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Il sospettato X
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Il sospettato X, Clint94

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Clint1994
view post Posted on 29/3/2013, 18:40




Il film esce domani, intanto apro il topic.

Buona lettura :)

http://clint1994.altervista.org/SospettatoX/home.html
 
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Clint1994
view post Posted on 30/3/2013, 19:27




-Perchè e come sei arrivato alla produzione di questo film?
Ho letto il libro durante le vacanze di natale e ne sono rimasto affascinato. Adoro le storie in cui si assiste al confronto tra due menti geniali, che si sfidano a colpi di cervello e intuizioni. E poi è una storia che oltre a essere molto intricata e "cerebrale", a mio avviso riesce anche a coinvolgere emotivamente, perché i personaggi sono tutti molto interessanti e agiscono sempre non per il proprio tornaconto, ma per i propri ideali. Inoltre l'ho trovato molto cinematografico, adatto a una trasposizione. Considerando che l'ultimo semestre è stato un po' sottotono per me, mi è sembrato il progetto perfetto per tornare a puntare in alto.

- Parlaci delle scelte di cast e regia.
Alla regia ho scelto Paul Haggis, di cui ho apprezzato molto "Crash" e "The Next Three Days". E' un regista bravo a entrare nella mente dei suoi personaggi, ma capace anche di costruire intrecci particolarmente complessi e curati nei più piccoli dettagli: mi è sembrato perfetto per dirigere "Il sospettato X". Le alternative erano Darren Aronofsky, che avevo preso in considerazione dato che aveva già fatto un film che accostava atmosfere da thriller con il mondo della matematica ("Pi greco"), ma che ho scartato perché il mio film vira più su atmosfere drammatiche che da horror-thriller; e Ang Lee, che mi ispirava in quanto orientale come lo scrittore del romanzo, ma che poi ho scartato perché ha uno stile troppo particolare e probabilmente un po' lontano da quello del mio film.
I protagonisti sono Philip Seymour Hoffman e Kevin Spacey. Il primo è perfetto per il ruolo di un professore di matematica introverso ma geniale, che per un amore platonico arriva a rischiare tutto quello che ha; il secondo interpreta uno scienziato eccentrico e infallibile, dai comportamenti stravaganti e dalla risposta pronta, astuto e intelligente quanto il suo avversario. Sono due attori straordinari, con cui non vedevo l'ora di lavorare. Spacey in particolare è uno dei miei attori preferiti in assoluto, ma apprezzo moltissimo anche Hoffman. Poi ci sono la brava e bella Rachel Weisz, e Brendan Gleeson, altro attore con cui volevo lavorare da tempo. Gli altri hanno ruoli minori.

- Ci sono altri aneddoti e curiosità riguardo alla lavorazione?
E' il mio film più lungo, dura 3h. L'ho scritto in un paio di mesi, gennaio-febbraio. Iniziato durante le vacanze di Natale e finito durante le vacanze di Carnevale.

- Se il film non fosse tuo, che voto gli daresti da 1 a 10?
Un 8 pieno

- Un pregio del tuo film?
Ha una trama molto ingegnosa, con dei bei personaggi. E riesce a mantenere una certa tensione pur non essendoci assolutamente azione, o almeno questo era l'intento.

- Un difetto del tuo film?
Mentre lo scrivevo, temevo che risultasse troppo pesante, magari con dialoghi troppo lunghi. Però rileggendolo l'ho trovato più scorrevole di quanto pensassi, quindi spero di aver evitato questo pericolo. Certo, ha una durata notevole e ci sono dialoghi molto lunghi, che ho dovuto accorciare molto dal libro. E' stata la maggiore difficoltà dell'adattamento: nel libro l'indagine praticamente procede solo attraverso dialoghi e ragionamenti, mentre io dovevo renderlo più scorrevole e cinematografico (in alcune scene, per esempio, ho tagliato completamente i dialoghi e mi sono affidato solo alla musica e alle immagini per far capire quel che stava succedendo). Spero di esserci riuscito.

- C'è un critico a cui speri il film piaccia particolarmente? E a chi pensi non piacerà (se vuoi dicci anche il perchè)?
Sinceramente mi sembra un tipo di film che dovrebbe piacere più o meno a tutti. Mentre di solito scrivo western o gangster movie e molti mi dicono che non è il loro genere, questa volta credo sia una storia che dovrebbe interessare tutti. Spero che piaccia in particolare a Mastruccio, mi sembra un film molto nelle sue corde, diversamente da Gloomy Killers.

- Obiettivo al box office? Settimane di durata, incasso complessivo, posizione da raggiungere...
Punto abbastanza in alto... Primo posto, incasso fra i 300 e i 400 milioni magari. Se riuscissi a restare in sala fino all'estate sarebbe una gran bella cosa.

- Si dice sempre che si è legati a ogni film per un motivo o per un altro... in questo caso?
E' la mia seconda trasposizione da un libro, ma è una storia che mi è piaciuta da subito quando ho letto il libro e che volevo portare a tutti i costi su Cinematik. Mi sono affezionato moltissimo ai personaggi e alla trama, e penso che sia una delle mie opere migliori... per questo ci sono molto legato.

- Si dice anche che l'ultimo film scritto è sempre il migliore, in un certo senso, perché non si ripeteranno errori anche veniali commessi in precedenza. Concordi per questo script?
Sì, probabilmente insieme a Millennion è il mio miglior film. Anche a livello di sceneggiatura, credo sia il mio script più curato. Sicuramente è quello più cinematografico, quello che maggiormente potrebbe essere trasposto al cinema così com'è.

- Un tuo film cinematikino a cui somiglia questo?
Mmmh non me ne viene in mente nessuno. Di solito scrivo film d'azione, gangster movie o western, mentre questo è un thriller psicologico e tutto mentale, senza nessuna scena action. E' molto diverso da quello che scrivo di solito.

- Un altro film Cinematikino a cui lo legheresti con un filo rosso (per genere, tematica o quello che vuoi tu).
...Death Note perché è una sfida fra due geni :P

- E un film reale (o più d'uno) invece che ti ha ispirato nella realizzazione o che accomuneresti al tuo?
Crash e The Next Three Days sono stati due punti di riferimento per me: il primo per la sensibilità nella costruzione dei personaggi e delle dinamiche fra di essi, il secondo per la complessità dell'intreccio.

- Il tema e/o il messaggio del film?
I temi trattati sono tanti e molto importanti... Se vogliamo parlare in maniera molto generale, secondo me il tema principale, oltre all'amore e all'amicizia, è: cosa è giusto e cosa è sbagliato? E poi penso che sia uno di quei film in cui lo spettatore facilmente si immedesima nella situazione in cui si trovano i personaggi e si chiede: cosa farei io al suo posto? Se noi fossimo al posto di Jessica, ci fideremmo di Irving o come ci comporteremmo? Penso sia molto interessante.

- Come convinceresti un neofita a vedere questa pellicola?
Gli spiegherei a grandi linee l'intreccio e penso che in questo modo potrebbe mostrarsi interessato.

- Uno spettatore medio italiano cosa penserebbe del film?
Forse lo troverebbe un po' lento o un po' complicato, ma non penso che verrebbe accolto male.

- La strada è ancora lunga, ma se dovessi decidere adesso le autonominations principali per il tuo film ai Ck Awards?
Film, regia, attore protagonista e non protagonista, attrice, sceneggiatura, cast, musiche. Un po' tutto insomma :P

- A scatola (quasi) chiusa: il prossimo pigliatutto ai Ck Awards?
Per ora il favorito è A volte ritorno, ma ricordiamoci che deve ancora uscire Diamond Dogs - Parte 2. E poi spero di poter dire anch'io la mia con Il sospettato X.

- C'è un film che non hai ancora realizzato e che ti dispiace enormemente non aver portato a termine?
"Yesterday", ma ci sto lavorando.
 
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Andrew.
view post Posted on 30/3/2013, 20:15




Recensione della Chimera.


