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Her, di Spike Jonze

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view post Posted on 8/8/2013, 13:45
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Cinefilo Ad Honorem

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Di Her finora si sapeva davvero poco, compresa una sinossi molto breve che però oggi, grazie al primo trailer, assume le prime necessarie sfaccettature:

Uno scrittore solitario incomincia un’improbabile relazione con il suo nuovo sistema operativo appena acquistato, e che è stato creato per andare incontro ad ogni sua necessità.

Il protagonista del film, Theodore, è interpretato da Joaquin Phoenix, che a giudicare da queste prime immagini si meriterà una nuova nomination agli Oscar. Attorno a lui ci sono donne bellissime tra cui Amy Adams (un anno dopo The Master), Rooney Mara, e… la voce di Scarlett Johansson, che regala le sue sensuali e dolci tonalità al sistema operativo.

Il regista dice che si tratta di una relazione romantica tra sistema operativo ad intelligenza artificiale e uomo. Ma siamo sicuri che Her, svelato per la prima volta al Los Angeles Film Festival grazie ad un paio di clip in esclusiva che non dovrebbero tardare ad arrivare in rete, sia anche molto di più.

Ambientato in una Los Angeles del futuro, che già in questo primo trailer appare super-futuristica grazie alle architetture della Downtown e ai suoi neon, Her avrà una colonna sonora composta dagli Arcade Fire, che a Jonze avevano regalato una versione di Wake Up per il trailer di Nel paese delle creature selvagge.

Her uscirà in poche sale in America il 20 novembre, per poi passare ad una distribuzione più ampia.

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cercatevi locandina e trailer :wub:
 
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emilgollum
view post Posted on 8/8/2013, 14:37




lo stile di Jonze si vede, Phoenix sta diventando sempre più grande. Da non perdere, già.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 8/8/2013, 19:26




Phoenix è sempre stato grande. l'ho visto un paio di settimane fa in "The Yards", secondo film di James Gray ed era pazzesco. da quando ha bluffato di abbandonare i set ha, però, inanellato solo interpretazioni mostruose: "I padroni della notte", "Two Lovers", "The master", "The Immigrant" e anche dai pochi minuti di "Her"stavolta sembra perfettamente in parte
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 8/8/2013, 19:45




comunque sembra un po' quell'episodio di "Black Mirror" più tante altre cose fatte in precedenza
 
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view post Posted on 9/8/2013, 13:54
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (Mr.Noodles @ 8/8/2013, 20:26) 
Phoenix è sempre stato grande. l'ho visto un paio di settimane fa in "The Yards", secondo film di James Gray ed era pazzesco. da quando ha bluffato di abbandonare i set ha, però, inanellato solo interpretazioni mostruose: "I padroni della notte", "Two Lovers", "The master", "The Immigrant" e anche dai pochi minuti di "Her"stavolta sembra perfettamente in parte

topic e recensione di the Yards, dai (l'ho recuperato anche io diversi mesi fa).

Phoenix sarebbe il mio Rhett Butler ideale ma forse è troppo vecchiotto per la parte. BUM!
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 3/10/2013, 14:59




sarà al festival di Roma
 
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view post Posted on 28/10/2013, 14:17
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Cinefilo Ad Honorem

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VOCI incandescenti, volti bendati, corpi pixellati in 3D. Con il passare del tempo, e con il progresso, le attrici e gli attori dai ruoli "invisibili" hanno sacrificato la loro presenza scenica, nel senso più classico del termine, e prestato una parte di sé al grande schermo - dalla voce agli occhi, dal busto ai capelli - restituendo al pubblico in sala una buona dose di magia, romanticismo, fantasy e un mondo impenetrabile tutto da scoprire. Un vero e proprio trend. Basti osservare - o meglio, ascoltare - la musa di Woody Allen, Scarlett Johansson, in Her, diretto da Spike Jonze e presentato al New York Film Festival.

