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Go-go girls of the Apocalypse
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Go-go girls of the Apocalypse, Nuno Productions

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SaschaGranato
view post Posted on 3/6/2014, 15:07




RECENSIONE DELLA GRANATO PRODUCTION

Partiamo col dire che “GO-GO GIRLS OF THE APOCALYPSE” tutto sembra essere, fuorché un film di Quentin Tarantino. Il soggetto è nelle sue corde, ma la sceneggiatura, purtroppo, non valorizza il suo stile. La regia di Tarantino è celebre per i primissimi piani ispirati a Sergio Leone, interminabili piani sequenza, dettagli scabrosi, senz’altro, ma sempre prestando attenzione alla qualità estetica dell’immagine. Una regia che negli ultimi anni si è rafforzata, consolidando una piena maturità stilistica, qui, in buona parte, assente.

Quando si decide di scrivere un film per Tarantino, si va incontro ad una moltitudine d’insidie alle quali è dura sfuggire. Va dato merito a Nuno di averci provato con un soggetto sicuramente adeguato, impregnato di quella salsa “pulp” tipica del cinema tarantiniano. Il problema è che Tarantino non è più il regista di Pulp Fiction e Le Iene da molto tempo, e Django è senza alcun dubbio più vicino al cinema d’autore, che al cinema d’evasione e di puro intrattenimento di Kill Bill o Grindhouse. Insomma, ci troviamo di fronte ad un cambiamento importante, e Tarantino, poco a poco, è sempre più orientato ad un cinema impegnato, ricco di violenza ed eccessi, ma anche di spunti culturali fedeli alla realtà. Se fosse stato scritto prima di “Bastardi Senza Gloria”, sarebbe stato certamente un film più credibile. Ovviamente il mio è un giudizio personale e del tutto opinabile, molti non la penseranno come me. E il mio augurio per Nuno è quello di confrontarsi con giudizi più favorevoli del mio, poiché cimentarsi in un’opera così articolata non dev’essere stato affatto semplice.

“GO-GO GIRLS OF THE APOCALYPSE” è la storia di Mortimer Tate, il quale dopo un lungo periodo di isolamento trascorso nelle montagne, decide di tornare nel mondo civile per trovare la sua ex moglie. Scoprirà un mondo totalmente differente e una realtà post-apocalittica dove vige la legge del più forte ed è lecita ogni forma di violenza. Il film è un viaggio “on the road” arricchito da personaggi stravaganti e ragazze mozzafiato, armate fino i denti e lorde di sangue nemico. Immagini di forte impatto che a me hanno ricordano molto lo stile di Robert Rodriguez!

La sceneggiatura si articola in 176 pagine, ma l’impressione che ho avuto è che ne sarebbero bastate molte di meno per completare il film. Lo script è denso di descrizioni come una sorta di romanzo breve, mentre avrei preferito qualche nota tecnica in più e scoprire le ambientazioni attraverso l’efficace movimento della Mdp, simulando un’esperienza visiva, mentre l’opera, appunto, offre una visione statica degli ambienti, come se stessimo osservando un album fotografico. Tutto questo comporta un notevole calo di tensione e ben presto si finisce per provare disinteresse nei confronti della storia.

L’opera da un punto di vista tecnico vanta alcuni punti forza, come la colonna sonora, un sito ben organizzato e graficamente suggestivo, oltre, ovviamente, ad una locandina fra le più belle del semestre. Ma è davvero troppo poco… da questo film mi aspettavo qualcosina di più.

La storia è un susseguirsi di episodi che allungano il brodo impedendo al racconto di spiccare il volo, ma va comunque evidenziato l’impegno rivolto al trattamento dei personaggi. Il cast è ricco di nomi altisonanti, molti dei quali interpretano piccoli camei o ruoli secondari, ma fanno tutti il loro “sporco lavoro” e Gerard Butler nei panni di Mortimer, mi è piaciuto molto. Un personaggio, il suo, capace di ammazzare a sangue freddo quando le condizioni lo impongono, ma al tempo stesso, un uomo di grande sensibilità.

Voto 65/100

Mi spiace aver dato un voto così basso a questo film, ma non trovo giusto raccontare frottole. “GO-GO GIRLS OF THE APOCALYPSE” ha sicuramente degli spunti suggestivi, ma il film complessivamente mi ha un po’ deluso.
 
