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Festival di Roma - Enrico IV
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Festival di Roma - Enrico IV, Gruppo Fraludada

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view post Posted on 22/9/2013, 13:09

Attore/Attrice

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Ecco qui il link corretto:

http://gruppofraludada.altervista.org/Enri.../ENRICO_IV.docx

Buona lettura.
 
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mastruccio
view post Posted on 24/9/2013, 11:32




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Atteso con curiosità, dopo il buon successo ricevuto con "Riccardo II", Francis si presenta al Festival di Roma con il seguito ideale di quell'interessantissimo film, il ben più leggero e spassoso "Enrico IV", tratto dalle due opere shakesperiane.

E' la ben nota storia di Enrico IV, re usurpatore del trono d'Inghilterra, e del suo figlio Hal, principe di Galless, il futuro Enrico V, che passa il tempo ad ubbriacarsi nelle tavernacce insieme ad un manipolo di balordi, capitanati dal simpatico personaggio di Falstaff. Quando Enrico IV decide di combattere contro Northumberland e il figlio Hotspur, Hal è chiamato alle armi, insieme alla combriccola, e ne deciderà le sorti, uccidendo il giovane rivale e portando il padre alla vittoria. Tornato ai suoi vizi, solo la morte del padre sovrano riuscirà a rinsavirlo e a fargli cambiare totalmente vita, meritandosi la corona di re e diventando Enrico V. Falstaff sarà messo al bando e morirà per il dolore di tale umiliazione.

Il pubblico che ha accolto la precedente pellicola con qualche perplessità per una forma di linguaggio fedele all'opera originaria e quindi di difficile lettura - anche io all'inizio, per la verità - potrà questa volta andare al cinema abbastanza più tranquillo. Il film si legge con facilità, sorpattutto le parti che si svolgono alla taverna e vedono il giovane Hal fare bisbocce con Falstaff, pur mantenendo quell'aurea di eleganza e teatrale poetica.
La sceneggiatura, quindi, si fa apprezzare per la buonissima scorrevolezza (non è neppure tanto lunga), e per le emozionanti sequenze della battaglia e, soprattutto, quelle della morte di Enrico IV e dell'incontro finale con Falstaff, nel momento in cui egli è messo al bando. Le righe dello script trasudano tutta la passione e l'amore che Francis nutre per il geniale autore inglese.

Qualche perplessità, però, mi rimane quando, all'inizio del film, si fa riferimento a ciò che è avvenuto e che viene riferito dal re Enrico IV durante il colloquio con Hotspur.
Non essendo immediatamente chiaro a tutti chi sia Mortimer, cosa abbia fatto, perchè il re lo odi così tanto, e perchè Hotspur sia arrabbiato, sarebbe stato meglio, secondo me, inziare il film con una sorta di veloce riassunto o preambolo, come ormai si vede in tantisismi film di genere, laddove si ricorre a quest'espediente per riassumere, con voce fuori campo ed immagini montate molto dinamicamente, un corposo antefatto che spieghi da dove parte la storia raccontata nel film.
Dal punto di vista strettamente tecnico, la sceneggiatura ha una struttura insolita, senza suddivisioni di scena e intestazioni, e con descrizioni di inquadrature e movimenti di m.d.p. non proprio corrette e, a volte, troppo auliche, ma per fortuna non l'ho trovata stancante o confusionaria.

Un'altra stranezza riguarda il cast. Capisco che il trucco fa miracoli, ma per quale motivo si sia scelto di nuovo Henry Cavill (protagonista del precedente "Riccardo II")per intepretare Enrico IV? Lui e David Oakes, che interpreta un credibilissimo Hal, sono coetanei, hanno 30 e 29 anni, e risulta davvero difficile capire perchè non si sia scelto per il re un attore molto più anziano. Sono film diversi, e quindi ci poteva stare un attore diverso per uno stesso personaggio con età molto più avanzata.
Anche Falstaff, interpretato dal bravissimo Tim Curry, ha nel mio immaginario una corpulenza ed un volto diverso (ho pensato subito a un John Goodman, per esempio), ma va bene lo stesso.
Il resto del cast, che vede ottimi caratteristi e attori ben assemblati, brilla per mestiere e per la presenza di una brillante Sally Field, nel ruolo di Quickly.
La scelta di far ancora dirigere il film a Tom Hooper è naturalmente ottima, e come per "Riccardo II", si fa apprezzare per la brillante messinscena, soprattutto per le scene di battaglia, davvero ben descritte.

La colonna sonora è molto buona, e sempre azzeccata per le scene che accompagna. Aiutano molto l'immaginazione dello spettatore e caricano di giusto pathos le sequenze interessate.
Sito e locandina sono purtroppo assenti.

