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Habemus papam, di Nanni Moretti

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view post Posted on 19/4/2010, 14:33
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Cinefilo Ad Honorem

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Sottotitolo del topic: L'esca.

ROMA - Pur facendo la tara sui depistaggi consueti in fase di preparazione da parte del regista, c'è da scommettere che Habemus Papam non sarà un pamphlet polemico, un atto d'accusa verso la Chiesa e il Vaticano. Eppure eccolo Nanni Moretti, un'altra volta "sulla palla". Mentre la bufera si abbatte sull'istituzione con la valanga di denunce di pedofilia, mentre gerarchie e diplomazie faticano a tener testa alle reazioni. E mentre - ieri - il Santo Padre dice nella sua omelia: "Noi cristiani, anche negli ultimi tempi, abbiamo spesso evitato la parola penitenza. Adesso, sotto gli attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati, vediamo come sia necessario fare penitenza".

Il destino morettiano si rinnova. Forse è più giusto chiamarlo talento. Pur non avendo mai fatto film di intervento diretto sull'attualità, neanche con Il Caimano, quante volte si è ripetuto il miracolo della sintonia di Moretti con quello che intorno stava accadendo? Della sua capacità di offrirne una chiave di lettura?

"È un film ambientato oggi", ma "non abbiamo inseguito l'attualità". E poi: "Contiene un nucleo doloroso", ma "circondato da un tono lieve". Un rebus? No, così Moretti spiega il film che sta girando a Roma ricostruendo i fasti degli interni vaticani a Palazzo Farnese (ma la Cappella Sistina l'ha rifatta a Cinecittà). "Spiega", nel suo caso, è una parola grossa. Centellina qualche brandello. Giammai della trama, che è sua legge tenere sotto chiave fino all'uscita. Dello spirito, dell'atmosfera, del tono del suo Habemus Papam.

Il Papa è Michel Piccoli. E la sua, secondo le certificate parole del regista, è "la storia di un Papa depresso". Dice, Moretti: "Si tratta di un cardinale che il Conclave elegge Papa, e che sembra essere schiacciato dal peso e dalla responsabilità del proprio ruolo. E si trova a fare i conti con la propria depressione e con quella che gli appare come una personale inadeguatezza". A giudicare da quanto visto sul set però questo "nucleo doloroso" trova vie stravaganti, surreali, e molto invitanti al sorriso. In una scena girata per strada c'è questo Papa però in borghese che a bordo di un'auto nella quale è con il suo portavoce (l'attore polacco Jerzy Stuhr, anche nel
Caimano) viene riconosciuto a un semaforo, mentre la sua ha l'aria di essere un'evasione, una fuga in incognito. Perché in borghese? Sta scappando? "Non lo dico".

In un'altra scena un salone è gremito di cardinali che in un altro momento del film hanno ceduto al gioco del toto-Papa mettendo a confronto le rispettive "quotazioni", e che ora ingannano l'attesa - durante il Conclave - chi giocando a scopone scientifico e chi a scacchi, tutti insieme mettendosi ad assecondare il ritmo di una canzone argentina. Un tipo di "stacco" danzante e/o canoro spesso presente nei film morettiani. Ma qui interviene l'altro personaggio, interpretato dallo stesso Moretti. Lo psicanalista che i cardinali preoccupati hanno convocato quando non sanno più che pesci prendere, per vedere che si può fare con la depressione del prescelto. Si avvicina conversando con uno di loro (Franco Graziosi) e lamentandosi che li vede "inerti, distratti, poco reattivi, mentre bisognerebbe fare qualcosa per il Santo Padre". Ma subito la sua attenzione è attratta da un tavolo e da una partita a carte e, non prima di essersi chiesto scandalizzato se "stanno giocando a soldi", si unisce ai giocatori ghiottamente interessato.

