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Il Divo

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Mac!
view post Posted on 5/7/2008, 12:11




Dunque. Forse mi ricordo male io, ma di inquadrature fisse ne ricordo pochissime.

https://www.youtube.com/watch?v=si3cxKA55Z0
https://www.youtube.com/watch?v=JisQFsBqByE
https://www.youtube.com/watch?v=siX6ajR0x-k
https://www.youtube.com/watch?v=LbwaPhJAQ90

Dove siano tutte 'ste inquadrature fisse, non lo so.
Comunque, se si guardano queste scene, si nota come la camera sia inserita in un contesto, e si "limiti" (per dire, cercate di capire cosa intendo) ad osservarlo e mostrarlo. Anche il montaggio, è ridotto all'osso, e tutti gli stacchi sono ben poco narrativi, anzi. Il loro scopo è quello di documentare, più che di narrare. E questo secondo me è fortemente documentaristico, appunto. Poi magari sbaglio qo, eh!
E non è barocco perchè appunto ogni elemtno è ridotto alla semplificazione assoluta.

PS: anch'io so che il realismo non è un genere, le virgolette erano lì apposta :rolleyes:
 
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view post Posted on 5/7/2008, 18:19
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Cinefilo Ad Honorem

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arid'accordo con Piccettino su ogni cosa, da Taxi Driver al concetto di Gomora come film barocco.

Papele the Wall.

PS: di PTA ne riparliamo quando sarà morto.
 
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Dimax
view post Posted on 5/7/2008, 18:32




QUOTE
di PTA ne riparliamo quando sarà morto

Spero il più tardi possibile.

E noi ci saremo? :D :P
 
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Mac!
view post Posted on 6/7/2008, 00:06




CITAZIONE (Dimax @ 5/7/2008, 19:32)
CITAZIONE
di PTA ne riparliamo quando sarà morto

Spero il più tardi possibile.

E noi ci saremo? :D :P

Io, mi auguro di sì :D
 
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piccettino!
view post Posted on 7/7/2008, 20:08




CITAZIONE (marenarobros @ 5/7/2008, 19:19)
arid'accordo con Piccettino su ogni cosa, da Taxi Driver al concetto di Gomora come film barocco.

Papele the Wall.

SU LE MANI!

(Ah, Norman, quanto ci manchi!)
 
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yaniano
view post Posted on 12/8/2008, 11:54




Il Divo è un film che dopo la visione lascia perplessi e spaesati. È evidente che Sorrentino ha un gusto estetico sopraffino e riesce a lasciare continuamente a bocca aperta lo spettatore con continui virtuosismi, giochi di macchina e tagli azzeccati, ma il tutto sembra essere ispirato dall'ingenuità di un principiante che vuole mostrare ciò che sa fare e che vuole focalizzare l'attenzione dei sensi sui vari eccessi narcisistici che si susseguono imperterriti soprattutto nella prima parte della pellicola. Ne segue che il film diventa poco omogeneo in chiave stilistica, anche se lo stile che ne emerge è di assoluta prima classe. La sceneggiatura è abbastanza scorrevole e non risente molto del taglio decorativo, i dialoghi sono sempre intelligenti se non fosse per le fastidiose risposte di Andreotti che sembra parlare solo per metafore, battute e proverbi. Per quanto riguarda il cast, Servillo e Buccirosso emergono sugli altri regalandoci due prove eccelse. Le musiche sono il fiore all'occhiello del film, sempre puntuali e funzionali alle scene. Questo è un film che poteva essere un capolavoro se non fosse stato minato dall'inspiegabile anelito di Sorrentino di voler dimostrare qualcosa. Un film singolare nel panorama italiano, un film barocco, e come tale, dominato dagli eccessi, che per loro natura risultano a volte superflui e inutili nello sviluppo narrativo. Il tutto, però, potrebbe benissimo essere inquadrato in chiave caricaturale, nel voler rappresentare in modo anche umoristico la figura di un uomo che ha segnato l'ultimo secolo d'Italia nel bene e nel male. Voto 8,5.
 
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view post Posted on 12/8/2008, 12:30
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Cinefilo Ad Honorem

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Beh, 8,5 per un film che non è un capolavoro mi sembra comunque un gran voto...
 
