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L'esorcista
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L'esorcista, di William Friedkin

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view post Posted on 19/6/2013, 21:13
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE
di Francesco Bianconi(cantante dei Baustelle)

"L'ESORCISTA compie quarant'anni e torna nelle sale, in versione integrale e digitalizzata. Sul capolavoro di William Friedkin si è scritto e detto di tutto, dal 1973 in avanti. Non ebbi modo di vederlo al cinema, perché anch'io ho quarant'anni, e a zero o uno l'ingresso mi era impossibilitato!

Però l'ho visto più volte in televisione. Il film è sempre stato pubblicizzato come "il film horror più terrificante di tutti i tempi", e a me e ai miei amichetti in provincia questo lancio stuzzicava. Perché l'horror ci piaceva. Ce li guardavamo in tv, gli horror, e passavamo interi pomeriggi a raccontarci trame, a discorrere su quanto una precisa scena facesse paura. I nostri genitori ci accompagnavano in macchina a Foiano della Chiana la domenica pomeriggio: i bigliettai del Cinema Teatro Apollo lasciavano entrare anche se non avevi compiuto quattordici anni e il film in programma era, per l'appunto, vietato ai minori. In questo modo, col gusto sottile del proibito, abbiamo visto parecchi film terrificanti, nel senso buono e nel senso cattivo (ovvero di "terrificanti schifezze cinematografiche"). Che ricordi. Per noi era una dimostrazione di coraggio. A volte ci coprivamo gli occhi con la mano, lasciando gli spazi fra le dita socchiusi, per far sì che il sangue o il mostro fosse schermato ma non del tutto. Giocavamo a spaventarci. In fondo, perché si guarda un film horror? Per il piacere di avere paura, semplicemente. Così come a volte dà piacere perdersi, perdere, essere malinconici, farsi del male. Il piacere della paura, quello cercavamo. E ci sentivamo grandi, o perlomeno più grandi della nostra età anagrafica e dimostrabile.

L'esorcista, la prima volta che lo vidi in tv, non mi spaventò. O meglio, mi spaventò senza darmi alcun piacere. Mi disturbò parecchio, forse perché non riuscivo a catalogarlo, non riuscivo a farlo rientrare nella categoria del giocare ad avere paura. All'epoca imputai queste sensazioni al fatto che l'avevo visto su un televisore in bianco e nero Grundig dallo schermo davvero piccolo e molto malandato. Mi ingannavo, in realtà, dal momento che sullo stesso apparecchio avevo visto altri horror con reazioni profondamente diverse da quelle ricevute dalla visione del film di Friedkin, e tutte, a loro modo, "rassicuranti". No, qui c'era qualcosa che non andava, e questo qualcosa stava nella natura stessa del film. Cosa fosse lo avrei capito solo un po' di anni più tardi.

La trama è risaputa e il titolo del film la dice lunga: la figlia adolescente (Linda Blair) di un'attrice di mezza età comincia ad avere strani disturbi della personalità; i disturbi si intensificano in maniera inquietante; la madre tenta ogni via scientifico-razionale per cercare di individuare la patologia e trovarne la cura, ma tenta invano; la madre ricorre all'aiuto di un esorcista, sempre più convinta ormai che la natura della malattia della figlia sia soprannaturale.

William Friedkin, il regista, era all'epoca già conosciuto per aver girato un formidabile poliziesco, Il braccio violento della legge, film per il quale Gene Hackman, interpretando un poliziotto dai modi duri e assai poco ortodossi, si era aggiudicato l'Oscar come miglior attore protagonista. La critica aveva elogiato lo stile secco, spietato, documentaristico, di Friedkin. Realismo così crudo, senza né buoni né cattivi, in una police story, non si era mai visto. Per L'esorcista Friedkin prende a prestito un romanzo di William Peter Blatty, tratto da un presunto caso di possessione accaduto a un quattordicenne del Maryland all'inizio degli anni Quaranta.

La sceneggiatura, opera dello stesso Blatty, è atipica per il genere: per tutta la prima metà del film la storia si concentra sulla "malattia" dell'adolescente e sui tentativi ad opera della madre di diagnosticarla. Analisi, pareri neurologici, elettroencefalogrammi. In parallelo, la vicenda di un prete psichiatra che perde l'anziana madre e viene divorato dal senso di colpa fino a far vacillare la propria vocazione di fede. Sarà lui a essere chiamato in causa dalla madre quando i tentativi di analisi scientifica falliranno uno dopo l'altro. E sarà lui a far entrare la storia nel campo dell'ignoto, dell'inspiegabile, del metafisico. Questi tre aggettivi connotano ogni film horror che si rispetti. Ogni horror ha a che vedere con il non conosciuto, con l'ultraterreno, con l'immateriale. L'orrore ha luogo quando l'irrazionale diventa inevitabile ed entra in collisione con la logica. Linda Blair scossa violentemente sul letto, Linda Blair che latra frasi sconce, Linda Blair che vomita verde (crema di piselli, dice la leggenda) non è che questo.

