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Festival di Roma: Ricordi di un vicolo cieco
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Festival di Roma: Ricordi di un vicolo cieco, Nightbay Studios

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World ^_^
view post Posted on 23/9/2011, 15:05




Tocca all'orientale Ricordi di un vicolo cieco, prodotto dalla Nightbay Studios!

ricordi
www.nightbaystudios.com/vicolohome.htm

A seguire, la conferenza stampa tenuta prima della proiezione da Enrico Delorenzi...

 
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canepa
view post Posted on 23/9/2011, 18:18




CONFERENZA STAMPA
1) Esprimi le tue sensazioni nell'essere qui a Roma in concorso al Festival.
Che dire... Un anno fa, proprio a partire da questo Festival, ho ricominciato con questa mia seconda vita cinematikina. Mi fa molto piacere tornare a Roma con un nuovo film. E' una bella sensazione.

2) La maggior parte dei produttori ha puntato sul drammatico. Tu invece punti sul sentimentale. Credi che un genere diverso dagli altri ti possa aiutare?
Non so... Il sentimentale non è un genere che va per la maggiore, da queste parti. Penso però che sia un film molto intenso e non credo che gli spettatori resteranno indifferenti. Non so, però, se avrà la forza di distinguersi ed emergere dal coro.

3) Cast e regista orientale. Una scelta aiutata dalla retrospettiva o indipendente?
Metà e metà. Chiuso con Le montagne della follia avevo iniziato a scrivere questa sceneggiatura, ma con molta calma, con l'intenzione di proporre il film nelle sale addirittura nel 2013. Poi, quando è stata ufficializzata la retrospettiva orientale di questa edizione del Festival, ho deciso di dare un'accelerata alla produzione e di collocare il film in questo contesto.

4) Oguri ha vinto nel 1990 due premi al festival di Cannes. Speri in un nuovo successo per lui?
La speranza è l'ultima a morire, ma ci sono registi molto accreditati, su questo red carpet. Sarà molto difficile.

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Il regista Oguri, immortalato sul red carpet con una fotografia in B/N.

5) Un cast quasi tutto femminile. Questa è una tua peculiarità. Ci potresti spiegare le ragioni?
E' molto semplice: trovo i personaggi femminili più interessanti di quelli maschili. Quasi sempre.
Mi piace osservare come vengono trattati dai vari autori e mi piace provare a dare la mia impronta su di essi, nelle mie produzioni. Anche se è difficilissimo arrivare anche solo a sfiorare l'idea di comprendere l'altra metà del cielo...

6) Chi porterai con te sul Red Carpet?
Beh, accanto a me ci sarà ovviamente Mary Elizabeth Winstead, che tra l'altro sarà protagonista dell'anteprima di "Falsa memoria" che verrà proiettata nel corso del Festival. Per le foto di rito alla presentazione del film, invece, ci saranno ovviamente Miura Haruma e Kiko Mizuhara, i protagonisti del film, e il regista Kohei Oguri.

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Miura Haruma si rilassa con le cuffie nelle orecchie nel backstage

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La Winstead sorride al pubblico sul red carpet

7) Il pregio e il difetto principale del tuo film.
Si concretizzano entrambi nello stesso concetto: quello di essere un film realizzato molto nello stile del cinema orientale. Non a tutti piace, ma chi apprezza il genere, apprezzerà il film.

8) Quando uscirà il tuo film nelle sale?
La prima data utile di ottobre. Credo sia l'8.

9) Pronostico secco: chi vince il festival?
Se Hermetico soddisfa le aspettative, "Dell'amore e di altri demoni". Se delude, vedo bene "La città arrabbiata" di World.
 
