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L'albero senza frutti
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L'albero senza frutti, Chimera Films

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Andrew.
view post Posted on 12/2/2011, 18:48




http://chimerafilms.altervista.org/albero/home.html

Buona lettura e buon Love&Smiles contest.






Intervista


- Perchè e come sei arrivato alla produzione di questo film?


Avevano prestato il libro a mio padre. Non appena ho finito di leggerlo ho deciso subito di farci un film.



- Parlaci delle scelte di cast e regia.


Gabriele Salvatores lo trovo molto adatto per questo film. Volevo lavorarci insieme quando ho fatto il Birraio, ma quel film era troppo lontano dalle sue corde, mentre questo lo vedo più vicino per tematiche e genere.
Comunque si sono già tutti presentati nell'intervista di Francis ;)


- Ci sono altri aneddoti e curiosità riguardo alla lavorazione?

Uhm, un aneddoto è che mio padre è stato per un lungo periodo a chiedermi il libro perchè doveva riconsegnarlo a quello che glielo aveva prestato. Ma a me serviva perchè dovevo scrivere la sceneggiatura e certi dialoghi avevo il bisogno di leggerli, quindi gli dicevo sempre: no, mi serve, non l'ho ancora finito.



- Giochino pour parler: se il film non fosse tuo, che voto gli daresti da 1 a 10?

Non è un filmone (anche se come durata non è nemmeno tanto breve), e penso che si possa meritare una media del 7. Ovviamente c'è chi gli darà di meno e chi (magari) di più.


- Il pregio del tuo film?

E' una storia che unisce la spensieratezza alla drammaticità, e spero di essere riuscito a toccare qualche corda giusta per emozionare.

- Un difetto del tuo film?

Forse è un po' troppo lungo, nel senso che la storia principale è preceduta da una premessa molto ampia e articolata. Ma è anche vero che senza tale premessa la storia ne avrebbe risentito.


- Io ogni volta che scrivo un film, so a chi potrebbe piacere e a chi no... quindi determinate critiche me le aspetto sempre. Ma se faccio colpo su chi non m'aspettavo, allora sono sinceramente contento. In questo caso, c'è un critico a cui speri il film piaccia particolarmente? E a chi pensi non piacerà (se vuoi dicci anche il
perchè)?


Forse non piacerà al nuovo fabio o quelli che come lui sono amanti dell'azione.
Penso che possa piacere a quelli che hanno già apprezzato il Birraio come ambientazione.


- Obiettivo al box office? Settimane di durata, incasso complessivo, posizione da raggiungere... con sincerità.

Guadagnare qualcosina, senza grosse pretese. Nella realtà un film così non guadagnerebbe troppo.


- Si dice sempre che si è legati a ogni film per un motivo o per un altro... in questo caso?

Mi è subito piaciuta la storia grazie ai protagonsiti che sono delle persone umili ma che sono costrette a tirare fuori i denti e mettercela tutta, per questo motivo mi rimarrà impresso.


- Si dice anche che l'ultimo film scritto è sempre il migliore, in un certo senso, perchè non si ripeteranno errori anche veniali commessi in precedenza. Concordi per questo script?


Vedremo.


- Un tuo film cinematikino a cui somiglia questo?


Il birraio di Preton. :P


- Un altro film Cinematikino a cui lo legheresti con un filo rosso (per genere, tematica o quello che vuoi tu).

In questo momento non me ne vengono in mente.

- E un film reale (o più d'uno) invece che ti ha ispirato nella realizzazione?


Titoli non me ne vengono, ma ci sono tante storie di questo tipo.


- Il tema e/o il messaggio del film?

Non arrendersi mai e avere fede.


- Come convinceresti un neofita (e ora come ora ce ne sarebbe bisogno) a vedere questa pellicola?


Gli direi che si tratta di una bella favola.

- Tua nonna cosa penserebbe del film?

Le piacerebbe.

- La strada è ancora lunga, ma se dovessi decidere adesso le autonominations principali per il tuo film ai Ck Awards?

Mi secca pensarci adesso :P

 
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view post Posted on 12/2/2011, 23:40

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


DIARIO DEL LOVE&SMILES CONTEST

Nella sala buia dove si proietta il film che apre il nuovo Contest di CK, scrosciano gli applausi del pubblico. Commossi, i tre organizzatori Freddy, Francis e Nightbay si alzano a stringere la mano ad Andrew e a Gabriele Salvatores, mentre Corrado Fortuna e Nicole Grimaudo si inchinano sorridendo al pubblico. In particolare per lui, la reazione del pubblico è molto generosa. Il nuovo Contest di CK si apre nel segno della più schietta sicilianità, e stabilisce un livello davvero molto alto.

