Il sottotitolo del film è "La straordinaria vita di Giulio Andreotti". Sottotitolo che mente. Il film non è per nulla una biografia di Andreotti. Per lo meno, non in senso tradizionale.
A raccontare l'ascesa politica di "Belzebù", si sarebbe realizzato un biopic grigio e di scarso interesse, e, Sorrentino, sapendolo, ha deciso di compiere un'operazione ben diversa. Ha scelto un unico momento della sua vita (il periodo attorno al settimo suo governo) e lo ha frammentato in mille pezzi, mostrandoli in ordine quasi caotico (caos organizzato, certo), così da rappresentare al meglio l'infinita complessità degli intrighi politici italiani.
Una cosa che credo sia importante far notare, è la specularità di questo film con "Gomorra", ovvero l'essere cinematograficamente opposti dei due film italiani più importanti degli ultimi anni. Garrone nel realizzare "Gomorra", tratto dal romanzo-inchiesta di Saviano, ha scelto di assumere uno stile documentaristico. Telecamera perennemente a spalla, inquadrature lunghe senza quasi montaggio, fotografia naturale. Tutto, insomma, è realizzato in modo che il film appaia come assolutamente vero, perchè vero è ciò che racconta. Al contrario Sorrentino nel suo Divo, utilizza uno stile di regia assolutamente "falso", cioè cinematografico. Molto montaggio, inquadrature studiatissime, come studiatissimi sono la fotografia e i movimenti di macchina.
Ma, come detto, non sono film così diversi; sono, appunto, "speculari". Il motivo di fondo è lo stesso, il male dell'Italia. I due registi scelgono storie diverse per raccontarlo, e, di conseguenza, modi opposti. Ma il senso è quello.
VOTO: 8,5
PS: lo ho visto con World, e uscendo pensavamo che se Oliver Stone fosse stato italiano si sarebbe divertito mooooolto di più
Edited by Mac! - 4/7/2008, 01:16