Ho letto questo film tutto d'un fiato, sia perchè avevo una mezza giornata libera e volevo approffittarne prima che iniziasse Cortimatik, sia perchè è il film che pretende di essere letto tutto d'un fiato, per la sua costruzione di giallo che ti fa scervellare e ti inchioda alla sedia, tanto che ho pure letto qualche pezzetto mentre preparavo la pasta. :P
Il film è un giallo di stampo classico, poca azione e tanto ragionamento, un po' alla Scherlock Holmes (quello classico di Doyle) dove delle menti geniali si danno da fare per intrattenere lo spettatore e sorprenderlo.
Da una parte c'è un professore di matematica solitario e introverso che decide di aiutare la propria vicina di casa di cui è innamorato, dall'altro un professore di fisica che si troverà per caso coinvolto e che proverà a dare una spiegazione agli eventi che hanno qualcosa di strano. Tutto sembra andare per il verso giusto e gli "assassini" sembrano sempre più lontani dall'esser presi, ma Colbert arriverà alla risoluzione dell'enigma e scatenerà una serie di eventi che porteranno a un tragico finale. Finale dove per altro si scopre la natura dell'amore di Irwing verso Jessica, un amore che è nato perchè lei lo ha salvato dal suicidio regalandogli un nuovo motivo per vivere.
La storia è di quelle che ti fanno scervellare dall'inizio alla fine.
Devo ammettere che la soluzione dell'enigma non era poi così sorprendente, io l'avevo pensato infatti che in realtà il cadavere era di un'altra persona, per una serie di indizi lasciati tipo il fatto che gli alibi delle donne corrispondevano perfettamente (significava che l'omicidio era avvenuto un altro giorno) o che i senzatetto venissero inquadrati più volte, a indicare che prima o poi sarebbero serviti a qualcosa. Ma questo non mi ha impedito di godermi la risoluzione lenta del caso, fatta di dialoghi, sospetti, insinuazioni, piccoli indizi che si vanno sommando in maniera sistematica, stringendo un cerchio attorno ai personaggi e aumentando sempre più la tensione (non a caso il paragone che Clint ha fatto con Death Note è azzeccatissimo, anch'io l'ho pensato leggendo).

Personaggi descritti molto bene, infatti i due geni protagonisti tengono da soli la scena, in particolare Irwing che è un grandissimo personaggio. Dapprima depresso, poi si innamora e vive in funzione di lei, accettando perfino di sacrificare la sua vita pur di renderla felice. Insomma, personaggi così se ne vedono pochi. Peccato per il fatto che solo nel finale scopriamo qualcosa in più su di lui, non mi sarebbe dispiaciuto infatti sapere qualcosa riguardo la sua depressione, che è solo appena accennata e usata come motivazione. Infatti si è puntato molto sulla storia in sè, rendendo l'enigma e lo scontro i veri protagonisti e sacrificando i background dei personaggi di cui si hanno solo alcune notizie. Ma è un peccato veniale, dato che in ogni caso la caratterizzazione è ottima.
La sceneggiatura è una delle migliori di Clint, se non la migliore. Perfetta e senza una sbavatura, stile molto dettagliato che continua dall'inizio alla fine senza un attimo di stanca (molti sceneggiatori invece arrivando al finale accelerano il passo o cambiano stile senza nemmeno rendersene conto) e quando ho finito di leggere mi dicevo: e pensare che questo che scrive è lo stesso Clint che qualche anno fa scriveva Storie di ladri. I passi che sono stati fatti sono da gigante e attualmente non è secondo a nessuno.

Tutto perfetto? Non proprio, perchè se il film mi ha appassionato tantissimo, è anche vero che per tutta la sua durata ci sono stati due tarli che continuavano a mordicchiarmi, due domande che mi sono posto fin da subito e alle quali non ho trovato risposta.
La prima: c'era davvero bisogno di inscenare tutto quanto? Jessica ha ucciso il suo ex marito che era venuto a casa sua e aveva chiaramente minacciato lei e la figlia. Era risaputo che l'uomo aveva in passato commesso qualcosa di non bello nei loro confronti, quindi l'averlo ucciso poteva passare come legittima difesa, come del resto è stato in realtà. La moglie infatti l'ha ucciso per difendere la figlia che stava per essere colpita. E quale giuria al mondo avrebbe considerato colpevoli due donne indifese rispetto a un poco di buono come quello? Nessuna, e una mente geniale come quella di Irwing avrebbe dovuto immaginarlo. Al massimo avrebbe potuto testimoniare per loro, liberandole ulteriormente dai guai se ce ne fosse stato bisogno, ma inscenare tutto questo mi sa di artificioso, costruito apposta per creare un giallo perfetto. I rischi erano troppi rispetto a quelli che avrebbero corso dichiarando la verità e un matematico come lui nella realtà lo avrebbe saputo.
Il secondo dubbio riguarda la stanza in hotel di Tanner. Come hanno fatto a trovarla? Il proprietario dell'hotel ha dichiarato (secondo quanto dice la polizia) che Tanner aveva abbandonato l'albergo ma aveva pagato, quindi non avevano denunciato la sua scomparsa. Come ha fatto quindi la polizia a scoprire che Tanner stava proprio in quell'hotel e fosse proprio scomparso?
Quest'ultimo è semplicemente una mia curiosità, mentre il primo dubbio mi ha fatto leggere tutta la storia con un pizzico di disillsusione che mi ha rovinato un po' la lettura.

La regia di Haggis è molto buona, si nota sia nella scelta in sè che nella cura di Clint nel mettere in mostra il suo operato. Certe scene sono da pelle d'oca. L'inizio ad esempio, o il finale.
Il cast è perfetto. Non avrei visto attore migliore di Hoffman per interpretare questa parte e se non arriva qualcuno a impensierirlo, potrebbe intascarsi la statuetta agli awards. Spacey è un po' in ombra, forse perchè anche di lui non conosciamo moltissimo a parte la sua passione per la scienza (per dire, non vediamo mai una sua scena di vita privata), ma anche la sua è stata un'ottima interpetazione che si farà ricordare.
Brava anche Rachel Weisz (che spicca nel finale), così come Gleeson, perfetto nel ruolo del poliziotto che deve fare il suo lavoro.
La colonna sonora è composta da brani che provengono da altri film, ma ciò non impedisce di godersele a pieno, essendo sempre perfette per le scene.
La locandina rimanda al ponte sul fiume sul quale avvengono molte vicende del film e sebbene sia ineccepibile, io avrei opotato su qualcosa di più cupo.
Sito standard.
Una curiosità infine: che significato dareste al titolo "il sospettato x"? Io ci sto ancora pensando.


Voto: 78 (8 al sondaggio)

In realtà avrei voluto dare un otto pieno, perchè non l'ho mai dato a Clint e questa volta lo merita eccome. Il film è infatti praticamente perfetto nella sua costruzione e nel modo in cui i personaggi vengono fatti scontrare, creando un gioco di menti che è molto più coinvolgente e appassionante delle sparatorie a cui il giovane produttore è affezionato. Di fatti il voto generale è un 8.
Eppure c'è quel dato di cui parlavo che mi ha impedito di godermi al 100% la pellicola, perchè iniziare a guardare il film ed essere consapevole che il movente principale di tutto quanto è una cosa poco verosimile non può passare inosservato e ti ritornerà sempre alla mente.
Aspetto di sapere cosa ne pensa Clint, ma non escludo di poter modificare il voto, anche perchè ho una visione freschissima e bisogna vedere cosa resterà di più nei prossimi giorni.

Ancora complimenti, di sicuro A volte ritorno ha trovato il suo primo degno avversario. E già mi sfrego le mani per questi awards che saranno agguerritissimi. Se dovesse uscire pure Quanah, ci sarà da divertirsi.

Edited by Andrew. - 30/3/2013, 20:50
 
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Clint1994
view post Posted on 1/4/2013, 14:08




Intanto ringrazio Andrew per la rapidità con cui ha letto e recensito il film. Pensavo di dover aspettare un bel po', invece sono contento di poter iniziare a parlarne così presto.
Passo a rispondere...

Ovviamente chi non ha letto il film non legga né la recensione di Andrew né la mia risposta

CITAZIONE
Devo ammettere che la soluzione dell'enigma non era poi così sorprendente, io l'avevo pensato infatti che in realtà il cadavere era di un'altra persona, per una serie di indizi lasciati tipo il fatto che gli alibi delle donne corrispondevano perfettamente (significava che l'omicidio era avvenuto un altro giorno) o che i senzatetto venissero inquadrati più volte, a indicare che prima o poi sarebbero serviti a qualcosa. Ma questo non mi ha impedito di godermi la risoluzione lenta del caso, fatta di dialoghi, sospetti, insinuazioni, piccoli indizi che si vanno sommando in maniera sistematica, stringendo un cerchio attorno ai personaggi e aumentando sempre più la tensione (non a caso il paragone che Clint ha fatto con Death Note è azzeccatissimo, anch'io l'ho pensato leggendo)

Sì, gli indizi per capire la verità ci sono, quindi effettivamente non è impossibile. Certo, penso che non sia nemmeno così facile (per dire, io quando ho letto il libro non ci ero arrivato e sono rimasto stupefatto)... Vedremo cosa diranno gli altri recensori. :)

CITAZIONE
Personaggi descritti molto bene, infatti i due geni protagonisti tengono da soli la scena, in particolare Irwing che è un grandissimo personaggio. Dapprima depresso, poi si innamora e vive in funzione di lei, accettando perfino di sacrificare la sua vita pur di renderla felice. Insomma, personaggi così se ne vedono pochi. Peccato per il fatto che solo nel finale scopriamo qualcosa in più su di lui, non mi sarebbe dispiaciuto infatti sapere qualcosa riguardo la sua depressione, che è solo appena accennata e usata come motivazione. Infatti si è puntato molto sulla storia in sè, rendendo l'enigma e lo scontro i veri protagonisti e sacrificando i background dei personaggi di cui si hanno solo alcune notizie. Ma è un peccato veniale, dato che in ogni caso la caratterizzazione è ottima.

