Cinematik.it - Il gioco del Cinema


Festival di Roma: L'uomo che cade
Poll choicesVotesStatistics
810 [76.92%]
72 [15.38%]
91 [7.69%]
100 [0.00%]
60 [0.00%]
50 [0.00%]
40 [0.00%]
30 [0.00%]
20 [0.00%]
10 [0.00%]
Guests cannot vote (Voters: 13)

Festival di Roma: L'uomo che cade, World Entertainment

« Older   Newer »
  Share  
World ^_^
view post Posted on 30/9/2010, 16:14




Penultimo giorno, tocca a "L'uomo che cade", film World Entertainment diretto da Gus Van Sant.

http://worldent.altervista.org/FestivalWorld.html

A voi la conferenza stampa a cui ho partecipato. Buona "visione".

1) A chi più di te, che stai vivendo il Festival a tutto tondo, la domanda “che sensazioni provi?” è più appropriata.


Partecipare al Festival è sempre una grande emozione, si respira un'atmosfera che normalmente non c'è nemmeno agli Awards. Quest'anno è toccato a me l'onere/onore di organizzarlo e vi dico che non è una sciocchezza, quindi tanto di cappello a chi lo ha sempre fatto. Comunque, rispondendo alla tua domanda... il festival te lo godi molto più da semplice spettatore e basta, questo è poco ma sicuro! Per il resto, quest'anno, posso dire che è stato bello vedere di volta in volta l'emozione dei singoli produttori coinvolti, la loro attesa sul forum prima dell'aggiornamento: è stata una responsabilità ma è anche bello.

Però sono anche cosciente che il Festival non si risolve con la semplice riuscita del calendario, e le proiezioni e gli aggiornamenti: la vera scommessa inizia dopo, a fine proiezioni, con le discussioni e la tensione (quella positiva) che va tenuta alta.


2) Cornice al film è quel drammatico 11 settembre. In alcune sequenze del film si vede un uomo buttarsi a capofitto da un palazzo: in questo caso il cinema prende a piene mani dalla terribile realtà. Cosa ti ha spinto a proporre questo film, nonostante la difficoltà intrinseca nel girare attorno a questa tragedia di portata mondiale?


Be', guarda, credo che per tutti noi che abbiamo vissuto l'11 settembre 2001, parlare dell'undici settembre equivale a parlare anche un po' di noi, metterci un pezzetto di noi stessi. Io per esempio nella rievocazione di alcune scene ho risentito quel terrificante senso di stupore che ho provato nel momento in cui, accendendo la tv, vidi a reti unificate le scene degli aerei che penetravano nelle Torri. Per il resto posso dirti che la voglia vera di fare un film sull'undici settembre mi è venuta seriamente solo dopo aver divorato il libro di Delillo da cui ho tratto il mio film: mi ha colpito come una rasoiata, pur avendolo fortemente modificato (soprattutto nel finale).


3) Gus Van Sant porta spesso sullo schermo controversi temi morali ed etici e, non da meno, in questo film si parla di religione e di amore. Ci attendono discussioni animate oppure grida allo scandalo?


Sono sincero, non credo che sarà un film foriero di polemiche, anche perchè non ci sono teorie complottiste alla Michael Moore, nè prese di posizioni nette. Io l'ho concepito, come il libro del resto, come un film dal tono dimesso, quasi neorealistico-intimista, essendo infatti più un film sullo smarrimento e sulle solitudini post 11 settembre che un film rigorosamente storico, anche se è un aspetto quest'ultimo che non poteva mancare.


4) “L’uomo che cade” è tratto da quello che è l’omonimo e controverso libro di DeLillo sull’11 settembre. A suo tempo, il New York Times lo affossò. Paura delle critiche in sala?


Paura, no. Probabile che ci siano critiche discordanti, anche in virtù del finale che ho fortemente cambiato ma che a me personalmente piace. Anzi, ti dirò che eventuali critiche le apprezzerei nella misura in cui starebbero a significare che perlomeno il film non ha lasciato indifferente chi lo ha letto.


5) Sicuramente durante la produzione avrai fatto delle considerazioni su questo film. Qual è il pregio di questo film? E il difetto principale?


Comincio dal difetto: il tono dimesso, volutamente "raffreddato", accompagnato da uno svolgimento non lineare, con un continuo ritorno al passato e al giorno della tragedia. Il pregio è che, nonostante questo tono volutamente freddo, o forse proprio per questo, il film dovrebbe emozionare ma soprattutto far riflettere. E poi che è un film "worldiano" abbastanza diverso dal mio solito: ci sono non pochi dei temi che ho già affrontato nei miei film recenti, ma con uno stile più asciutto e meno ricco, che spero sarà gradito soprattutto da chi a volte vede un eccessivo manierismo in quello che è il mio modo di scrivere.


6) “L’uomo che cade” è uno dei nomi sulla bocca dei cinematikini per la vittoria finale. Ti aspetti che confermino i loro propositi? E a quale premio ambisci?


Non nego che una vittoria non mi dispiacerebbe, ma c'è una gran bella concorrenza e ho comunque vinto il Festival dell'anno scorso. Io penso che però potrei avere le mie chances per la sceneggiatura, il che mi farebbe molto piacere, visto che da un bel po' il premio mi manca in bacheca, anche agli Awards.


7) Quando uscirà il tuo film nelle sale?


Il 10 ottobre prossimo.




8) Pronostico secco: chi vince il festival?


Prima dell'inizio del festival avrei scommesso su "The Lady in the dunes" di Andrew ma adesso non ne sono più tanto sicuro. A questo punto penso non sia da escludere una sorpresa, e per sorpresa intendo anche la vittoria di un produttore ritornato dopo un lungo periodo di inattività.
 
Top
Merlino*
view post Posted on 30/9/2010, 20:24





CITAZIONE
1) A chi più di te, che stai vivendo il Festival a tutto tondo, la domanda “che sensazioni provi?” è più appropriata.

Partecipare al Festival è sempre una grande emozione, si respira un'atmosfera che normalmente non c'è nemmeno agli Awards. Quest'anno è toccato a me l'onere/onore di organizzarlo e vi dico che non è una sciocchezza, quindi tanto di cappello a chi lo ha sempre fatto. Comunque, rispondendo alla tua domanda... il festival te lo godi molto più da semplice spettatore e basta, questo è poco ma sicuro! Per il resto, quest'anno, posso dire che è stato bello vedere di volta in volta l'emozione dei singoli produttori coinvolti, la loro attesa sul forum prima dell'aggiornamento: è stata una responsabilità ma è anche bello.
Però sono anche cosciente che il Festival non si risolve con la semplice riuscita del calendario, e le proiezioni e gli aggiornamenti: la vera scommessa inizia dopo, a fine proiezioni, con le discussioni e la tensione (quella positiva) che va tenuta alta.

Discussioni e scambi di opinioni mi pare che ci siano. OK, potrebbero essercene ancora di più ma non lamentiamoci del brodo grasso, il festival credo stia andando alla grande, il periodo dopo festival pare assicurato, non bisogna mollare dopo.

CITAZIONE
2) Cornice al film è quel drammatico 11 settembre. In alcune sequenze del film si vede un uomo buttarsi a capofitto da un palazzo: in questo caso il cinema prende a piene mani dalla terribile realtà. Cosa ti ha spinto a proporre questo film, nonostante la difficoltà intrinseca nel girare attorno a questa tragedia di portata mondiale?