La Johansson è a tutti gli effetti co-star del film insieme a Joaquin Phoenix ma non appare mai sullo schermo. Il suo ruolo invisibile è appunto quello di prestare la propria voce al sistema operativo di un computer, in un futuro neppure troppo remoto. Se il personaggio di Phoenix, nella finzione, finisce con l'innamorarsi di quella voce, nella realtà la critica ha già profetizzato che l'interpretazione della Johansson merita un Oscar, e si candida preventivamente a riscrivere la storia degli Academy Awards. "Che strano effetto" ha commentato l'attrice da Parigi, dove sta girando un film con Luc Besson. "Mi sento molto scollegata dal processo di premiazione dell'Academy. Non so nemmeno come funziona, eppure sono un membro dell'Academy! Sembra una questione politica. In realtà è una cosa del tutto astratta, probabilmente tanto astratta quanto il tentativo di inserire la mia performance in una particolare categoria".

Il caso della Johansson è solo l'ultimo di una tournée di attori immateriali al cinema. Ci sono altri "incorporei" nella storia recente dello schermo: il loro non-apparire lascia il segno e diventa tendenza.

Nel club delle voci in grado di reggere un film sulle proprie spalle, c'è quella di Roger L. Jackson, dal 1996 al 2011 serial killer di Scream, Ghostface. Stando alle cronache del regista Wes Craven, per tutto il tempo Jackson non si sarebbe limitato solo a doppiare la voce telefonica più minacciosa degli ultimi tempi ma, persino sul set, il voice actor avrebbe imposto completa riservatezza. "Nessuno di noi lo ha visto in faccia, non si è mai fermato con la troupe - ha ironizzato Craven - quell'uomo arriva di mattina sul set, si mette in un angolo buio della scena, minaccia di morte gli attori come da copione e poi se ne torna a casa". Lo stesso si può dire di Kiefer Sutherland che, prima di zompare da una scena d'azione all'altra nella serie tv 24, ha tenuto in ostaggio Colin Farrell in una cabina telefonica, usando le sue sole corde vocali e ammiccamenti vari. Il thriller citato è Phone Booth (2002).

Sfogliando la storia del cinema, è impossibile dimenticare l'interpretazione vocale di Mercedes McCambridge, attrice caratterista, radio performer e demoniaca voce di Regan in L'esorcista (1973) che l'ha resa un personaggio di culto. La McCambridge è stata una delle prime attrici a sdoganare radicalmente il concetto di assenza di un attore dal set: dopo aver preso parte al Mercury Theater di Orson Welles e con il successo del film di William Friedkin, il sindacato statunitense Screen Actors Guild ha deciso di ristampare le copie di L'esorcista aggiungendo il suo nome nei credits. Complice una lettera di rimprovero da parte dell'attrice dell'Illinois, che reclamava: "Io nella pellicola compaio, eccome!".

Per gli appassionati di amicizie molto extra e poco terrestri, nel caso di E. T. (1982) è risaputo che Debra Winger non solo fu scelta da Steven Spielberg per dare voce (temporanea) all'extraterrestre dagli occhioni blu ma si aggira nascosta sotto la maschera di un mostro e un cappotto da laboratorio nella famosa sequenza di Halloween. Menzione speciale, inoltre, agli algoritmi parlanti di KITT, acronimo dei due modelli di auto protagoniste nella serie anni Ottanta con David Hasselhoff, Supercar.

C'è chi, come Kevin Bacon in L'uomo senza ombra (2000), ha preferito consegnare direttamente il suo corpo all'arte (Bacon è Bacon soltanto per i primi 25 minuti, poi scompare o si manifesta in modi fantasmagorici, via gas, acqua, sotto un lenzuolo, da uno strato di colla rosa). Il personaggio che interpreta, il megalomane Sebastian Caine, dopo aver provato su di sé il siero dell'invisibilità, non riesce più a tornare alla sembianza umana, in carne e ossa, e impazzisce. Impressionanti gli effetti (oltre 560) dispiegati nel film di Paul Verhoven: un modello anatomico animato ha simulato per tre quarti del tempo l'intero corpo di Bacon, costretto a recitare con delle lenti a contatto speciali, appiccicate agli occhi, e un costume epidermico verde, blu, grigio o nero; al termine delle riprese, il modello 3D del suo corpo è stato consegnato a dei veri ricercatori scientifici.