Eppure, da appassionato del genere, anche oggi, a quarant'anni, continuo a essere scettico. Non sono convinto che L'esorcista, "l'horror più terrificante di tutti i tempi" sia un horror. È sicuramente un film terrificante, nel senso etimologico del "far tremare". Ma siccome è il modo in cui si fa tremare a essere significante di un codice, di un genere, mi pare sempre più evidente che il film di Friedkin disturba e fa tremare non nel senso in cui può far tremare o disturbare un film horror. Troppo viene mostrato, e troppo viene mostrato secondo stilemi fuori contesto. Realismo: tutto è nitido, delineato, chiaro. Il mostro stesso, il diavolo se volete, il volto della Blair deturpato e ringhiante, è sempre troppo perfettamente a fuoco. Tutto è illuminato, come in anatomia, come in autopsia, non in romanzo. Il terrore, più che dal contatto con l'illogico, scaturisce dall'oscenità. Carmelo Bene sosteneva che "osceno" significa "fuori dalla scena". Non teatralizzato, non scenografato. Osceno è ciò che è reale e non rappresentato. Ecco, questo film è terrificante, e continua a esserlo dopo quarant'anni, perché riesce a raccontare l'ignoto in maniera oscena. Niente nebbie, sfumati, o bui del gotico. Soltanto il male oscuro, portato alla luce".
 
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mastruccio
view post Posted on 19/6/2013, 23:54




E' una recensione che mi sento di condividere in pieno. "L'esorcista" ha poco dei clichè dei classici film horror, dove fa più paura il senso di angoscia dell'attesa di ciò che spaventa, dove la paura la sentiamo arrivare gradualmente e mano a mano che si dipana la storia. Nel film capolavoro di Friedkin, come giustamente sottolineato da Bianconi, l'orrore arriva subito e viene spiattellato con scene a volte disgustanti, oscene.
Una pietra miliare della cinematografia mondiale, e prova che sia un capolavoro è il fatto che ancora oggi il suo potenziale "orrorifico" e disturbante è assolutamente immutato nel tempo, diversamente da tantissimi altri film del genere, che visti con gli occhi di oggi farebbero quasi sorridere.
Tanto per capirci quanto sia alto il livello disturbante del film: conosco più di una persona che, a causa della visone dell'"Esorcista" in giovanissima età, hanno dovuto far ricorso a sedute di psicoterapia per superare il trauma. Non sto scherzando.
 
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emilgollum
view post Posted on 22/6/2013, 00:19




Sono stato fortunato, un po' di tempo fa lo rifecero al cinema nella versione completa, davvero ottimo, ma continuo a preferire Rosemary's baby, se proprio si vuole fare un raffronto, altrimenti rimangono due film distinti.
 
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view post Posted on 9/2/2015, 10:48
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Cinefilo Ad Honorem

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Martedì 10, Rete 4. Controprogrammazione cinema in tv contro Sanremo sempre molto interessante.

Guzzano:

L'ESORCISTA

Regia di W. Friedkin
Horror

La versione del 2000, con qualche scena in più e un finale meno pessimista, dell’horror che inquietò il mondo nel 1973 ottenendo un successo strepitoso. Linda Blair ha 13 anni quando incomincia a dar segni di una violenta isteria. I medici non ci capiscono nulla e si fa strada l’ipotesi che la giovane sia posseduta dal demonio. Un sacerdote intuisce la verità, ma Satana avrà ragione di lui sfruttandone i sensi di colpa nei confronti della madre. Per sconfiggere il diavolo, che fa compiere alla piccola memorabili balzi nel letto, le fa vomitare un liquido verde diventato famoso, le fa uscire di bocca insulti e volgarità blasfeme in quantità infernale, occorrerà l’intervento dell’austero (soffertissimo) esorcista Max Von Sydow che quasi ci lascia la pelle. William Friedkin firma un film lineare, efficace, ombroso, capace come pochi altri di generare inquietudine e seminare sequel.

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LA SCHEDA DI PAPELE

L’ESORCISTA
(The Exorcist, 1973, USA)
Horror
Regia di William Friedkin
Con:
Ellen Burstyn
Max von Sydow
Jason Miller
Linda Blair
Durata: 122 minuti

Trama:
Washington. L’adolescente Regan, figlia di una famosa attrice, comincia a presentare strani sintomi, che la cambiano sul piano fisico e mentale. Quando sua madre si accerta che tutte le spiegazioni mediche non sono esaurienti, si rivolge ad un prete che è anche uno psicologo. Questi si convince che Regan è posseduta dal demonio, e avverte padre Merrin, un prete esperto in esorcismi, unica persona che può salvare la ragazza.

