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Honey, I'm a tree
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Honey, I'm a tree, Chimera Films

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Andrew.
view post Posted on 10/2/2012, 15:39




Il film esce domani, intanto apro il topic dato che qualcuno lo ha già letto.


Sito: http://chimerafilms.altervista.org/honey/home.html



- Perchè e come sei arrivato alla produzione di questo film?

Avevo voglia di partecipare al contest di san Valentino, ma non avevo idee in mente. Mi è capitato questo racconto tra le mani e pur essendo molto breve ho deciso di trasporlo perchè non mi andava di saltare l'appuntamento.


- Parlaci delle scelte di cast e regia.

Sam Mendes è un regista molto attento ai sentimenti dei suoi personaggi, l'ho scelto per questa storia d'amore (anzi, d'affetto) dove è protagonista una famiglia. Lui è molto bravo a evidenziare i drammi che possono affligere una famiglia. In questo film il dramma è presente in una chiave diversa, insolita, come elemento che porterà un po' di scombussolamento.
Per il cast troverete altre spiegazioni nelle curiosità del sito.


- Ci sono altri aneddoti e curiosità riguardo alla lavorazione?

Anche per queste vi rimando al sito.

- Se il film non fosse tuo, che voto gli daresti da 1 a 10?

Non penso darei meno di 7. Il voto potrebbe benissimo fermarsi a questo, ma se riuscirà a commuovere qualcuno magari potrebbe anche essere alzato.

- Un pregio del tuo film?

Descrive un tipo d'amore a cui tutti vogliamo un giorno arrivare, forse quello più profondo che esiste.

- Un difetto del tuo film?
Probabilmente avrei potuto dedicare più tempo ad alcuni personaggi che sono solo di contorno.

- C'è un critico a cui speri il film piaccia particolarmente? E a chi pensi non piacerà (se vuoi dicci anche il perchè)?
So già che è piaciuto ad Agnese, credo che potrebbe piacere anche ad Arcadia che conosce il telefilm Modern Family (al quale mi sono avvicinato molto come stile). Magari non piacerà a Freddy o Oren che col genere mi è sembrato di capire non ci vanno molto a nozze (nonostante il primo quest'anno ha voluto sorprenderci).

- Obiettivo al box office? Settimane di durata, incasso complessivo, posizione da raggiungere...

Il film ha usato la scappatoia, quindi avrà poche sale. Spero che possa essere votato in modo da non uscire fuori a causa degli altri film del contest.

- Si dice sempre che si è legati a ogni film per un motivo o per un altro... in questo caso?

Uhm, forse ci sono legato perchè quando sarò vecchio mi piacerebbe che la mia vita somigliasse a quella del film.

- Si dice anche che l'ultimo film scritto è sempre il migliore, in un certo senso, perché non si ripeteranno errori anche veniali commessi in precedenza. Concordi per questo script?
Non credo che sia il mio miglior film, anzi è un film poco ambizioso, breve, fatto solo per portare una bella storia nel grande schermo e non per vincere qualcosa.

- Un tuo film cinematikino a cui somiglia questo?
Ho spesso parlato di amore e di sentimenti nei miei film, ma credo che questo sia il primo dove lo faccio in questo modo, mettendoli in primo piano e mischiandoli alla commedia pura. Forse quello che si ci avvicina di più è L'albero senza frutti, anche se là andiamo più verso il dramma.


- Un altro film Cinematikino a cui lo legheresti con un filo rosso (per genere, tematica o quello che vuoi tu).

In questo momento mi viene in mente "Una cosa da nulla" di Hermetico per il fatto che racconta l'avvicendarsi di diversi sentimenti in una famiglia. Confermate?

- E un film reale (o più d'uno) invece che ti ha ispirato nella realizzazione o che accomuneresti al tuo?

Mentre scrivevo, pensavo che mi sarebbe piaciuto somigliare alla coppia di anziani che si vede nei primi dieci minuti del film "Up". Quella era una sequenza stupenda che mi commuove ogni volta che la vedo.