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Mac!
view post Posted on 13/8/2008, 11:27




CITAZIONE (marenarobros @ 12/8/2008, 13:30)
Beh, 8,5 per un film che non è un capolavoro mi sembra comunque un gran voto...

Ne parlavo or ora con Iano su MSN.
Più o meno la pensa come me... recensione e voto sono due modi diversissimi di valutare un film, quindi, ad occhi esterni, pare possano discostarsi, anche se in realtà sono l'integrazione l'uno dell'altro. Io 8,5 lo posso dare sia ad un capolavoro, che a un "semplice" bel film.
 
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emilgollum
view post Posted on 13/8/2008, 21:25




CITAZIONE (Mac! @ 13/8/2008, 12:27)
CITAZIONE (marenarobros @ 12/8/2008, 13:30)
Beh, 8,5 per un film che non è un capolavoro mi sembra comunque un gran voto...

Ne parlavo or ora con Iano su MSN.
Più o meno la pensa come me... recensione e voto sono due modi diversissimi di valutare un film, quindi, ad occhi esterni, pare possano discostarsi, anche se in realtà sono l'integrazione l'uno dell'altro. Io 8,5 lo posso dare sia ad un capolavoro, che a un "semplice" bel film.

E' una valutazione tutta tua però, perchè la matematica è precisa.
 
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Mac!
view post Posted on 13/8/2008, 22:12




E' una valutazione tutta mia, perchè ho detto che voto e recensione si completano l'un l'altra. E, per me, un film a cui do 8 può essere come può non essere un capolavoro.
Dire "un film è un capolavoro dal 9 in su" mi pare troppo rigido.
 
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emilgollum
view post Posted on 13/8/2008, 23:12




Di solito uno utilizza la votazione numerica per essere chiaro e preciso, non per un cruccio che capisce soltanto chi scrive la recensione.
 
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Mac!
view post Posted on 13/8/2008, 23:23




Ohi, ma non è un cruccio. E non è che lo capisco solo io.
Io scrivo la recensione, e cerco di essere oggettivo, e visualizzare in essa gli elementi negativi quanto quelli positivi. Poi, è inevitabile, che per un motivo o per l'altro mi soffermi soprattutto su un difetto particolare, o su un pregio particolare, e quindi, la semplice lettura della recensione, possa dare un'idea sbagliata sul mio giudizio sul film. Per esempio, mi pare molto interessante sviscerare a fondo un elemento del film, e quindi, dandogli ampio spazio, oppure, c'è un elemento che inficia la qualità del film, che secondo me merita di essere analizzato.
Quindi, il voto, compelta la recensione. Ed è ovvio che il voto in se è oggettivo, anche per me vale così. Un film a cui do 7 o 8 mi è piaciuto, un film a cui do 5 no, un film a cui do 3 mi ha fatto cagare, un film a cui do 10 lo considero un capolavoro. Ma è anche vero, che perchè il voto non rimanga una mera etichetta, per quanto oggettivo, va relativizzato al film stesso, quindi magari può non esserci coincidenza qualitativa tra due film con lo stesso giudizio.
 
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Zio Carlo
view post Posted on 22/11/2008, 19:29




Un uomo in età avanzata dice, fuori campo, di soffrire di terribili emicranie e di aver provato perfino l'agopuntura. Poco dopo, vediamo un anziano che attorno al viso ha degli aghi come se fosse una grottesca margherita.