Non penso fosse necessario approfondire quell'aspetto: nel film si capisce che la vita di Irving è vuota, povera, insignificante. Come dici tu, mi sono concentrato quindi più sulla storia.

CITAZIONE
La sceneggiatura è una delle migliori di Clint, se non la migliore. Perfetta e senza una sbavatura, stile molto dettagliato che continua dall'inizio alla fine senza un attimo di stanca (molti sceneggiatori invece arrivando al finale accelerano il passo o cambiano stile senza nemmeno rendersene conto) e quando ho finito di leggere mi dicevo: e pensare che questo che scrive è lo stesso Clint che qualche anno fa scriveva Storie di ladri. I passi che sono stati fatti sono da gigante e attualmente non è secondo a nessuno.

Quando ho scritto Storie di ladri ero all'ultimo anno delle medie.
Adesso che ho scritto Il sospettato X sono all'ultimo anno delle superiori.
Sono passati cinque anni e per fortuna ho fatto un po' di passi avanti :) Comunque grazie, anche io penso che questa sia la mia miglior sceneggiatura.

CITAZIONE
c'era davvero bisogno di inscenare tutto quanto? Jessica ha ucciso il suo ex marito che era venuto a casa sua e aveva chiaramente minacciato lei e la figlia. Era risaputo che l'uomo aveva in passato commesso qualcosa di non bello nei loro confronti, quindi l'averlo ucciso poteva passare come legittima difesa, come del resto è stato in realtà. La moglie infatti l'ha ucciso per difendere la figlia che stava per essere colpita. E quale giuria al mondo avrebbe considerato colpevoli due donne indifese rispetto a un poco di buono come quello? Nessuna, e una mente geniale come quella di Irwing avrebbe dovuto immaginarlo. Al massimo avrebbe potuto testimoniare per loro, liberandole ulteriormente dai guai se ce ne fosse stato bisogno, ma inscenare tutto questo mi sa di artificioso, costruito apposta per creare un giallo perfetto. I rischi erano troppi rispetto a quelli che avrebbero corso dichiarando la verità e un matematico come lui nella realtà lo avrebbe saputo.

Allora... Premetto che anche nel libro è così e io sinceramente non c'avevo mai pensato, a ciò che dici. Quindi è una critica che non mi aspettavo.

Comunque, non sono molto convinto che dire la verità o perlomeno non nascondere nulla sarebbe stato più conveniente per Jessica e Martha. Innanzitutto, secondo me non si tratta di vera e propria legittima difesa, nel senso che a dare il via alla lotta è Martha, colpendo alle spalle Tanner mentre lui se ne sta andando. Poi ovviamente Tanner reagisce e picchia Martha, ma sicuramente non la vuole uccidere o cose del genere, vuole "solo" darle una lezione perché l'ha colpito. In ogni caso credo che questo non giustifichi un omicidio, no? Insomma, di fatto a provocare lo scontro sono state le donne, anche se ovviamente l'hanno fatto solo perché esasperate dalle parole e dal comportamento di Tanner. In più non c'è nessun testimone che possa spiegare come sono andate le cose: ci sono solo le due donne e un cadavere, e quindi la loro parola non può essere confermata da nessuno. Irving di fatto non assiste alla scena, non è un testimone.
Abbiamo quindi un cadavere (anche se di un poco di buono), due donne e nessuna prova a loro sostegno: c'è solo la loro parola contro quella di un cadavere. Ora, secondo me sicuramente avrebbero potuto dare a Jessica delle attenuanti, magari una pena poco severa, ma un po' di anni di carcere penso che se li sarebbe fatti comunque (e con Jessica in carcere, chissà cosa ne sarebbe stato di Martha). E ad ogni modo dire la verità avrebbe dato vita a una serie di processi, senza sapere se alla fine sarebbe stata condannata o no... Insomma, comunque le avrebbe rovinato la vita.
Le si presenta l'occasione di evitare tutto questo e lei decide di accettare.
Tra l'altro il piano di Irving è effettivamente perfetto e la polizia cade davvero nella sua rete: tutto va come previsto, e le due donne sarebbero sul serio salve. Il piano va in fumo solo a causa dell'intromissione di Colbert nelle indagini, ma la presenza dello scienziato era una possibilità che Irving non poteva prevedere. Di fatto comunque tutti i suoi calcoli si sono rivelati esatti e la polizia brancolava nel buio. Se non ci fosse stato Colbert, Irving e Jessica l'avrebbero fatta franca. E, come ho detto, la presenza di Colbert non poteva essere prevista.

CITAZIONE
Il secondo dubbio riguarda la stanza in hotel di Tanner. Come hanno fatto a trovarla? Il proprietario dell'hotel ha dichiarato (secondo quanto dice la polizia) che Tanner aveva abbandonato l'albergo ma aveva pagato, quindi non avevano denunciato la sua scomparsa. Come ha fatto quindi la polizia a scoprire che Tanner stava proprio in quell'hotel e fosse proprio scomparso?

Beh, la polizia è alla ricerca di casi di persone scomparse da poco per poter identificare il cadavere e facendo queste ricerche prende in considerazione anche gli alberghi e le pensioni della zona per vedere se ci sono stati casi di clienti spariti all'improvviso. Così viene fuori che un cliente di quell'albergo, lo stesso giorno del ritrovamento del cadavere, è scomparso. Nel film non mi sono dilungato, ma probabilmente dei poliziotti sono andati a informarsi nei vari hotel e nelle varie pensioni della zona, e in quell'albergo è saltato fuori il nome di Tanner come cliente scomparso all'improvviso.

CITAZIONE
Il cast è perfetto. Non avrei visto attore migliore di Hoffman per interpretare questa parte e se non arriva qualcuno a impensierirlo, potrebbe intascarsi la statuetta agli awards.

Sì, sono d'accordo. Mentre leggevo il libro, ho pensato subito a lui. E la cosa strana è che in realtà la descrizione del personaggio di Ishigami (che nel film sarebbe Irving) nel libro era abbastanza diversa: è descritto come un uomo più vecchio ed è calvo, cosa che lo fa preoccupare (infatti nel libro quando passa vicino alla porta a vetri si lamenta delle proprie calvizie, mentre nel film si lamenta in generale del proprio aspetto e del fatto che si è ingrossato). Quindi Hoffman non assomiglia molto alla descrizione del personaggio del libro, però io continuavo a immaginarmi lui e così l'ho scelto senza tante esitazioni. Sono convinto che sia perfetto per il ruolo.

CITAZIONE
Spacey è un po' in ombra, forse perchè anche di lui non conosciamo moltissimo a parte la sua passione per la scienza (per dire, non vediamo mai una sua scena di vita privata), ma anche la sua è stata un'ottima interpetazione che si farà ricordare.

Beh, la vita privata di Colbert non è molto diversa da quella di Irving... Come Irving vive per la matematica, Colbert vive per la fisica e per la scienza, e i suoi studi sono tutto. Nel film viene detto che spesso non torna nemmeno a casa dall'università e preferisce rimanere lì anche la sera per condurre i suoi studi. Significa che ovviamente non ha famiglia e in generale non ha nulla da fare a casa. L'unico amico è Kennan, che spesso lo viene a trovare all'università e con cui ha un bel rapporto d'amicizia, come si vede nel film. Insomma, la vita privata di Colbert non meritava particolari approfondimenti.

CITAZIONE
Una curiosità infine: che significato dareste al titolo "il sospettato x"? Io ci sto ancora pensando.