- Il tema e/o il messaggio del film?

Che l'amore si può dimostrare in tanti modi.

- Come convinceresti un neofita a vedere questa pellicola?

Dietro l'apparenza di una trama scontata, si nasconde un elemento atipico, quasi soprannaturale.

- Uno spettatore medio italiano cosa penserebbe del film?

Un film di questo sarebbe distribuito in pochissime sale (e infatti parto con poche sale :P). Comunque potrebbero trovarli carino.

- La strada è ancora lunga, ma se dovessi decidere adesso le autonominations principali per il tuo film ai Ck Awards?
E' troppo lunga per dirlo. Comunque dubito che possa ambire a qualche awards. Magari locandina.

- A scatola (quasi) chiusa: il prossimo pigliatutto ai Ck Awards?
La torre di Babele, che domande!

- C'è un film che non hai ancora realizzato e che ti dispiace enormemente non aver portato a termine?
Sì, ma ne ho parlato già a World nella sua rubrica sul futuro di Ck.

- Cosa pensi di poter fare per Cinematik (film, iniziative) in questo periodo?
Continuo per la strada che sto percorrendo, cercando di far di tutto per poter restare a livelli qualitativi alti (come produttore) senza lasciarmi afferrare dalla pigrizia.
 
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World ^_^
view post Posted on 10/2/2012, 19:59




A domani la mia recensione, nel frattempo ce l'ho già in firma.
 
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World ^_^
view post Posted on 11/2/2012, 16:43




Honey, I'm a tree - Chimera Films

Soggetto & Sceneggiatura: Tratta da un breve racconto, che Andrew per l'occasione ha ampliato e riveduto, la sceneggiatura si presenta subito nella forma originale di un mockumentary, senza però limitarsi ad essere solo questo. Riassunta in due righe la trama è quantomeno bizzarra e inverosimile, perchè tratta di un uomo forse temporaneamente disattato (a causa di un prepensionamento) che un bel giorno si trasforma in albero.
Non a caso mi è venuto da dire "un bel giorno", perchè l'aspetto favolistico e surreale - persino un po' spiazzante nel momento della trasformazione - irrompe all'improvviso dopo un incipit da classica commedia familiare. Dal momento della trasformazione in poi (abbastanza presto comunque) il film assume tutt'altro significato fino a giungere, tra momenti leggeri ed altri molto più emotivi, ad un finale lieve nel suo aspetto poetico.
In tutto ciò, un espediente apparentemente superfluo come quello del finto documentario (o mockumentary) diventa al contrario fondamentale, permettendo così allo sceneggiatore di far procedere il racconto su due livelli, dove le interviste "private" (coi personaggi che si rivolgono direttamente allo spettatore guardando nella Mdp) hanno la precisa funzione di approfondire di parecchio la vera psicologia dei personaggi, con aspetti che difficilmente sarebbe stato possibile mostrare. Da un punto di vista "tecnico" persistono i soliti errori "nel"-"sul" :P, ma a parte questo la sceneggiatura scorre veloce ed esperta, se si eccettua forse qualche rara "intervista" (forse solo una al massimo due) un po' gratuita, un po' più da riempitivo.
Ciò non intacca un lavoro di scrittura non facile, uno script che scorre con una naturalezza tale (merito anche di ottimi dialoghi) da far passare quasi subito lo spiazzamento dovuto alla trasformazione e a farla anzi "digerire" allo spettatore come una cosa perfettamente realistica e plausibile.
Questi ed altri aspetti che menzionerò in seguito contribuiscono alla sicura riuscita del film e al suo incasellamento in un'atmosfera molto da cinema indipendente, stile Sundance.

Regia: Considerata la trama "bizzarra", capisco la scelta iniziale di David Lynch, ma a conti fatto credo che non prenderlo sia stata una decisione giusta. Sam Mendes ci sta, per l'efficace illustrazione delle dinamiche familiari, anche se forse ci sarebbe stato ugualmente bene un nome di più basso profilo, prendendo magari qualche regista scoperto proprio al Sunday.