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Nuno Vox
view post Posted on 11/6/2014, 12:19




Ringrazio Sascha per la tempestiva recensione.

Beh, comincio col dire che dopo il 5 che appioppò a Sherlock Holmes temo sempre un po' le rece della Granato...

Mi spiace che il film non ti abbia convinto. E' vero che la storia è un susseguirsi di episodi, ma si tratta di un viaggio quindi la struttura è voluta.

Sulla questione che il film sia poco tarantiniano non mi trovo molto d'accordo. E' vero, non ho insistito molto sui movimenti di macchina ma principalmente per due motivi. Il primo perché sono fondamentalmente un raccontastorie, non ho studiato regia o sceneggiature e quindi probabilmente sono anche poco pratico di inquadrature e aspetti tecnici. Il secondo è perché non volevo appesantire troppo uno script già voluminoso.

Ero (e sono) perfettamente conscio dei rischi che mi sono preso affidando il film a Quentin. Ma francamente (parere mio eh) non mi convince molto il principio secondo il quale se questo film fosse uscito prima di Bastardi senza gloria sarebbe stato credibile, adesso invece no. E' vero che Tarantino ha maturato il suo stile, ma non mi sembra così fantascientifico che possa tornare a fare un film più sul suo vecchio stile (al quale GGGOTA è visibilmente ispirato). E il fatto che alcune scene ti abbiano ricordato Rodriguez mi fa pensare che non ci sono andato così lontano....

Comunque grazie della rece, farò tesoro delle critiche. E mi fa piacere che almeno alcuni aspetti del film ti siano piaciuti.
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 12/6/2014, 16:55




Tarantino, Tarantino... che dobbiamo fare con te, Tarantino? Una volta che ci siamo abituati al tuo stile cambi. Eh già
Dopo questa introduzione dico che appunto mi aspettavo qualcosa con citazioni e dialoghi pungenti, ma ho trovato solo i primi e inoltre questo è un comune film post apocalittico, potremo dire la versione oiù leggera de "gli ultimi".
Una cosa che mi è piaciuta è questa: non c'è un ritorno alla civiltà alla fine del film, ma l'uomo si deve adattare alla nuova condizione, e la cosa di far vedere tutto con gli occhi di un uomo che torna nel mondo ormai finito dopo nove anni da eremita è davvero originale, siamo con lui mentre si aggira per le rovine, che scopre che esistono cannibali, sette e zar che vogliono prendersi quello che resta del mondo.
Parliamo appunto di Mortimer: non è un po' troppo fortunato?
Non fa tempo ad abituarsi alla nuova "civiltà" che viene salvato da Bill, diventa ricco, gli capitano tutte giuste e spesso con i deus ex machina, mi sembra abbia una fortuna un po' esagerata e a me i personaggi così fortunati non mi piacciono perché poi non ti aspetti colpi di scena. A questo punto iniziava a piacerci più Bill, che mi sembrava molto più cazzuto e interessante.
Il cast mi sembra ok, mi è piaciuto molto appunto Woody Hallerson e mi sa che avrà il mio voto ai CK Awards, la regia però non mi ha convinto, Sascha ha ragione questo film non è Tarantiniano, ci vedrei bene Edgar Wright.
Cmq mi sono comprata il libro, quando lo leggerò ptrei dirti di più.
Voto 6
 
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SaschaGranato
view post Posted on 21/6/2014, 17:17




CITAZIONE
Beh, comincio col dire che dopo il 5 che appioppò a Sherlock Holmes temo sempre un po' le rece della Granato...

Mi spiace molto, sul serio; ci sono molti tuoi film che mi piacciono moltissimo!

CITAZIONE
Sulla questione che il film sia poco tarantiniano non mi trovo molto d'accordo. E' vero, non ho insistito molto sui movimenti di macchina ma principalmente per due motivi. Il primo perché sono fondamentalmente un raccontastorie, non ho studiato regia o sceneggiature e quindi probabilmente sono anche poco pratico di inquadrature e aspetti tecnici. Il secondo è perché non volevo appesantire troppo uno script già voluminoso.

In effetti troppi aspetti tecnici rischiano di appesantire lo script, però, in passato, hai scritto sceneggiature decisamente più palpabili da un punto di vista "visivo". Con questo cosa intendo dire? Non è indispensabile inserire note tecniche complicate, piuttosto, suggerire dei movimenti di macchina con l'ausilio di semplici descrizioni, come hai fatto, ad esempio, con Hideout.

