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Posts written by Francis Delane

view post Posted: 22/11/2014, 23:26 Interstellar - Film reali
Le mie due parole sul film di Nolan, anche se un po' in ritardo rispetto alla visione.

Dunque, l'idea di base è, in sé, abbastanza analoga a quella di Inception, anche se su un piano diverso. Si tratta di prendere alcune teorie, in questo caso relative all'ambito della fisica, e di trarre da esse materiale per un film, mischiandolo con una buona dose di trucchi narrativi da cinema più commerciale. Una tattica che io non condanno affatto, anzi che garantisce risultati ottimi quando riesce. Inception, Freud riletto come un film d'azione, era da questo punto di vista un autentico capolavoro, da me apprezzatissimo. Stavolta, invece, a mio parere, il gioco non è riuscito altrettanto bene.

Chiariamoci subito: non sputo sopra a nulla. Il film è ben fatto, semplice da seguire nello svolgimento dei fatti (comprenderli a fondo è un'altra questione), presenta ottime interpretazioni di tutto il cast, da McConaughey alla Hathaway alla Chastain a Michael Caine (ormai attore feticcio di Nolan) a tutti gli altri - Matt Damon incluso -, ed effetti speciali che non falliscono nel lasciare a bocca aperta, anche perché usati in maniera sapiente. Tecnicamente, perciò, il film è bello, e lo consiglierei a chiunque.

Il problema è che, almeno secondo me, è crollato sotto il peso delle sue ambizioni. Non so se l'obiettivo di Nolan era di fare un 2001 "addomesticato" (anche se il richiamo di Kubrick si sente, e non poco), ma in questo caso è fallito. Tutti i temi affrontati (evoluzione, contrasto ragione/irrazionale, elogio dell'amore, necessità di guardare verso l'alto) sono soltanto sfiorati in superficie, e quasi mai riescono davvero a raggiungere un'autentica profondità, anche perché, se è vero che la trama non si fa fatica a seguirla, le teorie scientifiche per i non iniziati sono qualcosa di più o meno incomprensibile dall'inizio alla fine. I personaggi restano tutti abbastanza stereotipati, così come le loro motivazioni, e i lunghi discorsi cui si abbandonano puzzano tanto del tentativo di voler essere a tutti i costi memorabili, sfidando la retorica con supremo sprezzo del ridicolo.

Alla fine della visione, quello che mi è restato in testa e nel cuore è un grandissimo spettacolo visivo, che nel finale è anche in parte riuscito a commuovermi, ma che nel complesso mi ha lasciato, in realtà, abbastanza freddo, fallendo dove invece la trilogia di Batman e Inception erano riusciti: essere grandi film e racconti capaci di affrontare tematiche profonde pur essendo al tempo stesso 'commerciali'. Stavolta, invece, la profondità manca, e ciò che resta inclina pericolosamente verso il commerciale (fortunatamente fermandosi in tempo).

VOTO: 7.
view post Posted: 21/11/2014, 00:21 Director Deathmatch vol. 14 - Film reali
Following (1998)
Memento (2000) 8
Insomnia (2002)
Batman Begins (2005) 7
The Prestige (2006) 8
Il cavaliere oscuro (The Dark Knight) (2008) 9
Inception (2010) 9
Il cavaliere oscuro - Il ritorno (The Dark Knight Rises) (2012) 7
Interstellar (2014) 7


Il prossimo Deathmatch lo facciamo su Peter Jackson?
view post Posted: 21/11/2014, 00:13 Festival di Roma 2014 - Festival di Roma - Edizione Autunnale: Summary Movies
CITAZIONE (marenarobros @ 20/11/2014, 10:38) 
CITAZIONE (Francis Delane @ 19/11/2014, 23:44) 
E' con mio grandissimo dispiacere che dò forfait. Sto uscendo ora da un periodo incasinato, in cui sto rimettendo ordine in molte cose. Mi sa tanto che I promessi morsi sarà l'unico film del mio semestre, purtroppo.

Un progettino ino ino?

