al film prima ancora che uscisse, e ho fatto bene.

PS: Sono andato al cinema con sei persone, quattro delle quali fan di Burton. Alla fine della proiezione, i quattro fan hanno criticato aspramente la pellicola.

 
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Mr.Noodles
view post Posted on 14/3/2010, 10:46




CITAZIONE (Francis Delane @ 8/3/2010, 00:05)
CITAZIONE
sai qual è il paradosso di "Alice in Wonderland"? che se Burton non avesse tradito la storia originale sarebbe risultato più burtoniano di quello che invece è il film con questo film, Burton riesce a tradire sia Carroll (ha ragione exy a dire che probabilmente si rivolterà nella tomba) sia se stesso e il suo cinema. è un film che avrebbe avuto più senso se diretto dal regista de Le cronache di Narnia o di Harry Potter...

Tradimento a Carroll? Dipende da come lo si guarda. Carroll, mi hanno detto alcuni, era un'anima profondamente fantasiosa che si sentiva persa e perduta in un mondo come l'Inghilterra vittoriana dove tutto era censurato, e i suoi romanzi sono pieni della malinconia per l'infanzia perduta, per aver perduto il coraggio di opporsi. Il nonsense e l'assurdo nascono da qui. Quest'anima di Carroll era quella che voleva recuperare Tim (credo), superando la superficie del nonsense e dell'assurdo (che invece tutti si aspettavano, e a torto): l'anima, appunto, della semplice fantasia e della malinconia del suo abbandono.

Carrol però aveva impostato il suo Paese delle meraviglie apposta. Era un luogo di rovesciamento e di anarchia, il non-sense non era la sueperficie ma ne era lo strumento caratterizzante. Il film animato della Disney, sebbene zuccheroso, questo l'aveva capito e infatti il risultato è un trip lisergico, un grande mondo-gioco dove regna l'anarchia. invece il Paese delle meraviglie di Burton è d'una convenzionalità tremenda: tutti i personaggi (persino lo stregatto!) sono indispensabili aiutanti per la vittoria finale; il cappellaio matto, matto non è, ed è assolutamente spoetizzato; e aggiungiamoci che Alice è una sorta di proto-femminista che alla fine non si sposa per diventare imprenditrice, cioè è un racconto di formazione che manco Harry Potter...

CITAZIONE
Tradimento al suo cinema? Nemmeno, perché se guardi "Big Fish" e, ancor più indietro, "Ed Wood" (vi ricordate la scena con Orson Welles?) ti convinci subito che la tematica affrontata è prettamente sua. La Fantasia che va mantenuta a ogni costo, il proprio mondo da non abbandonare, la critica alla società (vittoriana, ma potrebbe essere anche la nostra)...No, no, secondo me non c'è stato tradimento a se stesso da nessuna parte: semplicemente, questa volta ha fatto un mezzo buco nell'acqua (ma capita anche ai migliori).
(...)
Ma, come ho detto, in un fantasy semplice la Regina Bianca sarebbe buona senza dubbio, mentre Tim (d'accordo con la Hathaway) si è divertito a farla comparire come una bambina viziata e per nulla simpatica, e a rendere invece pietosa la Regina Rossa. Peccato che Tim abbia preferito lasciar perdere, evidentemente pensando (e sbagliando) che in fondo non era importante questo lato, che in fondo bastava così. Si è sbagliato.

Però la fantasia qua non ha nessun valore di contrappunto: Ed Bloom aveva avuto forse una vita triste o forse piena di mirabolanti avventure, ma l'importante era quello che ci raccontava. per Ed Wood il cinema rappresentava la realizzazione dei propri sogni. qui il Paese delle meraviglie è strumentalizzato per far crescere la propria protagonista, è manicheo, dopodichè lei tranquillamente se ne torna nel mondo reale perchè "ha capito qual è la sua scelta". non so se mi spiego, ma non è un problema di "non ci sono gli elementi" ma "questi elementi sono trattati di merda": come diciamo da quasi due anni, gli elementi ci sono perchè sulla carta questo era un progetto perfetto per il regista, ma lui ha fatto una sbobba per famigliole, per questo dico che ha tradito Carrol e dico che ha tradito anche se stesso, perchè non c'è manco la tanto decantata (fino alla nausea) poetica del freak: il personaggio freak per eccellenza (il cappellaio matto) è spiegato! inoltre, la regina, che, come abbiamo tutti convenuto, somiglia un po' al Pinguino, viene trattata come qualsiasi altro cattivo da fantasy; perciò il mescolamento bene/male personalmente non ce l'ho visto: la regina bianca può essere irritante negli atteggiamenti però rappresenta il bene, così la regina rossa il male, non vi sono ambiguità, perchè al di là della caratterizzazione buffa/pietosa si comporta come un cattivo e alla fine viene pure punita: pensiamoci, una volta i "diversi" in Burton o se ne andavano a vivere fuori dal mondo (Edward) o crepavano soli come erano cresciuti (il Pinguino) o addirittura ci mostravano un mondo più vivido e interessante del mondo normale (il ribaltamento di Nightmare before Christmas); qui no: come a dire "cattiva regina rossa, ti sei comportata male e ora te ne vai in castigo!". già, il "freak", alla vittoria del bene, se ne va in esilio in punizione. esiste qualcosa di più didascalico e manicheo di ciò?