Più artigianale, ma egualmente d'impatto, il lavoro di Sergio Stivaletti su volto e mani da pittrice di Coralina Cataldi-Tassoni in Dèmoni 2 - L'incubo ritorna (1986) di Lamberto Bava: per far "sparire" l'interprete e tramutarla in mostro, l'esperto in make-up le ha prima applicato dei lunghi denti a tortiglioni, accavallati, poi è passato agli occhi con delle lenti speciali che avevano appena un foro trasparente in prossimità della pupilla. Se a questo aggiungiamo filamentose, calco del volto di Coralina, denti-zanne, animatronic, cavi, occhi radiocomandati, allora il personaggio di Sally, capo-dèmone, merita - soprattutto a distanza di tempo - una sua piccola enciclopedia italiana. Non a caso nel finale, per dimostrare che dietro il trucco qualcuno c'è, Sally invade i televisori e cerca un modo di uscire e sprigionare la sua libertà.

In tempi recenti, il regista che più di altri ha selezionato attori invisibili, sperimentando nuove tecniche di recitazione "incorporea", è Robert Zemeckis: in Polar Express (2004) la tecnica del motion capture ha "disossato" Tom Hanks scomponendo il suo talento in cinque ruoli (padre, bambino, capotreno, fantasma, Santa Claus); per A Christmas Carol, primo film Disney animato destinato all'IMAX 3D, Jim Carrey ha ripulito il suo inglese per simulare quello Irish di Scrooge, poi si è infilato una tuta ed è diventato un memorabile corpo-gomma (nel film, finirà addirittura sparato verso il cielo e muterà faccia a seconda dei salti temporali).

Altre presenze off-screen da celebrare vanno da Lynne Thigpen del cult di Walter Hill I guerrieri della notte (1979), presenza ricorrente sotto forma di deejay che passa bollettini via radio, sino al temibile computer HAL 2000 in 2001: Odissea nello Spazio (1968) di Kubrick (la voce appartiene al doppiatore canadese Douglas Rain). Stampata sui flani è anche la voce di Wolfman Jack (Robert Weston Smith) in American Graffiti (1973), lo stesso vale per quella del regista John Huston che incarna l'Onnipotente in La Bibbia (1966); L'uomo invisibile (1933) con Claude Rains (British stage actor), il computer di Jumpin' Jack Flash (1986) "interpretato" dalla spia britannica alla deriva Jonathan Pryce, Andy Serkis nella saga di Il signore degli anelli (possiamo con sicurezza affermare che il Gollum in CGI non esiste?). Poi ci sono i vari pianeti delle scimmie, da Charlton Heston a Tim Roth, lo sboccacciato Frank il carlino di Men in Black (ma lui preferirebbe essere ricordato come Agente F) a cui presta la voce Tim Blaney, mentre nella serie animata tocca al doppiatore Eddie Barth; e ancora, Bruce Willis doppia il baby Mikey in Senti chi parla (in Italia spetta a Paolo Villaggio, poi in coppia con Anna Mazzamauro, e per il terzo capitolo arrivano Renato Pozzetto e Monica Vitti in veste canina); Paul Bettany accompagna Robert Downey Jr. nelle avventure di Iron Man dando voce e comandi a J. A. R. V. I. S., cervellone elettronico in grado di governare la Stark Tower ed attivare le armature più accattivanti (da poco tempo, non solo in opere di finzione bensì nelle attrazioni Disneyland).

