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THE UNFORGIVEN
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THE UNFORGIVEN, Il Film

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SaschaGranato
view post Posted on 1/4/2012, 14:56




La GRANATO PRODUCTION è orgogliosa di presentarvi il suo primo film.

THE UNFORGIVEN

www.granatoscript.altervista.org

Cliccando su filmografia, potrete accedere al sito del film.
Per scaricare la sceneggiatura, è necessario salvare il file. Inizialmente uscirà una nota, secondo la quale risulta impossibile aprire il file. Premendo "ok", uscirà una seconda nota che vi permetterà di recuperare la sceneggiatura.
Mi scuso per questo piccolo inconveniete. Comunque il film uscirà presto nelle sale, per tutti coloro che preferiscono evitare questi passaggi.

Non mi resta che augurarvi una buona visione a tutti.


INTERVISTA ALLA GRANATO PRODUCTION

- Perchè e come sei arrivato alla produzione di questo film?

Desideravo esordire con un progetto originale, così ho deciso di proporre The Unforgiven. Questo film ha richiesto un lunghissimo periodo di lavorazione; quasi due anni e più di quattro stesure. Spero ne sia valsa la pena.

- Parlaci delle scelte di cast e regia.

The Unforgiven è ambientato nel periodo del proibizionismo, ma non si tratta di un gangster movie, ne di un poliziesco. Ci saranno sicuramente tutte le sfumature che richiameranno quei generi, ma la trama sfocerà più sul genere Thriller/Noir. Quindi trovare un regista adatto non è stato affatto semplice. Credo che Wes Craven possieda le qualità adatte per questo film. In merito al cast non ho avuto dubbi. James Woods è stata la prima ed unica scelta per il ruolo di protagonista. E’ un grande attore, e saprà conferire il giusto spessore al suo personaggio.

- Ci sono altri aneddoti e curiosità riguardo alla lavorazione?

Il film è stato realizzato senza seguire l’ordine temporale del racconto. Mi sono focalizzato sulle sequenze che più mi ispiravano nell’istante in cui scrivevo. Quindi un giorno potevo semplicemente lavorare su una scena centrale del film, e il giorno appresso sul finale, e così via. Questo metodo può comportare diverse problematiche. Si rischia, prima di tutto, di dilatare troppo la storia, al punto di farne un romanzo. E poi il rischio più grande è quello di perdere il filo conduttore del racconto. Ovviamente ci sono anche degli aspetti molto positivi. Con questo metodo, tratti ogni scena come se fosse la più importante. Quindi si ha una maggior cura per i dettagli.

- Se il film non fosse tuo, che voto gli daresti da 1 a 10?

Esprimere un giudizio oggettivo su questo film, mi riesce davvero difficile. A me piace scrivere i film che guarderei al cinema. Lascerò giudicare il pubblico la qualità dell’opera.

- Un pregio del tuo film?

È un film caratterizzato da atmosfere molto suggestive e soluzioni narrative piuttosto originali.

- Un difetto del tuo film?

La storia è molto controversa e i personaggi subiscono dei bruschi cambiamenti che potrebbero destabilizzare troppo il pubblico, causandone un distacco.

- C'è un critico a cui speri il film piaccia particolarmente? E a chi pensi non piacerà (se vuoi dicci anche il perchè)?
Non so. Tutte le critiche sono importanti.

- Obiettivo al box office? Settimane di durata, incasso complessivo, posizione da raggiungere...

Penso che il film otterrà un incasso modesto, senza registrare cifre stellari. Spero ovviamente di recuperare i costi di produzione, ottenendo un discreto margine di guadagno.

- Si dice sempre che si è legati a ogni film per un motivo o per un altro... in questo caso?

È un film molto personale. Ho curato sceneggiatura e colonna sonora, componendo io stesso le musiche.

- Si dice anche che l'ultimo film scritto è sempre il migliore, in un certo senso, perché non si ripeteranno errori anche veniali commessi in precedenza. Concordi per questo script?

C’è sempre un margine di miglioramento. Ad un certo punto, però, bisogna saper dire “stop; va bene così”.

- Un tuo film cinematikino a cui somiglia questo?

Credo nessuno.

- Un altro film Cinematikino a cui lo legheresti con un filo rosso (per genere, tematica o quello che vuoi tu).

The Unforgiven è principalmente ambientato in una foresta. Lo stesso avviene per In the Woods, ma sono due film completamente differenti.

- E un film reale (o più d'uno) invece che ti ha ispirato nella realizzazione o che accomuneresti al tuo?

Attingo sempre dai film che guardo, ma non mi sono ispirato ad un film preciso.

- Il tema e/o il messaggio del film?

Non bisogna mai perdere la bussola. È importante vigilare sempre su noi stessi, restando fedeli ai propri principi. Il relativismo ha ucciso la nostra società. Quando si inizia a pensare che il fine giustifica i mezzi, si va in contro alla propria rovina. Questo è quanto accade ai protagonisti di questo film.

- Come convinceresti un neofita a vedere questa pellicola?
Non lo farei. Deve essere il film a suscitare l’interessa del pubblico.

- Uno spettatore medio italiano cosa penserebbe del film?

Credo che sia un film per un pubblico molto ristretto, ben lontano dalla cultura del cinema italiano. Probabilmente non piacerebbe.

