LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis DelaneE finalmente sono tornato, dopo una settimana difficilissima dove sono andato in mille posti e non sono riuscito a trovare un momento per sedermi con calma di fronte al computer. Dedicherò oggi al recupero dei topic che mi sono perso in settimana, rimandando ai prossimi giorni l'eventuale apertura di nuovi, sperando di riuscire a conservare quest'orario almeno per un po'.
Dunque, prima di leggere il primo film di questo semestre, volevo almeno finire il recupero di quelli ancora al cinema virtuale. Ho quindi letto oggi, come prima cosa, questo ultimo (per il momento) opus di Arcadia, peraltro annunciato già da parecchio tempo. Sapevo che era una commedia e che impiegava un cast composto di molti attori noti e bravi, su una vita di ufficio, ma non sapevo niente di più (non ho letto il libro). Alla fine della lettura, mi viene da dire che è stata una lettura difficile ma tutto sommato piacevole: una materia così caotica come quella di una vita da ufficio non è facile sintetizzarla in un film, non importa quanto lungo, ma Gennaro ci riesce con discreta abilità. I personaggi principali- cioè quelli che, nonostante l'impronta corale del lavoro, comunque emergono di più - sono ben tratteggiati (Lynn, Joe, Tom soprattutto), e dopo un iniziale senso di spaesamento il lettore alla fine si orienta senza nemmeno fare troppa fatica (un po' la si fa comunque).
Come al solito, poi, lo sguardo "raffinato" di Arcadia si fa sentire nei punti più seri della commedia, quelli in cui inizia a uscire allo scoperto la profondità di alcuni personaggi, e la commedia si apre a prospettive insolitamente serie. Mi ha colpito in particolare la scena fra Tom e Joe, quando Tom riconosce la superiorità dell'altro sulla sua presunta pazzia, solo perché lui ha continuato a lavorare. Si tratta di brevi lampi all'interno di una sceneggiatura che comunque resta quella di una commedia non troppo seria, ma fa sempre piacere ritrovarli.
Il film è però rovinato da una veste grafica quantomai disattenta, ed è qui che la lettura si fa difficile. Non si contano i casi, nello script, di parole attaccate l'una all'altra, in una quantità impressionante che davvero non mi sarei aspettato da un veterano come Gennaro. Poi, la mancanza delle foto degli attori rende difficile al lettore orientarsi nella selva di nomi (è l'iniziale senso di spaesamento di cui parlavo all'inizio) e distinguere i personaggi, così da limitare in maniera notevole la capacità del lettore di entrare subito nella storia: io, personalmente, sono dovuto arrivare ad almeno un quarto del racconto prima di ambientarmi. I link alle musiche, poi, non funzionano, il che è un altro elemento frenante.
C'è poi da aggiungere che, se è vero che la storia si fa seguire, il finale è meno soddisfacente di quanto può essere: perché i personaggi cui ci si affeziona di più sono quelli che non arrivano alla fine, come Tom, Lynn, Joe o Chris. Tutti gli altri risultano un po' anonimi, malgrado lo sforzo che Gennaro fa per distinguerli con la descrizione maniacale dei dettagli nelle didascalie (altra cosa che non ho molto gradito, ma perché appartengo alla scuola di chi pensa che la presentazione del carattere vada fatta dentro l'azione stessa, almeno in una sceneggiatura): col risultato che, arrivato alla fine, non te ne frega poi più di tanto di sapere che fine hanno fatto. Un po' brutto come risultato, insomma.
Scelti comunque benissimo registi e attori (specie Winona
, ma anche Adrien Brody e Mark Ruffalo).
VOTO: 6/10. Sarebbe stato un 7, ma la veste grafica purtroppo abbassa il voto.