Voto: 74/100 (7 al sondaggio, per assenza di 7 e mezzo)

Malgrado questo genere non rientri tra i miei preferiti, "Enrico IV" è complessivamente un film molto godibile, anche da chi di Shakespeare sa poco o nulla. Qualche difficoltà la si ha all'inizio, per i motivi che ho prima descritto, ma successivamemte il film scorre piacevolmente e senza particolari difficoltà di comprensione. Un buonissimo approccio al mondo shakesperiano, che può far nascere la voglia di approfondire la sua conoscenza.
 
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view post Posted on 24/9/2013, 18:37
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Critico

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Con Enrico IV, Francis torna alle sue più grandi passioni, Shakespeare e il teatro, e lo fa andando dritto per la sua strada, proponendo un film molto in linea con quel Riccardo II che sollevò tante discussioni quando uscì. Come detto più volte, io ero tra quelli che avevano accolto la pellicola con più di qualche perplessità e, senza girarci intorno, posso dire che tali perplessità rimangono anche in questo ideale seguito.
Il film ci mostra Enrico IV, ormai morente e malato, alle prese con il peso sempre più insopportabile di una corona conquistata nel peggiore dei modi, ma soprattutto la pellicola si concentra su Hal, il figlio del Re, un nobile che preferisce passare il suo tempo in malfamate taverne, ad ubriacarsi in compagnia di squattrinati e ladruncoli. Arriverà però il momento, anche per lui, di assumersi le proprie responsabilità.
Va detto che, rispetto a Riccardo II, ho riscontrato un linguaggio più accessibile e di facile comprensione che non appesantisce affatto la lettura. Inoltre anche le battute pronunciate dai singoli personaggi sono molto più snelle e agili, tanto da evitare quei lunghi e impegnativi monologhi del primo film.
Oltre a questo, ciò che veramente sorprende di questa pellicola è l’atmosfera generale, molto più leggera e solare. Gli inserti drammatici e ricchi di pathos sono pochi e riservati solo ad alcune scene chiave.
Ed è così che dopo un inizio di grande effetto riservato a Enrico IV (o meglio a ciò che ne rimane) si apre una lunga parte molto giocosa e farsesca dedicata ad Hal e alla sua stramba combriccola, in particolare a Falstaff, grande comprimario. E’ un continuo di bevute, siparietti comici, furti, scherzi, bizzarre messe in scena che all’inizio funzionano alla grande, ma dopo un po’ cominciano a stancare e ci si chiede: ma quand’è che la storia ingrana per davvero? Quand’è che si fa sul serio?
Capisco che questa parte sia fondamentale per la descrizione di Hal, della sua vita dissoluta e soprattutto di Falstaff, ma io l’avrei snellita parecchio.
Poi si entra finalmente nel vivo, con il primo incontro/scontro tra Hal e suo padre, la sanguinosa battaglia e l’incoronazione finale. E’ qui che il film dà il suo meglio, con un ritmo più vivace, momenti epici ed emozionanti (sottolineati da efficaci montaggi), e scontri verbali drammatici e di forte impatto.
L’epica, il dramma, ciò in cui Francis è davvero forte, in questo film è concesso con il contagocce e c’è sempre spazio per qualche scena sdrammatizzante che finisce per far crollare quella bella atmosfera carica di tensione che si era creata (come ad esempio quando Falstaff si finge morto o quando deve scegliere delle improbabili reclute).
Rimane anche l’impianto fortemente teatrale di tutto il film, la recitazione a volte necessariamente sopra le righe degli attori, i “monologhi alla luna”, i repentini cambiamenti di comportamento dei personaggi (Hal in primis). Caratteristiche difficili da smorzare quando si ha a che fare con la trasposizione di un dramma teatrale e mi sembra che Francis non avesse alcuna intenzione di smorzarle, anzi. Come ho già detto, è andato dritto per la sua strada evitando di scendere a compromessi e mostrando un ammirevole coraggio. Prendere o lasciare.

Ottima la scelta di Hooper. La sua mano si sente e spesso dà vita a scene molto riuscite ed emotivamente potenti (belle ad esempio le visioni di Enrico). Ottimo il cast. Qualche dubbio solo su Cavill, forse un po’ troppo giovane (ma non so quanti anni avesse Enrico nell’opera). Molto bravi sia David Oakes che, soprattutto, Tim Curry in grado di dare vita a un personaggio trascinante.

Molto buone le musiche, sempre in tema. Quella conclusiva mi è piaciuta particolarmente.

