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L'enfant penchèe - Festival di Roma
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L'enfant penchèe - Festival di Roma, Chimera films

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mastruccio
view post Posted on 16/9/2013, 10:02




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Il primo film presentato alla Festival di Roma è il gradevolissimo "L'enfant penchèe" di Jean Pierre Jeunet, pellicola prodotta dalla Chimera Films di Andrew che si inserisce nel filone al quale appartengono altri recenti lavori dello stesso produttore, "Honey, I'm a tree" e "To the moon", altrettante belle incursioni nelle dimensioni oniriche e favolistiche.
E' un film breve, che trae fonte da un fumetto, o come si dice oggi graphic novel, del duo di autori François Schuiten and Benoît Peeters, e che ci offre diversi spunti di riflessione sulla diversità e sull'approccio dei cosidetti "normodotati" nei confronti dei diversamente abili o persone con difetti fisici.
Il tutto è permeato, come detto, da una dimensione fiabesca e onirica; come in un sogno il pubblico è messo nelle condizioni di assistere ad una storia nella quale niente è realistico e plausibile, ma lo si accetta e lo si considera credibile grazie ad una sapiente e fantasiosa narrazione, ad una tecnica di ripresa, il rotoscoping interpolato, che ci immerge in un cartone animato che rimane però in una dimensione adulta e più profonda, e che lascia alla fine una dolce sensazione e ottimi ricordi.

E' la storia di una ragazzina, Mary, che a causa di un misterioso pianeta che si avvicina troppo alla Terra, ne subisce la forza di attrazione gravitazionale, subendo un grosso spostamento dell'asse di baricentro. In pratica si inclina su un lato, come la torre di Pisa, e da quel momento la sua vita cambia radicalmente. Abbandonata dai genitori, isolata e derisa dai compagni di scuola, esibita come un fenomeno da baraccone circense, la piccola Mary diventa adulta senza aver ancora capito la causa della sua diversità. Parallelamente assistiamo alla curiosa vicenda di un pittore, l'unico che vediamo in carne ed ossa, che vaga alla ricerca di una fonte di ispirazione, e che la trova in una vecchia casa abbandonata, e alle vicende di uno scienziato che si mette in testa di andare ad esplorare questo misterioso pianeta che, ormai anni addietro, si è posizionato vicino all'orbita terrestre.

E' una bella favola, certamente, con intelligenti risvolti che fanno riflettere. Non c'è grossa introspezione psicologica, nessun approfondimento di background e pochissimo spazio è dedicato alle sofferenze che deve patire la bambina protagonista quando è vittima delle stupide reazioni dei compagni di scuola, ed anche degli adulti, alla sua diversità. Posso dire, però, che obbiettivamente non se ne è sentita la mancanza, ed anzi ciò è servito a fa conservare al film la stupenda leggiadria e leggerezza che pervade la graphic novel.

Qualche piccolo errore di battitura e una non corretta intestazione della scena al parco giochi (basta mettere "Int/Est" all'inizio, perchè tutto si svolge in un'unico luogo/scena/spazio temporale) non spostano di una virgola la bellezza del film.

La regia di Jean Pierre Jeunet, scelto certamente grazie al suo "Il favoloso mondo di Amelie", dirige la troupe con abile maestria, e fa recitare gli attori, Lea Seydoux su tutti, con estrema naturalezza. Fa molto piacere, inoltre, rivedere sugli schermi la bellezza autoritaria di Fanny Ardant, che interpreta la madre di Mary.

Un unico appunto lo si può muovere riguardo alla colonna sonora. E' una questione di gusti personali, si intende, quando dico che qualche brano solo musicale invece delle canzoni, pur bellissime e cantate da grandisismi nomi, avrebbe secondo me reso meglio accanto alle immagini, ma certamente si sarebbe potuto cercare meglio, fra i meandri di Youtube, per evitare di ascoltare in qualche brano gli applausi di un pubblico assolutamente fuori luogo e fuori contesto.

