Ci sarò sicuramente già il topic, ma pazienza.
Rivisto lunedì sera con due amici dopo aver finito la prima stagione della serie omonima, e dopo aver letto il libro di De Cataldo. Giudizio finale: il libro e la serie sono splendidi, il film è fra i tre il fratello povero ma ha il grandissimo merito di essere fuori dall'attuale produzione standard italiana, e questo lo rende
ipso facto un grande film.
Michele Placido conosce, infatti, indubbiamente la difficile arte di raccontare in modo appassionato e coinvolgente una storia difficile da riassumere. Concentra tutto il film sui tre capi (Libanese/Favino, Freddo/Rossi Stuart, Dandi/Santamaria), il loro avversario n. 1, commissario Scialoja/Accorsi, e le due donne, la puttana Patrizia/Mouglalis contesa dal Dandi e da Scialoja, e l'innocente Roberta/Trinca innamorata del Freddo. E' un film di violenza, di soldi, di intrighi sporchi che coinvolgono anche eventi politici (con Toni Bertorelli gobbo come Andreotti e Gianmarco Tognazzi pelato a rappresentare lo Stato criminale), che se non riesce a ricostruire appieno il clima di quegli anni (ma perché, come film, è fisiologicamente impedito a farlo) sa, però, costruire e raccontare con energia una storia, disegnare personaggi appassionanti affidandoli ad attori formidabili (anche se Vinicio Marchioni e Alessandro Roja sono obiettivamente meglio di Rossi Stuart e Santamaria come Freddo e Dandi, Favino e Accorsi sono perfettamente in parte, Scamarcio e Jasmine Trinca come Nero e Roberta sono semplicemente perfetti). Un magnifico film di genere
made in Italy, con tanti pregi e tanti difetti, ma comunque un gradino sopra alla media nazionale.