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Clint1994
view post Posted on 26/9/2011, 15:16




RICORDI DI UN VICOLO CIECO by Clint94

Nell'anno della retrospettiva orientale, non poteva mancare un film asiatico a questo festival di Roma. Nightbay ci propone una pellicola sentimentale che non avrebbe affatto sfigurato al Love & Smiles Contest, una storia d'amore dolce, intelligente e delicata che non può non conquistare gli spettatori. Protagonisti della storia sono due giovani appassionati di cucina che si conoscono lavorando nel medesimo ristorante, ma che poi, all'apice della loro relazione, si separano: Iwakura, desideroso di autonomia, si trasferisce a Parigi, mentre Setchan resta a Tokyo nel locale dei suoi genitori. Entrambi riusciranno a riempire il vuoto lasciato dalla partenza dell'altro: Iwakura conoscerà e aiuterà Madeleine, un'eccentrica ragazza francese, mentre Setchan si legherà al giovane e sensibile Misawa. La morte della madre rappresenterà per Iwakura l'occasione per tornare finalmente a Tokyo e rivedere Setchan. La trama è tutto sommato semplice, ma ho apprezzato la struttura a flashback, che la rende più curiosa e interessante: infatti assistiamo all'evolversi del rapporto tra Iwakura e Setchan da una parte attraverso il racconto che Iwakura fa a Madeleine, dall'altra attraverso i ricordi di Setchan che sfoglia il suo diario. In questo modo ripercorriamo i momenti salienti del loro rapporto, un rapporto che all'inizio si limita all'amicizia e all'aiuto reciproco, ma che poi sfocia in amore profondo. La progressione del rapporto tra i due protagonisti è resa molto bene e i dialoghi tra di loro, per quanto forse un po' lontani dalla mentalità occidentale perché troppo filosofici e poco concreti, sono molto interessanti e portano a riflettere sulla giovinezza (“Sentirsi soli anche se si ha una casa in cui tornare, anche se si è amati... forse è questa la giovinezza”: mi ha colpito molto come frase), sull'importanza di crearsi una vita propria, di seguire la propria strada, di essere autonomi, oltre che ovviamente sull'amore, la lontananza e tutte le sue conseguenze. Ecco, come ho detto forse nel complesso i dialoghi sono poco verosimili secondo la nostra mentalità, nel senso che Iwakura e Setchan parlano quasi sempre di argomenti complessi e quasi mai di argomenti più semplici (tranne che la cucina), e forse lo stesso Iwakura è descritto come un ragazzo troppo saggio e buono, ma alla fine non ci si fa nemmeno tanto caso, perché le riflessioni sono molto intelligenti e la storia rapisce l'attenzione dello spettatore. Per questo si possono perdonare anche alcune cose un po' prevedibili (il fatto che Jean Paul avesse un'amante è facilmente intuibile, il rapporto tra Setchan e Misawa è descritto in modo un po' superficiale, lo stesso finale è un po' scontato, ma è anche molto “desiderato” dallo spettatore). Mi sono piaciuti invece tanti piccoli dettagli: i dialoghi sulla cucina, che è un po' il contesto che unisce tutti i protagonisti; le figure dei due coniugi fantasmi che vivono nella casetta di Iwakura (la scena in cui anche Setchan finalmente li vede è una delle più belle del film); il lavoro di Madeleine, che è capace di raccontare l'essenza della vita di una persona tramite un semplice scatto fotografico (ed è bellissima l'immagine che Iwakura dà di lei: al volante, con una sigaretta in una mano, con il viso rivolto in cerca di una risposta e la mente proiettata indietro verso una fuga. Una sola immagina che davvero riesce a catturare l'essenza della personalità di Madeleine). Insomma, per quanto i difetti non manchino, nel complesso il film è riuscito a coinvolgermi, a farmi affezionare ai personaggi (Iwakura, Setchan e Madeleine non li scorderò facilmente), a non annoiarmi mai, e anche ad emozionarmi (nel momento del primo bacio tra Iwakura e Setchan, o quando Setchan vede la coppia di fantasmi, o nel finale). Lo script è scorrevole e privo di errori: non dura troppo né troppo poco e si arriva alla fine con un senso di soddisfazione. Buone le scelte di cast: Nightbay punta su attori semisconosciuti, ma sono tutti in parte, soprattutto i tre protagonisti, ovviamente. Molto belle anche le musiche: senza dubbio è la miglior soundtrack che ho mai sentito finora in un film di Night, se escludiamo la coproduzione con Andrew. Il brano che accompagna la scena in cui Setchan vede i fantasmi è eccezionale. Concludo dicendo che per ora è uno dei migliori film del festival e forse il migliore tra quelli di Night che ho letto finora. I miei complimenti.