Molto bella la locandina, ripresa dal fumetto, e il sito risulta completo di informazioni anche tecniche.

"L'enfant penchèe" è, quindi, un ottimo piccolo film, degno apripista per un Festival di Roma che si preannuncia ricco di contenuti e qualità, e che può senza dubbio ambire a qualche bel premio.
Voto: 76/100
 
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view post Posted on 16/9/2013, 18:32
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Critico

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L'enfant penchèe, il nuovo film di Andrew, si presentava come una delle pellicole più particolari e fuori dagli schemi del Festival, ed è con piacere che dopo la lettura posso dire che le promesse non sono state affatto disattese.
L'enfant penchèe si inserisce in quella serie di film cosiddetti “sperimentali” o “piccoli” (anche se di piccolo hanno poco, soprattutto nelle tematiche), che trovano la loro collocazione perfetta proprio all’interno di un festival.
Il soggetto è indubbiamente uno dei punti forti del film, originale non tanto nelle tematiche (il tema del diverso, della normalità, dell’emarginazione, delle passioni non sono nuovi) quanto nel modo in cui vengono raccontate e declinate queste tematiche. La trovata della bambina che pende è fantastica, al tempo stesso buffa e grottesca quanto tenera e toccante.
Il processo di emarginazione che subisce la protagonista è prevedibile ma emotivamente efficace la famiglia, o meglio i genitori, non ne escono bene, ma nemmeno la scuola e tutte le istituzioni più classiche). Il mondo creato è affascinante nella sua commistione di atmosfere e stili.
Particolarmente ricercato e studiato anche l’aspetto visivo della pellicola, con questa riuscita alternanza tra scene animate e scene “normali”. Queste ultime servono più che altro che disseminare indizi e dare quindi un senso, per quanto possibile, agli avvenimenti nel mondo fantastico.
Controversa e aperta a molte interpretazioni la parte conclusiva. Che cos’è questo strambo universo? Una sorta di mondo delle idee? E Mary cosa rappresenta? L’ispirazione, inizialmente perduta del protagonista? Gaspar infatti all’inizio del film sembra in piena crisi, incapace a terminare i propri quadri e totalmente sfiduciato.
E nel finale non c’è spazio per molte spiegazioni, e non tutto viene disvelato, lasciando una piacevole (ma a volte frustrante) sensazione.E’ chiaro che non era nelle intenzioni del produttore dare spiegazioni, perché questo è un film che si basa sulle suggestioni e sulle riflessioni che fa sorgere, non certo sulle risposte. Eppure nel finale ho sentito la mancanza di qualche dettaglio in più. Lo stile essenziale e asciutto di Andrew, che continuo ad apprezzare, forse ha un po’ tarpato le ali a un finale che poteva colpire ancora di più. Ad esempio avrei dedicato qualche scena in più all’incontro tra Mary e Gaspar (e alla conseguente separazione).
Nonostante quindi non tutto venga chiarito e si rimanga con più domande che risposte, complessivamente il film affascina, diverte (nella prima parte) e colpisce emotivamente grazie anche a una protagonista che, seppur caratterizzata in maniera iperessenziale, trasmette perfettamente l’innocenza del bambino (all’inizio) e il disincanto dell’età adulta (poi).

Jeunet dirige quindi una pellicola perfettamente nelle sue corde, sia per le tematiche che per la cura della componente visiva. Ottimo anche il cast tutto francese, con la giovane e ormai lanciatissima Léa Seydoux che vince su tutti.

Buone le musiche. Anche io in qualche occasione avrei preferito qualche pezzo puramente strumentale, ma anche le canzoni scelte hanno fatto il loro lavoro.

Bella la locandina che rievoca perfettamente lo stile del film.