- La strada è ancora lunga, ma se dovessi decidere adesso le autonominations principali per il tuo film ai Ck Awards?
Penso di avere una buona chance per il sito del film. Credo sia ben curato e penso piacerà a molte persone, perché ripropone le atmosfere cupe del film e c’è una certa cura ai dettagli. Sarei felice per una nomination per la miglior colonna sonora. Vedremo…

- A scatola (quasi) chiusa: il prossimo pigliatutto ai Ck Awards?

È ancora troppo presto per fare un pronostico di questo tipo.

- C'è un film che non hai ancora realizzato e che ti dispiace enormemente non aver portato a termine?

Ho molti progetti in cantiere, e sono certo di portarli tutti a termine. È solo questione di tempo e denaro ovviamente.

- Cosa pensi di poter fare per Cinematik (film, iniziative) in questo periodo?

Ho già in cantiere un secondo lungometraggio, e continuerò a leggere e recensire i nuovi film, ovviamente.
 
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Oren productions
view post Posted on 1/4/2012, 19:00




Prima delle recensione che arriverà ovviamente dopo aver letto il film, mi complimento già per la colonna sonora. Ho ascoltato i tre brani che hai postato sul sito e mi sono veramente piaciuti.
 
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Little Tin Goddess
view post Posted on 3/4/2012, 22:51




sarò monotematica, ma quando ho letto "The Unfogiven" la prima cosa che mi p venuta in mente è stata questa, poi mi sono detta di piantarla ed ho letto il film
La pellicola inizia come un tipico film di gangster, infatti mi chiedevo cosa c'entrasse Craven, ma poi con l'ingresso di elementi horror, una setta satanica e scene alla Saw, il regista viene ben giustificato. Tuttavia mi ha trasmesso poche emozioni, ho sentito la drammaticità del protagonista (un grande James Woods) e le sue angoscie, ma mi è sembrato un film molto frettoloso in quelle che dovevano essere le scene clou, i colpi di scena. Tuttavia è un lungometraggio enigmatico, e la colonna sonora scritta dallo stesso Sasha (ti stimo da matti per questo) aiutano ad entrare nell'atmosfera. Un film che sembra scritto da un profssionista, e con dei buoni attori a recitarlo, ma come ho già detto forse un po' troppo "frettoloso"

Voto: 6,5
 
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Andrew.
view post Posted on 8/4/2012, 09:24




Recensione della Chimera


Posso dire con sicurezza che questo è uno dei migliori esordi (se non il migliore) a Cinematik che abbia mai visto. E se il buongiorno di vede dal mattino, qua dobbiamo fare attenzione o questi nuovi produttori presto ci faranno le scarpe.
La Granato Production è infatti riuscita a entrare in pieno nello spirito del gioco, con un film del tutto simile per qualità a quelli nostri, certo con qualche piccolo difetto (ma fisiologico per uno che ci prova per la prima volta).
L'inizio è quello di un poliziesco vecchio stampo: due poliziotti non proprio perfetti interrogano un criminale che si è fatto beccare durante una rapina e si fanno dire il covo dei complici. Usano mezzi poco ortodossi senza farsi scrupoli e non ci pensano due volte ad ammazzarlo. Mi sono chiesto quale fosse il motivo, ma la risposta arriva solo più tardi.
Non appena si arriva nel covo il film prende una piega diversa, assume le tinte di un horror ad alta tensione, di quelli che ti fanno saltare sulla poltrona e anche un po' schifare, perchè si passa poi allo splatter puro, con arti mozzati, cadaveri accumulati e sangue a fiumi. Dopo di ciò, arriva la parte più drammatica dove capiamo un po' meglio la psicologia del protagonista, capiamo che si è lentamente trasformato in un uomo sadico che non disdegna di far del male, forse per portare giustizia in un mondo dove questa è finita. A dire il vero non è che questo sadismo sia spiegato proprio bene... a volte sembra eccessivo, quasi immotivato.
Comunque devo dire che mi sono divertito a seguire questo avvicendamento tra generi che nel complesso si è rivelato avvincente, così come la storia che si fa seguire con interesse grazie anche al sapiente uso dei flashback, disseminati in maniera abile in tutta la pellicola per accrescere ancora di più la tensione.
Come dicevo all'inizio, pur essendo un ottimo esordio, il film non è perfetto. Non ci sono grossi difetti, ma piccole cose sparse qua e là che potevano essere curate meglio: il far parlare a voce alta il protagonista per spiegarci la storia passata; il non spiegare in maniera del tutto convincente la trasformazione uomo-mostro; il fatto che si sia consegnato alla polizia spontaneamente, ma senza voler rivelare cosa ha combinato: a parte il fatto che non c'era motivo di fare il misterioso e il duro a tutti i costi, se non volevi parlare perchè ti sei costituito?; alcuni dialoghi poco verosimili o troppo stereotipati; il finale, con il capitano che si immerge nella natura. Non so, non lo definirei un difetto, ma non posso dire nemmeno che mi sia piaciuto. Forse perchè l'ho trovata una scena stranissima e quindi poco credibile; qualche piccolo errore nella sceneggiatura e delle frasi che sono adatte a un romanzo e non a una sceneggiatura, che danno un po' di fastidio perchè sembrano messe lì per colpire lo spettatore (ma ahimè, qua dobbiamo limitarci a colpirlo con le scene e non con le parole, altrimenti è troppo facile).
Queste sono più o meno le cose che avrei cambiato (se dovessi ricordare qualcos'altro lo aggiungo), ma come ho già detto sono dei difetti che non pesano poi molto sul risultato finale e che sono perdonabili anche in virtù del fatto che questo è un esordio e sarebbe assurdo pretendere la perfezione.

