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Spotlight

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view post Posted on 4/9/2015, 08:13
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Cinefilo Ad Honorem

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Dopo aver letto ieri qualche parere entusiastico, polemicuzza con Pynox su FB che ritiene (senza aver visto, come me del resto) che questo film DEVE vincere a Venezia così il film anti-clericale dimostrerà non so quale apertura dei giurati e del festival italiano davanti agli occhi del mondo. Ricordando che il film condanna i pedofili, per quanto ne so, e non TUTTI i preti e i cattolici. :rolleyes:

da trovacinema:

di Chiara Ugolini

VENEZIA - "Spotlight" è un solido film di impianto classico che racconta una storia vera, l'inchiesta del gruppo investigativo del Boston Globe sull'insabbiamento, da parte delle gerarchie della Chiesa cattolica, di molti casi di preti pedofili. Dopo "Everest", che ha aperto Venezia 72 con la sua carica di divi, anche il film del poliedrico Tom McCarthy (regista de L'ospite inatteso ma anche sceneggiatore del cartoon Up e interprete di commedie come Vi presento i nostri) assicura a Venezia 72 un film corale ricco di personaggi forti, ma al Lido arrivano soltanto Mark Ruffalo e Stanley Tucci del cast formato anche da Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev Schreiber e John Slattery.
"Spero che il Papa e tutti i cardinali vedano questo film, ma nonostante abbia grandi speranze in Papa Francesco rimango pessimista - ha detto il regista - io sono stato educato dalla mia famiglia nella religione cattolica e ho molto rispetto e ammirazione per quel che fanno certi sacerdoti, questo film non è un attacco alla Chiesa cattolica ma è una storia che andava raccontata. Soltanto il tempo ci darà se quello che è stato fatto è sufficiente".
Più ottimista Stanley Tucci (che nel film interpreta un avvocato delle vittime): "Se qualcuno riuscirà a fermare gli abusi sarà lui, Papa Francesco. È straordinario e ha fatto per questo problema quello che nessun altro ha fatto in tutti i secoli precedenti". Più diretto Ruffalo: "Non voglio abbattere il sistema ma vorrei soltanto dire la verità. Spero che il Papa e il Vaticano utilizzino questo film, questa storia sobria e semplice, come opportunità per cominciare a curare le ferite che la Chiesa ha provocato. Non solo per le vittime ma anche per tutti quelli che, dopo aver scoperto questa vicenda, si sentono confusi".
Protagonisti assoluti del film sono i giornalisti del gruppo premio Pulitzer che sotto il nome di Spotlight portava avanti inchieste all'interno del Globe e che grazie a questo lavoro nel 2002 rivelò a tutta la città di Boston quello che per trent'anni era accaduto nell'omertà generale riuscendo a raccogliere prove contro 70 preti e dimostrando che esisteva una pratica diffusa per cui, quando il Vescovo Law veniva a sapere di denunce fatte dalle famiglie dei ragazzini abusati (il cui profilo era sempre lo stesso: famiglie povere, padri assenti, disagio), patteggiava con i familiari un rimborso, spostava di parrocchia il religioso, per poi rimetterlo poco tempo dopo al suo posto.
Ma il film al di là della sua dimensione di denuncia è anche un omaggio al giornalismo investigativo e si riallaccia alla tradizione di tanto cinema americano dedicato ai media. "Ogni film girato successivamente vive nell'ombra di quel film iconico che è "Tutti gli uomini del Presidente" - ha detto McCarthy - io ho fatto di tutto per ignorarlo per non essere troppo influenzato ma non so se ci sono riuscito. Il massimo riferimento però per me rimane Sidney Lumet, mentore e amico, i cui film mi parlano anche oggi".
Il film verso il finale ha un tono nostalgico e le immagini delle rotative che stampano l'edizione memorabile del Globe sembrano essere il ritratto di un mondo che non esiste più. "Il giornalismo negli Stati Uniti ma anche altrove è stato decimato - ha detto McCarthy - Fortunatamente il gruppo Spotlight del Globe esiste ancora, forse ora è troppo tardi per poter in qualche modo correre ai ripari, ma io spero che questo film riesca a far capire l'importanza del giornalismo investigativo a livello locale, nazionale e internazionale". Gli fa eco Ruffalo: "I media hanno perso molta credibilità dopo la guerra in Iraq ma ci sono giornali che ancora continuano a fare il lavoro. Sia i giornali che le tv di news 24 ore stanno perdendo lettori e abbonati perché hanno perso credibilità ma ci sono ancora bravi giornalisti investigativi e speriamo che questa tradizione non venga perduta". "Non so se il pubblico si renda conto quanto la libertà individuale sia condizionata dalla libertà della stampa - conclude il regista - forse questo film può aiutare a prenderne consapevolezza".
 