CITAZIONE
CITAZIONE
Depp, onnipresente nei suoi film, a forza di riproporre sempre la stessa interpretazione ha stufato

A-ehm, qua spezziamo una lancia in favore di Johnny: quale solita interpretazione? Edward, Ed Wood, Ichabod Crane, Willy Wonka, Sweeney Todd e il Cappellaio non sono assolutamente personaggi identici, e alcuni anzi sono parecchio differenti (spiegatemi in che modo Sweeney Todd o Ichabod Crane si rapportano al cliché Willy Wonka/Jack Sparrow, dato che penso sia quello la solita).

allora senza ricordare i fasti del passato, fatico a trovare una interpretazione tra i Burton/Depp anni '00 che non sia uguale all'altra: Depp ormai fa sempre le solite quattro smorfie per caratterizzare i suoi personaggi, per far capire che sono "strambi", "freak", sia che si chiamino Wonka o Cappellaio Matto. è diventata una cosa triste perchè Depp è un grande attore e può fare di tutto ("Nemico Pubblico" non è lontano, quello sì che è un Depp inedito e con gli attributi)...
 
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view post Posted on 14/3/2010, 16:57

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Tenendo fermo che questo film non è un capolavoro di Tim, che il 3D è un espediente modaiolo messo all'ultimo momento (e non so se la Disney qua abbia interpellato il regista, ma non credo) e che questo è un film rovinato dalle enormi attese sia di fan sia di detrattori (anche qua a CK), continuo la discussione con Noodles.

CITAZIONE
Carrol però aveva impostato il suo Paese delle meraviglie apposta. Era un luogo di rovesciamento e di anarchia, il non-sense non era la sueperficie ma ne era lo strumento caratterizzante. Il film animato della Disney, sebbene zuccheroso, questo l'aveva capito e infatti il risultato è un trip lisergico, un grande mondo-gioco dove regna l'anarchia. invece il Paese delle meraviglie di Burton è d'una convenzionalità tremenda: tutti i personaggi (persino lo stregatto!) sono indispensabili aiutanti per la vittoria finale; il cappellaio matto, matto non è, ed è assolutamente spoetizzato; e aggiungiamoci che Alice è una sorta di proto-femminista che alla fine non si sposa per diventare imprenditrice, cioè è un racconto di formazione che manco Harry Potter...

E' difficile rispondere persino per me, ma ci provo. Inizio facendo notare che il tradimento a Carroll era stato detto, ridetto e confermato: lo si sapeva fin dall'inizio che Tim non sarebbe rimasto fedele al romanzo (anche perché, come ammesso da lui stesso, non si ricorda se e quando l'ha letto, i ricordi che ha di "Alice" sono quelli del cartone e di altri programmi). Tim, poi, l'aveva detto che non apprezzava gli altri adattamenti perché Alice era sempre passiva: la sua idea era appunto quella della crescita attraverso lo scontro/incontro con il proprio mondo. La rinuncia al non-sense e all'assurdo è motivata con la crescita di Alice: l'assurdità non fa parte del mondo degli adolescenti, ma solo di quello dei bambini, un mondo per cui Carroll aveva nostalgia (i suoi due libri sono libri malinconici, dove la fantasia è un paradiso perduto).