Enrico IV è in linea con Riccardo II ma allo stesso tempo non lo è. Conserva la fortissima impronta teatrale (con tutti i suoi pregi e difetti) ma ha dialoghi più snelli e meno ostici. Ritornano i grandi momenti epici (il montaggio finale è da pelle d’oca), i confronti drammatici e spietati (la scelta finale di Hal di rinnegare Falstaff è un bel colpo), ma la componente da commedia, molto leggera e farsesca è forse troppo invadente. E’ quindi in sintesi una vera prova d’amore e dedizione di Francis nei confronti di Shakespeare, scritta con la solita consueta cura dei dettagli e con grande passione. 70/100
 
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view post Posted on 26/9/2013, 12:14

Attore/Attrice

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Ringraziando Mas ed Hermes, vado a rispondere alle critiche.

MASTRUCCIO

CITAZIONE
Qualche perplessità, però, mi rimane quando, all'inizio del film, si fa riferimento a ciò che è avvenuto e che viene riferito dal re Enrico IV durante il colloquio con Hotspur.
Non essendo immediatamente chiaro a tutti chi sia Mortimer, cosa abbia fatto, perchè il re lo odi così tanto, e perchè Hotspur sia arrabbiato, sarebbe stato meglio, secondo me, inziare il film con una sorta di veloce riassunto o preambolo, come ormai si vede in tantisismi film di genere, laddove si ricorre a quest'espediente per riassumere, con voce fuori campo ed immagini montate molto dinamicamente, un corposo antefatto che spieghi da dove parte la storia raccontata nel film.

Obiezione più che giusta, cui rispondo su due piani: a) mettere il riassunto all'inizio avrebbe significato avere un'ulteriore somiglianza (e già ce ne sono troppe) col Falstaff di Orson Welles, b) non è davvero importante cosa Mortimer abbia fatto o meno. L'importante è che si sappia che Enrico ha dei problemi con i Percy, un tempo suoi alleati, e che Mortimer è stato dichiarato dal defunto Riccardo II erede al trono. Il resto, non ha molta importanza per la storia.

CITAZIONE
Un'altra stranezza riguarda il cast. Capisco che il trucco fa miracoli, ma per quale motivo si sia scelto di nuovo Henry Cavill (protagonista del precedente "Riccardo II")per intepretare Enrico IV? Lui e David Oakes, che interpreta un credibilissimo Hal, sono coetanei, hanno 30 e 29 anni, e risulta davvero difficile capire perchè non si sia scelto per il re un attore molto più anziano. Sono film diversi, e quindi ci poteva stare un attore diverso per uno stesso personaggio con età molto più avanzata.

Be', l'hai detto: il trucco fa miracoli. E l'influenza dei Tudors, dove Cavill e Jonathan Rhys Meyers sono invecchiati a meraviglia per interpretare i loro personaggi lungo un arco temporale di 50 anni buoni, si è fatta sentire. Son debolezze, direbbe Figaro.

HERMES

Intanto, ti ringrazio per l'apprezzamento del coraggio: sì, sono effettivamente andato per la mia strada. E direi che le recensioni positive mi confermano che ho fatto bene, eh eh... :P

CITAZIONE
Ed è così che dopo un inizio di grande effetto riservato a Enrico IV (o meglio a ciò che ne rimane) si apre una lunga parte molto giocosa e farsesca dedicata ad Hal e alla sua stramba combriccola, in particolare a Falstaff, grande comprimario. E’ un continuo di bevute, siparietti comici, furti, scherzi, bizzarre messe in scena che all’inizio funzionano alla grande, ma dopo un po’ cominciano a stancare e ci si chiede: ma quand’è che la storia ingrana per davvero? Quand’è che si fa sul serio?

In realtà, fin da subito. Un motivo per cui l'Enrico IV è il miglior dramma storico di Shakespeare è esattamente quest'incrocio fra i complotti del re, la guerra di successione, la morte, e la vita quotidiana del popolo, che le fa da controcanto e da parodia, rendendola universale. E comunque, credimi se ti dico che ho mantenuto l'essenziale: nel copione, Falstaff e i suoi hanno molto più spazio. La rapina di Gad's Hill non poteva essere più scorciata di così, e neanche le scene fondamentali della taverna (con quella recita fra Falstaff e Hal che fa da anticipazione del finale): doveva fungere da controcanto rispetto all'inizio della guerra.
 
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Superlele2013
view post Posted on 26/9/2013, 13:22




ENRICO IV

Pur non essendo un appassionato delle varie trasposizoni delle opere di Shakespeare ho gradito molto questo film. Soprattutto mi è piaciuto come la sceneggiatura è riuscita a rendere leggera e snella una trama di per se abbastanza pesantuccia. Come hanno fatto notare altri prima di me, l'aver reso più facile la comprensione del testo ha agevolato la lettura. Anche se, per contro, si è un pò persa quell'aura di teatro, che invece è stata mantenuta nei monologhi di alcuni personaggi. Ecco, questa è la cosa che mi ha fatto un pò storcere il naso. Nel senso che, secondo me, o si mantiene l'opera come rappresentazione teatrale o la si taglia del tutto, perchè questi cambi, a volta repentini, portano a delle variazioni di ritmo che fanno un pò perdere la partecipazione del lettore/spettatore. Questo, comunque non toglie la bontà della sceneggiatura per gran parte del film. Menzione d'onore per il finale, assolutamente coinvolgente.

