| VOCI incandescenti, volti bendati, corpi pixellati in 3D. Con il passare del tempo, e con il progresso, le attrici e gli attori dai ruoli "invisibili" hanno sacrificato la loro presenza scenica, nel senso più classico del termine, e prestato una parte di sé al grande schermo - dalla voce agli occhi, dal busto ai capelli - restituendo al pubblico in sala una buona dose di magia, romanticismo, fantasy e un mondo impenetrabile tutto da scoprire. Un vero e proprio trend. Basti osservare - o meglio, ascoltare - la musa di Woody Allen, Scarlett Johansson, in Her, diretto da Spike Jonze e presentato al New York Film Festival.
La Johansson è a tutti gli effetti co-star del film insieme a Joaquin Phoenix ma non appare mai sullo schermo. Il suo ruolo invisibile è appunto quello di prestare la propria voce al sistema operativo di un computer, in un futuro neppure troppo remoto. Se il personaggio di Phoenix, nella finzione, finisce con l'innamorarsi di quella voce, nella realtà la critica ha già profetizzato che l'interpretazione della Johansson merita un Oscar, e si candida preventivamente a riscrivere la storia degli Academy Awards. "Che strano effetto" ha commentato l'attrice da Parigi, dove sta girando un film con Luc Besson. "Mi sento molto scollegata dal processo di premiazione dell'Academy. Non so nemmeno come funziona, eppure sono un membro dell'Academy! Sembra una questione politica. In realtà è una cosa del tutto astratta, probabilmente tanto astratta quanto il tentativo di inserire la mia performance in una particolare categoria".
Il caso della Johansson è solo l'ultimo di una tournée di attori immateriali al cinema. Ci sono altri "incorporei" nella storia recente dello schermo: il loro non-apparire lascia il segno e diventa tendenza.
Nel club delle voci in grado di reggere un film sulle proprie spalle, c'è quella di Roger L. Jackson, dal 1996 al 2011 serial killer di Scream, Ghostface. Stando alle cronache del regista Wes Craven, per tutto il tempo Jackson non si sarebbe limitato solo a doppiare la voce telefonica più minacciosa degli ultimi tempi ma, persino sul set, il voice actor avrebbe imposto completa riservatezza. "Nessuno di noi lo ha visto in faccia, non si è mai fermato con la troupe - ha ironizzato Craven - quell'uomo arriva di mattina sul set, si mette in un angolo buio della scena, minaccia di morte gli attori come da copione e poi se ne torna a casa". Lo stesso si può dire di Kiefer Sutherland che, prima di zompare da una scena d'azione all'altra nella serie tv 24, ha tenuto in ostaggio Colin Farrell in una cabina telefonica, usando le sue sole corde vocali e ammiccamenti vari. Il thriller citato è Phone Booth (2002).
Sfogliando la storia del cinema, è impossibile dimenticare l'interpretazione vocale di Mercedes McCambridge, attrice caratterista, radio performer e demoniaca voce di Regan in L'esorcista (1973) che l'ha resa un personaggio di culto. La McCambridge è stata una delle prime attrici a sdoganare radicalmente il concetto di assenza di un attore dal set: dopo aver preso parte al Mercury Theater di Orson Welles e con il successo del film di William Friedkin, il sindacato statunitense Screen Actors Guild ha deciso di ristampare le copie di L'esorcista aggiungendo il suo nome nei credits. Complice una lettera di rimprovero da parte dell'attrice dell'Illinois, che reclamava: "Io nella pellicola compaio, eccome!".
Per gli appassionati di amicizie molto extra e poco terrestri, nel caso di E. T. (1982) è risaputo che Debra Winger non solo fu scelta da Steven Spielberg per dare voce (temporanea) all'extraterrestre dagli occhioni blu ma si aggira nascosta sotto la maschera di un mostro e un cappotto da laboratorio nella famosa sequenza di Halloween. Menzione speciale, inoltre, agli algoritmi parlanti di KITT, acronimo dei due modelli di auto protagoniste nella serie anni Ottanta con David Hasselhoff, Supercar.
C'è chi, come Kevin Bacon in L'uomo senza ombra (2000), ha preferito consegnare direttamente il suo corpo all'arte (Bacon è Bacon soltanto per i primi 25 minuti, poi scompare o si manifesta in modi fantasmagorici, via gas, acqua, sotto un lenzuolo, da uno strato di colla rosa). Il personaggio che interpreta, il megalomane Sebastian Caine, dopo aver provato su di sé il siero dell'invisibilità, non riesce più a tornare alla sembianza umana, in carne e ossa, e impazzisce. Impressionanti gli effetti (oltre 560) dispiegati nel film di Paul Verhoven: un modello anatomico animato ha simulato per tre quarti del tempo l'intero corpo di Bacon, costretto a recitare con delle lenti a contatto speciali, appiccicate agli occhi, e un costume epidermico verde, blu, grigio o nero; al termine delle riprese, il modello 3D del suo corpo è stato consegnato a dei veri ricercatori scientifici.