L'unico è L'inganno sul lenzuolo, però si parla di Natale, non ho scritto nemmeno una riga e fino al 27 sono impegnato col TFA, poi il 15 dicembre ho il diploma di licenza in Normale. Ripeto: posso provare a farlo per un'uscita natalizia, ma per il Festival mi è proprio impossibile.
view post Posted: 21/11/2014, 00:08 CK News - Prossimamente
Ma porc... Luca, mi hai fregato il progetto!!! Il giro del mondo in 80 giorni pensavo di farlo io! Pazienza, vuol dire che mi godrò il tuo film. :P

E sono più che contento che Oren riveda Seven Days... Von Trier è un nome rischiosissimo, però. Speriamo bene.

Piccola News, giusto per farvi saltare sulla sedia.

FRANCIS & PAPELE: LA STRANA COPPIA NEL SEGNO DI TOLKIEN

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Si sono affrontati. Si sono lanciati insulti. Si sono rappacificati durante una premiazione degli Awards. E adesso, lavorano insieme. E' di oggi la notizia che vede protagonisti i CEO della Wunderkammer e della Marenaro Bros., i quali a sorpresa annunciano una collaborazione che si preannuncia davvero epica: un adattamento in forma di serial del Silmarillion, la terza opera maggiore tolkieniana, per il momento ancora non sotto le grinfie di Peter Jackson.

"Ho visto una falsa news sul web" dice Papele "e ho pensato potesse essere un'idea. Ho coinvolto Francis per la sua nota passione per Tolkien, e lui ha accettato subito."

"E come potevo rifiutare?" risponde Francis. "A parte che le coproduzioni ho sempre detto che vorrei fossero un'abitudine della Wunderkammer, ma Tolkien! Il film di Fiamma, a suo tempo, mi era piaciuto tantissimo, e chissà, forse Tv Matik merita una seconda chance..."

Ancora ignoto un possibile cast, vi terremo aggiornati.
view post Posted: 19/11/2014, 23:44 Festival di Roma 2014 - Festival di Roma - Edizione Autunnale: Summary Movies
E' con mio grandissimo dispiacere che dò forfait. Sto uscendo ora da un periodo incasinato, in cui sto rimettendo ordine in molte cose. Mi sa tanto che I promessi morsi sarà l'unico film del mio semestre, purtroppo.
view post Posted: 12/11/2014, 00:18 Hampton's Family - Recensioni
LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Il Festival di San Marino, per me, termina con il film di Oren, che torna anche lui sullo schermo di CK dopo un'assenza abbastanza lunga (correggetemi se sbaglio). E torna a cimentarsi, dopo l'infelice The Dormitory, con il genere horror, anche stavolta presentandosi con una storia originale - credo - che però contiene più di un omaggio all'immarcescibile Stephen King (a partire dal nome della cittadina dove si svolge, Derry).

E rispetto a quel primo, infelice tentativo, qui i risultati di anni di pratica si vedono notevolmente, e fanno rimpiangere gli - ahimé - numerosissimi errori (frutto della fretta del produttore, e che pertanto non saranno tenuti da conto nel voto finale, anche perché significherebbe non riconoscere il miglioramento precedente). La storia è semplice ma coinvolgente, classica ma con effetti garantiti se si è capaci di stare al gioco e godersi i richiami, e ben recitata da un cast di semi-sconosciuti (Helena Bonham Carter a parte). Breve e secco, il film va dritto al punto, e sa garantire un buon intrattenimento.