Guarda, non saprei risponderti neanch'io. E' il titolo del libro e ovviamente l'ho mantenuto. In realtà la tradizione del titolo originale è "La devozione del sospettato X" (e all'inizio volevo intitolare anch'io il film così, ma poi ho cambiato idea perché mi sembrava troppo lungo)...però si intuisce che "il sospettato X" è Irving: la X indica che si tratta di un sospettato generico, contro il quale non si hanno ancora prove certe.

CITAZIONE
In realtà avrei voluto dare un otto pieno, perchè non l'ho mai dato a Clint e questa volta lo merita eccome. Il film è infatti praticamente perfetto nella sua costruzione e nel modo in cui i personaggi vengono fatti scontrare, creando un gioco di menti che è molto più coinvolgente e appassionante delle sparatorie a cui il giovane produttore è affezionato. Di fatti il voto generale è un 8.
Eppure c'è quel dato di cui parlavo che mi ha impedito di godermi al 100% la pellicola, perchè iniziare a guardare il film ed essere consapevole che il movente principale di tutto quanto è una cosa poco verosimile non può passare inosservato e ti ritornerà sempre alla mente.
Aspetto di sapere cosa ne pensa Clint, ma non escludo di poter modificare il voto, anche perchè ho una visione freschissima e bisogna vedere cosa resterà di più nei prossimi giorni.

Intanto ti ringrazio per i complimenti. Per quanto riguarda il movente, capisco che il dubbio ti sia venuto, ma io sono convinto che sia credibile anche così, come ho spiegato sopra. Ci sta che magari venga il dubbio, però non direi che è un movente poco verosimile. Secondo me Jessica sarebbe comunque finita in carcere, anche se magari solo per pochi anni, e in ogni caso avrebbe dovuto affrontare una serie di lunghi processi senza sapere se sarebbe stata condannata o no. Affrontando la cosa, i rischi di finire in carcere erano altrettanti se non maggiori. Poi considera che è una decisione presa sul momento, poco dopo l'omicidio, quando è ancora poco lucida, condizionata dalla paura di finire in carcere... E una volta dato il via all'ingranaggio, non può più tirarsi indietro perché a quel punto coinvolgerebbe anche Irving. Si affida quindi a Irving, che ha un piano veramente infallibile: se tutto crolla è solo a causa di un fattore esterno che non poteva essere previsto.
 
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Andrew.
view post Posted on 1/4/2013, 18:14




Sì, le tue spiegazioni riguardo la scelta di Irwing ci possono anche stare, perchè se non fosse stato per Colbert il suo piano avrebbe funzionato. Però è un piano talmente preciso e meticoloso che tutt'ora non riesco a convincermi che fosse la soluzione migliore, proprio perchè bastava che qualcosa andasse storto affinchè tutto andasse a monte.
Nella realtà, un genio come lui avrebbe potuto semplicemente dire che era un testimone (mentendo) e che le due donne hanno agito per legittima difesa, sarebbero stati 3 testimoni oculari contro un tizio poco di buono. Certo, avrebbe subito processi, magari anche qualche giorno in carcere, ma alla fine tirando le somme sarebbe stata l'opzione con meno rischi, meno variabili.

Ma qua entra in ballo anche la soggettività, nel senso che ognuno di noi magari può farsi la sua idea e può immaginare quello che per lui sarebbe stato più conveniente. Vedremo che ne pensano anche gli altri.
 
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view post Posted on 11/4/2013, 21:57

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L'ho letto stasera. Domani recensisco.
 
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view post Posted on 13/4/2013, 12:03
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Dopo tanta attesa e il contagioso entusiasmo di Clint, esce finalmente Il Sospettato X, film in cui il produttore credo molto e che si appresta ad essere la sua punta di diamante per i prossimi awards. Ammetto quindi di essermi avvicinato alla lettura con delle aspettative molto alte e durante la primissima parte della pellicola la paura che fossero disattese c’era e parecchia.
Il film è un thriller duro e puro (come non se ne fanno più ormai) che parte con l’assassinio di Sean Tanner da parte di Jessica e sua figlia Martha. Irving, un genio della matematica, segretamente innamorato di Jessica, si offre di proteggere le due, inscenando un piano praticamente perfetto che faccia in modo che nè Jessica né sua figlia finiscano mai in prigione. Ma l’altro grande protagonista è Colbert, un vecchio amico di università di Irving, e sarà proprio lui che aiuterà la polizia a fare luce sul misterioso omicidio.
Come già accennato, l’inizio è la parte che mi ha convinto meno, non perché fatta male, anzi, ma perché la storia ci mette molto ad ingranare. Non si capisce bene quale direzione voglia prendere, perché da un lato l’indagine procede molto lentamente e dall’altro non si ha nemmeno un’indagine approfondita di Jessica (dello shock per il gesto fatto) o dello stesso Irving, il cui comportamento rimane indecifrabile per tutta la prima metà del film. Poi però, tra un ragionamento di Colbert e l’altro, l’indagine prende ritmo ed emerge anche la colonna portante della pellicola, ovvero il sottile e sotterraneo duello fra Colbert e Irving, fatto di intuizioni, ragionamenti, sguardi silenziosi e frasi non dette. Ed è proprio questo l’aspetto che mi è piaciuto di più, rispetto all’indagine fine a sé stessa. I numerosi confronti fra Colbert e Kennan che, in modo indiretto, non fanno che descriverci Irving, il suo mondo fatto di solitudine e deduzioni.
La parola è quindi centrale, tutto nel film “avviene” attraverso i dialoghi, non c’è una sola scena d’azione e questo non è certo un difetto ma anzi una cifra distintiva.
Poi c’è il finale, dove ti aspetti per forza di cose (in un film del genere), il colpo di scena, che c’è ma non è così spiazzante (io ci avevo pensato fin dall’inizio che il corpo ritrovato non fosse di Tanner). Eppure, nonostante sia poco sorprendente, il twist finale è talmente ben incastrato nella storia e coerente con i personaggi che certo non rischia di deludere, anzi ci dà un altro tassello per capire la psiche contorta di Irving. E poi il vero finale l’ho apprezzato moltissimo, assolutamente tragico per il povero Irving e il suo disperato urlo completa la scena più bella e intensa del film.
Ciò che mi ha convinto meno è che la pellicola sia incentrata quasi esclusivamente sull’indagine, sulla risoluzione dell’enigma, col risultato che i personaggi finiscono irrimediabilmente sullo sfondo. Jessica in primis che sembra tornare a fare una vita normalissima nonostante abbia ucciso un uomo. Ma anche Colbert la cui funzione sembra essere esclusivamente quella di decodificare l’enigma. Per fortuna c’è la bellissima parte finale che chiarisce tutto e dona spessore ai personaggi, in piccola parte Jessica ma soprattutto Irving che diventa una figura bellissima, nella sua tragicità.
Clint ha curato moltissimo lo script e si vede perché ogni scena è descritta minuziosamente in ogni dettaglio, tanto da regalare in più occasioni immagini molto suggestive (in particolare quelle girate vicino al fiume e al tramonto).

Haggis fa quindi un lavoro splendido, arricchendo una pellicola per sua natura molto statica. Si merita quindi la nomination e non solo. Non è da meno il cast, assolutamente in parte. Dal bravissimo Hoffman (anche qui nomination assicurata), a Spacey fino alla Weisz. Il “problema” degli ultimi due è che i loro personaggi non riescono a entrarti nel cuore per le motivazioni sopra espresse, a causa di una storia che vuole celare fino all’ultimo le sue carte col rischio di non valorizzare i suoi protagonisti, perché di loro non ci viene detto quasi nulla.

Molto bella la soundtrack, sempre assolutamente adatta alle scene. Riesce anzi a evocare e esaltare l’atmosfera di un film che per sua natura non fa uso di luoghi o vicende particolarmente evocativi.

Sito semplice e pulito, ma con tutte le sezioni necessarie e le curiosità.

Il Sospettato X è quindi un thriller che ha nel suo punto di forza anche il suo punto debole. E’ completamente concentrato sulle indagini e l’approfondimento dei personaggi ne risente. E’ un affascinante e magnetico enigma (un po’ lungo per la verità), che ti cattura ma non riesce a toccare certe corde a emozionare in modo profondo. E’ un difetto secondo me congenito in questo genere di thriller (sto parlando del libro) che a parte rari casi, pongono al centro il caso e il mistero di turno. Qui però c’è un bel finale che risolleva tutto (o quasi), colpisce ed emoziona. Clint pone la sua consueta meticolosa attenzione nello script ed è grazie a lui (cura delle scene, musiche …) che si sorvola su alcuni difetti del film (Tanner ad esempio: ma era così spregevole come persona? Non ci viene fato intuire nulla, sembra solo un poco di buono). E’ per questo quindi che il film non raggiunge l’eccellenza, pur ritagliandosi una onorevole posizione nel genere thriller. 77/100
 
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view post Posted on 13/4/2013, 13:27

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


In tutta franchezza, la prima reazione che ho avuto quando ho visto la durata del film è stata "e poi sono io quello che fa i film lunghi..." Sensazione che è andata crescendo durante la lettura. Sarò sincero e lo dico subito: si fa fatica ad arrivare alla fine di questo film, perché bisogna avere la pazienza di stare dietro a dialoghi lunghi e complessi, con una massa di dettagli notevole e un po' di difficile memorizzazione (ma per quantità, non per qualità).