CITAZIONE
Però la fantasia qua non ha nessun valore di contrappunto: Ed Bloom aveva avuto forse una vita triste o forse piena di mirabolanti avventure, ma l'importante era quello che ci raccontava. per Ed Wood il cinema rappresentava la realizzazione dei propri sogni. qui il Paese delle meraviglie è strumentalizzato per far crescere la propria protagonista, è manicheo, dopodichè lei tranquillamente se ne torna nel mondo reale perchè "ha capito qual è la sua scelta". non so se mi spiego, ma non è un problema di "non ci sono gli elementi" ma "questi elementi sono trattati di merda": come diciamo da quasi due anni, gli elementi ci sono perchè sulla carta questo era un progetto perfetto per il regista, ma lui ha fatto una sbobba per famigliole, per questo dico che ha tradito Carrol e dico che ha tradito anche se stesso, perchè non c'è manco la tanto decantata (fino alla nausea) poetica del freak: il personaggio freak per eccellenza (il cappellaio matto) è spiegato! inoltre, la regina, che, come abbiamo tutti convenuto, somiglia un po' al Pinguino, viene trattata come qualsiasi altro cattivo da fantasy; perciò il mescolamento bene/male personalmente non ce l'ho visto: la regina bianca può essere irritante negli atteggiamenti però rappresenta il bene, così la regina rossa il male, non vi sono ambiguità, perchè al di là della caratterizzazione buffa/pietosa si comporta come un cattivo e alla fine viene pure punita: pensiamoci, una volta i "diversi" in Burton o se ne andavano a vivere fuori dal mondo (Edward) o crepavano soli come erano cresciuti (il Pinguino) o addirittura ci mostravano un mondo più vivido e interessante del mondo normale (il ribaltamento di Nightmare before Christmas); qui no: come a dire "cattiva regina rossa, ti sei comportata male e ora te ne vai in castigo!". già, il "freak", alla vittoria del bene, se ne va in esilio in punizione. esiste qualcosa di più didascalico e manicheo di ciò?

Come, non ha nessun valore di contrappunto? E i primi quindici minuti del party vittoriano dove li mettiamo, con Alice bianchissima e con le occhiaie (tratti tipici burtoniani) in mezzo a una società a pastello (per colori e posizioni) che si occupa di farla "crescere" a modo suo? E quanto al ritorno nel mondo reale, quello nell'ottica di Tim è necessario: il nostro Tim non ha mai elogiato l'Arte fine a se stessa che non serve per comunicare con gli altri. Con "Big Fish", Tim ha abbandonato l'idea dell'Arte come semplice espressione di se stessi (Edward, Ed Wood, Willy Wonka): l'Arte è fonte di comunicazione, di contatto con la realtà per abbellirla, per sè e per gli altri. Ma per farlo, bisogna accettarla, riconoscerla, crederci e controllarla.

Tu ti spieghi benissimo, lo so che non è un problema di "non ci sono gli elementi" (ma in fondo, il fulcro della nostra discussione è che, secondo te, sono stati usati di merda, secondo me sono stati usati non benissimo, sì, ma neanche così male).

Quanto alle due Regine, già il fatto che la Bianca sia irritante indica che c'è qualcosa che non va, perché quando Tim vuole creare un personaggio buono, tenerissimo e puro, lo sa fare benissimo (vedi Katrina Van Tassel in "Sleepy Hollow", o prima ancora Edward e Jack). Inoltre, Underland è un mondo di mostri-bambini, su questo non ci piove: la Regina Rossa viene punita dai suoi simili, che sanno essere crudeli come i bambini, non da un rappresentante del mondo reale (non è Alice a condannarla). E poi, se la Bianca è davvero così buona, perché semplicemente non la perdona? E poi, Tim con i propri cattivi non è mai tenero: quando il Pinguino crepa, non puoi dire che non se lo sia meritato, così come Sweeney Todd, con tutta la pietà che provi per lui non puoi semplicemente considerarlo una vittima. Inoltre, qua, che la Bianca sia buona e la Rossa cattiva è convenzione di comodo, in realtà sono proiezioni psichiche di Alice: Alice combatte e si confronta, in realtà, con se stessa.

