| LARGO AL FACTOTUM! Le recensioni di Francis Delane
Il Festival di San Marino, per me, termina con il film di Oren, che torna anche lui sullo schermo di CK dopo un'assenza abbastanza lunga (correggetemi se sbaglio). E torna a cimentarsi, dopo l'infelice The Dormitory, con il genere horror, anche stavolta presentandosi con una storia originale - credo - che però contiene più di un omaggio all'immarcescibile Stephen King (a partire dal nome della cittadina dove si svolge, Derry).
E rispetto a quel primo, infelice tentativo, qui i risultati di anni di pratica si vedono notevolmente, e fanno rimpiangere gli - ahimé - numerosissimi errori (frutto della fretta del produttore, e che pertanto non saranno tenuti da conto nel voto finale, anche perché significherebbe non riconoscere il miglioramento precedente). La storia è semplice ma coinvolgente, classica ma con effetti garantiti se si è capaci di stare al gioco e godersi i richiami, e ben recitata da un cast di semi-sconosciuti (Helena Bonham Carter a parte). Breve e secco, il film va dritto al punto, e sa garantire un buon intrattenimento.
Nulla di più, purtroppo, e qui pesa davvero la fretta, più ancora che negli errori di grammatica. E' brutto accusare il film di scarsa originalità, ma stavolta davvero i meccanismi soliti del genere, per quanto ben oliati, si vedono terribilmente. Inoltre, si registra un po' di confusione nella trama per quanto riguarda il ruolo della bambina, che non risulta mai chiaro chi sia e cosa faccia, se non per un breve accenno alla fine (sarebbe stato bello, forse, suggerire che la vera omicida fosse lei). E' l'unico elemento un po' fuori posto, ed è un peccato perché altrimenti non solleverei dubbi sulla altrimenti resistente solidità del soggetto. Si vede che Oren ci ha lavorato, e anche bene, ma forse la fretta di concorrere al Festival e anche un po' l'ansia di voler tornare sugli schermi non gli ha suggerito il modo di rendere la sua storia un po' più originale, oppure di approfondirla, magari concedendo maggior spazio al rimorso di Raja, all'amicizia con Amanda (che effettivamente sembra un po' troppo improvvisa), alla possessione di Behn, alla stessa caratterizzazione dei tre spettri. Si poteva agire davvero in tanti modi per rendere il film più interessante, mentre visto così il prodotto finale resta davvero al di qua della capacità di emozionare davvero lo spettatore.
Buona la regia dei fratelli Pang, specialisti dell'horror orientale. Unico appunto sul cast, altrimenti ben costituito: Helena Bonham Carter, che in mezzo ad attori semisconosciuti, e con un ruolo non di primissimo piano, sembra un po' sprecata.
VOTO: 62/100 (6 al sondaggio). Buon prodotto d'artigianato, che però non è riuscito a sfruttare tutte le sue possibilità. Ma Oren ha fatto di meglio, e siamo sicuri si riprenderà presto.
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