Nulla di più, purtroppo, e qui pesa davvero la fretta, più ancora che negli errori di grammatica. E' brutto accusare il film di scarsa originalità, ma stavolta davvero i meccanismi soliti del genere, per quanto ben oliati, si vedono terribilmente. Inoltre, si registra un po' di confusione nella trama per quanto riguarda il ruolo della bambina, che non risulta mai chiaro chi sia e cosa faccia, se non per un breve accenno alla fine (sarebbe stato bello, forse, suggerire che la vera omicida fosse lei). E' l'unico elemento un po' fuori posto, ed è un peccato perché altrimenti non solleverei dubbi sulla altrimenti resistente solidità del soggetto. Si vede che Oren ci ha lavorato, e anche bene, ma forse la fretta di concorrere al Festival e anche un po' l'ansia di voler tornare sugli schermi non gli ha suggerito il modo di rendere la sua storia un po' più originale, oppure di approfondirla, magari concedendo maggior spazio al rimorso di Raja, all'amicizia con Amanda (che effettivamente sembra un po' troppo improvvisa), alla possessione di Behn, alla stessa caratterizzazione dei tre spettri. Si poteva agire davvero in tanti modi per rendere il film più interessante, mentre visto così il prodotto finale resta davvero al di qua della capacità di emozionare davvero lo spettatore.

Buona la regia dei fratelli Pang, specialisti dell'horror orientale. Unico appunto sul cast, altrimenti ben costituito: Helena Bonham Carter, che in mezzo ad attori semisconosciuti, e con un ruolo non di primissimo piano, sembra un po' sprecata.

VOTO: 62/100 (6 al sondaggio). Buon prodotto d'artigianato, che però non è riuscito a sfruttare tutte le sue possibilità. Ma Oren ha fatto di meglio, e siamo sicuri si riprenderà presto.
view post Posted: 8/11/2014, 17:09 Intervista "Doppia" dello sviluppo - Nuovo Cinema Italiano - Prossimamente
Lo leggerò con interesse, non è un tipo di film che abbiamo visto molto da queste parti. Merlo e Luca assieme: mi piace!
view post Posted: 8/11/2014, 17:02 Le colpe degli altri - Recensioni
LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Dunque, ci proverò a non fare una recensione finto-entusiasta, anche se sarà un po’ difficile. Il fatto è che le recensioni finto-entusiaste molto spesso capitano quando la mia immaginazione viene colpita in modo particolare. In quel caso, la mia mente inizia a galoppare dalla fantasia sulle tracce di quanto ha appena letto, e la mia razionalità non riesce a seguirla. Il che è esattamente quanto mi è successo dopo la fine di questo film.

Dunque, il neoesordio di Papele, con l’aiuto del desaparecido Davide Pezzi, e il primo caso cinematikino in cui un produttore rifà il suo stesso film (almeno credo, nel caso correggetemi). Non ho avuto la fortuna di leggere quel primo, preistorico film, e non dirò che lo farò per il semplice motivo che non voglio poi smentirmi davanti a tutti. Posso giudicare solo il remake/reboot, che è un gran film di genere, e che in mezzo ai titoli molto horror del resto del Contest introduce una ventata di sapore diverso, ma benvenuta anch’essa, variando verso il thriller e il giallo. Il soggetto è originale, e anche se ricorda molto un numero di Dylan Dog (n. 37, Il sogno della tigre, ma anche altri) e Il canto di Kali di Gaetano, sicuramente coinvolge ed è solido. Si apprezzano moltissimo la costruzione dei personaggi, lo sviluppo dell’indagine, il rigore della sceneggiatura (sulla cui correttezza grammaticale non c’è nulla da obiettare), il cast e tutti gli aspetti tecnici. Se poi lo si condisce addirittura con una traccia di riflessione etico-teologica, ok, vi siete guadagnati un ammiratore, nella persona del sottoscritto.

Soltanto due cose io avrei da rilevare. Posso dire che non ho apprezzato moltissimo il modo in cui sono stati trattati Taylor e Amber. Non volevo proprio il triangolo amoroso, ma anche così mi sanno tanto dei classici personaggi messi lì senza mai essere davvero importanti, solo per riempire un buco (specialmente Amber, che compare due volte e sempre senza mai fare alcunché di utile). In generale, poi, il finale mi sembra che vada un po’ di fretta, con l’idea di fondo del film (che non svelerò) rivelata in una successione di eventi che sembra un po’ troppo veloce (io avrei separato l’omicidio di Taylor e Amber dalla risoluzione, concedendo al lettore un break per rifiatare e poi immergerlo nel finale).