Più artigianale, ma egualmente d'impatto, il lavoro di Sergio Stivaletti su volto e mani da pittrice di Coralina Cataldi-Tassoni in Dèmoni 2 - L'incubo ritorna (1986) di Lamberto Bava: per far "sparire" l'interprete e tramutarla in mostro, l'esperto in make-up le ha prima applicato dei lunghi denti a tortiglioni, accavallati, poi è passato agli occhi con delle lenti speciali che avevano appena un foro trasparente in prossimità della pupilla. Se a questo aggiungiamo filamentose, calco del volto di Coralina, denti-zanne, animatronic, cavi, occhi radiocomandati, allora il personaggio di Sally, capo-dèmone, merita - soprattutto a distanza di tempo - una sua piccola enciclopedia italiana. Non a caso nel finale, per dimostrare che dietro il trucco qualcuno c'è, Sally invade i televisori e cerca un modo di uscire e sprigionare la sua libertà.
In tempi recenti, il regista che più di altri ha selezionato attori invisibili, sperimentando nuove tecniche di recitazione "incorporea", è Robert Zemeckis: in Polar Express (2004) la tecnica del motion capture ha "disossato" Tom Hanks scomponendo il suo talento in cinque ruoli (padre, bambino, capotreno, fantasma, Santa Claus); per A Christmas Carol, primo film Disney animato destinato all'IMAX 3D, Jim Carrey ha ripulito il suo inglese per simulare quello Irish di Scrooge, poi si è infilato una tuta ed è diventato un memorabile corpo-gomma (nel film, finirà addirittura sparato verso il cielo e muterà faccia a seconda dei salti temporali).
Altre presenze off-screen da celebrare vanno da Lynne Thigpen del cult di Walter Hill I guerrieri della notte (1979), presenza ricorrente sotto forma di deejay che passa bollettini via radio, sino al temibile computer HAL 2000 in 2001: Odissea nello Spazio (1968) di Kubrick (la voce appartiene al doppiatore canadese Douglas Rain). Stampata sui flani è anche la voce di Wolfman Jack (Robert Weston Smith) in American Graffiti (1973), lo stesso vale per quella del regista John Huston che incarna l'Onnipotente in La Bibbia (1966); L'uomo invisibile (1933) con Claude Rains (British stage actor), il computer di Jumpin' Jack Flash (1986) "interpretato" dalla spia britannica alla deriva Jonathan Pryce, Andy Serkis nella saga di Il signore degli anelli (possiamo con sicurezza affermare che il Gollum in CGI non esiste?). Poi ci sono i vari pianeti delle scimmie, da Charlton Heston a Tim Roth, lo sboccacciato Frank il carlino di Men in Black (ma lui preferirebbe essere ricordato come Agente F) a cui presta la voce Tim Blaney, mentre nella serie animata tocca al doppiatore Eddie Barth; e ancora, Bruce Willis doppia il baby Mikey in Senti chi parla (in Italia spetta a Paolo Villaggio, poi in coppia con Anna Mazzamauro, e per il terzo capitolo arrivano Renato Pozzetto e Monica Vitti in veste canina); Paul Bettany accompagna Robert Downey Jr. nelle avventure di Iron Man dando voce e comandi a J. A. R. V. I. S., cervellone elettronico in grado di governare la Stark Tower ed attivare le armature più accattivanti (da poco tempo, non solo in opere di finzione bensì nelle attrazioni Disneyland).
La lista degli "attori in camuffo" comprende poi Brad Dourif, voce/anima nera da record della famigerata bambola assassina Chucky (Child's Play, 1988) e Vincent Price che, tra il 1982 e l'83, presta la sua voce per il videoclip Thriller di Michael Jackson (su YouTube è possibile recuperare la prima sessione di prove di registrazione). Il regno cartoon è altrettanto ricco di celebrità invisibili, o forse solo nascoste dietro al microfono, nello studio di doppiaggio. Noi, su tutte, scegliamo quella di Sophia Loren/Mamma Topolino in Cars 2: ben 21 paesi sono andati pazzi per quel cameo recitato dalla "ciociara" in napoletano stretto. Invisibile ma riconoscibile in tutto il mondo.
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