Bene Tom Hooper alla regia. Anche se ci avrei visto bene anche Brangan (forse troppo banale?). Assolutamente eccezzionale Tim Curry nella parte di un Flagstaff molto carismatico. Anche io ho i miei dubbi su Cavill, ma tutto sommato ci può stare.

Colonna sonora in linea con l'opera.

VOTO: 76
 
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Clint1994
view post Posted on 26/9/2013, 20:28




ENRICO IV by Clint94

Non sono uno di quelli che ha amato Riccardo II, anzi, e infatti non attendevo molto questo sequel, ma avrei preferito che Francis si fosse dedicato ad altro (007 o Cuore Pirata, che mi interessano parecchio). Invece devo dire che questo Enrico IV mi è piaciuto molto più del precedente. Merito di dialoghi molto meno pesanti di quelli del Riccardo II, di personaggi più interessanti e di una storia più coinvolgente, che alterna momenti spassosi ad altri spettacolari e altamente drammatici. Ci troviamo dunque di fronte a un lavoro secondo me più riuscito e più cinematografico del precedente. Mi aspettavo che il protagonista fosse l'Enrico IV del titolo, che invece è un personaggio piuttosto secondario; i veri protagonisti sono suo figlio Hal e Falstaff, efficacemente interpretati da David Oakes e Tim Curry. Il primo, pur essendo principe, passa le giornate a ubriacarsi nelle taverne e a divertirsi insieme a un pugno di briganti; il secondo è una vecchia volpe, un bugiardo nato e uno spaccone, ma particolarmente abile a mantenere il figlio del re dalla propria parte. Mentre Hal, Falstaff e i loro amici si godono la vita, Enrico IV, tormentato da una malattia e dai rimorsi per la fine di Riccardo II (ben interpretato, in un paio di apparizioni, negli incubi del re, da James McAvoy, protagonista del film precedente), deve prepararsi allo scontro con la famiglia Percy. Ne nasce una guerra civile in cui vengono coinvolti anche Falstaff e Hal, il quale dovrà per la prima volta assumersi la sua responsabilità e vestire i panni che il suo ruolo gli impone.
Come ho detto, il film alterna abilmente il registro comico e quello drammatico: se la prima parte, con le "imprese" di Falstaff e dei suoi compagni, è piuttosto leggera e divertente, la seconda parte diventa molto più spettacolare, con grandi scene di battaglia, duelli e un finale amarissimo, che vede la morte per malattia di Enrico e l'incoronazione di Hal, il quale a questo punto, per adempiere al proprio ruolo, non può far altro che allontanare da sé Falstaff, che morirà per il dolore. Si tratta senza dubbio di una bella storia, che nel finale, grazie a uno splendido montaggio e a un ottimo uso delle musiche, riesce a emozionare lo spettatore. Ma ho apprezzato molto anche le scene comiche della prima parte (il dialogo nella taverna dopo che Hal e Ned hanno ingannato e derubato Falastaff, che si inventa tutto di sana pianta per giustificarsi) e le scene di battaglia, in particolare il duello tra Hal e Percy, molto spettacolare e scritto davvero bene (e visto il tipo di atmosfera che si era venuta a creare, è un po' fuori luogo qui la scena di Falstaff che si finge morto). La parte che ho trovato un po' più lenta e noiosa sono i preparativi per la battaglia, con l'arruolamento dei soldati e tutto ciò che ne consegue. Per quanto riguarda i dialoghi, li ho trovato più scorrevoli e meno pesanti rispetto al Riccardo II, però personalmente li preferirei ancora più naturali, mentre così restano ancora un po' troppo letterari. Alcuni monologhi però sono magnifici: penso all'elogio del vino fatto da Falstaff o al suo discorso sull'onore.
Il cast è ben scelto, anche se sono rimasto perplesso anch'io per la scelta di far interpretare a Henry Cavill un personaggio che ha il doppio dei suoi anni. Si poteva prendere qualcuno di più anziano. Gli altri svolgono tutti egregiamente il loro dovere, a cominciare da Tim Curry: il suo Falstaff è una figura indimenticabile, che raggiunge una dimensione quasi epica, nonostante le sue spacconate, per quella dolorosa e amarissima fine. Molto intenso anche David Oakes. Qualche dubbio su Sally Field, che forse è troppo anziana per il ruolo (e poi, essendo americana, è un po' una mosca bianca in questo cast).
Alla regia viene giustamente richiamato Tom Hooper, che svolge un ottimo lavoro.
Le musiche mi sono piaciute molto: belle da ascoltare e sempre adatte alle scene; in particolari i brani della battaglia e del finale contibuiscono non poco alle atmosfere drammatiche di quelle scene.
In conclusione, nonostante la mia iniziale diffidenza, mi sono dovuto ricredere di fronte a un film che racconta una bella storia, con personaggi molto interessanti e la capacità di alternare abilmente registri diversi, riuscendo a divertire nelle parti più leggere, a esaltare nelle scene di battaglia e a emozionare nel finale. Rimangono il fastidio per dei dialoghi ancora un po' troppo letterari, anche se comunque molto meno pesanti rispetto alla pellicola precedente, e per alcuni passaggi che rallentano il ritmo e risultano un po' noiosi. Nel complesso però ci troviamo di fronte a un prodotto molto riuscito.