Secondo capitolo di una trilogia siciliana cominciata con Il birraio di Preston (il che ci autorizza, per il momento, a chiamarla anche la "trilogia Camilleri"; chi scrive inoltre non considera Pugni come primo capitolo perché in quel film l'ambientazione siciliana non era un elemento fondante della storia), il film è però molto diverso: alla coralità un po' dispersiva (ma neanche troppo) del primo, si contrappone in questo seguito una forte centralità sulla storia principale. Un giovane ferroviere (Corrado Fortuna) vive, nell'annata 1942-43, uno straziante dramma privato: in seguito a una sua (involontaria) offesa al fascismo, viene rinchiuso in carcere. Un ambiguo collega (Enrico Lo Verso) gli violenta la moglie incinta (Nicole Grimaudo), provocandole un aborto: in seguito a questo, la donna rimane sterile e impazzisce, credendosi un albero. Ma il marito non si rassegna al manicomio, la asseconda, tra alti e bassi, nella sua pazzia. E intanto, arrivano gli Alleati.

Ecco, bisogna dire che il produttore-sceneggiatore ha forse un po' fallito nel mischiare spensieratezza e drammaticità: le scene iniziali serene, infatti, non bastano per dissipare il tono cupo della seconda parte, molto più drammatica. Non c'è, però, uno stacco brusco, che sarebbe stato un difetto. D'altro canto, le corde toccate per emozionare sono tutte giuste: la secchezza e la crudezza del film, con una scena di una violenza atroce (la punizione di Lo Verso), rendono solo più realistica e vera la storia, bandendo ogni romanticismo sdolcinato e inutile. E garantiscono un bellissimo finale di speranza.

Merito della regia di Salvatores, al livello di quella di Scimeca se non addirittura superiore; ma merito soprattutto degli straordinari Corrado Fortuna, per la prima volta in un ruolo drammatico, e Nicole Grimaudo. Gli altri del cast si vedono meno, ma una menzione ci vuole per il bravo Luigi Burruano (anche lui reduce dal Birraio) e per un Lo Verso capace di essere gentilmente ambiguo con una sola occhiata. Le musiche sono state scelte ancora una volta siciliane, e non se ne potevano scegliere altre; il sito è nella norma.

Una sola nota finale: la parlata siciliana ha reso necessaria la presenza di sottotitoli in inglese per gli spettatori di lingua straniera. Ma, alla fine, Frank Oz è andato a stringere la mano a Salvatores commosso.

VOTO FINALE: 80/100.
 
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Andrew.
view post Posted on 13/2/2011, 11:08




Wow, velocissimo! Vado a rispondere.

CITAZIONE
Ecco, bisogna dire che il produttore-sceneggiatore ha forse un po' fallito nel mischiare spensieratezza e drammaticità: le scene iniziali serene, infatti, non bastano per dissipare il tono cupo della seconda parte, molto più drammatica.

Sì, hai pienamente ragione. Alla fine tirando le somme la parte drammatica è quella che prevale. Anche per questo ero indeciso se farlo partecipare o meno al contest, ma alla fine si parla anche dell'amore fra marito e moglie, quindi l'ho ritenuto adatto all'occasione.
Grazie per i complimenti.
 
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view post Posted on 13/2/2011, 22:37
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L’albero senza frutti racconta la storia di Nino, un casellante, e di sua moglie Mimica; la loro è una bella e genuina storia d’amore che entrambi vorrebbero coronare con la nascita di un figlio. A questo punto però il fato mette i bastoni fra le ruote ai due giovani innamorati scatenando una serie di eventi e coincidenze che porteranno all’aborto di Mimica. La violenza subita e la perdita del bambino riducono la ragazza alla pazzia, ma nonostante ciò Nino continua a starle accanto, sopportando tutte le folli richieste di sua moglie.
Alla fine però, il destino ricompenserà l’incondizionato amore di Nino con ritrovamento inaspettato.
Il film nella prima parte ha toni più distesi e leggeri, la pellicola scorre senza grossi sussulti facendoci conoscere i personaggi principali nella loro vita quotidiana e il contesto storico della vicenda (la Sicilia in epoca fascista e i primi sbarchi degli americani). Ammetto che inizialmente il ritmo è un po’ blando anche se si ha la sensazione che la tragedia sia dietro l’angolo.
Per fortuna però dopo lo stupro, la pellicola rivela la sua vera natura, quella di film drammatico, intenso, toccante e molto crudo. La seconda parte, molto più convincente della prima, in alcune scende è decisamente spietata; sono diversi i momenti toccanti e soprattutto le scene in cui Mimica si crede un albero sono particolarmente intense e riuscite.
E’ un po’ l’evoluzione del Birraio di Preston, con la differenza che in questo caso si va molto più a fondo nelle vicende e nella caratterizzazione dei personaggi (ovviamente, dato che sono molti di meno), senza contare che questa è una pellicola molto più amara e cupa del Birraio.