Alla fine della visione del film di Sorrentino si rimane perplessi per qualche attimo, fissando quel volto sempre più bianco, sempre più vicino alla mdp. Poi capisci: sei di fronte ad un grande film. E sono tante cose che te lo fanno dire: dalle più evidenti (la mostruosa prova di Servillo, le musiche tutte assolutamente funzionali al racconto, da Renato Zero alla musica elettronica) a quelle prettamente tecniche (il montaggio da applausi nelle prime scene, le sovrimpressioni che lungo tutto il film aiutano ad "entrare" nella recente storia d'Italia). Sorrentino è bravissimo nel mettere in scena una pellicola grottesca, spaventosamente iperreale, così assurda da sfiorare il reale. E nell'Andreotti/Servillo è riassunta tutta la contraddizione di un Paese che forse ha voluto ignorare il proprio male, o ha ritenuto che la mano destra non sapesse cosa facesse la sinistra: monologhi aghiaccianti e prontezza nel controbattere gli attacchi personali, resistenza a tutto (stragi di stato, P2, collusioni con mafia e criminali vari) e a tutti (i pentiti che anche nei confronti diretti continuano ad accusarlo); solo due cose lo feriscono, e resteranno i crucci della sua vita sociale, ovvero il confronto con De Gasperi e la tragica conclusione del rapimento Moro (del quale si dispera di non avergli mai dato un concetto positivo, si vedano le parole scritte dallo stesso Moro in prigionia). Un film che ricorda l'Elio Petri di Todo modo, per la critica feroce all'estabilishment politico/economico italiano, e (parere personalissimo) alcune suggestioni visive del Brazil di Terry Gilliam. Un film sul quale si potrebbe (e dovrebbe) parlare per ore, ma mi fermo qui. :P

VOTO: 8,5/10
 
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view post Posted on 27/4/2009, 17:59
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Cinefilo Ad Honorem

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Una recensione dagli USA:

Paolo Sorrentino’s outrageously stylized historical commentary Il Divo opens with a flurry of pre-credit titles intended to bring viewers up to speed on Italian politics in the latter half of the 20th century. No matter. For those who don’t come into the film with a wealth of knowledge on the subject—specifically, the 50-plus-year career of Italian Prime Minister Giulio Andreotti—there’s little hope that the frenetic goings-on in Il Divo will be remotely comprehensible, especially in the hands of a mad conductor like Sorrentino. That isn’t entirely a slight against the film; after all, it’s an Italian production pitched to an Italian audience, who likely don’t need a primer on their own recent history. But Sorrentino’s directorial flourishes are at least partly to blame for the lack of clarity; his ornate setpieces are frequently dazzling, but as they pile up over two hours, they wind up distracting as often as they illuminate.
Then again, perhaps some confusion is in order, because Andreotti, as played brilliantly by Toni Servillo, seems to have survived on politics on the strength of his cool inscrutability. During his four decades at the center of the Italian political scene—he currently serves as “Senator for Life”—the diminutive, elfin Andreotti was nicknamed “The Hunchback,” “The Sphinx,” and “Beezlebub,” among others, and had a talent for slipping the noose. Il Divo catches up with Andreotti’s seventh government in the early ’90s, when he and his long-dominant Christian Democrat party finally got snagged in the “Bribesville” scandals that connected them with mass corruption, high-profile murders, and mob ties.
Sorrentino tags Andreotti as the ultimate political animal; in one scene, he explains that the reason he confides in a priest instead of praying directly to God is because priests vote. Il Divo doesn’t offer any smoking gun—nor should it, considering how Andreotti managed to elude several prison sentences on appeal—but there’s plenty of guilt by association, tied to an endless procession of killings and suicides. Through Sorrentino’s lens, Andreotti’s chief lieutenants are made to look like Reservoir Dogs, with Andreotti as a calm, tight-lipped, upper-crust analog to Lawrence Tierney. Il Divo tarnishes his legacy convincingly but not clearly, which is probably appropriate for a politician renowned for his opacity.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 1/5/2009, 00:59




da zabriskiepoint.it

Il cinema mondiale può essere salvato? Sembrerebbe di si...
"5 ragioni per cui Paolo Sorrentino salverà il cinema mondiale"
1. Se Stanley Kubrick, Martin Scorsese e Federico Fellini avessero un erede, sarebbe Paolo Sorrentino.
2. Rende bella la politica.
3. Tutti i suoi film ci raccontano il cambiamento dei tempi.
4. Non fa sconti a nessuno.
5. La cifra del suo cinema è il coraggio.

Dopo il New York Times, anche il New York Magazine (tra gli altri) ha accolto "Il Divo" con straripante entusiasmo, considerando Sorrentino "uno dei registi stilisticamente più eccitanti degli ultimi anni" e salutandolo come il prossimo grande autore di fama internazionale.

http://nymag.com/daily/entertainment/2009/...sorrentino.html
 
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76 replies since 14/5/2008, 15:30   877 views
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