VOTO: 74
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 29/9/2013, 09:54




Ero preparata psicologicamente per questo Enrico IV, e devo dire che Francis mi ha sorpreso di nuovo: i dialoghi sono più "leggeri" e comprensibili del Riccardo II, e anche la storia è meno politica e più "di vita", la storia è un percorso di cresciuta per Hal, che passa da essere un ragazzo scioperato a un re responsabile (e stando a Wikipedia, che ha cercato in tutti i modi di mantenere un lungo periodo di pace), e di decadimento per Enrico IV, che si ritrova sotto il peso delle difficoltà e dei sensi di colpa. Alla cornice di tutto questo c'è la preparazione per una guerra con i Percy.
il film riesce anche a essere spiritoso, con le apparizione di un Falstaff interpretato da un ottimo Tim Curry (ma ho fatto un po' di fatica a immaginarlo grasso), ma anche questo personaggio viene visto come negativo, corruttore e pigro, e infatti alla fine non gli basta conoscere il re per avere delle tanto agognate cariche. A questo proposito, non mi piace come Hal alla fine sbologna così dei vecchi amici, in quel momento credo di averlo detestato. Sinceramente, io avrei tipo... boh, di certo non avrei umiliato davanti a tutti un ex amico, anche se non posso più vederlo cause di forza maggiore. E comunque anche io sono d'accordo sul fatto che i suoi monologhi sono fantastici, ho messo quello sull'onore nel mio diario di FB perché è perfetto!
Cast è ok, ovviamente Cavill riprende il ruolo di Enrico e un David Oakes e Tim Curry al massimo delle loro potenzialità. la regia è di nuovo Tom Hooper che fa un lavoro ottimo. Colonna sonora presa da vari telefilm, ma suggerirei di stare attento a Francis: alcuni video erano proprio spezzoni di puntate televisive o monologhi (vedi quello di Pierino e il lupo e l'arrivo di Robert in GOT)
Voto 7,5
 
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Andrew.
view post Posted on 1/10/2013, 20:33




Recensione della Chimera.

Recensisco in ritardo questo film ed è giusto che spieghi anche il perchè, dato che raramente mi capita di comportarmi così con un film, cioè letto a pezzetti nel giro di una settimana, un po' al lavoro, un po' a casa. Potrei dire che il poco tempo mi ha costretto a fare così, ma mentirei, dato che ho letto film anche più lunghi in una sola volata perchè avevo voglia di vedere come andava a finire. E sarò schietto, ma qua la voglia non c'è stata, sono andato avanti a fatica perchè il film non mi ha mai preso davvero (lo sto capendo solo adesso che recensico, durante la lettura prendevo scuse per staccare, tipo devo fare la lavatrice, ecc).
In ogni caso, non terrò conto di questa cosa nel giudizio finale, non completamente almeno, cercando di essere il più imparziale possibile.
La storia riprende da dove l'avevamo lasciata col precedente film, segue le sorti di Enrico IV che deve lottare contro il suo senso di colpa, oltre che contro il dolore per avere un figlio dissoluto che sembra non amarlo (per non contare della malattia). E' un uomo provato dagli anni, fragile, che tuttavia non rinuncia all'ultima battaglia per difendere l'onore.
Accanto a questa storia drammatica, c'è quella comica che ha Falstaff per protagonista, gran furfante che è impossibile non adorare.
Hal sta invece nel mezzo ed è proprio intorno a questa sua duplicità che gira il film, attratto dalla bella vita offertagli da Falstaff ma col desiderio di non deludere il padre e di renderlo orgoglioso, oltre che diventare degno della corona.
Il film sprizza epicità da tutti i pori, del resto i dialoghi sono stati scritti per essere epici, dal discorso del re a quello di un ubriaco alla locanda, tutto quando ha un tono solenne e ricercato. Difficile da seguire così come da non apprezzare, la lettura è infatti piacevole nonostante tutto.
Però c'è da dire che questo stile a tratti mi è parso un po' troppo esagerato per un film classico. Quindi o si dà per scontato che il film non è uno di quelli classici a cui siamo abituati, oppure si dà una bacchettata alle mani allo sceneggiatore. Il personaggio di Hal è tratteggiato in maniera poco ortodossa, non si capisce mai bene quali siano i suoi reali pensieri e le sue esclamazioni sono sempre sopra le righe (penso alla scena dove il padre lo va a visitare in prigione). Ma in realtà quasi tutti i dialoghi sono sopra le righe, con personaggi che sembrano vomitare i propri sentimenti (scusa per la volgarità ma la sensazione che ho avuto è quella), in un modo poco credibile che si avvicina più al musical rispetto al film classico. E infatti durante e dopo la lettura mi sono chiesto perchè non ha pensato di farne direttamente un musical, prestandosi benissimo ora con le scene divertenti, ora con quelle più drammatiche, alla I miserabili.