Scene memorabili:
Le varie manifestazioni del demonio in Regan (vomito, rotazione della testa, lievitazione); L’arrivo ai piedi della casa immersa nella nebbia di padre Merrin e il successivo esorcismo.

Curiosità:
Il film ottenne uno straordinario successo di pubblico (89 milioni di dollari d’incasso), ribadito dagli incassi della riedizione restaurata del 2000, e fu premiato con due Oscar: per il sonoro e la sceneggiatura non originale di William Peter Blatty. Ha avuto però anche altre otto nomination: per il film, la regia, la fotografia, le scenografie, il montaggio e le interpretazioni di Ellen Burstyn (miglior attrice), Linda Blair e Jason Miller (come non protagonisti).

Friedkin durante la lavorazione aveva fatto disegnare sulla sua sedia un Oscar con un punto interrogativo accanto.

L’omonimo best-seller di Willam Peter Blatty (13 milioni di copie vendute), firmato nel 1970, fu ispirato da un caso di possessione accaduto nel 1949 in un paese del Maryland.
Lo sceneggiatore appare anche in un cameo: è il produttore del film che sta interpretando Chris.

Concepito come la risposta delle Majors al boom dell’horror indipendente lanciato nel 1968 da “La notte dei morti viventi” di Romero, al suo arrivo in sala il film fu definito dalla famosa critica Pauline Kael “un fenomeno troppo orrendo per essere preso alla leggera”; mentre Andrew Sarris, del “Village Voice”, lo descrisse come “uno spettacolo incredibilmente divertente e un film totalmente malvagio”.

La scena dove l'entità demoniaca lascia padre Karras fu filmata prima con Jason Miller truccato, poi con il trucco rimosso creando un salto che non dava l’effetto sperato.
La versione in videocassetta uscita in occasione del venticinquesimo anniversario elimina questo scompenso con un sottile effetto di morphing.

Ellen Burstyn avrebbe accettato di fare il film soltanto se il suo personaggio non avesse più dovuto dire la battuta: "Io credo nel diavolo!". I produttori acconsentirono ed eliminarono l'espressione.

Ellen Burstyn si infortunò alla schiena durante le riprese. Infatti, nella sequenza dove viene spinta dalla figlia posseduta, un cablaggio la spinse via dal letto. Lei cadde sul coccige e gridò per il dolore, e il tutto è stato inserito nel film.

Inizialmente la produzione pensò per la regia a Kubrick, Mike Nichols e Mark Rydell. La possibilità di girare il film fu poi offerta a John Boorman, ma il regista rifiutò perché ritenne che la storia fosse "crudele verso i bambini". Tuttavia accettò l'offerta per dirigere il seguito "Esorcista II: l'eretico" (1977), considerato da alcuni critici all'altezza del primo.

Mercedes McCambridge dovette citare la Warner Bros. per farsi accreditare come la voce del demone.

Nel film ci sono scene semi-subliminali: quando il prete sta sognando di sua madre che esce dal sottopassaggio, vi è un singolo fotogramma di una faccia, truccata in bianco e nero. Ci sono altri due scene in cui si presume sia visibile questa immagine: quando Regan, sul letto, gira lo sguardo verso padre Merrin e padre Karras e subito dopo la scena in cui gira la testa a 360 gradi.

Jane Fonda, Shirley MacLaine, Audrey Hepburn e Anne Bancroft furono contattate per interpretare il ruolo di Chris MacNeil, mentre si dice che per il ruolo di padre Merrin l’idea era di avere Paul Newman, o addirittura Marlon Brando. Invece Friedkin contattò von Sydow, perché assomigliava a un archeologo missionario che aveva visto in fotografia.

La produzione avrebbe voluto Marlon Brando per la parte di padre Karras. Friedkin impose invece Jason Miller. Questi era un commediografo (vinse addirittura un premio Pulitzer), prima di esordire al cinema con questo film. Tra l’altro tornerà ad indossare la tonaca ne ”L’esorcista III” (1990).

Il leit motiv fu inizialmente composto da Lalo Schifrin, ma il suo lavoro fu rifiutato da Friedkin, che gli preferì “Tubular Bells” di Mike Oldfield, che divenne così un successo planetario; le musiche di Schifrin furono poi riciclate per il film “Amityville Horror” (1979).

William Friedkin usò qualsiasi mezzo per abusare della pazienza del cast. Minacciava gli attori con delle pistole dietro per ottenere lo spavento richiesto. Si dice poi che schiaffeggiò un attore, che strattonasse di continuo e violentemente i membri della troupe, e che addirittura arrivò persino a legare Linda Blair ed Ellen Burstyn.