È vero che il film è stato concepito prima. Ma poi, nel realizzarlo, vi hanno trovato posto l'emergenza, il trauma che il Vaticano sta vivendo? Moretti risponde: "È un film ambientato oggi. Mentre scrivevamo la sceneggiatura con Federica Pontremoli e Francesco Piccolo non abbiamo inseguito l'attualità di allora e così adesso, mentre lo sto girando, non aggiungo riferimenti a ciò che accade, all'attualità più recente". È una commedia? "Contiene un nucleo doloroso ma circondato da un tono lieve. Diciamo che sono presenti atmosfere diverse. Difficoltà, dolore, fatica, ma anche momenti leggeri e ironici". Nei cinema tra fine anno e inizio 2011.
 
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emilgollum
view post Posted on 20/4/2010, 12:25




Altro film atteso, ovviamente ci dobbiamo aspettare le solite accuse della chiesa quando il film uscirà.
 
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view post Posted on 21/4/2010, 16:30
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (emilgollum @ 20/4/2010, 13:25)
Altro film atteso, ovviamente ci dobbiamo aspettare le solite accuse della chiesa quando il film uscirà.

Ovviamente accuse preventive (le settimane e i giorni prima dell'uscita cercheranno solo di farsi loro pubblicità), magari il film sarà persino pro (non dico pro-chiesa, ma pro-umani che ne fanno comunque parte).

CITAZIONE
In un'altra scena un salone è gremito di cardinali che in un altro momento del film hanno ceduto al gioco del toto-Papa mettendo a confronto le rispettive "quotazioni", e che ora ingannano l'attesa - durante il Conclave - chi giocando a scopone scientifico e chi a scacchi, tutti insieme mettendosi ad assecondare il ritmo di una canzone argentina. Un tipo di "stacco" danzante e/o canoro spesso presente nei film morettiani. Ma qui interviene l'altro personaggio, interpretato dallo stesso Moretti. Lo psicanalista che i cardinali preoccupati hanno convocato quando non sanno più che pesci prendere, per vedere che si può fare con la depressione del prescelto. Si avvicina conversando con uno di loro (Franco Graziosi) e lamentandosi che li vede "inerti, distratti, poco reattivi, mentre bisognerebbe fare qualcosa per il Santo Padre". Ma subito la sua attenzione è attratta da un tavolo e da una partita a carte e, non prima di essersi chiesto scandalizzato se "stanno giocando a soldi", si unisce ai giocatori ghiottamente interessato.

:D è già da antologia!
 
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view post Posted on 23/3/2011, 12:12
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Cinefilo Ad Honorem

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http://www.corriere.it/spettacoli/11_marzo...cc30fa8b1.shtml

ROMA - Comincia a diradarsi la nebbia su Habemus Papam, il film di Nanni Moretti che racconta lo smarrimento tra l'«Io» e Dio, da parte del primo credente sulla Terra.
Il Papa è ripreso di spalle, non a figura intera, la testa e le gambe risultano tagliate dall'inquadratura, le mani sono giunte dietro la schiena: sopra, il manto color porpora, sotto, un lembo di tonaca bianca. È il manifesto del film che si può vedere sul sito www.habemuspapam.it, aperto ieri. Non c'è altro, finora. Ma verrà aggiornato a mano a mano da fotografie, notizie, curiosità, immagini. Tra due giorni, per esempio, dovrebbe apparire il nuovo trailer. Nuovo perché ne circola già uno, dallo scorso 22 febbraio, sui siti di cinema, da Cineblog a Cinetrailer.it, da Mymovies a Film.it.
Anche se dura meno di un minuto, restituisce tutta l'angoscia in cui si dibatte il Papa appena eletto, che ha il volto di Michel Piccoli. Assalito da dubbi e ansie, non è in grado di prendersi la responsabilità del soglio pontificio sulle sue spalle, il Vaticano chiama allora uno psicoanalista, impersonato da Nanni Moretti, perché lo assista e lo aiuti a superare i suoi dilemmi.