L'enfant penchèe è un film che dietro la sua estrema essenzialità (e velocità) nasconde molti temi e spunti di riflessione. Sostanzialmente direi che è un inno alla componente irrazionale e passionale che c’è in ognuno di noi e che viene schiacciata dalle istituzioni e dalle norme sociali. La storia originale, l’atmosfera leggera e surreale, e la protagonista sono i suoi punti di forza. Il finale visionario e affascinante colpisce, ma avrei preferito che Andrew avesse rallentato momentaneamente il ritmo per soffermarsi su alcune scene e alcuni dialoghi. Rimane comunque un film riuscito e obiettivamente coraggioso. 75/100
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 16/9/2013, 21:01




il nuovo lavoro di Andrew, preso da una graphic novel francese, è una bella favola su una ragazza che, perun fatto misterioso, inizia a pendere da un lato. A questa poveretta inizia un percorso fatto di solitudine ed emarginazione, ma anche di formazione e della scoperta del perché del suo problema. Il tutto in un mondo futuristico e e affascinante creato perfettamente da un pittore navigato.
L'idea di alternare animazione alla realtà è perfetta per "Separare" i due mondi, e anche la maestria come questa tecnica semini indizi su quello che succede realmente in questo piccolo mondo e nel pianeta deserto e come sono collegati. Mi è piaciuta l'idea di questo finale enigmatico, che come dice Hermes può significare molte cose, ma a me piace pensare che sia una semplice favola con la protagonista che finalmente riesce ad avere una vita normale.
Di Jeunet ho visto solo Amélie e col senno di poi devo dire che non è un film così capolavoro, però per questa pellicola onirica ci sta. Anche il cast è perfetto, con la Sedoux che regge tutto il film.
Locandina carina.
Voto 77
 
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SaschaGranato
view post Posted on 17/9/2013, 00:04




Recensione della Granato Production

La Chimera Film apre questa nuova edizione del Festival del Cinema di Roma, proponendo un piccolo film d’animazione. L'enfant Penchèe, attraverso il sapiente uso del Rotoscope, crea un mondo onirico e fiabesco, dove attori reali, assumono forme e sembianze surreali, all’interno di un’ambientazione futuristica, al tempo stesso legata ad una cultura architettonica barocca.

Tutto ruota attorno ad un anomalo evento scientifico. Un pianeta sconosciuto si è avvicinato alla terra creando scompiglio al proprio equilibrio. Mary, subisce un inclinazione dell’asse del baricentro, a causa della forza gravitazionale. I suoi genitori, dinanzi alla loro incapacità di comprendere la natura di questo suo cambiamento, l’abbandonano a se stessa, suscitando in lei un forte disagio nei confronti della società, mentre in un altro angolo della terra, uno scienziato, cerca di approfondire i suoi studi per offrire una teoria scientifica riguardo al fenomeno paranormale.

L’opera alterna momenti di animazione a riprese normali, raccontando la vita di un pittore francese, colto da un profondo malessere a causa di una crisi professionale.
Jean Pierre Jeunet dirige un piccolo gioiello, arricchito da atmosfere fantasiose e coinvolgenti, in virtù di tonalità ben descritte e perfettamente coerenti con lo stato d’animo dei protagonisti. Un particolare abbastanza anomalo nei film della Chimera, solitamente più orientati su una narrazione asciutta ed immediata.

Le immagini sono accompagnate da pochi brani musicali, ma questo non rappresenta affatto un limite. In questo caso, mi duole dirlo, non ho riscontrato una grande affinità tra le canzoni ed il film. Immagini e musica sembrano scorrere su due binari completamente diversi e non si capisce quale sia il valore aggiunto.