VOTO: 8-
 
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Andrew.
view post Posted on 27/9/2011, 12:38




Recensione della Chimera.


Il bello di non conoscere bene Nightbay come produttore (per me è quasi un esordiente dato che non c'ero ancora quando lui ha iniziato la sua carriera cinematikina) è di riuscire a essere sorpresi dalla sua versatilità nell'affrontare storie sempre diverse raggiungendo alti livelli di qualità.
Lo prova anche questo film orientale, improntato sui sentimenti di due giovani innamorati costretti a separarsi. Il loro amore verrà messo alla prova dalla lontananza, alla quale reagiranno in modi simili. Conosceranno altre persone, faranno le loro esperienze, vivranno, ma senza mai dimenticare l'altro. Colpisce la profonda sensibilità di questi personaggi e il loro modo di vedere la vita, come fonte di opportunità e piena di speranze. Molto bello anche il rapporto che si crea tra Iwakura e Madeleine. Un'amicizia che nasce in modo molto affascinante e che va avanti a suon di discorsi intellettualmente stimolanti, grazie ai caratteri dei due che non sono banali. Lei in particolare credo mi sia piaciuta anche più dei due protagonisti amanti, grazie alla sua aria costantemente malinconica e scanzonata che non può non colpire.
La storia è resa interessante da seguire grazie anche alla sceneggiatura che alterna momenti del presente a flashback nel passato. Questo non fa che creare una curiosità crescente nello spettatore, senza mai farlo annoiare e inoltre ha il pregio di mettere a confronto due realtà diverse (l'oriente e l'occidente) con le loro differenze comportamentali, ma che allo stesso tempo vengono accomunate dall'amore, questa forza travolgente che si insinua nella vita di ciascuno di loro e che distrugge o costruisce senza stare troppo a guardare le differenze etniche.
Nightbay ha scelto per la regia un regista semi-sconosciuto, nel senso che ha all'attivo solo quattro film (che io non ho visto), mi viene quindi difficile giudicarlo, anche se lo script presenta uno stile registico molto evidente e interessante (penso alle foto scattate che permettono di passare al flashback o al presente, oppure ai diversi montaggi per mostrare più personaggi insieme).
Non conoscevo nemmeno gli attori, ma li ho trovati tutti degni di un plauso per il lavoro svolto e la delicatezza delle loro interpretazioni. La mia preferenza personale va a Sara Forestier, ma anche Miura Haruma e Kiko Mizuhara sono da ricordare (anche in vista premi).
Se posso fare una piccola critica (l'unica al film) è che ho trovato questi personaggi un po' "troppo perfetti". Nel senso che in più occasioni mi sembrava che avessi davanti dei saggi anziani piuttosto che giovani, per la profondità delle cose che dicevano e del modo in cui si comportavano. Ma può anche darsi che ciò derivi da una mia sensazione di superficialità che accomuna i ragazzi di oggi e che magari in Giappone non è affatto strano trovare giovani dai sentimenti così profondi.
Musiche in sintonia con gli ambienti e i sentimenti, mi è piaciuta in particolare quella finale dove sembra di poter vedere realmente la coppia di anziani che assiste alla demolizione della casa, con il seguente lieto fine che ho molto apprezzato.