Non è però un difetto, come potrebbe sembrare da queste parole: è solo una difficoltà. Sarebbe un difetto se andasse a svantaggio del film, ma così non è, anzi proprio i dialoghi sono la colonna di questo film. D'altra parte, di cosa tratta questo film, pur nelle forme di un racconto giallo? Della mente umana, della razionalità che tenta di dare un ordine alla crisi del mondo. E lo strumento per eccellenza della razionalità, i Greci insegnano, è proprio il logos, la parola, ma anche il ragionamento.

Un ragionamento, però, tutt'altro che onnipotente, costretto anzi a fare i conti con l'enorme arazionalità della vita, che è e sembra rivelarsi essere un caos informe. La sfida di ingegni Irving/Colbert, per una volta, non è una sfida da poliziesco classico alla Moriarty/Holmes, perché nessuno dei due è un puro cervello votato al Bene o al Male. Il primo, anzi, cela dietro i labirinti della sua passione per la matematica una passione idealistica e non corrisposta, patetico e struggente riempitivo di un vuoto di fondo fin troppo sentito, estremo tentativo di dare un senso; il secondo, che si diletta ad aiutare l'amico detective, quando intuisce la verità se ne ritrae con spavento, impossibilitato a consegnare l'amico alla giustizia ma altrimenti impossibilitato a permettere che venga commessa un'ingiustizia. "Galileo": il grande scienziato che pensava che l'universo fosse razionale, il fondatore del metodo scientifico, affronta lo scacco di scoprire che no, il mondo non si riassume in una formula matematica o fisica. Sarebbe stato un romanzo perfetto per Hitchcock.

Con questo presupposto, una durata simile e un'ampiezza così inusuale, per Clint, dell'elemento dialogico non erano un optional: erano una necessità. Un vero atto di coraggio, da parte di Diego, creatore per eccellenza di film d'azione, misurarsi con un soggetto così cerebrale: ma fortuna audaces iuvat, e stavolta ha "iuvato" (mi si passi l'orrendo non-latino) veramente tanto. Questa sceneggiatura, se non è il capolavoro di Clint, è in assoluto una delle sue più riuscite, e una volta che si entra nel gioco non se ne esce più fino alla fine.

Magnifici sia Philip Seymour Hoffman sia Kevin Spacey, ma una menzione se la meritano anche Rachel Weisz, Brendan Gleeson e Mark Ruffalo, tutti al loro posto, ingranaggi che fanno benissimo il loro dovere. Paul Haggis dirige con grande mestiere e senso del ritmo, ottima la colonna sonora.

VOTO: 85/100 (8 al sondaggio). Non vado più sopra perché, pur non considerando io, dalla mia prospettiva, la difficoltà di lettura un vero difetto, tuttavia sono restio a passarci del tutto sopra. Comunque, un grandissimo film.
 
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Clint1994
view post Posted on 14/4/2013, 13:38




Ringrazio anche Hermes e Francis, e rispondo :)

CITAZIONE
Come già accennato, l’inizio è la parte che mi ha convinto meno, non perché fatta male, anzi, ma perché la storia ci mette molto ad ingranare. Non si capisce bene quale direzione voglia prendere, perché da un lato l’indagine procede molto lentamente e dall’altro non si ha nemmeno un’indagine approfondita di Jessica (dello shock per il gesto fatto) o dello stesso Irving, il cui comportamento rimane indecifrabile per tutta la prima metà del film. Poi però, tra un ragionamento di Colbert e l’altro, l’indagine prende ritmo ed emerge anche la colonna portante della pellicola, ovvero il sottile e sotterraneo duello fra Colbert e Irving, fatto di intuizioni, ragionamenti, sguardi silenziosi e frasi non dette. Ed è proprio questo l’aspetto che mi è piaciuto di più, rispetto all’indagine fine a sé stessa. I numerosi confronti fra Colbert e Kennan che, in modo indiretto, non fanno che descriverci Irving, il suo mondo fatto di solitudine e deduzioni.

Sì, l'intento era quello di limitarsi a presentare i personaggi e la situazione in cui si trovano nella parte iniziale e poi, man mano che procede l'indagine, far emergere meglio anche la personalità dei vari protagonisti.

CITAZIONE
Ciò che mi ha convinto meno è che la pellicola sia incentrata quasi esclusivamente sull’indagine, sulla risoluzione dell’enigma, col risultato che i personaggi finiscono irrimediabilmente sullo sfondo. Jessica in primis che sembra tornare a fare una vita normalissima nonostante abbia ucciso un uomo. Ma anche Colbert la cui funzione sembra essere esclusivamente quella di decodificare l’enigma. Per fortuna c’è la bellissima parte finale che chiarisce tutto e dona spessore ai personaggi, in piccola parte Jessica ma soprattutto Irving che diventa una figura bellissima, nella sua tragicità.

Jessica prova a condurre una vita normale nonostante abbia ucciso un uomo e quindi nonostante il malessere e la disperazione derivanti da ciò, ma progressivamente si rende conto che né lei né Martha possono riuscire a sostenere questo fardello.
Quanto a Colbert, ti rimando alla risposta che ho dato Andrew: semplicemente ha una vita privata di scarso interesse, monotona al pari di quella di Irving, che non necessitava particolari approfondimenti. La sua vita consiste nel suo lavoro all'Università e nel dare una mano a Kennan, ma non ha altro oltre a quello che si vede nel film.

CITAZIONE
Molto bella la soundtrack, sempre assolutamente adatta alle scene. Riesce anzi a evocare e esaltare l’atmosfera di un film che per sua natura non fa uso di luoghi o vicende particolarmente evocativi.

Grazie! Non avete idea di quanto tempo ho perso per costruire la soundtrack, mi dico che è stato più faticoso quello che scrivere lo script :P

CITAZIONE
Il Sospettato X è quindi un thriller che ha nel suo punto di forza anche il suo punto debole. E’ completamente concentrato sulle indagini e l’approfondimento dei personaggi ne risente. E’ un affascinante e magnetico enigma (un po’ lungo per la verità), che ti cattura ma non riesce a toccare certe corde a emozionare in modo profondo. E’ un difetto secondo me congenito in questo genere di thriller (sto parlando del libro) che a parte rari casi, pongono al centro il caso e il mistero di turno. Qui però c’è un bel finale che risolleva tutto (o quasi), colpisce ed emoziona.

Guarda, io penso che sia una storia bellissima e volevo trasporla a tutti i costi perché nonostante abbia un intreccio molto cerebrale e complesso, è riuscita comunque a coinvolgermi tantissimo dal punto di vista emotivo proprio per la tragicità della parte finale, che ritengo davvero emozionante (la scoperta della verità e la conseguente reazione di Jessica, il finale...). Insomma, ciò che ho trovato nel libro e che volevo riproporre in questo film era una storia allo stesso tempo cerebrale ed emozionante, una storia che toccasse allo stesso tempo il cervello e il cuore, non so se mi spiego.

CITAZIONE
(Tanner ad esempio: ma era così spregevole come persona? Non ci viene fato intuire nulla, sembra solo un poco di buono)

Mmh beh sì, è un uomo violento che continua a tormentare l'ex moglie e la figliastra nonostante siano separati da tempo. Non penso fosse necessario aggiungere molto altro sul suo conto.



CITAZIONE
In tutta franchezza, la prima reazione che ho avuto quando ho visto la durata del film è stata "e poi sono io quello che fa i film lunghi..." Sensazione che è andata crescendo durante la lettura. Sarò sincero e lo dico subito: si fa fatica ad arrivare alla fine di questo film, perché bisogna avere la pazienza di stare dietro a dialoghi lunghi e complessi, con una massa di dettagli notevole e un po' di difficile memorizzazione (ma per quantità, non per qualità).