Salvatores è perfetto alla regia, è indubbiamente capace di valorizzare i momenti più toccanti del film.
Corrado Fortuna ha fatto un lavoro eccezionale; il suo personaggio è riuscitissimo e lui è perfetto per la parte. Ottima anche la Grimaudo, non proprio valorizzata dal cinema italiano, in questo caso si prende una grossa rivincita, grazie soprattutto alla seconda parte del film.

Musiche assolutamente in tema, rievocano perfettamente l’atmosfera e il paesaggio siculo. Particolarmente bello il brano di Giuni Russo e Battiato.

L’immagine della locandina è cupa ed evocativa, ma il font usato non mi piace molto. Sito essenziale e pulito.

L’albero senza frutti racconta “semplicemente” l’amore incondizionato di un uomo per la sua donna. Un amore messo a dura prova da una serie infinita di ostacoli, ma che alla fine riesce perseverando a trionfare sulle avversità. Detto così sembra un film sdolcinato, invece è l’esatto opposto. Crudo, spietato, duro e nel finale, quasi struggente. Il miglior film della Chimera, almeno tra quelli che ho letto. 8
 
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view post Posted on 14/2/2011, 16:49
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Recensione di freddy_k

SOGGETTO: Dopo "Il Birraio di Preston", Andrew si cimenta nuovamente con un romanzo di Camilleri ma, a parte l'autore e l'ambientazione, la somiglianza finisce lì. Qui infatti abbiamo una storia del tutto diversa, una storia d'amore e di speranza tra marito e moglie con la Seconda guerra mondiale a fare da sfondo. La prima parte, allegra e spensierata, anche se può sembrare un po' troppo lunga è comunque utile per farci conoscere i personaggi e per fare da prologo ai fatti che accadranno in seguito. Nella seconda parte si cambia del tutto registro: la storia diventa molto più cupa a causa di alcuni drammatici fatti che accadono ai protagonisti, per culminare poi in un finale commovente.
SCENEGGIATURA: Nulla da eccepire, scene ottimamente descritte, film che si legge tranquillamente nonostante la lunghezza. I dialoghi in siciliano non appesantiscono la trama anzi, secondo me aiutano lo spettatore a entrare di più nella storia.
REGIA E CAST: Di Salvatores ho visto pochi film, ma credo che questo sia abbastanza nelle sue corde; del resto non è la prima volta che si cimenta con un film ambientato in questo periodo, anche se il genere è totalmente diverso. Il protagonista Corrado Fortuna mi è piaciuto molto, un po' più nella prima parte che nella seconda; Nicole Grimaudo la seguo da parecchio, nonostante abbia fatto più tv che cinema; qui interpreta forse il personaggio migliore del film, un ruolo veramente difficile ma in cui, secondo me, se la cava benissimo. Meno visibili ma bravi gli altri, soprattutto Burruano "uomo d'onore".
MUSICHE: Bellissime ancora una volta, aiutano, assieme ai dialoghi, a immergersi nella storia.
SITO E LOCANDINA: Sito semplice ma ben fatto, con curiosità interessanti; molto bella ed evocativa pure la locandina, nonostante il font del titolo non mi piaccia moltissimo...

VOTO: 9 Credo sia il primo che metto qui su Ck, ma è meritato tutto. Andrew con i suoi film mi sta facendo innamorare della Sicilia, nonostante non ci sia mai stato. Ora aspetto con ansia l'ultimo capitolo della trilogia.
 