La lista degli "attori in camuffo" comprende poi Brad Dourif, voce/anima nera da record della famigerata bambola assassina Chucky (Child's Play, 1988) e Vincent Price che, tra il 1982 e l'83, presta la sua voce per il videoclip Thriller di Michael Jackson (su YouTube è possibile recuperare la prima sessione di prove di registrazione). Il regno cartoon è altrettanto ricco di celebrità invisibili, o forse solo nascoste dietro al microfono, nello studio di doppiaggio. Noi, su tutte, scegliamo quella di Sophia Loren/Mamma Topolino in Cars 2: ben 21 paesi sono andati pazzi per quel cameo recitato dalla "ciociara" in napoletano stretto. Invisibile ma riconoscibile in tutto il mondo.
 
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Arcadia1983
view post Posted on 11/11/2013, 11:10




È stato accolto bene.
 
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view post Posted on 11/11/2013, 12:51
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (Arcadia1983 @ 11/11/2013, 11:10) 
È stato accolto bene.

E lei bella come non mai ieri a Roma.

Intervista a Joaquin (mica l'avevo già postata?).

CITAZIONE
Tutto il film si regge sul suo primo piano, sul suo personaggio dolcissimo.
"Trovare Theodore è stato un processo lungo, come sempre mi accade. Non sono mai arrivato su un set possedendo il pesonaggio, spesso riesco ad afferrarlo veramente solo alla fine del film. Non mi piace programmare, immaginare tutto all'inizio, mi piace che le cose si rivelino. È bello essere sorpreso da quel che ti succede, essere trascinato dalle emozioni e scoprire nuove cose che non sapevi di avere dentro. Abbiamo sviluppato il personaggio parlando con Jonze, confrontando i nostri punti di vista, cercando di spiegare il perché delle sue azioni. Ha saputo costruire sul set un rapporto fantastico con Scarlett. Sul fronte estetico il lavoro l'ha fatto, mi ha cambiato tre volte il colore dei capelli e gli occhiali, che non voleva modaioli".

Il suo rapporto con la tecnologia?
"La tecnologia mi appassiona moltissimo. Sono così eccitato sul futuro. Mi è capitato di vedere un programma che riusciva attraverso pochissimi indizi a ricostruire l'immagine di una donna. Tutto questo mi affascina, non mi spaventa. E mi diverte".

Nessuna paura di restare catturati? Come si mentiene l'equilibrio?
"Stai parlando di equilibrio a uno come me? Non ho la più pallida idea di come si fa a mantenere l'equilibrio, penso che sia un concetto completamente soggettivo. Forse qualcuno puà avere paura di spingersi oltre con la tecnologia, io non ho paura di sicuro".

Cosa ha pensato rivedendosi nel film?
"È difficile rivedersi, e staccarsi da tutto quello che c'è dietro la scena e godersi il film da pubblico. Ma stavolta ce l'ho fatta. È passato tanto tempo da quando ho visto un film che mi aveva catturato e fatto venire voglia di discuterne con un amico. Queteo credo sia il potere di questo film, che ispira e stimola il pensiero e il confronto. Ti fa ripensare a come hai agito e reagito in amore, ai nostri comportamenti individuali ma anche collettivi, e ho pensato che questo era uno dei film più straordinari film che ho fatto che mi resterà dentro per molto tempo".

Ha avuto una vita fatta di alti e bassi, che momento è questo?
"Particolarmente felice, sia nel lavoro che dal punto di vista sentimentale. E mi piace l'idea di essere a Roma, ci sono stato poche volte, sempre per lavoro. Ma è uno dei posti che più mi piace al mondo. Ieri sono stato a passaggiare a lungo, è stato bellissimo".

Dopo tanti anni incerti ha raggiunto l'apprezzamento dei critici. E sta azzeccando un film dopo l'altro.
"Sì, ma mi sento tutt'altro che realizzato. E non voglio. Sarebbe un disastro per il lavoro perché l'arte è una sfida continua, un continuo cambio di redazione. Oggi sento ancora di più l'eccitazione che arriva dalla possibilità di scegliere mentre quando ero giovane ero consumato dalla difficoltà di trovare un lavoro. Anche ora voglio trovare lavoro ma anche vivere nuove esperienze. Sarebbe drammatico arrivare a un punto in cui sei ricco e ti siedi sulla carriera. Ma io non voglio sapere qual è il futuro. Non sento di aver raggiunto nessuna meta e mi piace conservare l'entusiasmo e il furore di un adolescente".