Eh, lo so, infatti avevo avvisato che il film sarebbe stato molto lungo e complesso. Però, considerando che il mio ultimo film (Gloomy Killers) era molto breve e che non ho mai scritto un film che superasse le 3h, ho pensato di potermelo permettere :P
Comunque il rischio che fosse troppo pesante e difficile da leggere era la mia preoccupazione maggiore... Poi quando l'ho riletto e quando è arrivata la recensione di Andrew, in cui diceva che si legge tutto d'un fiato, mi sono un po' rassicurato.

CITAZIONE
Non è però un difetto, come potrebbe sembrare da queste parole: è solo una difficoltà. Sarebbe un difetto se andasse a svantaggio del film, ma così non è, anzi proprio i dialoghi sono la colonna di questo film. D'altra parte, di cosa tratta questo film, pur nelle forme di un racconto giallo? Della mente umana, della razionalità che tenta di dare un ordine alla crisi del mondo. E lo strumento per eccellenza della razionalità, i Greci insegnano, è proprio il logos, la parola, ma anche il ragionamento.

Un ragionamento, però, tutt'altro che onnipotente, costretto anzi a fare i conti con l'enorme arazionalità della vita, che è e sembra rivelarsi essere un caos informe. La sfida di ingegni Irving/Colbert, per una volta, non è una sfida da poliziesco classico alla Moriarty/Holmes, perché nessuno dei due è un puro cervello votato al Bene o al Male. Il primo, anzi, cela dietro i labirinti della sua passione per la matematica una passione idealistica e non corrisposta, patetico e struggente riempitivo di un vuoto di fondo fin troppo sentito, estremo tentativo di dare un senso; il secondo, che si diletta ad aiutare l'amico detective, quando intuisce la verità se ne ritrae con spavento, impossibilitato a consegnare l'amico alla giustizia ma altrimenti impossibilitato a permettere che venga commessa un'ingiustizia. "Galileo": il grande scienziato che pensava che l'universo fosse razionale, il fondatore del metodo scientifico, affronta lo scacco di scoprire che no, il mondo non si riassume in una formula matematica o fisica. Sarebbe stato un romanzo perfetto per Hitchcock.

Ti ringrazio per le bellissime parole. E sono d'accordo con te, sarebbe stata una storia perfetta per Hitchcock. ^_^
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 19/4/2013, 20:34




e alla fine eccomi qui a recensire la nuova opera di Clint. Rivisitazione americana di un romanzo giapponese, che io non ho letto ma dove immagino ci siano dei cambiamenti.
La storia parla di un omicidio e di un uomo dal grande ingegno che cerca di nasconderlo per nascondere la donna che ama. E di un detective suo compagno di scuola che indaga su questo omicidio. Ma questo film parla delle indagini? Delle reazioni a questo efferato delitto? Si e no.
Il film parla soprattutto del confronto fra due geni, e il confronto con Death Note è plausibile con questo (anche se Colbert è meno ingenuo e complessato di Elle :D ) ma il fatto è che questo confronto oscura tutto il resto, l'omicidio, chi era la vittima, passa in secondo piano. Sappiamo che è l'ex marito violento della protagonista, donna del quale uno dei geni è innamorato. E' una gara a chi ha la mente più brillante, un'intensa partita a scacchi. Ovviamente si sa un po' di più sul protagonista, insegnante di matematica piuttosto severo e freddo calcolatore, ma che tiene molti ai suoi affetti, o almeno al suo unico affetto, anche se sa di non poterlo raggiungere.
Il problema è che, come ogni partita a scacchi, i momenti vuoti annoiano leggermente. Penso che alcune scene potevano essere tagliate, tipo alcune con Jessica e Cole: possono uscire un paio di volte e far vedere le tendenze da stalker di Irwing, ma Clint ci fa vedere quasi tutta la storia d'amore fra sti due di cui sinceramente non ce ne può fregare di meno! E poi penso che alcuni personaggi dovevano essere approfonditi. Ad esempio: alla fine Martha si suicida. PErchè? Questo suicidio è improvviso e inaspettato, ma in tutto il film Martha non sembra depressa o cosa, è una normale ragazza. Allora, è pentita del gesto? Non regge più la pressione? e fallo capire in qualche modo!
Per lo più, mi sono piaciute molto le indagini e i dialoghi fra i due (per quanto io ODI la matematica in tutte le sue forme) e il film si fa valere, però haquesto difetto della lunghezza e del fatto che i protagonisti sono approfonditi togliendo il carattere agli altri.

Voto 7,5
 
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Clint1994
view post Posted on 20/4/2013, 14:14




Ringrazio anche Agnese e rispondo alle critiche.

CITAZIONE
anche se Colbert è meno ingenuo e complessato di Elle :D

Eh, Colbert nonostante qualche eccentricità è una persona normale; Elle di normale non ha proprio nulla (e proprio per questo è un mito, uno dei miei personaggi preferiti in assoluto nell'universo dei manga)! ;)

CITAZIONE
Penso che alcune scene potevano essere tagliate, tipo alcune con Jessica e Cole: possono uscire un paio di volte e far vedere le tendenze da stalker di Irwing, ma Clint ci fa vedere quasi tutta la storia d'amore fra sti due di cui sinceramente non ce ne può fregare di meno!

Non sono d'accordo, nel senso che la storia fra Jessica e Cole è assolutamente fondamentale per lo svolgimento della trama. Da un lato deve mostrare i vani tentativi di Jessica di ritornare a fare una vita normale; dall'altro è funzionale all'approfondimento psicologico del personaggio di Irving, che nonostante faccia di tutto per aiutare Jessica si scopre superato da un altro uomo nel cuore della donna. Ma soprattutto diventa fondamentale per il piano di Irving: è grazie alla storia fra Jessica e Cole che Irving, quando capisce di essere stato scoperto da Colbert, può ripiegare su questo "piano di riserva", sacrificandosi a interpretare la parte del molestatore pur di salvare Jessica e Martha. E poi serve anche a introdurre un ennesimo colpo di scena alla fine sul personaggio di Irving: nonostante sembrasse uno stalker geloso, in realtà non lo è affatto (non ha nessuna tendenza da stalker come dici tu; segue Cole e gli fa le foto solo perché gli servono per il suo piano), ma al contrario nonostante la gelosia che può provare alla fine dimostra di apprezzare Cole come persona e incoraggia Jessica a stare con lui, perché in fondo lo ritiene un brav'uomo. Nonostante l'invidia, è consapevole che Jessica non prova niente per lui e decide di sacrificarsi, facendosi da parte e incoraggiando Jessica a stare con Cole. E questa secondo me è una dimostrazione di amore al massimo grado, che in un certo senso eleva la figura di Irving nonostante i delitti commessi.

Mi sono un pò dilungato... ma tutto questo per dire che la storia tra Jessica e Cole, per quanto sia sicuramente meno interessante rispetto alla trama principale, è fondamentale in tutti i sensi per lo sviluppo della storia, quindi non potevo assolutamente tagliarla.

CITAZIONE
Ad esempio: alla fine Martha si suicida. PErchè? Questo suicidio è improvviso e inaspettato, ma in tutto il film Martha non sembra depressa o cosa, è una normale ragazza. Allora, è pentita del gesto? Non regge più la pressione? e fallo capire in qualche modo!

Martha tenta il suicidio, non si suicida.
Comunque non direi proprio che Martha è rappresentata come una normale ragazza, anzi... Nel film viene detto spesso che è una persona molto introversa, la si vede sempre in casa da sola, non riesce a rapportarsi agli uomini adulti a causa delle violenze che ha dovuto subire dal patrigno; è una figura quasi inquietante, anche per il modo in cui sostiene che Jessica uscendo con Cole in un certo senso "tradisca" Irving. E poi ovviamente sente il peso della situazione che vive, per la consapevolezza di aver ucciso un uomo.
Poi è ovvio che la notizia del suo tentato suicidio arrivi improvvisa e inaspettata: credo che i colpi di scena debbano essere proprio improvvisi e inaspettati :P La domanda è se sia giustificato o meno, e in questo caso lo è. Ad ogni modo la funzione principale di questo fatto è la conseguenza che ha su Jessica: per lei, questa notizia rappresenta il colpo di grazia, la consapevolezza definitiva che, nonostante i tentativi di rifarsi una vita con Cole, lei e la figlia non potranno mai vivere normalmente dopo quello che hanno fatto. Se prima era ancora dubbiosa sul da farsi, la scoperta del tentato suicidio di Martha la convince definitivamente a costituirsi.