Per quanto riguarda la sceneggiatura, eccetto sporadici errori di battitura, credo che Andrew abbia svolto un buon lavoro. Ormai vanta un’esperienza invidiabile e Capolavori ben più complessi. Questa, per lui, è ordinaria amministrazione. Fa piacere però vedere un artista del suo calibro confrontarsi sempre con stili e generi differenti. E mi riferisco nuovamente alle ricche descrizioni che ornano le ambientazioni del film. Persino Parigi, attraverso le immagini tradizionali, risulta arricchita da un’atmosfera dal sapore noir. Ed è un particolare che ho apprezzato molto e che dimostra la volontà di cambiare e migliorarsi in ogni occasione, a prescindere che si stia realizzando un piccolo film o un’opera ambiziosa.

Purtroppo i miei dubbi sono rivolti alla storia, verso la quale ho fatto molta fatica ad appassionarmici. Ho vissuto la narrazione con un forte distacco e questo rappresenta il vero limite. Ma parliamo di un aspetto puramente personale, legato ai miei gusti cinematografici. L’operato di Andrew non centra affatto.

Esprimere un giudizio, in questo momento, mi riesce molto difficile; Il mio lato più razionale spinge per una valutazione positiva, grazie anche ai tanti aspetti affascinanti che arricchiscono l’opera, mentre il mio lato più emotivo è di tutt’altro avviso. Credo non esista cosa peggiore dell’indifferenza di fronte ad una storia. Avrei preferito annoiarmi, ma il fatto è che non mi sono annoiato. Avrei preferito rimanere infastidito da una certa situazione, o da una soluzione narrativa particolare, ma anche questo non è successo. L'enfant Penchèe scorre liscio, liscio; Semplice e senza intoppi. Ma resta un film parecchio distante dai miei gusti.

Voto 68/100

Resta un fatto importante da non trascurare; La conferma che, anche attraverso un’opera animata, è possibile raccontare problematiche attuali. Il disagio che deriva da una situazione di diversità, legata ad una malattia o ad un disturbo psichico, viene trattato in modo semplice e senza provocazione. Questo è il potere delle favole!
 
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Clint1994
view post Posted on 17/9/2013, 00:15