La regia di Craven mi è piaciuta. Non è il primo nome che accosteresti a una trama del genere, ma dopo aver finito il film ho pensato che fosse una scelta molto buona e immagino che anche nella realtà il regista si sia cimentato in qualcosa di simile, inserendo il suo amato horror in contesti diversi.
Il cast non è male, anche se forse avrei scelto qualcuno più giovane per la parte del protagonista. In ogni caso Woods è sicuramente uno degli attori migliori su piazza e regala un'interpretazione coi fiocchi e tutto sommato, se si pensa che il suo personaggio magari era al culmine della sua carriera, lo si può anche accettare. Al personaggio in sè avrebbero sicuramente giovato alcuni cambiamenti che ho già citato, come l'evitare la parlata in solitaria e il fatto che si costituisce però senza voler confessare.
Gli altri attori non hanno moltissimo spazio, ma sono comunque da ricordare Ray Liotta e Rene Russo. Un po' sprecate a mio avviso le scelte di Worthington, Waltz e Duvall, che non hanno abbastanza spazio per giustificare tali ingaggi.

Colonna sonora scelta ad hoc, perfetta in tutte le scene e rigorosamente strumentale. L'unico limite è che potevano esserci più brani sparsi nello script, ma anche così è stato fatto un buon lavoro.
Il sito si fa apprezzare perchè è diverso per impostazione dai soliti, ma rimane comunque standard, con le classiche voci.
Sulla locandina non mi posso esprimere, ma direi che non è venuta male :)


Voto: 74


Il film, come ho detto, trova il suo maggiore punto di forza nell'alternarsi tra generi. Non so se questa era l'intenzione primaria del produttore, ma in caso devo dire che ci è riuscito e che non dev'essere stato facile, perchè si rischiava di creare un film a "scompartimenti", mentre in realtà tutti i cambi di registro sono ben fusi tra di loro tanto che quasi non si nota il passaggio se non a fine visione, ricordandoli.
Pur essendo un esordio ai limiti della perfezione, non la raggiunge per una serie di piccoli motivi che ho elencato, ma probabilmente il motivo che più secondo me ha influito nel mio giudizio è il fatto che non è del tutto chiara la psicologia del protagonista: è sicuramente un brav uomo, ma lo vediamo anche commettere atti di ferocia inauditi (la pistola in bocca alla moglie) che mi hanno spiazzato, mi hanno portato a pensare che sia in realtà un mostro (così come lo dipingono gli altri), eppure non ho avuto la percezione del mostro e del motivo che lo ha fatto diventare così. Data la relativa brevità dello script, si potevano dedicare un paio di pagine in più per approfondire tale aspetto.
Concludo facendo i complimenti a Sascha che ha dimostrato di poter entrare da subito in competizione con i migliori e sono sicuro che se resterà tra noi ancora un po', ciò sarà evidente.

CITAZIONE (SaschaGranato @ 1/4/2012, 15:56) 
È un film molto personale. Ho curato sceneggiatura e colonna sonora, componendo io stesso le musiche.

Questa cosa mi era sfuggita, ti faccio i complimenti allora.

CITAZIONE
- Si dice anche che l'ultimo film scritto è sempre il migliore, in un certo senso, perché non si ripeteranno errori anche veniali commessi in precedenza. Concordi per questo script?

C’è sempre un margine di miglioramento. Ad un certo punto, però, bisogna saper dire “stop; va bene così”.

Beh, ma anche no :) come dici tu, c'è sempre da migliorare e da imparare, anche i più grandi lo fanno.


 
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SaschaGranato
view post Posted on 8/4/2012, 16:46




Prima di tutto vorrei ringraziare sia Little Tin Goddess sia Andrew per le loro recensioni. Sono felice che il film vi sia piaciuto e altrettanto lieto di ricevere consigli e critiche costruttive, perchè effettivamente il film ha molti difetti, soprattutto nella seconda parte dell'opera.
Con questo piccolo intervento cercherò di motivare alcune scelte che potranno essere sembrate un pò strane o poco articolate.

CITAZIONE
Dopo di ciò, arriva la parte più drammatica dove capiamo un po' meglio la psicologia del protagonista, capiamo che si è lentamente trasformato in un uomo sadico che non disdegna di far del male, forse per portare giustizia in un mondo dove questa è finita. A dire il vero non è che questo sadismo sia spiegato proprio bene... a volte sembra eccessivo, quasi immotivato.

Non è stato semplicissimo curare nel dettaglio la psicologia di questo personaggio. Probabilmente qualche pagina in più avrebbe aiutato lo spettatore a comprendere maggiormente il senso di certe azioni, ma onestamente non credo che sarei riuscito a scavare più a fondo di così. Anzi probabilmente mi sarei perso in qualche spiegazione banale che avrebbe rischiato di far precipitare la credibilità del protagonista. Ho preferito che fosse il pubblico ad esprimere un giudizio e dare un senso a certe azioni. Vincent McRyan ci viene mostrato inizialmente come un uomo estremamente freddo e metodico. Col trascorrere degli eventi, però, emerge il suo lato più fragile, segnato da ferite molto profonde, che lo portano inevitabilmente ad oltreppassare la linea che divide il bene dal male. Si tratta di un uomo che ha perso ogni punto di riferimento ed i valori fondamentali della vita.