In ogni caso Martha è un personaggio secondario, per il ruolo che ha all'interno della vicenda credo sia caratterizzata sufficientemente bene. Per collegarmi alla critica finale che fai, che i protagonisti sono approfonditi a scapito degli altri, penso sia inevitabile in tutti i film: non si può approfondire in ogni sfaccettatura ogni singolo personaggi; l'importante è che i comprimari non siano totalmente piatti o indistinguibili l'uno dall'altro, ma direi che non è'questo il caso.

CITAZIONE
(per quanto io ODI la matematica in tutte le sue forme)

Oh, su questo siamo d'accordo: anch'io odio la matematica, insieme a fisica è la materia in cui vado peggio a scuola. Però nel contesto del film penso sia molto affascinante, specialmente per quanto riguarda gli enigmi che si lanciano a vicenda Irving e Colbert e che trovano corrispondenza nei fatti, nell'indagine.
 
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Sunset Boulevard Films
view post Posted on 21/4/2013, 09:21




io non vorrei dire ora, però a una certa età quasi tutte le ragazzine sono taciturne e introverse ma non vuol dire che meditano tutte di suicidarsi.
Avrei capito se magari un'amica avrebbe detto "ma che ti prende? Prima eri diversa" o una cosa simile, ma così non si capisce.
 
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Clint1994
view post Posted on 21/4/2013, 15:16




CITAZIONE (Sunset Boulevard Films @ 21/4/2013, 10:21) 
io non vorrei dire ora, però a una certa età quasi tutte le ragazzine sono taciturne e introverse ma non vuol dire che meditano tutte di suicidarsi.
Avrei capito se magari un'amica avrebbe detto "ma che ti prende? Prima eri diversa" o una cosa simile, ma così non si capisce.

Beh è ovvio, le normali ragazzine taciturne e introverse non hanno subito per anni le violenze del patrigno e non hanno da poco ucciso un uomo.
 
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mastruccio
view post Posted on 24/4/2013, 23:42




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS
Molto in ritardo, e me ne scuso con Clint, ho letto il suo ultimo film “Il sospettato X”. Lo aspettavo con una certa curiosità, anche perché me lo aveva annunciato personalmente come un film che mi avrebbe conquistato, perché vicino alle mie corde e ai miei gusti. All’uscita del cinema posso dire che aveva ragione; il film, infatti, mi è piaciuto, pur con qualche riserva. Certo che moltissimo ha contribuito la precisa e dettagliatissima sequenza di innumerevoli descrizioni di movimenti di macchina e di inquadrature, che hanno reso il film piacevolissimo e molto scorrevole, malgrado abbia, invece, un ritmo narrativo abbastanza lento e senza alcuna scena particolarmente adrenalinica.
Dal punto di vista della tecnica di scrittura cinematografica, il mio vecchio “pallino”, lo script è scritto in maniera ineccepibile, con un uso molto corretto di termini, piani e campi, inquadrature. La cosa, ovviamente, mi fa apprezzare ancor di più il lavoro di Clint, perché mostra di voler fare le cose per bene, riuscendoci in pieno.
Nessuna importanza hanno, ai fini del giudizio, alcuni errori e refusi trovati qua e là, e la forse eccessiva lunghezza della sceneggiatura. Probabilmente si poteva asciugare maggiormente qualche sequenza, o addirittura tagliare diversi piccoli passaggi, ma non è il caso di farne un problema, perché comunque la lettura fila via liscia e senza particolare stanchezza.

La storia, tratta dal libro omonimo di Keigo Higashino, trasportata dal nostro Clint dal Giappone agli U.S.A., si dipana fin da subito come un finto giallo, nel senso che assistiamo quasi subito al delitto, e sappiamo pure come si è svolto e chi ne sono i responsabili: Jessica, una donna di mezza età, ancora bella, e la sua figlia adolescente Martha, che hanno ucciso il violento ex marito della donna dopo che lui l’aveva perseguitata e stava per molestarle. Viene in loro soccorso il vicino di casa, il professor Irving, genio della matematica e uomo solitario, il quale escogita un piano per far sparire il cadavere e fornire alle due donne un alibi di ferro che le possa tenere lontane dai sospetti.
E’ un finto giallo, dicevo. Infatti tutta la vicenda si dipana nella ricerca della verità, da parte del detective Kennan e del suo collega Casey. Si farà aiutare dall’illustre prof. Colbert, docente universitario di fisica, meglio conosciuto come Galileo, suo amico e spesso determinante nelle districate indagini di casi del passato. Il film, quindi, si concentra sull’incontro di due menti geniali e lucidissime, che si ritrovano decine di anni dopo che si erano conosciuti e frequentati ai tempi dell’università.
Il nocciolo centrale del film è questo, quindi: il confronto, tutto dialettico e psicologico, attraverso dialoghi molto significativi. Attorno ad essi ruotano altri personaggi che servono all’intreccio e a delineare i contorni della vicenda, fino al colpo di scena finale, sorprendente ma affatto inaspettato
Se, dal punto di vista tecnico, questo film si fa ampiamente apprezzare, è proprio da quello della storia che più di qualche dubbio mi ha fatto riflettere. . E’ chiaro fin dalle prime scene che il delitto, così come descritto, non può non nascondere qualcosa di diverso. Se genio matematico è, il professor Irving, geniale deve necessariamente essere una soluzione che sappiamo subito che arriverà, prima o poi, e che ribalterà la situazione. L’effetto sorpresa del colpo di scena, quindi, è già vanificato all’inizio, non tanto nella sua sostanza (anche se avevo immaginato che quel corpo non fosse in realtà dell’ex marito di Jessica), ma nella sua prevedibilità.
C’è da dire anche che sono diverse le forzature che ho riscontrato nel racconto, e danno troppo l’idea che si sia dovuto ricorrere ad esse per giustificare tutta la vicenda.
La prima, ad esempio: com’è possibile che Jessica si fidi ciecamente di un uomo che praticamente non conosce affatto, Irving, e gli consegni di fatto la vita propria e della figlia? Così anche la troppa disinvoltura con la quale entrambe le donne tornino alle loro abituali vite, senza lasciar trasparire alcun incertezza. Ed in fin dei conti, non sarebbe bastato dire che hanno ucciso l’uomo per legittima difesa, cosa che, in definitiva, è realmente successo, dato che lui stava per usare violenza nei confronti della ragazzina? Perché ingegnarsi in un complicatissimo piano, quando anche Irving avrebbe potuto testimoniare in loro favore?
Quando, alla fine, Jessica si costituisce, non mi pare plausibile che ciò sia stato determinato proprio dal tentativo di suicidio della figlia: ma come, tua figlia ha tentato di ammazzarsi, e tu, proprio nel momento in cui è evidente che la ragazza si trovi in un grave disagio personale, fai l’unico gesto che certamente ti allontanerà da lei e contribuisci direttamente al suo definitivo crollo psicologico, dato che inevitabilmente anche lei verrà incriminata? Insomma, un comportamento non plausibile nella realtà, ma solo per la riuscita drammatica dell’epilogo finale del film.
Ben inteso, nessuna responsabilità attribuisco a Clint, che si è ritrovato tutto ciò nel libro. Infatti la critica io la rivolgo al romanzo. Ma se Clint avesse voluto, avrebbe potuto tranquillamente mettere mano al racconto originale, cambiando ed inventando nuove situazioni per rendere il film più credibile.
Un altro appunto lo faccio allo spessore ed al ruolo dei personaggi principali. Irving, in definitiva, è l’assassino, il cattivo di turno. Nel romanzo, ed anche nel film reale tratto proprio da questo libro, il protagonista è il personaggio positivo, il prof. Colbert, quel Galileo, fisico geniale ed investigatore, che da anche il nome alla serie tv che è stata realizzata in Giappone, e di cui è l’assoluto protagonista. Qui, invece, Colbert è il personaggio in verità non reso importante e sfaccettato almeno al pari di Irving, e quindi i ruoli risultano invertiti, e si finisce per parteggiare più per il colpevole che per il poliziotto.

La regia di Paul Haggis è molto curata, e certamente potrà togliersi belle soddisfazioni agli Awards- Così anche il grande interprete del prof Irving, Philip Seymour Hoffman. Lo vedremo di sicuro nella cinquina dei candidati a miglior attore. Per i motivi che ho detto prima, invece, il pur bravo Kevin Spacey non riesce appieno a brillare come meriterebbe.
La colonna sonora è un altro punto a favore del film. Le tracce musicali, numerose e tutte correttamente strumentali, rendono benissimo accostate alle scene di riferimento, ed aiutano non poco a immaginare l’atmosfera che l’autore ha voluto infondere all’intera pellicola.
Non ho capito in pieno, invece, il senso della locandina. Quel ponte sospeso sull’acqua, che non porta a nulla, che significato ha? Non riesce ad essere evocativa ed, inoltre, a livello grafico mi pare migliorabile, anche con una diversa impostazione dei credits. Il sito è, nel panorama presente qui a Ck, un esempio classico e stilisticamente uguale a moltissimi altri. Non mi entusiasma, per la verità, anche se ho apprezzato la presenza delle pagine delle curiosità e del libro originale.