VOTO: 77/100, che al sondaggio sarà un 8 perché il 7.5 non c’è, e il 7 lo do di solito a quei film che, per quanto ben scritti, hanno problemi di costruzione,
oppure mi lasciano freddo. Sì, lo so, è una classifica strana.
view post Posted: 8/11/2014, 15:21 San Marino Fanta Festival (Halloween Contest) 2014: A special place - Recensioni
Infatti la mia non era una vera critica, Mas. Purtroppo, è il difetto ineliminabile di chi adatta un libro con non molta azione: rendere bene un'atmosfera psicologica è quasi impossibile.
view post Posted: 8/11/2014, 15:19 Necroamanti - Recensioni
LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Andrew è ormai entrato in una fase “minimalista”, che lo vede partecipare con progetti più contenuti e mirati, lontano dallo stress e dalla tensione che danno opere più grandi. Un tipo di film che rischia di essere un’arma a doppio taglio, perché richiede un’assoluta padronanza del mezzo cinematikino, ma che può dare grandi risultati quando usato bene. Come in questo caso.

Di Kevin Smith ho visto da poco Zack and Miri, che ho apprezzato molto, e quindi quando ho letto il suo nome ho pensato: “Ok, siamo dalle parti della commedia”. Ed è vero, siamo dalle parti della commedia… con una lieve spruzzata di zombie (ma lievissima, eh, manco si nota: la ragazza è solo stata morsa). Un triangolo amoroso che sarebbe anche banale non fosse che fuori c’è un’apocalisse, lei è stata infettata e lui la tiene chiusa nel bagno, mentre l’altro (Jamie Bell ex Billy Elliott e reduce dal frustare a sangue Charlotte Gainsbourg) prova a eliminarlo. Grottesco? Senza dubbio. Disorientante? Sì, tanto. Godibile? Ci potete scommettere le palle. Un’ora e mezza (cinematikamente parlando) dove non sai se ridere o piangere, desiderare di ucciderli tutti o simpatizzare per qualcuno (chi?), mentre intanto aspetti che arrivino i cari, vecchi morti viventi di romeriana memoria.

Grandi difetti, questo film non ne ha. Prevedibile? Ma insomma: forse su uno dei due generi sì, ma nell’insieme non così tanto da non essere godibile. Ambiguità sulla trasformazione? Secondo me invece è azzeccata, alla fine si resta con lo sbigottimento di chi non sa che è successo e la cosa non è affatto una cattiva idea. Certo, resta comunque la curiosità dello spettatore nel vedere di più, ma lì di base c’era la scelta del produttore di essere breve, quindi…

VOTO: 8. Un prodotto di onestissimo artigianato, divertente e graffiante. Andrew con gli zombi non manca mai il bersaglio, e invidio la sua capacità di saper scrivere in piccolo (cosa che a me è impossibile).
view post Posted: 7/11/2014, 01:02 Il mago di Oz - Film reali
Regia: Victor Fleming
Sceneggiatura: Noel Langley, Florence Ryerson, Edgar Allan Woolf dal romanzo The Wonderful Wizard of Oz di Lyman Frank Baum (1900) Musiche: Herbert Stothart, E. Y. Harbug, Harold Arlen
Dir. fotografia: Harold Rosson
Montaggio: Blanche Sewell
Scenografia: Cedric Gibbons
Interpreti: Judy Garland, Frank Morgan, Ray Bolger, Bert Lahr, Jack Haley, Margaret Hamilton, Billie Burke, Charley Grapewin, Clara Blandick
Produzione: USA 1939

Questo film, e il suo corrispettivo letterario, hanno per me un valore particolare. Ho visto per la prima volta il film a 10 anni, ed è stato proprio con questo film che mi sono accorto di essere miope, perché non riuscivo a leggere i sottotitoli delle canzoni (si prega di evitare battutacce). Negli anni seguenti, il libro e il film si sono fatti risentire, a tratti, parecchie volte, e ogni volta in periodi di crisi o di riconsiderazione della mia crescita. Più che naturale, allora, che si facessero sentire anche adesso, in un periodo non facile.