Be', guarda, credo che per tutti noi che abbiamo vissuto l'11 settembre 2001, parlare dell'undici settembre equivale a parlare anche un po' di noi, metterci un pezzetto di noi stessi. Io per esempio nella rievocazione di alcune scene ho risentito quel terrificante senso di stupore che ho provato nel momento in cui, accendendo la tv, vidi a reti unificate le scene degli aerei che penetravano nelle Torri. Per il resto posso dirti che la voglia vera di fare un film sull'undici settembre mi è venuta seriamente solo dopo aver divorato il libro di Delillo da cui ho tratto il mio film: mi ha colpito come una rasoiata, pur avendolo fortemente modificato (soprattutto nel finale).

Non conosco il libro quindi giudicherò solo il film, ma già sono sul piede di guerra per il soggetto :P

CITAZIONE
3) Gus Van Sant porta spesso sullo schermo controversi temi morali ed etici e, non da meno, in questo film si parla di religione e di amore. Ci attendono discussioni animate oppure grida allo scandalo?

Sono sincero, non credo che sarà un film foriero di polemiche, anche perchè non ci sono teorie complottiste alla Michael Moore, nè prese di posizioni nette. Io l'ho concepito, come il libro del resto, come un film dal tono dimesso, quasi neorealistico-intimista, essendo infatti più un film sullo smarrimento e sulle solitudini post 11 settembre che un film rigorosamente storico, anche se è un aspetto quest'ultimo che non poteva mancare.

Sono sincero, Gus Van Sant è per me la maggiore attrazione del film, sulla storia vedremo.

CITAZIONE
4) “L’uomo che cade” è tratto da quello che è l’omonimo e controverso libro di DeLillo sull’11 settembre. A suo tempo, il New York Times lo affossò. Paura delle critiche in sala?

Paura, no. Probabile che ci siano critiche discordanti, anche in virtù del finale che ho fortemente cambiato ma che a me personalmente piace. Anzi, ti dirò che eventuali critiche le apprezzerei nella misura in cui starebbero a significare che perlomeno il film non ha lasciato indifferente chi lo ha letto.

Invece devi avere paura... image

CITAZIONE
5) Sicuramente durante la produzione avrai fatto delle considerazioni su questo film. Qual è il pregio di questo film? E il difetto principale?

Comincio dal difetto: il tono dimesso, volutamente "raffreddato", accompagnato da uno svolgimento non lineare, con un continuo ritorno al passato e al giorno della tragedia. Il pregio è che, nonostante questo tono volutamente freddo, o forse proprio per questo, il film dovrebbe emozionare ma soprattutto far riflettere. E poi che è un film "worldiano" abbastanza diverso dal mio solito: ci sono non pochi dei temi che ho già affrontato nei miei film recenti, ma con uno stile più asciutto e meno ricco, che spero sarà gradito soprattutto da chi a volte vede un eccessivo manierismo in quello che è il mio modo di scrivere.

Da quanto mi è parso di vedere non uno dei tuoi soliti tomi e la cosa mi fa piacere. E se il tono dimesso e raffreddato è un difetto sappi che per me non è così, mi piace lasciarmi trasportare senza fretta dallo svolgimento di un film.

CITAZIONE
6) “L’uomo che cade” è uno dei nomi sulla bocca dei cinematikini per la vittoria finale. Ti aspetti che confermino i loro propositi? E a quale premio ambisci?

Non nego che una vittoria non mi dispiacerebbe, ma c'è una gran bella concorrenza e ho comunque vinto il Festival dell'anno scorso. Io penso che però potrei avere le mie chances per la sceneggiatura, il che mi farebbe molto piacere, visto che da un bel po' il premio mi manca in bacheca, anche agli Awards.

Un'altra vittoria? Ingordo!

CITAZIONE
7) Quando uscirà il tuo film nelle sale?

Il 10 ottobre prossimo.

Qualcuno direbbe: Cotto e mangiato!

CITAZIONE
8) Pronostico secco: chi vince il festival?

Prima dell'inizio del festival avrei scommesso su "The Lady in the dunes" di Andrew ma adesso non ne sono più tanto sicuro. A questo punto penso non sia da escludere una sorpresa, e per sorpresa intendo anche la vittoria di un produttore ritornato dopo un lungo periodo di inattività.

Ancora qualche giorno e il quadro sarà completo, ma per il momento potresti avere ragione ... da quanto mancava Nuno? :shifty:

Ciao ciao!
 
Top
Andrew.
view post Posted on 4/10/2010, 14:38




Recensione della Chimera.


L'uomo che cade. Mi sono chiesto più volte prima di leggere il film cosa potesse rappresentare questo titolo. E' riferito all'uomo che si gettò dalle torri gemelle, evento che è stato poi riprodotto (non so se nel romanzo o anche nella realtà) da un'artista, che si appende a testa in giù, un modo come un altro per esprimere il suo dolore.
Il film narra le vicende di Keith, impiegato in uno dei uffici delle torri, sopravvissuto al disastro.
Si è voluto raccontare questo tragico avvenimento dal punto di vista delle persone comuni, di quelli che sono sopravvissuti ma che hanno dovuto imparare a convivere con il dolore. Le loro vite hanno subito un cambiamento che ne condizionerà le azioni e i bisogni.
L'ex moglie di Keith si troverà a rivolere il marito nel suo letto, per tornare a quella sensazione di famiglia e sentirsi nuovamente normale. Il piccolo Justin cercherà le sue risposte come i bambini sanno fare, inventandosene di sue. Keith intraprende una storia d'amore con un'altra sopravvissuta, anche lei bisognosa di un contatto umano per sentirsi nuovamente felice.
Accanto a queste storie assistiamo con una regressione anche alle vicende del gruppo di kamikaze che preparano l'attentato. E' stato fatto il tentativo di mostrarli nel loro lato più umano, senza giustificarli, ma rendendoli quasi come persone normali, con i loro dubbi, le loro paure.
Per tutto il film è evidente questa lotta di idee, da un lato gli americani che condannano il gesto definendolo ingiustificabile, dall'altro personaggi che cercano quasi di giustificarlo (esemplare è il discorso tra Nina e il compagno). Il risultato è nullo. Non abbiamo risposte chiare, perchè probabilmente non ne esistono e non esiste una sola verità. L'unica cosa che rimane di certo è il dolore che accomuna tutti, di qualsiasi nazionalità.
La sceneggiatura ha il pregio di riuscire a sintetizzare gli intrecci e le vicende in modo sempre elegante e mai prolisso. Non è molto lunga, però contiente delle scene davvero evocative che grazie alle musiche diventano commoventi. Forse in qualche punto verso la fine si esagera un pò nel voler emozionare e si notano refusi appartenenti al libro (come quando si elencano i mestieri o le nazionalità dei morti nelle foto: come facciamo a capire che sono camerieri da una foto?), ma è una cosa di poco conto nel complesso.
Il finale mi ha spiazzato, lo ammetto. Che tutto quanto non sia mai accaduto, che Keith in realtà sia morto nel crollo delle torri? Sarebbe una conclusione interessante, e sono curioso di saperne di più o di sentire altri pareri.
Gus Van Sant è un regista molto attento a scrutare nell'animo dei suoi personaggi. Ricordo il bel Paranoid Park ma anche Last Days. La trovo una scelta vincente.
Il cast si basa su bravi attori, tra cui spiccano Schreiber e la Farmiga. Mi domando il perchè è stato scelto il primo, non perchè sia una cattiva scelta, ma perchè l'ho sempre accostato a ruoli minori o poco drammatici (l'ultimo suo film che ho visto è stato Wolverine, ma probabilmente è una mancanza mia quella di non conoscere la sua filmografia completa).
La locandina riprende quella del libro, bella.