Jonze la definisce un attore-autore. Mai pensato di dirigere?
"Per un attore la questione di pensare a dirigere arriva un po' come quella che è ora di avere figli. Ho diretto un paio di videclip musicali un paio di anni fa, ma ho trovato il processo stressante, non so fino a che punto emozionante. Penso che è meglio per me limitarmi a recitare anche perché sul set ero continuamente arrabbiato con gli attori. Se io mi dovessi dirigere sarei il peggiore mai incontrato. Non ho pazienza. Lavorare con una giovane attrice e a un certo punto le urlavo: "Ma cosa stai facendo". Se un regista mi parlasse così mollerei il set quindi è meglio che non dirigo".

Ora che viaggia verso una nuova candidatura all'Oscar, sarebbe disposto a un esperimento che ha fatto rumore (e regalato qualche fastidio) a Hollywood come il mokumentary I'm still there in cui fingeva di essere uscito di testa e di voler fare il cantante?
"Lo farei di nuovo? Ci potete giurare. Quel che è mi piaciuto nel lavoro con il mio amico Casey Affleck è che è stata un'operazione completamente a rischio. Ho fatto film importanti ma mai avevo avuto l'esperienza di un solo ciak, perché lavoravamo nella realtà e non potevamo dire alla gente: 'rifacciamolo', era spaventoso ed eccitante. Certo che voglio lavorare ancora con Casey, ovviamente quell'esperimento si è potuto fare una volta sola, ma sono sicuro che c'inventeremo qualcos'altro".
 
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Arcadia1983
view post Posted on 11/11/2013, 13:13




CITAZIONE (marenarobros @ 11/11/2013, 12:51) 
CITAZIONE (Arcadia1983 @ 11/11/2013, 11:10) 
È stato accolto bene.

E lei bella come non mai ieri a Roma.

sì, ho visto le foto. anche Rooney era molto carina. speriamo che il film le porti i giusti riconoscimenti, li meriterebbe (dico Scarlett), come lo stesso Phoenix.
 
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view post Posted on 17/11/2013, 19:48
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Cinefilo Ad Honorem

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Ha vinto come miglior attrice. E il dubbio che ci viene è: solito doppiaggio a rovinare tutto, in Italia?
 
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Arcadia1983
view post Posted on 17/11/2013, 19:51




CITAZIONE (marenarobros @ 17/11/2013, 19:48) 
Ha vinto come miglior attrice. E il dubbio che ci viene è: solito doppiaggio a rovinare tutto, in Italia?

secondo me, sì. tanto per fare un nome scontato, DiCaprio viene stuprato da Pezzulli. e non cito altre attrici.
 
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Mr.Noodles
view post Posted on 17/11/2013, 23:44




ora dirò una cosa rivoluzionaria: "Her" è "carino". e "carino" è un difetto. it's not bad, ma è il film più sopravvalutato dell'ottavo festival di Roma
 
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view post Posted on 18/11/2013, 09:14
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Cinefilo Ad Honorem

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CITAZIONE (Mr.Noodles @ 17/11/2013, 23:44) 
ora dirò una cosa rivoluzionaria: "Her" è "carino". e "carino" è un difetto. it's not bad, ma è il film più sopravvalutato dell'ottavo festival di Roma

La tua definizione è un po' il riassunto della carriera di Jonze fin qui o sbaglio?
 
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Arcadia1983
view post Posted on 18/11/2013, 09:34




i primi due erano molto belli, però. dico loro perché sono gli unici che ho visto.
 
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109 replies since 8/8/2013, 13:45   920 views
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