Le prime immagini si aprono sul protodiacono che si affaccia alla finestra del Papa a San Pietro, e dà l'annuncio della fumata nera alla folla multietnica in festa che agita le bandierine gialle e bianche. Prima in inglese, poi in latino. «Dear brothers and sisters, nuntio vobis, gaudium magnum: Habemus Papam». L'annuncio viene spezzato da un urlo improvviso, e poi ecco Nanni Moretti in giacca e cravatta che chiede sottovoce al «Pontefice» Michel Piccoli: «Senta (non santità, ndr) ha problemi con la fede?»; intanto il drappello di cardinali a pochi metri dai due si avvicina per ascoltare la risposta, sguardi preoccupati. La scena è accompagnata da Mercedes Sosa che canta Todo cambia, è la voce argentina morta nel 2009, simbolo della resistenza alla dittatura che anelava alla primavera di un popolo unito con la forza della poesia; quel volto indigeno da meticcia, che sembrava scolpito nel legno, ha incarnato lo spirito laico di una nazione chiamando a raccolta le madri dei desaparecidos coi loro fazzoletti bianchi di denuncia. Un'altra fede, un altro scisma interiore.


L'attesa, che veste i film di Nanni Moretti come un abito su misura, stavolta è maggiore per la «scomodità» del tema, un Papa e la fede in bilico. Nanni ha come sempre il controllo assoluto del film, che coproduce con la Sacher insieme con Fandango (distribuzione 01). Nulla trapelerà senza il suo assenso. Dal suo podio, darà il «la» per la gestione del sito. Il film uscirà il 15 aprile, il giorno prima il Festival di Cannes annuncerà il cartellone e dunque si saprà se la pellicola, dove recitano anche Jerzy Stuhr, Margherita Buy, Renato Scarpa e Franco Graziosi, andrà in concorso: Habemus Nanni? Sembra una pura formalità, essendoci due beniamini della rassegna come Piccoli e lo stesso Moretti, che nel 2001 vinse la Palma d'oro con La stanza del figlio.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 23/3/2011, 20:52




Locandina:
image

http://www.badtaste.it/index.php?option=co...18892&Itemid=29

CITAZIONE
Mancano tre settimane all'uscita di Habemus Papam, l'atteso nuovo film di Nanni Moretti: la data è infatti quella del 15 aprile.
Il poster è stato pubblicato anche sul sito ufficiale, che nei prossimi giorni rivelerà di volta in volta nuovi contenuti e materiali.
Della trama del film sappiamo che ruota attorno a un papa neoeletto al soglio pontificio (Michel Piccoli), il quale colto da dubbi e ansie inizia a deprimersi, temendo di non essere in grado di reggere una responsabilità simile sulle sue spalle. Il vaticano, allora, chiama uno psicanalista (Nanni Moretti)...

Scritto da Nanni Moretti, Francesco Piccolo e Federica Pontremoli, il film vede nel cast anche Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Margherita Buy e Franco Graziosi, e uscirà il 15 aprile con 01 Distribution.

 
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Arcadia1983
view post Posted on 25/3/2011, 09:47




Il trailer mi piace.
 
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view post Posted on 25/3/2011, 09:56
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Cinefilo Ad Honorem

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Non avevo capito uscisse così presto, wow!
 
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Arcadia1983
view post Posted on 7/4/2011, 16:54




www.badtaste.it/index.php?option=co...9164&Itemid=152

CITAZIONE
Ieri, a chi scrive, così come a centinaia di giornalisti/blogger*, è arrivato l'avviso della proiezione di Habemus Papam, ultima fatica di Nanni Moretti, a cinque anni da Il caimano. In queste occasioni, l'anteprima di un film italiano è sempre accompagnata da una conferenza stampa. Non sarà così invece per Habemus Papam, come peraltro non era stata fatta conferenza stampa per Il caimano (ma se non sbaglio poi ci furono degli incontri con i giornalisti). Insomma, il contrario dei cinepanettoni, che non fanno mai anteprima (se non per qualche mammasantissima, che non ha la forza di andare al cinema e comprarsi il biglietto), ma organizzano degli incontri con attori e regista.