E poi, che Alice torni nel mondo reale è indicativo del fatto che, per Tim, rinchiudersi nel proprio mondo non è più il Paradiso: non lo è mai stato, in effetti. Edward era condannato all'esclusione, e la sua condanna non era certo mitigata. Il Pinguino, Beetlejuice, il Joker morivano appunto perché rinchiusi nel proprio mondo. Ichabod Crane e Willy Wonka han dovuto fare i conti con la realtà, che non è più nemica: in altre parole, la nuova poetica di Tim non è quella dello scontro, ma della pacificazione. Non serve a niente chiudersi in un maniero fatato, anzi questa è una condanna, una sconfitta: la vera vittoria è quella di Edward Bloom, quella di cambiare la realtà con gli occhi dell'Amore e dell'Immaginazione (ed è per questo, in fondo, che la Regina Rossa e la Bianca non sono così facilmente classificabili: entrambe si sono rinchiuse nel proprio maniero, e che una sia più cattiva dell'altra dipende da fattori a loro esterni). Il vero culmine del film non è la battaglia finale: è la scena col Brucaliffo che diventa bozzolo, quando Alice afferma finalmente la propria identità, e la lotta contro il Jabberwock (che mi rifiuto di chiamare Ciciarapa) è la lotta perché l'Impossibile diventi realtà. Insomma, Alice non combatte per il Bene nè per il Male: Alice combatte per trovare il suo posto nel mondo, ma non in un mondo fatato, nel nostro, dove tutti siamo chiamati a vivere e lottare. Ma per trovare il proprio posto e affermarsi contro una società che ti vorrebbe schiacciare, bisogna prima di tutto eliminarla dentro di noi: solo dopo, si potrà affermarla nel mondo reale. Non a caso, prima di "Big Fish" non c'erano padri nell'universo burtoniano: dopo, ne abbiamo ben tre (Edward Bloom, il dentista Wilbur Wonka e Charles Kingsley).

Convenzionale? Mah, dato il mondo di oggi non ne sarei così sicuro. La nostra società occidentale è una società che non ti chiede di essere te, ma di essere un consumatore, di identificarti sempre con un altro così da andargli dietro come un pecorone. Non è proprio la morale burtoniana di questo film, anzi ne è il contrario: un sistema capitalista e consumista non richiede di meglio di farti rinchiudere in uno sterile mondo fatato per isolarti e controllarti meglio. E' quando tenti di comunicare il problema (Edward Scissorhands insegna).

Fra l'altro, come mi ha spiegato un amico, applicare questa morale al commercio con la Cina non è così convenzionale (e nemmeno applicarla al commercio, se per questo, genere immobilista per eccellenza): il mondo occidentale della Cina ha paura, la tiene a distanza e le fa fare la figura del cattivo (vedi "The Dark Knight"), del pericolo. Non è certo quello che fa Alice alla fine.

CITAZIONE
allora senza ricordare i fasti del passato, fatico a trovare una interpretazione tra i Burton/Depp anni '00 che non sia uguale all'altra: Depp ormai fa sempre le solite quattro smorfie per caratterizzare i suoi personaggi, per far capire che sono "strambi", "freak", sia che si chiamino Wonka o Cappellaio Matto. è diventata una cosa triste perchè Depp è un grande attore e può fare di tutto ("Nemico Pubblico" non è lontano, quello sì che è un Depp inedito e con gli attributi)...

Ok, ti lancio una sfida: dimostrami che Sweeney Todd e Willy Wonka sono uguali. Perché a guardarli sembrano uno l'opposto dell'altro: uno fa mille smorfie, l'altro praticamente ha una sola espressione per tutto il film. Quanto al Cappellaio, come ho detto, io di gran smorfie non ne ho viste: anche perché Johnny fa il miracolo di non rubare la scena a Mia Wasikowska e si contiene, per una volta (insomma, non vampirizza il film).

CITAZIONE
PS: Sono andato al cinema con sei persone, quattro delle quali fan di Burton. Alla fine della proiezione, i quattro fan hanno criticato aspramente la pellicola.

Quanto ai fan, fidati: mai fidarsi dei fan, che vogliono sempre che il loro idolo si adatti ai Loro Gusti. Fosse per i fan, Tarantino farebbe ancora i pulp, Nolan ancora "Insomnia" e Gilliam ancora i Monty Python. L'amico con cui sono andato era scettico, ma è uscito entusiasta. Un vero fan prende dal suo regista preferito ciò che questo gli dà e si accontenta (guarda me): i fan di Tim volevano che ancora li rinchiudesse in un mondo fatato, invece lui ha fatto un film che urla a squarciagola che bisogna impegnarsi in questo.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 14/3/2010, 18:21




CITAZIONE (Francis Delane @ 14/3/2010, 16:57)
CITAZIONE
PS: Sono andato al cinema con sei persone, quattro delle quali fan di Burton. Alla fine della proiezione, i quattro fan hanno criticato aspramente la pellicola.