CITAZIONE
Ero (e sono) perfettamente conscio dei rischi che mi sono preso affidando il film a Quentin. Ma francamente (parere mio eh) non mi convince molto il principio secondo il quale se questo film fosse uscito prima di Bastardi senza gloria sarebbe stato credibile, adesso invece no. E' vero che Tarantino ha maturato il suo stile, ma non mi sembra così fantascientifico che possa tornare a fare un film più sul suo vecchio stile (al quale GGGOTA è visibilmente ispirato). E il fatto che alcune scene ti abbiano ricordato Rodriguez mi fa pensare che non ci sono andato così lontano....

Non saprei... Tarantino, negli anni, ha sempre puntato a film di maggior spessore e qualità, dubito possa fare un passo indietro. Il tratto sporco e asciutto dei suoi primi film sono frutto anche di una povertà di mezzi che hanno spinto Tarantino a massimizzare il risultato dei suoi lavori, con quel poco che possedeva. Secondo me il Tarantino di oggi sogna "C'era una volta in America" e non "Per un pugno di dollari", per intenderci... ma questa è una mia personale opinione.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 23/6/2014, 20:43




appena finito di leggere, ecco le mie quattro parole che se no chissà quando lo recensisco. allora, dico le prime cose che mi vengono in mente, la cosa che sicuramente è più interessante è l'ambientazione post-apocalittica, che è sì vista e stravista, però con quel dettaglio del simil-McDonald's che rende tutto più interessante. e infatti lo sceneggiatore avrebbe potuto lavorarci su un po' di più, perché l'atmosfera è resa bene ma non sfruttata appieno. un'altra cosa a cui lo sceneggiatore avrebbe dovuto fare attenzione sono i dialoghi: alcuni sono troppo troppo lunghi, il ritmo subisce un rallentamento pazzesco con questi dialoghi. all'inizio oltretutto il personaggio che parla e spiega tutto mi è sembrato forzato, lo sceneggiatore avrebbe potuto usare o delle didascalie o delle immagini per spiegare tutto. per quanto riguarda i personaggi, il trattamento è buono, per quanto forse Agnese abbia ragione a dire che Mortimer è un po' troppo fortunato (e magari lo sceneggiatore avrebbe potuto osare un po' di più nella "decostruzione" dell'archetipo "eroe", "decostruzione" che qua e là pare fare capolino: penso al discorso davanti al fuoco e in effetti anche al personaggio di Annie). l'intreccio risente un po' troppo di un andamento da "videogame", con vari step (prima la città, poi i cannibali e così via), ma forse era l'unico possibile. e come detto, anche a causa di dialoghi troppo lunghi, l'intreccio in certe parti è un po' lento, mentre il finale è un po' troppo frenetico. attenzione: non sto dicendo che i dialoghi non sono belli, ma semplicemente che andavano un po' spezzati.
 
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uomo_d
view post Posted on 3/7/2014, 16:02