L'ENFENT PENCHEE' by Clint94

Il film con cui la Chimera Films si presenta al festival di Roma è tratto da un graphic novel francese e racconta una storia originale e stravagante, che ha al centro il personaggio di Mary, una bambina che, in seguito a un'inspiegabile eclissi, comincia a pendere da una parte, come se fosse attratta da un'altra forza di gravità. Alle disavventure della bambina, che viene allontanata dalla famiglia a causa della sua stranezza, subisce le vessazioni delle coetanee in collegio e dopo essere fuggita entra a far parte di un circo ambulante, si alternano le vicende di uno scienziato che cerca di studiare il fenomeno e di un pittore che compie un viaggio tra le montagne in cerca di ispirazione. Le vicende dei tre personaggi si incrociano quando Mary e lo scienziato, partiti in direzione del misterioso pianeta che sembra attrarre la ragazza, approdano in un luogo che sembra essere nato dai dipinti del pittore, il quale troverà in Mary la propria musa. Dunque la storia, nonostante sia scorrevole, sintetica e veloce da leggere, è piuttosto ingarbugliata e di difficile interpretazione. La casa in cui si imbatte Gaspar, il pittore, e dove realizza i suoi dipinti, probabilmente rappresenta una sorta di portale che mette in comunicazione il nostro mondo (a cui appartiene Gaspar) con quello d'animazione a cui appartengono Mary e lo scienziato. Lo struggente incontro tra Mary e Gaspar rappresenta l'incontro fra due anime solitarie ed emarginate, che finalmente trovano serenità l'una nell'altra: è un incontro breve, ma che lascia un segno indelebile in entrambi (la mano "cartoonata" di Gaspar). La storia presenta dunque parecchi spunti interessanti, ma la mia impressione è che resti tutto un po' troppo in superficie: considerando la quantità di eventi che accadono e l'ingarbugliatezza complessiva della storia, mi è sembrato che la durata del film fosse troppo ridotta, e molte cose succedono troppo in fretta. Chiaramente non sono contrario ai film brevi, anzi; però ritengo che la durata del film debba essere proporzionale alla quantità di materiale narrato. Nel caso di questo film, accadono troppe cose in pochissimo tempo. Penso per esempio alla parte ambientata nel circo ambulante: i freaks sembravano personaggi molto interessanti, si poteva approfondire il fatto che Mary avesse trovato una famiglia, nonostante si dovesse esibire come un fenomeno da baraccone; invece lei entra nel circo e dopo un paio di scene già lo abbandona, e i freaks del circo praticamente dopo essere stati presentati non ricompaiono più. Di questo difetto ne risentono anche i personaggi principali, che sono più che altro abbozzati: solo Mary spicca un po' sugli altri e riesce a conquistare la simpatia del pubblico per il suo status di emarginata. E' molto interessante invece l'aspetto tecnico del film: l'idea dell'alternanza tra animazione e riprese dal vivo, con la combinazione di entrambe le tecniche in certe scene, dona all'aspetto visivo del film originalità e freschezza; e le immagini inserite nello script aiutano molto a immergersi in questo mondo.
Per quanto riguarda il cast, la migliore è ovviamente Léa Seydoux, che interpreta le diverse fasi d'età della protagonista Mary grazie al fatto che viene trasformata in un cartone animato. Nonostante il background del suo personaggio sia molto tradizionale, la Seydoux offre una buona prova. Gli altri restano sullo sfondo e non lasciano il segno. C'è poi un grosso errore: l'attore Pedro Armendariz Jr è morto. Più attenzione su queste cose. Un'altra nota negativa: quando compare Gerard Depardieu e il suo nome viene scritto con la J al posto della G, mi sono venuti i brividi :P
Jean-Pierre Jeunet alla regia è un'ottima scelta: dei suoi film ho visto solo "Amélie", ma mi sembra che abbia tutte le carte in regola per dirigere una storia stravagante come questa.
Le musiche sono più che buone: forse è vero che ci voleva qualche canzone in meno e qualche brano strumentale in più, ma in generale gli abbinamenti sono riusciti (penso alla scena della fuga di Mary dalla polizia o, soprattutto, alla scena dell'incontro tra Mary e Gaspar).
In conclusione, questo nuovo film di Andrew è una pellicola coraggiosa e molto originale, che sfrutta abilmente una tecnica visiva poco utilizzata; i molti spunti della storia però non sempre vengono sfruttati e si ha l'impressione che tutto scorra troppo in fretta, lasciando poco alla fine allo spettatore.

VOTO: 69 (7-)

Edited by Clint1994 - 17/9/2013, 01:38
 
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Andrew.
view post Posted on 17/9/2013, 13:25




Rispondo in ordine sparso alle questioni sollevate:

La brevità. Sì, è vero, potevo fare un film più lungo, forse avrei dovuto farlo per dare a tutti i personaggi lo spazio che meritavano. Ma non l'ho fatto perchè boh, avevo proprio voglia di qualcosa che si leggesse (e scrivesse) in fretta e mi sa che anche i miei prossimi film (come diversi dei precedenti) avranno lo stesso andazzo. Magari riceverò voti più bassi rispetto al passato, come è giusto che sia, ma almeno scriverò di più, dato che innegabilmente tempo e voglia non sono come quelli di sei anni fa.
E fin quando i film continueranno a trasmettere qualche emozione, mi sta bene così.

Questione colonna sonora: non sono d'accordo con chi l'ha criticata, per me le musiche ci stavano tutte bene. Quella che ha gli applausi, si vede che mi sarà sfuggita, di solito anch'io odio situazioni simili. Sul fatto che preferireste più brani strumentali, sono d'accordo.

Sull'interpretazione e il finale ambiguo, non capisco dove stia tutto questo mistero (lo scopo del film questa volta non era tanto essere misterioso). Il film dà tutti gli indizi e le risposte per arrivare a comprendere ciò che è accaduto, in chiave ovviamente fantasiosa. Leggendo tra le varie recensioni e unendo i pezzi, alla conclusione ci siete arrivati tutti, più o meno.

