| Ho letto il film di Clint e poi l'ho riletto perché, come con Agnese e Andrew, ero sotto esame e non mi sembrava giusto nei confronti di Diego recensire il film sulla base di vaghi ricordi. Non ho mai letto nulla di Elmore Leonard (però ho un suo romanzo, Il grande salto, da cui è stato tratto un film con Owen Wilson mai uscito in Italia), ma ho visto alcuni film tratti dai suoi romanzi: tra questi, Jackie Brown di Tarantino e Out of Sight di Soderbergh (penso tuttora che sia probabilmente il mio preferito tra quelli di Soderbergh che ho visto). Soderbergh è anche il regista di questo film: la sua è una regia classica, come ho trovato classica questa sceneggiatura, lineare (ma essendo in parte anche un'indagine, ci sta), ben scritta, ma forse alcune descrizioni sono un po' troppo dettagliate: penso all'inizio, quando il personaggio di Jay Walt si pulisce gli occhiali, vengono descritti minuziosamente tutti gli atti, bastava scrivere "si pulisce gli occhiali". E' una sceneggiatura molto dialogata, e questo forse inficia un po' il piacere della lettura e può a tratti stancare, ma ci sta anche perché non è una storia che vuole stupire con gli effetti, ecco. Il personaggio principale è interessante, non so se è questo è il primo della serie con Jake Ryan (nome molto simile a quello del personaggio creato dal recentemente scomparso Tom Clancy, Jack Ryan, in passato interpretato dallo stesso Ben Affleck), perché in certi punti l'ho trovato un pochino stereotipato, ma diciamo che la cosa è anche parte delle convenzioni del genere. Il rapporto che Jake instaura con il personaggio di Rachel McAdams (ben costruito) è una delle mie parti preferite, comunque: è molto "vera" e l'"effetto Montagna Russa" (come si chiama in gergo) è ben gestito e rende bene. Bello anche il personaggio di Mr. Perez, per nulla il "solito" gangster (?). Nel complesso, una buona pellicola.
Voto: 7
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