CITAZIONE
il fatto che si sia consegnato alla polizia spontaneamente, ma senza voler rivelare cosa ha combinato: a parte il fatto che non c'era motivo di fare il misterioso e il duro a tutti i costi, se non volevi parlare perchè ti sei costituito?; alcuni dialoghi poco verosimili o troppo stereotipati; il finale, con il capitano che si immerge nella natura. Non so, non lo definirei un difetto, ma non posso dire nemmeno che mi sia piaciuto. Forse perchè l'ho trovata una scena stranissima e quindi poco credibile;

Vincent si costituisce perchè è consapevole di non poter più sottrarsi da certe responsabilità ed imputazioni. In quel primo momento rivediamo il Vincent freddo e metodico visto all'inizio del film. Poi, con l'ingresso della moglie, crolla definitivamente. Solo a quel punto, capisce di aver oltrepassato ogni limite e questo lo porta a confessare tutto quanto.

Sui dialoghi ti do ragione, ma meglio di così non sono riuscito a fare. Spero di migliorarmi in futuro.

Sul finale, immaginavo ci sarebbero stati dei pareri poco favorevoli. In realtà un senso c'è, ma non è semplice da spiegare. Posso solo dire che a volte, quando la pressione raggiunge dei livelli altissimi di sopportazione, l'unico modo per reagire è trovare un senso che trascenda la nostra quotidianità. Personalmente, il contatto puro con la natura, mi sembra il miglior modo per "purificarsi" e scaricarsi di certi pesi.

CITAZIONE
Colonna sonora scelta ad hoc, perfetta in tutte le scene e rigorosamente strumentale. L'unico limite è che potevano esserci più brani sparsi nello script, ma anche così è stato fatto un buon lavoro.

Avrei voluto inserire più brani effettivamente, ma le successive composizioni che avevo realizzato non mi convincevano granché.

CITAZIONE
Il sito si fa apprezzare perchè è diverso per impostazione dai soliti, ma rimane comunque standard, con le classiche voci.

Che sia standard è vero, ma credo rispecchi molto fedelmente lo spirito del film, mentre in molti casi ho visto siti realizzati con il solo scopo di inserire una sceneggiatura, aggiungendo solo la locandina. Non è il migliore, perchè di belli ce ne sono tanti, ma credo si difenda alla grande :)

CITAZIONE
Il film, come ho detto, trova il suo maggiore punto di forza nell'alternarsi tra generi. Non so se questa era l'intenzione primaria del produttore, ma in caso devo dire che ci è riuscito e che non dev'essere stato facile, perchè si rischiava di creare un film a "scompartimenti", mentre in realtà tutti i cambi di registro sono ben fusi tra di loro tanto che quasi non si nota il passaggio se non a fine visione, ricordandoli.

Questo è il miglior complimento che potessi farmi e francamente vale più di qualsiasi ipotetico premio o nomination. Lo scopo era quello di realizzare un film versatile, capace di mutare più generi in maniera omogenea. Il fatto di esserci riuscito mi fa estremamente piacere.


 
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Clint1994
view post Posted on 12/4/2012, 20:27




