| LARGO AL FACTOTUM! Le recensioni di Francis Delane
Un minuto di silenzio per apprezzare che sono tornato a scrivere queste parole. Ok, fatto.
Qui devo iniziare la recensione con un mea culpa: ho letto questo film mentre ero via dal gioco, come favore personale ad Agnese, quando ancora non avevo il minimo desiderio di tornare in questa comunità. In compenso, posso dire che se non altro mi ha fatto venire il tarlo del dubbio, quindi, felix culpa!
Ammetto che molto più di quello che è già stato detto non riuscirei a dire (sì, questa volta ho fatto lo sforzo di leggermi le recensioni precedenti, ma forse è un errore, quando alla fine non si aggiunge nulla di sostanzialmente nuovo). Mi sono appassionato alle vicende della band anche se non sono un appassionato del metal, e mi sono anche segnato il libro nella mia lista di libri da leggere. Sono d'accordo con chi dice che è il film migliore di Agnese a oggi, segno di una maturità espressiva tanto cercata e finalmente trovata. Sono anche d'accordo che la prima parte sia quella più riuscita, anche se io a dir la verità ho trovato una carica molto forte anche dopo la morte di Cliff e fino all'abbandono di Jason, e non ho quindi notato un grande dislivello fra le due parti. Vorrei dire che avrei preferito si concludesse il film in tono sommesso, con la scena dell'accettazione delle responsabilità da adulti, perché sarebbe stato un finale meno scontato, ma qui la memoria mi ricorda la commozione provata nell'ultima scena, quando Cliff ricompare come fantasma al concerto. Che ci volete fare, sono un sentimentale.
Ron Howard è la scelta giusta: un buon mestierante che ha diretto qualche buon film, senza personalità geniale ma con un buon mestiere. Il regista perfetto per un biopic che voglia accontentare i fan senza però risolversi nell'autocelebrazione a tutti i costi. Azzeccato il cast, per quanto in certi casi si faccia fatica a immaginare quelle facce da adolescenti perfettini (specie DeHaan) con capelli lunghi e orecchini (ma non è colpa di Agnese): menzione speciale per il bravo Joseph Gordon-Levitt. Nessuna critica sulle musiche, da me molto apprezzate.
VOTO: 8/10. E stavolta, per fortuna, non sono l'unico a pensare bene di un film di Agnese. Il tempo mi ha dato ragione, quando difendevo i suoi primi lavori. Un biopic classico e ben costruito, senza infamia e con qualche lode, che appassiona anche chi non è fan del genere e riesce a coinvolgerlo. E' lo stesso voto a Charlot di Attenborough, il film su Chaplin, e per le stesse ragioni, quindi no, non c'è favoritismo.
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