Personaggi & Cast: Film principalmente d'attori, dall'impianto similteatrale, Honey I'm a tree ha i nomi giusti al posto giusto grazie a un casting accurato che, in extremis, ha giustamente evitato i grossi nomi, puntando su facce dalla comune espressività. E così Alun Armstrong ha preso il posto dell'altisonante Sir Hopkins e Julie Walter quello della signora in giallo Angela Lansbury. Anche qui scelta da premiare su tutta la linea perchè il cast non solo è ispirato ma raggiunge le sue vette proprio nella interpretazione della vegliarda Walter, che assai probabilmente dirà la sua già al Contest, per non parlare dei lontani Awards dove comunque sarà da ricordare. Molto bene anche Michael Emerson e Carey Mulligan.


Colonna sonora, locandina & sito: Colonna sonora puntualmente azzeccata nell'accompagnare le diverse scene, da quelle più leggere a quelle emotivamente più forti ed evocative. Ci sono ottimi brani, che favoriscono l'atmosfera e l'empatia coi personaggi: una su tutte, Autumn Leavesche conoscevo nella versione del grande Nat King Cole, ma che qua risentiamo in una toccante reinterpretazione di Eva Cassidy.
Locandina perfettamente in tema e abbastanza "eterea", come è tradizione per le loca di alcuni dei film più intimisti della Chimera. Sito semplice e funzionale: molto minimal, e la cosa ci sta tutta.

Considerazioni finali e voto complessivo: In estrema sintesi Honey, I'm a tree è il classico film indipendente che farebbe strappare i capelli al Sundance Film Festival. Parte come una commedia, vira poi decisamente (e in maniera leggermente spiazzante) verso il surreale, infine si conclude con un tocco di romantico poeticismo, che non può non commuovere lo spettatore. La lettura del film mi ha preso totalmente, perchè il passaggio da un registro all'altro avviene senza grossi traumi (giusto quello della trasformazione, ma lì è ovviamente voluto) e il risultato ne è un indimenticabile storia di grande delicatezza e sensibilità. Umanità che traspare dalle psicologie dei personaggi e da uno script attento che, come detto, passa disinvoltamente dal sorriso allo stupore all'emozione. Facile intuire dove lo sceneggiatore abbia lavorato maggiormente "di suo" perchè, a conti fatti, c'è davvero molto del modo di fare cinema Chimera (io ci ho visto notevoli riferimenti, a livello tematico, a Il peso della farfalla). Un film che, forse a sorpresa, dirà fortemente la sua già a partire da questo Love & Smile Contest.


Voto complessivo: 7.5
 
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view post Posted on 11/2/2012, 16:46
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Critico