Riguardo Jeunet, mi duole vedere che lo conoscete quasi tutti solo per Amelie, il suo film più famoso, ma tra i meno audaci (e un po' distante dal mio). Provate a recuperare La città dei bambini perduti o quel gioiellino di Delicatessen e ve ne farete tutt'altra idea.
 
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Nuno Vox
view post Posted on 17/9/2013, 16:08




Soggetto: Film delicato e sensibile. Non è molto il mio genere, anche se lo spunto è interessante. 6
Sceneggiatura: Andrew mostra le sue capacità in un film che per atmosfere e temi sembra una piccola favola, vissuta come un sogno. Bravo a creare la giusta atmosfera nel quale far immergere lo spettatore. 7
Regia: Ho visto “Il favoloso mondo di Amelie” e la scelta di Jeunet mi sembra perfetta. 7
Cast: Attori scelti sia per la parte animata che per quella reale. Nel complesso un cast scelto con cura ed efficace nel quale spicca un'ottima Lea Seydoux. 7
Locandina: Capisco il genere di film, ma proprio non mi piace. Troppo letteraria. 5
Musiche: Mi ha convinto. Adatta al tipo di film. 7
Sito: Semplice ed essenziale, ma con alcune note tecniche interessanti. Ma non riesco a caricare la pagina cast (forse problema mio?). 6,5
Voto complessivo: Come detto non sono un amante di questo tipo di film e questo inevitabilmente ne fa risentire il giudizio finale. Ma va detto che la pellicola conferma le grandi capacità della Chimera che anche in un film “piccolo” come questo riesce a centrare l'obiettivo fissato. Quindi giudizio positivo, anche se per gusto mio preferisco Andrew in soggetti di altro tipo. 6,5
 
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view post Posted on 19/9/2013, 15:27

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Scusate il ritardo, sono giornate impegnative.

Soggetto e sceneggiatura: chiarisco subito che non ho letto la graphic novel originaria, quindi non sono in grado di svolgere paragoni. Di per sé, tema e stile sono bellissimi, anche se, in quest'epoca, non sfuggono a una non esattamente piacevole sensazione di dejà vu. Il difetto della sceneggiatura però non è quello, in fondo l'ho detto mille volte che una storia, già raccontata, può ancora essere efficace se raccontata bene. Sono però arrivato alla fine della lettura che la prima domanda che mi sono fatto è "Tutto qui?". Sarà un problema mio, ma il film mi sembra troppo breve per tutti i temi e i personaggi che mette in gioco. Non che Andrew non riesca a creare una giusta atmosfera (lo fa), o che il cast e la regia non siano adeguati (lo sono), non è nemmeno il fatto che non riesci a immaginartelo (ci si riesce): è che, una volta che te lo sei immaginato, passi subito alla sequenza dopo. L'impressione finale, alla fine, è quella di una pennellata veloce, quasi l'abbozzo di un quadro, non il quadro completo: bello, ma un abbozzo.

Regia: Jean-Pierre Jeunet. Ottima scelta, ce lo vedo benissimo alla guida di un film come questo.

Cast: Léa Seydoux, Romain Duris e Denis Lavant sono molto bravi, hanno lo spazio giusto per emergere e fanno anche un buon lavoro. Tutti gli altri si ricordano poco.

Musica: le canzoni degli chansonnier francesi... romanticismo e maliconia a gogo. Sniff sniff.

Sito: non eccezionale.

Voto finale: 72/100 (7 al sondaggio). Film delicato, poetico, dalle molte promesse. Sfortunatamente, la sua brevità gli impedisce di andare oltre la superficie dei problemi che affronta, così che alla fine lasci la sala pensando che è piacevole, immaginifico e con bei momenti, ma nulla di più.
 