THE UNFORGIVEN by Clint94

L'esordio di Sascha Granato era particolarmente atteso sia per l'ottimo trailer che avevo letto tempo fa sia perché Sascha sembrava un giocatore davvero promettente. Alla fine, nonostante il film non sia esente da difetti, devo dire che le aspettative non sono state deluse e che, se confrontato con la maggior parte degli esordi, “The Unforgiven” risulta nettamente superiore alla media. L'originalità della pellicola, più che nella storia, che alla fine si limita a mescolare tante cose già viste, consiste nei passaggi di genere: inizia come un classico film di gangster, rapine e poliziotti, ma poi si trasforma in un horror tendente allo splatter, condito con il dramma familiare del protagonista. Come ha detto anche Andrew, i cambi di genere sono sicuramente riusciti e danno al film un tocco di originalità che gli permette di distinguersi dalla massa. Ho molto apprezzato anche la costruzione a flashback dello script, che va avanti e indietro nel tempo mantenendo in questo modo ancora più alta l'attenzione dello spettatore. Insomma, è senza dubbio un film ben costruito, ben progettato, ben studiato. E nel complesso è anche scritto abbastanza bene: riesce a far immaginare facilmente le scene che leggiamo, alcune scene sono davvero cariche di tensione (per esempio la perlustrazione della tenuta Arnold da parte di Reed e Thomas), è scorrevole, assolutamente godibile, non annoia mai. I dialoghi, che spesso sono il punto debole degli esordienti, qui sono abbastanza credibili, e, anzi, alcuni lasciano il segno (per esempio il discorso di Vincent sulla morte). È apprezzabile anche l'evidente sforzo di Sascha di analizzare in profondità il protagonista, che è il tipico poliziotto tutto d'un pezzo, tormentato e con un dramma alle spalle. Alla fine secondo me il personaggio è riuscito solo a metà. All'inizio è ben descritto come un poliziotto disposto a oltrepassare le regole per fare ciò che ritiene giusto, un uomo violento, ma anche esperto e intelligente. I problemi arrivano quando si tenta di umanizzarlo. Il dramma della morte del figlio è ben descritto, ma mi sono sorpreso nel vedere come Vincent perda le staffe ed entri subito nel panico quando il capitano comincia a sospettare la verità o quando all'improvviso piange davanti alla moglie per aver ucciso delle persone. Non so, ho trovato troppo rapido il passaggio da poliziotto duro e impassibile a uomo fragile e disperato, al punto che mi è parsa una figura quasi contraddittoria. Non mi è piaciuto molto poi il rapporto con la moglie: mi sembra assurdo che dopo tanti anni di matrimonio Vincent arrivi a confessarle la verità in quel modo, che lei reagisca tentando di colpirlo, che ne nasca una lotta di quel genere, che Vincent arrivi a infilarle in bocca la pistola. Una lite del genere sarebbe credibile se accadesse a una coppia che sta insieme da poco, ma non a due sessantenni sposati da un sacco di tempo. E non mi ha convinto del tutto nemmeno il modo in cui Vincent cede nel finale, anche in questo caso troppo repentino, troppo improvviso. Anche a livello tecnico ho notato alcuni difetti: ci sono diversi errori ortografici e alcune parti sono abbastanza “ridondanti” da leggere (per esempio sono usati spessissimo i pronomi “egli” ed “ella” che sono un po' pesanti da leggere). Inoltre il personaggio di Innocenzo viene chiamato prima Vittorio e poi Vincenzo, errore abbastanza grossolano. Infine, nei dialoghi il protagonista all'inizio viene chiamato “Detective McRyan” e poi “Detective Vincent”: è meglio chiamarlo sempre nello stesso modo, e in ogni caso si può benissimo fare a meno dell'attributo “detective”; è sufficiente chiamarlo “Vincent”. La forma dunque può sicuramente essere migliorata. Un altro difetto che denota scarsa esperienza è il cast: molte scelte non mi sono piaciute. Innanzitutto il protagonista: James Woods ha 64 anni e da tantissimo tempo non fa film d'azione, mentre qui lo vediamo interpretare un poliziotto duro e violento, che picchia, spara e uccide. Inoltre in un dialogo con la moglie dice che si è allontanato da lei da un anno, dopo la morte del bambino; se il bambino è morto a tre anni, significa che l'ha generato a circa 60 anni! Insomma, Woods offre un'ottima interpretazione, ma sicuramente andava scelto un attore più giovane. Poi ho trovato completamente fuori ruolo Christophe (senza la R, come è scritto nella sceneggiatura) Waltz, che esce di scena prima ancora che compaia il titolo e che interpreta un italo-americano, lui che è austriaco: non è adatto sia per la nazionalità, sia per l'età, sia perché resta in scena troppo poco. Anche Sam Worthington è abbastanza sprecato. Le scelte migliori sono quelle di Ray Liotta, convincente nel ruolo del collega di Vincent, e di Rene Russo nella parte di Marien. Wes Craven alla regia invece ci sta tutto e svolge un ottimo lavoro. Molto belle le musiche, che contribuiscono nella creazione dell'atmosfera; peccato che siano poche, ma quelle presenti sono ottime. Anche il sito non è affatto male. In conclusione, forse sono stato un po' duro e mi sono soffermato troppo sulle cose negative, ma in realtà il film mi è piaciuto. In particolare ho apprezzato il modo in cui sono descritte le scene, che permette di immaginarle molto facilmente. È evidente la cura e l'impegno che Sascha ha dedicato a questo lavoro e, come ho detto, se si considera che è un esordio, “The Unforgiven” è sicuramente una pellicola notevole. Per un'opera prima, i difetti segnalati sono assolutamente comprensibili. Sascha ha capito benissimo come funziona il gioco e non appena avrà un po' più d'esperienza sono certo che sfornerà più di un filmone.

VOTO: 7-
 
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mastruccio
view post Posted on 13/4/2012, 11:39




RECENSIONE DI MASTRUCCIO PER LA DREAMING STUDIOS

L’attesa per “The unforgiven”, film d’esordio della Granato Production, era molto alta, perché il buon Sacha ha dimostrato, già con il precedente cortometraggio “Memories from the past”, di saperci fare abbastanza bene con la macchina da presa.
Senza alcun dubbio la pellicola è di buona fattura, si legge molto volentieri e velocemente , complice la relativa breve durata e la giusta carica di adrenalina che riesce ad infondere in chi lo legge.
Per essere una storia totalmente originale, ormai sapete come la penso, do già un punto in più all’autore. Non perché sia più semplice scrivere un film” tratto da”, ma semplicemente perché voglio premiare il coraggio e lo sforzo creativo, soprattutto se si è esordienti.
Complessivamente, la vicenda raccontata è una buona idea, e la commistione di generi (la storia parte come un classico poliziesco e diventa poi horror puro) è perfettamente resa anche grazie al sapiente uso dei flash-back.

Lo “Spietato” (traduzione del titolo) è il detective Vincent, interpretato da James Woods. Probabilmente perché la vita lo ha posto davanti alla drammatica perdita dell’unico figlio, il suo operato nel lavoro, ma anche nei confronti della moglie (ottimamente interpretata da Rene Russo), è diventato duro e spietatamente privo di umanità. Non ci pensa due volte a pestare e ad uccidere a sangue freddo un rapinatore di banche (purtroppo, in questo caso, Christoph Waltz - non Christoper - appare decisamente sprecato), a colpire con due pugni micidiali sua moglie e, addirittura, infilarle in bocca la canna della sua pistola, a fare strage, alla fine, dei componenti di una setta satanica che si era macchiata del più orrendo dei crimini.

