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Vizio di forma
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Vizio di forma, di Paul Thomas Anderson

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Arcadia1983
view post Posted on 22/2/2015, 17:41




on-line si trova la sceneggiatura.
 
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view post Posted on 23/2/2015, 19:25
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (emilgollum @ 22/2/2015, 15:07) 
andate a vederlo al cinema, vero? :P

Se esce dalle mie parti, sì, subito. Anche se a Coly PTA non piace per nulla (si è sempre annoiata quando ho provato a farle vedere i film da me già visti). (ho accorpato i due topic esistenti, ancora non me ne ero accorto: richiamare all'ordine i moderatori su questo forum praticamente inutile)
 
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view post Posted on 28/2/2015, 10:21
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da trovacinema:

Il film "Vizio di forma" è un labirinto di fatti, luoghi, personaggi che si inseguono, ed è come se anche lo spettatore fumasse marihuana e scivolasse nella storia come in una nebbia: e infatti pare normale che gli intrecci si accumulino e si sfaldino senza che a Doc, ma anche a noi, importi il nesso e pretenda una soluzione

Il detective privato Doc Sportello vive in una baracca di legno a Gordita Beach, sulla costa della California abitata dagli hippies in preda al loro fumato sogno americano che sta per estinguersi. È fatto di spinelli che gli addolciscono il mondo, lo spingono a non lavarsi i piedi e a spruzzarsi il profumo sui vestiti, a costruirsi la pettinatura afro e a farsi crescere basette che gli occupano tutta la guancia; fruste giacche militari, piedi scalzi nelle infradito rosse di gomma, in testa un cappello di paglia e la faccia stupefatta e assonnata di Joaquin Phoenix.
È il 1970, alla presidenza c’è Nixon che manda truppe americane nel Vietnam, e la polizia alla Kent State University dove gli studenti protestano e quattro vengono ammazzati. Ma a Gordita Beach sono troppo fumati per preoccuparsi, se non della strage che lì vicino Charles Manson ha compiuto ammazzando in casa sua l’attrice Sharon Tate e altre sei persone.
"Vizio di forma" (Einaudi 2011), un noir, un thriller, un sogno psichedelico, che il venerato (Magnolia, The Master) regista americano Paul Thomas Anderson, a 45 anni, ha osato, primo e forse ultimo al mondo, trarre da un romanzo di Thomas Pynchon (Inherent Vice del 2009), oggi ottantenne e misterioso autore di culto tipo la nostra invisibile Elena Ferrante, se non fosse che di lui esiste almeno una foto a vent’anni. Adesso che il film c’è, e c’è chi è subito corso a leggere o rileggere il libro, li ha trovati tutti e due incantevoli, di gran divertimento, capaci di rievocare un tempo e un luogo americano di gioventù pacifista e drogata, cancellato poi dalla rivolta contro la guerra in Vietnam, il piombare dell’Aids, la rivincita del conformismo reaganiano. In certi momenti il film pare Chinatown di Polanski (1974), in altri Il lungo addio di Altman (1973), ma Anderson è ovunque e pure Pynchon.
Doc viene informato dalla sua ex ragazza (Katherine Waterson) di un intrigo che coinvolge il suo attuale ricco amante. L’itinerario del detective Sportello è un thriller assurdo: incontri con la sua nuova intermittente fidanzata (Reese Whiterspoon), vice procuratore distrettuale e scopissima, e con il suo avvocato trucido (Benicio Del Toro), casa di piaceri asiatici a prezzo fisso, villa con piscina dello scomparso e la di lui moglie in costume da bagno, più biondo losco amante e cameriera messicana sporcacciona: e ancora stazione di polizia dove il detective Bigfoot (Josh Brolin) sta sempre mangiando banane o salsicce o altro di quella forma, moglie ex tossica (Jena Malone) che non crede alla morte del marito spia (Owen Wilson), cravatte dipinte a donne nude, loschi individui con la svastica sulla guancia e un nero dei Fratelli Neri legato ai bianchi della Fratellanza Ariana, la minacciosa Zanna d’oro che è un panfilo inavvicinabile.
È un labirinto di fatti, luoghi, personaggi che si inseguono, ed è come se anche lo spettatore fumasse marihuana e scivolasse nella storia come in una nebbia: e infatti pare normale che gli intrecci si accumulino e si sfaldino senza che a Doc, ma anche a noi, importi il nesso e pretenda una soluzione. Ma poi il senso c’è: stava finendo il tempo della libertà e della rivolta, la marihuana da coltivare in giardino stava per essere stroncata dal grande cartello internazionale del commercio all’ingrosso della cocaina, dai nuovi milionari della droga, e dall’industria delle costose case di cura private per la disintossicazione dei drogati ricchi.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 1/3/2015, 11:04




metà recensione, visto che non avete visto il film :P:

"Vizio di forma" è un film da ri-vedere. Nel settimo lungometraggio di Paul Thomas Anderson è facile rimanere spiazzati e confusi, soprattutto se si entra in sala impreparati o preparati a vedere una commedia gonza - il "Grande Lebowski" dei fratelli Coen fuso a freddo con "Il lungo addio", come si è letto spesso in questi mesi di attesa. La complessità narrativa del romanzo di Thomas Pynchon che va continuando ad ampliarsi di personaggi e situazioni lungo le sue 470 pagine viene modificata con un lavoro di taglia e cuci tutt'altro che scontato - di cui fa le spese l'ambientazione surfer - e che, da un certo punto in poi, si discosta dalla lettera dello scrittore alterandone la materia narrativa ma non lo spirito: l'operazione di riscrittura, più che a somigliare al Marlowe eretico e contestatario di Robert Altman, è vicina al capolavoro cine-letterario "Non è un paese per vecchi". Come era già successo per "There Will be Blood" e per "The Master", Anderson usa il cinema come una macchina del tempo e affresca in 35 millimetri un altro momento di passaggio della storia statunitense partendo da un personaggio: se lo sghembo Freddie Quell era il residuo umano dell'America post-bellica, Larry "Doc" Sportello è uno dei pochi irriducibili hippie che non ha ceduto alle lusinghe dell'eroina, personaggio-faro nella nebbia losangelina del 1970.

Nel prologo, Doc si volta richiamato dall'arrivo di Shasta, la sua ex-ragazza che si presenta a casa sua con una insolita mise borghese e un grosso problema. È al corrente di un imbroglio ai danni del suo uomo, il magnate dell'immobiliare Mickey Wolfmann: la moglie e il di lei amante vorrebbero accordarsi con la ragazza per fregarlo e rinchiuderlo in un ospedale psichiatrico. Il detective, ancora innamorato della ex, si decide ad aiutarla, immaginando si tratti delle solite questioni di corna. Il nome di Wolfmann, però, diventa il punto di contatto tra le sue indagini, insieme alla Golden Fang, una misteriosa imbarcazione che pare essere anche un'associazione per evasori fiscali e un cartello indocinese dell'eroina. E qui è forse bene fermarsi, non per incorrere nell'errore di svelare eventuali colpi di scena quanto piuttosto per evitare di perdersi nel dedalo narrativo architettato da Anderson. Perdersi in "Inherent Vice" è ben più importante del ritrovare la via, e si direbbe che il regista abbia lavorato intorno a quest'assunto: si smarrisce Shasta come Mickey Wolfmann, i personaggi appaiono e scompaiono dal nulla (esemplare la sequenza che inizia con una dissolvenza su un banco di nebbia), e Doc è continuamente spaesato per via dell'ingente e continuo quantitativo di marijuana che fuma. Il film stesso perde il proprio bandolo per poi ritrovarlo casualmente, ed è davvero difficile ricostruire la sequenza degli avvenimenti secondo un principio di causalità: siamo nel regno del caos, il terreno più fertile per il noir che è il genere di riferimento sia del romanzo che del film, come se fosse una storia chandleriana raccontata dall'Hunter S. Thompson di "Paura e delirio a Las Vegas".

[...]
 
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emilgollum
view post Posted on 1/3/2015, 15:25




questa tua recensione mi rincuora, anche se non l'ho letta tutta. Corro al cinemaaa!
 
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Mac!
view post Posted on 1/3/2015, 18:02




Visto che se no pare passi di qui solo per parlare male: grandissimo.
È un film intricatissimo, ma che non va necessariamente capito, anzi, proprio il perdersi in esso rappresenta il suo senso ultimo. Pare proprio che PTA abbia preso il Marlowe de Il lungo addio e lo abbia gettato nell'universo di Chinatown.
Sui dettagli tecnici sarebbe anche inutile soffermarsi, ma già che siamo qua... fotografia clamorosa, colonna sonora fantastica utilizzata benissimo, giusto un paio di errori di continuità che non inficiano troppo sull'ottimo lavoro di montaggio, e mi rifiuto di evidenziare il fatto che Phoenix è bravissimo, come Brolin. La regia è perfetta, e PTA azzecca una delle migliori inquadrature degli ultimi anni e una scena di sesso incredibile.
Ah, ed è pure esilarante.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 1/3/2015, 18:08




Marcy, errori di continuità, tipo?

comunque secondo me ci sono un paio di scene in cui si sente la forzatura di aver compresso una valanga di roba e sintetizzato parecchie informazioni in pochi dialoghi. però poteva andare anche molto peggio...
 