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Ok, mi sono ripromesso di fare recensioni più severe e meno complimentose, ma Honey, I’m a tree certo non mi aiuta. Il nuovo film di Andrew ci restituisce un produttore in forma smagliante, dopo un semestre sottotono (considerati i suoi parametri). Curioso poi il fatto che anche quest’anno Andrew si presenti con un film che poggia sulla metafora dell’albero.
Honey, I’m a tree è un film che usa un linguaggio piuttosto sperimentale per raccontare la breve storia. La scelta del mockumentary è doppiamente astuta, perché grazie a uno stile così asciutto e agli inserti di interviste si possono approfondire i personaggi e le dinamiche familiari, nonostante il film sia sorprendentemente breve. La storia è quella di Rose e Grant, una coppia di anziani, che vivono con i loro nipoti e il loro figlio Michael, da poco divorziato. Grant è dovuto andare in pensione anticipatamente e ora deve adattarsi alla nuova vita casalinga, ma la cosa non è facile. Si sente disorientato e soprattutto inutile. Sua moglie pensa sia una crisi di passaggio finchè non se lo ritrova tramutato in albero, nel bel mezzo del soggiorno. Così Grant ritrova la propria ragione d’essere: produrre ossigeno e mele per la sua famiglia, vegliare su sua moglie e anche essere ammirato. Questo però porterà uno sconcerto generale all’interno della famiglia, in particolare Rose faticherà ad accettare un simile scelta.
Il film, come già detto, è molto breve anche perché la storia è principalmente centrata sui due coniugi anziani. I pochi frammenti che hanno per protagonisti il figlio e i due nipoti li ho visti più come degli intermezzi per spezzare un po’ la vicenda e variare un po’ il ritmo. Di sicuro ne esce fuori un bel quadretto familiare e le dinamiche interne ai componenti, anche se appena abbozzate, sono molto divertenti oltre che credibili (ho colto anche la citazione a Misfits, quando Nathan guarda un programma piuttosto “sospetto” alla tv).
In un film così breve e lineare il finale diventa importantissimo e infatti Honey I’m a tree regala una conclusione poetica e toccante che valorizza ancora di più l’intera vicenda e il meraviglioso rapporto dei due vecchietti, che si uniscono per l’eternità in un legame indissolubile e simbiotico. Anche se il film racconta la storia usando i toni della commedia, devo dire che l’ultima scena mi ha regalato qualche brivido e mi ha quasi commosso.

Con il senno di poi, posso dire che la scelta di sostituire Lynch con Mendes, seppur presa in extremis, è assolutamente vincente. Il primo non ce lo vedevo proprio in un film del genere. Mendes invece fa un gran lavoro tratteggiando, con la sua solita ironia, i componenti della famiglia in modo perfetto. Lo considero un po’ una sorta di fusione tra American Beauty e Away we go.
Tra gli interpreti primeggia Julie Walters, bravissima nella parte della moglie che va in crisi dopo la “perdita” del marito. Più defilati gli altri interpreti, anche perché in un film così breve, non c’era molto spazio per altro.

Musiche adatte che fanno ricorso a molti famosi brani pop.

Locandina essenziale e molto elegante, come il sito ricco di informazioni sul mockumentary e sul film stesso.

Difficile trovare un difetto evidente al film. La storia è originale e bizzarra, la scelta dello stile-documentario in una commedia è piuttosto inedita (almeno qui a cinematik), il finale è commovente. E’ vero, il film è molto breve e magari alcuni personaggi sono superflui (tipo la nipote), ma non inficiano sulla qualità complessiva della pellicola. Io poi impazzisco per storie del genere, quindi faccio i miei complimenti a Andrew. Honey I’m a tree è un film che di “piccolo” ha solo la lunghezza. 80/100
 
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Oren productions
view post Posted on 11/2/2012, 21:30




Dal momento in cui ho iniziato la lettura, è stato un continuo di nuove situazioni, alcune irreali, come la trasformazione (apparentemente vista come una cosa normale) di Grant, che dopo una vita di obbiettivi, routine e lavoro, si ritrova in prepensionamento. L'avvenimento spiazza l'uomo che sentendosi inutile fa la scelta di trasformarsi in un melo piazzandosi al centro del soggiorno.
Andrew decide di aprire le danze di questo semestre con un film dai risvolti dapprima comici che man mano ci portano ad affrontare temi più seri e toccanti, come l'amore di Rose per il marito che alla fine sfocia in un unione molto toccante ed indissolubile.

Ottima l'idea del mockumentary che grazie alle interviste approfondisce i legami ed i dissapori tra i familiari. come il rapporto tra Michael e suo figlio.

Una buona partenza per la chimera, che porta al contest un film dalle ottime potenzialità.
Come dice Hermes, in questo Film è difficile essere cattivi, non ho trovato difetti rilevanti da meritare critiche.