E’ evidente lo sforzo di Sacha di tratteggiare il carattere del personaggio, delineandone le varie sfaccettature. Tuttavia, bisogna sottolineare che appare troppo forzato il repentino cambio di umore, soprattutto nei confronti della moglie, quando dapprima la vede a letto e si commuove, e dopo, per un acceso diverbio, la tratta come una belva. Un poco più di misura avrebbe giovato alla credibilità del racconto.
Così anche altre forzature, certamente dovute all’inesperienza, come, per esempio l’inspiegabile rapidità con cui lo stesso protagonista riesce a capire che il fatto che i tre rapinatori sfuggiti alla cattura si siano nascosti a Burton Hill sia collegato alla misteriosa uccisione, avvenuta anni prima, di alcune adolescenti, ritrovare poco distanti dal covo dei rapinatori.

La stessa inesperienza, che in ogni caso va benevolmente considerata dato che parliamo di un film d’esordio, gioca molti scherzi quando troviamo, nel corso della sceneggiatura, molteplici errori grammaticali e di sintassi filmica (che qui non stiamo ad elencare), termini e verbi ripetuti fino a creare un certo disturbo in chi legge, molti dialoghi didascalici e riflessioni ad alta voce messe lì per spiegare allo spettatore ciò che è successo, un certo gusto per inquadrature certamente forti ma che finiscono per risultare gratuitamente “splatter”. Avrebbe dovuto giustificare il tutto, la scelta di affidare la regia a Wes Craven; purtroppo appare però che la scelta di Craven sia avvenuta successivamente alla scrittura, proprio per voler a tutti i costi giustificare quelle scene, e non il contrario.
Gli altri componenti del cast sembrano a loro agio (fra tutti Ray Lotta e Robert Duvall).

Assecondando gli errori e le ingenuità descritte, normalmente riscontrabili in qualsiasi opera prima, non posso che elogiare e complimentarmi con l’autore per la scelta di comporre personalmente i brani musicali che compongono la colonna sonora. Sono di ottima fattura, e non ha importanza se sono pochi. Sono anche io un “novellino”, ma dai commenti dei colleghi più “anziani”, sembra che sia la prima volta a Cinematik.

Le scene sono descritte bene, soprattutto risultano meglio riuscite quelle della rapina alla banca e della perlustrazione dei due poliziotti a Burton Hill (con relativo scannamento).

Bella la locandina, creata da Andrew (certezza di qualità), e completo ed esauriente il sito del film, inserito nel più vasto e generalista sito della casa di produzione.

In definitiva, un ottimo esordio per la nuova casa di produzione. Se il buon giorno si vede dal mattino, possiamo essere certi che i “veterani” hanno trovato un più che valido concorrente

VOTO: 75/100

 
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Clint1994
view post Posted on 13/4/2012, 13:57





CITAZIONE
Lo “Spietato” (traduzione del titolo) è il detective Vincent

In realtà "unforgiven" vuol dire "imperdonato", "non perdonato". "Gli Spietati" è il titolo italiano del film "Unforgiven" di Clint Eastwood, ma non era una traduzione letterale.

CITAZIONE
Assecondando gli errori e le ingenuità descritte, normalmente riscontrabili in qualsiasi opera prima, non posso che elogiare e complimentarmi con l’autore per la scelta di comporre personalmente i brani musicali che compongono la colonna sonora. Sono di ottima fattura, e non ha importanza se sono pochi. Sono anche io un “novellino”, ma dai commenti dei colleghi più “anziani”, sembra che sia la prima volta a Cinematik.

L'unico che aveva composto personalmente le musiche per un proprio film prima di Sascha è stato Tomcat per "The Deck". Ma in ogni caso sono casi rari, quindi bisogna complimentarsi per Sascha per questa scelta coraggiosa ;)
 
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mastruccio
view post Posted on 14/4/2012, 00:19




CITAZIONE (Clint1994 @ 13/4/2012, 14:57) 
In realtà "unforgiven" vuol dire "imperdonato", "non perdonato". "Gli Spietati" è il titolo italiano del film "Unforgiven" di Clint Eastwood, ma non era una traduzione letterale.

Azz! 'sto cavolo di google traslate m'ha fatto le scherzetto! :angry:
 