Voto: 7,5 (8 al sondaggio)

Non sono un grande conoscitore del cinema orientale (per quanto mi stia muovendo per recuperare), ma ho sempre apprezzato lo spirito che emanano questi film. Sensazioni di tranquillità, di pace, di tenerezza, di sentimenti veri. E' quello che mi hanno sempre trasmesso e "Ricordi di un vicolo cieco" ci è riuscito altrettanto bene. E' un film che non strafà, non ci sono eventi particolarmente degni di nota o colpi di scena, ma nel suo complesso riesce a lasciare qualcosa di positivo allo spettatore.
 
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view post Posted on 27/9/2011, 13:24
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Critico

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Ricordi di un vicolo cieco è un vero e proprio film sentimentale come se ne vedono pochi anche al cinema reale, con un ritmo tutto suo, atmosfere malinconiche e soffuse, dialoghi estremamente profondi figli anche di una cultura orientale a volte molto lontana dalla nostra.
Iwakura e Setchan si incontrano per la prima volta in un bar e da lì inizia una conoscenza molto candida e discreta che si andrà intensificando sempre più finchè, al culmine della loro relazione, i due saranno costretti a separarsi. Iwakura infatti decide di andare a Parigi per imparare l’arte della pasticceria e così i due continueranno le oro vite separati, cercando di dimenticarsi a vicenda.
La trama è molto semplice, ma il sapiente uso di frequenti flashback, svela la storia dei due innamorati a poco a poco, mantenendo vivo l’interesse dello spettatore. Nel frattempo seguiamo anche la vita quotidiana dei due ragazzi, mentre cercano di “andare avanti”. Setchan lavora al suo ristorante e conosce un nuovo ragazzo con cui pensa di poter ricominciare, mentre Iwakura conosce Madeleine con cui instaura, inizialmente, un profondo rapporto di amicizia. La pellicola è costellata da tanti piccoli aneddoti, tanti frammenti di ricordi che arricchiscono tutta la vicenda dando un’aura ancor più “sentimentale” al film. Penso alla struggente storia dei due anziani coniugi morti per soffocamento nella loro casa, o alla donna che scatta l’ultima foto di Iwakura e Setchan insieme, per non parlare della sottotrama legata a Madeleine e al suo fidanzato (questa sicuramente più prevedibile e annunciata).
Il cibo poi, è il terzo grande protagonista del film. Mi è piaciuta molto l’attenzione riservata ai piatti tipici giapponesi e alla cucina in generale. Mi ha ricordato alcuni film che mischiano amori e cibo, tipo Chocolat.
Il punto debole secondo me sono i dialoghi. A volte li ho trovato troppo artefatti e poco credibili; i personaggi esprimono con parole fin troppo “forbite” i loro sentimenti. Ne parlano così tanto e in continuazione che finiscono per sembrare forzati. Mi rendo conto che è anche una caratteristica tipica della cultura orientale (avendo visto qualche anime, anche lì c’è la tendenza ad esprimere a parole ogni emozione o sentimento), ma a volte mi hanno un po’ rovinato l’atmosfera.
Romantico e (giustamente) consolatorio il finale. I due protagonisti sono cresciuti e dopo un lungo periodo di allontanamento, si ritrovano, paradossalmente ancora più innamorati di prima, anche perché, grazie ai ricordi si sono fatti compagnia per tutto il periodo in cui sono stati lontani.

Il cast ovviamente è quasi tutto orientale. Ammetto di non conoscere praticamente nessuno degli attori, ma i due protagonisti, Thierry Fremont e Kiko Mizuhara, li ho trovati perfetti nei loro ruoli. Nei loro sguardi “puliti” c’è quel misto di ingenuità e timida passione che li rende affascinanti. Più defilato il resto del cast, ad eccezione della sensuale Sara Forestier.
Ottimo anche il lavoro del regista, Kohei Oguri che ci regala, tra l’altro, delle belle istantanee del Giappone e di Parigi.

L’accompagnamento musicale, anche questo ovviamente molto orientaleggiante, è composto da musiche raffinate e ricercate, tipiche della terra del Sol Levante.

La locandina forse è un po’ troppo cupa.