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view post Posted on 4/9/2015, 11:01
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Cinefilo Ad Honorem

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Intervista a Ruffalo, precedente al festival. Intanto ieri il Papa si è andato a comprare gli occhiali.

di Silvia Bizio

LOS ANGELES - Dopo "Teneramente folle", uscito in Italia a giugno, Mark Ruffalo, l’Hulk della serie Avengers , torna sugli schermi con "Spotlight", uno dei titoli che più farà discutere a Venezia, dove verrà presentato in anteprima mondiale fuori concorso il 3 settembre. "Spotlight", diretto da Tom McCarthy ("L’ospite inatteso") affronta il tema della pedofilia nella chiesa partendo dalla squadra “Spotlight” del Boston Globe , la più longeva unità investigativa giornalistica negli Stati Uniti, e dalla copertura dello scandalo sugli abusi sessuali nella Chiesa Cattolica del Massachussets per cui il Globe ha vinto il Pulitzer nel 2003.
Ruffalo e Rachel McAdams (ma nel cast ci sono anche Michael Keaton, Stanley Tucci, Liev Schreiber, Brian d’Arcy James e Billy Crudup) sono due giornalisti della squadra che indaga sulle accuse di pedofilia tra i sacerdoti riportando alla luce una storia emersa anni prima e efficacemente sepolta. Dice la McAdams (interprete della nuova stagione di True Detective): «Non sapevo quanto esteso fosse il problema dei preti pedofili. Il film mi ha costretta a studiare a fondo l’attualità, e sondare fatti che una brava ragazza protestante come me non avrebbe mai osato immaginare. Il reportage narrato nel film risale alla fine degli anni 90 e primi 2000. Quei giornalisti sono eroi senza volto: sono stati i primi a svelare lo scandalo e a puntare il dito contro una sacra istituzione. Sono sicura che il film piacerà a Papa Francesco... Anzi, non credo che ci sarebbe stato un papa Francesco senza il lavoro investigativo del Boston Globe ».
«Sono stato educato al cattolicesimo », racconta l’italo-americano Ruffalo, 47 anni, raggiunto al telefono per parlare del film. «La domenica andavo in chiesa, ho fatto il chierichetto da ragazzino, insomma tutte le cose che fanno tanti giovani cattolici. Quando ho visto quello che stava succedendo nella chiesa e peggio ancora come tutto è stato insabbiato, sono rimasto indignato ».
Un film d’inchiesta e impegno sociale, come non se ne vedeva da tempo.
«Sì, alla maniera di Francesco Rosi o Pietro Germi. "Spotlight" rifugge il sensazionalismo o il ritratto grottesco della chiesa a cui si abbandona un certo tipo di letteratura: rimane più “sul pezzo”. Non mostra le molestie, non specula sul crimine. È semmai l’anatomia di un problema fatto di morbosità, repressione, ossessione e colpa. Il film punta il dito soprattutto sull’insabbiamento da parte delle alte gerarchie. Una sorta di Watergate cattolica. Per fortuna, Papa Francesco non ha peli sulla lingua e ne parla apertamente. Un leader così avrebbe dovuto arrivare prima... ».
Non crede che il film potrebbe mettere in imbarazzo i credenti?
«No, perché non ha il tono comiziante di un j’accuse ideologicamente motivato. Non impartiamo lezioni, ci limitiamo a narrare in stile cinematografico i fatti. Nessuno invita a prendere le distanze dalla Chiesa. Ma i fatti vanno raccontati, l’ipocrisia va smascherata. È triste che tanti cattolici si siano allontanati dalla loro chiesa a causa dello scandalo e delle bugie che vescovi e cardinali ci hanno propinato. Si tratta di credenti che trovavano conforto negli insegnamenti di Gesù e della chiesa: il film parla di una doppia vergogna. Secondo me è giunta l’ora della riconciliazione tra credenti e clero, soprattutto qui in America, dove la questione della pedofilia è stata più evidente ».
Quindi è un’inchiesta giornalistica, più che la descrizione di una deviazione.
«Esatto. È il Tutti gli uomini del presidente delle alte gerarchie ecclesiastiche. Mi sconvolge pensare che la Chiesa sia altrettanto manipolatrice della presidenza di un potente governo. Il solo pensiero mi fa venire il voltastomaco».
Ci parli del suo personaggio.
«Sono Michael Rezendes, il giornalista del Boston Globe che ha vinto il premio Pulitzer per questa inchiesta. Ho trascorso molto tempo con lui, è stato gentile e generoso, mi ha raccontato tutta la storia e mi ha permesso di studiarlo e cercare di imitarlo: non per diventare fisicamente come lui, ma come professionista della notizia. Pure lui, come me, soffriva un tormento interiore per quello che stava succedendo nella chiesa, la sua chiesa, e per quello che via via andava rivelando. Mi ha parlato di questo suo profondo smarrimento. Ma sulla fede e il dogma in lui ha prevalso la ragione e il desiderio di ricerca oggettiva e la libertà di pensiero ».
Quindi lei pensa che Papa Francesco abbia la capacità di riportare alla fede i credenti cattolici?
«Ne sono certo. Sento che lui capisce il male che è stato fatto a tante persone e alla fede, e non solo se ne rammarica e chiede scusa, ma sta passando anche all’azione. Il papa argentino conosce il valore e l’importanza di un processo di “guarigione”. Penso che potrà portare veri cambiamenti».
 