Quanto ai fan, fidati: mai fidarsi dei fan, che vogliono sempre che il loro idolo si adatti ai Loro Gusti. Fosse per i fan, Tarantino farebbe ancora i pulp, Nolan ancora "Insomnia" e Gilliam ancora i Monty Python.

Io sono un ossessivo fan di Tarantino, ma non ho mai preteso che Quentin facesse ancora i pulp, anzi, ho accettato di buon grado la sua "evoluzione". L'ho sostenuta entusiasta. Non penso nemmeno che i fan si aspettassero da Burton l'ennesimo mondo fatato: si aspettavano semplicemente un bel film, come i suoi precedenti, cosa che questo non è. Tu ti spieghi benissimo (e le tue posizioni sono interessanti), ma io sto con Noodles in tutto e per tutto.
 
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view post Posted on 14/3/2010, 18:43

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Io sono un ossessivo fan di Tarantino, ma non ho mai preteso che Quentin facesse ancora i pulp, anzi, ho accettato di buon grado la sua "evoluzione". L'ho sostenuta entusiasta. Non penso nemmeno che i fan si aspettassero da Burton l'ennesimo mondo fatato: si aspettavano semplicemente un bel film, come i suoi precedenti, cosa che questo non è. Tu ti spieghi benissimo (e le tue posizioni sono interessanti), ma io sto con Noodles in tutto e per tutto.

Il che vuol dire, caro Arc, che sei un fan autentico del buon Quentin, come io lo sono di Tim. Quanto al "bel film", quelle sono purtroppo categorie soggettive: in fondo, qua si discute semplicemente perché io tento di spiegare come mai questo film lo trovo bello (nonostante dica anch'io che non è un capolavoro, e che qualcosa manca). Dopodiché, non pretendo di convincere nessuno.

Però, Arc, non dirmi che non hai mai trovato gente che, pur apprezzando (e magari amando) "Le iene" e "Pulp Fiction", trova poi insopportabile "Kill Bill" o "Bastardi senza gloria". Se non l'hai trovata, meglio per te, ti sei risparmiato brutti incontri, però temo che purtroppo ce ne sia.
 
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emilgollum
view post Posted on 15/3/2010, 13:33




Francis non ha tutti i torti sulla questione fan. Riguardo al film forse ci sono delle forzature nella lettura del film, ma rientra nella stima che ha Francis nei confronti di Burton e in questo mi ritrovo nella critica di Noodles. ^_^
 
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Arcadia1983
view post Posted on 16/3/2010, 08:01




http://www.badtaste.it/index.php?option=co...2202&Itemid=152

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Delusi dall'Alice in Wonderland di Tim Burton? Allora potete recuperare un adattamento delizioso in cui l'animazione regnava sovrana. No, non la pellicola del 1951 della Disney, ma...

...l'Alice di Jan Svankmajer. Piccola premessa: ho scoperto questo geniale regista cecoslovacco nel 2000 al Festival di Venezia, grazie a un gioiellino come Otesanek. Per chi ama l'animazione a passo uno, Svankmajer è un punto di riferimento, come diceva anche Darren Aronofsky nel commento al dvd di Requiem for a Dream, che aveva delle scene esplicitamente ispirate al lavoro di questo realizzatore.

Alice di Jan SvankmajerMa cos'ha l'Alice di Svankmajer rispetto a quella di Tim Burton? Beh, di sicuro non il budget, che probabilmente non è neanche un centesimo del prodotto della Disney (perdonate la facile battuta, ma d'altronde non sono un produttore con un film in gara agli Oscar e non mi sto rivolgendo ai membri dell'Academy). Per il resto, se quello che cercate in un adattamento dell'opera di Lewis Carroll è la fantasia e una sana dose di follia, sarete sicuramente soddisfatti.

La cosa che mi ha impressionato maggiormente è il fatto che in questo film ci sia un cambiamento nella tradizione. Insomma, l'impalcatura dell'opera di Lewis Carroll è evidente, così come il rispetto verso il lavoro originale, ma questo non impedisce a Svankmajer di lasciare la sua caratteristica impronta e di dar vita a un prodotto che è completamente suo (potrebbe essere questa la perfetta definizione di quello che è un autore).