Va detto che, come tutte le scelte non violente, anche questa è assolutamente rispettabile. Ma per vari motivi, mi permetto anche di dire che Nanni Moretti ha fatto la scelta sbagliata. E' vero, molte conferenze sono pallose e piene di domande inutili (ogni tanto, anche il sottoscritto ha contribuito alla stupidità di questi eventi con quesiti non straordinari)**. Per questo, sarebbe anche apprezzabile il tentativo di fare una promozione diversa. Purtroppo, non credo che sia questa la vera ragione.

Da quello che so, non sono sicure neanche le interviste con i telegiornali. A questo punto, dando per scontato che non ci sarà un silenzio assoluto, l'impressione è che si voglia solo affidarsi agli amici. Magari, una bell'intervista con Fabio Fazio e/o con Serena Dandini, che lo tratteranno con la solita cattiveria e perfidia che mettono nei loro incontri con certa intellighenzia. Poi, chi altri? Qualche critico amico di Repubblica, sperando che lo scoop de l'Espresso non abbia rovinato il rapporto? E, in generale, qualche conversazione con alcuni dei critici che alla proiezione de Il caimano avevano lo sguardo allucinato alla fine, ma che sono comunque riusciti a trovare parole positive per quel film?

Insomma, a forza di attaccare (anche giustamente) il caimano, non si rischia di prendere qualcuno dei suoi vizi? Almeno Berlusconi le conferenze stampa le fa (poi magari si incazza facilmente e risponde in maniera antidemocratica, ma quella è un'altra storia), qui neanche questo. Insomma, come si fa a prendere in giro l'accucciamento di Emilio Fede se il massimo 'rischio' che si prende il regista è andare da Fazio? Peraltro, spero di non essere accusato di confondere il cinema con la politica. D'altronde, è Nanni Moretti che sostanzialmente fa politica da almeno dieci anni e che da sempre è stata una voce importante della sinistra, sempre pronta a criticare le cose che non andavano bene e magari a parlare di mass media e di informazione. A questo punto, è normale verificare se c'è coerenza tra parole e azioni.

Insomma, spero tanto di sbagliarmi e che Moretti con un colpo d'ala si decida a parlare con tutti, magari anche con chi scrive sul Giornale o Libero, perchè potrebbe venire fuori qualcosa di interessante. Il mio sogno sarebbe vederlo assieme a Giuliano Ferrara (così, magari anche l'elefantino si sveglia), mentre si massacrano a vicenda. O almeno, se proprio tutto questo non avverrà, spero che il film sia talmente bello, da far passare in secondo piano queste faccende...

*E manco dei migliori, aggiunge Arcadia.
** Non fatico a immaginarlo

PS: Scommetto che naturalmente non gli piacerà.

PPS: Qualcuno spieghi a 'sto coglione (se è in grado di capirlo) che Moretti è libero di fare quel che cazzo gli pare. Lo faceva anche Kubrick, e nessuno ha mai avuto da ridire. Ma poi 'sto stronzo di Bernocchi non esce solo nei programmi fatti da sfigati per sfigati di quella merda di tv che è ComingSoon (immagino che nella sua rubricuccia sugli errori della stampa e blog cinematografici non si permetterà di far notare l'errore marchiano di Ercolani che si è fatto notare ieri)? E si permette di fare le pulci a uno come Moretti? Ma che si sparasse!!!!!!! Così finalmente ci libera della sua pestilenziale presenza.

Edited by Arcadia1983 - 7/4/2011, 18:10
 
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view post Posted on 7/4/2011, 17:27
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Arc, sul serio, datti una calmata in questa crociata sui critici (sei diventato monotematico).
 
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Arcadia1983
view post Posted on 7/4/2011, 17:30




CITAZIONE (marenarobros @ 7/4/2011, 18:27) 
Arc, sul serio, datti una calmata in questa crociata sui critici (sei diventato monotematico).

Sì, hai ragione. Scusatemi davvero. Comunque ho già deciso che su quei siti non andrò MAI più. Anche il rituale mattutino, quando accendo il pc, lo cambio.

PS: E comunque, se Bernocchi è un critico, io sono Muhammad Alì.

PPS: No, va, ho detto che non ci devo più pensare.
 