Voto bello altro, soprattutto grazie alle sequenze musicali davvero toccanti che mi hanno trasmesso molte emozioni.
VOTO 82/100
 
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Little Tin Goddess
view post Posted on 11/2/2012, 21:58




ho visto il film venerdì e l'ho trovato molto intimo e tenero. La storia è alquanto bizzarra e surreale, ma è anche una metafora dell'amore, sul sentirsi inutili di fronte alla propria donna quando non lo si è affatto. Lo stile Mocumentary rende tutto quasi realistico e da l'impressione che certe cose capitino sul serio, per quanto assurde. Anche se l'idea della colonna sonora l'avrei corretta, nei mock dovrebbe essere tutto "in tempo reale" quindi avrei aggiunto prima di "si sente il brano" un "accende la radio/tv/MP3/ecc" però non nego che la colonna sonora è molto bella, piena di pezzi pop piuttosto famosi.
Ottima scelta di cast e regia, anche a me è piaciuta molto la Walters, ma ho apprezzato anche gli altri attori. Ma il personaggio di Sheenan si chiama Nathan perchè si chiama così anche il suo personaggio in Mistfits o è solo una coincidenza?
Locandina poetica che riassume il film.
Il mio voto è 8
 
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Andrew.
view post Posted on 11/2/2012, 22:20




CITAZIONE (Little Tin Goddess @ 11/2/2012, 21:58) 
Ma il personaggio di Sheenan si chiama Nathan perchè si chiama così anche il suo personaggio in Mistfits o è solo una coincidenza?

Si vede che non hai letto le curiosità -_-
 
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Little Tin Goddess
view post Posted on 11/2/2012, 22:23




le avevo lette ma non me le ricordavo tutte, scusa
 
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Andrew.
view post Posted on 11/2/2012, 23:05




figurati, scherzavo :)
Comunque ringrazio questi primi recensori, poi commenterò.
 
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Adriana53
view post Posted on 12/2/2012, 19:49




Provo a scrivere la prima recensione...
Il film mi è piaciuto, come Andrew sa, per la descrizione dell'amore tra i due anziani... Ci ho visto subito bene Alun Armstrong, che ho conosciuto per una serie di telefilm inglesi. Anche lì interpretava un uomo di mezza età che non accettava il pensionamento e che aveva dei comportamenti a volte assurdi, a volte non capiti bene dalla moglie comprensiva...
Sarebbe senz'altro un film che mi farebbe uscire di casa per andarlo a vedere.
 
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Andrew.
view post Posted on 13/2/2012, 12:22




Inizio a rispondere, anche se fortunatamente non ho molto da ribattere.

World: nella correzione finale ho dimenticato di controllare proprio i "sul".
E' vero, forse ci sono delle interviste che fanno più da riempitivo ed esulano dalla storia principale, ma le ho messe per aggiungere dei tasselli alla personalità dei personaggi e inframmezzare la storia e momenti più divertenti.

CITAZIONE
Ciò non intacca un lavoro di scrittura non facile, uno script che scorre con una naturalezza tale (merito anche di ottimi dialoghi) da far passare quasi subito lo spiazzamento dovuto alla trasformazione e a farla anzi "digerire" allo spettatore come una cosa perfettamente realistica e plausibile.

Questo è un commento che mi fa piacere perchè ho puntato proprio su questa cosa: rendere una situazione assurda, credibili e naturale.

CITAZIONE
Regia: Considerata la trama "bizzarra", capisco la scelta iniziale di David Lynch, ma a conti fatto credo che non prenderlo sia stata una decisione giusta.

A dire il vero non lo avevo scelto per la trama bizzarra, ma proprio per la semplicità che aveva usato nel film "Una storia vera". Ma immaginavo che non sarebbe stato compreso in pieno e avrebbe portato a queste conclusioni, tipo "la trama è strana, ma non abbastanza per Lynch".
Così alla fine ho scelto Mendes che comunque ci sta sicuramente meglio.

Sui riferimenti a Il peso della farfalla, ti dirò che se ci sono, non me ne sono accorto. Evidentemente si riconosce un certo modo di raccontare, quando parlo di storie simili.