Ricordi di un vicolo cieco è un bel film romantico, che racconta il mondo interiore di due giovani innamorati. Lo fa senza inutili virtuosismi, ma raccontando storie semplici grazie anche a uno sguardo sensibile e delicato. Unico punto debole, i dialoghi, forse un po’ forzati e artefatti, figli anche della cultura giapponese. A volte non mi hanno convinto, ma ammetto che può essere anche un mio limite. 7,5 (7 al sondaggio)
 
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canepa
view post Posted on 28/9/2011, 18:26




RECE FLASH by Tomcat: RICORDI DI UN VICOLO CIECO
Un oriente che è lontano, ma da cui abbiamo tanto da impaparare


Regia: 80 Di Oguri non ho visto niente, ma questa pellicola e nello specifico la sua regia, abbia un tocco lieve e poetico, che permea tutta la pellicola. Una regia che sfrutta parecchio le immagini in alternanza in modo sapiente; ma soprattutto una regia che punta molto su inquadrature delle location ricercate.
Sceneggiatura: 80 Lo script è scritto in maniera ottima, senza errori. Impaginato bene (anzi qualcuno mi ha detto che è impaginato molto meglio del mio). Da notare anche lo sforzo di arricchire lo script con alcune immagini che servono a comprendere meglio le cose tipicamente orientali. Venendo alla sceneggiatura vera e propria, seppur non abbia colpi di scena e un ritmo molto traquillo, è una sceneggiatura ottima. Una grande attenzione è stata posta nel trasmettere lo stato d’animo e il carattere dei nipponici e degli europei. Una cosa che ci porta a capire meglio, ciò che abbiamo sempre intuito dalle immagini che ci arrivano dal Giappone. Dei dialoghi strutturati in una maniera da renderli veri. Così come la caratterizzazione dei personaggi, che siano protagonisti o meteore, rafforzano quell’aure di pace, tranquillità e misticismo, proprio di un popolo a cavallo fra modernità e tradizioni. Unito a una storia d’amore poetica. Tornando sui dialoghi, credo che le punte massime vengano raggiunte nel dialogo fra Setchan e Ikawura prima delle scena in cui si amano carnalmente e sul finire. Le loro parole sono schiette e dirette, ma non violente e piene di sotterfugi, come forse noi siamo abituati a vivere. Le stesse scene di nudo o sesso, hanno un alone di poesia e amore che le permea.
Soggetto: 80 Una storia che si svolge a cavallo di due continenti, ma che non muta ciò che sono i giapponesi. Sia Ikawura che Setchan mi hanno fatto tornare in mente ciò che purtroppo abbiamo visto durante l’ultimo terremoto e tsunami che ha flagellato questa terra: una calma che per noi è incredibile. La storia di due ragazzi che sembrano legati da un filo indissolubile, nonostante le vicissitudine e le scelte che fanno. Arrivato in fondo alla pellicola non mi aspettavo un happy end, ma qui c’è stato e devo dire che in cuor mio ci speravo. Una storia fatta di placidità e una mentalità propria del popolo nipponico e che per noi è lontana anni luce. In questo la figura di Madeleine, rappresenta in maniera ottinale la sanguignità propria degli europei. Lei reagisce in maniera che noi conosciamo, mentre la placidità e la capacità di avere un atteggiamento positivo, non sfuggono agli altri due interpreti. La stessa presenza dei fantasmi nella vecchi acasa di Ikawura non è elemento di ansia, ma è fonte di tranquillità e di pace. Una caratteristica propria di un popolo che nonostante sia moderno, non dimentica le proprie tradizioni.
Cast: 80 Non conoscendo nemmeno un’attore/ice, devo dire che il cast fa magnificamente il proprio dovere, con i due protagonisti che viaggiano su binari alti di recitazione. Raramente mi è capitato di sentirmi parte della storia, ma loro ce l’hanno fatta a coinvolgermi in pieno. Una cosa strana, perchè i film “sdolcinati” normalmente li scanso. Ma anche i comprimari, con le dovute restrizioni di visibilità hanno le facce giuste e il potere di rimanere impressi nella mente.
Locandina: 80 Graficamente ottima e con i giusti font. Finalmente qualcosa di diverso dalle solite locandine.
Musiche: 80 Lo sceneggiatore sfrutta la moltitudine di scene che alternano velocemente le immagini per abbinarci brani, che ben si sposano con quanto vediamo. Una scelta non banale. Un mix di brani pop giapponesi, con brani strumentali e un brano indiscindibile dalla Francia. Proprio i brani strumentali, sono propri delle scene di Stechan in camera sua e di quelle a più alto tenore di pathos.
Sito: N/A
Voto complessivo: 80/100 Uno dei più bei film orientali visti su Ck; anche se la maggiorparte di essi era notevole. Questo ha una poesia intrinseca e ci narra una storia d’amore grandiosa e al tempo stesso lieve. Una unione che non può essere divisa. Per una volta sono felice dell’Happy end.
 