La Nuno Production, una delle case cinematografiche più prolifiche del circuito di CK, torna nelle sale con "Go Go Girls of Apocalypse", con alla regia niente poco di meno che Quentin Tarantino.
Assistiamo all'ennesima situazione post-apocalittica, contesto che è forse un po' abusato su ck, ma che può sempre essere occasione per impostare soggetti anche molto originali. In questo caso si tratta dell'avventura on the road di Mortimer Tate, che rifiuta la vita eremitica, dopo 9 anni, per mettersi a caccia di sua moglie. La caccia è lunga e piena di incredibili peripezie, contornate da incontri con personaggi di ogni sorta. Si tratta di una pellicola avvincente, con svariati e interessanti colpi di scena.
Personalmente mi ha incollato allo schermo e mi ha molto entusiasmato, anche se ho notato alcune "problematiche" che la penalizzano parzialmente: in primis non ho capito cos'abbia spinto Mortimer a cercare sua moglie sino a rischiare la vita. E' una considerazione che ho fatto non subito dopo la lettura, ma proprio ora che mi apprestavo a recensirla. In effetti il passaggio è un po' forzato, forse. Inoltre i due principali antagonisti nel nuovo mondo, ovvero mr. Armageddon e lo Zar sono personaggi sì sui generis e inattesi, ma i loro dialoghi mi sono sembrati troppo forzati. Come in Crepuscolaria ho notato un'eccessiva preoccupazione nello spiegare ogni passaggio allo spettatore. Va detto che, in altri film, quando non è accaduto ciò ci si è lamentati che la trama non era chiara in alcuni passaggi, ma preferisco la seconda critica agli "spiegoni". Inoltre manca, a parer mio, il tocco "scenico" tarantiniano. C'è sì la violenza e il ritmo, ma secondo me manca l'ironia tipica di Quentin e il suo gusto per la citazione.
Detto di questi difetti non posso che sottolineare anche gli innumerevoli pregi del film di Nuno: giusta lunghezza, situazioni raramente banali e sempre ben circoscritte, uno straordinario contorno grafico e sonoro. Complessivamente dunque reputo corretto dare un 79 come voto (8 al sondaggio) perchè il film mi è piaciuto molto, ma non arriva all'ottanta per quei due tre difetti di cui sopra.
Complimenti comunque a NUno per la celta di un bel soggetto. Non conosco la trama dell'originale, comunque apprezzabile il finale, che non vuol dare morali facili, ma semplicemente sottolineare lo spirito di adattamento e di ricerca del "meglio"£ che da sempre anima la nostra specie.
Complimenti, inoltre, anche per la scelta del cast, volti che non conoscevo molto, ma che mi sono sembrati tutti ben calati nelle rispettive maschere!
 
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Andrew.
view post Posted on 5/7/2014, 13:18




Rece flash per attestare la lettura, poi rispondo più dettagliatamente.


Che Tarantino possa fare un film del genere non lo escluderei a priori, parlando infatti di ambientazione ci ha dimostrato che non conosce limiti di tempo e spazio. Semmai si può discutere sul come Tarantino avrebbe scritto lo stesso film. Ho trovato certi passaggi un po' forzatamente "tarantiniani", come se chi li avesse scritti si fosse concentrato per farli somigliare ai tipici discorsi inutili ma accattivanti del regista, senza però riuscirci e dando allo spettatore una spiacevole sensazione di forzatura. Inoltre molti di questi dialoghi, specie quelli lunghi dove spiegano ogni cosa, sarebbero stati evitabili, troppo pesanti.
Per il resto il film si fa seguire con piacere, ha la tipica struttura degli on-the-road, qua quasi un po' a videogame, ma in questo caso è stato funzionale perchè lo scopo è quello di divertire lo spettatore.
Personaggi in parte, sceneggiatura un po' troppo lunga per il target, anche se ormai da Nuno non ci aspettiamo diversamente. Ottime le musiche e tutto il contorno, come la locandina davvero bella.


7
 
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view post Posted on 7/7/2014, 22:30
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Anche se con enorme ritardo, finalmente vado a recensire l'ultimo film di Nuno.

