| IL PIANETA DEGLI DEI – LA TORRE DI BABELE by Clint94
Quando ho finito la lettura del film, avevo voglia di armarmi e andare a combattere contro dei e chimere o di salire su una navicella spaziale e attaccare la nave madre di Enlil. Già questo dovrebbe rendere Andrew soddisfatto del suo lavoro. La prima cosa che ho pensato al termine della lettura è che questo è davvero un grande, grandissimo kolossal hollywoodiano, probabilmente il film più epico che abbia mai letto qui su Cinematik. E se tutti i kolossal di Hollywood nella realtà fossero così, il cinema sarebbe più bello di quello che è. Devo dire anche che Andrew ha fatto bene a smorzare gli entusiasmi, spiegando che questo è principalmente un film action d'intrattenimento e che sicuramente non è il suo miglior film, perché è vero: infatti nonostante i bei personaggi e qualche riflessione interessante, a predominare (giustamente) sono l'azione e l'avventura. Per questo motivo capisco anche perché Andrew pensa che il film abbia poche possibilità di vincere l'Award, e ora che l'ho letto effettivamente lo penso anch'io. L'inizio del film non mi aveva entusiasmato: la situazione iniziale è molto classica (il popolo oppresso che cerca di organizzare una rivolta), un paio di scene (la morte del personaggio di Max Von Sydow per esempio) non mi avevano molto convinto e il personaggio di Gilgamesh mi sembrava banalissimo. Invece poi la storia comincia a svilupparsi molto bene e i personaggi vengono tutti approfonditi. Oltre alla trama principale, ossia il piano dei ribelli di costruire una nave spaziale con cui attaccare la nave madre di Enlil con la copertura della torre di Babele, si sviluppano due filoni molto interessanti, che riguardano il rapporto tra Neki e Kalin e il tradimento di quest'ultima, e l'interesse morboso di Gilgamesh per Samira, la donna di Namar, uno dei capi ribelli. Da poco più di metà film in poi, infine, c'è la guerra, e assistiamo a un'infinità di scontri, battaglie campali, duelli corpo a corpo, combattimenti con mostri e chimere, lotte spaziali, rese dei conti. E tutto ruota intorno al rapporto tra i due fratelli, Neki ed Enlil, che, se nel primo film era solo rivalità, qui sfocia in guerra aperta. Neki è un emarginato, un reietto, che vaga per le città degli uomini con il cappuccio calato sulla testa, nascondendosi dai suoi simili che per volere di Enlil gli danno la caccia. Enlil invece continua la sua spietata politica di sfruttamento degli esseri umani, mentre continua ad addestrarsi e ad accrescere la propria forza e il proprio potere (molto bella la scena in cui compare per la prima volta e lotta con uno dei suoi uomini). Neki è il maggiore, il più maturo, mentre Enlil, più giovane e impulsivo, soffre di una sorta di complesso d'inferiorità, prova invidia nei confronti del fratello. Il dialogo finale tra gli anziani sovrani del pianeta degli dei è davvero inquietante, perché ciò che dicono è vero: tutti gli scontri, le battaglie e i morti non sono altro che il frutto della rivalità tra Neki ed Enlil, il risultato dei loro tentativi di mostrarsi l'uno superiore all'altro, di fare bella figura agli occhi del vecchio padre. Andrew insiste molto proprio sull'ambiguità del personaggio di Neki, che viene continuamente messo in discussione. È presentato come un eroe, un salvatore, ma non gli vengono risparmiati i lati oscuri, come viene sottolineato nei dialoghi con Kalin o in quelli con Enlil nel finale: forse Neki in realtà combatte in favore degli umani solo per opporsi a Enlil, per dimostrargli di essere il migliore. In ogni caso, come dicono gli anziani alla fine, la responsabilità della guerra è anche sua. Commovente il finale, quando Neki lancia Enlil agonizzante giù dal precipizio con le lacrime agli occhi dopo aver ripensato alla loro giovinezza. Forse alla fine ciò che