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Andrew.
view post Posted on 16/2/2011, 19:38




Non posso che ringraziarti per le belle parole.
Mi sa che sono un pessimo autocritico, però aspetto ancora qualche altra recensione per poterlo dire :P
 
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view post Posted on 16/2/2011, 22:31
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CITAZIONE (Andrew. @ 16/2/2011, 19:38) 
Non posso che ringraziarti per le belle parole.
Mi sa che sono un pessimo autocritico, però aspetto ancora qualche altra recensione per poterlo dire :P

CITAZIONE
- Giochino pour parler: se il film non fosse tuo, che voto gli daresti da 1 a 10?

Non è un filmone (anche se come durata non è nemmeno tanto breve), e penso che si possa meritare una media del 7. Ovviamente c'è chi gli darà di meno e chi (magari) di più.

CITAZIONE
- Obiettivo al box office? Settimane di durata, incasso complessivo, posizione da raggiungere... con sincerità.

Guadagnare qualcosina, senza grosse pretese. Nella realtà un film così non guadagnerebbe troppo.

In effetti mi ha stupito leggere queste cose nell'intervista... O era semplice scaramanzia? :P
 
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canepa
view post Posted on 25/2/2011, 18:26




RECE FLASH by Tomcat: L’ALBERO SENZA FRUTTI
Storia d’amore, di treni e di sofferenza arboricola


Regia: 80 Seppur lieve e funzionale alla storia, per me Salvatores ha fatto una grande regia. Concentrata non solo sull’animo umano (tematica ricorrente nei suoi film), ma soprattutto mostrandoci una terra che non è la sua natale, ma in maniera eccellente.
Sceneggiatura: 85 Partiamo dallo script che è ben impaginato e esente da errori. Arricchito da immagini dei luoghi e da belle immagini degli interpreti. In alcuni casi le foto (rimpicciolite) vengono riproposte per ricordare allo spettatore il volto dell’interprete. Il film che mi attendevo per il contest non me lo aspettavo così drammatico; perchè se è pur vero che ci sono momenti più leggeri, quello che rimane indelebile nella memoria è il dispiacere per la povera Minica, che è la vittima della situazione. La scelta poi dei dialoghi in siciliano che potrebbe essere un freno per chi non conosce questa “lingua”, secondo me la arricchisce. C’è da dire che in confronto al Birraio, qui sono tutti siculi e su alcune parole ho avuto difficoltà di comprensione, ma come per il cast, anche questo è un elemento che lega questo film al precedente.
Sotto il versante della caratterizzazione dei personaggui, credo che difficilmente si poss afare di meglio, forse grazie anche alla fonte letteraria, ma ognuno è vivo a tal punto da colpirti nell’intimo, portandoti a chiederti come ti saresti comportato tu al posto di Nino. Andrea sguazza nell’essere cantore della sua patria e sebbene sia uno sceneggiatore che ha dimostrato grande bravura e grande maestrezza nel variare generi, qui ci mette il cuore e è una cosa che emerge.
Soggetto: 85 Una storia che si incornicia in maniera eccellente con quella del Birraio, che la rendono una grande seconda pelicola di questa ideale trilogia siciliana. Perchè a mio avviso Pugni non è il primo film della trilogia; perchè era svolto in un’era moderna e in italiano. Non ha molte cose che lo accomunano a queste due pellicole.
Questo ci mostra un epoca lontana dove la gente si accontentava di poco, forse anche perchè sotto una dittatura. Persone vere, che hanno il loro modo di vivere una vita non semplice. Persone che non si arrendono e con un etica spiccata. Persone semplici che mal si adattano a coloro che per interesse hanno abbracciato l’idea del fascismo, fino a renderli cechi. Persone che non si arrendono mai e continuano a lottare e amare. Una storia d’amore profondo che ti si insinua dentro fino a intenerirti per il rapporto e l’amore che Nino ha nei confronti di una moglie, che è uscita di senno. Con un finale di una speranza immensa, che cancella tutta la sofferenza dei due protagonisti.
Devo dire che seppur la pellicola sia chiara, ho avuto l’impressione che Barrafato non fosse il vero colpevole del misfatto su Mimica. Ho avuto l’impressione che fosse stato tutto orchestrato da Don Tallarita e il casellante sostituto fosse il capo espiatorio, anche se così non sembra.
Cast: 85 Un film che ha un cast scelto in maniera eccellente e con degli interpreti al top della loro vis interpretativa. Credo che Fortuna e la Grimaudo, possano attendersi una nomination come protagonisti, con Burruano e Bertorelli che se la giocheranno come non protagonisti. Lievemente inferiore, ma solo per ragioni di apparizione, quella di Lo Verso. Oltretutto fra questo e il Birrario c’è una specie di continuità interpretativa, che ha impreziosito questo film.
Locandina: 80 Sicuramente centrata con il vero cuore della storia. Graficamente ineccepibile.
Musiche: 80 Come per il precedente, anche qui abbiamo una colonna Sonora tutta siciliana. Quello che secondo me è il miglior brano è Piazza della Loggia cantata da Pino Veneziano.
Sito: 70 Graficamente molto semplice, ma completo e ricco di argomenti. Forse meno di altri ma in ogni caso più che sufficiente.
Voto complessivo: 81/100 Uno dei più bei film che abbia visto su CK. Un film d’amore che ti entra dentro e ti fa riflettere e apprezzare quel mondo che troppo spesso viene dipinto in maniera distorta. Uno spaccato di storia di un’Italia che non c’è più.