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view post Posted on 7/4/2011, 17:44
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CITAZIONE (Arcadia1983 @ 7/4/2011, 18:30) 
io sono Muhammad Alì.

Vola come una farfalla, pungi come un'ape. ;)
 
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Arcadia1983
view post Posted on 7/4/2011, 17:47




CITAZIONE (marenarobros @ 7/4/2011, 18:44) 
CITAZIONE (Arcadia1983 @ 7/4/2011, 18:30) 
io sono Muhammad Alì.

Vola come una farfalla, pungi come un'ape. ;)

Mi sa che farò così. Altrimenti finisce che muoio d'infarto. E il tutto per gente che vale meno di zero e che nella storia dell'umanità occuperà lo stesso peso degli escrementi di una formica. Ma basta, parliamo di gente più degna di stima come appunto Moretti.
 
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view post Posted on 15/4/2011, 11:25
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Cinefilo Ad Honorem

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Io inizio a non leggere più nulla ma raccolgo qui articoli e recensioni:
CITAZIONE
ROMA - L’inquadratura della Sistina ricostruita in studio, alle spalle dei cardinali riuniti in conclave, non si alza mai fino al Cristo di Michelangelo nel Giudizio Universale. Magari non c’è nessun motivo particolare, magari la ricostruzione in studio sarebbe stata troppo complicata. O forse è una forma di pudore, un po’ come quella Crocifissione nella quale Renato Guttuso, almeno all’epoca non credente, dipinse il Golgota senza ritrarre il volto di Cristo, coperto dal braccio della croce d’un ladrone. Di certo c’è molto pudore, anche stilistico, nel modo in cui Nanni Moretti rappresenta in Habemus Papam la Chiesa e le sue gerarchie. Non una banale o furba «prudenza» diplomatica, tanto per evitare discussioni. Piuttosto uno sguardo attento e colto, di rispetto laico, anche sui volti puliti delle suore e dei sacerdoti che appaiono come comparse. È davvero raro che il cinema offra un’immagine della Chiesa così aliena dai tópoi che pullulano nei cosiddetti «blockbuster» hollywoodiani: porporati callidi, trame, invidie, carrierismo, veleni.

SEQUENZA SIMBOLO - In un’opera incentrata sul senso umano di inadeguatezza, la sequenza-simbolo è forse la carrellata sui porporati che nel conclave, durante lo scrutinio, pregano di non essere eletti, «Signore, fa’ che non sia io». Certo, si tratta di una «commedia», come l’ha definita lo stesso Moretti. E nel film si susseguono situazioni buffe, si vedono cardinali che giocano a pallavolo o a carte (e uno s’arrabbia col compagno perché non ha sparigliato), fanno puzzle prima di andare a dormire o cercano di uscire dal Vaticano (invano: finché il Papa non si mostra ai fedeli, devono restare tutti lì) per fare colazione a Borgo Pio e andare a vedere una mostra di Caravaggio. Ma non c’è mai derisione, semmai l’ironia di Moretti (“cardinale, non si gioca più a palla prigioniera da cinquant’anni!”) vira al sarcasmo verso gli psicoanalisti e (soprattutto) i giornalisti. Lo sguardo sui cardinali, piuttosto, appare affettuoso, anche le piccole ingenuità e fragilità hanno l’effetto di renderli più vicini e mostrarli per ciò che sono: esseri umani, come tutti. Quando i porporati s’interessano delle quotazioni dei bookmakers, la soddisfazione di chi scopre d’essere stato messo ai primi posti è infantile quanto la delusione del cardinale che viene a sapere di non esser stato nemmeno preso in considerazione. Ma nessuno ambiva a diventare pontefice, all’elezione del cardinale Melville segue il sollievo umanissimo degli altri, nemmeno il cardinale che era favorito ci resta male ed anzi apparirà come il più sinceramente angosciato per il travaglio del nuovo Papa.