E la scelta del regista non fa che confermarmi questa impressione, Tom Hooper ha fatto bene con Les Miserables e avrebbe potuto riprovarci. Comunque la scelta rimane pienamente azzeccata.
Per il cast ho qualche perplessità, dato che Cavill e Oakes hanno la stessa età (sono entrambi dell'83) ma uno interpreta l'età dell'altro. Capisco che il primo si sarà invecchiato col trucco, però si poteva anche prendere un attore più giovane per la parte del figlio.
Entrambi comunque vengono quasi eclissati dall'esuberante interpretazione di Curry che ci regala un Falstaff memorabile.


Voto: 72

Tante cose da pesare in questa bilancia. Da un lato ci sono uno stile pesante da leggere e che non invoglia la lettura e dei personaggi troppo caricati con dialoghi che ricordano più il musical che il cinema classico. Dall'altro abbiamo una sceneggiatura impeccabile davanti alla quale possiamo solo alzare le mani in segno di resa e una storia che riesce a mescolare bene dramma e comicità, cosa che non era per nulla facile. Alla fine il risultato è sicuramente positivo, di certo non un film che potrà ambire a molto, ma che nella sua atipicità si farà ricordare, così come è accaduto per il predecessore (ancora nella mia memoria nonostante mi risultò ancora più pesante di questo).
 
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view post Posted on 1/10/2013, 21:21

Attore/Attrice

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CITAZIONE (Andrew. @ 1/10/2013, 21:33) 
Ma in realtà quasi tutti i dialoghi sono sopra le righe, con personaggi che sembrano vomitare i propri sentimenti (scusa per la volgarità ma la sensazione che ho avuto è quella), in un modo poco credibile che si avvicina più al musical rispetto al film classico. E infatti durante e dopo la lettura mi sono chiesto perchè non ha pensato di farne direttamente un musical, prestandosi benissimo ora con le scene divertenti, ora con quelle più drammatiche, alla I miserabili.

Molto semplice: perché non avrei saputo dove trovare le canzoni, e perché non so comporne io personalmente. E poi, è Shakespeare: a voi sembra pesante perché dovete leggerlo, ma posso assicurarvi personalmente che, recitato bene (vedi i film di Branagh), è leggero come una piuma.
 
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SaschaGranato
view post Posted on 4/10/2013, 16:10




Recensione della Granato Production

Il Gruppo Fraludada presenta "Enrico IV", ispirato ad un classico di William Shakespeare, seguito di Riccardo II. L'opera originale è suddivisa in due libri, articolati in cinque atti ciascuno. Il primo merito va dunque alla sceneggiatura che riassume la storia principale il soli 74 muniti. Francis ha svolto un lavoro impeccabile ed è riuscito ad estrapolare le parti più evocative, riadattandole per il grande schermo. Il risultato è molto buono e il prodotto finale si presenta corposo ed elegante.

Da un'opera di Shakespeare non si può pretendere un film legato alla nostra tradizione cinematografica. In tal senso, non sarebbe logico attinge ad un'opera letteraria così importante. Se il solo scopo del film fosse quello di narrare delle vicende storiche, come una sorta di biopic, sarebbe sufficiente qualsiasi libro storico. Dunque non stupiamoci se il film enfatizza il linguaggio elaborato dallo stesso Shakespeare, perché lo scopo del film è quello di rievocare i suoi personaggi così come lui ce li ha raccontati. Una scelta insolita certo, ma non va evidenziata come un difetto, perché se così fosse significherebbe non apprezzare il film. Enrico IV non è un film per tutti, ma verosimilmente un prodotto di nicchia, destinabile ad un pubblico ridotto.