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view post Posted on 7/12/2015, 09:33
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Cinefilo Ad Honorem

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Mentre nelle sale italiane è uscito l'instant biopic Chiamatemi Francesco, questo uscirà il 18 febbraio.

E vince ai L.A. Critics Awards, assieme a quelli di NY indicatori per gli Oscar.

http://blogs.indiewire.com/thompsononholly...pdated-20151206
 
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view post Posted on 17/2/2016, 16:20
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Cinefilo Ad Honorem

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Visto, nella categoria "film" (dove non dovrebbero contare il nome dietro la mdp, la pubblicità ecc.) tra i candidati credo sia il migliore di quelli che ho visto. Mi manca solo La grande scommessa. Che a naso mi sembra il "contraltare" di questo qua, in quanto a stile narrativo e valore civile.

ps:
sui titoli di coda, solo io non ho notato nemmeno un caso "italiano"?
 
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view post Posted on 29/2/2016, 16:28
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Cinefilo Ad Honorem

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Vince per miglior film e sceneggiatura originale agli Oscar. Tutto qui, ma effettivamente i due premi più importanti, e per il sottoscritto, una volta tenuti fuori Carol e Hateful 8 dai premi grossi, giusto così.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 29/2/2016, 21:39




ok, recuperato.

Non mi ha affatto esaltato, anzi. Ho avuto moooolta difficoltà a digerire alcune scene in cui i giornalisti comprendono la portata del caso che stanno affrontando ("l'affare s'ingrossa") e si guardano con un'espressione crucciata e il film va avanti seguendo i vari percorsi individuali diventando sempre più serioso, con questi campi e controcampi di espressioni e sguardi sempre più preoccupati e pensierosi. Ce n'è una in cui Micheal Keaton assorbe la botta di scoprire che una lista di venti nomi di preti accusati di pedofilia era passata quasi inosservata dieci anni prima e guarda nel vuoto; controcampo sulla McAdams che pare gli faccia il verso in "posa Rodin"! E di queste brutture ne ho notate più di una e credo sia proprio un problema di regia oltre che della cagnaggine della McAdams
 
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view post Posted on 1/3/2016, 11:43
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Cinefilo Ad Honorem

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Evento epocale se non concordo con Noodles.
 
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emilgollum
view post Posted on 1/3/2016, 20:30




assolutamente d'accordo con nood.
 
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view post Posted on 2/3/2016, 08:31
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (emilgollum @ 1/3/2016, 20:30) 
assolutamente d'accordo con nood.

Anche Jugger ha parlato di film "grigio"... solo io mi sono appassionato, incollato allo schermo? Forse perchè l'ho visto in originale? Non saprei.

ps per Emi: sbirciando da Listal, quindi meglio Knock Knock? :wacko: :D
 
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Arcadia1983
view post Posted on 2/3/2016, 09:01




CITAZIONE (marenarobros @ 2/3/2016, 08:31) 
CITAZIONE (emilgollum @ 1/3/2016, 20:30) 
assolutamente d'accordo con nood.

Anche Jugger ha parlato di film "grigio"... solo io mi sono appassionato, incollato allo schermo? Forse perchè l'ho visto in originale? Non saprei.

È piaciuto anche a un paio di mie amiche. io non l'ho ancora visto, spero di vederlo al cinema o per vie traverse, quindi per ora sospendo il giudizio.
 
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emilgollum
view post Posted on 2/3/2016, 13:41




CITAZIONE (marenarobros @ 2/3/2016, 08:31) 
CITAZIONE (emilgollum @ 1/3/2016, 20:30) 
assolutamente d'accordo con nood.

Anche Jugger ha parlato di film "grigio"... solo io mi sono appassionato, incollato allo schermo? Forse perchè l'ho visto in originale? Non saprei.

ps per Emi: sbirciando da Listal, quindi meglio Knock Knock? :wacko: :D

sì, almeno non si prende sul serio. Ripeto il film di roth è una cazzata per carità, ma parecchio sottovalutato. Io ci ho visto qualcosa alla "Quella casa nel bosco", nel suo voler ribaltare e destrutturare un genere.
 
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view post Posted on 2/3/2016, 14:33
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (emilgollum @ 2/3/2016, 13:41) 
CITAZIONE (marenarobros @ 2/3/2016, 08:31) 
Anche Jugger ha parlato di film "grigio"... solo io mi sono appassionato, incollato allo schermo? Forse perchè l'ho visto in originale? Non saprei.

ps per Emi: sbirciando da Listal, quindi meglio Knock Knock? :wacko: :D

sì, almeno non si prende sul serio. Ripeto il film di roth è una cazzata per carità, ma parecchio sottovalutato. Io ci ho visto qualcosa alla "Quella casa nel bosco", nel suo voler ribaltare e destrutturare un genere.

Ma è recitato e scritto malissimo e si basa su un assunto che meriterebbe davvero un film porno e nient'altro! ;) (ps: a me ha divertito e difendo l'intelligenza di Roth, che però è un raccomandato-miracolato).

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