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Nightbay
view post Posted on 28/9/2011, 20:57




Ringrazio i recensori per le belle parole spese su questo film. Sono contento che in linea di massima sia piaciuto perchè il lavoro sui personaggi è stato molto duro e certosino, soprattutto sui due principali (Setchan e Iwakura), forniti dalla fonte originale. Renderli "presentabili" a un pubblico occidentale, senza snaturali non è stato affatto semplice. Il personaggio di Madeleine (e tutte le scene a lei legate) è invece farina del mio sacco, e proprio in quanto detto da Tomcat (che ha colto al 100% l'essenza di ciò che volevo trasmettere) , e in sintesi da Andrew, c'è la ragione della sua presenza nel film:
CITAZIONE (canepa @ 28/9/2011, 19:26) 
Una storia fatta di placidità e una mentalità propria del popolo nipponico e che per noi è lontana anni luce. In questo la figura di Madeleine rappresenta in maniera ottinale la sanguignità propria degli europei. Lei reagisce in maniera che noi conosciamo, mentre la placidità e la capacità di avere un atteggiamento positivo, non sfuggono agli altri due interpreti. La stessa presenza dei fantasmi nella vecchia casa di Ikawura non è elemento di ansia, ma è fonte di tranquillità e di pace. Una caratteristica propria di un popolo che nonostante sia moderno, non dimentica le proprie tradizioni.

Da un po' sto approfondendo usi e custumi di questo popolo e ogni elemento che scopro mi affascina sempre più. Madeleine voleva proprio fungere da contraltare (il più possibile lontano da stereotipi) evidenziando le caratteristiche occidentali in confronto a quelle orientali. Nel mio piccolo, ovviamente, senza pretese di darne una visione completa (sarebbe impossibile farlo in un trattato enciclopedico).

Rispondo, poi, all'appunto critico che accomuna le recensioni di Clint, Andrew e Hermetico, ossia quello riguardante i dialoghi ("poco verosimili secondo la nostra mentalità", "in più occasioni mi sembrava che avessi davanti dei saggi anziani piuttosto che giovani, per la profondità delle cose che dicevano e del modo in cui si comportavano", "i dialoghi, forse un po’ forzati e artefatti, figli anche della cultura giapponese").
Avete pienamente ragione.
Pensate che ho dovuto tra l'altro "limarli" parecchio, per renderli accettabili e un minimo cinematografici. Posso assicurarvi che il prodotto originale era anche più appesantito, in questo senso.
Però posso portare la mia piccola testimonianza sul cinema nipponico che ho visto: certi ragionamenti, basati su sensazioni e considerazioni profonde su vita, morte, aspirazioni, rapporti, ideali, ecc., sono il centro della maggior parte dei dialoghi. Come avete detto, a noi appaiono strani, forzati e magari inverosimili (io stesso mi chiedo se nella realtà i giapponesi conversino davvero in quel modo), ma per quel poco che ho visto (a partire da certi film di Kurosawa) confermo che questo curioso registro dei dialoghi è praticamente una costante.
In fondo pensate a quando da piccoli guardavate Holly e Benji o i Cavalieri dello Zodiaco: nei lunghi flashback durante una rovesciata, o nei ragionamenti di Pegasus sospeso tra la vita e la morte, non c'è forse questa propensione all'autopsicoanalisi etico-morale di questo popolo?
Sono appena all'inizio del mio cammino: piano piano approfondisco e forse un giorno li capirò.
 
