| Be', se i voti sono in inglese, non sorprende che I soliti ignoti sia il più noto: il film di Monicelli ha avuto un successo strepitoso all'estero, e i film veramente "di Totò" sono difficilmente esportabili.
Totò... eh, che dire di Totò? Cosa posso dire, io, di Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno di Bisanzio De Curtis Gagliardi, che non sia già stato detto? Solo i miei ricordi. Il suo primo film che ho visto è stato 47 morto che parla, avrò avuto 11 anni. In parrocchia da me, c'era la collezione delle cassette, tutte quelle che contavano, quelle importanti. Fu amore a prima vista: credo di aver consumato alcune cassette a furia di rivedermi certi film. Fu il Principe ad accendere la mia cinefilia nascente, perché la curiosità per il suo cinema mi portò a scoprire I soliti ignoti, da lì Monicelli senza Totò, e il resto ve lo potete immaginare. Ancora adesso, non ho perso la vecchia passione, e ogni tanto mi riguardo su YouTube qualche spezzone, quando sono particolarmente giù di morale.
Dividerei le mie preferenze in due categorie: i "film di Totò" e i "film con Totò". Nella prima categoria, rientrano i film che in pratica sono basati solo sul Principe e sulla sua comicità, nella seconda quelli, invece, in cui una forte personalità registica ha usato la maschera del Principe in unione con la propria, personale estetica. Le categorie non sono in ordine.
FILM DI TOTO'
- 47 morto che parla: il primo Totò non si scorda mai. E la scena sulla morte del cavallo assieme a Croccolo fa morire. - L'imperatore di Capri: un must intramontabile, dove la maschera del Principe getta all'aria tutte le manie e i tic dell'alta società di Capri, oltre che il perbenismo della piccoloborghesia democristiana. - Totò e le donne: perché, diciamoci la verità, chi non si è mai rifugiato in soffitta a inveire contro il genere femminile almeno una volta nella vita? E poi, è il primo film di Totò e Peppino! - Totò sceicco: capolavoro. Non ho bisogno di spiegare perché. - Totò, Peppino e i fuorilegge: lo so, dovrei mettere la Malafemmina, se non altro per le scene della lettera e del vigile che sono tra le mie preferite di sempre, ma preferisco questo perché la trama sentimentale ha meno spazio, Franco Interlenghi è comunque più simpatico di Teddy Reno, e perché accanto alla coppia d'oro c'è il valore aggiunto dell'inossidabile Titina De Filippo. - Totò contro Maciste: la scena dell'arringa ai "Tebani di Tebe" è un mio cult personale. - Signori si nasce: il tombone! Ommioddio, il tombone! Ancora rido se ci penso... Il miglior film di Totò e Peppino, credo. - Totò, Peppino e la dolce vita: parodia dell'omonimo capolavoro felliniano, che lo stesso Federico (grandissimo ammiratore di Totò) apprezzò molto. - Miseria e nobiltà: capolavoro da un capolavoro, come Totò fa la maschera di Felice Sciosciammocca non lo fa nessuno. La napoletanità al suo meglio. - Un turco napoletano: "la donna è mobile, e io mi sento un mobiliere!" - Totò a colori: ho messo per ultimo quello che forse doveva essere il primo. E' il film dell'onorevole Trombetta, e ho detto tutto (come direbbe Peppino).
FILM CON TOTO'
- Napoli milionaria: Eduardo porta al cinema la sua omonima commedia (già capolavoro di suo), crea un personaggio apposta per il Principe e gli affida la scena del finto morto. L'unica collaborazione fra don Antonio e don Eduardo. - Guardie e ladri: Steno e Monicelli dirigono Totò e Aldo Fabrizi in una grande tragicommedia sull'Italia della ricostruzione e dell'arte di arrangiarsi, paese di poveracci che tenta di risollevarsi. Meritatissimo Nastro d'Argento al Principe. - Totò e Carolina: massacratissimo dalla censura, è la storia di un poliziotto (Totò) che arresta una ragazza incinta (Anna Maria Ferrero) durante una retata di prostitute, ne sventa il suicidio e poi si vede assegnare il compito di riportarla a casa e affidarla a qualcuno. Il miglior film di Monicelli con Totò. - I soliti ignoti: sono ancora oggi convinto che sia la miglior commedia italiana di sempre, e Totò che, nel ruolo dello scassinatore in pensione, dà lezione a Gassman e Mastroianni, è una delle più belle immagini di passaggio di consegne della storia del cinema. - Arrangiatevi!: Mauro Bolognini usa Totò e Peppino per affrontare un tema delicato, quello dell'appena approvata legge Merlin (1959). Peppino è un povero calzolaio che, per trovare casa alla sua famiglia, acquista un'ex casa chiusa; Totò è suo suocero. Non il solito film comico. - Uccellacci e uccellini: si può discutere all'infinito se Pasolini abbia veramente capito Totò, oppure l'abbia semplicemente 'usato' dandogli significati suoi propri; non si può negare che questo sia un film poeticissimo. Però è ancora meglio Che cosa sono le nuvole?, episodio di Capriccio all'italiana e ultimo lavoro in assoluto del Principe. - L'oro di Napoli: il Principe si arrabbiò con De Sica, perché quest'ultimo gli aveva dato il primo episodio del film, quello che a teatro è notoriamente il più debole. Si sbagliava.
Completo la lista con due film di Totò che non ho visto, ma che vorrei assolutamente vedere prima o poi.
- Risate di gioia: Monicelli, Totò e (udite udite) ANNA MAGNANI. Vale a dire, l'unico film di quella che, negli anni '40, prima di Roma città aperta, era la coppia d'oro dell'avanspettacolo italiano. - L'uomo, la bestia e la virtù: e qui tenetevi forte. Il film è tratto da una commedia di Pirandello, e va be'. Dirige Steno: pazienza. Ma veder recitare assieme Totò e Orson Welles (sottolineo, TOTO' E ORSON WELLES) credo sia un'esperienza più unica che rara.
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