Il film offre una visione epica degli eventi e dialoghi corali, merito di uno spirito shakespeariano che permane nell’arco di tutto il lungometraggio. Fermo restano i pregi evidenziati, vorrei porre un appunto alla regia; un nome così altisonante come quello di Tom Hooper, meritava una messinscena più corposa. Se la sceneggiatura è forte di una narrazione solida e scorrevole è altresì evidente la scarsa attenzione dedicata ai movimenti di macchina, che appaiono scarni e inconsistenti. L’impressione è che Hooper funga da espediente commerciale, considerata la natura del film, in riferimento a “Les Miserables”. Una scelta azzeccata per lo stile e le qualità del regista, ma vanificata da un atteggiamento un poco assenteista.

Un difetto importante, a mio avviso, ma non per questo capace di compromettere il giudizio finale del film, che si mantiene sempre su buonissimi livelli, merito anche di una Soundtrack intelligente e sempre appropriata.

Un altro problemuccio l’ho riscontrato durante i primi minuti del film, che si collega al finale della precedente pellicola. Ho fatto un po’ di fatica a capire cosa stesse accadendo, ma non concordo con il suggerimento di Mastruccio;

CITAZIONE
sarebbe stato meglio, secondo me, inziare il film con una sorta di veloce riassunto o preambolo, come ormai si vede in tantisismi film di genere, laddove si ricorre a quest'espediente per riassumere, con voce fuori campo ed immagini montate molto dinamicamente, un corposo antefatto che spieghi da dove parte la storia raccontata nel film.

Questo, a mio avviso, è un accorgimento che si adatta meglio alle serie-tv che al cinema. In un film non è necessario offrire la stessa continuità alla storia, come invece avviene per i sereal. Rende l’opera macchinosa e accomoda un po’ troppo lo spettatore, il quale farebbe meglio a guardarsi il film precedente. A maggior ragione a Cinematik, dove la pigrizia regna sovrana. Dunque mi auto rimprovero e corro subito a vede Riccardo II!!!

Il fatto di non aver partecipato alla visione del primo film è per me un grosso limite. Non ho termini di paragone, per evidenziare certe differenze o migliorie nello script. Posso solo annotare come la componente comica, inizialmente frizzante e godibile, appesantisca il film col trascorrere del tempo. E qui subentra un ulteriore limite; non aver mai letto l’opera originale. Dunque riaffermo quanto sopra detto; Enrico IV non è un film per tutti. Credo sia destinabile ad un pubblico per certi versi colto, forte della materia letteraria trattata da Shakespeare. A quel punto sarebbe interessante vedere cosa ne penserebbero di questo film, dei lettori appassionati e ferrati in materia.

Voto 70/100
 
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World ^_^
view post Posted on 6/10/2013, 11:14




Le mie quattro righe sul film

Chi l'ha detto che una trasposizione sia "vecchia" e pertanto poco originale, solo perchè tratta da un grande classico della letteratura mondiale? A torto o a ragione qui sopra Shakespeare sembra suscitare sempre un po' di timore reverenziale, oltre a qualche ritrosia di troppo. Bene ha fatto, a mio avviso, Francis nel continuare il suo ciclo shakespeariano trasponendo tra l'altro un'opera che, rispetto ad altre (pensiamo solo ad Amleto) non ha avuto poi al cinema, finora, nè tante trasposizioni nè particolarmente famose: se si eccettua il bizzarro Falstaff del genio Welles, completamente incentrato sulla figura del cavaliere giullare e spaccone, trovo su imdb solo sue altre trasposizioni cinematografiche del '43 e del 1984, entrambe curiosamente italiane.
Questo per dire che non solo i classici non muoiono mai ma che, coerentemente con quanto fatto finora, Francis persegue un suo stile e una sua passione che anche stavolta non mi ha deluso. Come nel precedente Riccardo II, una sceneggiatura agile e accorta ci fa riscoprire il celebre dramma, solo che stavolta lo sceneggiatore cerca di andare incontro anche al pubblico un po' più impaziente usando un linguaggio ancora meno aulico, prediligendo tra l'altro scene di azione e di battaglia. La storia riprende anni dopo la salita al potere di Enrico IV ai danni di Riccardo II e, sebbene non tutto sia chiaro subito, poi ci si trova presto nel vivo dell'intreccio. Sono assolutamente contrario all'opinione di chi ha suggerito riassunto o preamboli, dal momento che nemmeno più i serial televisivi fanno ormai ricorso a tali mezzucci per "acclimatare" facilmente lo spettatore.
Sceneggiatura, dicevamo, che mi è sembrata abile nel mantenersi in bilico tra fedeltà e libertà traspositiva, senza rinunciare ai toni epici e aulici senza i quali non saremmo stati in presenza di Shakespeare ma di un episodio qualsiasi dei Tudor. Avrei solo tagliato qualche episodio di bisbocce e di gaudioso divertimento in taverna per arrivare un po' prima nel vivo della vicenda e dell'azione.
Regia di Tom Hooper che non delude le aspettative e che bissa l'ottima direzione del precedente Riccardo II, cast che sarebbe stato pressocchè perfetto se non fosse stata per la perplessità col quale ho accolto la riconferma di Henry Cavill nel ruolo dell'anziano Enrico IV: trucco a parte, sarebbe stato meglio prendere un attore più anziano, dal momento che Francis era pienamente giustificato in questo "cambio" dai non pochi anni trascorsi. Oltretutto non siamo a teatro e "fa comunque strano" vedere il truccato Henry Cavill far da padre al quasi coetaneo David Oakes.
Per il resto, nulla da eccepire: un cast britannico di alto livello nel quale spicca su tutti, come c'era da aspettarsi, un Tim Curry autentico mattatore nel ruolo altrettanto memorabile di Falstaff. Colonna sonora come al solito ben studiata e presa, a piene mani, dalla musica classica.
In sintesi, Francis non solo non lascia ma raddoppia e raccoglie per me un risultato che è quasi agli stessi livelli del precedente Riccardo II, che era sì più lungo, con meno azione e molto più "politico" ma che io ho apprezzato tantissimo come riflessione sul tema del potere. Questo Enrico IV non è da meno e rimarrà sicuramente impresso per le epiche scene di battaglia, per l'emozionante morte di Enrico IV e per la presenza di un validissimo Falstaff, di grande presenza attoriale e scenica. Per me una delle opere migliori di questo Festival. 7.7
 