Voto: 8

Come commento finale non mi dilungherò, mi limito a dire che "L'uomo che cade" è l'esempio di film che vorrei sempre vedere a Ck. Non si dilunga troppo (e questo è un passo avanti anche per Gaetano) ma in più di un'occasione mi ha fatto venire la pelle d'oca. Certo, bisogna ammettere che la tragedia stessa, solo a pensarla, è in grado di farti commuovere. E infatti, curiosamente, il punto di maggiore commozione nel film l'ho avuto quando la moglie guardava in tv il telegiornale che riportava la cronaca degli eventi. E' stato un pò come rivivere quel giorno tanto assurdo dove ero a casa e guardavo incredulo il televisore.


CITAZIONE
Be', guarda, credo che per tutti noi che abbiamo vissuto l'11 settembre 2001, parlare dell'undici settembre equivale a parlare anche un po' di noi, metterci un pezzetto di noi stessi. Io per esempio nella rievocazione di alcune scene ho risentito quel terrificante senso di stupore che ho provato nel momento in cui, accendendo la tv, vidi a reti unificate le scene degli aerei che penetravano nelle Torri.

Ecco, manco a farlo apposta ho scritto sopra quello che dici tu. Credo che tutti più o meno abbiamo provato le stesse cose.

CITAZIONE
Paura, no. Probabile che ci siano critiche discordanti, anche in virtù del finale che ho fortemente cambiato ma che a me personalmente piace. Anzi, ti dirò che eventuali critiche le apprezzerei nella misura in cui starebbero a significare che perlomeno il film non ha lasciato indifferente chi lo ha letto.

Ah, quindi il finale è opera tua? Magari alla fine ci dici com'era quello originale. Devo ancora capire se questo del film mi è piaciuto :P

CITAZIONE
Comincio dal difetto: il tono dimesso, volutamente "raffreddato", accompagnato da uno svolgimento non lineare, con un continuo ritorno al passato e al giorno della tragedia. Il pregio è che, nonostante questo tono volutamente freddo, o forse proprio per questo, il film dovrebbe emozionare ma soprattutto far riflettere. E poi che è un film "worldiano" abbastanza diverso dal mio solito: ci sono non pochi dei temi che ho già affrontato nei miei film recenti, ma con uno stile più asciutto e meno ricco, che spero sarà gradito soprattutto da chi a volte vede un eccessivo manierismo in quello che è il mio modo di scrivere.

Sono d'accordo con questa auto-analisi. Lo stile più asciutto secondo me ha aiutato parecchio.

CITAZIONE
Non nego che una vittoria non mi dispiacerebbe, ma c'è una gran bella concorrenza e ho comunque vinto il Festival dell'anno scorso. Io penso che però potrei avere le mie chances per la sceneggiatura, il che mi farebbe molto piacere, visto che da un bel po' il premio mi manca in bacheca, anche agli Awards.

La vittoria quest'anno sarà meno scontata di quanto avevo previsto, vuoi per film che hanno sorpreso positivamente, vuoi per altri che hanno sorpreso negativamente. L'uomo che cade però ha mantenuto le aspettative vincenti che gli avevo dato, ora come ora punterei su di lui. Ma sono il primo ad aver recensito, magari agli altri non piacerà :P
 
Top
World ^_^
view post Posted on 5/10/2010, 09:13




Grazie ad Andrew per questa prima recensione, a cui ora vado a rispondere...

CITAZIONE (Andrew. @ 4/10/2010, 15:38)
L'uomo che cade. Mi sono chiesto più volte prima di leggere il film cosa potesse rappresentare questo titolo. E' riferito all'uomo che si gettò dalle torri gemelle, evento che è stato poi riprodotto (non so se nel romanzo o anche nella realtà) da un'artista, che si appende a testa in giù, un modo come un altro per esprimere il suo dolore.

Il titolo "L'uomo che cade" (Falling Man) si rifà allo stesso nome della foto che riproduce quell'uomo in caduta, mentre David Janiak è un personaggio inventato da De Lillo.

CITAZIONE
E' stato fatto il tentativo di mostrarli nel loro lato più umano, senza giustificarli, ma rendendoli quasi come persone normali, con i loro dubbi, le loro paure.

Mi fa piacere che alla fine ne sia risultato questo... non volevo affatto umanizzarli nè giustificarli, solo cercare di entrare nella loro "normalità", mostrarli senza pregiudizi.

CITAZIONE
Per tutto il film è evidente questa lotta di idee, da un lato gli americani che condannano il gesto definendolo ingiustificabile, dall'altro personaggi che cercano quasi di giustificarlo (esemplare è il discorso tra Nina e il compagno). Il risultato è nullo. Non abbiamo risposte chiare, perchè probabilmente non ne esistono e non esiste una sola verità.L'unica cosa che rimane di certo è il dolore che accomuna tutti, di qualsiasi nazionalità.

Altro aspetto che ci tenevo a rappresentare, con la pluralità dei punti di vista presenti volevo rendere, a parte lo smarrimento (da qui la simbolica presenza dei malati di Alzheimer, col loro bisogno di ricordare per sapere chi sono), soprattutto il relativismo su ciò che ci circonda.


CITAZIONE
La sceneggiatura ha il pregio di riuscire a sintetizzare gli intrecci e le vicende in modo sempre elegante e mai prolisso. Non è molto lunga, però contiente delle scene davvero evocative che grazie alle musiche diventano commoventi.

Mi fa piacere. Nella ricerca delle musiche ci ho speso un po' di tempo...

CITAZIONE
Forse in qualche punto verso la fine si esagera un pò nel voler emozionare e si notano refusi appartenenti al libro (come quando si elencano i mestieri o le nazionalità dei morti nelle foto: come facciamo a capire che sono camerieri da una foto?), ma è una cosa di poco conto nel complesso.

Vero, lo ammetto. Fino alla fine ero indeciso se togliere quelle due righe. Non erano nel libro, ma le ho scritte volendo sottolineare la tragica casualità di una tragedia che quel giorno colpì tutti, senza distinzioni di sorta. Comunque avrei potuto evitarlo, non essendo cose "visibili", come tu giustamente fai notare.

CITAZIONE
Il finale mi ha spiazzato, lo ammetto. Che tutto quanto non sia mai accaduto, che Keith in realtà sia morto nel crollo delle torri? Sarebbe una conclusione interessante, e sono curioso di saperne di più o di sentire altri pareri.

Ecco, sentiamo altri pareri anche. ^_^ Io la mia non la dico, anzi ognuno si dia la sua spiegazione.

CITAZIONE
Il cast si basa su bravi attori, tra cui spiccano Schreiber e la Farmiga. Mi domando il perchè è stato scelto il primo, non perchè sia una cattiva scelta, ma perchè l'ho sempre accostato a ruoli minori o poco drammatici (l'ultimo suo film che ho visto è stato Wolverine, ma probabilmente è una mancanza mia quella di non conoscere la sua filmografia completa).

Inizialmente per quel ruolo avevo pensato a Edward Norton, poi ho però ho optato per Schreiber, perchè meno noto e con un viso maggiormente da "uomo comune".

CITAZIONE
La locandina riprende quella del libro, bella.