LA FEDE DI MORETTI - Resta quella sorta di velo sul volto di Cristo, in tema di fede Moretti è sorvegliato e agisce per sottrazione: l’esistenza di Dio, il dilemma se siamo o meno nell’universo per caso, è uno scambio di battute durante il torneo vaticano di pallavolo; salvo allo scrutinio, non vediamo mai i cardinali pregare; però nel suo vagare per Roma vediamo il Papa entrare (in incognito) in una chiesa. «Ha problemi con la fede?», gli chiede lo psicoanalista interpretato da Moretti. E lui risponde di no: non è che non creda più in Dio, non crede più in se stesso. Il senso d’inadeguatezza, appunto. Dalla finzione alla realtà, anche Benedetto XVI raccontò d’aver provato «un vero choc» nel libro intervista «Luce del mondo»: «Sì, in effetti il pensiero della ghigliottina mi è venuto: ecco, ora cade e ti colpisce...». Anche se poi aggiunse: «Ero sicurissimo che questo incarico non sarebbe stato destinato a me ma che Dio, dopo tanti anni faticosi, mi avrebbe concesso un po’ di pace e di tranquillità. L’unica cosa che sono riuscito a dire, a chiarire a me stesso è stata: "Evidentemente, la volontà di Dio è diversa, e per me inizia qualcosa di completamente diverso, una cosa nuova. Ma Lui sarà con me..."».

CITAZIONE
ROMA - «Ma chi altro è in concorso?». Nanni Moretti presenta alla stampa il suo Habemus Papam e, scopre, durante la conferenza stampa convocata, a sorpresa, poche ore prima, di essere in concorso sulla Croisette insieme a Paolo Sorrentino. Con una di quelle inversioni di ruoli a cui il regista ci ha abituato negli anni le domande le fa lui: «Scopro ora che mi hanno selezionato? Ma chi sono gli altri? Qualcuno lo sa?». «Soddisfatto, rilassato, particolarmente di manica larga con i giornalisti («Quasi ogni lettura è lecita. Quasi»), Moretti è pronto a darsi in pasto alla curiosità che – da due anni – sta circondando questa pellicola. «Ho lavorato molto a questo film e una decina di giorni fa, quando abbiamo iniziato a ragionare sulla presentazione del film, ero stanchissimo. Poi io sono uno di quei registi che quando parla dei propri film fa confusione». Però, dice ci ha pensato e ha preferito convocarla la conferenza stampa: «in fondo, dato faccio un film ogni...». Coro dei giornalisti in sala «...morte di papa». «Ecco, l'avete detto voi».

INADEGUATEZZA - La storia di un uomo in crisi (Michel Piccoli), che, incidentalmente, è chiamato dalla storia a fare il papa («Sono stato scelto ma questo mi schiaccia. E mi confonde. In questo momento la chiesa ha bisogno di una guida che abbia per tutti capacità di comprensione. Ho capito di non essere in grado di sostenere il ruolo che mi è stato affidato»). Per non rovinare il gusto agli spettatori non è il caso di raccontare una trama finissima e tutta da godere. «Volevo raccontare un personaggio fragile, che si sente inadeguato rispetto al ruolo che deve ricoprire, però all’interno di una commedia dove si muovo anche altri personaggi, altre situazioni. Il sentimento di sentirsi inadeguati penso capiti a tutti i cardinali quando vengono eletti papa». La curiosità generale, ovvero come sarà accolto il film dalla gerarchie vaticane, non lo sfiora. «Non penso a nessun tipo di pubblico quando un giro un film. Quando ho girato La stanza del figlio non pensavo agli psicoanalisti, per questo non ho pensato ai cardinali. Come lo giudicheranno non è tra i miei primi 500 problemi in questi giorni». In soccorso al papa in crisi di identità viene chiamato lo psicoanalista Brezzi, accolto in Vaticano dal portavoce Jerzy Stuhr: «Dobbiamo fare qualcosa, subito. Perché lei è il più bravo». «Che condanna, me lo dicono sempre...». Battuta che giustifica la domanda: quanto c’è di Moretti nel suo personaggio? «C’è un po’ di me in tutti e due: nel mio e anche in quello di Michel Piccoli. Però voglio chiarire che io, a differenza di quanto ipotizzato, non ho mai pensato di intere fare io il papa depresso. Mai stato neanche in discussione».