Prova del sonno Tomcat: Superata agevolmente.
Il pregio/La cosa migliore del film: Credo che tutto il film sia eccellente.
Il difetto/La cosa peggiore del film: Nessun neo.
Un consiglio al produttore: proporci al più presto la fine della trilogia.
In vista dei CK Awards: Miglior film, migliore regia (Salvatores), migliore attore prota (Fortuna), migliore attrice prota (Grimaudo), miglior attore non prota (Burruano e Bertorelli), Miglior sceneggiatura non originale, migliore soggetto, migliore cast, migliore locandina, migliore colonna sonora
 
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Clint1994
view post Posted on 27/2/2011, 22:52




L'ALBERO SENZA FRUTTI by Clint94

Tratto da un libro di Camilleri, il nuovo film del veterano Andrew racconta la particolare storia d'amore tra due giovani, Nino e Minica, negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, in una Sicilia povera e afflitta dalla guerra. La prima parte del film introduce i personaggi, racconta vari episodi della loro vita, fornisce un quadro accurato sui luoghi e sul modo di vivere dei protagonisti, due giovani innamorati che sognano di crescere un figlio, che però non riescono ad avere. Assistiamo così allo svolgersi dell'attività di casellante di Nino, alle ricerche dei due protagonisti del modo in cui risolvere il problema della nascita di un figlio, alle giornate che Nino trascorre insieme al suo amico Totò suonando nel locale del barbiere del paese per divertire i clienti. Ma la storia vera e propria, quella che dà anche il titolo alla pellicola (titolo davvero bello, mi piacerebbe sapere se è un'invenzione di Andrew, dato che il libro ha un titolo diverso), inizia a metà film, quando Minica subisce una terribile violenza che la segnerà per sempre. La storia d'amore, che inizialmente sembrava molto tradizionale e non particolarmente nuova, assume allora una dimensione molto più originale e interessante. Minica, impossibilitata ormai ad avere figli, segnata dal trauma fisico e psicologico subito, vuole diventare un albero per poter fare dei frutti. E Nino, con grande coraggio e umanità, deve cercare di assecondarla e allo stesso tempo di salvarla dai rischi che corre conducendo quel tipo di vita. La vicenda, che inizialmente sembrava leggera e divertente, si trasforma così in una storia d'amore delicata e commovente, con Nino che deve prendersi cura di Minica, vendicarla e sopravvivere ai vari avvenimenti della guerra. Una sceneggiatura ottima, quindi, che riesce a costruire dei personaggi tridimensionali, a raccontare una storia interessante ed emotivamente molto coinvolgente e a descrivere con chiarezza un mondo come quello della Sicilia degli anni '40. Ho apprezzato particolarmente il finale, pieno di speranza: era facile scadere nel patetico o fare un finale troppo tragico, ma Andrew ha superato con abilità questo rischio. Forse avrei preferito che Andrew tagliasse un po' di più la prima parte (tutte le vicende relative ai tentativi mancati di far nascere un figlio, le giornate con Totò) e si concentrasse maggiormente sulla seconda parte, che è quella davvero interessante; però, probabilmente, senza l'ampia introduzione della prima parte, la seconda parte non sarebbe stata così efficace. Alcune vicende secondarie, poi, sono un po' trascurate o fini a sé stesse (la parte relativa al soldato americano, per esempio, non si capisce bene dove voglia andare a parare). Ho fatto un po' di fatica, inoltre, nella lettura dei dialoghi in siciliano: alcune frasi ho dovuto rileggerle più volte prima di capire il significato e alcune (poche) parole non le ho capite proprio. Per i prossimi film, preferirei che il siciliano (usato giustamente, perché rende i dialoghi molto più realistici e credibili) sia un po' meno stretto: per chi, come me, abita da tutt'altre parti, rallenta la lettura e la rende meno scorrevole. Grammaticalmente, lo script è ben scritto. Se posso permettermi di dare un suggerimento a Andrew, però, direi che invece di “uno di quelli”, sarebbe meglio scrivere “uno di loro”: lo so che può sembrare una pignoleria, però ho trovato quest'espressione molto spesso e dopo un po' ha cominciato a darmi leggermente fastidio; anche se non è scorretto, credo che la forma da me proposta sia molto più bella da leggere.
Notevole invece la caratterizzazione dei personaggi: Nino e Minica sono due protagonisti memorabili, due giovani umani e sinceri, spontanei, cui ci si affeziona in fretta. Fortuna e la Grimaudo forniscono due interpretazioni molto intense e rendono tangibili i sentimenti e le sofferenze dei due protagonisti: due scelte azzeccatissime, anche perché non scontate. Tra le figure secondarie, spiccano Michele Barrafato (un ambiguo e inquietante Enrico LoVerso, ottima scelta, anche questa non banale; la scena della sua morte è davvero cruda e terribile, ma resta impressa) e soprattutto Don Simone, il boss della zona, interpretato da un ottimo Burruano. Più scontato il personaggio di Totò.
Buona la scelta di Salvatores: la storia è sicuramente nelle sue corde. Se fosse siciliano, sarebbe stato perfetto. Comunque, per una storia come questa, non saprei dire chi è più adatto di lui, tra i registi italiani.
Sito graficamente non straordinario, contiene però tutto il necessario. La locandina è molto bella e suggestiva, una delle migliori di questo semestre.
In conclusione, “L'albero senza frutti” è una delicata storia d'amore e un riuscito affresco di un'area e di un'epoca. Un film senza dubbio notevole, che riesce a coinvolgere ed emozionare grazie ad un intreccio originale e a dei personaggi molto umani. Non è il miglior lavoro di Andrew, ma è sicuramente un film molto sentito da parte del produttore e, finora, la miglior pellicola del semestre.