No, non è quella del libro. E' la foto intitolata "Uomo che cade" di cui parlavo prima. ;)

CITAZIONE
Come commento finale non mi dilungherò, mi limito a dire che "L'uomo che cade" è l'esempio di film che vorrei sempre vedere a Ck. Non si dilunga troppo (e questo è un passo avanti anche per Gaetano) ma in più di un'occasione mi ha fatto venire la pelle d'oca. Certo, bisogna ammettere che la tragedia stessa, solo a pensarla, è in grado di farti commuovere. E infatti, curiosamente, il punto di maggiore commozione nel film l'ho avuto quando la moglie guardava in tv il telegiornale che riportava la cronaca degli eventi. E' stato un pò come rivivere quel giorno tanto assurdo dove ero a casa e guardavo incredulo il televisore.

Ringrazio per i complimenti e mi fa veramente piacere che in questa prima recensione il film abbia convinto. Sul punto di maggior commozione... non è affatto strano quel che hai detto. Nel libro quella scena non c'era, vediamo semplicemente Lianne che racconta, l'ho scritta pensando proprio a come mi sono sentito io quel giorno quando ho visto quelle immagini alla tv, pertanto mi fa ancora più piacere vedere di essere riuscito a trasmettere delle emozione che io stesso ho provato, sia allora, sia ora nello scriverla e nel rievocare l'accaduto.
Dopotutto è un evento che ha colpito profondamente chiunque di noi, tutti noi sappiamo dove eravamo quel giorno in quel preciso momento.

CITAZIONE
Ah, quindi il finale è opera tua? Magari alla fine ci dici com'era quello originale. Devo ancora capire se questo del film mi è piaciuto :P

Poi vi dirò, comunque quello del libro è un bellissimo finale, anche se meno spiazzante (io direi simbolico) di questo.

CITAZIONE
CITAZIONE
Comincio dal difetto: il tono dimesso, volutamente "raffreddato", accompagnato da uno svolgimento non lineare, con un continuo ritorno al passato e al giorno della tragedia. Il pregio è che, nonostante questo tono volutamente freddo, o forse proprio per questo, il film dovrebbe emozionare ma soprattutto far riflettere. E poi che è un film "worldiano" abbastanza diverso dal mio solito: ci sono non pochi dei temi che ho già affrontato nei miei film recenti, ma con uno stile più asciutto e meno ricco, che spero sarà gradito soprattutto da chi a volte vede un eccessivo manierismo in quello che è il mio modo di scrivere.

Sono d'accordo con questa auto-analisi. Lo stile più asciutto secondo me ha aiutato parecchio.

Lo stile asciutto è stato un pregio, forse, e mi fa piacere. Sulla commozione volevo che il film emozionasse per la potenza dei fatti mostrati e non per espedienti miei che calcassero tale aspetto. Da parte mia diciamo che c'è stato un certo timore referenziale nell'affrontare il tema, e la cosa non mi è dispiaciuta affatto.

CITAZIONE
La vittoria quest'anno sarà meno scontata di quanto avevo previsto, vuoi per film che hanno sorpreso positivamente, vuoi per altri che hanno sorpreso negativamente. L'uomo che cade però ha mantenuto le aspettative vincenti che gli avevo dato, ora come ora punterei su di lui. Ma sono il primo ad aver recensito, magari agli altri non piacerà :P

Ringrazio nuovamente e faccio i dovuti scongiuri. Comunque, dovesse avere tutte recensioni dello stesso segno mi sentirei già di aver vinto, anche senza Colossei. I premi fanno piacere sempre ma l'apprezzamento per il lavoro svolto vale molto di più.

 
Top
view post Posted on 9/10/2010, 12:19

Attore/Attrice

Group:
Member
Posts:
3,748
Location:
bologna...

Status:


LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


PROLOGO: non si può dare torto a World per la desolazione che ha detto aver visto succedersi al primo interesse, perché l'ultima cosa che mi sarei aspettato è di vedere una sola recensione per questo film, che sembra fatto apposta per suscitare dibattiti. Chiariamo subito che non dirò mai di averlo capito, però mi è sembrato fra le cose migliori di questo festival.

REGIA: Gus Van Sant. Non sono un suo fan, non ho visto "Psycho" ma "Scoprendo Forrester" sì (e non mi ha convinto moltissimo). Però non la saprei condannare come scelta, mi sembra comunque adatta (ecco, forse avrei visto meglio un Paul Thomas Anderson).

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: anche qui, mi manca la conoscenza della fonte (non del suo autore). Ma non si può negare che sia una efficace fotografia dello shock provato dall'America di fronte all'11 settembre, attraverso la disperazione che in vari modi coglie tutti i personaggi, da Lianne che non riesce più a sopportare le preghiere musulmane della vicina di casa, a Keith che si lancia in una sconsolante relazione extra-coniugale (più o meno), ai bambini colti dal terrore di veder cadere le Torri definitivamente. Spero ci saranno critiche sul finale così da ravvivare un attimo questa discussione, ma qualunque cosa se ne pensi (L'intero film è forse un'immaginazione di Lianne che vorrebbe Keith vivo? Oppure il finale è una metafora della paura americana di un nuovo attacco che rompa quanto ancora resti in piedi? L'attività terroristica di Hammad e Amir è un flashback? Oppure è tutta la prima parte del film a essere la proiezione di una sotterranea paura collettiva?) non se ne può negare l'efficacia drammatica. L'unica cosa è che, forse, le vicende del gruppo dei terroristi potevano avere maggior spazio.

CAST: nulla da dire sui ruoli principali, e menzione d'onore per Stellan Skarsgaard (credo che a un europeo le affermazioni americanissime di Nina siano per lo meno indigeribili). Però, anche qui, mancano alcuni visi di contorno: Isabel e gli altri due bambini, per esempio. Sarà che sono allergico a un cast non completo io?

MUSICA: Philip Glass. Efficace, ben scelta.

VOTO FINALE: 79/100. Voto ancora più convinto perché lo sceneggiatore riesce a farci entrare perfettamente in due mentalità diverse dalla nostra. Difficilmente un europeo può entrare in una logica americana, al massimo potrà scimmiottarla, e ancor più difficilmente potrà comprendere quella islamica dei terroristi. E tuttavia, è un miracolo che la sceneggiatura non demonizzi questi ultimi e non esalti i primi, riducendoli a una sola dignità: quella dell'essere umano.

Edited by Francis Delane - 10/10/2010, 00:27
 
Web  Top
view post Posted on 10/10/2010, 22:22
Avatar

Produttore

Group:
Member
Posts:
6,246
Location:
Dorgali (NU)

Status:


Recensione di freddy_k

Da un romanzo di Don De Lillo, autore di cui ho sentito parlare ma di cui non ho ancora letto nulla, uno spaccato veramente efficace delle conseguenze degli attacchi terroristici dell'11 settembre su una comune famiglia americana: tutti quanti reagiscono in modo diverso, ma a suo modo uguale: il marito, che si trovava in una delle Torri al momento dell'attacco, inizia una relazione con un'altra sopravvissuta e si mette a giocare a poker perchè lo faceva prima con i suoi colleghi morti; la moglie che se la prende con gli arabi suoi vicini, ufficialmente perchè tengono la musica troppo alta, in realtà per quello che ha fatto la loro gente; il figlio che, assieme ai suoi amichetti, guarda il cielo in attesa di un aereo che faccia crollare davvero le Torri, affermazione che non capiamo fino all'ambiguo finale... La storia è molto triste e commovente,se l'obiettivo era di far riflettere l'ha centrato in pieno, almeno per quel che mi riguarda. Sul finale, la mia interpretazione è questa: tutta la storia era una "proiezione" della mente di Lianne, che non riusciva ad accettare l'enormità di quello che era successo... Forse ho ragione e forse no, World fammi sapere... ;)
Sceneggiatura molto ben scritta, corretta a parte qualche errore di battitura e un "decisa" al posto di "discesa" verso la fine... La storia è lenta ma visto l'argomento trattato non si poteva fare altrimenti e le scene sono descritte senza risparmiarsi in particolari.
Regia di Gus Van Sant, scelta veramente azzeccata. Di suo ho visto Elephant, con cui questo film ha alcuni punti in comune, il più evidente il fatto di raccontare, attraverso storie di singole persone, ciò che c'è dietro a un tragico avvenimento.
Attori veramente bravi e in parte, ma più di tutti mi è piaciuto il personaggio di Martin (Skarsgard), "voce fuori dal coro": non è a favore della Jihad ma la giustifica, vedendo gli arabi come degli oppressi e non come dei mostri, al contrario di Lianne e di sua madre.
Musiche meravigliose e davvero efficaci, che sottolineano nella maniera migliore la drammaticità di alcune scene (soprattutto verso la fine). Locandina che più semplice non si può ma non potrei immaginarmela diversa...

VOTO: 8.5


CITAZIONE
1) A chi più di te, che stai vivendo il Festival a tutto tondo, la domanda “che sensazioni provi?” è più appropriata.


Partecipare al Festival è sempre una grande emozione, si respira un'atmosfera che normalmente non c'è nemmeno agli Awards. Quest'anno è toccato a me l'onere/onore di organizzarlo e vi dico che non è una sciocchezza, quindi tanto di cappello a chi lo ha sempre fatto. Comunque, rispondendo alla tua domanda... il festival te lo godi molto più da semplice spettatore e basta, questo è poco ma sicuro! Per il resto, quest'anno, posso dire che è stato bello vedere di volta in volta l'emozione dei singoli produttori coinvolti, la loro attesa sul forum prima dell'aggiornamento: è stata una responsabilità ma è anche bello.

Però sono anche cosciente che il Festival non si risolve con la semplice riuscita del calendario, e le proiezioni e gli aggiornamenti: la vera scommessa inizia dopo, a fine proiezioni, con le discussioni e la tensione (quella positiva) che va tenuta alta.

Complimenti per l'ottimo lavoro svolto.

CITAZIONE
2) Cornice al film è quel drammatico 11 settembre. In alcune sequenze del film si vede un uomo buttarsi a capofitto da un palazzo: in questo caso il cinema prende a piene mani dalla terribile realtà. Cosa ti ha spinto a proporre questo film, nonostante la difficoltà intrinseca nel girare attorno a questa tragedia di portata mondiale?


Be', guarda, credo che per tutti noi che abbiamo vissuto l'11 settembre 2001, parlare dell'undici settembre equivale a parlare anche un po' di noi, metterci un pezzetto di noi stessi. Io per esempio nella rievocazione di alcune scene ho risentito quel terrificante senso di stupore che ho provato nel momento in cui, accendendo la tv, vidi a reti unificate le scene degli aerei che penetravano nelle Torri. Per il resto posso dirti che la voglia vera di fare un film sull'undici settembre mi è venuta seriamente solo dopo aver divorato il libro di Delillo da cui ho tratto il mio film: mi ha colpito come una rasoiata, pur avendolo fortemente modificato (soprattutto nel finale).

Non conosco il libro ma il film mi ha procurato parecchie emozioni, e parecchio forti.


CITAZIONE
3) Gus Van Sant porta spesso sullo schermo controversi temi morali ed etici e, non da meno, in questo film si parla di religione e di amore. Ci attendono discussioni animate oppure grida allo scandalo?


Sono sincero, non credo che sarà un film foriero di polemiche, anche perchè non ci sono teorie complottiste alla Michael Moore, nè prese di posizioni nette. Io l'ho concepito, come il libro del resto, come un film dal tono dimesso, quasi neorealistico-intimista, essendo infatti più un film sullo smarrimento e sulle solitudini post 11 settembre che un film rigorosamente storico, anche se è un aspetto quest'ultimo che non poteva mancare.

Pienamente d'accordo.


CITAZIONE
4) “L’uomo che cade” è tratto da quello che è l’omonimo e controverso libro di DeLillo sull’11 settembre. A suo tempo, il New York Times lo affossò. Paura delle critiche in sala?


Paura, no. Probabile che ci siano critiche discordanti, anche in virtù del finale che ho fortemente cambiato ma che a me personalmente piace. Anzi, ti dirò che eventuali critiche le apprezzerei nella misura in cui starebbero a significare che perlomeno il film non ha lasciato indifferente chi lo ha letto.

In effetti il finale è di difficile interpretazione...


CITAZIONE
5) Sicuramente durante la produzione avrai fatto delle considerazioni su questo film. Qual è il pregio di questo film? E il difetto principale?


Comincio dal difetto: il tono dimesso, volutamente "raffreddato", accompagnato da uno svolgimento non lineare, con un continuo ritorno al passato e al giorno della tragedia. Il pregio è che, nonostante questo tono volutamente freddo, o forse proprio per questo, il film dovrebbe emozionare ma soprattutto far riflettere. E poi che è un film "worldiano" abbastanza diverso dal mio solito: ci sono non pochi dei temi che ho già affrontato nei miei film recenti, ma con uno stile più asciutto e meno ricco, che spero sarà gradito soprattutto da chi a volte vede un eccessivo manierismo in quello che è il mio modo di scrivere.

Quoto ogni singola parola. E sulla lentezza, come ho già scritto nella recensione, secondo me non si poteva fare altrimenti.


CITAZIONE
6) “L’uomo che cade” è uno dei nomi sulla bocca dei cinematikini per la vittoria finale. Ti aspetti che confermino i loro propositi? E a quale premio ambisci?


Non nego che una vittoria non mi dispiacerebbe, ma c'è una gran bella concorrenza e ho comunque vinto il Festival dell'anno scorso. Io penso che però potrei avere le mie chances per la sceneggiatura, il che mi farebbe molto piacere, visto che da un bel po' il premio mi manca in bacheca, anche agli Awards.

Non mi sbilancio sui premi, ma credo che ne vincerai più di uno...

CITAZIONE
8) Pronostico secco: chi vince il festival?


Prima dell'inizio del festival avrei scommesso su "The Lady in the dunes" di Andrew ma adesso non ne sono più tanto sicuro. A questo punto penso non sia da escludere una sorpresa, e per sorpresa intendo anche la vittoria di un produttore ritornato dopo un lungo periodo di inattività.