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Laury1994
view post Posted on 30/9/2011, 14:50




Regia: 7,5
Non conosco minimamente il regista, ma il lavoro fatto mi sembra buono, con belle inquadrature (le foto aiutano) e suggestivi passaggi da primi piani e foto a ricordi e salti spazio-temporali.

Sceneggiatura: 8,5
Io in genere mi perdo quando ci sono troppi flashback, ma la sceneggiatura di Nightbay ha saputo ben distinguere i momenti del presente (vissuto da Iwakura e Setchan lontani l'uno dall'altra) da quelli del passato (in cui si sono conosciuti, amati e allontanati). Il tutto con un tocco tra il romantico e il quotidiano che mi ha fatto appassionare alle vicende dei personaggi. Speravo nel lieto fine ed è arrivato. Anche se mi dispiace un sacco per Madeleine! Lei, alla fine, resta sola... :(

Soggetto: 8
Va premiato il coraggio del produttore nell'affrontare un genere che è difficile presentare senza cadere nel melenso e nel trito-ritrito. Sarà per l'ambientazione franco-giapponese, sarà per i personaggi nient'affatto banali, ma anche una "semplice" storia d'amore raccontata attraverso i ricordi dei due innamorati, in questo film riesce ad emozionare ed appassionare.

Cast: 7
Ok, non ne conosco uno. Ma i volti mi sembrano tutti ben selezionati. La mia simpatia va però verso Sara Forestier, che interpreta Madeleine. Il suo personaggio mi è piaciuto davvero tanto.

Locandina: 8
Forse un po' scura, per una storia che invece mi sembra molto luminosa. Ma nel complesso è graficamente molto bella ed equilibrata.

Musiche: 8
Musica, giustamente, quasi tutta giapponese (eccezion fatta per l'intro di Edith Piaf, immancabile per le scene ambientate in Francia: anche Clint, in Giorni di guerra, ne ha fatto uso). Ben dosate tra malinconia e letizia, a seconda delle immagini.

Sito: --
Deve ancora arrivare, credo.

Voto complessivo: 8
Non ho mai visto un film giapponese, credo. Faccio fatica quindi a giudicare se questo è fedele o meno al filone orientale in quanto a stile e tematiche. Però, ad essere sincera, la lettura di questa sceneggiatura mi ha lasciato una piacevolissima sensazione, addosso. Fossero tutti così... Spero di riuscire a dedicarmi anche alla rassegna orientale a cui è dedicato il festival di quest'anno, per farmi un'idea migliore. E magari vedere qualche film reale, per conferma.
 
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view post Posted on 3/10/2011, 21:47

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LARGO AL FACTOTUM!
Le recensioni di Francis Delane


Visto il pomeriggio del 28, dopo pranzo, aspettando di andare al red carpet per La casa del tempo, rimandato di un giorno (nel Diario saprete il perché). L'ho guardato da solo, e alla fine l'entusiasmo è stato tale che ho finito per esagerare dando un 9 al mio sondaggio. In realtà, è più un 8,5, una volta giudicato razionalmente, ma la razionalità va a sprazzi.