resta più impresso di tutta questa grande saga è questo rapporto di eterna competizione tra questi due fratelli che coinvolgono popoli interi nei loro tentativi di mostrarsi i migliori. Le interpretazioni di Aaron Eckhart e Joe Anderson sono eccellenti: in particolare il secondo, che nel primo film restava nell'ombra, qui dà il meglio di sé e in almeno un paio di scene le sue espressioni sono memorabili (penso a quando rivela con disprezzo a Kalin che suo fratello è già morto da un pezzo). Tra i personaggi secondari, i più interessanti sono Gilgamesh e Kalin (e mi chiedo come ha fatto Andrew ad aggiungere questi personaggi in seguito, dato che sono fondamentali). Il primo, come ho detto, all'inizio non mi era piaciuto per niente per come viene presentato, mi sembrava piattissimo come personaggio, invece poi mi sono dovuto ricredere. Il suo rapporto con Samira è descritto benissimo: Gilgamesh sa di essere un dio e si ritiene superiore agli umani, che considera solo delle bestie, ma è inevitabilmente attratto dalla bellezza di Samira e quando si rende conto di provare qualcosa per una “bestia” reagisce con violenza estrema. Alla fine posso dire che è un personaggio riuscitissimo, però Neeson non mi è sembrato molto adatto alla parte, avrei preferito qualche altro attore (tipo Sean Bean, che ha lavorato spesso con la Chimera). Anche Kalin è un ottimo personaggio: combatte in favore degli umani ed è una guerriera formidabile, ma anche lei lotta solo per motivazioni personali (Enlil le ha portato via il fratello) e pur di raggiungerli è disposta a tradire la causa dei ribelli; ma si riscatterà nella battaglia finale. È interessante notare comunque come quelli che dovrebbero essere i due “buoni”, Neki e Kalin, gli unici dei che si schierano dalla parte degli umani, in realtà lo fanno uno per la rivalità col fratello e l'altra per ritrovare il proprio fratello. Insomma, Andrew toglie ogni aurea di eroismo ai suoi protagonisti: non combattono veramente per aiutare gli esseri umani, ma hanno tutti un secondo fine personale. Mi è sembrato meno riuscito il personaggio di Namar, il più piatto di tutti (è solo un giovane e coraggioso ribelle); però probabilmente è l'unico personaggio completamente positivo del film, insieme a Samira (perfetta e bellissima Freida Pinto). Ho apprezzato poi anche in questo film i riferimenti biblici e mitici, anche se sono presenti in misura minore rispetto al primo. Oltre alla costruzione della torre di Babele, assistiamo alla distruzione delle città ribelli di Sodoma e Gomorra, e il personaggio mitico di Gilgamesh, eroe del primo poema epico della Storia, mitico sovrano di Uruk, qui diventa un dio tirannico che governa la città col terrore. E poi parliamo della seconda parte. Probabilmente questo è il film più spettacolare che abbia mai letto, con diverse scene di combattimento memorabili: oltre al duello tra Neki e Enlil, e alla morte di Obeid, sono belle le scene in cui Kalin col bambino cerca di distruggere l'astronave che risucchia tutto, o la morte di Gilgamesh per mano di Samira, o l'impatto finale della nave madre con la torre. Il tutto accompagnato da musiche epiche bellissime, che suscitano l'entusiasmo dello spettatore e lo trascinano nel vortice di combattimenti. Come nei classici kolossal di Hollywood, nel mezzo della battaglia c'è posto anche per qualche battibecco divertente (quelli tra Ruf e Neki) e qualche atto di eroismo di personaggi inaspettati (il bambino). E alla fine, come ho detto, anch'io avrei voluto entrare nel film per combattere al fianco dei protagonisti. Forse ciò che mi è dispiaciuto di più nella lunghissima battaglia finale è il modo in cui muore Enlil, nel senso che viene ferito nell'impatto della nave con la torre ma probabilmente mi sarebbe piaciuta di più una morte in duello con Neki. Ma sono