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Pulp Stories
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Pulp Stories, Clint94

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mastruccio
view post Posted on 23/5/2012, 11:57 by: mastruccio




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS

Ancora una volta Clint trae spunto, per il suo ultimo film, da un fumetto. Non più un anime, ma un prodotto dell’italiana Bonelli.

“Pulp Stories”, chiaramente cita già nel titolo il celebre film di Tarantino, e secondo le intenzioni del produttore dovrebbe trattarsi di una sorta di omaggio, tanto da regalargli un “cameo”.
La struttura narrativa è più o meno la stessa. L’intrecciarsi di varie storie, popolate di personaggi votati alla cruda violenza, che si incrociano lungo le strade di Los Angeles e su una spiaggia messicana, che li coinvolgono, anche a loro insaputa, nei beffardi e crudeli destini mortali.
Il sunto del film, anche questo abbastanza “Tarantiniano”, è che la morte è solo la parte conclusiva di un percorso che inizia molto prima, casualmente, spesso senza alcuna motivazione.
E’ lodevole, da parte di Clint, l’intenzione di proporre una tipica “non storia”, che, usando la stessa struttura circolare di Pulp Fiction, finisce là dove comincia, con l’ingresso in scena della donna che incontra per la prima volta il personaggio interpretato da Michey Rourke.
Manca, tuttavia, la stessa feroce e grandiosa ironia che pervade tutto il geniale film di Tarantino, tranne che nei due personaggi di Lester e Chester (Bradley Cooper e Vince Vaughn), nella scena del cagnolino con un piede in bocca, che comunque più che personaggi ironici sembrano macchiettistici.
Ovviamente, “Pulp Stories” non arriva al livello del suo ispiratore, ci mancherebbe. Credo che nemmeno Clint aspirasse a tanto. Sarebbe stato troppo presuntoso, e lui non lo è.

La sceneggiatura ha un linguaggio veramente ottimo, sia dal punto di vista intrinseco al tema ed alle atmosfere della storia, che dal punto di vista estrinseco, perché risulta sempre agile, gradevole alla lettura, e mai noioso. Complimenti all’autore.
Qualche appunto mi sento di muoverlo in merito all’eccessivo uso, secondo me, della voce fuori campo, soprattutto nella parte iniziale dello script, laddove non aggiunge nulla alle già esplicite immagini; mentre, invece, risulta perfetta e correttamente inserita, a completamento delle scene conclusive. E’ una mia impressione, ma forse Clint l’ha trovata (la voce fuori campo all’inizio) anche nel fumetto originale? Chiedo conferma, perché non lo conosco. La stessa impressione che ho avuto, appunto, di trovarmi davanti ad una sorta di “fumetto” filmato. Senza quella v.f.c. , invece, avremmo certamente avuto un vero film cinematografico.

Altro appunto: avrei molto gradito le fotografie degli attori. Ho provato anche ad aprire lo script con Explorer, come suggerito, ma non le ho trovate. Fra i numerosissimi attori del cast, ce ne sono diversi che non conosco, quindi mi sarebbe stato utile. Peccato.

La regia di Rodriguez è certamente azzeccata, e si fa apprezzare per asciuttezza e spietatezza, nel senso che non lascia allo spettatore lo spazio ed il tempo di impietosirsi di un qualsiasi personaggio, anche se questo ha avuto uccisa la moglie e sta per essere a sua volta ucciso (Rourke).
Il grande cast annovera grandi nomi, e rispecchia lo spessore dei cast di Tarantino. Si ammirano le interpretazioni di John Travolta, un folle ispettore di polizia che vede il mondo davanti a se come un paranoico fumetto, e di Liam Neeson, un killer professionista che comunque, nella sua scriteriata scala valoriale, conserva, a modo suo, un barlume di senso di giustizia.
Fanno da contorno una schiera di interpreti, tutti credibili e ben calati nei loro personaggi. Peccato, ripeto, non poterne vedere il volto.

Altro appunto che mi sento di muovere riguarda la scelta della colonna sonora.
Non sopporto la pubblicità in mezzo ai veri film, tanto che non ne vedo nemmeno uno in tv, figuriamoci se la posso tollerare mentre leggo uno script qui a CK! Varie volte ho provato fastidio quando all’inizio di un brano musicale ho dovuto aspettare quei secondi di spot. Peccato.
La soluzione al problema c’è. Andate a leggervi Amnésia e capirete.
In merito alla colonna sonora, inoltre, ho trovato alcune canzoni non perfettamente adatte ai momenti che avrebbero dovuto accompagnare. Anche qui, peccato.

La locandina è sobria, ma non l’ho capita molto. L’uomo spezzato in due con un taglio a zig-zag, forse, non è la migliore immagine che si poteva scegliere.
Il sito, semplice e scarno, mi fa dire, un’altra volta, peccato!

Concludendo, il film si fa leggere molto bene (complice anche la sua brevità), è piacevole, non annoia, è scritto correttamente, anche se non è in linea con lo stile prettamente cinematografico, e in ultimo si esce dal cinema soddisfatti. Quei troppo numerosi (per il mio gusto) “peccato”, però fanno abbassare un pelino il mio voto.

VOTO: 75/100


Edited by mastruccio - 23/5/2012, 13:31
 
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