Stavate parlando di me? (cit.) :P :D
 
Top
Arcadia1983
view post Posted on 11/10/2010, 10:56




Regia: Di Gus Van Sant ho visto solo Scoprendo Forrester, che nonostante tutto mi piace (anche e soprattutto per il parallelismo personaggio interpretato da Connery-Salinger). Le sue opere più "personali" e "sperimentali" non le ho viste. Non so dire quanto fosse adatto a un soggetto del genere, ma ammetto che tutto sommato il regista non se la cava poi tanto male. La pellicola, vuoi anche per la storia, si segue con interesse, senza grandi cadute di ritmo. Certo, mancano le scene madri (anche se forse il finale può essere definito tale, anche se a suo modo), ma il regista se la cava, ripeto.
Sceneggiatura: Buona. World lascia da parte la sua "bulimia linguistica" (come la chimò Zen, credo) e confeziona una sceneggiatura buona, senza fronzoli, con personaggi veri e situazioni realistiche (penso per esempio alla scena tra Lianne e la vicina musulmana col cane, riguardo alla musica), dialoghi scritti benissimo (e mai banali o superficiali). Ho trovato anche giusta la rappresentazione di Hammad, non il solito terrorista senza cuore e folle, ma che qualche dubbio lo nutre. Interessante come scelta, che approvo in pieno: una visione un po' manichea e macchiettistica dell'Islam e dei suoi seguaci (estremi) avrebbe stonato con la pellicola. Anche la vicenda dell'"Uomo che cade" l'ho trovata in linea con la pellicola: non so nel libro come fosse spiegata, ma le riflessioni sul "sensazionalismo" non le ho trovate cattive, anzi. Un po' più perplesso invece mi hanno lasciato i sospetti di Lianne su Martin, con una sottotrama da spionaggio (?) che ho trovato poco in linea con la pellicola, ma forse era una critica all'atteggiamento europeo nei confronti degli USA, non so.
Soggetto: Un libro che non ho letto, ma che ammetto vorrei leggere, su un tema spinoso.
Cast: Bel cast, molto poco "star" e molto "facce". Amo la Farmiga, la apprezzo molto come attrice e qui conferma di non essere soltanto un bel corpo, ma un'attrice vibrante e che sa infondere vita nei personaggi che interpreta. Bravo altrettanto Skarsgard, il quale è un grandissimo attore ma quando lavora negli USA quasi sempre lavora in film non all'altezza del suo talento, Schreiber è un ottimo attore e anche stavolta lo conferma con un'interpretazione non caricata (sembra a tutti gli effetti un sopravvissuto al crollo), la Patton è una bella ragazza ma dimostra anche lei di non essere solo una gnocchetta. Resto del cast buono.
Locandina: Mi piace, semplice e diretta.
Musiche: Tutte molto adatte.
Sito: Non c'è.
Voto complessivo: 8 Un ottimo film che ho letto davvero con piacere.
 
Top
Zio Davide
view post Posted on 13/10/2010, 09:23




L'UOMO CHE CADE

Ultimo film visto del Festival e devo dirlo, davvero un bel modo di chiudere! Il film di World è stato davvero una piacevolissima sorpresa e concordo con Francis: è una vergogna che abbia avuto così poche recensioni!
Gus Van Sant è sempre stato un regista a corrente alternata e molto eclettico, capace di passare dall'impegno civile di "Elephant" al dramma di "Scoprendo Forrester" a discutibili "esperimenti" metacinematografici come "Psycho"; in questo caso, aiutato da una ottima sceneggiatura che vedo assolutamente sul podio del Festival, il regista mostra il lato migliore di sé, accompagnando la vicenda in modo discreto e mai invadente, lasciando quasi che la MDP segua i personaggi senza interferire troppo. Trovo che questa sobrietà sia uno dei caratteri vincenti del film, evitando così la facile trappola del melodramma e della facile emozione. "L'uomo che cade" è senz'altro il performer che ricrea in giro per New York l'agghiacciante immagine del disperato che si è gettato dalla Torre, ma credo che il concetto del titolo possa senz'altro essere ampliato: l'uomo che cade è l'umanità intera, sono io che scrivo, siete voi che leggete, sono tutti gli uomini - e le donne - sempre pronti a cadere negli stessi errori, nell'odio, nell'invidia, nella rabbia, nel peccato per chi è credente, nelle spire di una televisione che ci racconta quello che vuole, nella banalità di un vivere quotidiano che a volte sembra attirarci come sabbie mobili. Nel film c'è un po' tutto questo, c'è davvero l'immagine di un'umanità che cade, o rischia di cadere, esattamente come le Twin Towers, e l'inquietante gioco di Justin e dei suoi amici sembra quasi voler suggerire che le Torri possono cadere ancora, e ancora e ancora, ogni volta che si risponda all'odio e alla violenza con ancora più odio e violenza. Anche "l'uomo che cade" alla fine cade davvero e prefersice suicidarsi...
Forse un po' verboso nella parte centrale, il film di Van Sant riserva nel finale un bellissimo colpo di scena che lascia spazio a innumerevoli interpretazioni e che comunque chiude il film con una nota di poesia e di emozione. Ottima l'interpretazione dei due protagonisti, soprattutto quella della Farmiga che già si era messa in luce nel bellissimo "Tra le nuvole", e sempre carismatica la presenza dello svedese Stellan Stellan Skarsgård, attore di grande finezza, qui nell'ingrato ruolo di coscienza critica. A differenza di altri ho trovato invece inutili i siparietti sulla preparazione dei terroristi e sul dirottamento, assolutamente non necessari e lontani, a pare mio, dal vero spirito del film.
Voto finale, senza remore: 8
 
Top
Aldus Pictures
view post Posted on 13/10/2010, 15:39




World ci catapulta in una realtà che ha superato ahimè la fantasia di qualsiasi autore, scrittore, regista, ecc. E World lo fa con tatto, quasi in punta di piedi e questo è uno dei pregi di questa pellicola.

Regia: Gus Van Sant non lo conosco benissimo, tuttavia ho visto che alcune sue particolarità si sono rispecchiate in questo film. Lavoro ben fatto che dona allo spettatore anche quella suspence finale che rende il film veramente buono.

Sceneggiatura: World ci ha abituato a sceneggiature molto attente e con questo non delude i suoi fan. Tuttavia ritengo che ci siano alcune cose da far risaltare: innanzitutto i dialoghi a volte stancano e risultano lunghi senza descrivere appieno ciò che gli attori compiono o i loro stati emotivi, soprattutto nei dialoghi tra donne. Il finale è poi una botta nello stomaco dove ci si rende conto infine ciò che realmente è successo e cosa no. A mio avviso, però, è stato ampiamente telefonato con le scene degli arabi, dalle quali avevo già "riconosciuto" Atta. Ultima cosa: l'uomo che cade. A mio avviso si è visto poco, forse troppo poco rispetto a quello che immagino sia presente nel libro.

Soggetto: Buono, dove il dramma delle Twin Towers rimane fuori dalla porta in maniera davvero egregia. Bene. Ho storto comunque il naso, pensando all'attentatore indeciso. Forse le mie sono le stesse che ha ricevuto De Lillo dal New York Times.

Cast: Casto con volti noti ma non troppo. Schreiber in questo Festival avrà consumato le scarpe a forza di passerelle. Buona la sua prova, anche se ritengo migliore la prova della Farmiga. A mio avviso il ruolo di Martin risulta eccessivamente criptico e la prova di Skaarsgard risulta ahimè compromessa.

Locandina: molto semplice. Non credo che world abbia avuto difficoltà.

Musiche: Si incastrano bene nella vicenda.

Sito: Non c'è.

Voto complessivo: 7. Buon film, tra i migliori di questo Festival, tuttavia risente di quella pesantezza del soggetto che è tipico della trasposizione di un libro.
 
Top
Korem
view post Posted on 13/10/2010, 20:02




Regia: anche stavolta il produttore ha azzeccato la scelta. Si vede l'impronta del regista nel film...

Sceneggiatura: fatta, ben scritta e scorrevole. Mi sono piaciute davvero tante cose, tutta quest'atmosfera avanguardistica che circonda il film, anche nella sua pesantezza (alle volte), contribuiscono nel darle un tocco di alta proffessionalità.

Soggetto: bello e mi è venuta una gran voglia di leggere il libro. Complimenti.

Cast: nonostante i volti noti sembra arrivare dritto nelle menti dello spettatore, senza strafare, con l'eleganza e raffinatezza tipica di World.