VOTO: 79%­
 
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Andrew.
view post Posted on 28/2/2011, 13:09




Ringrazio Tomcat e Clint, ai quali rispondo:

Tomcat:
CITAZIONE
Devo dire che seppur la pellicola sia chiara, ho avuto l’impressione che Barrafato non fosse il vero colpevole del misfatto su Mimica. Ho avuto l’impressione che fosse stato tutto orchestrato da Don Tallarita e il casellante sostituto fosse il capo espiatorio, anche se così non sembra.

Posso dire che da parte mia non c'era l'intenzione di innescare qualche mistero (non questa volta :P), e che l'assassino era effettivamente Barrafato. Ma hai ragione perchè pensavo che potesse essere poco chiaro e infatti volevo inserire la scena dello stupro, ma ho pensato che sarebbe stata troppo violenta e ho voluto lasciarla solo intuire.


Clint:
CITAZIONE
titolo davvero bello, mi piacerebbe sapere se è un'invenzione di Andrew, dato che il libro ha un titolo diverso

Sì, e prima di arrivarci ho impiegato parecchio tempo :P


CITAZIONE
Forse avrei preferito che Andrew tagliasse un po' di più la prima parte (tutte le vicende relative ai tentativi mancati di far nascere un figlio, le giornate con Totò) e si concentrasse maggiormente sulla seconda parte, che è quella davvero interessante; però, probabilmente, senza l'ampia introduzione della prima parte, la seconda parte non sarebbe stata così efficace. Alcune vicende secondarie, poi, sono un po' trascurate o fini a sé stesse (la parte relativa al soldato americano, per esempio, non si capisce bene dove voglia andare a parare).

Hai ragione, ma come ho detto nell'intervista tagliando le scene iniziali, poi quelle seguenti sarebbero state meno plausibili.
Ad esempio, quella degli scavi dei bunker e del soldato: per arrivare a quel finale nella grotta, ci volevano i presupposti affinchè si scoprisse la cavità e il soldato ha poi lasciato il sacco a pelo e il cibo che ha aiutato Minica a sopravvivere quelle ore.

