Andrew. |
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| Non avevo pensato a Homer nemmeno per un istante, anche se è simpatica l'idea che ha avuto Oren.
Come molti hanno intuito, la figura doveva essere Dio inizialmente. Infatti poi quando ho finito di scrivere, mi è venuta l'idea di fare una bastardata e inserire le scene finali, quelle dove appare la sua famiglia e dove lo vediamo in una città, tanto per confondere le idee. Mi intrigava il fatto di inculcare allo spettatore la convinzione che quello fosse Dio, per poi smontarla e farlo restare qualche minuto a riflettere su quello che ha visto, su quale potrebbe essere la verità. Ma del resto ho ragionato da spettatore: io da un corto (anzi un cortissimo) vorrei proprio questo, avere qualche piccola riflessione, finire di leggere e continuare a pensare a quello che ho visto, pormi qualche domanda senza che il senso del corto mi venga dato col cucchiaino. Cose che sono riusciti a fare anche altri cortissimi tipo Involution o Nuova Ossessione.
E qua apro una parentesi. Ma voi da un cortissimo dove c'è lo spazio di due pagine, cosa pretendete? Avete provato a scrivere un cortissimo cercando di emozionare lo spettatore? Chi lo ha fatto capirà quanto sia difficile, quasi impossibile raggiungere lo stesso livello emotivo, o di caratterizzazione che può avere un corto o un lungometraggio. Quindi il metro di giudizio che utilizzate non può essere uguale a quello che usate per un film. Del resto gareggiano in categorie diverse. L'ho notato anche nelle recensioni degli altri cortissimi, dove i voti sono stati molto tiepidi, anche dove è stato dato il massimo. Prendiamo Nuova ossessione o Involution: cosa si poteva chiedere di più in quelle due pagine? Per me quello è il cortissimo perfetto al quale si potrebbe dare tranquillamente un 9 o un 10 (anzi mi pento di aver dato solo un 8) e vedere commenti e voti sulla sufficienza mi fa capire che abbiamo metri di giudizio davvero diversi.
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