Musiche: forse la cosa migliore del film. Drammatiche e commoventi.

Voto: fantastico, etereo, bellissimo. 9.
 
Top
canepa
view post Posted on 14/10/2010, 14:18




RECE FLASH by Tomcat: L’UOMO CHE CADE

Regia: 80 Gus Van Sant è un regista molto attento sia alle storie, che ai personaggi e anche in questa pellicola non si smentisce. Dopo film belli sia su Ck, che nel cinema reale, anche qui pone la sua mano per una regia accorta e segnata dai temi che lui ama particolarmente.
Sceneggiatura: 85 Credo che questa scenaggiatura sia una delle migliori che abbia letto. Perchè Gaetano dopo essere stato accusato di essere un fautore di film estremamente lunghi, qui riesce a condensare 257 pagine di libro e non la rende mai pesante. Parliamo di una storia dai toni volutamente lenti, molto riflessiva, dove ogni piccola cosa si va a intersecare con le altre, narrandoci storie e visuali di quello che è stato l’evento dell’11 settembre. Dialoghi ottimi reali, così come la caratterizzazione dei personaggi che sono tutti inquadrati nella vicenda, perfino la vicina seppur apparendo un secondo la vedi che esce dallo schermo. Un lavoro di cesello che ti angoscia portandoti a riflettere, con un finale che è la summa del film, che ti costringere non solo a riflettere e ricordarti cosa è stato il crollo delle twin towers, ma ti sciocca e ti costringe a mettere in moto le cellule grigie per darti una risposta.
Soggetto: 80 Seppur sia un evento epocale la caduta delle torri gemelle ha segnato più gli americani, che non il resto del mondo. Per forza di cose perchè ha colpito loro e noi per quanto ci possiamo sforzare, non riusciamo a capire fino in fondo quel sentimento che ha colto tutti loro. Noi ci ricordiamo sicuramente dove eravamo, siamo rimasti scioccati come Lianne davanti alla TV, non ci sembrava vero e siamo consci che è un evento che ha cambiato tutto, ma non è stato vicino a noi. Questa pellicola ci serve a addentrarci in quello che ha scatenato l’evento e a capire i sentimenti che ha scatenato; questo aspetto emerge prepotentemente sui colloqui fra Lianne, sua madre e Martin e quelli fra Lianne e la madre, dove la paranoia è prepotentemente presente. Ma anche nella scena di Lianne con la vicina. Quella è la reazione di chi si è sentito colpito sul vivo e inizia a diffidare di chi è diverso. Fa riflettere di come un evento incredibile possa segnare ancor più profondamente i bambini. Ma questa pellicola non è solo questo è anche la storia di un evento traumatico che riavvicina; la voglia di condividere l’evento distruttivo in maniera passionale con chi l’ha vissuto come lui. Minoritario è l’apporto alla storia dei terroristi che alla fine per me è la parte di storia che mi ha colpito di meno.
In merito al finale lo scervellamento può dare molti risultati. A me ne sono venuti in mente tre:
SPOILER (click to view)
La prima è che il tutto sia frutto della fantasia di Lianne che immagina cosa potrebbe essere stata la sua vita se Keith fosse tornato a casa; soluzione che non mi convince per il fatto del rapporto amoroso fra Keith e Florence. Potrebbe essere la proiezione mentale di Keith di cosa sarebbe successo se fosse tornato a casa; ma anche questa mi convince poco.
La terza è quella che Lianne, non sia la psicologa del gruppo di malati di Alzheimer, ma sia lei la paziente e l’orientale sia il medico, che chiede a lei di dirgli cosa sia successo e quindi il corollario della storia, sia frutto della sua mente malata.

Cast: 85 Un cast notevole con protagonisti assoluti uno Schreiber in grande spolvero, che mostra a mio avviso grandi doti attoriali, riuscendo a mostrare una serie di emozioni che abbracciano tutta la gamma umana, con grande intensità. Grandissima anche la Farmiga nel ruolo di Lianne, che come Schreiber riesce a trasmettere con forza ciò che Lianne prova. Piacevole la presenza della Spacek, nel riolo della madre, recitato in maniera impeccabile e anche quello di Skarsgaard che è un ottimo contraltare alla fobia imperante del momento.
Locandina: NA Non giudico una mia opera.
Musiche: 79 Una colonna Sonora che si sposa a meraviglia con tutte le scene. Una colonna sonora ricercata, perchè fatta di brani non conosciuti (anche se alcuni sono di altre colonne sonore). Forse l’unico che mi ha lasciato freddino è quello di Cohen.
Sito: NA
Voto complessivo: 80/100 Un grande film che a mio parere entrerà nella storia di CK. Perchè realizzato in maniera ineccepibile, ma soprattutto perchè si addentra in quello che ha suscitato negli USA il 9/11. Un film memorabile poi per regia, ritmo, lunghezza e grandi attori in splendida forma.

Il pregio/La cosa migliore del film: Il soggetto oltre a essere interessante e profondo, ti lascia qualcosa dentro.
Il difetto/La cosa peggiore del film: Peggiore in senso lato, può essere la parte dei terroristi che a mio avviso poteva anche non essere inserita.
Un consiglio al produttore: Nessuno perchè oltre a essere già bravo, ha migliorato la sintesi.
In vista dei CK Awards: Miglior film, migliore regia (Van Sant), migliore attore protagonista (Schreiber), migliore attrice protagonista (Farmiga), migliore attroe non protagonista (Skarsgaard), migliore attrice non protagonista (Spacek), miglior sceneggiatura non originale, miglior cast, miglior soggetto, migliori musiche.

Edited by canepa - 17/10/2010, 20:11
 
Top
Aldus Pictures
view post Posted on 14/10/2010, 15:13




CITAZIONE
Seppur sia un evento epocale la caduta delle torri gemelle ha segnato più gli americani, che non il resto del mondo.

Ciao Marco, su questa affermazione si potrebbe aprire un ampio dibattito che probabilmente andrebbe fuori dai canoni di Ck e soprattutto dalla discussione del film. Per questo motivo mi limito ad accennare alcune avvenimenti che sono un po' in contrasto con quanto detto. In primis l'attentato alla stazione di Madrid nel 2004 e a Londra nel 2005. Anche l'Italia non è rimasta immune in alcune occasioni tra le quali ricordo il fallito attentato all'ambasciata di Beirut, dove i nostri Servizi Segreti sono stati egregi (in pratica hanno fermato i terroristi poco prima dell'innesco, però la notizia, chissà perchè, è passata in sordina). E non dimentichiamoci che ancora oggi l'Italia è stata risparmiata solo perchè, ed è documentato nelle varie relazioni semestrali dell'ASISE,AISI, ecc., è un crocevia di importanza strategica per l'approvvigionamento dei gruppi terroristici (pensato ad un paio di settimane fa con l'arresto del terrorista a Napoli). Non conto i rapimenti in Iraq o le "esecuzioni" ai nostri militari da parte dei talebani o dai qaedisti a Nassiriya.
In realtà l'attacco all'America ha comportato uno sconquassamento planetario a partire dalla guerra in Afghanistan ed Iraq, precisando che quella in Afghanistan è iniziata prima ed ancora oggi sta proseguendo. Poi occorre tenere presente lo spostamento dell'asse calde provocato dalla guerra in Iraq verso oriente ed in particolare in paesi quale l'Iran e il Pakistan, fino al "ringalluzzimento" alla corsa agli armamenti atomici operato da Pyongang negli ultimi cinque anni. Se il mondo è cambiato? Mi pare proprio di sì, anche perchè la caduta delle torri gemelle ha provocato alterazioni mondiali dal punto di vista della sicurezza, dell'economia, dei flussi migratori.
 