A Hermes e Oren non ho nulla di particolare da dire. Come hanno detto, il film è molto breve e mi fa piacere che sia riuscito a emozionare senza bisogno di dilungarsi ulteriormente.


LittleTin: per il discorso della colonna sonora ci avevo pensato a farla come dicevi tu. Ma alla fine non ci sono regole che proibiscono di usare musiche in questo modo nei documentari, spesso anzi si vedono documentari con diverse musiche in sottofondo, quindi alla fine me lo potevo concedere.

Carla (o ti devo chiamare Adriana?): ti ringrazio per avere letto il film, è sempre un onore quando un nuovo utente del forum inizia a leggere proprio da un mio film. Spero che ti sia piaciuto abbastanza da invogliarti a restare con noi e leggerne altri.
Il personaggio di Armstrong di cui parli, sai che non lo conosco? In quale telefilm compare? Io l'ho scelto più che altro per il suo physique du role.

 
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Clint1994
view post Posted on 15/2/2012, 21:13




HONEY, I'M A TREE by Clint94

Dopo il trionfo dell'anno scorso con “L'albero senza frutti”, la Chimera Films ritorna al Love & Smiles Festival con una nuova pellicola breve, semplice, ma molto intensa. Anche qui, tra l'altro, abbiamo a che fare con un essere-umano albero: ma se in “L'albero senza frutti” la protagonista pensava di essere un albero in conseguenza al trauma subito dello stupro e della perdita del figlio, qui il protagonista diventa un albero per davvero. Basata su un racconto, che Andrew ha debitamente ampliato, la storia, bizzarra e toccante, tratta dell'amore più puro, profondo e reale, ossia quello di una coppia di anziani che ha passato tutta la vita insieme e ha condiviso ogni cosa. Ottimamente interpretati da Alun Armstrong e Julie Walters, i due protagonisti, Grant e Rose, sono la tipica coppia di anziani, affiatata e fedele; ma Grant, dopo il prepensionamento, non è soddisfatto della sua vita. Il suo personaggio è molto realistico e corrisponde alla condizione di molti anziani che, dopo aver trascorso una vita a lavorare, si ritrovano improvvisamente senza nulla da fare, sentono il bisogno di cambiamenti, si sentono inutili. La storia assume un tono bizzarro e originale quando, proprio per risolvere questo problema del sentirsi inutili, Grant decide di trasformarsi in un albero, la creatura utile per eccellenza, che produce frutti e ossigeno. Rose, donna forte e abituata ad affrontare situazioni difficili, che vive la sua condizione in modo molto più sereno del marito, non può che acconsentire a questo improvviso cambiamento e badare al marito-albero. Il rapporto tra i due è il nocciolo della storia. Il loro è un amore assoluto, che non può essere modificato né dalle parole dei figli né dai suggerimenti degli psichiatri (emblematica a tal proposito la reazione incredula di Rose quando Vera Farmiga le dice che lei ha una vita separata da quella del marito): e così, quando le condizioni dell'albero peggiorano per la mancanza di luce, Rose si “sacrificherà” e si trasformerà in un raggio di sole. Intorno a questi due personaggi principali ruota una serie di comprimari: i nipoti Meggy, vivace e appassionata d'arte, e Nathan, più pigro e solitario; il figlio Michael, padre di Meggy e Nathan, ossessionato dall'ex moglie e incapace di instaurare un rapporto significativo coi figli. Un'altra particolarità consiste nel metodo di narrazione: il film è infatti un monkumentary, per cui alle scene vere e proprie sono alternate delle rapide “interviste” ai vari protagonisti, che esprimono i loro pensieri o riflettono sulla situazione che stanno vivendo. Tutto ciò però non è che un arricchimento alla trama principale, ossia il rapporto tra Rose e Grant. Il cast è scelto bene e Armstrong e la Walters offrono interpretazioni notevoli, ma non mi ha convinto la scelta di Carey Mulligan per un personaggio secondario e probabilmente troppo giovane rispetto a lei: a mio avviso ci voleva un'attrice sulla ventina e magari meno famosa. Tra i comprimari, il migliore è probabilmente Michael Emerson. Azzeccato Sam Mendes alla regia: il film è perfettamente nelle sue corde. Molto belle anche le musiche, che accompagnano benissimo le scene cui sono abbinate: alla fine non c'è nessun brano che spicca sugli altri, ma la sensazione che si ha è quella di una soundtrack molto compatta e complessivamente riuscita.
Nel complesso “Honey, I'm a tree” è un ottimo film: sicuramente è una pellicola minore nella produzione di Andrew e non raggiunge i livelli di film precedenti (“L'albero senza frutti”, per dire, è sicuramente migliore), ma alla fine la storia coinvolge, i due protagonisti e il loro legame sono ben descritti e il finale non può non suscitare nello spettatore un sorriso di commozione.