La fama di film maledetto è stata confermata da parecchi eventi strani che hanno circondato l'anno di riprese del film: la morte improvvisa di nove persone connesse in vari modi con la produzione del film (tra cui l’attore Jack McGowan) e un misterioso incendio che distrusse il set.

L'agenzia che rappresentava Linda Blair la trascurò, suggerendo almeno altri 30 clienti per la parte di Regan. Fu la madre della Blair a portarla al provino per il ruolo, che la figlia superò, battendo la concorrenza di oltre 600 candidate.

Blatty ha dichiarato di recente che secondo lui una bambina non poteva interpretare il ruolo, e suggerì di scritturare un nano.

Il regista Friedkin chiese al consigliere tecnico, il reverendo Thomas Bermingham di esorcizzare il set. Questi rifiutò, perché un esorcismo avrebbe potuto aumentare l'ansia. Il reverendo si limitò a dare una benedizione e a rassicurare la troupe e il cast.

Gli allievi dell'università di Georgetown facevano pagare alla gente 5 dollari ciascuno per poter guardare dal tetto la scena della morte di padre Karras .

Eileen Deitz era la controfigura di Linda Blair per alcune scene, compresa quella della masturbazione con il crocifisso.

Per evidenziare il fiato gelido dei personaggi nella scena dell’esorcismo, la stanza della protagonista venne costruita all’interno di un bozzolo refrigerante. La troupe dovette sopportare i –30/-40 gradi, con le conseguenti complicazioni tecniche e i guasti all’impianto. In un occasione addirittura si formò sul set un sottile strato di neve prima che la troupe arrivasse per le riprese.

Dopo la fine delle riprese, Friedkin trasferì la produzione sulla Quinta strada, al numero civico 666.

La voce del demone inizialmente doveva essere della stessa Linda Blair. Dopo 150 ore di lavoro sulla registrazione del suono in pre-produzione, Friedkin la rifiutò. Invitò la voce di Mercedes McCambridge che per inasprire la voce usò uova, alcool e sigarette, oltre ad essere legata ad una sedia, riuscendo così a formare quei suoni insoliti.

Gonzalo Gavira fu contattato per creare molti degli effetti sani speciali dato che Friedkin ammirava il suo lavoro fatto nel film El Topo (1971). Uno dei suoni più memorabili, la rotazione a 360 gradi della testa di Regan, fu ottenuta torcendo un vecchio portafogli di cuoio di un tecnico del suono davanti a un microfono.

La versione TV è stata stampata dallo stesso William Friedkin, che girò una scena con la statua della Madonna truccata come una prostituta (al posto della ancor più oscena vista al cinema). Anche il doppiaggio della voce del demone (per rimuovere il linguaggio volgare) fu rifatto dallo stesso Friedkin. Comunque questa versione per la TV non viene generalmente utilizzata.

L'infermiera che entra nell'ufficio del dottor Taney dopo l'arteriografia è la madre di Linda Blair.

L'appartamento di Prospect Avenue in cui la storia avviene era abitato una volta dall'autore del film, William Peter Blatty, quando studiava all'università di Georgetown.

L’arrivo di von Sydow alla casa è ispirato a un quadro di Magritte.

Nella versione uscita al cinema nel 2000 ci sono 11 minuti in più: le scene inedite comprendono alcuni effetti computerizzati, una scena in cui Regan, a testa in giù, scende per le scale come un ragno, e un dialogo tra padre Merrin e padre Karras.

Linda Blair, oltre che nel seguito diretto da Boorman, ha recitato anche nella parodia “Riposseduta” (1990), con Leslie Nielsen.
 
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view post Posted on 9/2/2015, 21:37
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Col passare degli anni qualche "acciacco" comincia ad averlo anche questo film, ma rimane sempre un filmone. Riesce ancora a darmi i brividi. Forse, se fatto vedere agli adolescenti d'oggi, ho paura però che si farebbero parecchie risate e non so se per colpa dei limiti del film o di una sensibilità collettiva decisamente mutata rispetto al passato.
 
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emilgollum
view post Posted on 9/2/2015, 21:59




CITAZIONE (Hermetico @ 9/2/2015, 21:37) 
Col passare degli anni qualche "acciacco" comincia ad averlo anche questo film, ma rimane sempre un filmone. Riesce ancora a darmi i brividi. Forse, se fatto vedere agli adolescenti d'oggi, ho paura però che si farebbero parecchie risate e non so se per colpa dei limiti del film o di una sensibilità collettiva decisamente mutata rispetto al passato.

guarda, anche io la prima volta che l'ho visto (da giovane) m'è scappata la risata, sopratutto nella scena del letto che balla. Ma non so se era un modo per "esorcizzare" la paura. :D
 
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