CITAZIONE
Ho fatto un po' di fatica, inoltre, nella lettura dei dialoghi in siciliano: alcune frasi ho dovuto rileggerle più volte prima di capire il significato e alcune (poche) parole non le ho capite proprio. Per i prossimi film, preferirei che il siciliano (usato giustamente, perché rende i dialoghi molto più realistici e credibili) sia un po' meno stretto: per chi, come me, abita da tutt'altre parti, rallenta la lettura e la rende meno scorrevole.

Ne terrò conto per il futuro. ;)
 
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canepa
view post Posted on 28/2/2011, 15:05




CITAZIONE (Andrew. @ 28/2/2011, 13:09) 
Ringrazio Tomcat e Clint, ai quali rispondo:

Tomcat:
CITAZIONE
Devo dire che seppur la pellicola sia chiara, ho avuto l’impressione che Barrafato non fosse il vero colpevole del misfatto su Mimica. Ho avuto l’impressione che fosse stato tutto orchestrato da Don Tallarita e il casellante sostituto fosse il capo espiatorio, anche se così non sembra.

Posso dire che da parte mia non c'era l'intenzione di innescare qualche mistero (non questa volta :P), e che l'assassino era effettivamente Barrafato. Ma hai ragione perchè pensavo che potesse essere poco chiaro e infatti volevo inserire la scena dello stupro, ma ho pensato che sarebbe stata troppo violenta e ho voluto lasciarla solo intuire.

Alla fine ho capito che era stato Barafatto, ma per tutto il resto della pellicola mi aspettavo una specie di colpo di scena. E nonostante sia stato proprio quello a compiere il misfatto, mi ha tenuto vivo nel leggere.
Quindi anche se involontariamente è un qualcosa in più.
 
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Atamàz
view post Posted on 4/3/2011, 15:07




Devo dire fin da subito che, viste le premesse, non mi aspettavo la svolta drammatica giunta a due terzi di film (nonostante, col senno di poi, i segnali ci fossero tutti). Fortunatamente, il finale è consolatorio, perché, per dirla sinceramente, facevo un tifo indiavolato per la bellissima coppia formata da Nino e Minica e mi sono rattristato molto quando è successo quel che è successo.
A mente fredda però devo fare i complimenti ad Andrew, perché ci vuole una certa maestria nell’andare a toccare certe corde e con questa sceneggiatura lui c’è riuscito benissimo. Ambientazione e contesto storico lo hanno certo aiutato nel rendere realistica e verosimile la vicenda, ma si rigira nuovamente il complimento nel senso che lui stesso è stato bravo a sfruttarli a dovere. In questo i dialoghi in lingua e le musiche scelte svolgono il loro ruolo efficacemente, come già nel Birraio di Preston.
Il film coinvolge, appassiona ed emoziona. Cosa domandare di più? Non cambierei una virgola di questo script, abilmente bilanciato nel suo sviluppo.
Cast decisamente in parte, con un Corrado Fortuna che ho visto solo in Baarìa e che ha dato vita a un personaggio intenso e coraggioso. Bravissima anche Nicole Grimaudo nell’interpretare una tragica e drammatica Minica. All’altezza il cast di supporto.
Il film, affidato alle sapienti mani di Salvatores, scorre liscio senza interruzioni, in una sequenza di eventi perfettamente legati gli uni agli altri. Scelta, dunque, decisamente azzeccata, per un regista che ha dimostrato di saperci fare, con certe tematiche.
Sito semplice, ma con qualche discreto extra. Locandina che migliora dopo la visione del film e dopo aver compreso il significato del titolo.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 5/3/2011, 13:02




Le mie quattro parole sul film. Mi scuso con Andrew per il ritardo con cui posto la recensione.

Dopo Il birraio di Preston, Andrew continua con i film riguardanti la sua terra d'origine. Anche stavolta il risultato è un ottimo film. Bisogna dirlo subito: ascrivo questo L'albero senza frutti (titolo meraviglioso, tra l'altro) tra le opere migliori del produttore siciliano, uno di quelli che potrebbe rappresentarlo in una ipotetica Hall of Fame. La storia è molto bella e vera: le vicende di Nino e Minica, i perfetti Corrado Fortuna e Nicole Grimaudo (brava, credo che un Ck Award non sarebbe ingiusto), si segue con partecipazione, soprattutto nei momenti più drammatici, fino al finale, lieto ma in modo "intelligente". Ho trovato i personaggi ben descritti e per nulla stereotipati: anche il personaggio del mafioso e dei fascisti li ritengo descritti in maniera oggettiva e per nulla macchiettistica o simili (e sì che, per i secondi, l'intenzione avrebbe potuto esserci). La cosa che si nota di più è la passione che Andrew ha riservato alla pellicola, nella descrizione degli ambienti, nelle musiche scelte, nei dialoghi, nelle inquadrature. A tal proposito: bella la regia di Salvatores, che pur essendo lontano dall'ambiente riesce a calarsi nella realtà siciliana dell'epoca. Insomma, un gran bel film.