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Tuttavia, bisogna dire che, rivedendolo da adulti, non si può non dar ragione a Salman Rushdie. "There's no place like home": eh no, Dorothy! Ma l'hai guardato bene il Kansas? Grigio, triste, perbenistico, noioso... no, scusaci tanto, Judy, tu sei un tesoro di ragazza (e con il personaggio che ti ritrovi a fare non è facile), ma proprio non capisco per quale motivo dovremmo preferire il Kansas a Oz (no, non basta che la canzone dei Munchkins con balletto sia a posteriori una delle cose più imbarazzanti mai viste sullo schermo). Colorato, festoso, allegramente e ingenuamente semplice, questo paese è in assoluto uno dei mondi di fiaba più deliziosi che lo schermo ci abbia mai regalato, e poi con gli amici che ti ritrovi, lo Spaventapasseri che sembra sciocco e invece è solo deliziosamente ingenuo, il Boscaiolo di Latta dal corpo di duro metallo e il cuore (che non dovrebbe esserci però c’è) tenero come il pane, il Leone Codardo che da bambino suscita risate e da ragazzo fa tenerezza… Sì, ok, c’è la Perfida Strega dell’Ovest (per gli amici Elphaba Melena Thropp… no, aspetta, questa è un’altra storia). Sì, ok, il Mago non è altro che un imbroglione (ma nella lista dei politici imbroglioni non è nemmeno tra i peggiori). Ma anche così, resta sempre meglio che il Kansas, o no? Se da bambini la necessità del ritorno a casa risulta indispensabile, da adulti invece essa è molto più difficile, specie vedendo appunto che la casa non è così bella.

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Sarà per questo che il film è restato nella memoria per la sua parte fantastica, per la meraviglia che suscita a ogni visione a cuori che nel profondo non vogliono rassegnarsi a perdere quello sguardo di stupore che l’infanzia sa mantenere sul mondo, facile all’inganno ma al tempo stesso chiave per vedere in altro modo la realtà. Quando si rivede questo film, come i cartoni Disney veramente grandi, noi torniamo bambini senza cessare di essere adulti, recuperiamo una parte di noi che sembrava perduta e invece è sempre lì, ci spinge avanti, non ci fa riposare mai, e ci ricorda che anzi manchiamo di qualcosa: un cuore, un cervello, il coraggio, la casa… O forse ci invita a scordarci che ce lo abbiamo, per iniziare un viaggio la cui unica, vera radice è il desiderio di NON avere una casa, quello di vagare per i sentieri del mondo consapevoli – questo sì – che la casa è dove sta il cuore, e quindi può essere ovunque. E allora, davvero, “there’s no place like home”: così ci piace.

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P.S. Però i Munchkins meglio che non cantino, se no giuro che li strozzo.
view post Posted: 7/11/2014, 00:15 30 anni fa ci lasciava Eduardo - Film reali
Io lo spettacolo di Servillo ho avuto la fortuna di vederlo a teatro a Pisa. Una serata eccezionale, che ricordo ancora con piacere. Ho riso fino alle lacrime, ma mi sono anche emozionato e inquietato verso la fine. Bellissimo adattamento di un classico.

Il Corriere della Sera in questi giorni sta facendo uscire in dvd tutto il teatro registrato da Eduardo per la Rai, suo e non suo (Miseria e nobiltà, Il berretto a sonagli). D'accordo con mia madre, abbiamo deciso di fare una cernita e prendere i migliori. Suggerimenti?
view post Posted: 7/11/2014, 00:11 Meet the Feebles - Film reali
Meet_the_Feebles_Poster

Regia: Peter Jackson
Sceneggiatura:Frances Walsh, Stephen Sinclair, Danny Mulheron, Peter Jackson
Musiche: Peter Dasent
Dir. fotografia: Murray Milne
Montaggio: Jamie Selkirk
Scenografia: Mike Kane
Interpreti (doppiatori): Mark Hadlow, Stuart Devenie, Donna Atkinson, Mark Wright, Peter Vere-Jones, Brian Sergent
Paese e anno: Nuova Zelanda, 1990