Due giovani orientali alla ricerca della loro identità e della loro maturità, in un mondo senza adulti (praticamente non compare quasi nessuno sopra i 25 anni nel film, se non per brevi apparizioni). Lui, aspirante ribelle alla pasticceria di famiglia, va a Parigi; lei, ragazza di buona famiglia che lavora in un ristorante, resta ad aspettarlo (forse). Entrambi hanno un'altra esperienza sentimentale, ma l'amore trionferà. Non è però la trama sentimentale, anche un po' banale, che domina questo film, ma il sentimento del tempo che scorre e la preziosità dell'attimo, il carpe diem del sentimento che chiede di diventare quotidianità. E' un film sull'Amore e sul Tempo, di come questo possa distruggerlo o rafforzarlo. Bellissima la scena dove Setchan vede i fantasmi, che mi ha quasi commosso, e il finale si fa desiderare così tanto che gli perdoni il fatto di essere rassicurante (come se fosse una colpa...).

Kohei Oguri, perfetto sconosciuto non solo per noi (su Wikipedia e MyMovies c'è poco o niente su di lui), fa un buon lavoro, catturando splendidamente l'atmosfera sia della sua terra natale sia di Parigi. Bravissimi i protagonisti Miura Haruma e Kiko Mizuhara, giovani, carini e fragili al punto giusto, supportati da una stupenda Sara Forestier (il mio personaggio preferito). Le musiche, tutte scelte con cura, rendono benissimo. A conti fatti, questo film credo che sia tra i candidati a vincere il Colosseo d'Oro.

VOTO: 86/100

 
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Arcadia1983
view post Posted on 7/10/2011, 16:21




Regia: Kohei Oguri non lo conosco, dall'intervista a Nightbay per lo sviluppo leggo che ha vinto il premio della giuria al Festival di Cannes. Non so dire quanto sia adatto alla pellicola, che rivede Nightbay alle prese con l'Oriente (anche se buona parte della pellicola si svolge anche tra la splendida Parigi e Lione) dopo Anime velate che a me piacque. Buon lavoro, il suo, molto “classico”, in cui la fanno da padrone i personaggi e le loro storie, seguite con mano accorta.
Sceneggiatura: Ben scritta, i personaggi mi son sembrati tutti veri con le loro storie, i loro sogni, i gesti, i desideri: questo genere di storie su di me ha sempre un effetto calamita, mi piacciono e le seguo con grande interesse. Anche i dialoghi mi sono sembrati naturali e per nulla forzati.
Soggetto: Come Anime velate anche questo film è tratto da una raccolta di racconti di Banana Yoshimoto, di cui non ho letto nulla, anzi, ne ho sentito pure parlare male, ma sinceramente a guardare le pellicole di Night le sue mi sembrano buone storie.
Cast: Non conosco nessuno degli attori e delle attrici coinvolti/e in questo progetto, il che forse è un bene perché così sono stato scevro di pregiudizi (non conoscendoli/e, non ho simpatia o antipatia per nessuno/a, voglio dire questo). L'attore che interpreta Iwakura è bravo, così come altrettanto brava (e molto bella) è l'interprete di Setchan: una coppia che ho visto ben assortita.
Locandina: Non male.
Musiche: Mi sono sembrate tutte molto adatte e ben scelte.
Sito: Non c'è ancora.
Voto complessivo: 7,5
 
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Nightbay
view post Posted on 10/10/2011, 13:17




Ringrazio anche gli ultimi recensori.
Non ho molto da commentare, mi sa, se non che sono molto contento per i buoni giudizi. Grazie davvero a tutti quanti.
 
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Little Tin Goddess
view post Posted on 23/12/2011, 12:20




questo film l'avevo letto ma non l'avevo ancora recensito. E' una storia di formazione di due giovani giapponesi costretti a separarsi. Lui va a Parigi, lei resta a Tokyo. E in questa distanza vivono delle esperienze che li matureranno. E' un film molto delicato e anche molto tenero in alcuni tratti, e il tema dell'amore giovane è ben esposto. Regia direi quasi di "velluto": come ho già detto ha una particolare delicatezza, o almeno così mi è parso. Insomma un film "piccolo" ma ottimo. I miei complimenti a Night.
Voto 8
 
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11 replies since 23/9/2011, 15:05   1088 views
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