Un biglietto in due

Un biglietto in due è un film commedia statunitense prodotto dalla Paramount Pictures nel 1987. La pellicola è stata scritta e diretta da John Hughes ed ha come principali interpreti Steve Martin e John Candy.



Trama:
Neal Page (Steve Martin) è un serissimo uomo d'affari che lavora a New York, ma per il giorno del ringraziamento si concede una vacanza a casa dalla famiglia a Chicago. La sfortuna vuole che però in seguito ad una furiosa nevicata tutti i voli siano stati cancellati, e la destinazione più vicina a casa è Wichita. Page finisce per incrociare il proprio viaggio con quello di Del Griffith (John Candy), un venditore di anelli per doccia, di carattere bonario ma piuttosto invadente. Il viaggio di poco più di un'ora che avrebbe dovuto affrontare Neal si trasformerà in un calvario di tre giorni, in cui, sempre accompagnato dal petulante Del, dovrà ricorrere ad ogni mezzo di trasporto per riuscire ad arrivare a casa.

Recuperato la scorsa settimana con Pap. Non lo avevo mai visto prima, seppure lo avessero trasmesso in tv anche in altri periodi. Simpatico e divertente il film, fa sorridere il rapporto che viene a crearsi tra i due protagonisti: Steve Martin e John Candy.
La serie di sfigate vicissitudini nel percorso di ritorno verso casa, fanno pensare ad un certo punto: poverino, adesso basta però! Poi viene da considerare che sia J. Candy a portare davvero sfiga, ma quando uniti o separati, continua ad aumentare l'improbabilità di giungere a casa per la cena del Ringraziamento, allora ci affezioniamo anche a quest'ultimo personaggio, perchè in fondo scopriamo che è solo e in cerca di affetto.
Una commedia che si presta alla visione natalizia senza dubbio. Per me la sufficienza è piena.

Io l'ho recuperato per il sondaggio, carino, però alla lunga mi ha innervosito, soprattutto nella seconda parte, dove diventa troppo caotico e spesso volgaruccio. Nel complesso godibile.

Quando Steve sbotta alla tipa del noleggio auto (troppi fuck?), oppure la coppia che soccorre i due a Wichita, lei rozzissima mi pare faccia un rutto..
Vabbè, ho detto volgaruccio..

Un'odissea urbana dei sentimenti: da ritrovare, da costruire.
Una commedia in stato di grazie, tra le migliori di John Hughes, che riesce a superare forse anche l'osannato "Breakfast Club".
A suo modo anche un film anti-reaganiano, che decostruisce il rampantismo sociale del colletto bianco Steve Martin facendo lentamente affiorare un umanesimo di stampo capriano che spesso ha fatto e farà capolino nel cinema di Hughes, ma mai in maniera tanto dirompente e misurata.
E, non dimentichiamolo, una commedia dai tempi perfetti, dove le scene memorabili si sprecano (dal duello tra Martin e Kevin Bacon per un taxi libero alla vendita degli anelli per doccia spacciati come orecchini).

Personalmente, l'ho sentito molto vicino in queste settimane, soprattutto per i caos dei trasporti causa neve.

Sì, ma questa settimana sarà impegnatissima per impegno fieristico e quindi levataccia la mattina e rientro a sera tardi per cui unica possibilità di visione è qualche episodio di serie TV prima di addormentarsi (o in fase di addormentamento ).