Ok, gente, adesso prendiamo un bel respiro. Credo ci sia una domanda che molti cinefili che, dopo aver visto la trilogia del Signore degli Anelli, sono andati a recuperarsi la filmografia precedente del regista, si sono fatti, e questa domanda è: "Ma come cazzo ci è arrivato quest'uomo?" Perché io vi giuro, quando guardo questi film questa è una domanda che non ho potuto fare a meno di farmi. Poi ho anche trovato la risposta, ma di questo parlerò a suo tempo. Però, per quanto Bad Taste o Braindead possano far rimanere in dubbio, io non ho nessuna esitazio nel dire che è questo il film che DAVVERO fa saltare sulla sedia, restare a bocca aperta per la meraviglia... o il disgusto.

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In breve, questo film è i Muppet versione South Park. Prendete una troupe di animali burattini che sta preparando uno spettacolo, come i loro simpatici e buffi colleghi creati da Jim Henson e capitanati da Kermit la Rana. Aggiungete a questo punto dosi massicce di sesso, droga e pornografia, senza nessuna censura di alcun tipo: si va da una gatta che fa un servizio orale a un tricheco, a un inquietante incrocio fra un elefante e una gallina, da una rana lanciatrice di coltelli reduce dal Vietnam che fa uso di droga (con tanto di citazione del Cacciatore in flashback) a un vero e proprio traffico di droga fra il suddetto tricheco, il suo assistente ratto e un cinghiale con capigliature punk, da una star obesa e inquieta che ha il corpo da ippopotamo a un regista volpe omosessuale che si esibisce in una canzone sulla sodomia, senza dimenticare il coniglio presentatore malato di AIDS e una mosca giornalista che non si fa scrupoli di mangiare le feci di quest'ultimo per cercare uno scoop. E l'unico normale in tutto questo è un povero porcospino aspirante attore che si è innamorato di una barboncina corista e riesce a conquistarla con l'aiuto del direttore di scena, che è un verme. Meglio che la pianti di elencare se no vomito io.

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Inquietante, disturbante, perversamente ludico, il secondo film di Peter Jackson è una satira spietatissima (anche se solo per sentito dire) dello show-biz, di cui rielabora con felice fantasia creativa tutti i lati comuni esaltandone il tono grottesco grazie alle speciali possibilità date dall'uso dei pupazzi. Più compatto e armonioso dell'esordiente Bad Taste (anche perché è il primo film di Jackson scritto assieme a Frances Walsh, poi sua moglie), organizza meglio anche la sua infinita serie di richiami cinematografici, creando un universo da cui non è possibile restare affascinati per tutta l'ora e mezza del film, e introduce per la prima volta una nota romantica, aprendosi alle sensibilità più varie delle opere successive, dove lo spirito goliarda e la meraviglia visiva vivranno in armonia con un romanticismo sempre più evidente. Tappa fondamentale, quindi, nell'evoluzione del regista, e oggi divenuto un cult dopo un'uscita in sordina (in Italia è a tutt'oggi inedito).

VOTO: 8.
view post Posted: 6/11/2014, 23:49 CK BOX OFFICE - Cinematik.it Pub
Credo che A special place possa debuttare a un buon posto, mentre invece i miei Promessi, ahimé, avranno un posto molto basso, vista la disattenzione cui sono andati incontro (anche per colpa mia).

Dracula scalerà la vetta? Io glielo auguro, anzi da oggi inizio a votarlo.

Non so se Johnny Merlo possa resistere, questo aspetto di aver letto per giudicare.

I giochi per l'ultima domanda sono ancora aperti, quindi aspettiamo e vediamo.
view post Posted: 6/11/2014, 23:44 Un saluto e una spiegazione - Cinematik.it Pub
Grande Clint! Sono contentissimo per te! Non vedo l'ora di leggere sia il romanzo, sia la sceneggiatura, se la presenti!

Tanto pour parler, anch'io sto provando a mettere giù un romanzo in questi mesi, però sto ancora elaborando compiutamente la trama perché, come al solito, io le cose semplici non le so fare.
3589 replies since 10/1/2008