Soggetto & sceneggiatura: ambientazione post apocalittica e un'umanità (o meglio ciò che ne resta) che tenta per l'ennesima volta di risollevarsi dall'abbrutimento e dallo stadio quasi animale in cui si trova. Nulla di particolarmente innovativo, un soggetto già ampiamente sfruttato dalla cinematografia ma che fa sempre il suo dovere. In questo caso i toni cupi vengono debitamente smorzati da numerose battute e da una generale atmosfera quasi da "cazzeggio" in cui nessuno si prende mai troppo sul serio e la situazione non è mai così drammatica come sembra. Molto interessante la trovata del Joey's Armageddon e del fatto che la rinascita dell'umanità ruoti tutta intorno a un club di spogliarelliste. Il film descrive molto bene le dinamiche di questa società post apocalittica e grazie a delle efficaci pennellate ci si sente subito immersi in questo mondo sporco e sudicio. Il film ha una progressione piuttosto lineare con il protagonista che avanza imperterrito, contro ogni avversità, verso la sua meta, il ricongiungimento con la sua ex moglie. La prima parte però è piuttosto dispersiva, con Mortimer in balia degli eventi, sballottato da una minaccia all’altra (cannibali, donne assatanate…) che in realtà non aggiungono molto al racconto. Il film ingrana realmente solo quando Mortimer e i suoi due amici di riuniscono di nuovo e raggiungono la città fortificata che sembra una sorta di paradiso terrestre. E’ un peccato dover aspettare così tanto prima che la vicenda entri nel vivo, soprattutto in un film di puro intrattenimento come questo. Da lì in poi tutto si fa più interessante, anche perché scopriamo di più sul Joey’s Armageddon e sulla sua importanza per la civiltà. Il film punta molto sulla componente action (a volte anche splatter) e quindi non si sofferma più di tanto sull’approfondimento di certe tematiche che nella storia vengono solo accennate (la ricostruzione di una civiltà tramite l’alcool e il sesso, le Go-go girls che non si è ben capito se sono un simbolo di emancipazione femminile o l’esatto contrario…). Il finale in cui non c’è nessun vincitore ma solo l’ennesima guerra distruttiva è altrettanto interessante, come anche il punto di vista di Freddy, in contrapposizione a quello del Joey’s Armageddon. Peccato che anche qui è solo un accenno, che arriva poco prima del finale e che invece, proposto prima nell’economia della storia, avrebbe dato ben altro spessore al film. Secondo me c’erano diversi spunti per poter far compiere al film quel salto di qualità per trasformarlo in qualcosa “di più”. Nuno invece ha preferito puntare tutto sull’intrattenimento trucido e da b-movie, alla Grindhouse, confezionando un film che riesce nell’intento di divertire, ma troppe volte viene ostacolato da lungaggini inutili (a livello di trama).
Regia: uno come Tarantino ce lo vedo perfettamente in un film del genere e non lo trovo così fuori posto come hanno detto altri. E’ vero che negli ultimi anni si è dato a film di un certo spessore, ma sappiamo tutti che uno come lui è capace di uscirsene di punto in bianco con un b-movie da quattro soldi (lo stesso Grindhouse non è poi così lontano negli anni). Certo, probabilmente Nuno scegliendo uno come Rodriguez sarebbe andato più a colpo sicuro e avrebbe evitato le critiche che un nome intoccabile come Tarantino si porta inevitabilmente dietro.
Cast: come sempre gran lavoro di casting. Butler fa il suo in un ruolo che gli si addice. Harrelson è un ottimo caratterista e Lola Leon una bella scoperta che lascia il segno.
Musiche: ottime, alcune mi sembrano anche perfettamente calate in un certo immaginario pulp.
Sito & locandina: sito curatissimo come sempre accade per i film di Nuno e locandina bellissima, credo la migliore del semestre.
Voto conclusivo: un film che fonde atmosfere post apocalittiche, sequenze action, momenti splatter, e un certo gusto per il pulp in un cocktail riuscito ma non completamente. Al di là dei diversi spunti interessanti che rimangono solo accennati, il film soffre di un ritmo troppo altalenante per via di un inizio lento, nonostante le sequenze action, che in realtà non fanno progredire la storia. Un film di questo tipo, leggero e disimpegnato, necessitava di ulteriori tagli per rendere la storia più snella e quindi efficace. Rimane comunque un film piacevole, che ricrea perfettamente un mondo pulsante in cui è facile immergersi,e che soprattutto regala grandi soddisfazioni a chi è in cerca di intrattenimento trucido e “ignorante”. 69/100
 
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mastruccio
view post Posted on 10/7/2014, 14:26




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Gli ultimi film, come sempre, li recensisco in ritardo e brevemente, e me ne scuso con gli interessati.