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World ^_^
view post Posted on 20/9/2013, 14:13




L'enfant penchèe - Chimera Films

Soggetto & Sceneggiatura: Tratto da una graphic novel francese, questo film, che rappresenta la Chimera Films al Festival di Roma 2013 mi ha lasciato alla fine con sensazioni piuttosto contrastanti.
Il soggetto, sicuramente stravagante, della giovane Mary che comincia a "pendere" in seguito a una strana eclissi, ha toni onirici e aspira al poeticismo, ma sinceramente non mi ha appassionato, forse a causa di una narrazione che soprattutto all'inizio ho trovato troppo frammentatata e di una "velocità" di esecuzione che non ha permesso particolari approfondimenti psicologici ed empatia con la protagonista.
In tal senso la sceneggiatura dell'esperto Andrew non è certamente criticabile per via della brevità, ma per la messinscena di un film che alla fine sembra lasciare poco in termini di emozioni e coinvolgimenti. Quindi, quasi a "giustificarlo" mi vien da dire che il difetto probabilmente sia nel "manico", ossia in un soggetto debole e poco efficace.

Regia: Regia di Jeunet che come scelta sembra adatta, non solo alla luce di altri film "fantastici" da lui realizzati ma per quel tocco leggero che ha permeato anche un film come Amelie (che io sinceramente non ho mai potuto soffrire). Pertanto c'è poco da criticare, vista non solo l'adeguatezza del nome scelto dietro la Mdp, ma anche la consueta cura che ci mette Andrew nel descrivere, senza mai esagerare o strafare, i movimenti di macchina.

Personaggi & Cast: Mi dispiace, ma compresa la stessa Mary, li ho trovati tutti abbastanza piatti e bidimensionali, capaci di suscitare scarsa empatia e appunto "sospesi" essi stessi, senza quel qualcosa in più, in grado di donare pathos e realismo a una storia già assai irreale di suo.

Considerazioni finali: Ho provato a lasciarmi andare all'atmosfera onirica e vagamente sognante di questa nuova opera di Andrew, nè ritengo in generale di essere prevenuto negativamente nei confronti di opere di questo genere, ma devo dire che purtroppo già durante la visione il film non ha catturato molto il mio interesse. I motivi? Ho provato a spiegarli, anche perchè mi dispiace non spiegare bene questo mancato gradimento, ma come impressione generale il film mi è sembrato piuttosto fumoso, troppo superficiale e tenue per attirare davvero considerazione, pertanto viene quasi da giudicarlo come un esperimento temerario (a Andrew il coraggio non è mai mancato, e di questo gli va dato atto) ma anche, alla fin dei conti, poco riuscito.

Voto: 6.7
 
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Andrew.
view post Posted on 20/9/2013, 15:33




Son d'accordo con gli ultimi recensori, anzi...
CITAZIONE
uindi, quasi a "giustificarlo" mi vien da dire che il difetto probabilmente sia nel "manico", ossia in un soggetto debole e poco efficace.

Sbagli infatti a giustificarmi, se il film è risultato superficiale non è colpa del soggetto, ma mia, dato che avrei dovuto rendere i personaggi più adatti a un film, discostandomi dalla fonte alla quale sono rimasto troppo fedele. Infatti leggendo la graphic novel ho avuto le vostre stesse impressioni, mi sono piaciute molto le atmosfere (merito dei disegni) ma i personaggi non hanno quello spessore che necessita un film. Per cui, i voti più bassi rispetto ai miei standard, me li merito e me li aspettavo :)
Ma mi sta bene così, per lo meno questa volta non avevo chissà quali pretese se non quelle di partecipare al festival con qualcosa di diverso dal solito.
 
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mastruccio
view post Posted on 20/9/2013, 17:36




Un mio personale applauso alla grande onestà intelletuale di Andrew. Chapeau!
 