sottigliezze. J.J. Abrams alla regia è perfetto e svolge un lavoro impeccabile, sicuramente almeno da nomination. La colonna sonora è eccellente, soprattutto le musiche epiche della battaglia finale. Ho però due segnalazioni da fare: la prima è che, mentre in genere nei nostri film i brani musicali durano molto di più della scena corrispondente, qui ho riscontrato il difetto opposto, e cioè che spessissimo la musica finiva prima che io finissi di leggere la scena. Non mi era mai capitato. Tra i brani poi, tutti ben scelti, stona un po' Time di Hans Zimmer, che è il brano conclusivo di Inception e vederlo qui mi ha fatto un effetto strano. Il mio pezzo preferito è Protectors of Earth, in questi giorni lo sto ascoltando in continuazione. Per il sito, be', tanto di cappello. Io frequento spesso mymovies e vedere che l'impostazione del sito del film è la stessa delle pagine dei film di mymovies mi ha davvero entusiasmato. Mi chiedevo però se è voluto il fatto che molti link della pagina portino alla pagina di mymovies di Star Trek. La scena nascosta l'ho cercata, ma non l'ho trovata. Simpaticissime anche le finte recensioni. In conclusione, posso dire che “La torre di Babele” ha mantenuto le alte aspettative, anche se in modo un po' diverso da quello che mi aspettavo. Pensavo che il film fosse più simile al primo, invece qui prevale l'azione e l'epicità, anche se comunque ci sono personaggi molto riusciti e un buon intreccio. Andrew comunque è sicuramente riuscito nei suoi intenti: omaggiare i grandi kolossal di fantascienza, scrivendo un film che ne imita alla perfezione lo stile. Ed è vero che se un film del genere uscisse nella realtà, avrebbe un ottimo successo sia di pubblico sia di critica. Insomma, non è il miglior film di Andrew perché alcuni suoi lavori precedenti sono molto più profondi e riflessivi, ma nel suo genere “La torre di Babele” è perfettamente riuscito ed è una lettura piacevolissima, direi quasi esaltante per tutta la parte finale. Non penso sia un film da Award, ma è sicuramente una pellicola notevolissima, che ho letto volentieri come poche altre, grazie anche ad uno script scorrevole e mai pesante. E a questo punto aspettiamo il terzo capitolo della saga, visto il finale aperto dell'ultimissima scena (che cos'è il grande fine?).
VOTO: 7/8
Volevo fare infine una piccola riflessione. Ho letto in due giorni consecutivi The Good Thief e La torre di Babele, e sono entrambi film molto belli, i migliori del semestre insieme a La ragazza di carta. Il film di World è tecnicamente impeccabile, è ricco di personaggi ben fatti, tratta temi importanti e ha pochissimi difetti; la cosa di cui lo si può accusare principalmente è la pesantezza. Però ho fatto fatica ad arrivare alla fine, nel senso che è uno script molto pesante, che non si riesce a leggere tutto di fila e che obbliga a fare delle pause durante la lettura. La torre di Babele è un film più commerciale, meno profondo, con una storia molto più semplice e un intreccio molto più lineare, che però mi ha catturato fino alla fine, tenendomi attaccato allo schermo, e che ho letto molto volentieri, in tempi non troppo lunghi, tutto di fila e senza stancarmi. A mente fredda, "The Good Thief" probabilmente è un film migliore, nel complesso. Però se dovessi dire quale film mi ha entusiasmato di più e quale dei due rileggerei più volentieri, direi "La torre di Babele". Per questo sono stato molto indeciso sul voto da dare a questi due film. Alla fine ho dato praticamente lo stesso voto, ma ho cercato di essere oggettivo e ho dato un pochino di più a The Good Thief (8-, mentre a questo 7/8; in pratica 79% al film di World e 77% a quello di Andrew). Mi chiedo se anche a voi è capitato di avere dubbi del genere e come vi comportereste in questi casi.
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