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La notte
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La notte, di Michelangelo Antonioni, 1961

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Arcadia1983
view post Posted on 13/5/2015, 08:02




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Titolo originale: La notte
Regia: Michelangelo Antonioni
Cast: Monica Vitti, Marcello Mastroianni, Jeanne Moreau, Rosy Mazzacurati, Bernhard Wicki, Maria Pia Luzi, Guido A. Marsan, Vittorio Bertolini, Vincenzo Corbella, Ugo Fortunati, Gitt Magrini, Giorgio Negro, Roberta Speroni, Odile Jean, Valentino Bompiani, Roberto Danesi, Giansiro Ferrata, Giorgio Gaslini, Alceo Guatelli, Ottiero Ottieri, Salvatore Quasimodo, Ettore Univelli, Eraldo Volonte
Soggetto: Michelangelo Antonioni, Ennio Flaiano, Tonino Guerra
Sceneggiatura: Michelangelo Antonioni, Ennio Flaiano, Tonino Guerra
Casa di produzione: Nepi Film, Silver Films, Sofitedip
Casa di distribuzione italiana: Dino de Laurentiis Distribuzione
Trama: L'unione dello scrittore Giovanni e di sua moglie Lidia è ormai arrivata a un punto morto. Tra noia, flirt abbozzati e vagabondaggi senza meta, i due, a volte insieme, a volte separati, passano una giornata grigia, attanagliati dal loro malessere interiore. L'alba del giorno dopo li sorprende però in un attimo fugace di felicità. (da FilmTv)

Visto ieri pomeriggio.
La faccio breve, visto che come sempre con Antonioni siamo di fronte a un film complesso per cui si potrebbe parlare per ore senza arrivare a una conclusione. allora, è un grande film, il secondo della cosiddetta tetralogia dell'incomunicabilità che inizia con L'avventura (uno dei massimi film italiani) e termina con Il deserto rosso (un'altra perla, il primo film a colori del regista che disegna una tavolozza sullo schermo di potenza visiva unica) e passa per il tassello L'eclisse (che ha uno dei finali più belli della storia).
è un grande film, ripeto, non facilmente fruibile, non solo per la famosa "lentezza" del cinema di Antonioni, che è un po' vera (qui ci sono certe scene in cui non succede apparentemente niente e invece sono pregne di significato) un po' un luogo comune (una volta che si è entrati in sintonia col regista, i suoi film si vedono che è un piacere), ma anche perché qui la scrittura drammaturgica, rispetto ad altri film del regista, è più "libera": non c'è una concatenazione di causa-effetto, certi passaggi non sono spiegati e certi altri vengono lasciati nel sottotesto (chiamiamolo così), scelta che all'inizio mi aveva spiazzato un bel po'. i riferimenti culturali nel film abbondano, come sempre col regista, e sono tutti, come dire, "consoni" con quel che si vuol dire: si veda la presenza costante nei dialoghi e nelle azioni di Adorno e di altri scrittori e filosofi della Scuola di Francoforte. non a caso, mi verrebbe da dire, perché Adorno e la Scuola di Francoforte sono famosi anche per la critica che hanno fatto dell'industria culturale (uno dei temi della pellicola). molto ci sarebbe da dire, ripeto: sulla forma (la scena precedente i titoli di testa, per esempio), sulla scrittura, sulle stesse interpretazioni (attori magnifici, su tutti la Moreau), sul finale (che contrariamente a quanto dice FilmTv non è "felice"), ma mi fermo qui. basti dire che è un capolavoro, uscito 53 anni fa e ancora oggi in grado di dare le piste a tanti celebrati film. ah, nella scena della presentazione del libro di Giovanni appaiono Salvatore Quasimodo (che viene apostrofato come "il nostro Premio Nobel" e scambia un paio di battute con Mastroianni), Valentino Bompiani e un giovanissimo Umberto Eco.

Voto: 9
 
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Merlino*
view post Posted on 13/5/2015, 09:37




E vabbé :wub:
 
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Arcadia1983
view post Posted on 13/5/2015, 09:38




CITAZIONE (Merlino* @ 13/5/2015, 10:37) 
E vabbé :wub:

eh ;) :D :)
 
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2 replies since 13/5/2015, 08:02   35 views
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