VOTO: 7+
 
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mastruccio
view post Posted on 16/2/2012, 12:03




Mentre è in lavorazione il sequel-kolossal de “Il pianeta degli dei”, La “Kimera film” ci delizia il palato con un film che si incastona nella vasta filmografia della casa di produzione siciliana come una piccola gemma.
“Honey, I’m a tree”, tratto da un breve racconto di E.M. Goldman, ha la leggerezza di una fiaba. Surreale, originale, dolce ma non sdolcinato, incanta per la capacità di rendere credibile un mondo assolutamente irreale, dove è possibile per chiunque trasformarsi in qualsiasi cosa si desideri. Vittima del famigerato pre-pensionamento, Grant il si sente ormai inutile a se stesso e agli altri. La soluzione è presto rivelata: scava una buca nel pavimento e si pianta, letteralmente, al centro del salotto, diventando un albero di mele. Darà così ossigeno e frutti rigogliosi alla sua amata Rose, la quale alla fine sceglierà di diventare, anche lei, un’altra cosa: un raggio di sole, splendida sublimazione dell’amore coniugale in età crepuscolare.
A questo mondo irreale e poetico fa da contraltare la normalità dei personaggi di contorno, figli e nipoti su tutti, i quali accettano la decisone dei due protagonisti come cosa normale e logica.
Lo sceneggiatore adotta l’espediente intelligente del mockumentary , per presentarci i vari personaggi nei loro caratteri e rapporti familiari. Scelta indovinata, data la brevità del film. Certamente una maggiore durata avrebbe giovato ad un più approfondito esame della psicologia dei personaggi, rendendo la pellicola molto più completa ed esauriente. Probabile che l’esigenza di partecipare al contest di san Valentino abbia costretto il produttore, di cui conosciamo la felice prolificità, ad accorciare i tempi. Ciò non inficia, comunque, l’esito finale della lettura: mi ha lasciato una bella sensazione di dolce malinconia, immaginando come sarà la mia vita fra qualche anno.
Bella la locandina, luminosa e solare. Suggerisco di renderla più “professionale” nella parte inferiore dei credits. Le musiche sono azzeccate, così come la scelta del cast. Personalmente lo vedrei bene ad un Festival di Venezia, e se si fosse scelto un regista italiano l’avrei visto tagliato su misura per un ottimo Gianni De Gregorio. Ovviamente la scelta del cast avrebbe seguito la scia dei suoi precedenti lavori, attingendo dalla vasta schiera di semi-sconosciuti ma validissimi attori.
Voto finale: 70/100
 
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SaschaGranato
view post Posted on 16/2/2012, 17:10




Che film!!! veramente molto bello. Dietro una trama apparentemente banale, si nasconde una storia davvero sorprendente. Buona l'idea di inserire parti di interviste ai protagonisti, peccato che sia stata così poco utilizzata come funzione. Si sarebbe potuto scavare maggiormente sul passato dei personaggi principali, allungando un tantino la storia che forse si sviluppa troppo rapidamente. Ma non credo sia un grosso difetto. Il film scorre rapidamente, emozionando lo spettatore, il quale viene immerso in un atmosfera magica, che unisce finzione e realta, senza mai cadere nel banale. Il cast è di alto livello, e la regia di Sam Mendes è sempre molto attenta, conferendo credibilità all'opera.