La caratteristica maggiore di questa Alice è proprio la dimensione onirica della storia. Sicuramente certe limitazioni di budget influiscono sulle scelte, ma in situazioni in cui da una stanza si passa a un campo aperto (o magari, guardando in alto, si vedono delle facciate di palazzi) e in cui la tana del coniglio è una scrivania sono esattamente quelle che si vivono in un sogno, tanto da ricordare il miglior Polanski.

Un sogno o un incubo, perché questo adattamento non è proprio indicatissimo per i bambini più piccoli. Fin dall'inizio, siamo di fronte a un coniglio inquietante, ma le creature più spaventose devono ancora arrivare (basti pensare alla carrozza e al suo cocchiere). D'altronde, se anche un semplice pezzo di carne in movimento o la segatura che alcuni personaggi perdono dal loro corpo procurano dei brividi, significa che dietro c'è un realizzatore veramente efficace, soprattutto quando trova una soluzione geniale per mostrare Alice rimpicciolita.

Se vogliamo trovare nei difetti in questo film, va detto che il ritmo non è eccelso (ma siamo comunque sugli ottanta minuti, quindi non dovreste avere il tempo di annoiarvi) e c'è poca interazione tra i personaggi (magari anche per ovvie difficoltà tecniche). Peraltro, il fatto che si tratti di una pellicola sostanzialmente muta (si sente solo l'attrice che interpreta la protagonista citare delle battute del film, sue o degli altri personaggi) non rende facilissima l'interazione. Ma tutto questo non toglie che l'Alice di Svankmajer verrà ricordata anche tra 50 anni, cosa che purtroppo potrebbe non avvenire per quella di Tim Burton...

Qui una clip: www.youtube.com/watch?v=J2-TPdB70Lg
 
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World ^_^
view post Posted on 17/3/2010, 00:47




CITAZIONE (Arcadia1983 @ 13/3/2010, 12:23)
CITAZIONE (World ^_^ @ 13/3/2010, 09:48)
Io col trattore. Avanti... chi lo investe col carrarmato? :P

Sfotti pure (e comunque il carrarmato è mio), ma resta il fatto che quest'ultima opera di Tim è una grossissima delusione: 3D assolutamente inutile (ha detto bene Noodles nel dire che altro non è che un espediente modaiolo), protagonista assente e antipatica (ha la stessa espressione per tutto il film), Depp che fa sempre il solito ruolo nei film di Burton, pochissima fantasia (a Recchioni, nel suo blog, è venuto da fare un paragone con Il Signore degli Anelli, però a lui il film è piaciuto), poco cuore (se avessi Tim davanti, ora, gli ciederei: Tim, se non ti piace il mondo di Carroll perché cavolo ne hai fatto un film?), una Bonham Carter francamente assurda e insopportabile (e lo dice uno a cui piaciucchia: sarò uno dei pochi al mondo), una Hathaway macchietta e inutile, Crispin Glover (il George McFly del primo Ritorno al futuro) che sembra Mauro Marin, il vincitore dell'ultima edizione del GF. Gli unici un po' più sopportabili (ma nemmeno tanto) sono Pincopanco e Pancopinco. Delusione gigantesca. Ho fatto la guerra al film prima ancora che uscisse, e ho fatto bene.

PS: Sono andato al cinema con sei persone, quattro delle quali fan di Burton. Alla fine della proiezione, i quattro fan hanno criticato aspramente la pellicola.

Ecco, ora va già mooolto meglio. :)
No, Emil, il film non l'ho ancora visto... conto di farlo appena avrò fatto l'esame ma non ne sono granchè attratto, voglio dare la precedenza a Martin.
Non metto comunque assolutamente in dubbio i pareri di chi l'ha visto, la mia se non si fosse capito, era solo una battuta ironica su un modo un po' facile di liquidare la questione, con quella che mi è sembrata un po' una gara a chi la spara più grossa... Molto meglio argomentare per bene, e nel merito, cosa che poi hai fatto.
Comunque attenderò la visione per dare una mia opinione personale... che per ora, non avendo visto il film, non ho.
 
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view post Posted on 19/3/2010, 10:56

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http://cinema-tv.corriere.it/articoli/alic..._03_12_66.shtml

E che, solo voi potete invocare recensioni e pagine a vostro favore? :P
 
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