Soggetto & sceneggiatura: E' una storia che si svolge in un mondo post-apocalittico, con un protagonista sbucato fuori da una caverna dopo anni di eremitaggio volontario per sfuggire ad un divorzio. Giacchè sono anni che non parla con un essere umano, appena ne vede tre che gli vengono incontro vorrebbe giustamente chiedergli cosa sia successo nel frattempo. Però i tre non sono armati di buone intenzioni ma di fucili pronti ad ucciderlo. Non ne capiamo il motivo, perchè non viene proprio detto, e vabbè! Il povero Mortimer si vede quindi costretto, suo malgrado, a farli fuori uno dopo l'altro. Suo malgrado, perchè subito dopo si scusa con i tre cadaveri e ci propina un monologo/spiegone molto lungo e piuttosto strambo, perché sennò il pubblico non ci capisce una mazza.
Ok! Capito di che pasta è la storia che Nuno utilizza per il suo film, deciso di posare foglio e penna canonici che uso di solito per appuntare le mie annotazioni utili per le recensioni, e mi godo il proseguio del film spegnendo qualche sinapsi per non dover rovinarmi la visione ad ogni questione che mi farebbe sorgere qualche dubbio. Meglio così, perchè il film, nel suo lungo insieme, si legge volentieri, anche se alla fine avrebbe giovato un lavoro maggiore di adattamento cinematografico e di asciugatura per eliminare quello che ritengo il difetto principale.
Infatti il film è troppo lungo. La sceneggiatura ha sì un ritmo molto elevato, ma prima di ingranare veramente la quinta e volare alto ci mette quasi metà tempo, perdendosi in situazioni che avrebbero potuto benissimo essere adattate, ridotte o addirittura tagliate, perchè non aggiungono nulla di sostanziale alla storia. La parte finale, poi, si svolge troppo sbrigativamente, lasciando più di un dubbio su come si sia risolta la situazione mondiale. Almeno io non ho capito bene. Forse l'epilogo meritava qualche riga in più.
Regia: Il soggetto è un romanzo di Victor Gischler, e Nuno ne sposa fedelmente lo stile e l'ironia, affidando la regia del film a Quentin Tarantino. Scelta quasi azzeccata, perché il racconto è in realtà più nelle corde del Tarantino di qualche anno fa. Forse sarebbe stato più adatto il suo compare Rodriguez.
Cast: Un cast più che buono, con il fisicaccio di Gerard Butler che ben si adatta al ruolo del protagonista Mortimer Tate, e il degno comprimario Woody Harrelson che interpreta un personaggio, Bill, che pare tagliato su di lui. Un'ottima impressione sul pubblico la lascia la bella Lola Leon, nel ruolo della giovane prostituta Shelia. Tutti gli altri sono ben scelti, con nomi più o meno conosciuti, alcuni forse troppo noti per ruoli abbastanza piccoli (Eli Roth e Samuel L. Jackson).
Musiche: la colonna sonora è composta da ben venti brani. Non sono un fautore delle soundtrack solo cantate, ma per la verità qualche brano è proprio azzeccato. In un film di Tarantino ci sta, quindi alla fine approvo la scelta.
Sito & locandina: Nuno è sempre attento a questi aspetti, e la cura che mette per la preparazione del sito e della locandina è quasi al livello di professionismo. Come sempre ci troviamo di fronte a una bella locandina, e ad un sito pieno di contenuti e con una grafica perfetta. Da applausi.
Voto: 69/100 Se Nuno avesse messo mano al romanzo in modo più personale, tagliando più di quanto abbia fatto, avrebbe certamente fatto un film più agile e da subito centrato sul tema portante della storia. Però, va riconoscito, è un film onesto. Voleva fare un film di semplice intrattenimento, venato di splat e ironia tarantiniana, e possiamo dire che l'operazione è piuttosto ben riuscita. Non è certo un capolavoro, e forse oggi Tarantino un film uguale a questo lo farebbe quasi per gioco. Però va bene lo stesso.
(7 al sondaggio, ma ironia per ironia, visto che nelle curiosità se ne fa cenno, e sono 69 scene...)
 
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view post Posted on 17/7/2014, 09:07
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Cinefilo Ad Honorem

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Nuno torna di nuovo sul sotto-genere fine del mondo, sbagliando solo due cose: la regia (ragazzi, Tarantino NON è questo) e la parte finale, in cui come in Crepuscolaria, si sgonfia un po' tutto l'effetto caciarone di questo ritorno agli anni '80.
 
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view post Posted on 18/8/2014, 22:02

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Ooh, finalmente torno a recensire! Ragazzi miei, che gioia!

Sul treno che mi riportava a casa dalla montagna, ho letto grazie al cellulare il film di Nuno, un film che attendevo con curiosità da parecchio tempo, e non solo per il nome di Tarantino. Tra il titolo e l'argomento, la cosa mi stuzzicava parecchio, anche perché io amo i film "picareschi", quelli che hanno al loro centro dei poveri cristi che percorrono una lunga strada affrontando mille insidie e avendo tante avventure tragicomiche, condite magari con un pizzico d'erotismo (un giorno o l'altro scriverò qualcosa di simile).

Soddisfatto? In parte.