Voto 8

 
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canepa
view post Posted on 16/2/2012, 17:18




RECE by Tomcat: HONEY I’M A TREE
[…]PER FARE l’ALBERO CI VUOLE IL SEME....


Questo è un film che non ti aspetti. Sì, perchè appena lo inizi a vedere ti aspetti o delle attempate signore che si spogliano o l’attempata signora che produce marijuana. Poi vedi un tipo con gli occhialetti da Nerd e ti chiede se la location del calendario o della piantagione è un’isola decisamente particolare con grossi problemi di magneticità. Tanto per aumentare l’appeal del film, si intervistano i personaggi, come in Harry ti presento Sally.
Tralasciando l’abbrivio recensivo che fa riferimento a due dei protagonisti e a una modalità di presentazione dei personaggi, atta a conferirgli più spessore, l’ultima fatica della Chimera è proprio un film che non mi aspettavo. Sembra una classica commedia british, ma lo spetttaore viene destabilizzato, con il protagonista maschile che diventa un’albero. La cosa straniante è che alla fine sembra una cosa naturale e nessuno si scompone più di tanto.
Una pellicola quindi surreale che ben si adatta alla cifratura registica di Sam Mendes, sempre accorto alle tematiche amorose.
Seppur non amando questo genere di film, non si può rimanere indifferente a questa tenera storia d’amore fra Rose e Grant. Una storia d’amore in cui lui sacrifica buona parte di se, per essere utile alla persona che ama e con cui condivide il cammino da una vita. Ma questo suo sacrificio porta la compagna a sentirsi sola e a portarla a fare anche lei un sacrificio per completare e ricambiare il gesto del marito, coronando ciò che un’unione dovrebbe essere. Detto questo però risulta che i personaggi di contorno risentono del poco spazio e del poco approfondimento sulla loro vita.
I dialoghi sono ben fatti, anche se spesso le immagini valgono molto di più e mi riferisco alle scene ai piedi dell’albero Grant.
Se lo script è scorrevole come sempre e scevro di errori, la lunghezza esigua, porta alla luce che si vuole narrare solo la vicenda (fondamentale) fra Rose e Grant, senza approfondire troppo le tematiche degli altri componenti, ma guardando il rovescio della medaglia, forse ad aggiungere le storie degli altri si sarebbe allunagto troppo il film, perdendo il fulcro della pellicola stessa.
Il cast è scelto con cura e forse migliore di quello che era stato scelto all’inizio come scritto nelle curiosità. Anche perchè Hopkins, nel ruolo di Grant sarebbe stato sprecato.
Su tutti emerge la Walters, che per intensità della parte e allo stesso tempo la compostezza, risulta veramente efficace. Gli altri sono un po nell’ombra, anche se Emerson si eleva leggermente sopra, grazie al sua vis fisica e al rapporto non facile con il figlio.
La locandina, più che tale, sembra la copertina di una rivista di giardinaggio o di arredamento da interni. Questo è forse il suo difetto più grave.
Il sito è bello corposo e graficamente ben fatto nella sua semplicità. Però chiedevo se sono l’unico a vedere le scritte in caratteri greci...
Sul versante colonna sonora, essendo un film abbastanza breve i brani sono giusti e idonei alle scene, anche se non ho apprezzato troppo Il brano degli Extreme, che considero un pezzo d’amore notevole, che avvicinato a Grant che lavora forse non è troppo azzeccato.
Gli altri brani invece mi sono piaciuti parecchio, con il top su Autmn leaves e This Lullaby.
Concludendo questa è una pellicola che affronta il tema dell’amore e familiare in maniera particolare e surreale con dolcezza e grazia; ma dei tanti argomenti messi in scena, solo quello fondamentale, viene sviluppato con passione e in completezza.
Voto complessivo: 71/100
 
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