ClichèRecensione di Noodles<< Guardatevi intorno, e chiedetevi se siete anche voi il parto di una storia di qualche sceneggiatore malato >>
Finalmente ritroviamo, proprio nella cornice del festival, il nuovo film di eXistenZ, da sempre croce e delizia di noi cinematikini. Exy ha sempre ideato film dagli spunti geniali, ma che non riuscivano mai a "concludere", fino a quello che è unanimamente considerato il film della maturità, il cronenberghiano "3". Ora, Sergio Menna si ripresenta più maturo(?), e con una storia assurda e malata fino al midollo, che poteva essere partorita solo dalla sua mente. Partendo da un presupposto pirandelliano (dei personaggi si ribellano al ruolo prescritto), Menna scardina o tenta di scardinare qualsiasi clichè (o al contrario, tenta di prenderli tutti), in un film unico, privo di tutto, anche di trama.
Clichè - come
Black - è un film estremo, sperimentale, folle.
L'opera si apre col titolo "Echi d'amore": è infatti questo il film che dovremmo vedere, finchè l'Uomo (chiamato così per l'intera durata della pellicola) non fa irruzione in casa, sterminando la famiglia del protagonista. Stranamente, il protagonista, George, si unisce all'Uomo, unendosi in questa sorta di fuga, e smantellamento incendiario e anarchico di ogni clichè e/o stereotipo. Il film che seguirà non è un film, ma un anti-film. Qualsivoglia colpo di scena, barlume di trama e di sensatezza è negato proprio dai protagonisti che si sono ribellati al proprio creatore. In una rincorsa, quasi nichilista, verso il nulla filmico, George e l'Uomo fanno letteralmente a pezzi tutto quello che gli capita davanti, finanche fare a pezzi se stessi (l'Uomo - in una citazione tarantiniana (ma le citazioni sono numerose) - si taglia un mignolo, conscio del suo essere finzionale e, pertanto, di non stare arrecando danno al suo corpo). Non c'è nulla che li trattenga in questo delirio accompagnato da sparatorie, violenze gratuite ed elecubrazioni pseudo-intellettuali sull'esistere in un film, il che rende
Clichè un tripudio trash di demenzialità e non-sense totalmente voluto.
L'ultima missione del non-viaggio di questo anti-film - se non lo si è capito
Clichè è un film (in) negativo - è uccidere lo sceneggiatore del film. Con questa trovata, il produttore bisaccese mette a confronto i personaggi col proprio creatore, un po' come se un Truman armato fino ai denti andasse a caccia di Christoff in
The Truman Show.
L'esito finale, però, dimostra la supremazia del demiurgo sui personaggi: se in uno show in diretta o al teatro i protagonisti possono decidere di rifuggire dai propri ruoli, questo non può, invece, accadere al cinema; poichè un film è il risultato della più totale e completa manipolazione, che parte proprio in sede di scenggiatura. Quella che per George e l'Uomo è una fuga dagli schemi preimpostati della storia, certo, una fuga senza meta e senza senso, ma pur sempre una fuga, si rivela essere stato un viaggio già scritto e previsto dallo sceneggiatore, che doveva portare esattamente a quel momento, a quel finale. Non si può sfuggire alla storia, perchè se si scappa da una, si entra di corsa in un'altra, senza rendersene conto.
Clichè non è un film libero perchè senza storia, bensì un film fintissimo costruito su una sottostruttura interna pronta a svelare il suo vero volto di film trash e "brutto". E sebbene non si veda mai il misterioso sceneggiatore, sappiamo tutti che dietro si nasconde exy che ci fa una pernachia.
Clichè è il miglior film di Sergio, quello che non ha deluso le attese e che anzi ci ha sorpreso, in un susseguirsi di trovate supportate dall'infinito estro dello sceneggiatore bisaccese.
Ma una bacchettata sulle mani Sergio se la prende lo stesso, visto che la scenggiatura presenta gli errori di sempre: verbi confusi (la perla: "Inizia a premere l’acceleratore e
guidare a squarciagola gridando come un pazzo"
), punteggiatura messa a casaccio, e errori ortografici vari.
La regia di Waters calza a pennello (anche se non ho visto neanche un suo film
) e i due attori protagonisti (McGregor e Harrelson) funzionano alla grande, nonostante siano nomi un po' troppo famosi per un progetto di tal genere.
Locandina con una scritta bianca su sfondo nero, del tutto "vuota", ottimo preludio a quello che sarà il film.
Se si vuole trovare un difetto vero al film dell'Argon Pictures, si deve accusare proprio l'eccesiva volontà di annoiare, di disgustare lo spettatore, la precisa volontà di fare un film brutto. Qui, exy ricade un po' nell'errore di
M.A.4! , perchè, ricordiamolo, un film brutto rimane brutto, al di là di quali siano gli intenti primari.
Per ora, il film più originale e innovativo visto al Festival di Roma e sarà difficile superarlo
Voto: 8 Edited by Mr.Noodles - 5/7/2010, 13:56