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view post Posted on 7/10/2013, 23:30




Francis non si ferma davanti a nulla, e dopo quel Riccardo II che suscito molte critiche e perplessità, si ripresenta con Enrico IV. Il film ha lo scopo di mostarci i fatti avvenuti negli anni successi alla caduta di Riccardo e l'infame salita al trono di Enrico. Partendo da un Re devastato e dal tempo, l'età e dai sensi di colpa, la vicenda si snoda principalmente su Hal, figlio di Enrico che segue una vita sregolata fatta di bevute e notti brave con una sgangherata combriccola. Fra questi c'è Falstaff che è il personaggio a mio parere più riuscito del film.

Dopo una partenza abbastanza cupa, il film vira su uno scenario molto più leggero e rilassato. Le continue avventure de Hal e i disgraziati che si porta dietro, fanno in modo che lo script scorra leggero ed aiuta a sentire meno il peso di uno script piuttosto svelto da leggere, per via del numero di pagine non molto elevato, ma che risente ancora, se pur in maniera minore ( molto minore) di dialoghi non molto "fluidi".
So benissimo che è uno stile quasi necessario per affrontare una trasposizione del genere, ma influenza comunque la lettura del film.

Fra i molti momenti leggeri, il film si prende anche lo spazio per alcune scene emotivamente più toccanti e crude. Con livelli di spettacolarità che catturano lo spettatore. molto nelle anche le sequenza in cui Hal prende la sua posizione e decide di assumersi le sue responsabilità, le scene in battaglia. Sono tutte accompagnate da descrizioni scorrevolissime.

Voto: 67

Francis continua per la sua strada e fa bene. Il salto da questo film al suo predecessore è già veramente notevole ed ora è davvero "accessibile" a tutti, (anche i più pigri) anche se i dialoghi restano ancora un poì spinosi e teatrali.
 
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view post Posted on 8/10/2013, 09:12
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Notavo per esempio che per World questo film sarebbe finito nella cinquina miglior film, nello scorso semestre.
 
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World ^_^
view post Posted on 8/10/2013, 10:28




CITAZIONE (marenarobros @ 8/10/2013, 10:12) 
Notavo per esempio che per World questo film sarebbe finito nella cinquina miglior film, nello scorso semestre.

Sì, forse anche in questa... (anche se spero che di qui a dicembre usciranno altri film!)
 
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view post Posted on 9/10/2013, 10:05
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CITAZIONE (World ^_^ @ 8/10/2013, 11:28) 
CITAZIONE (marenarobros @ 8/10/2013, 10:12) 
Notavo per esempio che per World questo film sarebbe finito nella cinquina miglior film, nello scorso semestre.

Sì, forse anche in questa... (anche se spero che di qui a dicembre usciranno altri film!)

Reggimi il gioco, sto cercando di capire chi entra nei topic dopo aver recensito... chi gli ha dato 67 o anche meno dovrebbe non trovarsi d'accordo con la tua rece, ti pare? ;)
 
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24 replies since 22/9/2013, 13:09   1578 views
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