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Mac!
view post Posted on 1/3/2015, 18:15




CITAZIONE (Mr.Noodles @ 1/3/2015, 18:08) 
Marcy, errori di continuità, tipo?

comunque secondo me ci sono un paio di scene in cui si sente la forzatura di aver compresso una valanga di roba e sintetizzato parecchie informazioni in pochi dialoghi. però poteva andare anche molto peggio...

In una scena, mi pare quando torna la ragazza, Phoenix ha le mani sulla tazza del thè, poi sul controcampo le ha lungo il corpo. E in una scena simile passa dalle braccia incrociate ad averle ai fianchi. Ma, sì, pur evidenti sono difetti piccoli, tanto più che parliamo di un film di due ore e mezza.
Poi, per carità, i suoi difetti li ha, però secondo me sfiora il capolavoro... c'è tantissima roba ammassata, ma credo sia un gioco voluto per creare un mondo confusionario nel quale Doc si perde e avanza senza davvero capire tutto quello che gli succede attorno. Per questo dico che lo spettatore non deve davvero capire tutto, è superfluo, è impossibile. È il mondo che è incomprensibile.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 1/3/2015, 18:33




sì, concordo. ma comunque per me l'Anderson post-Ubriaco d'amore ha raggiunto la maturità espressiva diventando anche piuttosto originale e coraggioso nel rinnovare il suo stile, mentre nei primi tre film era ancorato a moduli e registri abbastanza risaputi
 
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Mac!
view post Posted on 1/3/2015, 19:29




CITAZIONE (Mr.Noodles @ 1/3/2015, 18:33) 
sì, concordo. ma comunque per me l'Anderson post-Ubriaco d'amore ha raggiunto la maturità espressiva diventando anche piuttosto originale e coraggioso nel rinnovare il suo stile, mentre nei primi tre film era ancorato a moduli e registri abbastanza risaputi

Ammetto di conoscerlo solo attraverso i suoi ultimi tre film, quelli che ho visto al cinema (al contrario dei cinematikini, io credo di vedere molti più film al cinema che a casa :P ).
Mi sono piaciuti tutti (un po' di meno The master, che comunque rimane ottimo), ma in questo senso Vizio di forma l'ho trovato diverso dai due precedenti, più "sporco" rispetto agli altri, che ricordo più quadrati e stilizzati. E mi hanno detto che in questo ricorda alcuni film precedenti, in particolare Boogie Night... detto ovviamente che si vede dietro a tutti e tre sempre la stessa mano.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 4/3/2015, 12:44




filmone. intricatissimo e davvero complesso. sorprende lo spettatore in ogni inquadratura. è un noir e allo stesso tempo non lo è, non è però un giochetto, non è un esercizio di stile, non è nemmeno la solita riflessione metatestuale. è un oggetto alieno, nel cinema contemporaneo.
poi, certo alcune cose non sono perfette, ma stiamo a guardare il capello.
 
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view post Posted on 6/3/2015, 18:37
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maddai, volevo andare domenica e c'è solo alle 23 dalle mie parti... sconforto. a cosa servono multisala con oltre 10 schermi se poi fanno fare questa fine ai film...
 
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emilgollum
view post Posted on 16/3/2015, 00:08




mi è piaciuto, anche se mi ci sono perso. Non è il mio PTA preferito, anche se è decisamente un ottimo film con delle scene magnifiche, atmosfera resa al top e attori da panico.
 
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view post Posted on 16/3/2015, 11:09
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Definizione di Jugger: un filmone pallosissimo.
 
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Merlino*
view post Posted on 18/10/2015, 14:10




CITAZIONE (marenarobros @ 16/3/2015, 12:09) 
Definizione di Jugger: un filmone pallosissimo.

Non ne avevo mai parlato ma eccomi qui a confermare il giudizio di Jugger, bellissimo e bellissimo, con colonna sonora fantastica eppure portato a termine tra atroci tormenti e continui riprendere da dove l'attenzione si era lasciata andare, forse ha ragione Nood quando dice che è un film da ri-vedere, ma, dopo tutta la fatica fatta, chi ne ha voglia? :huh:
Come voto un 6 politico.

Edited by Merlino* - 18/10/2015, 22:14
 
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