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view post Posted on 14/4/2012, 17:00
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Quello di Sascha è indubbiamente un esordio sorprendente, il migliore che io abbia letto da quando sono a Cinematik e se non fosse per qualche ingenuità, nessuno penserebbe che questo sia lo script di un esordiente.
The unforgiven parla del detective Vincent, un poliziotto tutto d’un pezzo dai metodi non proprio ortodossi, che si trova a dover scovare i colpevoli dell’uccisione di due suoi colleghi. Assieme al detective Thomas, estorcerà un’importante informazione a un prigioniero e poi lo ucciderà. In un rifugio in mezzo ai boschi avverrà una carneficina che ucciderà molti poliziotti e porterà alla luce una realtà agghiacciante. Vincent però è un uomo tormentato, che ha perso completamente il lume della ragione e pur di risolvere un intricato caso di molti anni fa, sarà disposto a trasformarsi in un mostro.
Ciò che sorprende del film, non è tanto la trama in sé, ma il modo in cui un soggetto apparentemente banale è stato messo in scena. C’è una sapiente commistione di generi, dal poliziesco della prima parte, al thriller, fino all’horror più estremo (da appassionato ho apprezzato molto anche i dettagli più sanguinolenti). Bisogna dire che questo bel minestrone ricco di tante cose e tanti spunti, non risulta per nulla indigesto e il meccanismo di continui flashback, costruito da Sascha, funziona perfettamente mantenendo lo spettatore in costante tensione. L’unico appunto riguarda il finale, non tanto la scena del bagno nel lago (un po’ ermetica ma comunque evocativa), quanto il lungo flashback che ci spiega cosa ha fatto Vincent. Dopo un film così teso e avvincente mi aspettavo un finale emotivamente più carico. Invece è piuttosto facile immaginare cosa abbia fatto Vincent (dato che viene preso completamente sporco di sangue) e quindi viene un po’ meno il climax finale. Ciò però non rovina la resa complessiva del film, infatti la scena del massacro finale toglie più di una soddisfazione agli amanti dell’horror.
Il vero punto debole è la caratterizzazione del personaggio principale, su cui è stato già detto tutto. C’è sicuramente una gran cura dietro il personaggio di Vincent ma alcune cose sembrano troppo forzate e poco credibili, sia i suoi eccessi di violenza che i suoi repentini cambiamenti. In particolare ho trovato davvero stonato lo scontro con la povera moglie. Una lotta di una violenza esagerata e inspiegabile con anche qualche punta di sadismo (anche la moglie dal canto suo è parecchio squilibrata se per fermare il marito si “limita” a fracassagli un vaso in testa, come se nulla fosse). Anche se viene descritto il suo passato (il dolore per la perdita del figlio), si fa fatica a capire da dove venga tanta violenza, che quindi in alcuni punti stona un po’. Tra l’altro non ho capito la scena in cui la moglie di Vincent è allo specchio e piange sangue.

Se Wes Craven se ne uscisse nella realtà con un film del genere, staremmo tutti lì a gridare al “ritorno del maestro”. Quindi direi che uno come lui alla regia di un film così, è sicuramente una scelta azzeccata, ma anche un bel regalo, per un regista che ormai sembra non avere più nulla da dire. Nella scelta del cast c’è sicuramente qualche ingenuità data dalla poca esperienza del produttore. Qualche nome troppo grande per delle parti troppo piccole, come Ray Liotta, Christoph Waltz e Sam Worthington. Penso anche io che James Wood sia forse un po’ troppo anziano per il ruolo, ma non stona più di tanto.

Davvero molto belle le musiche, perfette per il film. Sorprende ancora di più il fatto che siano state completamente composte da Sascha.

Sito essenziale ma molto curato. Locandina elegante ed evocativa.

The unforgiven è un film che sorprende, soprattutto perché viene da un esordiente. Ad un soggetto piuttosto scontato, Sascha ha sapientemente abbinato una messa in scena e una struttura fresche e accattivanti, che catturano e affascinano nonostante qualche forzatura di troppo (il carattere del protagonista e alcuni pensieri ad alta voce poco realistici). Faccio anche io i complimenti a Sascha per il bel film e sono sicuro che se continua così ci riserverà molte altre sorprese. 73/100

 
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view post Posted on 15/4/2012, 12:09
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Recensione di freddy_k

E finalmente, ultimo ma non ultimo, arrivo a commentare anche la prima opera d'esordio del semestre, The Unforgiven. Il primo film di Sascha, tirando le somme, risulta abbastanza riuscito. Certo non mancano i difetti e gli errori, soprattutto nell'ambito della sceneggiatura, ma procediamo con ordine.
La storia è semplice e complessa al tempo stesso: se da una parte abbiamo infatti una trama lineare e nient'affatto prolissa, dall'altra abbiamo una commistione di diversi generi: si passa infatti dal poliziesco d'indagine al dramma al thriller allo splatter puro, senza però che la storia ne risenta, anzi, il merito dello sceneggiatore è proprio quello di riuscire ad amalgamare nella maniera giusta tutti gli ingredienti, senza che si senta troppo il sapore dell'uno o dell'altro (scusate la metafora "culinaria": deformazione professionale :D). Magari alcuni passaggi sono un po' forzati o eccessivamente "caricati" (il litigio tra Vincent e Marien su tutti), ma ciò non rovina affatto il risultato finale. E ora passiamo alla sceneggiatura: tecnicamente ineccepibile, anzi, bisogna fare i complimenti a Sascha per l'estrema cura nelle descrizioni e nelle inquadrature, cosa non comune per un'opera d'esordio. I problemi, qui, sono altri. Innanzitutto, l'impostazione stessa: per facilitare la lettura, i dialoghi e le descrizioni dovrebbero essere separati e/o scritti in maniera differente (per esempio, scrivere le descrizioni in corsivo, come faccio io). Cosa che qui purtroppo non avviene, rendendo la lettura difficoltosa in alcuni tratti. E poi ci sono gli errori, parecchi e di vario tipo: innanzitutto gli errori di battitura e di grammatica, assai numerosi ("daccordo" senza l'apostrofo il più evidente, visto che si ripete assai spesso); il protagonista, nei dialoghi, ha ben tre intestazioni diverse, quando ne basta solo una: viene chiamato, di volta in volta, "Detective Vincent", "Detective McRyan" e "Vincent". Infine, il personaggio di Waltz all'inizio si chiama Vittorio e più avanti Vincenzo. Tutti errori, questi, che purtroppo influenzano negativamente il mio giudizio.
Craven alla regia ci può stare, più per la seconda parte del film che per la prima, in realtà, ma tutto sommato è una scelta giusta. Buona la prova di Woods come protagonista, anche se l'ho trovato un po' troppo anziano per il ruolo e per le azioni che svolge; un attore della stessa età di Liotta, per esempio, sarebbe stato più credibile. Bravi anche lo stesso Liotta, Duvall e la Russo; sprecati a parer mio Waltz e Worthington, visto che compaiono assai poco, ma ci si può passar sopra, in fondo ho fatto lo stesso errore nel mio film d'esordio.
Molto buona la colonna sonora, in tema con la storia, anche se composta di soli tre pezzi, ma complimenti a Sascha visto che si tratta di pezzi originali. Sito semplice ma ben fatto, locandina azzeccata (complimenti a Andrew)