Dal punto di vista della fantasia, applaudo senza riserve. Se non ho capito male, il film è originale, ma anche se non lo fosse, riuscire a mantenere un controllo immaginativo su questa serie fornitissima di luoghi, personaggi e atmosfere è comunque impresa non da poco, e riuscita quasi del tutto, tranne che su alcuni punti (la seconda comparsa di Sheila, ad esempio: per capire che era la ragazzina innominata dell'inizio, ci ho messo un po'). La meraviglia visiva e narrativa regge in pratica sempre o quasi, la descrizione della disperazione e del grottesco di questo mondo post-apocalisse è efficacissima e ha parecchi punti che si candidano a diventare punti fermi dell'immaginario di CK. Le scene d'azione e splatter, tipiche dello stile del regista, non solo non appesantiscono il tutto, ma sono davvero agili, aggraziate, quasi pulite nella loro nonchalance e nel modo in cui si incastrano nella storia. L'ironia, infine, tipica di Tarantino, in certi punti è davvero gustosa.

Parlando di Tarantino: Nuno ha modellato il film su di lui, e il risultato è eccellente anche qui. Ce lo vedo, il buon Quentin, a dirigere un film del genere, è veramente suo questo film, nella mescolanza dei generi, nell'azione continua e nei dialoghi ironici, nel piacere citazionista e un po' dissacratore. Il cast, poi, è azzeccatissimo in ogni suo componente, perfino in Ron Jeremy e Tom Savini, bellissimi nella loro autoironia.

Quindi, il film mi ha catturato, è ricchissimo d'immaginazione, ha scene d'azione scritte magnificamente e un cast ricco e solido. Mi è quindi piaciuto, e molto. Però c'è un problema, che un po' gli tarpa le ali. Come ho detto, Nuno riesce a padroneggiare benissimo le singole scene e i singoli episodi, oltre che a delineare personaggi semplici ma di sicuro impatto. L'insieme, però, non è altrettanto perfetto, anzi mi sentirei di dire che l'insieme è proprio scricchiolante, perché al film, sostanzialmente, manca un centro solido.

E' esattamente il motivo per cui io preferisco Django a Bastardi: entrambi ricchi, entrambi epici, entrambi raffinati, però Django ha una compattezza che Bastardi non ha. La ricerca che l'ex schiavo fa della moglie, infatti, coinvolge le aspettative del pubblico su di lui, così che lo spettatore tifi, si immerga negli episodi, abbia sempre presente che il film un finale ce l'ha, e che verso quello stiamo andando. Il che dà un sapore particolare a tutte le avventure prima, che sono gigantesche attese che ampliano la suspense per il finale. Bastardi, non avendo questo centro, invece resta un po' freddo, al di qua del coinvolgimento emotivo dello spettatore, di sicuro una grande dimostrazione di cinema in scene singole girate perfettamente, ma con pochissima sostanza dietro a nascondere l'autocompiacimento del regista nel condurre questo gioco.

Go-go girls soffre dello stesso problema. Non che Mortimer, Bill e Sheila non siano simpatici, o che la loro ricerca non coinvolga: il centro in questo film, la meta del viaggio, c'è, solo che non è solida abbastanza. Dopo qualche scena, è come se il piacere citazionista, quello della visione, prendesse la mano allo sceneggiatore, il curare i singoli episodi fa scordare o mette seriamente a rischio la meta finale, che alla fine non è più nemmeno così soddisfacente da raggiungere. L'incontro tanto atteso fra Mortimer e la ex moglie è, infatti, una delusione: tutta quella strada per poi lasciarla andare così? Non si voleva la scena romantica, ma un minimo di dialogo un po' più sviluppato sì, qualcosa che desse alla meta il sapore di una tappa raggiunta, per poi andare verso altri lidi, se non altro per equilibrare la magnificenza delle scene precedenti. Non sto suggerendo che era meglio tagliare degli episodi (assolutamente no), solo curare un po' meglio il finale per non lasciare in bocca allo spettatore di un senso di non-chiuso, incompiuto.

VOTO: 7,5/10. Un viaggio bellissimo, quello che ci fa fare Nuno in questo mondo grottesco ricreato con fantasia felicissima, con un cast eccellente e un ritmo spettacolare. Peccato che, alla fine, la meta sembri non valere il viaggio.
 
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11 replies since 31/5/2014, 03:19   191 views
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