Detto tutto ciò, comunque, “Il sospettato X” è senza dubbio un ottimo prodotto cineamatografico, ottimamente realizzato e molto curato nei particolari tecnici. Quindi il mio voto è alto, però non posso non farmi condizionare dai dubbi sul romanzo da cui è tratto, e che, ripeto, non modificano di una virgola la mia ottima considerazione sulle qualità del giovanissimo talento cinematikino che è Clint.
Voto: 76/100 (8 al sondaggio)
 
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Clint1994
view post Posted on 28/4/2013, 21:37




Ringrazio anche Mas e rispondo ;)


CITAZIONE
Se, dal punto di vista tecnico, questo film si fa ampiamente apprezzare, è proprio da quello della storia che più di qualche dubbio mi ha fatto riflettere. . E’ chiaro fin dalle prime scene che il delitto, così come descritto, non può non nascondere qualcosa di diverso. Se genio matematico è, il professor Irving, geniale deve necessariamente essere una soluzione che sappiamo subito che arriverà, prima o poi, e che ribalterà la situazione. L’effetto sorpresa del colpo di scena, quindi, è già vanificato all’inizio, non tanto nella sua sostanza (anche se avevo immaginato che quel corpo non fosse in realtà dell’ex marito di Jessica), ma nella sua prevedibilità.

Mmh, sì, è vero quello che dici, ma non penso che sia un difetto. Voglio dire, nel 90% dei casi quando guardi un thriller sai che alla fine ci sarà un colpo di scena, ma questo non significa che quando arriva non te lo godi. Insomma, il sapere che alla fine ci sarà un colpo di scena non rovina il colpo di scena in sé, no?

CITAZIONE
com’è possibile che Jessica si fidi ciecamente di un uomo che praticamente non conosce affatto, Irving, e gli consegni di fatto la vita propria e della figlia?

Beh, la cosa non avviene così in fretta: Jessica non accetta immediatamente l'aiuto di Irving, anzi, all'inizio cerca di liberarsene. E' solo quando Irving dimostra di aver capito tutto, rivelando la propria genialità, che Jessica non sa più cosa fare. A quel punto, visto che Irving conosceva la verità e quindi poteva tenerla in pugno in ogni caso, perché non fidarsi, quando si offre di aiutarle e dal momento che ha anche già dimostrato di essere una persona particolarmente intelligente? E poi considera la situazione che stanno vivendo Jessica e Martha in quel momento... hanno appena ucciso un uomo, probabilmente non si rendono nemmeno pienamente conto di quello che hanno fatto, sono sotto shock, non possono riuscire a prendere una decisione con lucidità... In un certo senso si lasciano andare agli eventi, quando Irving arriva e si offre di aiutarle. Io non la vedo come una cosa così incredibile, anzi, mi sembra che quella scena sia riuscita da questo punto di vista.

CITAZIONE
Così anche la troppa disinvoltura con la quale entrambe le donne tornino alle loro abituali vite, senza lasciar trasparire alcun incertezza.

Anche qui, non sono molto d'accordo. Voglio dire, cos'avrebbero dovuto fare? Anche per far funzionare l'alibi preparato da Irving, loro dovevano, almeno in apparenza, continuare a vivere in maniera normale. Ma il fatto che siano segnate da quello che hanno fatto è evidente... Nel film ci sono diverse scene che mostrano la loro inquietudine. Pensa anche al rapporto con Cole, per esempio... Jessica vorrebbe cominciare una nuova relazione normale con lui, ma deve continuamente nascondere la verità, fingere... E pensa a Martha, che è sempre chiusa in casa, quasi apatica... Insomma, non direi che tornano alle loro vite abituali senza mostrare incertezza, perché non è così, anzi.

CITAZIONE
Ed in fin dei conti, non sarebbe bastato dire che hanno ucciso l’uomo per legittima difesa, cosa che, in definitiva, è realmente successo, dato che lui stava per usare violenza nei confronti della ragazzina? Perché ingegnarsi in un complicatissimo piano, quando anche Irving avrebbe potuto testimoniare in loro favore?

Per questa questione ti rimando alle risposte che ho dato a Andrew.


CITAZIONE
Quando, alla fine, Jessica si costituisce, non mi pare plausibile che ciò sia stato determinato proprio dal tentativo di suicidio della figlia: ma come, tua figlia ha tentato di ammazzarsi, e tu, proprio nel momento in cui è evidente che la ragazza si trovi in un grave disagio personale, fai l’unico gesto che certamente ti allontanerà da lei e contribuisci direttamente al suo definitivo crollo psicologico, dato che inevitabilmente anche lei verrà incriminata? Insomma, un comportamento non plausibile nella realtà, ma solo per la riuscita drammatica dell’epilogo finale del film.

Il tentato suicidio di Martha non è altro che la dimostrazione dell'impossibilità per le due donne di continuare a vivere normalmente con il peso di quello che hanno fatto sulla coscienza. Quel gesto fa capire a Jessica, già sconvolta dopo aver appreso la verità da Colbert, che lei e sua figlia non potranno mai vivere nella finzione, nascondendo sempre la verità, con la coscienza sporca e sotto pressione. In più, Jessica è consapevole di essere stata scoperta da Colbert e quindi la tentazione di costituirsi c'è già, perché comunque Colbert e Kennan ormai sanno cos'è successo veramente. Quindi non direi che il suo comportamento non è plausibile nella realtà: il fatto di costituirsi è una sorta di resa, di dichiarazione di incapacità di vivere in quel modo; è un togliersi un peso dalla coscienza, offrendo la possibilità a entrambe di non vivere più nella menzogna.
In più, ripeto, se anche non si fosse costituita, ormai Kennan sapeva la verità e quindi l'indagine sarebbe stata riaperta e tutto il resto... Quindi anche da un punto di vista proprio di convenienza, per Jessica era meglio costituirsi piuttosto che essere accusata in seguito. Il tentato suicidio di Martha non è quindi l'unico motivo della sua scelta.

CITAZIONE
Un altro appunto lo faccio allo spessore ed al ruolo dei personaggi principali. Irving, in definitiva, è l’assassino, il cattivo di turno. Nel romanzo, ed anche nel film reale tratto proprio da questo libro, il protagonista è il personaggio positivo, il prof. Colbert, quel Galileo, fisico geniale ed investigatore, che da anche il nome alla serie tv che è stata realizzata in Giappone, e di cui è l’assoluto protagonista. Qui, invece, Colbert è il personaggio in verità non reso importante e sfaccettato almeno al pari di Irving, e quindi i ruoli risultano invertiti, e si finisce per parteggiare più per il colpevole che per il poliziotto.

E' vero, ma allora? Secondo me questo è un pregio, significa che mi sono discostato un po' dalla storia originale, privilegiando l'assassino invece del detective. E poi è anche più originale un film che si concentra di più sulla figura dell'assassino rispetto a quella del detective. E in ogni caso, il personaggio di Irving è oggettivamente il più interessante, meritava di essere più protagonista.

CITAZIONE
Non ho capito in pieno, invece, il senso della locandina. Quel ponte sospeso sull’acqua, che non porta a nulla, che significato ha? Non riesce ad essere evocativa ed, inoltre, a livello grafico mi pare migliorabile, anche con una diversa impostazione dei credits

La locandina riprende la copertina originale del libro. Io la trovo molto suggestiva: la donna ripresa di spalle è Jessica, il ponte è uno dei luoghi chiave del film... E un ponte sospeso nel vuoto, con le luci della città sullo sfondo, può avere tanti significati (una condizione difficile, una scelta difficile...)

CITAZIONE
La colonna sonora è un altro punto a favore del film. Le tracce musicali, numerose e tutte correttamente strumentali, rendono benissimo accostate alle scene di riferimento, ed aiutano non poco a immaginare l’atmosfera che l’autore ha voluto infondere all’intera pellicola.

Grazie, le musiche sono un aspetto a cui tengo molto, ultimamente. ^_^
 
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62 replies since 29/3/2013, 18:40   1654 views
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