LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis DelaneAppunti per la recensione, da pubblicare domani sul Diario. Porca miseria, non ci voleva che Wes si dimettesse dalla regia di
Vampyres...pazienza, una toccata e fuga a Pisa, e poi di nuovo qui a Roma, domani continuo il Diario. Nel frattempo, devo ringraziare World che tiene a disposizione le copie dei film proiettati per i produttori che non possono partecipare a tutte le proiezioni. Il che significa che dopo mi devo guardare
La città arrabbiata. Pazienza.
"Un diamante allo stato grezzo": una bella citazione da
Aladdin direi che è l'ideale per definire Simone Martinelli, alias Destiny. Quest'esordio non è folgorante come quello di Hermes o di Laury, però dimostra che il Nostro ha un bel po' di potenziale da vendere. Alcuni errori sono sinceramente banali e si correggono con poco, tipo che è buona norma, nelle sceneggiature a CK, ricordare chi siano gli attori e mettere la foto, quando il personaggio compare in scena. Per il resto, la storia funziona e coinvolge, gli stereotipi del genere sono usati con cura e senza strafare. Breve e diretto, il film è anche intenso, si avvale del sempre ottimo Sean Penn e di una bellissima Natalie
(ci devo lavorare prima o poi), e lo stile di scrittura dev'essere revisionato ma è già ben definito.
Detto questo, la trama poteva essere sviluppata un po' meglio: i dubbi di Andrew sono, infatti, tutti giustificati. Anche il personaggio di Marcus/Mark Ruffalo meritava ben altro approfondimento e coinvolgimento nella trama, mentre invece qua si ritrova a essere troppo, troppo in ombra. Inoltre, si contano qua e là errori di digitazione: in una frase come "non ce n'è più", il "ce" non ha l'apostrofo, ad esempio. Frutti senza dubbio di ansia da prestazione, a mio parere perdonabili.
L'esordio, insomma, è buono e Simone può considerarsi benvenuto fra noi. Quanto a lui come regista, be'...non sono certo io a poter contestare, contando la mia "partecipazione" ai
Racconti di Hoffman.