Top
Nuno Vox
view post Posted on 15/10/2010, 15:43




Soggetto: Film impegnato con l'attentato alle Torri che fa da sfondo per sviluppare altre vicende come il rapporto tra Keith e Lianne, la controversa figura di Martin, l'introspezione del piccolo Justin e la storia dei dirottatori. Il tipo di film in sé non mi attirava molto, ma la drammaticità di alcune scene non può non toccare lo spettatore. 7+
Sceneggiatura: Gaetano è bravo a trattare con i guanti un tema molto delicato. La maestria del produttore è proprio nella delicatezza che sembra avere, lasciando la drammaticità alla naturalezza delle scene senza volerne forzatamente calcare la mano. L'unico difetto è che a volte alcuni dialoghi (come ad esempio quelli con Martin) rallentano il film, facendo calare un po' l'attenzione. 7,5
Regia: Non sono un grandissimo fan di Gus Van Sant, ma la pellicola è sicuramente nelle sue corde. Regia precisa e attenta anche ai movimenti di macchina. 7+
Cast: Convincente, con un ottimo Schreiber e un Skarsgaard in perfetta parte. Ho apprezzato molto anche la scelta delle figure femminile con una bravissima Paula Patton. Un applauso a World per essere riuscito a trovare attori davvero somiglianti tra loro per le parti padre-figlio (Schreiber-Gilmore) e madre-figlia (Farmiga-Spacek). 8
Locandina: Forse non molto cinematografica, ma di grande impatto. 7
Musiche: Una buona colonna sonora con nota particolare per le bellissime musiche di Philip Glass e per “Sacrifice” che accompagna la scena dell'aereo. 7,5
Sito: Purtroppo inesistente. 5
Voto complessivo: Come detto non amo molto il tipo di film e in alcuni momenti ho un po' faticato. Ma è innegabile che Gaetano abbia confezionato un prodotto sicuramente di qualità che in alcuni punti emoziona e in altri fa riflettere. L'ultima parte è davvero ben fatta e il finale spiazzante. 8-

Edited by Nuno Vox - 2/11/2010, 18:09
 
Top
Andrew.
view post Posted on 16/10/2010, 13:38




Tre domande ai recensori per discutere sul film, su argomenti o difetti che sono stati notati nelle varie recensioni:


-La scelta di raccontare storie così drammatiche hai suoi pro e contro. Da un lato hai la possibilità di raccontare una storia carica di emozioni, ma allo stesso tempo rischi di affrontare un argomento in maniera sbagliata, calpestando magari la sensibilità di qualcuno. Come pensate che se la sia cavata World da questo punto di vista?


-Alcuni hanno criticato le scene con i terroristi, dicendo che potevano essere evitate, altri invece gli avrebbero dato anche più spazio. Inoltre è stato dato loro un lato "umano", cosa che può far storcere il naso dato la mostruosità dell'evento che hanno causato. Da che parte state?


-Il finale è risultato ambiguo. Voi personalmente come la pensate? E al posto di World, come avreste fatto finire la storia?


Siete invitati tutti a rispondere.
 
Top
Merlino*
view post Posted on 17/10/2010, 01:46




L'opinone di Merlino

“colui che usava tutti i voti ma ora si è adeguato”



Prologo: un film sul 9/11. Voglia di vederlo meno di zero. Livello percentuale di prevenzione nei confronti del soggetto 99%. Attesa di un paio di giorni prima di recensire per metabolizzare.

Regia: Gus Van Sant, ottimo direi. Ho visto tanti suoi film, da Mala Noche a My Own Private Idaho, da Gerry a Milk e non mi ha mai deluso. Anche in questo caso la sua mano è diretta, forte e decisa. Ottima scelta.

Sceneggiatura: buona, anzi molto buona, ma ...
... Dialoghi disinvolti, realistici e quasi mai noiosi. Poi gran finale fracassone che vorrebbe essere a effetto lasciando aperte varie possibilità, nessuna delle quali però che riesca a essere credibile e/o a interessarmi.

Soggetto: suppongo che di fronte a soggetti del genere sia d’obbligo dire che sono belli, interessanti e sia logico lodare il coraggio e bla bla bla, … beh, personalmente lo trovo solo irritante, ma è chiaro che si tratta di un’emozione strettamente personale.

Cast: Un buon trio costretto tra vette e bassifondi che vede nell’ordine: Farmiga con la sua prova eccellente e convincente; Schreiber che si dimostra bravo ma non proprio a suo agio; Skarsgard che paga lo scotto di impersonare un personaggio nel quale probabilmente nemmeno lui, nonostante sia un grande attore, è riuscito a immedesimarsi.

Locandina: è ok. Non so se sia tratta dalla copertina del libro (non so il perché ma è stato il primo pensiero quando l’ho vista), ma l’effetto è buono e adatto al film.

Musiche: bellissime. Adoro Philip Glass e Michael Nyman ma anche le altre mi sono piaciute in toto. Non so se e quando riguarderò questo film ma le musiche me le potrei riascoltare anche ora e saranno il mio ricordo più bello per questa pellicola (a parte naturalmente il colpo che mi sono preso quando è cominciata la preghiera araba e l’altro brano simile che ho chiuso immediatamente!).

Voto Complessivo per il sondaggio: 7. Un bel film sicuramente ma come reazione personale non riesco a gridare al capolavoro, probabilmente non tanto per la struttura e il contorno del film, ma proprio per il soggetto in sé.

Il pregio/La cosa migliore del film: La scelta del regista che mi è sembrata azzeccatissima e, perché no, le musiche (anche se non le considero più di tanto per la valutazione finale).

Il difetto/La cosa peggiore del film: I terroristi, gli arabi, gli islamici … mi rendo conto che non se ne poteva fare a meno ma ciò non toglie che ne farei a meno. Anche “l’uomo che cade” è pressoché inutile.

Un consiglio al produttore: Consigli a World? Non scherziamo!

Quanto spenderei per vederlo nella realtà su una base da 1 a 10?
7,00€
(giusto per dare una valutazione anche se in realtà non penso lo andrei a vedere)

Ciao ciao!



-La scelta di raccontare storie così drammatiche hai suoi pro e contro. Da un lato hai la possibilità di raccontare una storia carica di emozioni, ma allo stesso tempo rischi di affrontare un argomento in maniera sbagliata, calpestando magari la sensibilità di qualcuno. Come pensate che se la sia cavata World da questo punto di vista?
Ha fatto il suo onesto film raccontando i suoi sentimenti e le sue emozioni, è giusto così. Se qualcuno si è sentito colpito nella sua sensibilità è liberissimo di scriverlo in risposta al film, che problema c'è?

-Alcuni hanno criticato le scene con i terroristi, dicendo che potevano essere evitate, altri invece gli avrebbero dato anche più spazio. Inoltre è stato dato loro un lato "umano", cosa che può far storcere il naso dato la mostruosità dell'evento che hanno causato. Da che parte state?
La fola dei terroristi con volto umano e dei loro dubbi al momento dell'attentato non l'ho mai digerita.


-Il finale è risultato ambiguo. Voi personalmente come la pensate? E al posto di World, come avreste fatto finire la storia?

Terroristi arrestati e rinchiusi a Gauntanamo?
 
Top
30 replies since 30/9/2010, 16:14   450 views
  Share