WOJTYLA & MELVILLE - Conferma invece l’impressione, espressa da un giornalista polacco, che i riferimenti reali (gli unici riconoscibili) vadano ricondotti a papa Wojtyla (il film inizia proprio con i funerali di Giovanni Paolo II) tra cui quello che Melville (questo il nome del cardinale interpretato da Piccoli, nome rubato a uno dei registi a cui Moretti dedicò una retrospettiva come direttore del festival di Torino) è appassionato di teatro ed avrebbe voluto fare l'attore. «Chi vede in questo personaggio dei riferimenti a papa Wojtyla, non posso dire che sbaglia». Sbaglia, invece, spiega Moretti, chi prova a leggere il film in chiave di attualità politica. «Cosa penseranno i francesi dell’Italia vedendo il film? Non è che io attraverso i miei film sento il dovere di raccontare l’Italia ai francesi o ai portoghesi. Racconto le storie che sento l’urgenza di raccontare». E, a proposito di urgenza di racconto, Moretti non si tiene e approfitta di una domanda per regalare un aneddoto. Sul set c’è stato più incidente – compreso un attrezzista salvo per miracolo (…) e Franco Graziosi che ci ha rimesso un femore - e, ogni volta, si finiva al Pronto soccorso dell’Ospedale Santo spirito. «Siamo arrivati con Graziosi con l’ambulanza: “Oh, ma che state a gira’ un film de guera?».

SITO & QUIZ - Poche ore e il film sarà non più materia di curiosità giornalistica, ma di dibattito dei morettiani doc. Per loro da giorni online c’è un sito che man mano svela un pezzo, impersonificato da un cardinalino. «Il sito del film Domenico Procacci che coproduce con Fandango lo considera come lancio, io, invece, come extra. Magari tra qualche settimana metto qualche ciak tagliato, qualche scena». Ci sarà anche un piccolo regalo. «Tra un paio di settimane ci metto un gioco. Ho fatto un filmino con quaranta film amati ad me come spettatori. Metterò un premio per chi li indovina tutti: venti sono facili, dieci difficili, cinque molto difficili e cinque impossibili. Impossibile che qualcuno indovini: dovrebbe essere nella mia testa. Glielo sconsiglio». Habemus Nanni.

CITAZIONE
ROMA - Spesso la genialità di un autore è racchiusa nei dettagli della sua opera. E la grandezza di Habemus Papam - ultimo, attesissimo film di Nanni Moretti, da domani nelle sale - la si coglie già dai primi minuti di pellicola. E precisamente nella scena in cui gli oltre cento cardinali riuniti in conclave, per l'elezione di un nuovo pontefice, cominciano silenziosamente, e contemporeaneamente, a pregare: chiedendo tutti insieme a Dio non di essere scelti, ma di non essere scelti per il soglio di Pietro...

LE IMMAGINI 1 - IL TRAILER 2

Una sequenza spiazzante, suggestiva, sorprendente. Che chiarisce subito il tema affrontato dal regista: quello della riluttanza, dell'inadeguatezza. Perché questa invocazione collettiva e rinunciataria, da parte di alti prelati di solito rappresentati come troppo santi (nelle fiction agiografiche) o troppo ambiziosi (vedi Angeli e demoni), prelude alla storia dell'uomo che poi viene da loro eletto. Un personaggio che potremmo definire, con una celebre categoria sociologica, un eroe della ritirata: asceso a uno dei poteri più immensi e arcani del Pianeta, decide di rifiutare questa responsabilità. "Volevo raccontare
la storia di qualcuno che si sente inadeguato - spiega il regista - e volevo farlo in chiave di commedia. L'inadeguatezza, se non è paralizzante o autodistruttiva, è un sentimento che consiglio a tutti noi".