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mastruccio
view post Posted on 20/9/2013, 23:40




In merito alla molte critiche che il film sta avendo, sul poco approfondimento sui personaggi, ripeto che invece è un valore aggiunto a questo piccolo gioiellino. Non oso immaginare cosa sarebbe potuto diventare se Andrew avesse aggiunto di suo dettagli su background, consistenti sfaccettaure caratteriali a personaggi eterei e fiabeschi; avremmo inesorabilmente affossato la bellissima atmosfera di magia e leggiadria.
Io continuo a considerarlo un film da premio.
 
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World ^_^
view post Posted on 21/9/2013, 08:50




Andrew è un grande, poco da fare, anche per la signorilità con cui accetta le critiche. ^_^

CITAZIONE
In merito alla molte critiche che il film sta avendo, sul poco approfondimento sui personaggi, ripeto che invece è un valore aggiunto a questo piccolo gioiellino. Non oso immaginare cosa sarebbe potuto diventare se Andrew avesse aggiunto di suo dettagli su background, consistenti sfaccettaure caratteriali a personaggi eterei e fiabeschi; avremmo inesorabilmente affossato la bellissima atmosfera di magia e leggiadria.
Io continuo a considerarlo un film da premio.

Concordo nella misura in cui anche io ritengo che Andrew difficilmente poteva fare di più. E' proprio il soggetto a non avermi entusiasmato e ad essere, secondo me, difficilmente migliorabile.
 
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Oren productions
view post Posted on 21/9/2013, 19:19




E' il film firmato Chimera ad aprire questa nuova edizione del Festival di Roma.
L'enfant penchèe è un film molto suggestivo, con una trama che anche se semplice trova la sua complessità nell'intreccio narrativo fra mondo fantastico e mondo reale.
Questo è la parte più bella e riuscita della pellicola. Il film narra infatti la vicenda della piccola Mary che in seguito ad un'evento sconosciuto comincia "comicamente" a pendere da un lato. Si aprono quindi molte strade per affrontare temi come l'emarginazione e la diversità. La famiglia che quasi prova vergogna, il collegio che bistratta la piccola ecc... Temi che Andrew decide di non approfondire ulteriormente ( meno male, altrimenti sarebbe stato un classico film "denuncia" perdendo l'alone magico e onirico che ne fanno un prodotto apprezzabile per tutta la durata del film.)

Buoni personaggi, tutti sfaccettati brevemente ma che riescono comunque a trasmettere qualcosa allo spettatore.
Buffissimo il trio di scienziati che studia il fenomeno, il nano del circo che in qualche modo cerca di approfittarsi delle sventure altrui per poterne estrapolare del denaro,

Un film breve che si legge in fretta è sempre apprezzato, infatti per tutta la sua durata fila via liscio ed affascina. Non avrebbero stonato alcune scene in più nella parte finale della pellicola. l'incontro con Gaspar e la sua unione con Mary, appare forse troppo forza mentre nel resto del film il ritmo veloce non intralcia più di tanto e non crea eventi poco credibili.

Regista a me sconosciuto, ma se tratta queste tematiche, cercherò sicuramente di recuperare qualcosa di suo.
Musiche belle che si "agganciano" bene alle scene in cui vengono utilizzate.
Sito abbastanza fornito di informazioni sulla pellicola, ma decisamente sotto la media per gli Standard di Andrew.
Locandina che immagino sia presa direttamente dal libro ma che non mi è piaciuta particolarmente, anzi, come sopra, considerando gli standard del produttore, è fin bruttina.

Voto 70

Concludendo è un buon film, dove per qualche motivo Andrew ha voluto deliberatamente volare basso creando un gioiellino che si lascia guardare apprezzare ma non scava dentro lo spettatore per lasciarsi ricordare nel tempo ad eccezione fatta per le bellissime e suggestive atmosfere.
 
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39 replies since 15/9/2013, 21:54   1728 views
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