Voto: 6.5. Purtroppo non posso dare di più, io sono uno che tiene molto alla cura e all'impostazione della sceneggiatura, se fossero state migliori il film avrebbe avuto almeno un punto in più. Prometto solennemente che se Sascha migliorerà questi aspetti al prossimo film, lo tratterò assai meglio.
 
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SaschaGranato
view post Posted on 16/4/2012, 16:00




CITAZIONE
Voto: 6.5. Purtroppo non posso dare di più, io sono uno che tiene molto alla cura e all'impostazione della sceneggiatura, se fossero state migliori il film avrebbe avuto almeno un punto in più. Prometto solennemente che se Sascha migliorerà questi aspetti al prossimo film, lo tratterò assai meglio.

Giuste osservazioni e giusto voto. Poco importa se è severo, l'importante è che rispecchi sinceramente il tuo parere :)

 
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Nuno Vox
view post Posted on 17/4/2012, 08:53




Soggetto: Da quello che ho capito è un soggetto originale, quindi lo sforzo è sicuramente apprezzabile. Il difetto più grosso della storia è che ricalca alcuni cliché troppo sfruttati, soprattutto all'inizio. 6,5
Sceneggiatura: Modo di scrivere a volte un po' troppo meccanico e dialoghi un po' stereotipati e artificiosi. Il risultato è che tutto lo script ne perde di naturalezza in alcuni tratti, ma sono difetti tipici degli esordi che si correggono col tempo. 6+
Regia: Lo confesso, all'inizio ho un po' storto il naso sulla scelta di Craven, ma alla fine dei conti mi è parsa meno azzardata che all'inizio. Ci può stare ma io forse avrei fatto una scelta diversa 6
Cast: Waltz a fare un malvivente italiano ce lo vedo poco. La coppia Woods-Liotta invece funziona abbastanza. 6,5
Locandina: La vedo solo piccola. Dal poco che vedo non male, ma non mi convince granché la sovrapposizione dello sfondo con la foto di Woods. Io non avrei messo personaggi, ma avrei puntato solo sullo sfondo. 6
Musiche: Autoprodotta e di ottima fattura. 7,5
Sito: Essenziale ma graficamente ben fatto. 6+
Voto complessivo: Ha alcune imperfezioni tipiche degli esordi, ma lascia intravedere l'ottimo potenziale di Sascha. Un esordio discreto, con le ottime premesse per una grande carriera in Cinematik. 7-
 
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SaschaGranato
view post Posted on 18/4/2012, 17:00




Grazie per la recensione. Spero di leggere presto anche le opinioni di Oren e World :)
 
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Oren productions
view post Posted on 18/4/2012, 22:12




Eccomi, in ritardo come sempre, ma ci sono.
Ero ansioso di leggere l'esordio di Sascha che fin da subito ha dimostrato di avere la stoffa del grande produttore.
Il film comincia come un classico del genere, l'interrogatorio che finisce male per il criminale, e che porta la storia nella tenuta Arnold, dove il film assume atmosfere horrorifiche, (visivamente bellissime tra l'altro) a tratti splatter. Da qui tutto ci guiderà al finale, dove non si può non condividere il punto di vista del protagonista.
Il film, con i suoi flashback, ci racconta la storia di questi poliziotti alle prese con misteri sempre più fitti ma sempre descritti in modo ottimo. La sceneggiatura risulta scritta benissimo e scioglie tutti i nodi senza mai essere pesante o annoiare. Persino nei cambi di genere tutto è molto fluido e scorrevole. Unica pecca che ho riscontrato sullo script, è, a parer mio, la continua suddivisione in scene. E' vero che tutto rende lo script molto cinematografico, ma alcune, come ad esempio quando Vincent si sposta all'interno della sua casa, potevano essere accorpate in un unica scena. Anche così si segue bene ma alcune volte infastidiva doversi fermare e ripartire con la storia in modo così frequente. Mentre alcune scene splatter, lo ho trovate un po' esagerate,o meglio, direi evitabili. Ma ci possono stare dato il contesto dei sacrifici fatti dalle sette.

Ottimi i pesonaggi, dove Waltz ha una parte molto piccola ma fa un gran lavoro. Mi è piaciuto molto Liotta, che adoro dai tempi di Quei bravi ragazzi. Anche Woods fa il suo dovere anche se alla fine l'avrei voluto meno piagnone.
Musiche che meritano voti altissimi, specie per ilf atto che sono autoprodotte. Bella la locandina.

Un esordio coi fiocchi, io ne ho letti pochi ancora a Cinematik, ma questo è il migliore che ho letto.
Complimenti a Sascha che è partito in quarta e si trova già al lavoro su un altro film.

Voto 78
 
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23 replies since 1/4/2012, 14:54   1632 views
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