Ma il senso del film - presentato oggi a Roma, in un'affollatissima anteprima stampa - non è solo nella parabola del suo papa protagonista, interpretato in maniera straordinaria da Michel Piccoli. E' nelle vicende parallele sue e dell'altro personaggio principale, lo psicoanalista ateo interpretato da Nanni Moretti, convocato in Vaticano dopo che una crisi di panico del pontefice neo-eletto porta a un congelamento della proclamazione. Uno, Piccoli, è dominato dal sentimento di non essere all'altezza del compito che gli è stato affidato. L'altro, Moretti, è invece un professionista sicurissimo di sé, che dice in continuazione di essere il terapeuta "più bravo di tutti". I due si incontrano, sullo schermo, solo una volta, nella sequenza (già ampiamente vista dal trailer) in cui l'uno chiede all'altro "ha problemi con la fede?". Poi le loro strade si separano: il papa fugge e si perde nelle strade di Roma, incontra la psicoanalista Margherita Buy, cerca di ritrovare il suo antico amore, il teatro. Moretti invece resta progioniero nella Santa Sede, insieme ai cardinali del Conclave (il portavoce vaticano, interpretato da Jerzy Stuhr, riesce a tenere tutta la faccenda segreta all'esterno): comincia a intessere un rapporto con loro, tiene conciliaboli sul non mischiare ansiolitici e sonniferi, organizza tornei di pallavolo... Fino a quando non arriva il gran rifiuto papale.

Una pellicola bella, intensa, apprezzatissima dalla platea di giornalisti. In cui gli uomini di Chiesa vengono raccontati tutti con affetto, descritti nelle loro umanissime ma non eccessive debolezze (ad esempio l'australiano che vuole disertare il divieto di non uscire dalla Santa Sede per andare a vedere le Scuderie del Quirinale). E in cui l'unico fastidio a proposito del Vaticano emerge quando il personaggio di Moretti parla con ironia del fatto che lì la benzina costa meno e si trovano farmaci impossibili da reperire altrove. Quanto allo stile, siamo effettivamente di fronte a una commedia: il film, in molti momenti, fa ridere. Soprattutto nelle parti in cui in scena c'è il regista.

Subito dopo la proiezione in anteprima, è il momento della conferenza stampa. Con un Moretti più loquace del solito, ma deciso a parlare solo della sua opera: niente politica, insomma. Interpellato su quanto c'è di lui nella storia che ha raccontato, sostiene di sentirsi in una via di mezzo tra i due protagonisti, lo psicoanalista "più bravo di tutti" e il Papa che non si sente adatto: "C'è qualcosa di me in tutti e due i personaggi - rivela - anche se non ho mai pensato di interpretare io il ruolo di Piccoli".

Questo sul piano psicologico. Ma il film, con una grande ricchezza registica e scenografica, mette sotto i riflettori anche un mondo affascinante e segreto come quello dei vertici cattolici. "Ho cercato di rispettare la verosimiglianza, nei rituali vaticani - racconta ancora Moretti - per la scena del giuramento delle guardie svizzere abbiamo preso un consulente. Per il resto, abbiamo guardato documentari. La sceneggiatura del film l'ho fatta leggere a monsignor Ravasi, il 'ministro della Cultura' della Santa Sede: il mio rapporto con loro si è esaurito qui. Non mi interessano le reazioni che il film avrà in quegli ambienti: non penso a nessun tipo di pubblico quando giro qualcosa. Ad esempio negli ultimi anni spesso abbiamo letto di scandali che riguardavano la Chiesa: ma io ho preferito non farmi travolgere da quei fatti. Il mio film è un'altra cosa". E alla domanda se se vorrebbe che papa Ratzinger vedesse la pellicola, risponde laconico: "Se vuole...".

Ultima annotazione: il film è stato selezionato, in concorso, al Festival di Cannes, unico italiano insieme a This must be the place di Paolo Sorrentino (che però è una produzione internazionale). "E ' un posto che conosco da anni - ricorda Moretti - ci sono stato per la prima volta 33 anni fa in gara con Ecce bombo: spero che aiuterà anche Habemus Papam. Ma non credo che i francesi aspettino i miei film per farsi un'idea dell'Italia: anche perché io faccio un film ogni morte di...".

 
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