Voto: 8
 
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Andrew.
view post Posted on 5/3/2011, 14:46




DISCUTIAMONE INSIEME
I recensori sono chiamati a dire la loro su questi punti:



1)
CITAZIONE
Ecco, bisogna dire che il produttore-sceneggiatore ha forse un po' fallito nel mischiare spensieratezza e drammaticità: le scene iniziali serene, infatti, non bastano per dissipare il tono cupo della seconda parte, molto più drammatica.

2)
CITAZIONE
Forse avrei preferito che Andrew tagliasse un po' di più la prima parte (tutte le vicende relative ai tentativi mancati di far nascere un figlio, le giornate con Totò) e si concentrasse maggiormente sulla seconda parte, che è quella davvero interessante;

3)
CITAZIONE
Ho fatto un po' di fatica, inoltre, nella lettura dei dialoghi in siciliano: alcune frasi ho dovuto rileggerle più volte prima di capire il significato e alcune (poche) parole non le ho capite proprio.

 
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Merlino*
view post Posted on 6/3/2011, 12:45




L'opinone di Merlino



Regia: Gabriele Salvatores alla regia di un film come questo è stata sicuramente una scelta fatta da chi conosce bene sia il regista che l’ambientazione della pellicola, e si vede. Il buon vecchio Gabriele si destreggia come non riusciva a fare ormai da parecchio tempo e le descrizioni sono incredibilmente sincere e naturali.

Sceneggiatura: Le sceneggiature Chimera sono una garanzia anche se queste dedicate alla sua Sicilia per alcuni risultano ad ogni passo più ostiche. Se Il Birraio era stato a tratti incomprensibile qui la visione è ancora più ardua. Sicuramente un grande lavoro per una grande opera ma grande anche lo sforzo per seguirla fino alla fine.

Soggetto: Alla faccia del L&S! :) A parte gli scherzi di “Love” in questa pellicola ne troviamo tantissimo, e di quello vero. È solo che per quanto mi riguarda in questo periodo ho voglia di tanto “Smile” e qui non ne ho trovato molto. Se lasciamo stare i sentimenti personali però è indubbio che si tratti di una storia d’amore immensa che tocca le corde più profonde e come tale il soggetto è promosso a pieni voti.

Cast: uno su tutti: Corrado Fortuna. Un attore immenso che anche in opere televisive spensierate come Tutti Pazzi per Amore (che cmq ritengo una sit di tutto rispetto e due spanne sopra le altre grazie anche agli altri protagonisti) riesce a dare tutto sé stesso, 10 e lode all’attore e a chi lo ha scelto. La Grimaudo brava soprattutto nella “sua” seconda parte dove riesce ad esprimere perfettamente la drammaticità del suo personaggio. Il resto del cast è un buon contorno ma quasi sempre in secondo piano.

Locandina: Mi è piaciuta e “col senno di poi” è ancora più bella.

Musiche: Dire che come al solito Andrew ha fatto un lavoro di ricerca sopraffino è forse superfluo ma rimane doveroso, per quanto mi riguarda, come adoratore di Giuni Russo ho avuto un accelerazione dei battiti del cuore quando ho riascoltato Strade Parallele, grazie Andrew!.

Voto Complessivo per il sondaggio: Sicuramente l’opera nel suo complesso meriterebbe di più ma tra la tristezza che non mi aspettavo e lo sforzo per la comprensione dei dialoghi come voto personale mi fermo a 7.

Il pregio/La cosa migliore del film: Ambientazione e regia. (e Giuni Russo!)

Il difetto/La cosa peggiore del film: Mi ripeto e il difetto non è della pellicola ma mio, ho fatto fatica a comprendere tutto.


Ciao ciao!
 
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29 replies since 12/2/2011, 18:48   328 views
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